`Profeta` Carlo Maria Martini la voce coraggiosa nella crisi
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`Profeta` Carlo Maria Martini la voce coraggiosa nella crisi
• mercoledì 19 dicembre 2012 LIBrI Il ‘Profeta’ Carlo Maria Martini la voce coraggiosa nella crisi del nostro ‘assurdo’ tempo 7 E’ in libreria la biografia completa e fondata sui documenti originali e fonti dirette a firma di Marco Garzonio, massimo esperto martiniano di Maurizio Gregorini Carlo Maria Martini ha segnato un’epoca nella storia della Chiesa. La sua scomparsa ha tenuto per giorni le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei telegiornali. Almeno duecentomila persone, credenti e non credenti, hanno partecipato all'ultimo saluto all'arcivescovo. Come si spiega un affetto tanto profondo? La gente è accorsa “perché ha colto che in Martini il cuore dell’uomo veniva prima della pur importante teologia; la misericordia e la comprensione, la capacità di interrogarsi e di mettersi in discussione ispiravano l’approccio del cardinale, mai il giudizio o l’erigersi in cattedra”. Martini è stato un profeta del nostro tempo, ha saputo cioè interpretarlo, esserne coscienza critica, indicare delle mete. La volontà di raggiungere tutti è stata il filo conduttore della sua missione, il dialogo la parola-chiave del suo ministero: con i terroristi, quando Milano era frontiera dei terribili “anni di piombo”; con le altre confessioni cristiane, come presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee; con tutte le religioni, in particolare quella ebraica; con il pensiero laico, attraverso l’iniziativa della “Cattedra dei non credenti”; con l’uomo contemporaneo e le sue inquietudini; con una scienza in grado ormai di ridisegnare i confini della vita e della morte. Per questo suo ‘stile’, per l’instancabile propensione al confronto, l’arcivescovo di Milano è stato amato e avversato, sognato o temuto come possibile pontefice. Il libro, scritto da Marco Garzonio, edito da Mondadori (470 pagine, 19,00 euro), titolato “Il profeta. Vita di carlo Maria Martini”, pone al lettore in maniera brillante le diverse tematiche del magistero (in parole e azioni) di Martini: l’acco- stamento orante alla Sacra Scrittura, da tenere “come un bambino in braccio a sua madre”, e necessario per attraversare “il deserto spirituale del mondo moderno europeo” (da un intervento che Martini fece nel febbraio del 1993 proprio presso il seminario vescovile di reggio Emilia); la Chiesa sognata da Martini e più in generale gli atteggiamenti da cui deve essere costituita una comunità cristiana che provi a vivere la gioia del vangelo in circostanze ostili e difficili (la semplicità del cuore, l’accoglienza, la cura di chi è smarrito, la correzione fraterna, la preghiera comune, il perdono delle offese, il non avere paura di essere piccolo gregge, l’essere lievito, una maggiore sinodalità); il rapporto con la vita della polis e in particolare il problema di restituire stima sociale e prestigio al comporta- mento onesto e altruistico, rispettoso delle regole, come strada politica fra le più efficaci e urgenti da intraprendere (dal discorso di saluto che Martini tenne in Comune a Milano al termine del suo episcopato nel giugno del 2002); i giovani, da ascoltare e da prendere sul serio (e non solo da “farli ravvedere come se fossero stupidi o in errore”), ma anche da sollecitare ad avere maggiore coraggio e a rischiare. Emerge così il ritratto di uno ‘Scienziato della Parola’ (così lo ha definito Garzonio, riferendosi al Martini eminente studioso di Sacra Scrittura) che ha saputo diventare Pastore e Profeta, che per amore della verità non ha esitato a parlar sincero, coraggioso e chiaro (del resto il suo motto episcopale era “Pro veritate adversa diligere”, “per la verità amare le avversità”) e il cui insegnamento principale, secondo Garzonio, riguarda il metodo con cui Martini era uso affrontare le questioni, le sfide, gli altri: quello di chi, profondamente radicato nella tradizione, in specie nella Bibbia, e con una forte istanza verticale (potremmo dire spirituale), non teme di interrogare e di lasciarsi interrogare da quanto appare sulla dimensione orizzontale, consapevole che lo sguardo arriva fino all’orizzonte, ma che se si avanza di qualche metro, anche la linea dell’orizzonte si sposta e può venire in luce qualcosa che prima non si vedeva o non si considerava. Ed è questa propensione a far risuonare dentro di sé il verticale e l’orizzontale, il vangelo e la vita concreta delle persone l’eredità forse più grande che il card. Martini lascia alla Chiesa e alla coscienza di ciascun individuo. E’ stao presentato presso il ‘Salotto d’aurore’ di Sara Iannone il romanzo d’esordio di Ilaria Dalle Luche Jones, “Il caffè delle ragazze” edito da Vertrigo Edizioni Ansie, speranze e confessioni di cinque donne desiderose del puro amore E’ stato presentato nel “Salotto d’Autore” di Sara Iannone a Palazzo Ferrajoli “Il caffè delle ragazze” (Vertigo Edizioni, 19,30 euro), il primo romanzo di Ilaria Dalle Luche Jones. Viola, Camilla, Giovanna, Elena, Carlotta: sono amiche ad oltranza, al di là di qualunque uomo e impegno professionale, raccontano le proprie vite; le speranze, le delusioni, i sogni, i tradimenti e gli amori sfortunati. “I miei personaggi sono di fantasia -afferma Ilaria Dalle Luche Jones- ma con caratteristiche talmente reali che ogni persona potrebbe identificarsi. La vita di tutti i giorni e quella delle mie amiche, del resto, offre molti spunti di riflessione”. “Innamorarsi poi, è un’impresa titanica -aggiunge l’autrice- ma solo perché siamo tutti concentrati sulle nostre vite. Inoltre l’impegno fa paura, quindi meglio ‘amori veloci’, incontri che dentro hanno poco o niente”. Si sa, quando si parla d’amore e dei rapporti uomo - donna, il dibattito s’infiamma così relatori e platea, durante la presentazione del libro, si sono confrontati con entusiasmo guidati dalle abili provocazioni di Floris. “Mi sono ritrovata in molte sfaccettature del libro”, ha detto Ludovica Leuzzi; “il principe azzurro ci emoziona ancora, è l’uomo che ascolta e che fa sentire protette, ma credo che come lo immaginiamo dipenda molto dal papà che abbiamo avuto”; così come il confronto con la mamma che si ha avuto, secondo De Masi, spesso determina nell’ uomo la scelta della donna e il rapporto che instaura con lei. “Il problema serio è che abbiamo perso la profondità nei rapporti ha aggiunto- siamo diventati superficiali”. “Uomo e donna sono molto diversi, è vero -ha detto Sara Iannone- ma da soli sono niente; è Stampa q Stampa quotidiani uotidiani e periodici periodic su s u ro rrotativa otativa ac colori olori e iin n bianco b e nero P rro rafici ogetti g Progetti grafici iideazione deazione e realizzazione 00168 Via 000 016688 Roma Roma - V ia E. E. Carelli, 51 - tel. 06 35507220 - 06 35298350 Via 000191 00 0191 Roma Roma - V Ro ia Alfana, Alffaan 39 - tel. 06 33055200 (r.a.) fax 06 33055215 l’unione, la collaborazione tra il maschile e il femminile che dà il risultato migliore”. “Credo la donna debba affermare il suo ruolo professionale senza snaturare se stessa -ha detto Elisabetta Parise- non imitare il maschile ma esaltare le proprie capacità e peculiarità; resta sempre la difficoltà di coniugare lavoro e famiglia e per questo è doveroso trovare soluzioni a misura di donna.” . Al termine dell’incontro non poteva certo mancare un “caffè” per tutti gli ospiti che tra un pasticcino e un sorso di the si sono scambiati impressioni e riflessioni sui temi sollevati nel dibattito; tra questi vi erano Silvana Augero, la Marchesa Dani Del Secco d’Aragona, la Principessa Orietta Boncompagni Ludovisi, Camilla Nata, il Principe Guglielmo Giovannelli, Alex Patexano, Liliana Pintilei, Antonio Paris e il Prefetto Gianni Ietto.