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C’era una volta un uccellino caduto dal nido. Quando si incontrano, la mucca trova un figlio, l’uccellino trova una mamma. Non importa se sono di due razze diverse. Però l’uccellino non sa di essere un uccellino, crede di essere una mucca e non vuole volare. La mucca, invece, sa che suo figlio è un uccellino e non una mucca e vuole insegnargli a volare. Ci riuscirà? Con un linguaggio prevalentemente non verbale, con una serie di gag buffe e tenere, lo spettacolo racconta il rapporto d’amore fra genitori e figli, al di là del legame biologico. Racconta come questo amore non possa prescindere dall’impegno educativo del genitore, che deve aiutare il figlio a trovare la sua strada. Racconta il rapporto che lega adulti e bambini: quello fra genitori e figli biologici; quello fra genitori adottivi o affidatari e i minori di cui hanno la responsabilità; quello fra gli insegnanti e i loro scolari. E’ un legame in cui si mischiano affetto, senso di protezione, bisogno l’uno dell’altro e riconoscimento reciproco. Destinazione: per le classi prime seconde e terze %*$&.#3& 5&"530%&-#03(0 (JPWFEr7FOFSEs0SF 1BOEFNPOJVN5FBUSP Racconto di Natale EB$IBSMFT%JDLFOT EJFDPO5J[JBOP.BO[JOJ EJBQPTJUJWFEJ"MCFSUP1FESJOJ TDFOBFMVDJEJ(SB[JBOP7FOUVSV[[P SFHJBEJ-JTB'FSSBSJ È la storia del vecchio avaro Scrooge che la sera della Vigilia, sollecitato a dare un’offerta per il Natale, ribatte che già contribuisce a mantenere in funzione le prigioni e che l’eventuale morte di fannulloni o miserabili sarebbe un beneficio che ridurrebbe l’eccesso di popolazione. Nella notte appaiono a Scrooge tre spiriti: quello del Natale Passato, con le sue memorie e il senso delle gioie non colte; del Natale Presente, con la visione della casa calda d’affetti dell’umile commesso di Scrooge; e infine quello del Natale Futuro che anticipa la possibile squallida fine di Scrooge. Ebenezer Scrooge si sveglia. Forse è stato solo un sogno, ma... L’idea di lavorare sulla “Ballata di Natale” ci è venuta a furia di incontrare “cose” ispirate da questo racconto: films, commedie, Paperon de’ Paperoni, citazioni varie fino a parodie o complete rivisitazioni nei serials televisivi americani. Il personaggio di Ebenezer Scrooge continua a riaffiorare periodicamente nella memoria collettiva, soprattutto anglosassone, forse grazie al suo essere potente simbolo dell’ambivalenza di questa società: da una parte il singolo individuo che, nel nome della propria ed unica felicità correlata al denaro, è disposto a calpestare e ignorare gli altri esseri umani; dall’altra l’essere umano che si rende conto che, alla fin fine, solo un più generale benessere/pace/felicità, può rassicurarlo sul suo stesso futuro. Destinazione: dalla terza classe (secondo ciclo) %*$&.#3& "6%*503*6.40$*"-&%*-03&50 -VOFEr.BSUFEs0SF 1BOEFNPOJVN5FBUSP Cecco l’orsacchiotto l’amico di Natale MJCFSBNFOUFJTQJSBUPB²4UPSJFEJPSTBDDIJPUUP³ EJ&MTF).JOBSJL EJFDPO5J[JBOP.BO[JOJ DPTUVNJEJ$IJBSB.BHSJ TDFOB(SB[JBOP7FOUVSV[[PF$BSMP7JMMB DPMMBCPSB[JPOF.BSJP.BTTBSJ SFHJB5J[JBOP.BO[JOJ Cosa c’è di più bello per un bambino di un amico con cui giocare, durante le vacanze di Natale, quando mancano compagni di scuola? Un amico sempre disponibile, mai stanco, che non dice mai no, pronto ad ogni desiderio! Ma dove si possono trovare amici così? i Beh, a volte a Natale arrivano magari sotto la forma di una papera, un orsacchiotto, un coniglio, magari una tenera pecorella: insomma un giocattolo di peluche! Beh, a Natale l’orsacchiotto forse è il più adatto. E quanti giochi si possono fare con questo amico! Si può giocare ad avere freddo sotto la neve, andare a pescare nei laghi gelati oppure al mare, preparare minestre di Natale e mangiare il panettone, partire per un viaggio sulla Luna sperando di incontrare la slitta di Babbo Natale, disegnare, ballare per scaldarsi un po’ e poi andare a camminare nella neve, provare i giocattoli appena ricevuti, fotografare gli amici per ricordarsi della bella festa... E sono proprio questi i giochi nei quali si avventureranno i due protagonisti dello spettacolo: Tiziano, un adulto dall’animo fanciullo, e Cecco, il suo orsacchiotto, naturalmente in compagnia di tutti i nuovi piccoli amici-spettatori che ogni volta incontreranno. Lo spettacolo prevede momenti di interazione con il pubblico e fa parte del progetto della Compagnia dedicato al mondo dei peluche, tra i pochi “soggetti” disponibili, in questa nostra società, ad ascoltare con attenzione quello che i bambini dicono; li ascoltano per ore, gli danno tempo e spazio per esprimere i loro pensieri, per maturare le loro idee e le loro concezioni del mondo: e tutto ciò semplicemente con un’infinita disponibilità a GIOCARE... E non solo a NATALE! Destinazione: per le classi prime seconde e terze '&##3"*0 5&"530%&-#03(0 .FSDPMFEs(JPWFEr0SF 5*#5FBUSJEJ#FMMVOP 041*5 Ulisse & EJ%BOJFMB/JDPTJB DPO1JFSB"SEFTTJF-BCSPT.BOHIFSBT MVDJFTVPOJ'SBODFTDPEµ"MUJMJB Non ci voleva andare lui, alla guerra... Non era come Achille... Quello, Achille, aveva scelto di combattere, nel fiore degli anni, e se gli capitava di morire sul campo di battaglia… sarebbe stata la bella morte, quella di cui favoleggiavano gli eroi, i Greci, e soprattutto gli eroi greci!! È così che avrebbe dimostrato di essere il migliore, di non avere simili, Achille, è così che avrebbe ottenuto una gloria immortale! Poveretto, e intanto se l’era andata cercando la morte, lui, il coraggioso, il guerriero, il più forte, l’invincibile Achille! Ulisse no, a Ulisse gli piaceva la vita... aveva trent’anni poco meno, poco più, quando lo chiamarono alla guerra, a Troia, e pure una moglie bella aveva, anzi bellissima, Penelope, l’aveva sposata da poco... in quel letto bello scavato nell’olivo massiccio, profumato, e in quello stesso letto, Telemaco, il figlio, era nato, che quando lo chiamarono alla guerra Ulisse, quel figlioletto aveva tre mesi soli... Come si fa a lasciare un figlio di tre mesi solo, e una moglie sola, e un cane che era il migliore dei cani, solo come un cane, Argo si chiamava, la fedeltà in persona... e la sua isola, Itaca, e tutta la vita sua, insomma... a trent’anni, com’è possibile lasciare tutto e andarsene alla guerra... Non gli piaceva la guerra a Ulisse... e quella volta lì messo alle strette da tutti i guerrieri greci e da Nestore, il saggio, si finse pazzo Ulisse, pazzo per non andare a guerra, per non andare, per non attraversare il mare... la vinse Ulisse, alla fine, quella guerra infame come tutte le guerre, la vinse, lui che non voleva andare. Destinazione: dalla classe terza (secondo ciclo) ."3;0 5&"530%&-#03(0 .BSUFEs.FSDPMFEs0SF 1BOEFNPOJVN5FBUSP Il bambino dai pollici verdi EJ5J[JBOP.BO[JOJ DPO8BMUFS.BDPOJF5J[JBOP.BO[JOJ TDFOBFMVDJEJ(SB[JBOP7FOUVSV[[PF$BSMP7JMMB DPTUVNJEJ&NBOVFMB1BMB[[J SFHJBEJ5J[JBOP.BO[JOJ Mettete dei fiori nei vostri cannoni... È il ritornello di una canzone portata al successo nel 1967. Due giardinieri un po’ pasticcioni faranno rivivere sulla scena il testo scritto da Maurice Druon, autore francese, sulla storia di un bambino, figlio di un fabbricante di cannoni, che a un certo punto di quella che sembra una vita meravigliosa si accorge di possedere la straordinaria capacità di far germogliare velocissimamente fiori di tutte le qualità in qualsiasi posto toccato dai suoi pollici. Fioriscono così dal nulla gemme, fiori, rami e foglie non solo nel suo giardino, ma anche nel carcere, nell’ospedale, nelle baracche delle periferie e persino nella fabbrica di suo padre, impegnata in quel momento a fornire armi per una guerra lontana. Tutti quelli che lo circondano, però, all’inizio anziché gioire di questa esplosione della Natura, rimangono sconcertati perché, come spesso accade nella nostra società, è più facile capire ed accettare la logica delle mani sporche e delle dita avide e rapaci piuttosto che la poesia che ci offre lo spettacolo della Natura o, più semplicemente, una mano tesa in segno d’aiuto. L’eterna lotta tra la bellezza della Natura e le pulsioni distruttive dell’Uomo sono condensate nella storia di questo bambino che non si accontenta di facili risposte e, grazie al suo magico talento, cerca di salvare il mondo dai disastri provocati dagli uomini. Ma non è forse il talento innato di ogni bambino quello di far rifiorire ogni volta l’umanità? Potremo seguire, grazie ai due guardinieri, questa appassionante storia in equilibrio fra magia, avventura e divertimento, per giungere ad un finale sorprendente. -P TQFUUBDPMP IB QBSUFDJQBUP BM 'FTUJWBM GJMPTPGJB EJ .PEFOB EFEJDBUPBMUFNBEFMMBOBUVSB Destinazione: per tutte le classi *MCBNCJOPEBJQPMMJDJWFSEJ GPUPEJ('3PUB4UVEJP67 *OJ[JPTQFUUBDPMJPSF 4FEFTQFUUBDPMJ 5FBUSPEFM#PSHP (BMMFSJBEJ1JB[[B4BOUµ"OOB7JB#PSHP1BMB[[P "UCO "VEJUPSJVN4PDJBMFEJ-PSFUP -BSHP3PFOHUFO "UCO# #JHMJFUUJ 4UVEFOUJ% *OHSFTTPHSBUVJUPQFSJOTFHOBOUJBDDPNQBHOBUPSJ -FDMBTTJDIFQSFOPUFSBOOPBMNFOPEVFTQFUUBDPMJOFM DPSTPEJRVFTUBTUBHJPOFUFBUSBMFBWSBOOPEJSJUUPB VOPTDPOUPEJDJSDBJMTVMDPTUPEFMCJHMJFUUPQFS VOJOHSFTTPB%BTUVEFOUF *M QBHBNFOUP EFM CJHMJFUUP EFWF BWWFOJSF FOUSP VOB TFUUJNBOB EBMMB EBUB EFMMP TQFUUBDPMP USBNJUF DPOUP DPSSFOUFQPTUBMFOJOUFTUBUPB 1"/%&.0/*6. 5&"530 QSFDJTBOEP OFMMB DBVTBMF UJUPMPTQFUUBDPMPEBUBEJQSFOPUB[JPOFFOVNFSPTUV EFOUJFBDDPNQBHOBUPSJQSFOPUBUJ 1SFOPUB[JPOJ -FQSFOPUB[JPOJTJQPTTPOPFGGFUUVBSF UVUUJJHJPSOJGJOPBMMFPSFTBCBUPFTDMVTP BMTFHVFOUFSFDBQJUP 1"/%&.0/*6.5&"530 WJB1BMFPDBQB#FSHBNP UFMGBY JOGP!QBOEFNPOJVNUFBUSPPSH 5VUUFMFJOGPSNB[JPOJTVMMBOPTUSBBUUJWJUh QPUFUFUSPWBSMFBODIFTVMTJUP XXXQBOEFNPOJVNUFBUSPPSH -BEJSF[JPOFTJSJTFSWBMBGBDPMUhEJBQQPSUBSFDBNCJBNFOUJ BMQSFTFOUFQSPHSBNNB 45"(*0/& 5&"530 %"7*7&3& */4*&.&© $0/-"$-"44& 1BOEFNPOJVN5FBUSP WJB1BMFPDBQB#FSHBNP UFMGBY JOGP!QBOEFNPOJVNUFBUSPPSH XXXQBOEFNPOJVNUFBUSPPSH #&3(".0 5FBUSPEFM#PSHP (BMMFSJBEJ1JB[[B4BOUµ"OOB 7JB#PSHP1BMB[[P "VEJUPSJVN4PDJBMFEJ-PSFUP -BSHP3PFOHUFO