IL MEDITERRANEO NON È UN MARE DI MORTI!

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IL MEDITERRANEO NON È UN MARE DI MORTI!
IL MEDITERRANEO NON È UN MARE DI MORTI!
Le associazioni si rivolgono alle Istituzioni.
Milano 20 maggio 2015 - SOS VILLAGGI DEI BAMBINI, AIMMF, AGEVOLANDO, CNCA,
CNCM, COORDINAMENTO DELLE COMUNITÀ DI ACCOGLIENZA PER MINORI DELLA
REGIONE MARCHE, FONDAZIONE DOMUS DE LUNA, LA CONSULTA DIOCESANA DI
GENOVA,
TERRA
DEI
PICCOLI
ONLUS,
sostenuti
da
VITA.IT
(http://www.vita.it/it/article/2015/05/19/il-mediterraneo-non-sia-una-tomba/134255/)
chiedono atti di coraggio alle Istituzioni.
Una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del
Consiglio Matteo Renzi, al Presidente del Senato Pietro Grasso, alla Presidente della
Camera Laura Boldrini in cui si richiedono atti di responsabilità e si promuove una visione
comune di indirizzo organizzativo e culturale sui temi del riconoscimento dei diritti, della
pace e della salvaguardia delle vite umane.
Dal 2000 al 2013 sono morti più di 23 mila migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa via
mare o attraversando i confini via terra del vecchio continente.
Una strage con un bilancio simile a quello di una guerra per dimensioni e numero di decessi
- in media più di 1.600 l’anno.
Una delle tratte più pericolose è quella che coinvolge le acque del Mediterraneo tra l’Africa
e il sud Italia: un vero e proprio cimitero sommerso, come fosse il campo di una
battaglia per la sopravvivenza che i migranti combattono contro il mare e le guerre
che si lasciano alle spalle, salendo sui barconi della morte che li dovrebbero portare verso
la libertà. Non bastano i radar costieri e le avanzate tecnologie di sorveglianza: facendo le
somme, tra il 2000 e il 2013 almeno 6.400 tra donne, uomini e bambini sono morti nel
tentativo di raggiungere Lampedusa (quasi 8.000 se si allarga lo spettro all’intero Canale di
Sicilia). Secondo i dati annunciati dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati almeno 3.419
migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo da gennaio 2014, 1.754 morti nel mar
Mediterraneo dall'inizio del 2015.
Questa tragedia è espressione di una modalità migratoria inaccettabile, da cui scaturiranno
altre sofferenze e altre morti, e che si preannuncia devastante nei mesi a venire.
Il Trattato dell'Unione Europea all'art. 3 dichiara che l'Unione si prefigge di promuovere la
pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli e garantisce inoltre misure appropriate per
quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della
criminalità e la lotta contro quest'ultima.
• Alla politica italiana chiediamo un atto di coraggio e di percorrere, con le associazioni e
le istituzioni che si sono distinte per capacità e reattività, la strada della giustizia sociale
attraverso la definizione di un piano per l’accoglienza di durata decennale e un deciso
contrasto ai trafficanti di morte.
• Chiediamo il ripristino dell’intervento di soccorso in mare attraverso una operazione come
“Mare Nostrum” in termini di mezzi, competenze e mandato estendendo l’area operativa
dove si verifica la maggior parte delle morti.
• Chiediamo che il Governo si faccia portatore, in ambito Europeo, di costruttivi contatti
con le forze di pace dei Paesi di origine, in cui la vita e la libertà sono fortemente
minacciate, finalizzati anche a creare possibili 'corridoi umanitari'.
• Per la protezione dei minori, chiediamo la rigorosa e piena applicazione della
Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e delle
raccomandazioni specifiche all’Italia adottate da parte del Comitato ONU nel 31
ottobre 2011, dei regolamenti e delle direttive Europee sui principi essenziali
dell’accoglienza.
• Inoltre chiediamo che l’Italia sia più attenta nel versare, in favore dei paesi in via
sviluppo, lo 0,7% del proprio reddito nazionale lordo e quindi il pieno rispetto
dell’obiettivo definito dall’Onu per l’aiuto a partecipare alla crescita economica dei paesi
in via di sviluppo.
• Rispetto al diritto di asilo, assicurato dalle nostre leggi, dalla costituzione e dai trattati
internazionali, chiediamo che siano velocizzate e semplificate le operazioni di
identificazione dei richiedenti asilo presso consolati ed ambasciate all’estero
permettendo così alle persone che ne hanno il diritto di venire in Italia senza rischiare la
vita.
Le realtà del non profit, firmatarie di questa richiesta politica, secondo le proprie
prerogative e finalità, si impegna ad attivare o sostenere, anche attraverso la
costituzione di fondo emergenziale, costituito da risorse economiche, mezzi e persone
finalizzate ad interventi di assistenza e in difesa delle vittime e dei migranti nel Mediterraneo.
Per aderire all’iniziativa scrivere una mail a: [email protected]
SOS Villaggi dei Bambini è la più grande organizzazione a livello mondiale, impegnata nel sostegno di
bambini privi di cure familiari o a rischio di perderle. Nasce nel 1949 e, ad oggi, è la sola Associazione che ha
la capacità di accogliere, all’interno dei suoi Villaggi SOS, 82.300 bambini, ai quali garantisce istruzione, cure
mediche e tutela in situazioni di emergenza. Promuove programmi di supporto alle famiglie in stato di necessità
ed è presente in 134 paesi e territori nel mondo, dove aiuta quasi 2.000.000 di persone. In Italia è membro
dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e aiuta 642 bambini e ragazzi e le loro famiglie
attraverso 7 Villaggi SOS - rispettivamente a Trento, Vicenza, Ostuni (BR), Morosolo (VA), Saronno (VA),
Roma e Mantova - e un Programma di rafforzamento familiare a Torino, rivolto alle famiglie in stato di
necessità. Sostiene, inoltre, il Centro Estivo Internazionale SOS di Caldonazzo (TN). www.sositalia.it
Comunicazione e Ufficio Stampa SOS Villaggi dei Bambini
Elena Cranchi - Tel. 340 9796363 - [email protected]