Nella citt‹ medievale

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Nella citt‹ medievale
5 Tra storia e letteratura: l’età medievale – Viaggio nel tempo
Cesare Peri
Nella città medievale
Nel suo libro, intitolato Il Cavaliere dal falcone d’oro, Cesare Peri
ha ricostruito momenti di vita nel Medioevo attraverso le avventure di Michele, un giovane costretto a fuggire dal proprio villaggio e a rifugiarsi in città.
La città si presenta agli occhi di Michele come un mirabile contrasto tra ricchezza e povertà, allegria e tristezza, splendori e
sporcizia.
1. selciato: pavimen-
tazione fatta con selci,
blocchetti di roccia a sezione quadrata o rettangolare.
2. scarni: magri, affila-
ti.
3. languire: soffrire.
4. basto: sella da carico, da soma.
5. trambusto: confusione.
6. pascersi: nutrirsi.
Con grande sollievo e meraviglia Michele si affacciò sulla prima via
della città, osservando le case alte e strette, alcune in pietra, altre in
legno, che parevano saldarsi in un unico e interminabile edificio, da
una parte e dall’altra del selciato1, su cui incombevano minacciose.
Davanti alla lussuosa facciata di un’abitazione Michele si arrestò
ammirato, osservandola dal tetto alla breve gradinata che precedeva
l’uscio, finemente lavorato, presso il quale, sulla parete, stava dipinto un santo avvolto in un grande mantello azzurro con un’aureola
che luccicava come oro zecchino.
Ma quando abbassò gli occhi e per una strana sensazione si volse, vide uno spettacolo orrendo, presso cui era passato senza accorgersi:
vicino alle porte interne della città si ammassava una folla cenciosa
di mendicanti e di storpi: chi si reggeva con una gruccia, chi strisciava sulle ginocchia, sotto cui aveva legato delle suole di legno, appoggiandosi a dei minuscoli cavalletti per potersi tenere in equilibrio.
Mai aveva visto tanta miseria: volti scarni2, disperati o spenti, che invocavano un’offerta in ciotole di legno e di terracotta che avrebbero fatto ribrezzo al più povero dei contadini. Vedendo un vecchio
tentennante ed esausto, il suo cuore traboccò di sdegno e di compassione e gli occhi gli si riempirono di lacrime: come poteva la città,
ricca e potente, raccolta come una superba creatura intorno alla sua
splendida cattedrale, lasciar languire3 a quel modo dei fratelli, vera
immagine del Cristo sofferente?
C’erano però anche dame e signori eleganti che sostavano in lieta
conversazione davanti alle botteghe e si mescolavano con disinvoltura alla calca di massaie, venditori ambulanti, uomini a cavallo,
operai e muli dal basto4 carico di legna, stoffe, vasellame.
Il trambusto5 e il rumore gli infondevano un senso di gioia, ma si
sentiva anche travolto e stordito in quella gigantesca fiera, tanto
che finì col cercare riparo nei vicoli, dove il traffico era meno intenso.
Qui fu colpito dalla sporcizia maleodorante che ingombrava il selciato: la gente buttava i rifiuti dalla finestra senza curarsi dei passanti
e cani randagi e maiali vi trovavano di che pascersi6. Anche stormi
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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5 Tra storia e letteratura: l’età medievale – Viaggio nel tempo
7. corporazioni: asso-
ciazioni medievali organizzate per la salvaguardia o il raggiungimento di fini economici nell’ambito di un determinato settore della
produzione e del commercio.
8. meridiana: orologio
solare costituito da un
quadrante orario tracciato su un muro o su
un pavimento, sul quale un’asta infissa verticalmente o obliquamente rispetto al piano
del quadrante proietta
su questo la propria ombra, indicando in tal
modo l’ora del giorno.
di piccioni cercavano nutrimento nelle vie, levandosi in improvvisi
voli radenti sulla folla e volteggiando sopra i tetti.
Quando sbucò nella grande piazza, c’era ancora qualche bancarella
dal telone colorato, che la brezza serale ondulava sull’intelaiatura di
legno. Ma anche lì, in quello spazio aperto, c’era molta sporcizia e
persino rigagnoli fangosi. Tutt’intorno sorgevano splendidi edifici in
pietra e di fronte alla maestosa cattedrale, circondata su un lato da
alte impalcature, si ergeva un imponente palazzo, che Michele pensò fosse quello delle corporazioni7: l’edificio, ornato di stemmi colorati, aveva nel mezzo una massiccia torre quadrata con merli sporgenti che recava dipinta una grande meridiana8.
(da Il Cavaliere dal falcone d’oro, Salani, Milano, rid.)
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Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education