Sla, per prima volta muscoli identificati come target terapie

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Sla, per prima volta muscoli identificati come target terapie
Articolo pubblicato sul sito solonews.net
Estrazione : 06/03/2016 13:45:45
Categoria : Attualità
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Sla, per prima volta muscoli identificati come target terapie
Immacolata Laiolo
Anche cellule muscolari partecipano a evoluzione Sla I ricercatori della Sapienza hanno trovato
riscontri attraverso analisi molecolari e, ora, anche attraverso la sperimentazione clinica.
La Sla è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, provocando una
paralisi progressiva e irreversibile della muscolatura, con perdita della normale capacità di
deglutizione, articolazione della parola e del controllo dei muscoli scheletrici, fino ad arrivare alla
compromissione dei muscoli respiratori e al blocco respiratorio.
Dalla collaborazione fra Università Sapienza, Fondazione Ri.MED, IRCCS San Raffaele Pisana e
Università della California arrivano i risultati di uno studio che per la prima volta identifica il muscolo
come possibile target terapeutico per la SLA.
Tutti i pazienti sono stati seguiti presso il Centro Malattie Neuromuscolari Rare diretto dal professor
Maurizio Inghilleri.
Per giungere alle proprie conclusioni e trovare un modo diverso di trattare la patologia il gruppo di
ricerca ha preso in considerazione 76 pazienti affetti da SLA e altri 17 affetti da denervazione
proveniente da altre cause.
Un primo importantissimo risultato e' stato quello di dimostrare che nei muscoli dei soli pazienti Sla
il recettore dell'acetilcolina, responsabile della contrazione muscolare, e' risultato alterato per
un'aumentata espressione della subunita' alpha.
Tale aberrazione riduce di conseguenza la sensibilita' alla stimolazione da parte dell'acetilcolina
comportando una riduzione dell'efficacia contrattile dei muscoli.
E' stata utilizzata una tecnica particolarmente innovativa, basata sul microtrapianto di membrane
muscolari ottenute da biopsie effettuate da muscoli di pazienti Sla.
Sul recettore AChR un endocannabinoide (PEA), che in un singolo paziente aveva prodotto risultati
incoraggianti, ha mostrato un miglioramento della funzionalita' del recettore in seguito a
stimolazioni ripetute.
Rispetto a pazienti non trattati, quelli a cui e' stato somministrato il PEA hanno mostrato una
riduzione del declino respiratorio.
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