mlav_Vademecum vibrazioni
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Il 6 luglio 2005 è entrata in vigore la Direttiva 2002/44/CE (recepita con D.L. n.187 del 19.08.2005) sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (vibrazioni). Gli stati membri devono attuare questa Direttiva, pur prevedendo un periodo di transizione della durata di 6 anni che avrà termine il 6 luglio 2010. I datori di lavoro non devono lasciarsi prendere dal panico o attuare subito degli interventi drastici nelle loro procedure di lavoro o sulle apparecchiature. La Direttiva definisce, semplicemente, che la sindrome da vibrazione mano-braccio (HAV), ora, è da considerarsi un rischio per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, e deve far parte delle valutazioni dei rischi in loco, proprio come il rumore, la polvere, gli oggetti che cadono, ecc. La Direttiva è rivolta principalmente ai datori di lavoro il cui personale maneggia macchine o utilizza apparecchiature che trasmettono vibrazioni alle mani e alle braccia. Essa mira quindi a salvaguardare i lavoratori dalle malattie debilitanti correlate alle vibrazioni, come la "sindrome del dito bianco", che può insorgere in persone esposte regolarmente (talvolta per anni) ad alti livelli di vibrazione al gruppo mano-braccio. La Direttiva incoraggia inoltre le case produttrici di apparecchiature da lavoro, compresi gli elettroutensili, a ridurre il livello di vibrazione generate dai loro prodotti, migliorando il più possibile il design e la tecnologia. La Direttiva stabilisce due soglie di esposizione alle vibrazioni, calcolate e basate su una giornata lavorativa di 8 ore (A8). Esse sono: EAV - (Exposure Action Value), ossia Valore d’azione pari di 2,5 m/s^2 ELV - (Exposure Limit Value), ossia Valore limite di esposizione di 5 m/s^2 N.B. I livelli di vibrazione ed esposizione vengono normalmente espressi in termini di accelerazione, vale a dire metri al secondo per secondo, o m/s^2. Se durante una valutazione dei rischi, si rileva che un dipendente è soggetto a delle vibrazioni mano-braccio superiori al limite EAV (2,5 m/sec^2), è necessario riconoscere il rischio, prenderne nota, e fare quanto possibile per ridurre l'esposizione. Non è obbligatorio lavorare al di sotto di questo livello, ma si consiglia di eseguire la valutazione dei rischi. Se durante una valutazione dei rischi, si rileva che un dipendente è soggetto a delle vibrazioni mano-braccio superiori al limite ELV (5 m/sec^2), è necessario intervenire immediatamente per ridurre l'esposizione. Ciò può significare anche che si rende necessario ridurre l’uso delle apparecchiature che producono vibrazioni per rientrare sotto la soglia limite. È vietato lavorare a livelli superiori a questo limite, in particolare alla fine del periodo di transizione. Sfortunatamente, non esistono equipaggiamenti protettivi personali (PPE) in grado di ridurre in maniera significativa le vibrazioni mano-braccio; per questo motivo, il controllo di questo nuovo "Agente fisico" deve avvenire tramite le tecniche, le pratiche/metodi di lavoro, la formazione e la scelta accurata nell'acquisto delle apparecchiature future. FAQ HAV Cos'è l'HAV? La vibrazione mano-braccio costituisce un "Agente fisico" proprio come la polvere, i fumi o i rumori, i quali rappresentano dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori che utilizzano oggetti o apparecchiature a vibrazione sul posto di lavoro. Perché l'HAV rappresenta un problema? Anni di ricerca e migliaia di richieste di indennizzo da parte dei soggetti affetti dalla "Sindrome del dito bianco", hanno messo in evidenza la necessità di attuare delle direttive per identificare i lavoratori a rischio, monitorare e regolamentare l'esposizione alle vibrazioni sul posto di lavoro. Quanto è importante il problema dell'HAV? Rappresenta un problema serio solo per i datori di lavoro i quali scoprono, tramite le valutazioni dei rischi, che parte o tutta la propria forza lavoro è esposta regolarmente a livelli HAV superiori a 5m/s^2 (A8). In realtà, è poco probabile che ciò accada, in quanto la maggior parte degli elettroutensili manuali non producono livelli di vibrazione elevati, mentre le apparecchiature che lo fanno non vengono utilizzati per periodi di tempo prolungati. Devo credere a tutto ciò che si dice dell'HAV? No, il mercato è pieno di informazioni errate e c'è confusione, per cui è necessario contattare esclusivamente fonti affidabili come HSE oppure consultare il sito della ISPELS. Per alcune case produttrici di apparecchiature da lavoro queste nuove disposizioni rappresentano un’importante opportunità di vendita . Devo sostituire tutti i miei elettroutensili? È molto improbabile che ciò accada, a meno che le loro condizioni/qualità non siano tali da produrre livelli HAV inaccettabili. Ricordate che è necessario sottoporre gli elettroutensili a regolare manutenzione periodica ed eliminare immediatamente gli eventuali guasti o ripristinarne il corretto funzionamento. Gli elettroutensili, di per sé, non costituiscono la sola fonte di vibrazioni mano-braccio: anche gli accessori, come i dischi, le lame, le punte da trapano ecc. producono vibrazioni, così come il materiale con cui vengono utilizzati gli elettroutensili. Come si misura la vibrazione? La misurazione viene effettuata in genere nei laboratori (per motivi di ripetibilità), applicando dei sensori denominati accelerometri all'impugnatura o alle impugnature dell'elettroutensile, nel punto in cui si posiziona normalmente la mano dell’operatore, e leggendo i livelli rilevati da un vibrometro appositamente tarato. Le vibrazioni vengono misurate su tre direzioni (o per meglio dire sui tre assi cartesiani); in genere, poi, le case produttrici indicano solamente i valori relativi all'asse "dominante" o che dà il valore peggiore. In base alla nuova Direttiva CE, è necessario, invece, sempre indicare il risultato ottenuto dalla combinazione di tutti e tre i valori rilevati sugli assi. Spesso indicati con il termine "Somma vettoriale", questi livelli (se disponibili) devono essere utilizzati per le valutazioni dei rischi. In generale, è possibile calcolare un valore approssimativo soddisfacente della Somma vettoriale moltiplicando l'asse dominante per 1,4. Posso utilizzare i dati di laboratorio forniti dalle case produttrici per la valutazione dei rischi? I produttori operano in base a determinate norme di prova, come la EN 60745-1, che stabiliscono le metodologie per l’ esecuzione dei test, in laboratorio, sulle vibrazioni prodotte dagli elettroutensili. Sfortunatamente, anche se questi test sono ripetibili e danno un'indicazione su quali apparecchiature producono "probabilmente" dei livelli elevati (o bassi) di vibrazione, essi non riflettono le "condizioni reali" o i livelli di vibrazione prodotti quando si utilizzano realmente. Infatti, accade molto spesso che i livelli di vibrazione sul posto di lavoro siano decisamente più elevati di quelli rilevati in laboratorio. La difficoltà è che al momento non esiste una procedura standard CE per la misurazione dei livelli di vibrazione sul posto di lavoro. Per questo motivo, anche se i dati dei test eseguiti sul posto di lavoro sono più realistici e adatti per lo svolgimento delle valutazioni dei rischi, essi sono tuttavia soggetti a variazioni a seconda dell'organizzazione del test, a causa della moltitudine di fattori che influenzano in maniera positiva o negativa le misurazioni delle vibrazioni nell'ambiente di lavoro. Come posso calcolare i tempi di lavoro sicuri per gli elettroutensili? Il modo migliore è utilizzare l'eccellente calcolatore HAV, disponibile nel sito web di HSE: www.hse.gov.uk/vibration/calculator.htm oppure consultare la banca dati sul sito dell’ ISPELS. Inserendo i dati disponibili sui livelli di vibrazione di un elettroutensile e i "Tempi di attivazione" probabili di una persona, si ottiene, grazie alle tabelle già predisposte nel sito HSE, il tempo di raggiungimento dell'EAV e, fattore più importante, le probabilità di superamento dell'ELV. Che cos'è il "Tempo di attivazione"? È un valore i datori di lavoro faticano a calcolare. La maggior parte di essi sopravvaluta drasticamente questo periodo di tempo, producendo ovviamente degli effetti devastanti sui risultati delle valutazioni dei rischi HAV. Il "Tempo di attivazione" è il tempo che intercorre tra l'accensione della macchina e il suo utilizzo; nella maggior parte dei casi (ad esempio per praticare un foro con il trapano) si tratta di un intervallo molto breve, probabilmente nell'ordine dei secondi. Se si esegue un lavoro ripetitivo, basta determinare il tempo per eseguire un foro o un taglio, e moltiplicarlo per il numero di fori o tagli praticati. Un'indagine svolta di recente da un'agenzia per gli standard europea ha rivelato che in genere i tempi di attivazione vanno dai 10 ai 30 minuti massimo, con qualche rara eccezione in cui raggiungono punte da 1 ora e mezza. In base a questi valori, in molti casi sarà quindi molto difficile superare il limite ELV di 5m/sec^2(A8). Come si possono ridurre al minimo i rischi HAV? Sono disponibili numerosi consigli sull'argomento, sia on-line che in formato cartaceo, in particolare quelli forniti da HSE e dall’ ISPELS. Alcuni dei suggerimenti più comuni sono: Il lavoratore deve: • Essere adeguatamente formato sull'uso corretto dell'elettroutensile • Non fumare (il fumo influenza la circolazione e la sensibilità all'HAV) • Non stringere eccessivamente l'impugnatura dell'elettroutensile • Fare delle pause regolari. • Indossare guanti protettivi. • Usare lame/punte di trapano di buona qualità, o eccessivamente usurate e, se disponibili, degli utensili dotati di funzioni per il controllo delle vibrazioni. • Sostituire punte e lame tempestivamente se danneggiate. • Evitare una forza di avanzamento eccessiva, lasciando che sia l'utensile a fare il lavoro. Il datore di lavoro potrebbe prendere in considerazione l'eventualità di stabilire delle rotazioni nello svolgimento di alcune mansioni o di attuare dei metodi alternativi, ad es. la perforazione con punte a corona diamantata invece che a percussione. Quali tipi di utensili hanno maggiori probabilità di rappresentare dei rischi HAV? Solo poche famiglie di elettroutensili possono generare problemi: martelli perforatori, martelli demolitori, trapani a percussione, chiavi pneumatiche, roditrici, raschietti elettrici, seghetti alternativi, smerigliatrici angolari ecc. Alcune case produttrici sono migliori di altre? (Mi dovrei preoccupare delle differenze nei valori di vibrazione pubblicati?). Alcune case produttrici stanno concentrando maggiormente la propria attenzione rispetto ad altre sullo sviluppo di soluzioni tecniche atte a ridurre le vibrazioni, per cui anche il loro approccio sarà diverso rispetto a quello di altri esponenti del settore. Tutti i produttori sono incoraggiati a progettare nuove apparecchiature in grado di produrre meno vibrazioni possibile. Nonostante vi siano delle variazioni nei dati sulle vibrazioni relative ad apparecchi simili prodotti da case diverse, i valori tipici per le classi comuni di utensili sono noti e documentati, per cui dei livelli eccessivamente bassi (in utensili non dotati di funzioni per il controllo delle vibrazioni) devono essere considerati con sospetto. Le piccole differenze sono relativamente insignificanti. Un utensile con il livello più basso di vibrazione è anche il più adatto per il lavoro? Non necessariamente. La vibrazione di un elettroutensile è spesso prodotta dall'applicazione dell'utensile sulla superficie, non dall'utensile in sé. Ad esempio, se un martello demolitore di piccole dimensioni è caratterizzato da un'elevata massa battente, tenderà a vibrare di più. Tuttavia, un'elevata massa battente permette quasi sempre di praticare i fori più rapidamente, riducendo così i tempi di attivazione e l'esposizione alle vibrazioni. La vibrazione è l'unico fattore da considerare quando si acquistano dei nuovi elettroutensili? No; il peso, la forma, la posizione dell'impugnatura (comoda), le prestazioni (velocità di taglio/perforazione) sono tutti fattori da valutare nella scelta. Un elettroutensile a basse vibrazioni potrebbe essere benissimo un utensile a basse prestazioni che comporta tempi di attivazione più lunghi e maggiore esposizione all'HAV. Gli accessori ad alte prestazioni (lame, punte, ecc.) mantenuti in buone condizioni contribuiscono a ridurre l'esposizione / i tempi di attivazione, l'affaticamento, ecc. Che misure sta prendendo Bosch riguardo l'HAV dei suoi elettroutensili? Da molti anni, Bosch produce una gamma di elettroutensili per i professionisti del settore. Gli elettroutensili manuali devono produrre il minor livello di vibrazione possibile, in quanto livelli elevati non solo sono fastidiose, ma rappresentano anche un rischio significativo per la salute e la sicurezza. Tutti i motori elettrici Bosch sono bilanciati dinamicamente dal computer, mentre molti dei nostri prodotti sono dotati di contrappesi per assicurare il funzionamento più uniforme possibile. Abbiamo iniziato ad occuparci del problema HAV sin da 2001 con l'introduzione di impugnature con dispositivo "Vibration Control" nelle smerigliatrici angolari. Inoltre, dal 2005, abbiamo in produzione ed in commercio una gamma di smerigliatrici munite di dispositivi antivibranti anche sull’ impugnatura principale. Da allora, la nostra linea di martelli SDS-Max è dotata di impugnatura posteriori per la riduzione delle vibrazioni, e continuiamo a promuovere l'innovazione e lo sviluppo di nuove idee in questo importante settore. Miriamo anche a migliorare le prestazioni dei nostri elettroutensili e accessori, al fine di aumentare la produttività dei nostri utenti e ridurre potenzialmente i tempi di attivazione e la conseguente esposizione all'HAV. Per informazioni dettagliate sull'intera gamma dei prodotti, contattare il proprio rivenditore di elettroutensili Bosch di zona.