La storia: La situazione attuale
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La storia: La situazione attuale
La storia: Gli ambiti di trasformazione estrattiva (A.T.E.) Il Piano Provinciale Cave (anni 2001-2011) , ha individuato per Gavardo le zone comprese negli ambiti territoriali estrattivi di sabbia, ghiaia, pietre ornamentali, calcari, carbonati, ed argille. In particolare gli ATE che interessano il territorio comunale di Gavardo sono i seguenti: Piano Cave settori sabbia e ghiaie della Provincia di Brescia - 2005-2015 1. ATEg07 in località Soprazzocco: estrazione di mc. 900.000 di ghiaia e sabbia con riserve residue stimatein 1.350.000 mc.; 2. ATEg08 sempre in località Soprazzocco ma insistente in gran parte sul confinante Puegnago sul Garda: cava di ghiaia e sabbia per un totale di mc. 100.000; Piano Cave settori argille, pietre ornamentali e calcari della Provincia di Brescia - 2000-2020 3. ATE 9 PIETRE ORNAMENTALI in località Costa Strubiana-Monte Rena: cava di materiale lapideo “Breccia oniciata e pietrisco anche derivato come residuo” per mc. 800.000 nel primo decennio e di 1.024.000 nel secondo decennio per un totale di mc. 1.864.000. La cava in oggetto si sovrappone ad una cava dismessa e parzialmente recuperata dal punto di vista ambientale 4. ATE 8 PIETRE ORNAMENTALI in località Monte Budellone: cava di materiale lapideo “Breccia variegata” e pietrisco anche come derivato residuo. La quantificazione è di mc. 3.864.000 totali di cui 1.724.000 nel primo decennio e 2.122.000 nel secondo. 5. ATE 9 CALCARI in località monte Budellone: cava di calcari destinati alla produzione di calci e cementi per una quantità di 1.500.000 nel primo decennio ed altrettanti nel secondo decennio per complessivi mc. 3.000.000. 6. ATE 4 ARGILLE in località Marsina-San Carlo: cava destinata al prelievo di argilla per la produzione di laterizi (già terminata ed in corso di parziale riempimento). Anche questa cava andava ad ampliare in profondità una cava precedentemente dismessa per un ulteriore volume di mc. 200.000. Come risulta evidente dalla semplice elencazione della previsione del Piano Cave sul territorio siamo in presenza di un impatto prevedibilmente importante sia per la quantità di cave che in termini di prelievo complessivo. Le previsioni del Piano Provinciale sono state necessariamente inserite e prese in considerazione, prima nel Piano Regolatore, e poi nel PGT; la preoccupazione per queste aree di trasformazione estrattiva si è tradotta all’interno dei piani, in Norme di tutela rispetto all’unità tipologica. In definitiva, nella gestione della trasformazione di consistenti aree del suo territorio, il Comune di Gavardo può solo cercare di attuare al meglio possibili interventi di mitigazione dell’impatto ambientale e rinaturalizzazione delle aree interessate. La situazione attuale: q Cava di argilla finita, in corso di parziale ritombamento a cura della ditta titolare della concessione con materiali provenienti dalla lavorazione del marmo e realizzazione di un bacino di laminazione sulla porzione di cava acquistata dalla A.C. per la messa in sicurezza del Rio Gombra (o rio S. Carlo). q Cave di sabbia e ghiaia a Soprazocco; Convenzioni e autorizzazioni in essere: come si vede dai volumi riserva stimati, le attività proseguiranno anche per il prossimo decennio almeno. Le cave esaurite, è prescritto che vengano ritombate con materiali provenienti da scavi e demolizioni, con ricopertura di terra vegetale e riutilizzo agricolo. In una, chiusa da tempo, leggermente sotto il piano campagna è installato un impianto fotovoltaico privato da 900 KW circa; in un’altra (di fronte alla frazione Campagnola), ceduta al comune, dovrebbe spostarsi il famoso tiro a segno di via Bertolotti. Tutte le nuove volumetrie sono concentrate nella parte ex-più bella della valle campagnola, quella sul curvone a nord, nella piana verso Bocca di Croce. Il problema principale di queste attività (emerso anche dal percorso partecipativo condotto da un gruppo di lavoro di urbanisti in convenzione con l’università IUAV di Venezia per una tesi post-laurea) è costituito dal traffico camionabile da e per esse. Da quel lavoro, visto che le cave non si potevano fermare, nacque l’idea di una viabilità alternativa che permettesse, una volta realizzata di interdire l’attraversamento delle frazioni di Benecco, Bariaga, S. Biagio e via Roma a Gavardo. Evidentemente il problema ora è meno sentito perché le attività sono praticamente ferme. La previsione della strada fù inserita nel PGT, si commissionò un progetto preliminare in accordo con ANAS per quanto riguarda l’innesto in tangenziale prima della galleria “covolo” e convenuto, in convenzione con i cavatori, un contributo aggiuntivo agli oneri di escavazione di circa 700.000 € per la realizzazione della strada (poi, l'attuale amministrazione è riuscita a reperire un finanziamento regionale consistente!). La strada è ovviamente una occupazione di territorio, per la parte che attraversa la valletta della Busela, fino a poco prima delle “Trote”, ma la si è scelta come possibile soluzione al problema dell’impatto nei centri abitati, considerando che la prospettiva di escavazione proseguirà per alcuni lustri. q Cave del Monte Budellone: Dopo lunga trattativa con i cavatori, in provincia, si diede parere (consultivo) positivo condizionato all’abbassamento del limite di escavazione rispetto al crinale del monte Budellone. I due ATE, con ditte del calibro Nazionale (fassa Bortolo, Grigolin ecc.), toglieranno milioni di MC di monte, creando due grandi anfiteatri (eufemismo di Voragini!). Dopo estenuante trattativa, sotto elezioni (2009), con il rifiuto da parte delle ditte dell’ ATE 8, ad aumentare gli oneri di escavazione da corrispondere, a livello compensativo, alla A.C. (praticamente quasi nulli quelli previsti per legge!), e con la pressione congiunta di provincia e Ditte, scelsi (scegliemmo) di non firmare nessuna convenzione (la L.R. 14/98 dice che se l’A.C. e le ditte non trovano un accordo, le Ditte possono chiedere la convenzione d’ufficio alla Provincia!) e saltò il tavolo della trattativa. La convenzione fù poi firmata dalla attuale amministrazione, mantenendo le prescrizioni del progetto approvato, compreso l’innesto di via Calchera con via Quarena (che stanno adesso realizzando), ma, credo, non ottenendo contributi aggiuntivi. rimasto praticamente fermo ad esclusione della ditta “Fassa” che stà divorando la montagna dall’interno, nell' ATE 9 calcari, di fronte a S. Carlo. In un futuro, si spera lontano, ma potrebbe essere che no, il Budellone, nel lato verso Gavardo, verrà “aperto” come le cave che si vedono andando verso BS a Nuvolera, prima della Scaiola (se l'intervento di mascheratura sarà ben eseguito) oppure peggio! Credo senza rimedio. Consideriamo il Budellone, per come lo vediamo ora, “perso”. La posizione: q Costa Strubiana (dopo Prà da Bogno salendo in Tesio, quella che si vede, ora un po' rinverdita, guardando dalle fornaci verso il Tesio). Anche qui notevole previsione di escavazione, in prospettiva. Per ora la cava, acquistata dalla Fassa come riserva di materiale, è ferma, ma una volta esaurita la escavazione del calcare di fronte a S. Carlo, credo che l'iter, (che dal 2004 al 2009 è stato volutamente tenuto fermo), potrebbe riprendere. Una sorta di “spada di damocle”, perchè oltre ad essere particolarmente visibile, intacca una zona e dei versanti che, (salvo la ferita attuale che la natura potrebbe ancora parzialmente rimarginare) è opportuno rimangano intatti, ed anche porterebbe con sé un problema viabilistico e di traffico da e per la cava. Con la evidente alternativa tra togliere il traffico camionabile dalle Fornaci e via degli Alpini, (qualche lustro fa, quando la cava era ancora attiva, passava un camion ogni qualche minuto!), oppure accettare una nuova strada che taglia il versante, da Marsina, in diagonale fino a sopra il Monticello: due alternative pesantissime in ogni caso. Da mettersi assolutamente di traverso, per quel che conta, visto che il piano cave lo hanno deciso Regione e Provincia, e quest'ultimo ente (almeno fino ad ora) può anche fare la convenzione d'ufficio (cioè la autorizzazione ad incominciare). Possiamo legittimamente sostenere che il nostro territorio “ha già dato”! E per tutte le attività estrattive, controllo puntuale, anche investendo risorse umane, perchè solo con i controlli si ha la possibilità di fare rispettare i vincoli delle convenzioni, le profondità ed i volumi di escavazione, oltre al fatto che da essi possono derivare introiti significativi per sanzioni (le sole parti severe della L.R. sulle cave).