Girone D - Project451
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Girone D - Project451
A richiesta del mio mecenate, nonché dell’uomo che mi paga questo stipendio lauto, la rubrica cambia nome ne Le coliche di Vito (maledetto pdf che storpia il corsivo). Non crediate, m’ero fatto sentire anche per cambiare il nome del blog, che con questo 451 siamo troppo difensivi, “Non dico il 3-4-3, ma almeno un 4-4-2 potremmo schierarlo, così proponiamo gioco”, ho supplicato, poi quelli bravi mi hanno spiegato questa storia mitica di Fahrenheit e Bradbury e compagnia cantante e allora son tornato nei ranghi, coda tra le gambe. Ma ora andiamo all’articolo che conclude il primo giro di partite, saltando Ucraina-Svezia perché dovevo andare al cinema, e mi mette in pausa per tutto il secondo turno, considerato che le nazioni le abbiamo già viste tutte all’opera e il mio cervello s’è totalmente prosciugato a furia di scrivere minchiate al riguardo. Così prosciugato da non aver notato una roba epica del genere, con il Trap che torna agli antichi fasti e ci delizia da par suo. INGHILTERRA – FRANCIA 1-1 Inghilterra-Francia è una di quelle partite di cui pensi che appena vedrai i giocatori in campo ripescherai subito immagini come la Guerra dei Cent’Anni e gli Asburgo-Lorena e Robespierre e Churchill e tutta quella melma che ai tempi delle scuole medie devi avere pur piazzato da qualche parte. Solo che poi inquadrano l’allenatore degli inglesi Hodgson e finisce in vacca perché l’unica scena che ti viene in mente è quella di lui che duetta con Mister Flanagan a Mai Dire Gol e l’unico peccato è non trovarne traccia su Youtube. Il fatto di cui mi rendo conto, piuttosto, è che non devo seguire il calcio davvero da un bel po’ se trovo nomi sconosciuti anche tra le nazionali più importanti. Ma Debuchy non era un musicista? E questo OxladeChamberlain sarà parente da parte di madre del tizio che a Monaco firmò giustamente per prendere tempo e invece il tempo poco galantuomo scomunicò per sempre? Mi pongo queste domande idiote con serenità olimpica, tanto in campo non sta succedendo niente di che, e già me lo vedo il regista dall’occhio di lince passare il tempo spulciando le tribune in cerca di gnocca da primo piano. Trascorre così quasi tutta la prima mezz’ora, con le squadre arroccate nei loro schemi e il solo portiere inglese Hart a tentare di dare spettacolo usando il suo pezzo forte delle mani di burro, ma senza risultato. Ed è un peccato che al commento tecnico non ci sia Beppe Dossena, perché non vedo l’ora di sentire la magica frase: “Solo un calcio piazzato può sbloccare la partita”. Ma poveretto, non essendo lui lì per dirla, succede che una punizione sblocchi la partita veramente: punizione dalla trequarti di Gerrard e gol di Lescott. I transalpini reagiscono e Hart, dopo una parata effettuata per la legge dei grandi numeri, prende gol sul primo palo su conclusione da fuori area di Nasri ed è proprio vero che dopo Banks e Shilton la tradizione dei portieri inglesi s’è prosciugata (che nessuno nomini Seaman, ricordo bene la punizione di Ronaldinho del 2002) e gli inventori del calcio non vincono più. Il secondo tempo è di una noia mortale, la Francia tiene palla e se la scambia davanti all’area di porta inglese guardandosi bene dall’entrarvi, il sonno attanaglia lo spettatore peggio manco i giocatori avessero spruzzato dalla tv una zaffata di cloroformio. O forse è solo colpa della faccia alla camomilla di Blanc. Fatto sta che quando mi sveglio è finita, 1 a 1 come avrebbe gradito re Salomone.