Umorismo - Infoteca

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Umorismo
volontario
Alcuni artisti italiani cercano l’incontro e
la scoperta delle culture portando gratuitamente
la propria comicità in territori feriti del Sud
del mondo: sono i Giullari senza frontiere
Francesco Pistocchini
ni, che, per spirito di avventura e
amore per l’arte, cercano l’incontro
anno un costume a strisce e scatenano sorrisi. Il loro progetto
bianche e nere. Recente- è di portare per il mondo, in luoghi
mente sono stati avvistati, segnati da un passato di guerra o
seduti sul tetto di un pulmino che sofferenze che la povertà amplifica,
percorreva la strada per Jaffna, do- una serie di spettacoli gratuiti e ocve pochi anni fa soldati dello Sri casioni di formazione per educatori,
Lanka e guerriglieri tamil compi- con il gusto del volontariato puro,
vano stragi. Hanno battuto piste in perché autofinanziato.
Mozambico e in Bengala, risalito il Come meteore che passano, si muocorso del Mekong, esplorato villag- vono in modo forse naif, ma capaci
gi nel Sertão brasiliano. Talvolta, di attirare chiunque. «È la scusa per
al limitare della savana o accanto incontrare una cultura - raccona un tempio buddhista, la polizia ta Rodrigo Morganti, clown, anzi
ha cercato di fermarli, preoccupata clown dottore e giocoliere milanese,
dagli assembramenti di folle cala- occhi e baffi grandi da gigante buomitate dai loro spettacoli. Ma sono nissimo, che spesso si fa portavoce
bastati alcuni scatti a braccetto con del gruppo -. Abbiamo voluto essere
l’ufficiale in divisa per far capire liberi. Siamo un gruppo di una deciche certe risate non sono business, na di amici, alcuni con i figli al setanto meno politica e neppure «co- guito, accomunati dal fatto di essere
operazione» in senso stretto. Sono professionisti che fanno spettacolo».
Ogni anno i Giullari dela magia della comicità
dicano circa tre mesi
senza confini.
Sono un gruppo
a un Paese, finanzianI Giullari senza fron- di giocolieri,
tiere sono rientrati in acrobati e clown do il viaggio attraverso
qualche occasione di
aprile da un tour di tre che, per spirito
lavoro insieme in Itamesi in Sri Lanka. Sono di avventura
lia. Spiegano che il loro
un gruppo di giocolieri, e amore per
progetto, nato nel 2003,
clown e acrobati italia- l’arte, cercano
H
l’incontro e
scatenano sorrisi
in luoghi segnati
da conflitti
D. BOZZALLA
solidarietà
è stato anche una reazione a un
certo modo di fare cooperazione
nel Sud del mondo troppo legato al
denaro. Preferiscono la libertà di
scegliere tempi, ritmi e itinerari, per
entrare nella cultura dei luoghi.
«Eravamo in Mozambico, stavamo
per iniziare uno spettacolo dedicato ai bambini di strada - continua
Rodrigo -. Ci avevano invitati in un
club, davanti ad alcune personalità,
ma i bambini erano stati tenuti alla
larga dai buttafuori… un vero controsenso». Andò meglio a Benares,
in India: avvicinano i ragazzi di
strada che vendono cartoline. Quella
sera decidono di «fare cappello»,
per mostrare loro che con un’abilità
artistica si può anche guadagnare.
Raccolgono duemila persone sulle
scalinate che scendono al Gange.
In India i Giullari girano a lungo,
vivono qualche tempo con alcuni
sadhu musicisti, che pensano di
avere trovato colleghi. «Spesso ci
cercano, partecipiamo alle feste dei
paesi, siamo avvolti dalla gente».
DI VILLAGGIO IN VILLAGGIO
Le radici del progetto affondano in
esperienze precedenti che avevano
portato alcuni di loro in luoghi
lontani, dal Chiapas ai Balcani. In
Kosovo, ad esempio, avevano lavorato i Pagliacci senza frontiere (Ong
spagnola). Ma i Giullari non sono
chiamati e pagati per svolgere un
servizio, partono alla ricerca di un
incontro senza sapere come andranno le cose.
agosto-settembre 2014 Popoli 27
«Molte situazioni mi hanno colpito», racconta Stefano Catarinelli, di
Foligno, uno dei fondatori. Come
«giullare del diavolo» è un esperto
della giocoleria, un’arte legata alle atmosfere del medioevo. Quando parte
viaggia con moglie e figlio. «Ricordo
il giorno in cui un gruppo di ragazzini brasiliani ha smesso di tirare colla
per venire a vederci. A un festival ho
incontrato un giovane mozambicano:
ha iniziato a studiare arti circensi dopo un corso di giocoleria e acrobatica
fatto con noi, ora gira il mondo con il
suo spettacolo».
E non è un caso unico, perché quando i Giullari senza frontiere incontrano artisti che li possono seguire,
li coinvolgono nei loro spettacoli. A
Jaffna sono stati accolti dal Center
for Performing Arts (Cpa), un’organizzazione rimasta neutrale nello
scontro tra singalesi e tamil e che
ha chiesto formazione per i propri
ragazzi. In Brasile, invece, hanno
avuto a disposizione un camion che
si trasformava in palco, permettendo
loro di esibirsi di villaggio in villaggio, con uno spettacolo al giorno,
in una zona povera e dignitosa del
Nord-Est, senza cinema o altri svaghi. Iniziavano a esibirsi al calare
del sole, in modo che anche gli adulti
di ritorno dai campi potessero unirsi
al pubblico. Applausi e abbracci. A
Ilhéus (Bahia), si sono aperte per loro
le porte di un carcere dove, da cinque anni (dallo scoppio dell’ultima
rivolta), i detenuti non avevano più
potuto fare nulla.
«Sono piccoli segni di cambiamento,
ottenuti con l’esempio di quello che
28 Popoli agosto-settembre 2014
fai», spiega Rodrigo. Anche a costo di esegue da anni alzando la maqualche sacrificio, come quello di cu- glietta tra risate fragorose, faceva
rare l’istruzione dei figli nei mesi in scappare le donne in Marocco o
cui li porti lontano dall’Italia. Talvol- in alcuni villaggi indiani. «Quindi
ta l’incontro può essere molto diffici- impari, capisci. In alcuni Paesi non
puoi soffiarti il naso o
le. «Ti si blocca lo stomaforzare un monaco a
co quando entri in certi «In un villaggio
fare il volontario: sono
orfanotrofi con situa- dello Sri Lanka
tutte cose che fanno
zioni pesanti», racconta - racconta uno
Stefano. «In Cambogia, dei Giullari - dopo crescere culturalmente,
ma incidenti seri non si
ad esempio, c’è anche lo spettacolo
sono mai verificati».
l’impatto di uno sfrutta- un uomo mi ha
Le emozioni più vive armento sessuale dei mi- detto che per
rivano dal recente tour
nori evidente e tragico la prima volta,
in Sri Lanka, dove nel
- aggiunge Rodrigo -. dopo la guerra e
nord, anche se le armi
Invece, in Africa, a volte lo tsunami, tutti
hai la sensazione che sa- ridevano insieme» tacciono, ci sono di fatto
situazioni di coprifuoco
rai sempre un mzungu,
e posti di blocco lungo
un bianco, visto come
le strade. I Giullari si
l’operatore della Ong con
quello che rappresenta... Appena fi- sono confrontati anche con la realtà
nito lo spettacolo arriva un bambino dell’alcolismo diffuso tra i giovani
che hanno vissuto la guerra e lo tsue chiede qualche soldo».
nami. «Ma in un villaggio costiero,
lacerato al suo interno - racconta
VOGLIA DI RIDERE
Viene da chiedersi se persone di Stefano -, dopo lo spettacolo un
culture così lontane si mettano in uomo mi ha detto che per la prima
relazione in modo diverso con la volta dallo tsunami di dieci anni
comicità. Per Rodrigo, ovunque c’è fa vedeva tutti gli abitanti riuniti a
bisogno di ridere in modo sano. ridere insieme».
«Prima dicevamo di portare un sor- «Non siamo santi - chiarisce Rodririso dove guerra e povertà l’ave- go -: solo loro sanno donare senza
vano impedito. Ma non è preciso: contraccambio. Noi riceviamo tanin Kosovo, ad esempio, le risate tissimo in cambio: può essere una
c’erano, ma erano tese, nervose. tavola così riccamente imbandita da
Invece, portando il teatro di strada, metterti in imbarazzo, o tornare da
la magia dell’attimo, l’interazione uno spettacolo in una favela sentencol pubblico, si stabilisce un ritmo do una soddisfazione grande come
artista». Il motto del gruppo, «La fediverso, che coinvolge tutti».
Certamente, servono alcune atten- licità non esiste: oggi voglio provare
zioni per i diversi ambiti culturali. a essere felice senza», pare allora un
La danza del ventre, che Rodrigo desiderio che si realizza per tutti.
A. GUERMANI
A. GUERMANI
solidarietà