Iran - Camera di Commercio di Parma
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Iran Informazioni Generali Superficie: 163.6 km2 Popolazione: ca. 68.200.000 (stima 2003); 71,2 milioni (stime FMI fine anno 2007.) Principali città e rispettivi abitanti (stime ufficiali 2007) Tehran (capitale): 7.705.000 abitanti; Mashhad: 2.411.000; Isfahan: 1.583.000; Tabriz: 1.379.000; Shiraz: 1.205.000. Lingua La lingua ufficiale del paese è il Persiano (Farsi.) Religione l'Iran è un Paese musulmano a maggioranza sciita (90%). Sono presenti importanti comunità di musulmani sunniti nel sud ovest del Paese, di armeni e, in misura minore, di cattolici ed ebrei, cui è consentita libertà di culto. Moneta L’unità monetaria dell’Iran è il Rial (IRR). 10 Rial = 1 toman (mentre tutte le statistiche governative utilizzano il rial, in circostanze non ufficiali, gli iraniani utilizzano i toman come riferimento). Il sistema di cambi multipli è stato sostituito da un cambio unico all’inizio dell’anno fiscale 2002. Il tasso di cambio ad ottobre 2008 è di IRR 13145.4:1€. Il tasso di cambio nel 2008 è di IRR :1€. Calendario L’anno iraniano inizia il 21 marzo; i primi sei mesi sono di 31 giorni, i successivi cinque sono di 30 ed il 12esimo ne ha 29 (30 ogni quattro anni). Il calendario iraniano parte dal viaggio di Maometto a La Mecca nel 622 A.C., ma a differenza del calendario islamico, segue gli anni solari. Sistema politico L’Iran è una Repubblica islamica, basata sulla Costituzione del 1979, ed emendata successivamente nel 1989. Il Presidente, eletto a suffragio universale per quattro anni, con mandato rinnovabile una sola volta, è anche Capo del Governo (il ruolo di Primo Ministro è stato abolito nel 1989) ed ha il potere di nominare i Ministri, che sono comunque responsabili di fronte al Parlamento. Il potere legislativo è affidato all’Assemblea Nazionale (Majlis-e-Shuray-e Islami) composta da 290 membri. Tutti i candidati del Majlis devono essere sostenuti da gruppi politici riconosciuti ed approvati da un comitato di selezione islamico e tutte le sue decisioni legislative devono essere approvate dal Consiglio dei Guardiani. Il Consiglio è composto di 12 membri, sei dei quali sono nominati dal Capo Religioso e sei dal Majlis. Il "Consiglio per la determinazione delle scelte" (Expediency Council) fa da mediatore tra il Majlis e il Consiglio dei Guardiani. Il sistema elettorale è a suffragio universale; il mandato dell’Assemblea e del Presidente dello Stato è quadriennale. Le prossime elezioni presidenziali si terranno a giugno 2009; mentre quelle legislative a marzo 2012. Capo dello Stato - Mahmoud Ahmadinejad, eletto a giugno 2005. Leader spirituale - Ayatollah Seyyed Ali Khamenei. La Costituzione della Repubblica Islamica dell`Iran stabilisce all`art.2 punto 4, il principio dell` ‘imamato’ come funzione di Guida (Rahbar): la sua figura risponde alla necessità di assicurare alla comunità dei credenti un governo di garanzia e di indirizzo secondo gli orientamenti religiosi. L`art. 5 prevede che l`orientamento del popolo sia affidato alla responsabilità di un giurista esperto che abbia funzioni di magistero e guida. Il primato religioso attribuitogli, sia costituzionalmente sia dalla prassi religiosa, ha un enorme peso politico, ciò è anche dimostrato dal fatto che Ali Khamenei ha il potere di nominare: · i vertici delle Forze armate; · i sei membri del Consiglio dei Guardiani; · il Capo del potere giudiziario; · i vertici della radiotelevisione; · il Consiglio per la Determinazione delle Scelte; Il Capo religioso ha inoltre il potere di destituire il Presidente della Repubblica. Partiti politici Le fazioni parlamentari si sono sciolte. Il nuovo Majlis è nominato dal United Principalist Front. I principali blocchi rivali conservatori e riformisti sono Inclusive Front e da Mosharekat. Principali indicatori economici DATA AND CHARTS: ANNUAL DATA AND FORECAST 2007a 2008b 2009c 2010c PIL PIL nominale in 286.058329.480387.017461.877 (US$ bn) PIL nominale ( IR 2.655 3.012 3.606 4.350 trn) Crescita reale del 7.8 6.5 3.8 4.5 PIL (%) Spesa sul PIL (% reale) Consumi privati 9.1 8.5 6.1 6.2 Consumi del -4.3 5.0 4.0 5.0 Governo Investimenti lordi 6.0 5.8 5.0 5.5 fissi Export di beni e 6.0 4.0 2.0 3.0 servizi Import di beni e 8.3 9.0 10.0 10.5 servizi Origine del PIL (% reale) Agricultura 6.2 3.0 4.6 4.5 Industia 7.9 4.5 4.5 4.3 Servizi 6.8 5.8 3.1 4.7 Demografia e reddito Popolazione 71.2 72.1 72.9 73.8 (mln) PIL pr-capite 10.781 11.711 12.367 13.046 (US$ a PPP) Tasso di disoccupazione (media %) Indicatori fiscali (% del PIL) Reddito del 35.7 38.6 30.3 29.3 Governo centrale Spesa del 25 29.9 28 26.7 Governo centrale Bilancio di -6.6 11.2 -9.5 -8.8 Governo Debito netto 22.2 25 25.3 25.1 pubblico Prezzi e indicatori finanziari Tasso di cambio 9.281 9.143 9.319 9.417 IR:US$ (media) Prezzi al consumo (fine 17.1 28 25 22.5 periodo; %) Prezzi alla produzione (media; %) Tasso di interesse di prestito (media; %) Conto corrente (US$ mln) Bilancia 40.819 38.631 17.603 24.871 commerciale Merci: export fob 97.401 106.424 97.694 88.650 Merci: import fob -56.582 -67.793 -71.047 -72.823 Bilancia dei -11.230 -13.737 -14.411 -14.745 servizi Bilancia dei 4.638 2.079 2.411 3.511 redditi Bilancia dei 461 498 538 581 trasferimenti di conto Bilancia in conto 34.081 27.472 6.140 14.217 corrente Debito estero (in US Mld) Stock del debito 21.020 21.772 21.495 20.992 Debito dei servizi 2.420 2.763 2.727 2.743 pagato Principali 1.280 1.542 1.534 1.631 ripagamenti Interessi 1.140 1.221 1.194 1.112 Riserve internazionali (US$ mld) Totale delle Riserve internazionali 82.059 96.559 88.309 86.060 Rischio paese La SACE colloca l’Iran nella 6a categoria dell'OCSE; condizioni di assicurabilità: apertura con restrizioni (aggiornato a novembre 2008). Congiuntura Secondo le previsioni entro il 2011 l’Iran avrà sviluppato un'autonoma capacità di produzione dell’energia nucleare, sempre che malgrado le sanzioni economiche annunciate, il governo di Teheran continui ad attuare il programma di sviluppo del nucleare. Permane inoltre incertezza sulle modalità con cui l’Iran proseguirà tale programma. Una prima ipotesi potrebbe essere quella di un accordo internazionale che ne consenta il completamento attraverso un sistema di ispezioni accompagnate da concessioni diplomatiche ed economiche. L’altra alternativa sarebbe la rottura dei negoziati e l’avvio di ispezioni da parte della Agenzia Internazionale per l’energia atomica. In tal caso l’Iran avrebbe una maggiore autonomia nell’uso di tecnologie (lecite e non). Secondo le stime degli esperti del settore la crescita reale del PIL ha raggiunto il 7,8% nel 2007/08 rispetto al 5,8% del 2006/07. Tale crescita è il risultato dell'aumento delle entrate del petrolio, il cui prezzo cresce in maniera esponenziale. Per quanto riguarda l'inflazione, la banca centrale ha riportato che i prezzi sono aumentato del 48,7 l'anno nel mese di Shahrivar (alla fine del 22 settembre) saltando dal 29% al 48,5% Lo staff del FMI, inoltre ha riportato che la disoccupazione è cresciuta al 11,5% nel 2005/06, prima di diminuire al 10,2% nel 2006/07. Il Fondo Monetario Internazionale ha modificato i dati pubblicati dalle statistiche finanziarie Iraniane, riguardanti la fornitura monetaria del secondo e terzo trimestre 2007. Secondo l’edizione di maggio 2007 dell'International Financial Statistics del FMI, la fornitura monetaria totale è aumentata del 32,6% su base annua fino alla fine di settembre 2007; le edizioni di marzo e aprile, invece mostrano una contrazione del 35% per tutto l’intero periodo considerato. Nella più recente edizione dell’Ifs, la fornitura monetaria totale è diminuita dall’equivalente di 100 miliardi di dollari a fine marzo 2007 fino a 65 miliardi di dollari a fine maggio, soprattutto a causa della diminuzione sostanziale delle azioni straniere e del credito al settore privato. Secondo i dati degli esperti del settore, nel 2007 la media dei prezzi al consumatore è stata del 17,1% a causa del forte aumento dei costi del cibo e delle case. Continuano le critiche al governo accusato di non credere nella privatizzazione, nonostante l'ordine esecutivo fatto a giugno 2006 dal leader supremo Khamenei per autorizzare la privatizzazione dell'80% delle società statali. Di fatto, secondo i dati del Ministero dell'Economia e della Finanza, per i primi 11 mesi del 2006/07, solo il 9% delle società proposte sono state privatizzate. L’obiettivo dichiarato dalle autorità iraniane di estrarre 4,5 milioni di barili di petrolio entro il 2010 richiede un maggiore afflusso di investimenti esteri nel settore. In proposito, molto dipenderà dai futuri sviluppi della politica nucleare del Paese e dall’atteggiamento della comunità internazionale. La Hydro-Zagros, una società norvegese, ha firmato un accordo con la NIOC per l’esplorazioni petrolifere a ovest del Paese. Pochi giorni dopo la firma dell’accordo il Ministro degli Esteri norvegese ha dichiarato che la Norvegia non intende dare la propria adesione a misure sanzionatorie adottate nei confronti dell’Iran. L’accordo di circa 49 milioni di dollari prevede trivellazioni, studi sismici e geologici e formazione del personale. In generale l’atteggiamento delle compagnie petrolifere straniere nei confronti di investimenti in Iran è piuttosto cauto sia per timore di ulteriori sanzioni, che per il sistema di riacquisto in base al quale le compagnie che partecipano ad attività di sfruttamento di giacimenti petroliferi non ne acquistano la proprietà diretta. Sono previsti, inoltre, nuovi progetti di gasdotti verso l'Europa, anche se ancora non è stato concluso alcun accordo, a cusa delle pressioni degli Stati Uniti e alle sanzioni imposte all'Iran. Il progetto del Nabucco che dovrebbe terminare per il 2013, prevede un gasdotto che trasporti 26-32 miliardi di mq l'anno verso l'Europa, passando per la Russia. Nel 2007/08 gli alti prezzi del petrolio hanno fatto salire le entrate derivanti dall’export di petrolio, nonostante i volumi dell’export siano rimasti stabili, mentre si è registrata una diminuzione dell’import. Di qui si è stimato che il surplus commerciale giunga a 30,1 miliardi di dollari nel 2007/08. Prospettive future Gli esperti del settore, hanno dovuto rivedere al ribasso le previsioni della crescita reale del PIL: nell'anno 2009/2010 ci si aspetta una diminuzione al 3.8%, mentre nel 2010/2011 al 4.5%. Nel 2007/08 gli alti prezzi del petrolio hanno fatto salire le entrate derivanti dall’export di petrolio del 10%, nonostante i volumi dell’export siano rimasti stabili. Mentre l'import è aumentato, in seguito alla crescita delle importazioni di benzina, che sono nuovamente salite dopo l'imposizione del razionamento della benzina. Di qui si è stimato che il surplus commerciale diminuisca nel 2008/09 a 38,6 miliardi di dollari. Per tutto il periodo analizzato i volumi di export aumenteranno leggermente e le importazioni cresceranno, in linea con la crescente spesa dei consumatori e degli investimenti. Secondo le stime degli esperti, il surplus commerciale diminuirà a 17,6 miliardi di dollari nel 2009/10, prima di aumentare a 24,9 miliardi di dollari nel 2010/11. Il deficit non-commerciale dovrebbe aumentare nel 2009/10, prima di diminuire nel 2010/11. Si stima, dunque, che il surplus dei conti correnti diminuisca all'1,6% del PIL nel 2009/10, rispetto all'8,3% del 2008/09, prima di aumentare al 3,1% del PIL nel 2010/11. Secondo la Bank Markazi, alla fine del mese di settembre 2008, l'inflazione ha raggiunto il 29,4%, rispetto alla media annuale del 17,1% del 2007. Secondo gli esperti l'inflazione raggiungerà il 28% nel 2008 e con la diminuzione dei prezzi della prodotti petroliferi e non, ci si aspetta che l'inflazione annuale diminuirà al 25% nel 2009 e al 22,5% nel 2010. Indicatore 2006 2007 2008 Tasso di crescita reale (%) 5,8 6,2 6,5 Produzione di petrolio ('000 barili/g) 3.885 3.930 4.000 Esportazioni di petrolio (milioni di US$) 62.457,7 69.691,9 82.111,8 Inflazione (%) 14,7 19,5 24 2009 6 4.150 77.607,1 22 Bilancia Commerciale (miliardi di US$) Esportazioni 75.5 84 97.5 93.9 Importazioni 49,3 53,9 58,5 61,3 Tasso di cambio IR$:US$ (media) 9.170,9 9.281,2 9.026,7 Debito estero (fine annomiliardi di US$) 13,7 13,8 12,9 9.166,2 11,7 Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report May 2008 Settori produttivi La struttura dell’economia iraniana negli ultimi 40 anni si è basata prevalentemente sul petrolio. Produttore di petrolio greggio dalla prima decade del secolo, l’Iran ha attraversato periodi di boom e di depressione dipendenti dagli aumenti e dai crolli del prezzo del petrolio sui mercati internazionali. Piani troppo ambiziosi di sviluppo, seguenti all’esplosione dei prezzi del 1973, hanno determinato una maggiore concentrazione del potere nelle mani del settore pubblico, mentre la nazionalizzazione di molte grandi società nel periodo post-rivoluzionario e la ristrutturazione post-bellica negli anni ’80, hanno rafforzato il processo. La quota del settore petrolifero sul PIL totale è scesa dal 3040% negli anni ’70 al 10-20%, soprattutto a causa dei danni di guerra alle strutture produttive ed ai limiti di quota imposti dall’OPEC. Comunque, i guadagni collegati al petrolio forniscono ancora l’80% dei guadagni delle esportazioni e tra il 40 ed il 70% delle entrate governative, tanto che il settore degli idrocarburi ha la parte del leone nella destinazione degli investimenti interni ed esteri. La crescita del settore industriale non petrolifero è stata ostacolata dall’incerta realizzazione del processo di privatizzazione, insieme alla soppressione delle importazioni imposta durante gran parte degli anni ’90. Dal 2000, comunque, ci sono stati dei piccoli cambiamenti di rotta, in parte grazie al programma di riforme economiche del governo, seppur molto cauto, in campo commerciale. Anche l’incremento degli investimenti nel settore pubblico e privato ha iniziato a registrare qualche successo nelle industrie ad energia intensiva, come la produzione petrolchimica e dell’acciaio. Il settore dei servizi ha registrato la maggiore crescita di lungo periodo, in termini di quota del PIL, ma le restrizioni valutarie, l’eccessiva burocrazia e l’incertezza della pianificazione di lungo termine ne hanno fatto un settore volatile. Il settore agricolo è stato oggetto di investimenti statali per una espansione dello stesso: la liberalizzazione della produzione ed il miglioramento dell’imballaggio e del marketing hanno contribuito a sviluppare nuovi mercati di esportazione. I progetti di irrigazione su larga scala, unitamente ad una più ampia produzione di prodotti agricoli basati sull’export, come datteri, fiori e pistacchi, hanno fatto dell’agricoltura il settore con il tasso di crescita più veloce di tutti i settori negli anni ’90, nonostante le gravi siccità del 1999, 2000 e 2001. Da allora, però, il settore è in forte ripresa, restando uno dei maggiori datori di lavoro (con il 22% dei posti di lavoro, secondo un censimento del 1991). L’Iran ha una topografia ed un clima diversificati: quasi due quinti dalla superficie terrestre (circa 61 milioni di ettari) è sufficientemente bagnata dalle piogge ed è classificata come coltivabile; le montagne che circondano l’altopiano centrale forniscono, grazie alle grandi nevicate, acqua che irriga i raccolti primaverili. I terreni sono profondi e fertili in aree abbastanza estese, anche se a volte danneggiati dall’erosione. Di recente, alcune zone sono state colpite dalla siccità. Tuttavia, la terra e le risorse acquifere disponibili non sono utilizzate pienamente: nel 2002, solo 17,1 milioni di ettari risultano permanentemente coltivati, rispetto ai 19 milioni nel 1995. Il declino in parte potrebbe riflettere le recenti cattive condizioni climatiche, anche se i rapidi tassi di urbanizzazione dell’Iran rende difficile ottenere un incremento nella terra coltivata. La terra irrigata fornisce quasi l’80% della produzione alimentare non zootecnica, anche se rappresenta meno del 40% della superficie coltivata. Gran parte dell’agricoltura iraniana è basata su piccole fattorie con bassa produttività, ad eccezione di alcuni complessi su larga scala sviluppatisi all’epoca dello scià: quattro fattorie su cinque, comunque, sono sotto gli 11 ettari. Gli sforzi intrapresi dal Governo di una maggiore diversificazione economica, si concentrano su alcuni settori per i quali si prevedono buone possibilità di espansione, tra questi il petrolchimico e l`industria dell`acciaio. Contributo dei settori produttivi alla formazione del PIL (%) Settore 2007 Servizi 5.2 Industria 4.8 Agricoltura 3.0 Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report may 2008 Materie prime Il petrolio è la principale risorsa dell'Iran. Nel 2005/06 la produzione ha avuto una media di 3,9 milioni di barili al giorno, di cui 2,5 barili sono stati esportati. Secondo il piano quadriennale di sviluppo (2005/09), entro il 2009 si raggiungerà una capacità produttiva di 4,5 milioni di barili al giorno, ma i funzionari del governo ritengono che i settori del petrolio e gas potranno soffrire della mancanza di investimenti esteri. Per i prossimi 10 anni, l'Iran, ha intenzione di investire 35 miliardi di dollari nel settore petrolifero e di attrarre 15-20 miliardi di dollari degli investitori stranieri per sviluppare e modernizzare il settore degli idrocarburi. Il governo si è prefissato l'obiettivo di espandere la capacità produttiva del Paese a 5,6 miliardi di barili al giorno entro il 2010 e 7 milioni di barili al giorno entro il 2020, produzione necessaria per mantenere la quota di produzione OPEC al 13%. Le entrate crescenti del petrolio, potranno essere rinforzate dal Fondo di consolidamento del petrolio che riscuote le entrate derivanti dal petrolio per gli investimenti infrastrutturali e per assicurare la stabilità del bilancio. L’Iran continua nel suo tentativo di coinvolgere società petrolifere internazionali (IOCs) nello sviluppo delle sue vaste riserve di petrolio e gas. Secondo l’Iran, le ICOs, come la Royal Dutch Shell (Società britannico-olandese), la Total (Francia), Respol (Spagna), Statoli (Norvegia) e la Lukoil (Russia) sono interessate all’esplorazione di 17 blocchi di petrolio, 12 dei quali onshore e 5 offshore nel Golfo. Secondo esperti del settore, le prospettive per il settore energetico iraniano non sono promettenti a causa del robusto consumo di energia primaria (che ci si aspetta aumenti del 6,1% l’anno per il periodo 2008/09, dato i bassi prezzi); la forte opposizione della politica interna alle esportazioni di gas e il suo fabbisogno di gas per alimentare i giacimenti petroliferi. Inoltre i progetti riguardanti i gasdotti continuano ad essere rimandati, in quanto le società petrolifere internazionali si rifiutano di firmare i contratti, cercando di prendere tempo fino a quando non si plachi la crisi internazionale scatenata dal programma nucleare del paese. L’Iran, oltre ad enormi riserve di idrocarburi ha ingenti risorse minerali: ogni anno vengono estratti circa 80 milioni di tonnellate di minerali dalle 1500 miniere non metalliche e dalle 50 metalliche. I minerali lavorati includono il rame, lo zinco, i minerali ferrosi, la bauxite, il carbone, lo stronzio, oro, cromo, uranio, minio, turchese, zolfo e sale. Un processo di laminazione dell’acciaio a riduzione diretta, sviluppato in Iran, ha attratto l’attenzione mondiale, mentre gli investitori stranieri si sono concentrati maggiormente sull’industria di estrazione del rame, che sta muovendo i primi passi verso la privatizzazione. L`Iran ha riserve di gas naturale per 26.700 trilioni di mq e sono al secondo posto nel mondo, dopo la Russia, rappresentando il 15% delle riserve mondiali accertate. Le riserve includono gas associato e non associato. Attualmente, il gas naturale costituisce circa la metà del consumo totale interno di energia. Ferro L'Iran possiede il 4% dei depositi di ferro mondiale, incluso le vaste riserve a Sar Cheshmeh, vicino Kerman, il secondo più grande deposito del mondo con riserve stimate per 1 tonnellata di minerale. Nel 2005 la rpoduzione nazionale di ferro è aumentata di circa 300.000 tonnellate, rispetto 173.000 tonnellate nel 2001. Agricoltura La produzione agricola dell'Iran è relativamente diversificata, soprattutto nelle regioni tropicali del sud, grazie alla diversità del clima e del terreno, che permette di coltivare tabacco, tè verde ed essiccato, così come i più tradizionali cereali come grano o orzo. Anche riso e zucchero sono sostanzialmente aumentati. Il Ministero dell’Agricoltura coordina la produzione del settore, ma il principale operatore e trasformatore dei beni agricoli è la Bonyak-e Mostazafan (Fondazione degli Oppressi), che gestisce molte delle aziende private precedentemente di proprietà dell'èlite pre-rivoluzionaria. Circa 60,5 milioni di ettari, pari a 2/5 del terreno totale, sono classificati come terra coltivabile, ma in realtà lo sono solo 17,1 milioni di ettari, secondo un rapporto della FAO. Nel 1990, il governo ha autorizzato gli investimenti privati nelle grandi fattorie sotto il controllo statale, ma da allora non sono stati fatti altri tentativi di redistribuzione della terra e l’assenza di un accordo sulla riforma terriera rappresenta un serio limite allo sviluppo dell’agricoltura. Nonostante ciò, gli anni ’90 sono stati anni di incremento della produzione e della produttività del settore, tanto che a metà anni ’90, l’Iran importava solo il 5% del suo fabbisogno di grano, riso, olio, zucchero e carne. L’Iran, comunque, resta altamente vulnerabile alle siccità ed alle conseguenze in termini di raccolto. La grave siccità, durata dal 1998 al 2001, ha causato pesanti perdite nell’allevamento e nella produzione di cereali. Un rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato nel luglio 2001, ha stimato il valore delle perdite totali registrate nel 1999 e 2000 a 4,5 miliardi di dollari USA. Un effetto aggiuntivo della siccità, è stato quello di costringere molti piccoli produttori delle aree più colpite ad abbandonare le loro aziende ed a trasferirsi nelle città e nei paesi. Le condizioni climatiche sono migliorate da allora e l’area coltivata a cereali è aumentata del 20% nel 2002, ritornando ai livelli del 2000; non è stato necessario importare grano nell’anno fiscale 2004 (21 marzo 2004-20 marzo 2005) per la prima volta in decenni. Allevamento – Un terzo del valore aggiunto del settore agricolo proviene dall’allevamento, largamente praticato nelle tradizionali piccole fattorie, sebbene un piccolo settore più moderno, che utilizza tecniche di coltivazione intensive, è in via di affermazione. Anche il bestiame è stato molto colpito dalle siccità, anche se non si dispone di dati precisi sull’entità dei danni; dati delle NU suggeriscono che almeno 1 milione di capi sono morti in conseguenza della sola siccità del 2000/01. Pesca - L'Iran possiede varie aree in cui viene effettuata la pesca, si tratta di Mar Caspio e i Golfo Persico e molte acque interne. L’industria del caviale, che dispone di un mercato mondiale, è il settore più sviluppato dell’industria peschiera iraniana. Iran, Russia, Azerbaijan, Kazakhstan e Turkmenistan hanno formato un cartello per proteggere i prezzi del caviale e gli stock di storione nel Mar Caspio: tuttavia, l’overfishing, l’inquinamento ambientale e la pesca di frodo hanno iniziato a minacciare l’industria. Gli stock di storione belga del Caspio, da cui si ricava il caviale più costoso, sono diminuiti del 90% in due decenni, a causa della distruzione dei luoghi di fecondazione delle uova, dell’inquinamento e della fine della regolamentazione del caviale dell’era sovietica. Gruppi di criminalità organizzata, inoltre, si stanno inserendo in un commercio che prima era controllato dallo Stato. A giugno del 2001 Russia, Azerbaijan e Kazakistan si sono accordati per arrestare la pesca di storione per il resto dell'anno, come parte del programma di riabilitazione fissato attraverso la Convention on International Trade in Endangered Species (CITES), un corpo affiliato delle Nazioni Unite. CITES ha minacciato di porre un divieto totale sulle esportazione se i paesi non si attivano per arrestare la pesca illegale. L'Iran non è stato compreso in questo trattato, perchè la CITES ritiene che la sua gestione delle esportazioni di caviale sia giusta ed efficace. Comunque, nel 2002, l'Iran si è unito ad altri Stati del litorale che hanno aderito al sistema delle quote per porre un limite sulla pesca di storione di 142 tonnellate/l'anno nell'intero Caspio, concedendo una percentuale maggiore all'Iran di 75,7 tonnellate/l'anno. Foreste e pistacchi – L’area coperta da foreste è stata stimata, nel 1994, a 11,4 milioni di ettari, contro i 18 del 1962. Zone ampie di alberi da legname commerciale sono ancora disponibili nelle fasce settentrionali delle Alburz Mountains e nell’alto Zagros. Secondo fonti ufficiali la produzione di legname è di circa 2,3 milioni di metri quadrati all’anno, anche se esiste una produzione non registrata derivante dall’abbattimento illegale. In Iran ci sono, inoltre, sette parchi nazionali istituzionali e altre 60 aree di conservazione, che rappresentano circa il 12% delle foreste totali. In Iran è diffusa anche la raccolta di frutti selvatici, alburno, resina, gomma arabica e liquirizia, ma tra i prodotti coltivati nelle foreste, i pistacchi occupano la prima posizione, facendo del Paese il principale fornitore mondiale di pistacchi d’alta qualità. A metà degli anni ’90 le esportazioni costituivano il 54% delle vendite globali, tuttavia, anche la produzione di pistacchi è stata colpita dalla siccità, crollando del 58% tra il 1998 e 1999. La produzione è aumentata di nuovo nel 2002 e nel 2003, facendo dell’Iran, secondo la FAO, il maggiore produttore del mondo ma è diminuita nel 2004, anche se le entrate sono rimaste alte dati i prezzi internazionali forti. Per l'anno 2008/09 il raccolto diminuirà del 60% a cause delle avverse condizioni climatiche. In quest'anno infatti, il paese dovrà ricorrere all'importazione di 1,2 milioni di tonnellate di grano statunitense. Produzione dei principali raccolti (mln tonnellate) Raccolti Grano 2002 2003 2004 12,450 12,900 11,031 Barbabietola da zucchero 6,098 5,300 5,140 Orzo 3,085 3,100 3,186 Riso 2,888 3,300 3,552 Zucchero di canna 3,712 3650 5,415 345 330 114 52 52 56 Semi di cotone Tè Pistacchio 249 310 51 Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Profile 2006 Industria Industria estrattiva Il settore degli idrocarburi è l’industria dominante del Paese, nonchè la principale voce d'esportazione, la principale fonte di entrate per il governo e fattore primario della importanza geo-strategica dell’Iran. La produzione petrolifera è stata gravemente compromessa dalla guerra con l’Iraq e, dopo il 1989, il governo ha finanziato un programma di ricostruzione soprattutto con i proventi delle esportazioni e con il ricorso al debito estero. L’obiettivo del governo è espandere la capacità estrattiva a 5,6 milioni di barili al giorno per il 2010 ed a 7 milioni per il 2020, in modo da mantenere la quota del 13% della produzione OPEC. Nel mese di aprile i prezzi del petrolio hanno raggiunto i 74,77 US$ al barile. Il prezzo del greggio iraniano ha raggiunto i 61,9 US$ al barile nei primi mesi del 2006 (il prezzo ufficiale ha raggiunto nel mese di maggio i 72,5 US$ al barile). Nel primo trimestre 2006 la produzione totale di greggio da parte dei paesi OPEC è stata ridotta di circa 250.000 barili all’anno. Sebbene l’offerta ecceda ancora la domanda, il mercato del petrolio resta piuttosto rigido. Ciò si spiega in parte con il timore molto diffuso di futuri problemi di fornitura,alla luce della situazione iraniana. Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia Internazionale di Energia (AIE), l'Iran ha raggiunto con difficoltà la sua quota OPEC che ad agosto 2006 è rimasta ferma ad una capacità di 4 milioni di barili/l'anno. Secondo l'AIE, infatti, si è avuta una tendenza verso il basso nella produzione petrolifera del petrolio tra fine 2005 e fine 2006. L'Oil Monthly Report dell'AIE mostra che la produzione media tra aprile e giugno 2006 è stata di 3,78 milioni di barili/l'anno, in ribasso rispetto alla media di 3,84 milioni di barili/l'anno del primo trimestre e alla media annuale del 2005 che ha raggiunto i 3,84 milioni di barili/l'anno. La comparsa dei primi segni di crisi del debito a breve, nel 1993, il bisogno di finanziamenti e di conoscenze tecniche per stimolare la produzione dei giacimenti e sviluppare nuove riserve, ha portato il governo iraniano ad aprire il settore gas-petrolifero alla partecipazione straniera. Per aggirare il problema del divieto costituzionale di stabilire accordi ‘production-sharing’, la National Iranian Oil Company (NIOC) ha offerto progetti d’appalto sulla base di schemi ‘buy-back’, che richiedono ai partner stranieri il reperimento di finanziamenti e l’esecuzione del lavoro, contro un pagamento in natura, una volta che il giacimento petrolifero è in funzione. Il primo accordo è stato firmato nel 1995 e successivamente l’Iran è riuscito ad attirare finanziamenti esteri tali da sviluppare e modernizzare il settore degli idrocarburi, anche in presenza delle sanzioni USA, per più di 15 miliardi di dollari USA. Il progetto singolo di maggiore entità, relativo allo sviluppo di parte del giacimento di gas del South Pars, aggiudicato dall’italiana ENI, è stato valutato 3,8 miliardi di dollari. Un segnale di questa nuova posizione del governo è la firma, nel febbraio 2004, di un contratto tra NIOC ed un consorzio giapponese, del valore di 2 miliardi di dollari USA, per lo sviluppo del settore meridionale del gigantesco oleodotto di Azadegan. Nessun progresso, invece, è stato registrato per il Bangestan, l’altro progetto più rilevante, per il quale il governo ormai ha deciso di offrire i lavori a società locali. Una delle principali barriere all’investimento estero è costituita proprio dall’imposizione dei contratti ‘buy-back’, i quali estromettono l’investitore estero dalla gestione della fase dell’estrazione, stabilendo inoltre penalità a carico di questi se gli obiettivi stabiliti non sono raggiunti. In sintesi, l’industria petrolifera, specie laddove sono coinvolte società straniere, è stata a lungo politicamente condizionata, restando coinvolta nella lotta per il potere politico tra le fazioni iraniane. Un ostacolo allo sviluppo delle esportazioni iraniane sono le sanzioni USA, imposte non solo alle ditte statunitensi che importano o commerciano con l’Iran, ma anche – nell’ambito dell’Iran-Lybia Sanctions Act (ILSA) - a ditte di Paesi terzi, che investano più di 20 milioni di dollari USA (all’inizio erano 40) all’anno nel settore petrolifero dell’Iran. Le reazioni internazionali alla legge sono state molto ostili, con a capo l’Unione Europea, che ha minacciato ritorsioni se fossero state imposte sanzioni (come il rifiuto di licenze di esportazioni alla società sanzionata) ad una ditta europea. Di conseguenza, gli USA non hanno mai applicato l’ILSA, sebbene abbiano deciso comunque di rinnovarlo nell’agosto 2001 per altri cinque anni e poi di nuovo nel 2006. Per quanto riguarda le raffinerie, agli inizi del 2005, la NIOC aveva nove raffinerie operative con una capacità combinata di 1,4 milioni di barili al giorno. A giugno 2007, la prima "mini-raffineria" privata ha iniziato le attività nella provincia ad est dell'Azerbaijan con una capacità di 1.800 barili al giorno. La capacità di raffinazione del petrolio ora soddisfa meno dei 2/3 della domanda. L'Iran ha intenzione di aumentare la capacità di raffinazione totale a 2 milioni di barili al giorno, anche se al momento è stato costretto a comprare petrolio dall'estero pagando 5 miliardi di dollari nel 2006/07 per importare la fornitura necessaria a soddisfare la domanda locale. Inoltre, a causa della pressione delle sanzioni imposte al Paese per il suo programma nucleare, il governo ha dovuto cedere e dare il via ad un aumento del prezzo del petrolio di 12 centesimi di dollari al litro e ha dovuto introdurre un razionamento della benzina dalla mezzanotte del 26 giugno fino alla mezzanotte del giorno seguente. Secondo il Ministro dell'Ambiente dopo due settimane di razionamento il consumo giornaliero si è ridotto a 8,7 milioni di litri al giorno da circa 75 milioni di litri al giorno. Il sistema di gasdotti si è tradizionalmente concentrato sul trasporto di petrolio dai giacimenti offshore ai terminal onshore di raffinazione ed esportazione e sulla fornitura di gas ai consumatori interni. Recentemente, l’Iran ha iniziato a sviluppare una rete che migliori la sua posizione di esportatore, specie per il gas naturale. Nell’ambito di un accordo firmato con la Turchia nel 1996, è stato costruito un oleodotto che devia dalla rete interna verso il confine turco, e nel dicembre 2001 sono iniziate le esportazioni dall’Iran. Le operazioni, interrotte sei mesi dopo, sono riprese a fine 2002, dopo che l’Iran ha accettato di ridurre il prezzo ed il volume del gas venduto. La Turchia ha di nuovo sollevato il problema a metà 2004. L’Iran sta anche tentando di stabilire un ruolo chiave nella rete di fornitura che collega l’Asia centrale ai mercati d’esportazione. Ciò include progetti ambiziosi di gasdotti che attraversino l’Iran verso la Turchia ed i terminal export sul Golfo, sebbene la violenta opposizione USA abbia impedito progressi. Nell’aprile 2004, è stato inaugurato il progetto “oil swap”, secondo il quale i produttori del Caspio invieranno petrolio alle raffinerie iraniane tramite il porto di Neka e, in cambio, l’Iran esporterà a loro nome lo stesso volume del suo petrolio dai suoi terminal sul Golfo. A febbraio 2005, il governo indiano ha autorizzato l’avvio di negoziati relativi ad un progetto di gasdotto che colleghi l’Iran a Pakistan ed India, approfittando del riavvicinamento tra i due Paesi. Con una stima di 26,7 trilioni di Mq, le riserve di gas naturale dell'Iran sono le seconde più grandi del mondo (dopo la Russia) ammontano al 15% delle riserve mondiali. Attualmente il gas naturale soddisfa circa la metà del consumo di energia nazionale Il governo iraniano è impaziente di sfruttare gli investimenti esteri nel settore del gas, come confermato anche dal nuovo direttore della National Iranian Gas Company (NIGC), Reza Kasaizadeh. Kasaizadeh ha dichiarato che insieme alla associata NIOC la NIGC si assumeranno il 50% dei costi d’investimento pianificati fino al 2016, mentre il capitale restante, circa 5-7 miliardi di dollari all’anno, dovrebbe provenire da investimenti esteri. Tra i progetti in programma la realizzazione di un gasdotto Iran-Pakistan-India, e un accordo per la fornitura di gas al Kuwait. Questioni di carattere finanziario stanno mettendo a rischio, tuttavia, i programmi del governo nel settore del gas. Il programma di sfruttamento del gas naturale iraniano (al secondo posto nel mondo per entità delle riserve) prevede quattro obiettivi paralleli: 1) utilizzare le riserve per la re-iniezione nelle obsolete strutture di conservazione; 2) stimolare il consumo industriale interno di gas, lasciando il greggio per le esportazioni; 3) sviluppare un’industria petrolchimica estensiva; 4) esportare il gas direttamente verso i mercati dell’Europa e Asia. Anche se i concorrenti regionali come l’Oman ed il Qatar sono molto più avanti nello sviluppo delle riserve di gas per l’esportazione, l’Iran sta recuperando terreno. Ruolo centrale nel suo programma di espansione è lo sviluppo del South Pars, giacimento che contiene l’8-10% delle riserve mondiali accertate. Il progetto si sta sviluppando in 25 fasi, ognuna delle quali con un costo stimato di circa 1,5 miliardi di dollari USA, e la maggior parte delle quali a carico di società straniere in partnership con ditte locali. Per ora, sono state appaltate le prime 10 fasi; dal 2003, i negoziati si sono concentrati sulle fasi 11 e 12, la cui produzione sarebbe mirata alla produzione di gas naturale liquefatto (LNG) da esportare. Il numero di progetti per produrre LNG è stato ridotto da quattro a tre, anche se l’Iran ancora mira a diventare uno dei maggiori produttori mondiali. I progetti sono diretti dalla Total, Shell e NIOC, l’ultima con il coinvolgimento della BG (la ex British Gas) ed ENI. A gennaio 2007, il colosso energetico, britannico-tedesco, la Roya Dutch/Shell e la Respol hanno concluso un accordo di servizio per sviluppare la fase 13. Le fasi 15 e 16 del progetto sono state aggiudicate ad una società affiliata alla Revolutionary Guard a luglio 2006, in linea con l'intenzione del nuovo governo di sfruttare le società nazionali il più possibile. Petrolchimico L’industria è al centro dei tentativi dell’Iran di diversificare il settore delle esportazioni troppo dipendente dal petrolio. Il comparto è gestito dalla Compagnia petrolchimica statale (NPC), che è riuscita ad affermarsi sui mercati d’oltremare, inclusi i mercati asiatici ed europei. Il piano quinquennale 2005-09 prevede un incremento della produzione a 56 milioni di tonnellate all’anno, più del quadruplo dei livelli attuali, oltre alla realizzazione di 26 progetti con un investimento di 11 miliardi di dollari. Le esportazioni sono arrivate a 4,4 milioni di tonnellate nell’anno fiscale 2003, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. La crescita è stata rapida negli ultimi anni, ma il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi dipenderà dall'abilità dell'Iran ad aumentare il livello degli investimenti esteri nel settore e dai progressi dello sviluppo di South Pars. Nuovi progetti nel settore saranno localizzati soprattutto nella Pars Special Economic Zone sulla costa del Golfo, vicino al punto di atterraggio dell'offshor di gas a South Pars. Rame L'Iran possiede il 4% dei depositi di ferro mondiale, incluso le vaste riserve a Sar Cheshmeh, vicino Kerman, il secondo più grande deposito del mondo con riserve stimate per 1 tonnellata di minerale. Nel 2005 la produzione nazionale di ferro è aumentata di circa 300.000 tonnellate, rispetto 173.000 tonnellate nel 2001. Acciaio L’industria dell’acciaio ha iniziato a svilupparsi negli anni ’60, con l’aiuto dell’Unione Sovietica, ma dopo il 1979 la produzione è crollata. Solo negli anni ’90, grazie ad un programma di investimenti statali, è ripresa l’espansione del settore, concentrata sui tre maggiori complessi di Isfahan, Ahwaz e Mobarakeh, insieme al complesso specializzato di Yazd. La produzione è salita da 5,6 milioni di tonnellate annue nel 1998 a 9,8 nel 2006, rendendo l’Iran il maggiore produttore del Medio Oriente. Settore manifatturiero Ad eccezione dell’industria dei tappeti e di gioielli, l’economia iraniana è stata sempre essenzialmente di tipo agrario. Anche in seguito al programma di industrializzazione, lanciato dallo scià Pahlavi negli anni ’60 e ’70, il Paese ha conservato la preferenza per il commercio alla produzione. Dal 1999/2000, quando i prezzi del petrolio hanno iniziato a crescere in modo sostenuto, la situazione del settore manifatturiero ha iniziato a migliorare, grazie alla riduzione dei controlli sulle importazioni da parte della banca centrale. Tuttavia, il settore rimane dominato da società di proprietà statale inefficienti. I progetti di idrocarburi su larga scala hanno determinato un incremento della domanda di prodotti manufatti locali, oltre a favorire lo sviluppo del settore petrolchimico. L'indice di produzione industriale della banca centrale riflette la ripresa: dopo essere aumentato solo dell'1,2% nel 1998/99, è cresciuto ad una media di quasi il 14% l'anno, per i successivi tre anni, prima di aumentare del 18% e del 19% nel 2002/03 e nel 2003/04, rispettivamente. Nel 2004/05, invece si è registrata una modesta crescita del 13%. L'indice di crescita è diminuito bruscamente nel 2005/06 registrando una crescita inferiore al 5%, riflettendo probabilmente le difficoltà commercaili che il Paese sta affrontando per il suo programma nucleare. Industria automobilistica Il settore degli autoveicoli è pesantemente protetto dalla concorrenza esterna, con dazi alti e quote, che rendono impossibile importare veicoli stranieri. Questo protezionismo non ha favorito l’innovazione all’interno dell’industria locale, con effetti negativi sulla qualità, sui costi e sulla disponibilità di veicoli locali. Nonostante il processo di privatizzazione, la proprietà resta quasi interamente in mani pubbliche. Comunque, un crescente numero di società straniere, soprattutto europee ed asiatiche, sono entrate nel mercato iraniano in joint venture o per assemblare kit di veicoli importati. Tra queste società, citiamo: Toyota (Giappone), Peugeot Citroen (Francia), Daewoo e Kia (entrambe Corea del Sud). La maggior parte della produzione è effettuata in partnership con i due giganti pubblici, Iran Khodrow (che nel 2003 controllava il 60% del mercato delle automobili e dei veicoli commerciali leggeri) e Saipa (circa il 35% del mercato nel 2003). Il settore impiega circa 500.000 persone (circa il 2,2% della forza lavoro) e molte di più nelle industrie collegate. Secondo i dati del Ministero dell'Industrie e aggiornati ad aprile'07, nel 2006/07 la produzione dell'industria automobilistica è aumentata del 9% per un totale di 920.000 automobili, facendo del paese il più grande produttore dopo l'Austrialia ed è probabile che nel 2007/08 la produzione possa raggiungere 1,1 milioni di automobili. Il settore contribuisce a circa il 4% del PIL. Agro-industria e settore tessile L’industria agro alimentare è ben avviata: la molitura del riso è un subsettore importante; l’orzo, il miglio ed altri cereali sono lavorati soprattutto per produrre cibo per animali e snack confezionati. Il settore tessile si basa soprattutto sull’offerta interna di cotone, la cui produzione è prevalentemente assorbita dal mercato interno. Nel 1998, circa 420.000 persone erano occupate in questo settore, anche se dati della banca centrale suggeriscono che il numero di posti di lavoro è diminuito del 2% nel 1998/99 e del 5% nel 1999/2000. Nello stesso periodo, comunque, la produzione è aumentata rispettivamente del 18,5% e 15,5%, suggerendo che maggiori investimenti potrebbero aver iniziato a dare frutti in termini di produttività. Purtroppo, i costi di lavoro, uniti alle severe leggi sul lavoro, hanno fatto alzare il prezzo dei beni iraniani molto al di sopra di quelli dei beni provenienti dalla Turchia e Pakistan. Nonostante ciò, le esportazioni tessili sono cresciute, arrivando ad un valore di 70 milioni di dollari nel 2001. I principali poli dell`industria tessile iraniana sono concentrati nelle località che seguono, indicando anche la percentuale orientativa di presenze di ditte private o pubbliche: Isfahan (70% pubbliche), Teheran (90% pubbliche), Yazd (80% private), Tabriz (70% private), Mashad (60% private). In particolare la provincia di Isfahan, (situata a 400 km a Sud-Est di Teheran con un`area di 106.987 kmq) costituisce una delle più significative zone industriali del paese, ospitando molte industrie (piccole, medie e grandi), soprattutto dell`industria tessile (40% dell`intero settore a livello nazionale) ma anche dell`industria pesante (50%). Edilizia L’industria edile ha iniziato ad espandersi dal 2000 in poi, da quando è cessata l’emergenza del debito estero ed il governo è stato di nuovo in grado di dirigere fondi verso i progetti infrastrutturali, molti dei quali interrotti negli anni ’90. La crescita economica più forte ha contribuito a sostenere gli investimenti del settore privato nell’edilizia. Secondo i dati più recenti della Bank Markazi (la Banca Centrale), il numero dei nuovi progetti edilizi nelle aree urbane è cresciuto del 28% nel 1999/2000, del 33% nel 2000/01 e di un ulteriore 33% nel 2001/02. Dati più recenti mostrano che il boom edilizio è accelerato nella prima metà del 2002/03, con un incremento dei nuovi progetti del 45%. Per il periodo 2005/06, invece, l'inizio dei lavori di nuove case e il completamento degli edifici intrapreso dal settore privato nell'area urbana è stato forte, 174.318 (sebbene sia diminuito dell'11% rispetto al periodo precedente). Mentre nel periodo 2007/08 si è avuta una crescita di oltre l'80% per un totale di 205.214 edifici. La maggior parte della nuova attività è concentrata, a Teheran. Servizi Telecomunicazioni Il settore delle telecomunicazioni si è espanso notevolmente negli ultimi dieci anni; secondo i dati rilasciati dalla Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) si registrano circa 22 milioni di linee telefoniche (2007), paragonati ai soli 9.5 milioni nel 2000, una crescita che sottolinea sia l’andamento della domanda che il successo del programma di espansione della Telecommunications Company of Iran (TCI), di proprietà statale. L'accesso alle rete telefonica è cresciuto ultimamente. Nel 2007 31,3 persone su 100 avevano accesso alla rete, mentre nel 1990 ne erano appena 4 su 100. Il programma di sviluppo prosegue con l’introduzione del nuovo cablaggio a fibra ottica e dei più moderni sistemi di accensione. Il paese attualmente dispone di una rete di telefonia mobile, gestita dalla TCI (il 5% della società è stato venduto ad investitori privati nel 2008 per 365 milioni di dollari, valutando la società 7,3 miliardi di dollari). Un nuovo provider, gestito da un consorzio sudafricano è stato lanciato nell'ultimo trimestre del 2006. Nei primi mesi del 2004 un consorzio tra la Rafsanjan Industrial Complex e Tele2, una società europea, ha firmato un contratto con il governo per la fornitura di 2 milioni di nuove linee entro i due anni successivi. Inoltre, nello stesso anno è stato concesso un appalto alla Ericsson, alla Nokia e alla Siemens per estendere la rete esistente di 2,2 milioni di linee. Secondo i dati forniti dalla ITU nel 2004 si stimavano 5,5 milioni di utenti Internet (circa 80 abitanti su 1000); mentre nel 2005 per ogni 1000 persone vi erano 100 utenti di Internet, fino ad arrivare a 16 milioni di utenti alla fine del 2007. Ci sono più di 500 fornitori di servizi Internet, sebbene solo alcuni di loro hanno più di 5.000 utenti. A seguito della chiusura di molti giornali riformisti da parte del governo, Internet è diventato il principale strumento di critica delle restrizioni politiche e sociali in Iran. Per questo motivo molti siti sono stati oscurati o il loro contenuto politico viene regolarmente filtrato. A settembre 2007, il governo ha annunciato di aver intenzione di privatizzare il 51% della Telecomminication Company of Iran (TCI) durante l’anno fiscale in corso, vale a dire il 20 marzo 2008, mantenendo il 20% della società. Il governo ha intenzione di privatizzare anche la Mobile Company of Iran (MCI) un operatore di telefonia mobile che è stato valutato per 4,2 miliardi di dollari, e 20 imprese rurali, create per gestire la rete di linea fissa. Il governo manterrà la proprietà di due filiali che si occuperanno della rete fissa e il monopolio della fornitura dell’accesso ad Internet. L’IPO ha inizialmente posticipato la privatizzazione del TCI, per concentrarsi sui piani di smaltimento delle società statali nei settori bancario e minerario. Per quanto riguarda l'e-commerce, tale settore da anni che sta cercando di affermarsi nel mondo degli affari. Con il passaggio al Foreign Investment Promotion and Protection Act, a maggio del 2002, le società straniere sembra che non abbiano incontrato ostacoli regolatori all'ecommerce. Gli iraniani espatriati hanno investito nel settore dell'ecommerce, ma nel paese il tasso di connessione è basso in quanto non vi è disponibilità di computer da casa per la maggior parte degli iraniani. Lo Stato continua ad avere il controllo sulle trasmissioni televisive e sui programmi radiofonici, anche se l’uso illecito di antenne satellitari rimane diffuso. La stampa iraniana ha vissuto un momento di rinascita durante i primi anni dell’amministrazione dell’ex Presidente Khatami, terminato con la chiusura da parte dei tribunali di un gran numero di giornali nella prima metà del decennio. Infrastrutture Il Ministero delle strade e dei trasporti è responsabile della costruzione di strade, ferrovie ed aeroporti. Rete stradale e ferroviaria Il sistema ferroviario è stato esteso negli anni dalla fine della guerra con l’Iraq in poi, ma è ancora inadeguato. La rete stradale ha un'estensione di 10.000 km, e numerosi progetti sono in corso per aggiungere altri tre km. Tale rete collega 13 delle 24 province iraniane e comprende cinque linee, che partono da Teheran, principalmente a percorso unico. Tre di esse vanno verso il sud: a Bandar Imam Khomeini sul golfo; al porto di Bandar Abbas, vicino Qeshm; verso il confine pakistano, fermandosi a Kermam. Delle due linee settentrionali, quella che si dirige verso Mashad è stata estesa fino a collegare il sistema turkmeno a Sarakhs ed ha un raccordo che va verso Gorgan. La quinta linea collega Teheran a Tabriz e poi si divide per collegarsi con le reti nazionali della Turchia e dell’Azerbaijan. Anche la rete stradale è inadeguata, nonostante il programma di costruzione di autostrade intrapreso da Mohammed Reza Pahlavi, a causa della scarsa manutenzione, combinata con i danni della guerra. Il Ministero dei Trasporti gestisce i 107.009 km di strada che attraversano l'Iran. L’autostrada A1 di 2.500 km collega Bargazan sul confine turco al confine afgano ad est, attraversando tutto l’Iran. La A2 collega il confine con l’Iraq ad occidente con Mirjaveh sulla frontiera pakistana. Negli anni ’90, si è registrata una forte crescita dei veicoli circolanti: nel 1990, c’erano solo 27.371 veicoli registrati, di cui circa 8.000 erano camion e veicoli per merci pesanti; nel 1996 (ultimi dati disponibili), la cifra totale è salita a 2.900.000, di cui 700.000 mezzi pesanti. Gran parte dell’aumento è dovuto all’uso privato di automobili: l’80% dei veicoli per passeggeri è di proprietà privata. Rete marittima ed aerea Dalla guerra con l’Iraq, il porto più importante è Bandar Abbas che, con la gestione di tre quarti dei 20 milioni di tonnellate di cargo che passano ogni anno attraverso i porti iraniani del Golfo, ha superato il maggiore porto del Paese, Khorramshahr. Porti minori, ma in via di espansione, si trovano a Bushehr, Bandar Lengeh e Chah Bahar; Kharg Island è il principale terminal petrolifero. I porti del Caspio, inoltre, hanno beneficiato dei tentativi dell’Iran di migliorare le relazioni con le repubbliche dell’Asia centrale, mentre programmi di modernizzazione sono stati attuati nei porti di Bandar-e Anzeli e Chah Bahar. Il governo ha anche creato una linea nazionale di navigazione, con l’intento di ridurre i costi di esportazione, lungo le tratte nel Golfo. I tre maggiori aeroporti internazionali sono quelli di Bandar Abbas ed Abadan, coadiuvati da 10 aeroporti secondari (Grade 1) ed 11 terziari (Grade 2), situati su tutto il territorio. Gli aeroporti internazionali sono stati aperti anche alle isole di libero commercio di Qeshm e Kish. All’inizio del 2004, è stato aperto l’aeroporto Imam Khomeini International (IKIA), 30 miglia a sud di Teheran, destinato a gestire tutti i voli internazionali verso la capitale, sostituendo l’aeroporto Mehrabad. Tuttavia, la Guardia Rivoluzionaria ha chiuso la struttura il giorno dopo l’apertura per presunte ragioni di sicurezza nazionale. Tale aeroporto è in grado di servire 6,5 milioni di passeggeri l'anno e ci si aspetta che raggiunga una capacità di 40 milioni di passeggeri l'anno. Il governo ha annunciato che da maggio del 2007, i voli internazionali partono da tale aeroporto. La compagnia di bandiera, di proprietà statale, la Iran Air, serve quasi 30 città iraniane e percorre tratte programmate nel Golfo, in Asia ed Europa; la seconda maggiore compagnia nazionale, semi pubblica, è la Asseman Airlines, fa scalo nelle principali città del Paese, oltre ad alcune tratte in Asia e nel Golfo. Energia Un programma di investimenti statali consistente ha incrementato la capacità energetica installata in Iran negli ultimi anni, passando da 33.000 mw del 2004 a 50.000 mw alla fine dell'anno 2007/2008. Anche se attualmente, la domanda corrente è soddisfatta, sono necessari altri investimenti per andare incontro alla domanda futura, che cresce ad un tasso di circa il 8% all’anno. Per questo motivo, la compagnia energetica statale, la Tavanir, preme per proseguire nel suo programma di espansione, che permetterebbe di elevare la capacità esistente a 60.000 mw entro il 2015, circa il 30% in più rispetto all'attuale capacità. Circa i 3/4 della capacità energetica, è gas naturale, con circa il 7% di energia idroelettrica ed il resto è nafta. A gennaio 2007, l'Iran ha stimato che il deficit negli investimenti del settore elettrico era di 2,34 miliardi di dollari. Per raggiungere i suoi obiettivi di espansione, l’Iran ha delineato anche ambiziosi progetti di sviluppo di energia nucleare, sostenendo che ciò permetterà di esportare maggiori quantità di idrocarburi. Attualmente sta costruendo un impianto nucleare da 1.000 mw a Bushehr con l'aiuto della Russia e ci si aspetta che i lavori finiscano a fine 2008 e gli impianti sviluppino 7.000 mw di elettricità entro il 2020. Tali progetti hanno attirato aspre critiche dagli USA e da Israele, che ritengono che i reali scopi siano solo di carattere militare. L'Iran, invece, giustifica il programma nucleare, sostenendo di voler preservare idrocarburi per l'export. Turismo Il turismo per molto tempo non è stato preso in considerazione come potenzialità dalle autorità islamiche. Vi sono importanti siti archeologici (Persepolis, Pasagard e Isfahan) ma i visitatori stranieri rimangono poco numerosi, se si escludono le persone dirette a luoghi di pellegrinaggio shiiti. Nonostante i tentativi del governo di incrementare il numero dei visitatori, l’industria rimane ingolfata nelle complesse procedure per i visti, da un codice sociale molto rigido, dalla carenza di sistemazioni adeguate, di inadeguatezza dei trasporti interni e di scarsa pubblicità. E’ difficile determinare con esattezza quanti turisti visitano l’Iran ogni anno. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, 1,4 milioni di turisti hanno visitato l’Iran nel 2001. Tuttavia, i dati non distinguono tra turisti veri e propri e visitatori per motivi di affari. Secondo le stime del World Tourism and Travel Council il turismo commerciale e quello tradizionale è aumentato rispettivamente del 15,1% e del 5,4%, in termini reali, nel 2006. In generale, l’Iran ha tentato di snellire i complessi e lunghi processi di concessione del visto ed ha firmato accordi con alcuni Paesi che eliminano il visto per permanenze inferiori a tre mesi. Nonostante ciò, la maggior parte dei turisti vengono dal Giappone (che non necessitano di visti per entrare) o dagli Stati ex-sovietici e del Golfo. Solo 10.000, probabilmente, provengono dall’Occidente. Di recente è stato sviluppato un sistema di prenotazione di hotel on line. Scambi con l`estero Dagli anni ’80 in poi, il surplus commerciale dell’Iran è stato molto instabile, riflettendo in gran parte le fluttuazioni dei prezzi mondiali del petrolio, e la spesa per importazioni dipendente dalla situazione del debito estero dell’Iran. Il petrolio greggio resta la componente dominante dell’export, generando in media l’82% dei proventi totali nell’ultimo decennio (1994-2004). Inoltre l’espansione delle vendite di prodotti non petroliferi, innanzitutto petrolchimici, dovrebbero combinarsi alla forte crescita delle entrate petrolifere dovuta all’aumento delle quotazioni petrolifere. Le esportazioni di petrolchimici sono ammontate a oltre due miliardi di dollari, un aumento del 25% rispetto all’anno precedente. La National Petrochemical Company (NPC) stima una produzione di petrolchimici pari a 22 milioni di tonnellate per il periodo 2006/2007, con un aumento di 13 milioni di tonnellate in più rispetto al 2005/2006. Il valore delle esportazioni di prodotti petrolchimici nel 2005-2006 è stato di quasi due miliardi di dollari, provenienti in ampia misura dalla domanda cinese. Nel 2007/08 gli alti prezzi del petrolio hanno fatto salire le entrate derivanti dall’export di petrolio del 10%, nonostante i volumi dell’export siano rimasti stabili. Mentre si stima che l'import è aumentato, in seguito alla crescita delle importazioni di benzina, che sono nuovamente salite dopo l'imposizione del razionamento della benzina. Per il 2007/08 le importazioni hanno raggiunto i 56,6 miliardi di dollari. Di qui si è stimato che il surplus commerciale diminuisca nel 2008/09 a 38,6 miliardi di dollari. Per tutto il periodo analizzato i volumi di export aumenteranno leggermente e le importazioni cresceranno, in linea con la crescente spesa dei consumatori e degli investimenti. Secondo le stime degli esperti, il surplus commerciale diminuirà a 17,6 miliardi di dollari nel 2009/10, prima di aumentare a 24,9 miliardi di dollari nel 2010/11. Il deficit non-commerciale dovrebbe aumentare nel 2009/10, prima di diminuire nel 2010/11. Si stima, dunque, che il surplus dei conti correnti diminuisca all'1,6% del PIL nel 2009/10, rispetto all'8,3% del 2008/09, prima di aumentare al 3,1% del PIL nel 2010/11. Secondo i dati riportati dal governo a maggio 2006, le esportazione di prodotti non petroliferi è aumentata a 16,3 miliardi di dollari nell'anno fiscale 2006/07 (21 marzo-20 marzo), più del 47,2% rispetto all'anno precedente. Le dogane iraniane riportano che le esportazioni dei prodotti non petroliferi sono state guidate dal settore petrolchimico, che ha contribuito per il 38,6% all'export totale. Le esportazioni del settore industriale, invece, sono prossime al 22% e quelle del settore agricolo sono ferme al 13%, i prodotti minerari al 5,4%, i tappeti e l'artigianato al 3,3%. L'export di tutti i tipi di artigianato, infatti è diminuito del 17,7% su base annua, per un totale di 527,5 milioni di dollari. Le principali esportazioni di prodotti non petroliferi sono stati: gas liquidi (propano e butano), che hanno prodotto 4,2 milardi di dollari; ferro e prodotti d'acciaio (1,1 miliardi di dollari); pistacchi (1 miliardo di dollari) e tappeti intrecciati a mano (405,5 milioni di dollari, una riduzione del 12,4% su base annua). Nello stesso periodo sono stati esportati l'equivalente di 2 miliardi di prodotti agricoli, più del 25,4% su base annua. Pistacchi, resine, pellame fresco, secco e invecchiato e zafferano, sono state le principali categorie di prodotti esportati, conrtibuendo a più del 70,5% del valore totale di tale tipo di export. Il principale mercato dell'export di prodotti non petroliferi sono stati gli Emirati Arabi, con 5,2 tonnellate per un totale di 2,5 miliardi di dollari. Seconda la Cina che ha importato beni per un valore di 1,72 miliardi di dollari. Inoltre, Iraq, Giappone, India, Singapore, Italia, Afganistan, Germania e Olanda, sono stati gli altri principali compratori dei prodotti iraniani, coprendo il 60,1% delle esportazioni. Per quanto riguarda l'import, si è avuta una forte crescita delle importazioni che hanno raggiunto i 46 miliardi di dollari nel 2006/07. I dati ufficiali mostrano un aumento del 4,1% su base annua delle importazioni di prodotti non petroliferi per un totale di 41,1 miliardi di dollari nel 2006/07, ma non comprende la vasta quantità di beni che arrivano bel paese clandestinamente, specialmente quelli provenienti dalla Cina. Prima della rivoluzione, la Germania Occidentale, gli Stati Uniti e il Regno Unito erano i maggiori fornitori dell’Iran, in seguito, il commercio con loro si è assottigliato sempre più. L’importanza degli Emirati Arabi Uniti come partner commerciale (nei dati ufficiali figura come sesto maggiore fornitore e terzo mercato di esportazioni) è un po’ fuorviante, in quanto la maggior parte dei beni commerciati provengono da o sono destinati ad altri mercati, e vengono solo riesportati attraverso Dubai. Il trend generale mostra che la proporzione delle importazioni dell’Iran dai Paesi OCSE è in declino: le importazioni dai Paesi industrializzati sono crollate al 32% nel 2007, rispetto al 46% nel 2001 dal 64% nel 1995, riflettendo l’intensificazione dei legami commerciali con l’Asia e, in minor misura, con l’America Latina. Le esportazioni verso i Paesi OCSE sono rimaste costanti, essendo basate sulle vendite di petrolio. La Cina ha superato il Giappone, come maggior mercato di destinazione, contribuendo per il 14,5% alle export totale del 2007. L'Iran ha fatto grossi sforzi per diversificare i mercati di destinazione del petrolio, con particolare successo in Asia e Sudafrica. La vulnerabilità dell’esposizione a questi mercati emergenti, tuttavia, è risultata evidente dopo la crisi economica del 1997 dei Paesi est-asiatici, quando la domanda di petrolio ha registrato una drastica contrazione. Nel 2006 la Germania, che è il principale esportatore verso l'Iran da 30 anni, ha esportato 5,1 miliardi di dollari in valore di beni. Nello stesso anno, la Cina ha visto aumentare le sue esportazioni del 35%, per un totale di 4,5 milioni di dollari, raggiungendo il terzo posto ditro Germania ed Emirati Arabi. Ufficialmente, il volume totale degli scambi tra Iran e Cina è stato di 16 miliardi di dollari nel 2006. Le esportazioni tedesche verso l’Iran sono diminuite del 12% nella prima metà del 2006 in seguito della decisione delle principali banche tedesche (Deutsche Bank, Dresdner bank, Commerzbank e Hypo-Vereinsbank) di ridurre le loro operazioni con l’Iran dopo che gli Stati Uniti lo scorso anno hanno adottato ritorsioni contro la banca olandese ABN Amro per aver concluso affari con l'Iran. Anche con gli altri paesi europei stanno diminuendo gli scambi. Le esportazioni italiane, soprattutto di beni tecnologici e oggetti per la casa, sono diminuite dal 2003, scendendo del 18,6%, per un totale di 1,8 miliardi di dollari nel 2006. Le esportazioni dalla Turchia, soprattutto tabacco, tubi d'acciaio e automobili, sono aumentate del 26,5% nei primi sette mesi del 2007, rispetto allo stesso periodo del 2006. raggiungendo 678 milioni di dollari. Nell'anno fiscale 2006/07, le importazioni di beni agricoli hanno superato i 3,1 miliardi di dollari, raddoppiate rispetto all'1,5 miliardi di dollari del 2005/06. Sembra che il governo abbia incoraggiato le importazioni a tariffe più basse, per compensare gli aumenti dei prezzi nella produzione alimentare nazionale. I commercianti iraniani, sostengono che i prezzi di riso e patate, per esempio, sono aumentati del 200% negli ultimi due anni. Gli aumenti generali nelle importazioni derivano dalla maggiore domanda stimolata dagli introiti derivanti dal petrolio. Secondo gli economisti iraniani nel 2006/07 le importazioni di beni hanno superato i 41 miliardi di dollari. Principali prodotti importati/esportati (milioni di dollari USA) Esportazioni fob 2005 Importazioni cif 2005 Petrolio e gas 49.047,3 Beni intermedi 17.857,8 Beni capitali 14.325,5 Prodotti chimici e petrolchimici 2.729,2 Frutta fresca e secca Beni di consumo 1115.4 7.064,6 Fonte:EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report May 2008 Principali destinazioni delle esportazioni e fonti delle importazioni (% del totale) Esportazioni 2006 Importazioni 2006 Giappone 14,1 Germania 12,1 Cina 12,9 Cina 10,6 Italia 6,3 Emirati Arabi Uniti 9,4 Turchia 7,3 Corea del Sud 6,2 Corea del Sud 5,7 Francia 5,6 Fonte:EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report May 2008 Interscambio Per quanto riguarda l’interscambio tra Italia ed Iran, i dati aggiornati del 2007 rivelano un saldo negativo, anche se rispetto al 2006 si è avuto un sostanziale aumento dell’export (+23,59%), ed un calo dell’import (24,35%); con una variazione del saldo del -66,64%. Nel 2007, la prima voce dell’import italiano dall’Iran continua ad essere il petrolio greggio e gas naturale (oltre 3 miliardi di euro). Seguono, per valori inferiori, il rame e semilavorati, i prodotti della siderurgia (in calo rispetto al 2006), frutta, piante e spezie, Carne, non di volatili e prodotti della macellazione. Un notevole incremento si è registrato per Piombo, zinco e stagno greggi e semilavorati altri prodotti chimici di base organici. In calo, invece, le importazioni di fibre sintetiche artificiali, materie plastiche in forme primarie Altra frutta, anche a guscio; piante utilizzate per la preparazione di bevande e spezie. La composizione dell’export nazionale verso l’Iran è costituita per gran parte da prodotti dell’industria meccanica, in particolare turbine idrauliche e termiche ed altre macchine che producono energia meccanica; macchine per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma e macchine per impieghi speciali; macchine da miniera, cava e cantiere. Si tratta comunque di prodotti in calo rispetto agli anni precedenti; come è avvenuto per i seguenti comparti: autoveicoli; Pompe e compressori e sistemi idraulici. In forte aumento, invece, l'interscambio di Parti e accessori per autoveicoli e motori, altre macchine utensili e Macchine automatiche per la dosatura, la confezione e l'imballaggio. Interscambio Italia - Iran Esportazioni Importazioni Saldo variazioni in % -1,68% -6,33% -10,08% 2006 2007 valore in € valore in € 1.825.214.997 1.856.328.537 3.894.899.277 4.158.123.937 -2.069.684.280 -2.301.795.400 Fonte dati Istat Gen.-Dic. 2008 (agg. giugno 2009) Interscambio Italia - Iran Trend 2006 - 2007 - 2008 Esportazioni 2006 valore in € 1.825.214.997 2007 valore in € 1.856.328.537 2008 valore in € 2.170.454.487 Importazioni Saldo 3.894.899.277 4.158.123.937 3.920.827.114 -2.069.684.280 -2.301.795.400 -1.750.372.627 Fonte dati Istat Gen.-Dic. 2008 (agg. giugno 2009) Principali prodotti importati in Italia CA11100-Petrolio greggio e gas naturale DJ27440-Rame e semilavorati DG24140-Altri prodotti chimici di base organici DJ27100-Prodotti della siderurgia DA15110-Carne, non di volatili e prodotti della macellazione AA01134-Altra frutta, anche a guscio; piante utilizzate per la preparazione di bevande e spezie DB17510-Tappeti e moquettes DG24160-Materie plastiche in forme primarie CB14111-Pietre ornamentali DJ27430-Piombo, zinco e stagno greggi e semilavorati AA01222-Animali vivi della specie equina DC19100-Cuoi e pelli, scamosciati; cuoi e pelli, verniciati o laccati; cuoi e pelli artificiali o ricostruiti DJ28753-Altri articoli metallici e minuteria metallica DG24700-Fibre sintetiche e artificiali DJ27222-Tubi avvicinati, aggraffati, saldati e simili Principali prodotti esportati dall'Italia DK29561-Macchine per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma e macchine per impieghi speciali n.c.a. compresi parti e accessori DK29112-Turbine idrauliche e termiche ed altre macchine che producono energia meccanica compresi parti ed accessori DK29120-Pompe e compressori e sistemi idraulici DK29510-Macchine per la metallurgia (compresi parti e accessori) DK29130-Rubinetti e valvole DK29520-Macchine da miniera, cava e cantiere (compresi parti e accessori) DM34300-Parti e accessori per autoveicoli e motori DK29245-Macchine automatiche per la 2008 valore in € 3.609.013.254 21.528.554 85.910.748 2007 valore in € 3.659.489.358 162.866.266 99.880.750 2006 valore in € 3.288.522.368 271.243.487 51.512.344 23.391.720 43.902.659 51.037.724 44.292.972 89.172.372 32.723.491 14.712.090 20.134.453 32.754.974 10.913.083 26.392.753 20.691.783 10.586.950 24.211.373 13.314.896 13.194.489 16.336.340 14.767.809 12.178.202 14.611.285 3.005.154 7.296.012 2.706.399 8.938.328 8.408.263 9.515.521 8.483.301 6.903.314 5.244.558 5.057.218 2.992.835 2.270.337 4.952.660 2.450.212 7.829.145 9.662.243 2008 valore in € 205.632.958 2007 valore in € 96.459.371 2006 valore in € 126.150.738 132.870.636 120.299.491 159.055.978 118.762.509 80.726.261 148.618.247 64.952.575 73.857.293 133.170.279 71.951.660 106.012.634 83.932.472 72.835.290 88.277.765 62.425.502 82.750.672 82.334.166 48.256.146 118.220.911 56.394.427 28.686.254 dosatura, la confezione e l'imballaggio DL31101-Motori, generatori e trasformatori elettrici DG24664-Prodotti chimici vari per uso industriale (compresi i preparati antidetonanti e antigelo) DK29221-Macchine ed apparecchi di sollevamento e di movimentazione e loro parti DJ27100-Prodotti della siderurgia DK29430-Altre macchine utensili n.c.a. (compresi parti e accessori) DK29231-Attrezzature industriali per la refrigerazione e la ventilazione (per uso non domestico) DJ27221-Tubi senza saldatura 92.052.656 50.327.715 41.462.860 35.753.137 56.992.920 51.837.625 57.195.067 50.293.295 33.282.159 43.429.865 39.124.544 49.368.031 55.713.985 40.803.441 38.185.548 51.201.709 39.371.379 34.162.951 55.669.324 29.475.351 38.835.542 Fonte dati Istat Gen.-Dic. 2007 (agg. novembre 2008) Privatizzazioni L’Iranian Privatisation Organisation (IPO) ha ritardato fino al 2008, la vendita di tre banche- Mellat, Saderat e Tejarat- che hanno rischiato di essere vendute sul Tehran Stock Exchange. La vendita di tali banche è vista come un caposaldo del programma che prevede di privatizzare l’80% delle società statali entro la fine del 2009. In base a tale programma, lo Stato deve conservare la proprietà delle sue più importanti banche, incluso la Housing Bank, la Bank Sepah e la Bank Melli. Tale programma di privatizzazione sempre posticipato sotto il governo Khatami e attualmente con il Presidente Ahmadinejad, che ha fatto commenti sarcastici circa le banche private, sarà difficile prospettare una reale privatizzazione. A settembre 2007, il governo ha annunciato di aver intenzione di privatizzare il 51% della Telecomminication Company of Iran (TCI) durante l’anno fiscale in corso, vale a dire il 20 marzo 2008, mantenendo il 20% della società. Il governo ha intenzione di privatizzare anche la Mobile Company of Iran (MCI) un operatore di telefonia mobile che è stato valutato per 4,2 miliardi di dollari, e 20 imprese rurali, create per gestire la rete di linea fissa. Il governo manterrà la proprietà di due filiali che si occuperanno della rete fissa e il monopolio della fornitura dell’accesso ad Internet. L’IPO ha inizialmente posticipato la privatizzazione del TCI, per concentrarsi sui piani di smaltimento delle società statali nei settori bancario e minerario. Secondo il Ministero dell'Economia e delle Finanze il governo ha venduto solo 68,4 miliardi di dollari di azioni di società statali, nei primi 11 mesi dell'anno 2006/07. Una diminuzione del 51% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre il Ministero ha rivelato che tra il 21 marzo 1996 e il 20 marzo 2006 il governo ha venduto 25,8 trilioni di IR, in valore di azioni, ma ha investito 736 trilioni di IR in società statali. Investimenti esteri Secondo le stime degli esperti, gli investimenti diretti interni sono diminuiti da 900 milioni di dollari del 2006 a 700 milioni di dollari del 2007. La politica conservatrice del governo e il Majlis ostacolano gli investimenti esteri nell'economia iraniana. Una delle principali barriere all’investimento estero è costituita proprio dall’imposizione dei contratti ‘buy-back’, i quali estromettono l’investitore estero dalla gestione della fase dell’estrazione, stabilendo inoltre penalità a carico di questi se gli obiettivi stabiliti non sono raggiunti. A febbraio 2007, il governo ha svelato una nuova formula di tale tipo di contratti, che ne estende la durata per 20 anni. Ciò permette alle società petrolifere straniere di partecipare nella fase di produzione e nel ruolo consultivo in base al contratto di assistenza tecnica. La prima normativa sugli investimenti esteri è entrata in vigore dopo 40 anni, nel mese di ottobre 2002. Il Foreign Investment Promotion and Protection Act (FIPPA) dal 15 maggio 2001 rappresenta, oltre la regolamentazione della partecipazione di capitale estero alle società iraniane, già possibile con la vecchia normativa, la prima cornice legale per gli investimenti esteri inquadrati in contratti del tipo ‘build-operate-transfer’ (BOT), ‘buy-back’ (utilizzati dalle società petrolifere estere) e partenariati civili. Inoltre, la nuova legge autorizza formalmente la partecipazione straniera in tutti i settori aperti agli investimenti privati iraniani e garantisce un diritto di indennizzo in caso di nazionalizzazione della società. L’emissione delle licenze è stata affidata alla Organization for Investment, Economic and Technical Assistance of Iran, un ‘one-stop shop’ che risponde all’obiettivo di ridurre i tempi burocratici dagli attuali sette mesi ad un massimo di 45 giorni. La legge, figlia di un compromesso politico, fissa una soglia massima – tra il 25% ed il 35% - di presenza estera in ogni singolo comparto economico, salvo che per attività strategiche che restano di esclusivo monopolio pubblico. L’investitore estero che voglia operare in Iran attraverso la creazione di una propria filiale in loco, ovvero di una società di diritto locale, è chiamato a sottoporre ad approvazione un progetto ritenuto fattibile sotto il profilo tecnico ed economico, anche alla luce del piano quinquennale di sviluppo economico in essere. Dovrà essere garantita l’autosufficienza valutaria del progetto, o da generare attraverso flussi di export, o da realizzare attraverso il conferimento di valuta straniera e/o di linee di credito adeguate. L’apporto dell’investitore potrà essere tanto in valuta quanto rappresentato da conferimenti in natura di attrezzature, stampi, CKD e ricambi, ovvero di licenze di brevetto o di tecnologia. Procedura Il potenziale investitore presenta al Foreign Investment Board, presieduto dal Vice Ministro dell’Economia e Finanze (anche con l’eventuale partner locale), una richiesta di licenza all’investimento, corredata da uno studio di fattibilità e dagli accordi predisposti per la costituzione in loco del “veicolo societario”, attraverso il quale concretizzare la collaborazione (contratto di joint venture, statuto, accordi collaterali di fornitura e trasferimento di tecnologia), nonché dalle necessarie procure di chi sarà chiamato per l’investitore straniero a sottoscrivere detti accordi e documenti costitutivi, che devono essere avallate dagli uffici consolari iraniani del Paese di origine dell’investitore e supportate da informazioni societarie e finanziarie sull’investitore medesimo (inclusi i bilanci dell’ultimo triennio). Verificata la sussistenza dei requisiti di cui all’art. 2 della legge (supporto all’economia nazionale, estraneità a settori economici “chiusi” all’investimento, non superamento delle soglie massime previste per ciascun comparto merceologico), il procedimento di approvazione si perfeziona attraverso un decreto del Ministero dell’Economia e Finanze: la pubblicazione e registrazione del decreto consente agli investitori di sottoscrivere gli accordi associativi, di costituire una filiale o società in Iran attraverso la quale veicolare l’investimento, e di beneficiare della protezione garantita dalla legge sulla tutela ed il rimpatrio degli investimenti esteri. Ciò si sostanzia nel porre la società a partecipazione estera su di un piano di parità con gli investitori locali, inclusa la corresponsione di un equo indennizzo in caso di nazionalizzazione, per il quale viene ammesso, in caso di disaccordo (art. 19) il ricorso alla giurisdizione ordinaria iraniana, salvo che altro metodo di risoluzione delle controversie sia previsto in un trattato bilaterale con il Paese di origine dell’investitore estero. E’ ancora troppo presto per dare un giudizio sull’applicazione pratica della normativa. Essa, infatti, non risolve le questioni relative allo status legale dei progetti privati ammessi, che sembrano essere contrari all’art. 44 della Costituzione iraniana. In base a tale norma, molti settori – le grandi industrie, l’energia, i servizi postali, telegrafici e telefonici, il settore bancario – sono di proprietà pubblica ed amministrati dallo Stato. In mancanza del necessario potere politico, il governo ha preferito aggirare la questione, per cui la nuova legge non è soddisfacente sotto questo punto di vista. Tuttavia, è stata accolta con favore dalla comunità finanziaria locale, poiché costituisce un importante passo verso la legittimazione degli investimenti esteri in Iran. Altra questione che rimane dubbia è l’entità dell’investimento ammissibile in ogni area: la legge afferma che esso non può superare il 25% in ogni settore economico ed il 35% in ogni campo (sotto-settore). Questa disposizione è stata alleggerita nei regolamenti esecutivi, che autorizzano il Foreign Investment Board a valutare i servizi ed i beni che saranno offerti al mercato interno, prima di prendere una decisione. Il FIPPA autorizza il rimpatrio dei capitali da parte degli investitori esteri, ma precisa che le società che investono nel quadro di contratti BOT, buy-back o di partenariato civile, possono rimpatriare solo la valuta estera guadagnata dai servizi che la società eroga utilizzando il capitale straniero e/o dalle esportazione di beni. In pratica, i profitti ottenuti dal mercato interno da società formate con contratti di questo tipo tecnicamente non sono rimpatriabili. Attualmente, questa è in effetti la procedura seguita dalle società petrolifere, ma costituirebbe un elemento disincentivante per le società che intendono, per esempio, costruire stazioni energetiche per vendere energia sul mercato locale. Oltretutto, anche il rimpatrio dei profitti ottenuti dall’esportazione di beni e servizi richiede un’autorizzazione caso per caso. Il FIPPA disciplina anche l'acquisizione di una società già esistente. A tal fine non viene richiesto un permesso speciale, a meno che l'acquisizione non ecceda il 49% della proprietà; in tal caso l'investimento richiede un'autorizzazione speciale del governo. Nel 2007, un rapporto della Conferenza sul Commercio e lo Sviluppo delle Nazioni Unite non ha registrato nessuna fusione o acquisizione di società in Iran, nel 2006 e nel 2005, rispetto invece ai 77 milioni di dollari del 2004. Secondo tale rapporto, inoltre, nessuna azienda iraniana ha comprato una società straniera tra il 1990 e il 2005. Per quanto riguarda gli incentivi, in Iran, la maggior parte sono incentivi sulle tasse, basati sulla posizione geografica. Inoltre l'Iranian Foreign Trade Industrial Zones e la Special Economic Zones offrono incentivi in termini di visti per stranieri, tasse e benefici doganali. E' possibile fare un contratto sulle tasse rimborsabili con un ministero o un'agenzia del governo. In base a tale contratto il contribuente straniero, deve schedare la dichiarazione fiscale, pagare le tasse e accordarsi per la valutazione in conformità alla normativa. La tassa pagata viene poi recuperata dal titolare del contratto (l'azienda per la quale il progetto è stato eseguito in base al contratto). Gli incentivi sulle esportazioni, inoltre comprendono tassi di spedizione ridotti e il rimborso delle imposte doganali e l'imposta sul beneficio commerciale per i beni riesportati. In più, per incoraggiare le esportazioni non petrolifere, è possibile esportare beni artigianali, agricoli e determinate voci di manufatti senza restrizioni sui conseguenti ricavi del cambio straniero. Le nove zone economiche speciali (SEZs), sono importanti destinazioni di stoccaggio e spedizione di beni. Esse possiedono i mezzi migliori per caricare e scaricare merci, con stoccaggio e distribuzione adeguate. Le imposte doganali non sono applicate ai beni e le merci spedite oltremare dalle seguenti località: - Sarakh nord-est, ai confini con il Turkmenistan; - Sirjian, provincia di Kerman; - porto di Bandar Anzali, provincia di Gillan (il porto a nord del paese); - Khuzestan, vicino ad Abadan e Khoram-Shahr (porto del golfo persiano); - Salafchegan, vicino Qom; - Arg-e-Jadid, vicino Kerman e Bad; - Khoram-Shahr, ai confini con l'Iraq; - Julfa; - Imam Khomeini, specializzata nelle attività petrolchimiche. Nelle free-trade zones (FTZs) invece, sono disponibili i seguenti incentivi per gli investitori: - le società o le attività industriali all'interno di qualsiasi FTZs sono esenti da tutti i tipi di tasse per 15 anni; - gli spostamenti all'interno o al di fuori di qualsiasi FTZs non richiede visti di entrata; - gli investimenti stranieri sono garantiti in conformità del FIPPA; - è possibile il possesso straniero del 100%; - non ci sono restrizioni sul rimpatrio dei capitali; - vi è la libera circolazione della moneta; - sono autorizzate banche offshore; - sono protetti sia il marchio commerciale registrato che i diritti della proprietà intellettuale. Sono infine richieste autorizzazioni per la maggior parte delle esportazioni e per qualcuna è necessaria la preventiva approvazione del governo. Determinati beni invece non possono essere esportati. Zone franche Il Free Zones Act del settembre 1993 ha istituito tre zone di libero commercio, nelle quali gli investimenti beneficiano di 15 anni di esenzione fiscale e di dazi doganali ridotti. Sono tutte collocate sulla costa meridionale e con accesso alle grandi rotte internazionali sul Golfo Persico, il Mare di Oman e l’Oceano Indiano: 1. l’area portuale di Chabahar: affacciata sul Mare di Oman su di un’area di circa 145 kmq, è rilevante sia per la pesca e la coltivazione di frutti tropicali, che come naturale area commerciale di sbocco per le repubbliche asiatiche dell’ex URSS. Sulle banchine del porto sono movimentate 2 milioni di tonnellate di merci l’anno e l’area si estende anche all’aeroporto internazionale; 2. l’isola di Qeshm: è la più grande del Golfo Persico, con 330 kmq, e dista 22 km da Bandar Abbas e 220 dagli Emirati Arabi Uniti. Ricca di giacimenti e raffinerie di gas naturale, l’isola, collocata all’imbocco dello Stretto di Hormoz, rappresenta anche un’interessante meta turistica; 3. l’isola di Kish: è la seconda per dimensioni nel Golfo Persico, con 91 kmq e dista 200 km dagli EAU e 300 dal porto di Bandar Abbas. Paradiso turistico tropicale, l’isola si presta soprattutto all’allocazione di alberghi e di stabilimenti turistici, nonché di magazzini merci. Ad esse si aggiunge la zona di Sarakhs, al confine con il Turkmenistan, operativa dal maggio 1996. Si tratta di aree che dispongono di adeguate infrastrutture e servizi, inclusa la presenza di banche straniere, offshore e non, l’assenza di restrizioni valutarie, la non necessità per gli stranieri di disporre di visto di ingresso ed in generale un basso livello di burocrazia. A ciò si associa la disponibilità di valido personale, infrastrutture e di energia, nonché l’assenza di limitazioni alla partecipazione straniera, che può arrivare al 100%, con la garanzia di tutela dell’investimento e la possibilità di un suo integrale rimpatrio. Inoltre, l’investitore estero può acquistare beni immobili siti nell’area o affittarli a tariffe ragionevoli. Le transazioni originate o destinate a società ivi allocate non scontano dogana né sono assoggettati ad imposte. La gestione delle Free Trade Zones è affidata ad un comitato interministeriale che coinvolge 14 dicasteri, e ciascuna zona ha una propria amministrazione, dotata di personalità giuridica. Nelle free-trade zones (FTZs) invece, sono disponibili i seguenti incentivi per gli investitori: - le società o le attività industriali all'interno di qualsiasi FTZs sono esenti da tutti i tipi di tasse per 15 anni; - gli spostamenti all'interno o al di fuori di qualsiasi FTZs non richiede visti di entrata; - gli investimenti stranieri sono garantiti in conformità del FIPPA; - è possibile il possesso straniero del 100%; - non ci sono restrizioni sul rimpatrio dei capitali; - vi è la libera circolazione della moneta; - sono autorizzate banche offshore; - sono protetti sia il marchio commerciale registrato che i diritti della proprietà intellettuale. Inoltre, in Iran vi sono nove zone economiche speciali (SEZs), importanti destinazioni di stoccaggio e spedizione di beni. Esse possiedono i mezzi migliori per caricare e scaricare merci, con staccaggio e distribuzione adeguate. Le imposte doganali non sono applicate ai beni e le merci spedite oltremare dalle seguenti località: - Sarakh nord-est, ai confini con il Turkmenistan; - Sirjian, provincia di Kerman; - porto di Bandar Anzali, provincia di Gillan (il porto a nord del paese); - Khuzestan, vicino ad Abadan e Khoram-Shahr (porto del golfo persiano); - Salafchegan, vicino Qom; - Arg-e-Jadid, vicino Kerman e Bad; - Khoram-Shahr, ai confini con l'Iraq; - Julfa; - Imam Khomeini, specializzata nelle attività petrolchimiche. Normativa societaria La costituzione di una società in Iran è disciplinata dal Commercial Code che è la principale normativa commerciale. Sebbene il codoce sia stato emanato nel 1932, la sezione riguardante le joint stock company è stata significatamente modificata nel 1969. Sono previsti differenti tipi di società nella legislazione nazionale iraniana. I più diffusi sono la "private joint stock company" (sherkat saharni khass) e "public joint stock company" (sherkat saharni am). La società per azioni è definita dalla legge come una società il cui capitale è diviso in azioni e la responsabilità degli azionisti è limitata al capitale azionario. La principale differenza tra la "private joint stock company" e la "public joint stock company" risiede nel fatto che quest`ultima può vendere le sue azioni e le sue obbligazioni al pubblico mentre la prima non ne ha facoltà. La "private joint stock company" è la più usuale forma societaria in Iran e forse è la più adatta per quanto riguarda gli investimenti stranieri. Le società per azioni devono essere composte da almeno tre azionisti nel caso di una "private" e almeno da cinque nel caso di "public". Gli azionisti partecipano al capitale, ai profitti, alle perdite e alla liquidazione in proporzione alla loro quota. La responsabilità di ogni azionista è limitata al valore della sua quota e, a meno che non si tratti di frode, non c`è responsabilità dell`azionista. In quanto tale, una S.p.A., nel diritto iraniano, possiede personalità giuridica e può citare ed essere citata in giudizio. Al momento della costituzione, il capitale minimo è di un milione di Rials per una "private company" e di cinque milioni per una "public company". I conferimenti potranno essere in denaro o in beni per una "public joint stock company" ed un minimo del 20% del capitale dovrà essere riservato al pubblico. La "joint stock company" è amministrata attraverso un Consiglio di Amministrazione eletto dagli azionisti. Gli azionisti godono degli stessi diritti riconosciuti in altri paesi come il diritto di partecipare alle assemblee dei soci, ricevere rapporti finanziari, eleggere/sostituire membri del Consiglio di Amministrazione e votare sulle decisioni più importanti della società. Requisiti di una "public joint stock company" Capitale minimo: 5 milioni di Rials. I soci fondatori devono sottoscrivere almeno il 20% del capitale della società e versare almeno il 35% della sottoscrizione iniziale. Il valore nominale di un`azione non può eccedere i 10.000 Rials e deve essere uguale per ciascuna azione. Il capitale conferito in forma di know-how è soggetto alla valutazione di esperti. Dagli utili netti annuali deve essere dedotta una somma pari al 5% di essi per costituire una riserva, fino a che questa non abbia raggiunto il 10% del capitale sociale. Poiché il sistema fiscale iraniano prevalentemente rapporta gli utili al capitale, la maggior parte delle società tende ad aumentare la propria capitalizzazione in proporzione con il patrimonio netto, in modo che il rapporto utili/capitale rimanga in linea con le norme. Requisiti di una "private joint stock company" Capitale minimo: 1 milione di Rials. I soci fondatori devono sottoscrivere il 100% del capitale e versare almeno il 35% dei conferimenti in denaro e il 100% dei conferimenti in beni. Gli amministratori di una "private company" devono essere almeno due. Requisiti comuni Il numero dei soci fondatori o degli azionisti non può essere inferiore a tre. Gli amministratori devono essere almeno 5 per la public company e 2 per la private. Le azioni possono essere al portatore o nominative, ordinarie o privilegiate. Le società devono sottoporre il bilancio, certificato da una società di revisione, al Ministero dell`Economia e Finanza entro i primi 4 mesi del calendario iraniano (che inizia il 21 marzo) o dell`anno fiscale della società. La maggioranza nell`assemblea dei soci fondatori e nelle assemblee straordinarie è di 2/3 dei presenti aventi diritto al voto; nelle assemblee ordinarie la maggioranza è il 51%. Gli azionisti che detengono almeno il 20% del capitale sociale possono convocare l`assemblea degli azionisti o rivolgersi al tribunale. Sedi secondarie Una società non iraniana può effettuare la sua attività di vendita e di prestazione di servizi attraverso una sede secondaria in Iran. Secondo la legislazione iraniana una sede secondaria non è una entità separata rispetto alla casa madre, pur disponendo di uffici e di patrimonio in Iran. Tuttavia, secondo gli artt. 3 e 4 della Legge sulla registrazione delle società, una società straniera che voglia condurre attività economiche in Iran deve essere iscritta nel registro delle imprese dello Stato di appartenenza come persona giuridica e poi registrata in Iran. Il direttore della sede secondaria è nominato dal Consiglio di amministrazione della sede principale, per la gestione della sede in Iran. Tale sede è soggetta alla tassazione degli utili realizzati in Iran e nel caso di un imprenditore, all`imposta sul reddito per l`attività effettuata in Iran. La procedura per costituire una filiale è generalmente la stessa di quella seguita per una "joint stock company". Comunque è da notare che, per la registrazione della sede secondaria in Iran sono richiesti lo Statuto della sede principale e la delibera del Consiglio di amministrazione, che autorizza l`apertura della filiale in Iran. Imposte Sono sottoposti a tassazione i redditi prodotti da società iraniane per l`attività svolta in Iran o all`estero, senza distinzione tra società parzialmente o completamente possedute da iraniani. Le società e gli imprenditori sono soggetti a tassazione per l`attività svolta in Iran. L'aliquota è del 25%, pagabile sui profitti delle aziende delle società commerciali. Le aliquote d'imposta sono applicate sui profitti della società adeguati alle tasse, indipendentemente da cio che hanno distribuito. Il profitto tassabile delle joint venture, invece è determinato secondo le regole relative alle società per azioni residenti e non. L'articolo 111 della Legge sull'imposizione diretta del 1988, con successiva modifica nel 1999, disciplina le fusioni e le unioni. Tale tipi di attività sono esenti dal bollo che viene applicato per la registrazione delle joint venture. Tutti il lavoro realizzato da contraenti stranieri è tassato, a prescindere se la società sia registrata o meno in Iran. Per i ciontratti firmati fino al 21 marzo del 2003, il reddito lordo tassabile è calcolato come qiuetanze dell'intero contratto meno il costo del materiale importato. Il reddito poi è tassato al 12% del reddito lordo tassabile, meno il mantenimento del contratto. Per i contratti firmati dopo il 21 marzo 2003, il reddito tassabile è le quietanze dell'intero contratto meno spese del contratto. Il reddito è tassato al 25% meno il 5% delle tasse trattenute alla fonte. Non vi sono tasse sui dividendi. Dopo la tassazione sui profitti della società al 25%, non vi è la tassa sul bilancio, anche se è distribuito come dividendi o conservato nella società. Non gravano tasse sugli interessi pagate alle banche. Comunque, se l'interesse è pagato ad un ente non bancario, poi il profitto dell'80% si applica sull'interesse ad una aliquota del 25%. L'ineresse è una spesa deducibile. In Iran non c'è l'Iva. Il governo ha fatto una proposta di legge per instituire l'Iva con un'aliquota al 7% nel 2005, ma dopo la discussione del Majlis ad agosto del 2006, il voto finale ha respinto la proposta a febbraio 2007. Secondo accordi di reciprocità inoltre, le compagnie aree e navali di alcuni paesi sono esenti dalla tassazione sugli utili percepiti in Iran per il trasporto di passeggeri e i servizi cargo. Esenzioni fiscali sono specificatamente previste negli artt. 132 e 146 della Legge sull`imposizione diretta e sono applicabili ai redditi provenienti dalle attività manifatturiere e minerarie per periodi di durata da 4 a 8 anni a decorrere dalla data di inizio delle operazioni. Inoltre il 20% degli utili derivanti dalle suddette attività più assemblaggio è esente da imposte sul reddito. Il reddito percepito attraverso l`export dei prodotti industriali finiti è totalmente esente, mentre il reddito percepito dall`export di altri beni e prodotti lo è per il 50%. Nell`ambito del programma di industrializzazione dell`Iran, i contratti di assistenza tecnica sono soggetti ad aliquote di imposta più basse, purché parte del lavoro sia svolto in Iran ed il contratto sia stipulato con una organizzazione governativa (o affiliata). Proprietà intellettuale La legge di Registrazione di Marchi e Brevetti del 1931 dispone che un marchio è qualsiasi tipo di logo, disegno, immagine, lettera, numero, parola ecc., adottati per identificare e distinguere beni e servizi. Il requisto essenziale è che il marchio presentato per la registrazione debba essere distintivo. L'articolo 31 di tale legge, prevede che qualsiasi inventore che abbia ottenuto il riconoscimanto del brevetto al di fuori dell'Iran, ha il diritto di richiedere il brevetto anche in Iran e questo sarà valido per il restante periodo di durata dell'originale. Inoltre in Iran vige dal 1970 una legge per la protezione dei diritti di autori, compositori e artisti. Iran, infine, ha stipulato le seguenti convenzioni in materia: la Protection of Industrial Property (conosciuta come la Convenzione di Parigi), 1959; la World Intellectual Property Organization, 2002; Madrid Agreement Concerning the International Registration of Marks, 2003; Lisbon Agreement for Protectin of Appellation of Origin and their International Registration, 2005. Mercato del lavoro PARAGRAFO OMESSO IN QUESTA SCHEDA ESEMPLIFICATIVA Disciplina doganale L'Iran ogni anno aggiorna le norme di controllo sulle importazioni ed esportazioni con efficacia dal Nuovo Anno iraniano che inizia il 21 marzo. Il settore pubblico controlla la maggior parte delle importazioni di beni e servizi. Le imposte doganali sono applicate su quasi tutti i beni importati nel paese, su base ad valorem e con valore cif (costo, assicurazione e spedizione). Inoltre l'Iran segue il Sistema di Codificazione e Descrizione Armonizzato per la classificazione dei beni e beneficia del c.d. Sistema delle Preferenze Generalizzate (S.P.G), previsto dall`Unione Europea al fine di garantire il progresso dei Paesi in via di Sviluppo. Il Duty Unification Act, approvato a gennaio 2003, ha unificato varie tasse e imposte su beni e servizi, a prescindere se siano stati importati o prodotti in Iran. La legge prevede un imposta doganale del 4% del valore del cif, su tutti i beni importati. Un'indennità fiscale commerciale, comunque, varia a seconda dei beni che sono stati importati. Macchinari, attrezzature, pezzi di ricambio e materie prime importate da unità ed istituzioni industriali, agricole, minerarie, sanitarie e scolastiche possono essere esentate interamente o parzialmente dalle imposte doganali e dalle indennità fiscali commerciali. Le importazioni dei beni di consumo generalmente hanno tariffe del 3050%. Sulle merci importate vige una tassa commerciale calcolata sul valore FOB delle merci. Dall’inizio del 2002, il regime di cambi multipli è stato abolito ed è stato istituito un tasso unico. Nonostante questo sia definito tasso “di mercato”, la banca centrale esercita su di esso uno stretto controllo. Per la procedura di sdoganamento sono richiesti i seguenti documenti doganali: · dichiarazione doganale con la descrizione della merce; · certificati di ingresso della merce in dogana; · lettera di vettura; · fattura commerciale; · autorizzazione di importazione; · certificato di igiene o di qualità; · fattura proforma; · documento che prova che le valute sono state depositate. L`impresa che intende importare deve infatti avere a disposizione valute depositate in un conto bancario, procedere alla registrazione dell`ordine presso il Ministero del Commercio e depositare una parte dell`importo dell`ordine in rial. Sarà la banca dell`importatore a pagare l`importazione, in genere tramite lettera di credito. Sulle importazioni sussistono una serie di restrizioni. Per permettere l'ingresso dei beni nel Paese, infatti, sono richiesti i certificati di origine e determinati fornitori o paesi possono entrare a far parte della "lista nera", di volta in volta; mentre altri paesi possono ricevere un trattamento di favore per varie ragioni, quale ad esempio avere una bilancia dei pagamenti favorevole all'Iran. L'iran, inoltre proibisce le importazioni da Israele e bandisce l'importazione di prodotti di carne di maiale ed alcol, perchè la fede islamica proibisce tali prodotti. Tutte le importazioni devono avere la licenza commerciale rilasciata dal Ministero del Commercio e devono essere registrate con quel ministero. I documenti esportati dall'Iran, infine, devono essere autenticati dall'ufficio consolare iraniano e dalla camera di commercio del paese esportante. Per quanto riguarda le esportazioni, i beni esportati dall'Iran non sono soggetti ad imposte doganali; però sono richieste autorizzazioni per la maggior parte delle esportazioni e la maggior parte delle esportazioni devono essere sottoposte ad autorizzazione del governo. Gli esportatori, però sono obbligati a rimpatriare il 100% dei propri profitti in valuta estera provenienti dalle esportazioni non petrolifere, rivendendole al sistema bancario iraniano. Le ditte esportatrici hanno tuttavia il permesso di importare il 50% in più di merce. In Iran vi sono nove zone economiche speciali (SEZs), importanti destinazioni di stoccaggio e spedizione di beni. Esse possiedono i mezzi migliori per caricare e scaricare merci, con stoccaggio e distribuzione adeguate. Le imposte doganali non sono applicate ai beni e le merci spedite oltremare dalle seguenti località: - Sarakh nord-est, ai confini con il Turkmenistan; - Sirjian, provincia di Kerman; - porto di Bandar Anzali, provincia di Gillan (il porto a nord del paese); - Khuzestan, vicino ad Abadan e Khoram-Shahr (porto del golfo persiano); - Salafchegan, vicino Qom; - Arg-e-Jadid, vicino Kerman e Bad; - Khoram-Shahr, ai confini con l'Iraq; - Julfa; - Imam Khomeini, specializzata nelle attività petrolchimiche. Sistema fiscale Il sistema fiscale iraniano si basa su una legge del 1988 (Direct Taxation Act) emendata nel 1992. La legge finanziaria approvata nel 2002 ha ridotto le aliquote delle imposte societaria e sul reddito personale. L’imposta sul reddito delle società è costituita da una tassa pari al 10% del reddito tassabile, cui si aggiunge un'aliquota che varia dal 12% al 25% (e non più il 65%), secondo gli scaglioni di reddito; l'imposta riguarda anche le persone giuridiche non iraniane per il reddito ricavato in Iran. L’imposta sul reddito personale varia dallo 0 ad un massimo del 35% (e non più del 54%). Gli impiegati stranieri sono tassati sullo stipendio e le rispettive indennità di lavoro sui loro incarichi in Iran. L'imposta sui salari è dedotta alla fonte su base mensile. Per quanto riguarda gli incentivi, sono particolarmente incoraggiati gli investimenti in aree quali l'attività industriale e mineraria. Esenzioni fiscali di 8, 6 o 4 anni sono previste per i redditi provenienti da alcune tipologie di attività ritenute prioritarie, svolte da imprese che hanno ricevuto l'autorizzazione di stabilimento da parte dei ministeri competenti. Nel caso le imprese siano stabilite in aree depresse, beneficiano di un periodo di esenzione più lungo (pari a metà del periodo di esenzione previsto per l'attività in questione). L'esportazione di beni manifatturieri e di prodotti non-oil usufruiscono, rispettivamente, di un'esenzione del 100% e del 50%. I redditi provenienti da attività nel settore industriale e minerario, dirette all'espansione o al rinnovamento delle strutture esistenti sono esenti dal pagamento dell'imposta sul reddito. Sistema creditizio e finanziario PARAGRAFO OMESSO IN QUESTA SCHEDA ESEMPLIFICATIVA. Strumenti nazionali di cooperazione Decreto Lgs. 143/98 e D.M. 136/2000 Finanziamenti a tasso agevolato concessi dalla SIMEST S.p.A a imprese italiane, ai loro consorzi o associazioni, per la realizzazione di: a) studi di prefattibilità e fattibilità connessi all’aggiudicazione di commesse in paesi non appartenenti all’Unione europea; b) programmi di assistenza tecnica e di studi di fattibilità collegati a esportazioni o ad investimenti italiani in paesi non appartenenti all’Unione europea. Le domande di finanziamento devono esser presentate alla SIMEST S.p.A., Corso Vittorio Emanuele II n. 323, 00186 Roma. Per informazioni e per la modulistica consultare il sito Internet: http://www.simest.it/ FINMED E’ un fondo rotativo finalizzato a sostenere gli investimenti delle imprese italiane attraverso l’acquisizione da parte della SIMEST, in nome e per conto del Ministero delle Attività Produttive, Direzione generale per le Politiche di Internazionalizzazione, di quote del capitale dell’investimento. I finanziamenti aggiuntivi sono per l’insediamento di imprese nei seguenti paesi: Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese; Iraq, o in Paesi confinanti con l’Iraq (Iran, Arabia Saudita, Kuwait), purché l’oggetto sociale preveda in via esclusiva o prevalente l’attività nel suddetto paese. Tutti i restanti Paesi dell’Africa, compresi quelli insulari. Le domande di finanziamento devono esser presentate alla SIMEST S.p.A., Corso Vittorio Emanuele II n. 323, 00186 Roma. Per informazioni e per la modulistica consultare il sito Internet: http://www.simest.it/ Legge n. 1083 del 29 ottobre 1954 E’ una legge che consente di corrispondere contributi finanziari ad Enti, Istituti, Associazioni per la realizzazione di progetti di attività promozionale (organizzazione di mostre all’estero, partecipazione a fiere, mostre ed esposizioni estere, per l’incremento delle esportazioni dei prodotti dell’artigianato), di rilievo nazionale, volte allo sviluppo delle esportazioni italiane. Sono agevolabili le azioni promozionali, attuate a sostegno delle imprese italiane, relative a: · informazione tramite cataloghi, repertori, pubblicità sui media, visite di giornalisti esteri presso fiere in Italia; · formazione e addestramento mediante corsi, seminari; · contatti per la conclusione di affari mediante partecipazione a fiere o mostre all’estero, o visite di operatori esteri a fiere italiane; · assistenza e consulenza mediante servizi. La domanda in bollo, firmata dal legale rappresentante, entro il termine fissato dall’Amministrazione con apposito decreto emanato annualmente deve essere presentata: Ministero delle Attività Produttive Direzione Generale per gli scambi e l'internazionalizzazione delle imprese Viale Boston, 25 - 00144 Roma Per informazioni consultare il sito internet: www.mincomes.it/strumenti/a2.htm Legge n. 304 del 20 ottobre 1990 - Art. 3 E’ la legge che prevede il finanziamento a tasso agevolato delle spese da sostenere per la predisposizione delle offerte di partecipazione a gare internazionali. Sono considerate internazionali le gare indette in paesi non appartenenti all’Unione europea (ivi incluse le gare riservate ad imprese italiane e quelle indette da organismi europei per commesse da realizzare in paesi non facenti parte dell’Unione europea).L’obiettivo è di facilitare la partecipazione delle imprese italiane a gare internazionali indette in paesi non appartenenti all’Unione Europea. L’ammontare del finanziamento varia in rapporto al valore della commessa e comunque non superiore a euro 1.032.000 per impresa beneficiaria ed a euro 2.582.000 per ciascuna gara internazionale. La durata del finanziamento è di 4 anni, compreso un periodo di preammortamento non superiore ad 1 anno e mezzo. La domanda di finanziamento deve essere indirizzata alla SIMEST S.p.A, Corso Vittorio Emanuele II n. 323, 00186 Roma. Per informazioni e per la modulistica consultare il sito Internet: http://www.simest.it/ Legge n. 394 del 29 luglio 1981 La legge finanzia programmi di penetrazione commerciale all’estero, favorendo la realizzazione di strutture permanenti e di attività di supporto promozionale da parte di imprese italiane in paesi non appartenenti all’Unione europea. I contributi finanziano la costituzione di un insediamento durevole, inteso come presenza stabile e qualificata, costituito generalmente da uffici di rappresentanza, filiali di vendita, centri di assistenza, magazzini, sale espositive. E’ ammesso il finanziamento di strutture già esistenti all’estero. Le domande di finanziamento devono essere indirizzate alla SIMEST S.p.A., Corso Vittorio Emanuele II n. 323, 00186 Roma. Per informazioni e per la modulistica consultare il sito Internet: http://www.simest.it/ Legge n. 83 del 21 febbraio 1989 Il Ministero delle Attività Produttive (ex - Ministero Commercio Estero) concede contributi a consorzi fra piccole e medie imprese (PMI) che hanno come scopo esclusivo la promozione e/o l'esportazione dei prodotti dei consorziati. Sono ammesse al contributo le spese ordinarie di gestione e le spese promozionali. La domanda di contributo deve essere indirizzata al Ministero delle attività Produttive, D.G. per la promozione degli scambi e l'internazionalizzazione per le imprese - Div. VIII, Viale Boston, 25 - 00144 Roma. Per informazioni consultare il sito Internet: www.mincomes.it/strumenti/a2.htm SIMEST - Legge 100 del 24 aprile 1990; Decreto Lgs 143/98; D.M. 113/2000 La SIMEST S.p.A, finanziaria a partecipazione pubblica e privata, è l'istituzione di riferimento per lo sviluppo e la promozione delle imprese italiane all'estero (al di fuori della Ue). SIMEST è chiamata a gestire tutte le agevolazioni pubbliche destinate a sostenere le esportazioni italiane, la presenza commerciale e gli investimenti italiani all'estero, incentiva la costituzione di imprese a capitale misto (joint-venture) da parte di operatori italiani all'estero, fornisce assistenza e consulenza per tutte le fasi dell'avvio e della realizzazione degli investimenti. Le domande di finanziamento devono esser presentate alla SIMEST S.p.A., Corso Vittorio Emanuele II n. 323, 00186 Roma. Per informazioni e per la modulistica consultare il sito Internet: http://www.simest.it/ Principali trattati Accordo Italia-Iran sulla reciproca promozione e protezione degli investimenti Firmato a Roma il 10 marzo 1999 e ratificato con Legge 11 luglio 2002, n. 171 Accordo Italia-Iran per i trasporti internazionali su strada Firmato a Roma il 25.7.1990: nel mese di dicembre 1992 è stato ratificato da parte iraniana. Non è in vigore in mancanza della ratifica italiana. Accordo di cooperazione scientifica Nell`ottobre `96 è stato firmato il programma esecutivo dell`Accordo culturale fra Italia ed Iran per gli anni 1996-99. Esso prevede il rilancio della cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra i due paesi. Accordo per il riscadenzamento del debito Raggiunto tra SACE, MEDIOCREDITO e Banca Centrale iraniana su base privatistica in data 28.7.1994. Accordo per il riscadenzamento delle Raggiunto tra MEDIOCREDITO e Bank Tejarat e quote di scoperto assicurativo di crediti Bank Markazi a Roma in data 27.6.95. assicurati “Credit Extension Agreement” Strumenti comunitari di cooperazione La Repubblica Islamica dell’Iran e l’Unione Europea hanno iniziato un dialogo nel 1998 per esplorare possibili elementi di cooperazione. Nel 2001 la Commissione Europea, attraverso una comunicazione ufficiale ha precisato le prospettive e le condizioni per lo sviluppo di forme più strette di relazione con l’Iran. Uno degli obiettivi principali era quello di concludere un accordo di cooperazione commerciale e, a tal proposito, nel 2002, sono state avviate trattative che sono ancora in fase di sviluppo. Inoltre, in considerazione di una futura entrata dell’Iran nell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), un tale accordo permetterebbe una più stretta collaborazione tra UE e Iran su una vasta gamma di settori quali: scienza e tecnologia, energia, trasporti, ambiente, lotta alla droga, migrazione, educazione e agricoltura, oltre alla possibilità di far aderire l’Iran alle regole dell’OMC. Una collaborazione più intensa tra le due parti non può però prescindere da rapporti politici più stretti. Ecco perché L’UE e l’Iran hanno iniziato le negoziazioni per un Accordo di Dialogo Politico su questioni fondamentali come: la situazione in Medio Oriente, la non proliferazione delle armi di distruzione di massa, i diritti dell'uomo e la lotta contro il terrorismo. Attualmente, però, sia il dialogo sugli accordi economici che quello sugli accordi politici sono in una fase di stallo a causa delle controversie nate intorno al programma nucleare iraniano. L’Iran infatti non ha aderito alle regole dell’International Atomic Energy Agency (IAEA) e non ha fornito le rassicurazioni necessarie sulla natura pacifica del suo programma nucleare. Per questo motivo lo United Nations Security Council (UNSC) ha adottato cinque risoluzioni successive ( n° 1696, 1737, 1747, 1803 e 1835) che riguardano misure restrittive sull’acquisizione da parte dell’Iran di materiale balistico, nucleare e di equipaggiamenti e tecnologie militari. Tuttavia l’UE propone costantemente il suo appoggio totale per un soluzione negoziata a questo problema. Progetti multilaterali L`Iran è destinatario dei finanziamenti della Banca Mondiale. La Banca Mondiale, attraverso la IBRD - International Bank for Reconstruction and Development - finanzia progetti e fornisce assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo (PVS). I prestiti IBRD hanno in genere un periodo di garanzia di 5 anni, sono rimborsabili in un arco di tempo compreso fra i 15 e i 20 anni e vengono accordati al governo o a entità pubbliche. Il tasso di interesse richiesto dalla banca è calcolato sulla base del costo medio della raccolta, fonte primaria di finanziamento delle operazioni di prestito. I prestiti IBRD si indirizzano prevalentemente verso alcuni settori: - Programmi per lo sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, settore demografico, settore sociale). - Protezione dell’ambiente. - Sviluppo del settore privato e del settore finanziario. - Sostegno alle riforme economiche. Per l`assistenza ai paesi più poveri la Banca Mondiale opera attraverso l`IDA - International Development Association - che rappresenta la maggior fonte finanziaria per i 78 paesi più poveri del mondo, il cui reddito pro capite non supera gli 895 dollari USA (nel 1998). I crediti IDA vengono concessi a condizioni molto vantaggiose: senza interessi, hanno una durata di 35 o 40 anni e un periodo di tolleranza di dieci anni. Obiettivi prioritari dell’assistenza finanziaria IDA sono: - servizi sociali di base (nutrizione, sanità, istruzione primaria, risorse idriche, ammortizzatori sociali di base); - allargamento della base della crescita economica (sostegno alle riforme macroeconomiche e strutturali, sostegno al settore privato: piccolemedie imprese e settore finanziario); - sostegno alla corretta amministrazione del settore pubblico; - protezione dell’ambiente, anche attraverso iniziative trasversali in settori quali lo sviluppo rurale, urbano e dei trasporti. Contatto presso la Banca Mondiale (sede di Washington) per l`area Medio Oriente e Nord Africa: Gena Gorospe Tel. (++1 202) 473-1423 Hanan Dowidar Tel. (++1 202) 473 7199 La richiesta di adesione al World Trade Organisation (WTO) da parte dell’Iran, presentata nel 1996, è stata sempre osteggiata dagli Stati Uniti. A marzo 2005, però, gli USA hanno cambiato la loro posizione, acconsentendo alla concessione del pacchetto di incentivi, proposto dall’Unione Europea con lo scopo di dissuadere il governo iraniano dal proseguire nel suo programma nucleare. In conseguenza, il WTO ha formalmente deliberato, a maggio, l’inizio dei negoziati di adesione con l’Iran, che ora ha lo status di osservatore e può presenziare a tutte le riunioni dell’Organizzazione. Gli USA hanno voluto sottolineare di aver acconsentito solo all’avvio di negoziati, che potrebbero infatti durare per anni. Principali eventi promozionali Consultare il sito "Fiere nel Mondo" dall'home page del sito www.schedepaese.it Informazioni di viaggio Prefissi internazionali 00 98, prefisso per il Paese 21 Tehran L'Iran al momento è collegato al sistema GSM dei telefoni cellulari (roaming) solo con utenze italiane con contratto (non con schede prepagate). Tramite la Direzione degli alberghi e agenzie del settore, è possibile noleggiare telefoni cellulari iraniani per brevi periodi, di cui si raccomanda di munirsi qualora si intraprenda viaggi all'interno del Paese. Fuso orario 3 ore e mezzo avanti rispetto all’orario del Meridiano di Greenwich; 2 ore e mezzo avanti rispetto all’Italia (1 ora e mezzo avanti con l’orario legale) Visto Visto d’ingresso: necessario. Il visto d'ingresso è rilasciato dalle Autorità Diplomatiche iraniane in Italia (Ambasciata – Sezione consolare, Via Nomentana 363, Roma tel:06-86328485-6, fax:06-86215287; Milano: Consolato P.zza Diaz 6, tel: 02-8052615-8055852-, fax:02-72001189). Per coloro che si recano in Iran per motivi diversi dal turismo (lavoro, studio, ecc..) è necessario richiedere il visto con congruo anticipo rispetto alla data di partenza, ad uno dei Consolati iraniani presenti in Italia. Se si intende visitare l’Iran, per turismo e per un periodo non superiore ai 14 giorni di permanenza, è possibile ottenere il visto direttamente all’aeroporto di arrivo. Il visto può essere, in questo caso, rilasciato presso gli aeroporti di Teheran, Esfahan, Shiraz e Mashad previa compilazione di un formulario e presentazione dei seguenti documenti: · passaporto con una validità residua di almeno 6 mesi; · una fotografia formato 3x4 cm; · biglietto di ritorno non oltre i 7 giorni dall’arrivo. Si precisa che il rilascio del visto, anche in presenza di tutti i requisiti succitati, non è garantito. Chi ha avuto in passato un rifiuto di visto per l’Iran non potrà usufruire di questa agevolazione. Se si ha la necessità di raggiungere un Paese terzo passando per l’Iran, è possibile ottenere un visto di transito direttamente in aeroporto che consente una permanenza nella Repubblica Islamica per un massimo di 7 giorni. Anche questo tipo di visto può essere rilasciato solo presso gli aeroporti di Teheran, Esfahan, Shiraz e Mashad previa compilazione di un formulario e presentazione dei seguenti documenti: · passaporto con una validità residua di almeno 6 mesi; · una fotografia formato 3x4 cm; · biglietto confermato per il Paese terzo da raggiungere; · visto valido per il Paese terzo. Il visto costa 50 dollari per il titolare del passaporto e 10 dollari per ogni eventuale accompagnatore iscritto nello stesso passaporto. Si fa presente che il rilascio del visto, anche in presenza di tutti i requisiti esposti, non è garantito. Sono esclusi dalla possibilità di ottenere il visto di transito direttamente in aeroporto, i cittadini statunitensi, canadesi, argentini, cechi, britannici, egiziani e giordani. Settimana lavorativa La settimana lavorativa in Iran si articola su 5 giorni, dal sabato al giovedì; molti uffici governativi e compagnie private sono chiuse anche il giovedì. Venerdì è giorno festivo per tutti. Orari: Gli uffici sono aperti, di norma, solo la mattina. Carte di credito Le carte di credito accettate, appartengono generalmente al circuito europeo VISA. Principali festività Il calendario iraniano comincia il 21 marzo; il sistema si rifà alla fuga del profeta Maometto dalla Mecca nel 622 d.C. ma, a differenza del calendario islamico, segue gli anni solari. La data equivalente al nostro calendario gregoriano si può ricostruire aggiungendo 621 anni alla data iraniana. L’anno 1376 è cominciato il 21 marzo 1997. La maggior parte delle vacanze è a carattere religioso ed è basata sull’anno musulmano: l’unica eccezione riguarda le celebrazioni di capodanno tra il 21 e il 24 marzo. Il primo aprile è festività pubblica perché è il giorno della proclamazione della Repubblica dell’Iran. Principali indirizzi utili Gli indirizzi ed i numeri di telefono riportati in questa sezione sono tratti da fonti ufficiali italiane e/o da fonti ufficiali del Paese. E’ tuttavia possibile un certo margine di non corrispondenza dovuto al lento aggiornamento delle fonti da parte delle diverse istituzioni ed al frequente variare delle numerazioni telefoniche nei paesi di riferimento. Ambasciate e Consolati in Italia Ambasciata della Repubblica islamica di Iran Ambasciatore S.E. Bahram Ghasemi Via Nomentana, 361/363 - 00162 Roma Tel. +39 06 86328485/6/7; fax +39 06 86328492 [email protected] Consolato della Repubblica islamica di Iran a Milano Consolato Generale Piazza Diaz, 6 20123 Milano Tel. (02) 860646 - Fax (02) 7001189 [email protected] www.persia.it/Consolato.htm Ambasciate e Consolati all'estero Ambasciata d'Italia in Iran Ambasciatore: Roberto Toscano 81, Ave. Neuphle le Château - P.O. BOX 11365-7863 Tel. 009821 6726955/6 - Fax 6726961 Telex 0088 214171 ITIE IR mailto:[email protected],%[email protected] http://http//sedi.esteri.it/teheran Consolato Italiano a Teheran Mahyar Str. N. 13 (Africa Ave.) Tel. 0098 21 204 78 02, 0098 21 204 78 03 Fax: 6726961 [email protected] Istituto Nazionale per il Commercio Estero - I.C.E Italian Embassy Trade and Promotion Section 147, Ghaen Maghame Farahani – 15537 Tehran Tel. (+98 21) 8301001 – Fax (+98 21) 8830003 Franco Passaro [email protected] Ministeri Ministero degli Affari Esteri P.O. Box 19395/4746 Tel. (+98 21) 3211 Fax (+98 21) 677991 Fax Desk Italia 6 75408 Ministero del Commercio P.O. Box 14155-6173 Tel. (+98 21) 8907651 8902565 - Fax (+98 21) 8906504 (Rel. Internazionali) Ministero del Petrolio P.O. Box 1863 Tehran Tel. (+98 21) 6412205 - Fax (+98 21) 6412352 Ministero delle Miniere e Metalli P.O. Box 1416 Tehran Tel. (+98 21) 8905686 Fax (+98 21) 8807035 Ministero delle Poste e Telecomunicazioni P.O. Box 16314 Tehran Tel. (+98 21) 8112220 Fax (+98 21) 8704218 Ministero delle strade e dei trasporti P.O. Box 4567 Tehran Tel. (+98 21) 6461920 Fax (+98 21) 6461920 Ministero dell'Industria P.O. Box 4617 Tehran Tel. (+98 21) 8903650 Fax (+98 21) 8906563 Ministero Economia e Finanze Tel. (+98 21) 301061 / 2 (Dipart. Affari Intern.li) Centr. (+98 21) 3251 Fax (+98 21) 390322 Camere di Commercio locali Camera di Commercio Industrie e Miniere 30, 7th Ave, Corner of Bocharest Tehran Tel. (+98 21) 8720529-626 Fax (+98 21) 8720529 Camera di Commercio Irano Italiana 30, 7th Ave, Corner of Bocharest-Tehran Tel. (+98 21) 8720529-626 Fax (+98 21) 8720529 Istituti e Enti Export Promotion Center (E. P.C.I.) P.O. Box 1148 Tajrish-Tehran Tel. (+98 21) 21911 Fax (+98 21) 292858-50 Principali Istituti Bancari italiani Banca Commerciale Italiana Miremad Ave., 8th ST.,N.3,2nd Fl. 15878 Tehran P.O. Box 14155 4874 Tel. (+98 21) 8754465 - Fax (+98 21) 8753301 Telex 215373 BCI IR Banca Nazionale del Lavoro Khaled eslamboli Ave., N.131, Shiraz BLDG.,2nd Fl. - 15139 Tehran Tel. (+98 21) 8727310 - Fax (+98 21) 8715635 Telex 215266 LVRE IR Stampa pagina disclaimer