Parmalat - Banca IMI - Prodotti e Quotazioni
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Parmalat - Banca IMI - Prodotti e Quotazioni
Parmalat Brand italiano con presenza internazionale Punti di forza – Il gruppo Parmalat opera a livello internazionale nella produzione e distribuzione di alimenti, quali il latte e i suoi derivati (yogurt, condimenti a base di panna, dessert e formaggi) e le bevande a base di frutta, che complessivamente nel 2014 hanno generato ricavi per 5,5 miliardi di euro e un risultato netto di 203 mln di euro. Il Gruppo mostra una buona diversificazione a livello geografico e negli ultimi anni ha conquistato posizioni in mercati solidi, come Australia, Sud Africa e Stati Uniti, e ha rafforzato la presenza in mercati maturi dove vanta posizioni di leadership, come Canada e Italia. Risultati e valutazione – Parmalat ha chiuso i primi 9 mesi 2015 con un utile di 108,1 milioni di euro, in diminuzione del 25,1% a/a, un fatturato netto di 4,74 mld di euro, in aumento del 19,5% a/a, e un EBITDA di 312,2 mln di euro, in progresso del 4,4% a/a. I dati risultano sostanzialmente in linea con le attese di consenso e confermano quanto già evidenziato nei primi sei mesi dell’anno, ossia una moderata crescita guidata dai Paesi avanzati e un rallentamento dei Paesi emergenti. Si è manifestato, in particolare a partire dal 2° trimestre, un calo generalizzato del costo della materia prima latte, con un conseguente impatto sui prezzi di vendita dei prodotti lattiero-caseari. Per il 2015 il gruppo Parmalat conferma le indicazioni già fornite in occasione dei risultati semestrali, ossia una crescita del fatturato netto superiore al 10% e del margine operativo lordo superiore al 6%. La crescita si riferisce a tassi di cambio costanti, escluso l’effetto dell’iperinflazione, e comprende l’apporto delle nuove acquisizioni. L'integrazione delle diverse acquisizioni fatte in paesi in cui l'economia locale è peggiorata in modo significativo, l'incertezza sul Venezuela e la bassa generazione di cassa vista nei 9 mesi sono i principali punti di debolezza di Parmalat, che riducono, a nostro avviso, la visibilità sulle prospettive di crescita nel medio periodo. Sui multipli medi di mercato il titolo Parmalat risulta correttamente valutato; avviamo pertanto la copertura della società con un giudizio Neutrale. 12 novembre 2015 Nota societaria Inizio copertura Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche Ricerca per Investitori privati e PMI Ester Brizzolara Analista Finanziario Rischi – Il Gruppo opera in un settore, quello alimentare, che risulta per sua natura meno esposto di altri agli effetti negativi della congiuntura economica. Nonostante ciò, nel portafoglio partecipazioni sono presenti società che operano in Paesi esposti a situazioni di incertezza geopolitica a livello locale o a fenomeni ambientali che potrebbero impattare sui risultati di Gruppo. A questo proposito si segnalano, in particolare: 1) le criticità collegate all’attuale situazione sociale, politica ed economica del Venezuela; 2) gli effetti collegati al perdurare delle sanzioni internazionali a cui è sottoposta la Russia; 3) le aspettative macroeconomiche del Brasile. La società risulta inoltre esposta ai rischi derivanti dall’esposizione a variazioni dei tassi d’interesse, dei tassi di cambio, dei prezzi delle commodity. Scheda società Dati società N. azioni ordinarie (mln) Prezzo (euro) Dati Mercato Capitalizzazione (mln di euro) Max-Min a 12 mesi (euro) Altre informazioni Settore Rendimento Ultimo dividendo (euro) Rendimento dividendo (%) Fonte: Thomson Reuters Performance vs. FTSE All Share (ultimo anno) 1.837,5 2,38 4.373 2,53–2,24 Prodotti Alimentari 0,016 0,67 Fonte: Thomson Reuters I prezzi del presente documento sono aggiornati al 10.11.2015. Per la certificazione degli analisti e per importanti comunicazioni si rimanda all’Avvertenza Generale. Performance % Assoluta Relativa FTSE Italia All Share 1m 1,2 1m 1,1 3m 1,4 3m 8,0 12m -1,9 12m -17,0 Fonte Thomson Reuters Parmalat 12 novembre 2015 Profilo societario Descrizione attività Parmalat SpA è controllata da Lactalis dal luglio 2011 quando, attraverso il lancio di un’OPA totalitaria, il Gruppo francese ha raggiunto l’83,33% del capitale. In questi quattro anni il management ha cercato di valorizzare l’attività industriale della società dopo il dissesto finanziario del decennio precedente. Attualmente Parmalat è presente a livello internazionale nella produzione e distribuzione di alimenti, quali il latte e i suoi derivati (yogurt, condimenti a base di panna, dessert e formaggi) e le bevande a base di frutta, che complessivamente nel 2014 hanno generato ricavi per 5,5 miliardi di euro e un risultato netto di 203 mln di euro. I dipendenti di Parmalat sono circa 16.000 distribuiti su 73 stabilimenti produttivi e localizzati tra Europa, le Americhe, Africa e Australia. Dati per area geografica e per prodotto Il Gruppo mostra una buona diversificazione a livello geografico. Negli ultimi anni la società ha conquistato posizioni in mercati solidi, come Australia, Sud Africa e Stati Uniti, e ha rafforzato la presenza in mercati maturi dove vanta posizioni di leadership, come Canada e Italia. Esercizio 2014 (mln di euro) Aree Fatturato Netto Europa 1.122,1 Nord America 2.358,1 America Latina 726,3 Africa 393,1 Australia 953,9 Altro -6 Gruppo 5.547,5 Fatturato netto 2014 per area geografica EBITDA Margine EBITDA (%) 109,4 9,7 189,2 8,0 59,3 8,2 34,2 8,7 62,8 6,6 -15,2 NS 439,7 7,9 Nota: NS= non significativo. Fonte: dati societari Fonte: dati societari Parmalat offre i propri prodotti principalmente attraverso marchi globali, come Parmalat e Santàl, e una serie di marchi forti a livello locale. Vanta una presenza in tutti i dairy products (latte, formaggi, yogurt, panna, burro, latte in polvere, dessert), e nei succhi di frutta con un portafoglio di prodotti completo. Esercizio 2014, dati per tipologia di prodotto (mln di euro) Divisioni Fatturato EBITDA Margine Netto (%) Latte, panna e besciamelle 2.746,3 152,1 5,5 Bevande a base di frutta e tè 346,1 69,9 20,2 Formaggio e 2125 192,8 9,1 altri prodotti freschi (yogurt, dessert) Altro 330,2 24,8 7,5 Gruppo 5.547,6 439,7 7,9 Fatturato netto 2014 per tipologia di prodotto Fonte: dati societari Fonte: dati societari Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 2 Parmalat 12 novembre 2015 Sviluppi recenti Nei quattro anni di gestione Lactalis il gruppo Parmalat si è concentrato soprattutto sul rafforzamento dei mercati esteri, in particolare in Brasile, Nord America e Australia. La società ha acquisito delle attività nel settore latticini dal colosso brasiliano BRF, per 570 milioni di euro, e la canadese Lag dalla stessa casa madre Lactalis, per circa 600 milioni di euro. A queste operazioni ne sono seguite alcune più piccole, come Balkis in Brasile (24 milioni di euro), Harvey Fresh in Australia (79 milioni), alcune attività di Lacteos Brasil (83 milioni) in Brasile e un portafoglio marchi in Messico (93 mln di euro). In totale Parmalat ha investito circa 1,5 miliardi di euro, praticamente la stessa cifra della disponibilità finanziaria netta di cui godeva a fine 2010, pari a 1,42 mln di euro. Nel frattempo, comunque la società ha continuato a generare cassa e a fine settembre 2015 la posizione finanziaria netta era positiva per 96,4 mln di euro. Aggiornamento contenziosi Per quanto riguarda i contenziosi legali che riguardano il dissesto finanziario della vecchia Parmalat, sono rimasti pendenti alcuni procedimenti civili e amministrativi di modesta entità, per i quali la società non si attende effetti negativi rilevanti sul bilancio. Alcuni accordi sono stati recentemente conclusi, come quello con Grant Torton, JP Morgan e Standard & Poor’s, che nel complesso hanno portato nelle casse della società circa 62 mln di euro. Strategie future Il management nel medio termine intende procedere al consolidamento e alla razionalizzazione delle realtà acquisite nell’ultimo anno in Brasile, Australia, Messico e Italia (in Friuli); pertanto, non sta pensando ad altre acquisizioni di grande entità ma eventualmente solo a piccole realtà per completare o rafforzare il portafoglio prodotti. Il management sta guardando con attenzione ai Paesi emergenti dell’America Latina, ma anche di Africa e Asia. Nel 2014 i Paesi emergenti pesavano per il 20% sul fatturato del Gruppo; a fine 2015 incideranno per circa un terzo e il Brasile diventerà il terzo paese per il Gruppo. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 3 Parmalat 12 novembre 2015 Dati di bilancio Andamento settoriale nei primi 9 mesi 2015 Nei primi 9 mesi del 2015 il contesto economico internazionale è stato caratterizzato da forti oscillazioni sui mercati valutari e dal basso prezzo delle commodity e del petrolio. Quest’ultimo ha colpito particolarmente la bilancia dei pagamenti del Venezuela, con ripercussioni sulla tenuta del sistema cambiario e sulla dinamica inflazionistica, che hanno avuto un impatto pesante sui risultati della controllata di Parmalat. Rimane sfavorevole il contesto macroeconomico anche in Brasile a causa dell’andamento negativo del PIL previsto per l’anno in corso e del forte deprezzamento della valuta. Nel corso del 2015, si è assistito, pur con significative differenze regionali, a una diminuzione generalizzata del costo del latte, che ha comportato in alcune aree in cui il gruppo Parmalat opera, e in particolare negli Stati Uniti d’America, un miglioramento della redditività. Eventi specifici, come la fine delle quote latte a livello di Unione Europea e l’embargo verso la Russia, hanno costituito un ulteriore elemento di tendenziale eccesso di offerta rispetto alla domanda di latte. In generale, la riduzione del costo della materia prima ha generato un beneficio in termini di costo del prodotto, ma ha anche indotto una correzione al ribasso dei prezzi di vendita e talvolta l’adeguamento dei valori delle rimanenze al minor costo della materia prima. Si è anche registrato un aumento delle scorte di prodotti finiti e semilavorati, con conseguente assorbimento di cassa della gestione operativa. Andamento del prezzo del latte Fonte: Assolatte Risultati societari Parmalat ha chiuso i primi 9 mesi 2015 con un utile di 108,1 milioni di euro, in diminuzione del 25,1% a/a, un fatturato netto di 4,74 mld di euro, in aumento del 19,5% a/a e un EBITDA di 312,2 mln di euro, in progresso del 4,4% a/a. La flessione dell'utile è dovuta all'impatto dell'iperinflazione in Venezuela, al minor contributo della gestione non ricorrente e ai minori proventi finanziari netti. Risultati sui primi 9 mesi condizionati dall’effetto valutario e dall’iperinflazione in Venezuela In dettaglio, il fatturato netto a tassi di cambio costanti e a perimetro omogeneo (ottenuto escludendo il contributo del gruppo Harvey Fresh acquisito in Australia nel 2° trimestre 2014 e i risultati delle attività acquisite nel corso del 2015 in Brasile, Italia, Australia e Messico, ed escludendo gli effetti dell’iperinflazione in Venezuela) risulta in crescita di 275 milioni di euro, +7,1% a/a, con un contributo significativo delle aree America Latina e Africa. Nelle aree Europa e Nord America, la contrazione del fatturato è dovuta principalmente alla riduzione dei prezzi Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 4 Parmalat 12 novembre 2015 medi di vendita conseguente al calo dei costi della materia prima latte rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente. L’EBITDA a tassi di cambio e perimetro omogenei, ed escludendo gli effetti dell’iperinflazione in Venezuela, risulta in aumento di 66,2 milioni, +21,5%, registrando una crescita in tutte le aree in cui il Gruppo opera, e in particolare in America Latina, Australia e Africa. Le disponibilità finanziarie nette a fine settembre si sono ridotte a 96,4 milioni di euro rispetto ai 1,2 mld di euro di dicembre 2014. Le cause principali di tale variazione derivano dalle attività acquisite, per 904,6 milioni (società brasiliane Elebat e Nutrifont, alcune unità produttive di Lácteos Brasil, società australiana Longwarry Food Park Pty, un gruppo di società operanti prevalentemente in Messico e il ramo di azienda di Consorzio Cooperativo Latterie Friulane), mentre la parte rimanente è attribuibile prevalentemente all’assorbimento di cassa delle attività operative. Dati economico-finanziari dei primi 9 mesi Mln di euro 9 mesi 2014 Europa 838,3 Nord America 1.668,3 America Latina 463,9 Africa 279,9 Australia 673,6 Altro -4,3 Totale fatturato ex iperinflazione 3.919,8 Iperinflazione 50,0 Totale fatturato 3.969,8 Europa 76,5 Nord America 133,4 America Latina 65,8 Africa 20,5 Australia 26,9 Altro -11,4 Totale EBITDA ex iperinflazione 311,8 Iperinflazione -12,7 EBITDA 299,1 EBIT 213,3 Risultato ante imposte 215,3 Risultato netto 144,4 Posizione finanziaria netta 1.119,1 % 9 mesi 2015 21,1 813,9 42,0 1.754,0 11,7 1.027,7 7,1 316,5 17,0 734,7 -0,1 -13,6 98,7 4.633,2 1,3 111,3 100,0 4.744,5 9,1 82,2 8,0 152,7 14,2 84,6 7,3 24,6 4,0 33,4 NS -12,6 8,0 364,9 NS -52,7 7,5 312,2 5,4 194,2 5,4 175,1 3,6 108,1 96,4 % 17,2 37,0 21,7 6,6 15,5 -0,3 97,7 2,3 100,0 10,1 8,7 8,2 7,8 4,5 NS 7,9 NS 6,6 4,1 3,7 2,3 Var. % a/a -2,9 5,1 121,5 12,7 9,1 216,3 18,2 122,6 19,5 7,5 14,5 28,6 20,0 24,2 10,5 17,0 315,0 4,4 -9,0 -18,7 -25,1 Nota: NS= non significativo. Fonte: dati societari L’area Europa, che include Italia, Russia, Portogallo e Romania, ha generato un fatturato di 813,9 milioni di euro e un margine operativo lordo di 82,2 milioni di euro nei primi nove mesi del 2015. La significativa svalutazione del rublo nei confronti dell’euro, iniziata nell’ultima parte dell’anno precedente, ha comportato un impatto negativo sul fatturato e sul margine operativo lordo dell’area, rispettivamente pari a circa 25 milioni di euro e 1,9 milioni di euro. Andamento delle principali aree: Europa, Nord America, America Latina, Africa e Australia L’area Nord America ha realizzato un fatturato di 1.754 milioni di euro e un margine operativo lordo di 152,7 milioni di euro. Le significative rivalutazioni del dollaro americano e del dollaro canadese, nei confronti dell’euro, hanno comportato un impatto positivo su fatturato e margine operativo lordo, rispettivamente pari a circa 175 milioni di euro e 16,2 milioni di euro. Nell’area America Latina il Gruppo ha rafforzato la propria presenza attraverso acquisizioni in Brasile, in Messico, Uruguay e Argentina. Nei primi nove mesi del 2015, escludendo l’effetto dell’aggiustamento per iperinflazione, il fatturato netto dell’area è pari a 1.027,7 milioni di euro e il margine operativo lordo si attesta a 84,6 milioni di euro. L’effetto cambio negativo, Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 5 Parmalat 12 novembre 2015 determinato principalmente dal deprezzamento del bolivar venezuelano nei confronti dell’euro, risulta pari a circa 198 milioni di euro sul fatturato e 31 milioni di euro sul margine operativo lordo. Nell’area Africa (Sud Africa, Zambia, Botswana, Swaziland e Mozambico), nei primi nove mesi del 2015 il fatturato netto si attesta a 316,5 milioni di euro e il margine operativo lordo ammonta a 24,6 milioni di euro. I dati includono un effetto cambio positivo pari a circa 16 milioni di euro sul fatturato e 1,2 milioni di euro sul margine operativo lordo, principalmente determinati dall’apprezzamento del rand sudafricano nei confronti dell’euro. In Australia il fatturato netto è pari a 734,7 milioni di euro e il margine operativo lordo del periodo si attesta a 33,4 milioni di euro nei primi nove mesi del 2015. L’apprezzamento della valuta locale, rispetto al cambio applicato nello stesso periodo dell’anno precedente, ha determinato un impatto positivo su fatturato e margine operativo lordo, rispettivamente pari a circa 5,5 milioni di euro e 0,3 milioni di euro. Andamento delle principali valute in cui opera la società Fonte: Bloomberg Outlook Per il 2015 il gruppo Parmalat conferma le indicazioni già fornite in occasione dei risultati semestrali, ossia una crescita di fatturato netto superiore al 10% e del margine operativo lordo superiore al 6%. La crescita si riferisce a tassi di cambio costanti, escluso l’effetto dell’iperinflazione, e comprende l’apporto delle nuove acquisizioni. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 6 Parmalat 12 novembre 2015 Proiezioni economico-finanziarie Mln euro Ricavi % tasso di crescita EBITDA % tasso di crescita % sui ricavi EBIT % tasso di crescita % sui ricavi Utile ante imposte % tasso di crescita % sui ricavi Risultato netto % tasso di crescita % sui ricavi Posizione Finanziaria Netta Patrimonio Netto Dividendo per azione (in euro) 2014 5.586,3 3,4 439,9 0,6 7,9 310,0 2,5 5,5 322,8 -3,3 5,8 203,1 -8,1 3,6 1.119,1 3.230,9 0,02 2015E 6.438,9 15,3 470,6 7,0 7,3 291,0 -6,1 4,5 315,7 -2,2 4,9 218,9 7,8 3,4 444,6 3.335,7 0,02 2016E 6.996,6 8,7 518,2 10,1 7,4 326,5 12,2 4,7 353,6 12,0 5,1 248,4 13,5 3,6 610,1 3.470,5 0,02 2017E 7.025,0 0,4 515,2 -0,6 7,3 355,7 9,0 5,1 390,7 10,5 5,6 246,1 -0,9 3,5 716,5 3.626,6 0,02 Nota: E= estimates, stime. Fonte: FactSet I risultati conseguiti nei primi 9 mesi dell’anno sono stati leggermente superiori alle attese di consenso, in particolare sull’EBITDA margin, che al netto dell’effetto iperinflazione mostra una buona tenuta. L’iperinflazione venezuelana ha continuato a pesare sui risultati (erodendo 52,7 mln di euro a livello di margine operativo lordo), ma nel complesso l'America Latina rimane redditizia, mentre l’EBITDA incrementale da acquisizioni appare scarso, aggiungendo solo 6,1 mln di euro a causa del processo di riorganizzazione in corso e delle condizioni sfavorevoli dell'economia locale (Brasile e Messico). Gli obiettivi di crescita indicati dalla società per fine 2015 (+10% e +6% rispettivamente per fatturato ed EBITDA) comprendono le acquisizioni e sono sostanzialmente allineati con la parte bassa del range fornito a fine luglio. L'integrazione delle diverse acquisizioni fatte in paesi in cui l'economia locale è peggiorata in modo significativo, l'incertezza sul Venezuela e la bassa generazione di cassa vista nei 9 mesi sono i principali punti di debolezza di Parmalat, che riducono, a nostro avviso, la visibilità sulle prospettive di crescita nel medio periodo. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche Alla luce dei risultati dei primi 9 mesi il management conferma gli obiettivi per fine anno 7 Parmalat 12 novembre 2015 Valutazione Confronto sui multipli Abbiamo analizzato Parmalat mediante una verifica sui multipli di società confrontabili, scegliendo sia società con un’elevata notorietà dei marchi a livello internazionale e posizionate nella fascia medio/alta del comparto alimentare, sia le principali realtà locali presenti nei singoli paesi. Le prime vantano una maggiore diversificazione all’interno del settore, come Nestlé e Danone (prodotti lattiero-caseari, bevande, alimenti per l’infanzia e prodotti nutrizionali clinicosanitari) e Unilever (che ai prodotti alimentari affianca quelli per la casa e la cura personale), e un’elevata riconoscibilità del brand che consente di mantenere elevata la redditività. Le seconde sono primarie realtà locali presenti nei singoli paesi e quindi più simili al Gruppo italiano in termini dimensionali ma maggiormente focalizzate su singoli segmenti produttivi, quali per esempio prodotti da forno, pasta, oppure ingredienti e semilavorati. Confronto con le principali realtà internazionali del settore alimentare La tabelle a seguire riportano i principali indicatori finanziari e di performance e i multipli delle principali società paragonabili. Multipli di società comparabili Mln di euro Paese Capitalizz. Fatturato 2015E Nestle SA Svizzera 221.072 83.043 Danone SA Francia 41.563 22.387 Unilever NV Paesi Bassi 69.326 53.039 Ebro Foods SA Spagna 2.733 2.377 Tate & Lyle Plc UK 4.039 3.408 Suedzucker AG Germania 3.558 6.421 Corbion NV Paesi Bassi 1.378 912 Aryzta AG Svizzera 3.944 3.820 Kerry Group Plc Class A Irlanda 12.551 5.966 Premier Foods Plc UK 415 1.076 Dean Foods Company USA 1.691 7.647 Associated British Foods Plc UK 37.946 17.997 Dairy Crest Group Plc UK 1.188 632 Saputo Inc. Canada 8.638 7.713 Emmi AG Svizzera 2.160 3.024 Media Mediana Parmalat SpA Italia 4373 6438 EBITDA EBITDA 2015E margin (%) 15.962 19,2 3.663 16,4 9.117 17,2 302 12,7 428 12,6 487 7,6 149 16,4 594 15,6 802 13,5 206 19,2 367 4,8 2.135 11,9 132 20,9 783 10,2 272 9,0 13,8 13,5 470 7,3 Perf. a 3 Perf. YTD mesi (%) (%) 1,7 14,3 1,5 16,5 -3,4 24,6 -4,7 28,3 11,9 11,5 22,4 45,7 11,4 59,9 -9,3 -32,9 0,6 25,0 -11,1 21,9 10,5 11,9 5,6 18,0 0,8 34,0 1,2 -11,8 33,7 38,4 1,4 -0,4 Nota: YTD= year-to-date, da inizio anno. Fonte: dati e stime FactSet Parmalat mostra una redditività inferiore alla media delle altre società esaminate, come risulta dalla colonna dell’EBITDA margin % relativo all’esercizio corrente. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 8 Parmalat 12 novembre 2015 Multipli di società comparabili x P/E P/E P/E P/E EV/EBITDA EV/EBITDA EV/EBITDA EV/EBITDA 2014 2015E 2016E 2017E 2014 2015E 2016E 2017E Nestle SA 24,3 22,7 21,2 19,7 14,2 14,7 14,0 13,0 Danone SA 24,2 21,9 20,6 19,1 12,3 13,3 12,4 11,5 Unilever NV 25,1 22,3 21,3 19,9 13,0 14,2 13,6 12,6 Ebro Foods SA 17,9 17,7 16,1 14,8 8,9 10,5 9,6 8,8 Tate & Lyle Plc 17,8 18,0 16,4 15,2 9,4 11,1 10,3 9,6 Suedzucker AG 51,3 43,6 23,8 22,6 7,3 9,3 7,8 7,6 Corbion NV 36,2 19,6 18,5 16,2 8,3 9,7 9,1 8,7 Aryzta AG 10,2 10,7 11,3 10,5 11,6 10,0 9,0 7,8 Kerry Group Plc Class A 25,6 24,0 21,6 19,3 15,2 17,6 15,7 14,0 Premier Foods Plc 4,5 4,3 4,1 4,1 ND 5,5 5,3 5,0 Dean Foods Company ND 16,0 16,5 17,0 13,9 6,6 6,6 6,8 Assoc. British Foods Plc 35,7 33,4 34,1 28,6 15,9 17,9 17,6 15,3 Dairy Crest Group Plc 17,7 17,0 15,4 14,0 9,0 10,6 9,6 9,1 Saputo Inc. 21,0 21,0 18,1 16,5 12,6 9,6 8,7 8,2 Emmi AG 24,7 20,9 18,2 17,2 7,5 8,6 8,0 7,4 Media 24,0 20,9 18,5 17,0 11,4 11,3 10,5 9,7 Mediana 24,3 20,9 18,2 17,0 11,9 10,5 9,6 8,8 Parmalat SpA 21,6 23,1 20,7 18,1 7,4 8,3 7,3 7,1 Nota: ND= non disponibile. Fonte: dati e stime FactSet Osservando i multipli di mercato, il titolo Parmalat risulta correttamente valutato sugli utili, mentre scambia a sconto di circa un 20% sull’EV/EBITDA, in riduzione rispetto alla media storica pari a un 30%. Tale sconto, a nostro avviso, è giustificato dalla minore redditività della società italiana. Data la modesta crescita prevista, condizionata dalla difficile situazione macroeconomica dei Paesi sudamericani (Brasile e, soprattutto, Venezuela), dall’embargo russo e dalla moderata ripresa in Europa, riteniamo che questo divario sia difficile da superare nel breve periodo; avviamo pertanto la copertura del titolo con un giudizio Neutrale. Correttamente valutata sul P/E; lo sconto sull’EV/EBITDA risulta giustificato da una minore redditività Sottolineiamo, inoltre, che in Italia proseguono le difficoltà del mercato del latte, che mostra andamenti sensibilmente negativi in entrambe le categorie (pastorizzato e UHT) in termini sia di volume che di valore. In particolare, il latte pastorizzato registra il trend meno favorevole anche a seguito della perdita di volumi del canale al dettaglio tradizionale a favore delle private label della grande distribuzione. Anche il prezzo del latte in polvere è ai minimi storici, in quanto è strettamente correlato a quello di raccolta. La liberalizzazione del mercato europeo del latte genera continue tensioni nei rapporti tra conferenti e trasformatori. La presenza geografica differenziata di Parmalat e la politica di acquisizioni intrapresa globalmente permettono di controbilanciare i trend di decrescita in alcune aree con la stabilità o la crescita in altri mercati. La crescita del Gruppo attraverso acquisizioni permette una più veloce penetrazione di nuovi mercati e la creazione di sinergie con società già consolidate. Tuttavia, l’ingresso in tempi ravvicinati di diverse società all’interno del Gruppo potrebbe generare qualche difficoltà di integrazione organizzativa, con conseguente aumento dei rischi di carattere economico-finanziario e con maggiori complessità di previsione. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 9 Parmalat 12 novembre 2015 Definizioni principali Benchmark Blue chip Buy-back Buy-out BV CAGR Capital employed Combined ratio Corporate governance Cost/Income ratio Cover ratio Default De-listing Downgrade DPS Due diligence EBIT EBITA EBITDA EPS Embedded Value EV EYR Expense ratio Free cash flow IPO Leverage Loss ratio Margine di interesse Margine da servizi Margine di intermediazione Market cap Multiplo NAV NAVPS P/E Pay-out ratio Placement (private) Private equity Profit taking Profit warning Public company Rating Risultato di gestione RAB (Regulatory Asset Base) ROCE ROE Small/Mid cap Spin-off Target price Tier 1 Tier 2 Upgrade Valore Intrinseco (VI) Yield Parametro di riferimento Titoli a larga capitalizzazione Riacquisto Acquisizione dall’interno Book Value: mezzi propri della società Compound Average Growth Rate: tasso composto medio di crescita Capitale investito: mezzi propri + debiti netti Rapporto che tiene conto del Loss ratio (sinistri / premi) ed Epense ratio (spese di amministrazione, raccolta / premi) Norme che regolano il processo decisionale societario Costi operativi/Margine di Intermediazione (settore bancario) Riserve totali/premi (settore assicurativo) Insolvenza Eliminazione dal listino Peggioramento delle stime oppure del giudizio oppure del merito di credito Dividend Per Share: dividendo per azione Fase di controllo dei bilanci che precede la chiusura di operazioni straordinarie Earnings Before Interest and Ta: utile operativo Earnings Before Interest, Ta, Amortisation: utile ante oneri finanziari, tasse e ammortamenti su immobilizzaz. mater. Earnings Before Interest, Ta, Depreciation, Amortisation: margine operativo lordo Earnings Per Share: utile netto per azione Valore intrinseco delle compagnie: al patrimonio netto vengono aggiunte le plusvalenze non realizzate e l’attuale portafoglio vita in forza Enterprise Value: capitalizzazione + debito netto Rapporto tra rendimento dei titoli privi di rischio (Btp 10 anni) e il rendimento del mercato azionario (espresso dal reciproco del P/E stimato a fine 2004) Spese di amministrazione rapportate ai premi Reddito operativo + ammortamenti – imposte +/- variazione del capitale circolante netto Initial Public Offering: offerta iniziale al pubblico Debiti netti/mezzi propri Indice di sinistralità, rappresentato dal rapporto sinistri/premi Interessi attivi – Interessi passivi (settore bancario) Commissioni attive – commissioni passive +/- profitti (perdite) da attività finanziarie +/- altri ricavi netti + dividendi (settore bancario) Margine di interesse + Margine da servizi (settore bancario) Capitalizzazione: prezzo numero azioni Rapporto tra valori di mercato (Prezzo, Enterprise Value) e particolari grandezze di bilancio (ad esempio, utili, margine operativo lordo, risultato operativo, ecc) Net Asset Value: valore patrimoniale netto Net Asset Value Per Share: valore patrimoniale netto/totale azioni Price/Earnings: prezzo/utile netto Quota di utili distribuita Collocamento (privato) Acquisizione di partecipazioni in società non-quotate Presa di profitto Annuncio di revisione di stime al ribasso Società a capitale diffuso Raccomandazione/ giudizio Margine di intermediazione – costi operativi (settore bancario) Valore del capitale investito netto come riconosciuto dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas alle società di trasporto e distribuzione, al fine della determinazione delle tariffe applicabili Return On Capital Employed: utile operativo dopo le tasse/capitale investito Return On Equity: utile netto/mezzi propri Titoli a bassa/media capitalizzazione Scorporo Prezzo obiettivo Patrimonio di base (capitale versato, riserve e fondo rischi bancari generali) rapportato al complesso delle attività ponderate per il loro rischio creditizio. Deve essere pari almeno al 50% del capitale totale (settore bancario) Patrimonio supplementare (riserve di rivalutazione, strumenti ibridi, passività subordinate e fondo rischi su crediti) rapportato al complesso delle attività ponderate per il loro rischio creditizio (settore bancario) Miglioramento delle stime oppure del giudizio oppure del merito di credito Embedded value = valore attuale netto società + valore attuale della proiezione degli utili generati dal portafoglio premi vita in essere, o a portafoglio “chiuso” (settore assicurativo) Rendimento: dividendo per azione/prezzo azione Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 10 Parmalat 12 novembre 2015 Avvertenza generale Il presente documento è una ricerca in materia di investimenti preparata e distribuita da Intesa Sanpaolo SpA, banca di diritto italiano autorizzata alla prestazione dei servizi di investimento dalla Banca d’Italia, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo. Il presente documento è anche distribuito da Banca IMI, banca autorizzata in Italia e soggetta al controllo di Banca d’Italia e Consob per lo svolgimento dell’attività di investimento, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo. Le informazioni fornite e le opinioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute affidabili e in buona fede, tuttavia nessuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, è fornita da Intesa Sanpaolo relativamente all’accuratezza, completezza e correttezza delle stesse. Le opinioni, previsioni o stime contenute nel presente documento sono formulate con esclusivo riferimento alla data di redazione del presente documento, e non vi è alcuna garanzia che i futuri risultati o qualsiasi altro evento futuro saranno coerenti con le opinioni, previsioni o stime qui contenute. Qualsiasi informazione contenuta nel presente documento potrà, successivamente alla data di redazione del medesimo, essere oggetto di qualsiasi modifica o aggiornamento da parte di Intesa Sanpaolo, senza alcun obbligo da parte di Intesa Sanpaolo di comunicare tali modifiche o aggiornamenti a coloro ai quali tale documento sia stato in precedenza distribuito. Le stime di consenso indicate nel presente documento si riferiscono alla media o la mediana di previsioni o valutazioni di analisti raccolte da fornitori di dati quali Bloomberg, Thomson Reuters, FactSet (JCF) o IBES. Nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita da Intesa Sanpaolo relativamente all’accuratezza, completezza e correttezza delle stesse. Lo scopo del presente documento è esclusivamente informativo. In particolare, il presente documento non è, né intende costituire, né potrà essere interpretato, come un documento d’offerta di vendita o sottoscrizione, ovvero come un documento per la sollecitazione di richieste d’acquisto o sottoscrizione, di alcun tipo di strumento finanziario. Nessuna società del Gruppo Intesa Sanpaolo, né alcuno dei suoi amministratori, rappresentanti o dipendenti assume alcun tipo di responsabilità (per colpa o diversamente) derivante da danni indiretti eventualmente determinati dall’utilizzo del presente documento o dal suo contenuto o comunque derivante in relazione con il presente documento e nessuna responsabilità in riferimento a quanto sopra potrà conseguentemente essere attribuita agli stessi. Le società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, i loro amministratori, rappresentanti o dipendenti (ad eccezione degli Analisti Finanziari e di coloro che collaborano alla predisposizione della ricerca) e/o le rispettive famiglie possono detenere posizioni lunghe o corte in qualsiasi strumento finanziario menzionato nel presente documento ed effettuare, in qualsiasi momento, vendite o acquisti sul mercato aperto o altrimenti. I suddetti possono inoltre effettuare, aver effettuato, o essere in procinto di effettuare vendite e/o acquisti, ovvero offerte di compravendita relative a qualsiasi strumento di volta in volta disponibile sul mercato aperto o altrimenti. Con il presente documento Intesa Sanpaolo dà avvio nell’ambito della produzione di report rivolti alla clientela retail alla copertura delle informazioni relative a Parmalat. Il presente documento è distribuito da Banca IMI e Intesa Sanpaolo, a partire dallo stesso giorno del suo deposito presso Consob, esclusivamente a soggetti residenti in Italia e verrà messo a disposizione del pubblico indistinto attraverso il sito internet di Banca IMI (http://www.bancaimi.prodottiequotazioni.com/Studi-e-Ricerche) e di Intesa Sanpaolo (www.intesasanpaolo.com) nella sezione RisparmioMercati. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 11 Parmalat 12 novembre 2015 Comunicazione dei potenziali conflitti di interesse Ai sensi del Regolamento adottato con delibera Consob n. 11971 del 14.05.1999 e successive modificazioni ed integrazioni, Intesa Sanpaolo ha posto in essere idonei meccanismi organizzativi e amministrativi (information barriers), al fine di prevenire ed evitare conflitti di interesse in rapporto alle raccomandazioni prodotte. Per maggiori informazioni si rinvia al documento “Policy per studi e ricerche” e all’estratto del “Modello aziendale per la gestione delle informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse” a disposizione sul sito internet di Intesa Sanpaolo (www.intesasanpaolo.com). Certificazione dell’analista L’analista che ha predisposto la presente ricerca in materia di investimenti, il cui nome e ruolo sono riportati in prima pagina, dichiara che: (a) le opinioni espresse sulle Società citate nel documento riflettono accuratamente l’opinione personale, obiettiva, indipendente, equa ed equilibrata dell’analista; (b) non è stato e non verrà ricevuto alcun compenso diretto o indiretto in cambio delle opinioni espresse. Altre indicazioni 1. Né l’analista né qualsiasi altra persona della sua famiglia hanno interessi finanziari nei titoli delle Società citate nel documento. 2. Né l’analista né qualsiasi altra persona della sua famiglia operano come funzionari, direttori o membri del Consiglio d’Amministrazione nelle Società citate nel documento. 3. L’analista citato nel documento è socio AIAF. 4. L’analista che ha predisposto la presente raccomandazione non riceve bonus, stipendi o qualsiasi altra forma di compensazione basati su specifiche operazioni di investment banking. Note Metodologiche Il presente documento è stato preparato sulla base della seguente metodologia. Dati societari e stime di consenso I commenti sui dati societari vengono elaborati sulla base di notizie e dati societari disponibili tramite strumenti informativi quali Bloomberg e Thomson Reuters. Le stime di consenso relative alle previsioni sulle crescite dei dati societari (utili, dividendi, prezzo di libro) vengono desunti dal provider FactSet (JCF) e rielaborati e commentati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Definizioni e storia delle raccomandazioni Raccomandazioni equity View Definizione Orizzonte Positiva Si riferisce ad un target più alto del 10% rispetto al prezzo attuale di mercato. 12 mesi Moderatamente Positiva Si riferisce ad un target in un range contenuto tra il 5% e il 10% rispetto al prezzo attuale di mercato. 12 mesi Neutrale Si riferisce ad un target in un range contenuto tra il -5% e il +5% rispetto al prezzo attuale di mercato. 12 mesi Moderatamente Negativa Si riferisce ad un target in un range contenuto tra il -5% e il -10% rispetto al prezzo attuale di mercato. Negativa Si riferisce ad un target più basso del 10% rispetto al prezzo attuale di mercato. 12 mesi Non No Rating La Società viene coperta dal desk Retail Research senza esprimere alcuna raccomandazione o per scelta o per attenersi a precise disposizioni che riguardano circostanze particolari (ad esempio se Intesa Sanpaolo significativo ha interessi o conflitti di interesse particolari nella Società oggetto del documento o ricopre ruoli in operazioni di mercato che riguardano la Società). Rating sospeso La raccomandazione sulla Società viene sospesa se non esistono elementi di natura fondamentale sufficienti per esprimere un giudizio sul titolo. Non significativo La ricerca retail equity presenta dei giudizi la cui interpretazione è riportata nella tabella precedente. L’attribuzione del giudizio si basa sull’analisi fondamentale. Quest’ultima tende ad individuare il valore intrinseco delle azioni di una società quotata. Tale valore viene confrontato col prezzo espresso dal mercato, per individuare i titoli sottovalutati, ipotizzando che il mercato possa riportare la quotazione a tali valori. I metodi applicati sono di tipo quantitativo e qualitativo. Metodo quantitativo: approccio utilizzato per quantificare il valore della società; scaturisce dalla media delle valutazioni rivenienti dai diversi metodi applicati, quali i Multipli, il Discounted Cash Flow, la Sum of Part (onde necessario se il gruppo è presente su business differenti). Per metodo dei “Multipli” si intende la comparazione con un paniere di titoli di riferimento quotati comparabili il più possibile simili alla società da valutare, tenendo conto delle prospettive di crescita e della redditività. La peer analysis viene svolta con i seguenti criteri: 1) si individua un paniere di titoli comparabili (per settore e dimensione); 2) si calcolano i principali multipli del paniere di riferimento sulla base dei dati di consensus JCF ed altri consensus (IBES); 3) si realizza la mappa dei valori che solitamente associa il multiplo EV/Ricavi, margine EBITDA e EBIT, P/E, ecc. per l’anno corrente e quelli prospettici, oltre a multipli particolari come ad esempio il P/BV nel caso di banche ed il P/EV nel caso di Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 12 Parmalat 12 novembre 2015 assicurazioni, ecc.; 4) si valuta il posizionamento del titolo al di sopra, al di sotto o sulla retta di regressione che indica il benchmark di riferimento, o la media, del paniere individuato. Il DCF (Discounted Cash Flow) misura la valutazione dei flussi di cassa scontati ad oggi secondo il criterio tale per cui il valore del capitale di un’azienda è dato dal valore attuale dei flussi di cassa che la società sarà in grado di generare in futuro, scontati ad un tasso di attualizzazione (definito come costo medio ponderato del capitale, WACC). Il calcolo del DCF prevede la determinazione del valore attuale dei flussi di cassa operativi attesi per un periodo di previsione esplicito, al quale si aggiunge un valore finale di lungo periodo (“Terminal value”) e si sottrae l’indebitamento. La SOP (somma delle parti) è un metodo che prevede la valutazione effettuata per singole divisioni: ogni divisione viene paragonata ai propri peers e infine si effettua la somma delle valutazioni dei singoli business. Metodo qualitativo: il metodo qualitativo viene integrato da una serie di considerazioni legate a: Rendimento atteso (yield%); Analisi della contendibilità (struttura dell’azionariato); Analisi della posizione competitiva; SWOT analisi (punti di forza/debolezza; rischi/opportunità). A completamento dell’analisi fondamentale viene elaborata anche una parte relativa all’analisi tecnica, come illustrato di seguito. Analisi tecnica Valutazione della struttura grafica di indici, settori e titoli che viene desunta dalle quotazioni disponibili tramite strumenti informativi quali Bloomberg e Thomson Reuters. Le previsioni sui livelli tecnici sono realizzate dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo tramite modelli tecnici dedicati che forniscono indicazioni relative alla tendenza sia di medio che di breve periodo, i livelli di supporto/resistenza e le varie “Figure Tecniche” che possono favorire indicazioni operative in base all’esperienza dell’analista. Si definisce supporto un livello che tende a sostenere i prezzi e dal quale potrebbe scaturire un rimbalzo: la sua violazione al ribasso provoca generalmente un’ulteriore discesa delle quotazioni. Si definisce resistenza una barriera che tende a fermare l’aumento delle quotazioni e, se non superata, potrebbe provocare un’inversione di rotta; al contrario, la sua violazione al rialzo di regola implica un’accelerazione dei prezzi. Storia delle raccomandazioni (12 mesi) Emittente Parmalat Raccomandazione Neutrale Distribuzione dei rating/rapporti bancari (settembre 2015 ) Numero di società coperte: 45 Distribuz. Copertura Desk Retail con riferimento all’ultima raccomandazione Clienti Intesa Sanpaolo * Data di assegnazione/conferma raccomandazione 12.11.2015 POSITIVO MODERATAMENTE POSITIVO 6,67% 51,11% 66,67% 56,52% NEUTRALE MODERATA MENTE NEGATIVO 40,00% - NEGATIVO - 100% 61,11% 2,22% Nota: * Società alle quali Intesa Sanpaolo o altre società del Gruppo hanno fornito servizi di Corporate e Investment Banking negli ultimi 12 mesi; in questo caso la percentuale indica quante società (sulle quali il Desk Retail Research ha un giudizio) sono anche clienti del Gruppo. Il presente documento è per esclusivo uso del soggetto cui esso è consegnato da Banca IMI e Intesa Sanpaolo e non potrà essere riprodotto, ridistribuito, direttamente o indirettamente, a terzi o pubblicato, in tutto o in parte, per qualsiasi motivo, senza il preventivo consenso espresso da parte di Banca IMI e/o Intesa Sanpaolo. Il copyright ed ogni diritto di proprietà intellettuale sui dati, informazioni, opinioni e valutazioni di cui alla presente scheda informativa è di esclusiva pertinenza del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, salvo diversamente indicato. Tali dati, informazioni, opinioni e valutazioni non possono essere oggetto di ulteriore distribuzione ovvero riproduzione, in qualsiasi forma e secondo qualsiasi tecnica ed anche parzialmente, se non con espresso consenso per iscritto da parte di Banca IMI e/o Intesa Sanpaolo. Chi riceve il presente documento è obbligato a uniformarsi alle indicazioni sopra riportate. Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 13 Parmalat 12 novembre 2015 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Responsabile Retail Research Paolo Guida Analista Azionario Ester Brizzolara Laura Carozza Piero Toia Analista Obbligazionario Serena Marchesi Fulvia Risso Cecilia Barazzetta Analista Valute e Materie prime Mario Romani Editing: Cristina Baiardi Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 14