VALERIANA Valerianella olitoria Poll. Generalità e funzioni Della

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VALERIANA Valerianella olitoria Poll. Generalità e funzioni Della
Generalità e funzioni
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VALERIANA
Valerianella olitoria Poll.
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Della famiglia delle Valerianacee, è una verdura commestibile che condivide
alcune proprietà con la più conosciuta Valeriana officinalis, erba medicinale
utilizzata in erboristeria per le sue proprietà sedative e sonnifere.
Nelle varie regioni italiane è conosciuta anche come valerianella, soncino, sarzette,
grassetti, gallinella, molesine, baretto, in francese “mache”. E’ una verdura a foglie
piccole e mucillaginose, commestibile sotto forma d’insalata.
E’ molto ricca di clorofilla, la quale ha un’azione tonica su tutti i sistemi e le
funzioni biologiche dell’organismo, contiene una discreta quantità di carotenoidi, non
tale da appesantire la funzione epatica, ma sufficiente a migliorare il trofismo di cute
e mucose; inoltre, veicola un insieme di sostanze e principi attivi, in larga parte
sconosciuti, che hanno una diretta azione sul sistema nervoso centrale in senso
sedativo e sonnifero.
Originaria della Sicilia e della Sardegna, la sua coltivazione si è diffusa attualmente
in tutta l’Europa; in primavera, è possibile trovarla facilmente, allo stato spontaneo,
nei campi incolti e nei giardini.
Questa informazione è importante, perché le capacità nutritive e soprattutto
terapeutiche sfruttate in Bioterapia Nutrizionale sono di gran lunga superiori nelle
piante commestibili spontanee, rispetto a quelle coltivate. In natura, infatti, ogni
essere vivente cerca il suo habitat ottimale per poter esprimere sempre al massimo la
sua capacità vitale; quando viene forzato a crescere come e dove l’uomo vuole, perde
una parte più o meno significativa delle sue caratteristiche informativo-energetiche e
nutrizionali. A conferma di ciò, si riporta qualche esempio: la capacità diuretica della
cicoria spontanea è molto più marcata ed intensa rispetto a quella della cicoria di
coltivazione; l’ortica cresce spontaneamente in terreni dove è possibile concentrare al
massimo il ferro; la ricchezza in vitamina C della rosa canina si riduce molto quando
viene coltivata in terreni sabbiosi. In terapia si tiene sempre conto della qualità degli
alimenti utilizzati, soprattutto quando la gravità della patologia richiede la ricerca del
massimo effetto terapeutico possibile.
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Bioterapia Nutrizionale
Non esercitando alcuna influenza significativa sulla diuresi, né sulla funzione
intestinale in senso astringente o lassativo, la valeriana ha una digeribilità ottimale,
forse con l’unico limite nelle fasi acute di gastralgie e ulcere peptiche. Ha come
precisa indicazione terapeutica gli stati di irritabilità del sistema nervoso.
Sarà utilizzata nei distonici, nei depressi, negli ansiosi, nei soggetti insonni. Molto
indicata anche negli stati di aggressività, compresi quelli iatrogeni conseguenti, per
esempio, all’uso di farmaci antiepilettici. Nei distonici, con crisi di agitazione su uno
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sfondo depressivo, si ha sempre una ritenzione idrica più o meno marcata. Infatti, se
si osserva bene un soggetto di questo tipo, si nota costantemente una imbibizione
tossica dei tessuti e degli organi dovuta ad un rallentamento di tutti i metabolismi. In
questi casi, la valeriana si assocerà al finocchio crudo, mangiato a parte senza olio e
sale, allo scopo di sfruttare al massimo la capacità diuretica di quest’ultimo.
La valeriana, associata al pesce, impedirà un’eccessiva stimolazione tiroidea in
soggetti nei quali tale alimento viene usato per altri scopi terapeutici. Nelle insalate
miste serve a mitigare l’eccessiva azione irritante del ferro di verdure quali radicchio,
rucola, indivia belga, dello iodio contenuto nelle crucifere o della vitamina C. Può
essere veramente molto utile nei soggetti con disfunzione renale, nei quali l’uso della
carne rossa, a volte necessaria, può indurre un’irritazione del sistema nervoso, per
una concomitante attivazione surrenalica con aumento dell’adrenergia.
Al contrario, la valeriana non dever essere usata nell’insalata di pasta, poiché
interferirebbe con la stessa azione sedativa operata dai carboidrati.
Tra i tanti esempi di cene sedative del sistema nervoso è possibile citare riso aglio,
olio e peperoncino (che costituisce un modico stimolo dell’attività epatica ben
supportato dall’amido), oppure riso alle erbe (che ha uno spettro d’azione più
ampio), con la valeriana da sola in insalata e poi una mela cotta o una macedonia di
frutta.
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Valeriana e lattuga
Una delle associazioni alimentari illogiche e dannose è valeriana e lattuga. L’errore
si può verificare poiché anche la lattuga è conosciuta per le sue proprietà sonnifere e
sedative. A parte la scarsa digeribilità di questa associazione, la lattuga ha un tipo di
azione totalmente diverso. Infatti, è soprattutto lenitiva, soporifera, paralizzante,
frenante. Per esempio, riso e lattuga ha un’azione soporifera in chi ha insonnia
conseguente a preoccupazione, a eccitazione mentale, ad eccitazione metabolica con
iperattività epatica, ma anche negli stati d’irritazione delle mucose dell’apparato
digerente, come avviene nelle gastriti e nelle coliti da stress.
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Valeriana e irritabilità epatica
Nel volume di questa collana dedicato alle patologie, a proposito dell’insonnia si
vedrà come alcuni stati di agitazione con disturbi del sonno saranno trattati con dei
pasti composti allo scopo di eccitare ed aumentare il lavoro notturno del fegato. La
metabolizzazione delle tossine in eccesso durante la notte permetterà un sonno
riposante e fisiologico. Mentre la lattuga costituisce addirittura un fattore di
aggravamento per la sua azione frenante sull’attività dell’epatocita, la valeriana non
funziona in questo tipo di situazioni cliniche, in quanto agisce non sul fegato, ma su
un’irritabilità specifica del sistema nervoso.