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18 Commenti e inchieste Il Sole 24 Ore Sabato 16 Luglio 2016 - N. 194 Lettere DIRETTORE RESPONSABILE Le risposte ai lettori Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli, Salvatore Padula, Alessandro Plateroti CAPOREDATTORE CENTRALE: Guido Palmieri (responsabile superdesk) CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA: Giorgio Santilli UFFICIO CENTRALE-SUPERDESK: Daniele Bellasio (responsabile web), Luca Benecchi, Fabio Carducci (vice Roma), Giuseppe Chiellino, Franca Deponti, Federico Momoli, Alfredo Sessa, Alberto Trevissoi (vice superdesk) Segretario di redazione: Marco Mariani INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza SUPERVISIONE E COORDINAMENTO AREA FINANZA: Christian Martino SUPERVISIONE E COORDINAMENTO AREA IMPRESA: Lello Naso UFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus (creative director) e Francesco Narracci (art director) RESPONSABILI DI SETTORE: Luca De Biase, Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni, Laura La Posta, Armando Massarenti, Francesca Padula, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Stefano Salis, Giovanni Uggeri SOCIAL MEDIA EDITOR: Michela Finizio, Marco lo Conte (coordinatore), Vito Lops e Francesca Milano PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: Giorgio Squinzi AMMINISTRATORE DELEGATO: Gabriele Del Torchio Europa e Asia cercano il dialogo in Mongolia UNDICESIMO VERTICE ASEM di Rita Fatiguso ULAAN BATAAR (MONGOLIA). Dal nostro inviato E uropa e Asia, insieme, in Mongolia, a Ulaan Baatar, per trovare un nuovo impulso al dialogo comune in una capitale blindata e deserta, quasi surreale; il vero rischio, infatti, si concretizza lontano dalle sterminate verdi distese della steppa. Lo sconcerto per i fatti di Nizza viene stigmatizzato in uno statement comune, l’obiettivo dell’11esimo Asem Summit è chiaro, è quello di arrivare, entro oggi, alla cosiddetta dichiarazione di Ulaan Baatar, un pronunciamento finale per ridare smalto a questa piattaforma Ue-Asia. Che si ritrova a un bivio: rimanere nel recinto di una semplice rete di incontri, per quanto variegati e declinati per temi, oppure funzionare da leva per favorire la crescita economica, la connettività, lo sviluppo dei due blocchi? L’Europa, ferita a morte dal terrorismo e traumatizzata dalla Brexit, è alle prese con la crisi e la disoccupazione, intanto qui a Ulaan Baatar schiera i suoi big, Jean-Claude Schauble, Donald Tusk, Federica Mogherini, Angela Merkel, per l’Italia c’è il ministro degli esteri Paolo Gentiloni che ha avuto una bilaterale con il Vietnam. Vorrebbe, ma fatica a ricompattarsi. L’Asia, d’altronde - ci sono tutti, spicca l’assenza di Vladimir Putin, quindi, tra gli altri, svettano Li Keqiang, Shinzo Abe, Park Geun-hye - piomba ben presto nella trappola delle beghe locali. Le divisioni all’interno dei Paesi asiatici sono un nervo scoperto, e sono destinate a influenzare pesantemente l’esito del Summit. Ieri in conferenza stampa il premier giapponese Shinzo Abe ha rilasciato dichiarazioni irritanti per Pechino: l’Asem deve esprimersi – ha detto - su Nord Corea e Mari del Sud della Cina. Ovvero come gettare benzina sul fuoco. Shinzo Abe esprime cordoglio - è il primo - per i fatti di Nizza, ma ripiomba improvvidamente e pesantemente nelle questioni interne della Cina. Uscito vincitore dalle ultime elezioni, osa dire che il Summit tra Asia ed Europa dovrebbe occuparsi di Nord Corea e quel che è peggio delle questioni dei Mari del Sud della Cina. Non una bella mossa per Abe, Pechino ha appena incassato il colpo della dichiarazione dell’Aja con la quale la Corte permanente di arbitrato ha dato ragione alle Filippine sulle isole contese. Per Pechino è una questione interna nella quale nessuno deve mettere il naso e già il fatto di aver dovuto «subire» la dichiarazione della corte suprema di arbitrato è un boccone amaro da ingoiare. Se le Filippine hanno demandato al tribunale la decisione la Cina rifiuta la sentenza della Corte dell'Aja definendola «carta straccia priva di valore giudirico». Com’era prevedibile, la questione sta già avendo implicazioni diplomatiche enormi nell’area dell’Asia-Pacifico. Il Giappone, con gli Usa e alcuni Paesi dell’Asean che hanno dispute marittime con la Cina, hanno subito dichiarato di accettare la sentenza, attirandosi, ovviamente, l’ostilità dei cinesi. Sempre ieri le Filippine hanno diffuso un comunicato stampa in cui approvano e salutano con grande giubilo la dichiarazione che, a loro avviso, crea le premesse perché la Cina non persegua nella sua strategia negazionistica. Ma la Cina non potrà mai acconsentire una dichiarazione finale Asem con riferimenti espliciti alla questione. Pechino è anche il paese con cui, Mongolia in testa, in questi giorni si stanno siglando accordi a tutto spiano. Li Keqiang, quest’anno al suo primo viaggio all’estero (e il primo viaggio di un leader cinese in Mongolia negli ultimi sei anni), ne ha in ballo almeno una ventina, di accordi, nei settori più disparati. In realtà anche se la controversia nel Mar Cinese del Sud tra Pechino e Manila è essenzialmente basata su rivendicazioni territoriali e di delimitazione marittima, la Cina vive questa disputacomeuncavallodiTroiadegliStatiUnitiedeisuoialleati (Giappone, Australia e alcuni paesi europei) per riacquistare spazio nella regione Asia-Pacifico. Xi Jinping, il presidente cinese, ha dichiarato nel discorso il primo luglio per celebrare il 95 ° anniversario della fondazione del Partito comunista cinese, che «Pechino non userà la minaccia della forza né potrà esibire la sua potenza militare inutilmente». Le frizioni, tuttavia, aumentano di giorno in giorno. Sono trascorsi, inoltre, vent’anni dalla nascita dell’Asem, nel frattempo altri strumenti di dialogo e, soprattutto, di intervento, sono nati, e si diffonderanno ancora. La Cina con l’Obor, la One Belt One Road, che guarda all’Eurasia e le sue banche e i suoi fondi. Le sinergie tra Europa e Asia, in cui ancora una volta la Cina è protagonista, per i piani di sviluppo delle infrastrutture. È davvero tempo per l’Asem di trovare una spinta reale tra due poli così apparentemente lontani e capire cosa vuol fare da grande, dal momento che ha appena superato la maturità. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’efficienza della giustizia dovrebbe essere in cima alle priorità del Governo Domenico Rosa di errori giudiziari, dall’allarmante percentuale di sentenze appellate e riformate, dall’imbarazzante ammontare dei risarcimenti per ingiusta detenzione che lo Stato è tenuto a corrispondere, a vario titolo certificati da statistiche più o meno ufficiali (es. ministeri Giustizia/Economia, associazioni private)? Si deve poi tener conto che quanto sopra evidenziato rappresenta solo la proverbiale punta dell’iceberg, non tenendo conto delle vicende di tutti quei soggetti che, malauguratamente coinvolti in vicende giudiziarie, non dispongono dei mezzi economici, e diciamo anche della necessaria resistenza psicofisica, per percorrere fino alla sua conclusione il dissestato, periclitante e onerosissimo sentiero della giustizia, non potendo letteralmente permettersi il lusso di veder eventualmente riconosciuta la propria legittima domanda di giustizia. Lettera firmata Mi ha colpito molto la sostanziale indifferenza con la quale la maggior parte dei media ha gestito la notizia del proscioglimento della professoressa, e parlamentare dimissionaria, Ilaria Capua; il che mi rafforza nella convinzione che se in Italia la giustizia funziona male la responsabilità è da attribuire, in parti eguali, alla stessa magistratura, alla politica e all'informazione. La quale dovrebbe interrogarsi, ormai da moltissimi anni, sull’equivoco che ha alimentato secondo il quale il cosiddetto diritto di cronaca non trova alcun limite, a partire dall'esigenza di tutelare l’imputato, che viene considerato immediatamente condannato al primo avviso di garanzia. Quando poi, come spesso succede, l’imputato è prosciolto o (ripetutamente) assolto, la notizia diventa una breve in cronaca, senza che alcuno (parlo sempre dell'informazione) senta il dovere di scusarsi con l’interessato. L’altro ieri, per esempio, era proprio difficile trovare sui giornali (non questo) notizia dell’assoluzione in secondo grado di Giancarlo Elia Valori e Antonio Baldassarre, accusati di manipolazione di mercato relativa a un'opera- La funzione delle intercettazioni Di intercettazioni non si può parlare, servono alle indagini e chiunque volesse regolarle non vuole la verità. Ma si potrebbe tentare una controprova della buona fede di quanti sostengono questa tesi e proporre una legge che vieti ai magistrati e, in particolare, ai procuratori, di rilasciare interviste sui procedimenti che stanno seguendo e di limitarsi a lavorare a testa bassa ed in silenzio. Ci sarebbero controindicazioni per il buon esito delle investigazioni e per l’autonomia delle toghe? A prima vista e con il buon senso non sembra, anzi. Di sicuro si metterebbe un po’ di sordina agli urlatori del circo mediatico giudiziario e si restituirebbe qualche briciolo di dignità ad una funzione critica ed indispensabile per una serena e civile convivenza delle istituzioni e dei cittadini. Lettera firmata I negoziatori non disperano di chiudere la partita entro fine anno di Beda Romano M algrado un difficile clima politico, continuano le trattative in vista di un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea (noto con l’acronimo TTIP). Ancora ieri i caponegoziatori hanno confermato che vogliono raggiungere una intesa entro fine anno. L’impegno politico c’è, nonostante la scelta inglese di lasciare l’Unione; ma su alcuni nodi le differenze tra i due blocchi sono ancora evidenti. Inoltre, il tempo stringe, e delicate elezioni si avvicinano sui due lati dell’Atlantico. «Abbiamo ancora molto da lavorare ha detto qui a Bruxelles il capo-negoziatore europeo Ignacio Bercero, al termine del 14mo round di trattative in tre anni .-. Ciò detto, abbiamo già oggi un testo consolidato su un numero ampio di capitoli del negoziato. Il lavoro di consolidamento del testo proseguirà anche durante l’estate. Penso che entro la fine di settembre il testo riguarderà tutti capitoli o quasi, al netto di alcune parti che dovranno ancora essere decise». «L’obiettivo resta di chiudere il negoziato entro fine anno», ha aggiunto il capo-negoziatore americano, Dan Mullaney, che ha notato come sul 97% dei dazi vi siano già proposte di intesa. Alcuni nodi, però, restano, come in campo agricolo quello dei prodotti con una specifica indicazione geografica. Il governo americano nota su questo fronte che le vendite europee aumentano negli Stati Uniti, mentre l’esportazione di prodotti americani verso l’Europa tende a stagnare. Da risolvere sono anche l’apertura del mercato degli appalti pubblici e le soluzioni arbitrali nelle controversie tra governi e società. Bercero ha detto che una intesa è importante «politicamente, economicamente, strategicamente». Il problema è che il quadro «si sta facendo sempre più difficile». Al di là dei crescenti sentimenti protezionistici, sia la Ue che gli Usa sono chiamati ad affrontare delicate elezioni nei prossimi mesi, che potrebbero portare al potere partiti contrari all’intesa commerciale. LA PAROLA CHIAVE TTIP 7È l’acronimo del nome in inglese Transatlantic Trade and Investment Partnership ed è un accordo commerciale di libero scambio – in corso di negoziazione – tra l’Unione europea e gli Stati Uniti . L’obiettivo è quello di creare la più vasta area di libero mercato per beni e servizi, ma soprattutto una convergenza normativa su tutta una serie di standard produttivi e di sicurezza che agevolerebbero molto gli scambi riducendo i costi ma che fanno temere, soprattutto in Europa, un pericoloso abbassamento degli elevati criteri di qualità e delle tutele dell’ambiente e del mercato del lavoro maggiormente presenti nella Ue. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, non vede di buon occhio gli accordi di libero scambio. In Europa, si voterà l’anno prossimo in Francia e in Germania. Nel primo dei due paesi, il Fronte Nazionale di Marine Le Pen vuole maggiore protezionismo economico, e potrebbe indurre il governo in carica, quale esso sia dopo il voto delle presidenziali, a creare ostacoli contro una intesa, che in ultima analisi dovrà essere approvata a livello politico sui due lati dell’Atlantico. Sia Bercero che Mullaney hanno voluto assicurare che la recente scelta britannica di lasciare l’Unione non sta avendo alcuna influenza sul negoziato commerciale come tale. Eppure, il capo-negoziatore americano ha ammesso che la decisione «ha avuto un impatto sui calcoli di tutti», notando che sarebbe come per l’Europa fare «un accordo con gli Stati Uniti, ma senza la California». Mullaney ha ricordato che il Regno Unito assorbe il 25% dell’export americano verso l’Europa. GIRO DI PAROLE di Giorgio Squinzi Froome si inchina a super Dumoulin ma arriva secondo e consolida il primato Q uello che è successo giovedì notte a Nizza ha fatto dubitare sull’opportunità di continuare la corsa, ma poi saggiamente è stato deciso di proseguire senza musica e festeggiamenti. È stato osservato un minuto di silenzio in tutte le premiazioni e i corridori hanno espresso partecipazione al dolore di tutta la Francia per la tragedia. Il Tour de France è ripartito con una cronometro di 37,5 chilometri con misure di sicurezza rafforzate. Sono direttamente intervenuti il presidente Francois Hollande e il primo ministro Manuel Valls per non sospedere la competizione e, sono convinto, che questa sia stata la decisione più giusta. Dal punto di vista sportivo va sottolineata la straordinaria prestazione dell’olandese Tom Dumoulin che ha letteralmente schiaffeggiato tutti i concorrenti compreso Chris Froome arrivato secondo a un minuto e tre secondi dal vincitore. C’erano forti aspettative sulla prova della maglia gialla, ma anche il podio gli ha consentito di aumentare i distacchi sui suoi più diretti concorrenti alla vittoria finale. È crollato Nairo Quintana (oltre tre minuti da Dumoulin) e ora 4° in classifica generale a 2 minuti e 59 secondi da Froome. Cade anche il giovane Adam Yates che scende al terzo posto mentre sale al secondo l’olandese Bauke Mollema (un minuto e 47 secondi di ritardo dalla maglia gialla) autore di una buona performance nella cronometro. Modesta, invece, quella di Fabio Aru (4 minuti e 25 secondi dal vincitore di tappa) precipitato al 10° posto nella graduatoria generale superato da Richie Porte e Daniel Martin. Con il risultato della crono Froome fa un bel passo in avanti per la vittoria del suo 3° Tour anche se ci sono ancora le Alpi da “scalare” e si possono attendere nuovi cambiamenti. Di certo, però, ha dato una dimostrazione di superiorità e la lotta sembra limitarsi alla conquista del podio. A meno di colpi di scena clamorosi l’inglese ha ipotecato un successo costruito mattone su mattone un giorno dopo l’altro. Quella di ieri era una cronometro molto “varia” con salite, discesa e lunghi tratti in pianura; una corsa contro il tempo completa dal punto di vista tecnico e quindi capace di esprimere i veri valori in campo. La gara è stata, però, condizionata dal forte vento che ha provocato cadute senza conseguenze (come quella che ha coinvolto il francese Julian Alaphilippe) ma altre più gravi come quella di Edward Theuns finito all’ospedale con una costola rotta. Oggi dovrebbero tornare protagonisti gli sprinter con la frazione da Montelimar a Villars les Dombes, 208 chilometri senza grandi difficoltà altimetriche. I favori del pronostico vanno ai soliti nomi che hanno già dominato le volate della prima settimana del Tour. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA TAPPA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il padrone resta Froome L’accordo di libero scambio Ue-Usa /2. Convegno internazionale organizzato da Assosistema Difendere qualità e standard di sicurezza L’ orizzonte temporale, pur nella consapevolezza che il cammino resta a dir poco complesso, resta quello della presidenza Obama. Dunque si punta a chiudere il negoziato partito nel giugno 2013 entro la fine dell’anno, nella consapevolezza che il nuovo Accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) rappresenti una notevole opportunità per l’economia europea e in particolare per il sistema delle piccole e medie imprese. In tale contesto, la difesa della qualità dei prodotti e degli standard di sicurezza resta un paletto invalicabile. Se ne è discusso ieri nel corso di un convegno internazionale organizzato da Assosistema, dal titolo “TTIP, scenari e prospettive: quali sviluppi per il mercato”, in coincidenza con la conclusione a Bruxelles del 14° round negoziale, appuntamento cruciale per saggiare sul campo le possibilità che le Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione e la registrazione. DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel.023022.1-Fax023022.214-e-mail:[email protected] NIZZA zione sull'Alitalia. Il caso di Ilaria Capua è però doppiamente inquietante: nelle more del procedimento, la stessa ha fatto baracche e burattini e si è trasferita negli Stati Uniti. Il che manifesta un paradosso stridente: da un lato, molti soggetti e istituzioni cercano (meritoriamente) di attrarre in Italia investimenti dall’estero: dall’altro, non siamo capaci di trattenere quello che dovremmo tenerci stretto, per ragioni che ai candidati investitori stranieri non possono che destare grande diffidenza; la scarsa tutela dei diritti economici e individuali diventa così una pesantissima remora per chi dovrebbe scegliere l’Italia nonostante le sue tasse, la sua burocrazia e la sua giustizia. Ragioni di civiltà giuridica a parte, dunque, l’efficienza del sistema giudiziario dovrebbe essere collocata in cima alle (poche) priorità per il governo di qui alla fine della legislatura: perché cambiare la Costituzione va bene, a patto che la riforma avvii un processo di svolta radicale nella società italiana e nelle patologie che la paralizzano e la sfregiano. Sul Ttip incognita elezioni in Europa e Stati Uniti © Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. 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La tematica è stata oggetto di un editoriale, in cui veniva censurata la spietatezza con cui la macchina processuale, avviatasi in modo cieco, feroce, incurante di qualsiasi principio di garanzia delle persone coinvolte, aveva finito per stravolgere la vita di una persona (la scienziata era stata costretta ad abbandonare carriera politica, cambiare lavoro e trasferirsi all’estero) per fatti rivelatisi insussistenti, senza che nessun magistrato avesse offerto all’imputata la possibilità di essere ascoltata e offrire la propria versione dei fatti. Chissà quante persone hanno vicissitudini giudiziarie ancora più travagliate della Capua, degna degli onori della cronaca per essere una scienziata di fama internazionale, senza che nessuno, neanche una volta, abbia deciso di ascoltare la loro voce. Ma il problema va ampliato. La mancanza rimproverata nello specifico ai magistrati, ovvero il non aver sentito l’obbligo di ascoltare l’imputato, non è solamente un indice del grado di puntualità, attenzione, accuratezza con cui più in generale gli stessi operatori della giustizia prendono in esame i differenti interessi dei soggetti a vario titolo coinvolti nel processo? E, piuttosto, l’approssimazione, la superficialità, la trascuratezza con cui vengono vagliate le istanze dei cittadini non sembrano dare un’evidente spiegazione delle ingiustizie perpetrate in ogni settore e grado del sistema giudiziario, dagli eventi altisonanti della cronaca penale fino ai meno suggestivi casi della giustizia civile, come testimoniato dall’elevato numero PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso il Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, telefono (02 o 06) 3022.2888, fax (02 o 06) 3022.2519, ci si può rivolgere per i diritti previsti dal D.Lgs. 196/03. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. lunghe e complesse trattative tra Unione europea e Stati Uniti possano avviarsi verso la definizione di un’intesa nei tempi prefissati. La sfida è molto ambiziosa, ha sostenuto il presidente di Assosistema, Maurizio Genesini che ieri ha concluso il suo mandato (al termine del convegno Marco Marchetti è stato nominato nuovo presidente). «Come Associazione guardiamo sempre al nuovo come un elemento di sfida e mai con un atteggiamento di chiusura. A condizione che non venga meno la qualità dei beni e dei servizi offerti a vantaggio del prezzo». Per questo è necessario che il TTIP rappresenti «un’occasione unica per definire standard più elevati rispetto a quelli oggi esistenti fuori dall’Unione Europea che diventino il riferimento per tutti i mercati internazionali». L’Europa – ha aggiunto Salvatore Cicu, responsabile TTIP presso il PPE - garantisce il diritto alla salute, la sicurezza MODALITÀ DI ABBONAMENTO AL QUOTIDIANO: prezzo di copertina in Italia ¤1,50 dal martedì al venerdì, ¤2 per le edizioni di sabato e domenica e lunedì. Abbonamento Italia 359 numeri del quotidiano in versione cartacea e digitale: ¤400,00 comprensivo di contributo spese di consegna (postale o in edicola). L'abbonamento Italia non comprende i magazine “IL – Intelligence in Lifestyle” e “How to spend it”. Per l'abbonamento estero Europa, rivolgersi al Servizio Abbonamenti (tel. 02.30.300.600 oppure [email protected]). 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Per Marco Felisati, vice direttore Internazionalizzazione e politiche commerciali di Con- TEMPI DI CHIUSURA Si punta a chiudere entro fine 2016 nella consapevolezza che il nuovo Accordo rappresenti una notevole opportunità per l’economia europea C.A.P. /LOCALITÀ / TELEFONO e FAX/EMAIL. Altre offerte di abbonato sono disponibili su Internet all'indirizzo www.ilsole24ore.com/offerte. Non inviare denaro. I nuovi abbonati riceveranno un apposito bollettino postale già intestato per eseguire il pagamento. La sottoscrizione dell'abbonamento dà diritto a ricevere offerte di prodotti e servizi del Gruppo Il Sole 24 ORE S.p.A. Potrà rinunciare a tale diritto rivolgendosi al Database Marketing de Il Sole 24 ORE. Informativa ex D.Lgs. n. 196/03 - Il Sole 24 ORE S.p.A. Titolare del trattamento tratta i dati personali liberamente conferiti per fornire i servizi indicati. 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A seguire gli interventi di Claudio Dordi, docente di “International Law” alla Bocconi e nella sessione successiva di Sara Gobbi, direttore European Affairs di ASTM, Elena Santiago, direttore generale di Cen-Cenelec, Alberto Galeotto, dirigente dell’Area normazione di UNI ed Henk Vanhoutte, segretario generale di Esf, che hanno focalizzato il dibattito sul versante della regolamentazione e standardizzazione dei prodotti e dei servizi. Passaggio decisivo per rendere effettivamente applicabile il complesso di norme contenute nei 24 capitoli che compongono in Trattato, suddivisi nei tre pilastri principali: accesso al mercato, cooperazione normativa e nuove regole. D.Pes. Contro il tempo domina Dumoulin, ma Froome (foto) ipoteca la classifica generale. Male Quintana, ancora peggio Aru. L’arrivo di ieri e la classifica 1. Tom Dumoulin 2. C.Froome (1’15”) 3. N.Oliveira (1’31”) 1. Chris Froome 2. B.Mollema (1’47”) 3. A.Yates (2’45”) Il percorso di oggi TAPPA 14 Montélimar/Villars-Les-Dombes 101 0 279 Km 208,5 © RIPRODUZIONE RISERVATA la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale. SERVIZIO ABBONAMENTI: Tel. 02.30.300.600 (con operatore da lunedì a venerdì 8:30-18:00) - Fax 023022.2885 - Email: [email protected]. SERVIZIO ARRETRATI PER I NON ABBONATI: (non disponibili le edizioni cartacee più vecchie di 24 mesi dalla data odierna): inoltrare richiesta via email all'indirizzo [email protected] oppure contattare telefonicamente il numero 02 30.300.600 allegando la fotocopia della ricevuta di versamento sul c.c.p. 519272 intestato a Il Sole 24 ORE S.p.A. oppure via fax al numero 02 opp 06 3022.2519. Il costo di una copia arretrata è pari al doppio del prezzo di copertina del giorno richiesto. Non verranno rimborsate le istanze relative ad edizioni più vecchie di 24 mesi dalla data odierna. 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