Sempre più corsi sulla sicurezza

Transcript

Sempre più corsi sulla sicurezza
F O R M A Z I O N E PRO F E S S I O NALE | C R E SC E L’O F F E RTA AL SU D
Imprese
Sempre più corsi
sulla sicurezza
Un progressivo restringimento dell’offerta formativa professionale
tradizionale, una maggiore espansione dei corsi dedicati alla sicurezza
sul lavoro. È questa la fotografia della formazione in edilizia contenuta
nel Rapporto Formedil 2008, che ha preso in esame l’attività del
2007 delle 96 Scuole edili. Oltre il 70% dei corsi è stato dedicato
esclusivamente alla sicurezza nei cantieri.
di Stefano Cianciotta
«Al di là della disciplina
regolatoria appare
necessario un intervento
molto più sostanziale
di formazione,
informazione e
prevenzione.
È necessario
dunque investire sulla formazione
e l’informazione dei lavoratori, a
partire proprio dal mondo delle scuole»
Maurizio Sacconi, ministro del welfare
Dicembre 2008 N. 10
F
IL NUOVO CANTIERE
76
ormazione in costante aumento in edilizia.
L’ultima rilevazione Formedil 2008 sui dati
relativi all’attività formativa 2007 delle 96 scuole edili italiane, infatti, segnala più di 5.000 corsi
realizzati, che hanno coinvolto 83.225 allievi. Si
tratta in prevalenza di lavoratori, operai e tecnici in
formazione (70.808), seguiti dagli allievi in prima
formazione (9.368) e dai disoccupati (3.049). Rispetto al 2005 c’è stato un aumento considerevole
nel numero dei corsi di formazione professionale
avviati, 2.817 nel 2005, diventati 5.079 alla fine
del 2007. Il trend positivo dei corsi e degli allievi, in buona sostanza, ha seguito la crescita della
occupazione in edilizia, che dai dati Istat risulta
essere stata nel 2007 superiore del 2,6% rispetto
all’anno precedente. Nonostante questi incrementi
così importanti, tuttavia, il volume di attività del
sistema formativo edile è ancora esiguo rispetto
al totale dei lavoratori occupati nel settore. Solo
il 3,9% dei lavoratori impiegati nelle costruzioni,
infatti, partecipa abitualmente ai corsi di formazione, un numero limitatissimo che testimonia come sia ancora scarsa l’attitudine del settore a promuovere la formazione continua del lavoratore. Il
Rapporto Formedil 2008, inoltre, conferma come
il trend registrato nel biennio precedente – oltre il
50% dei corsi era destinato alla prevenzione/protezione – si sia consolidato, con quasi il 70% dei
corsi realizzati dedicati quasi esclusivamente alla
sicurezza nei cantieri. Il dato può essere letto in
due modi: da un lato, infatti, segnala il crescente
ricorso da parte delle imprese e dei professionisti
al patrimonio formativo delle scuole edili, a cominciare dai cpt per quanto concerne la sicurezza. Dall’altro, invece, conferma la preoccupazione legata
alla sempre difficoltà per le imprese di reperire le
figure tradizionali dell’edilizia, e soprattutto la loro fidelizzazione nel tempo, visto che nei tre anni
successivi al loro ingresso l’abbandono degli under
30 è un fenomeno ormai strutturato.
Aumentano le ore al sud
Il Rapporto Formedil 2008, comunque, evidenzia
degli elementi positivi a cominciare dal numero
dei corsi in aumento e dalle aree geografiche interessate. È stato il sud nel 2007, per la prima volta,
a produrre maggiore formazione con un numero
cospicuo di allievi, con una crescita rispetto al
2006 di ore di formazione del 119%, anche se
è diminuito in questa area del Paese il numero
degli allievi in formazione iniziale, che nel resto
dell’Italia è aumentato invece del 200% rispetto
alla rilevazione dell’anno precedente. Il centro ha
registrato un aumento più contenuto, 45%, ripartito però in modo disomogeneo tra le regioni. Pochissima attività di formazione ha svolto l’Abruzzo, dove si distinguono in positivo solo le Scuole
di Pescara e L’Aquila. Positivo, invece, il bilancio
dell’Umbria, delle Marche e della Toscana, che
hanno registrato performance interessanti grazie
all’intensa attività di alcune scuole edili, come
quella di Firenze, Pistoia, Ascoli Piceno, Macerata
e Perugia. Nel 2007 il maggiore numero dei corsi
e di allievi partecipanti si è registrato nel nord-est,
a seguire il nord-ovest, il centro e il sud. La formazione iniziale e la formazione per disoccupati
è stata maggiore nel nord-ovest, mentre il nordest si distingue per la formazione dei disoccupati.
Anche gli stranieri che hanno partecipato ai corsi
sono notevolmente aumentati in questi ultimi anni, con una presenza nelle attività formative di
16.989 unità, oltre il 100% dal 2006.
L’incidenza sul totale delle presenze in formazione è stata del 20%. Come di consueto la loro
La formazione delle donne
La componente femminile nel mercato del lavoro edile è ancora esigua, ma i dati del Rapporto 2007
segnalano come la presenza delle donne ai corsi di formazione sia comunque aumentata rispetto alle
rilevazioni precedenti, dato che trova conferma anche nel Rapporto Isfol 2007.
Permangono, comunque, gli squilibri territoriali con tassi di partecipazione nel sud del 21%, del 9,6%
nel centro. La presenza femminile si concentra nel nord-ovest con il 39%, a seguire il nord-est con il
30%. Per quanto riguarda la formazione femminile è stato il nord-ovest a formare più donne tra gli
operai che tra i tecnici. Su un totale di 2.427 presenze femminili, il nord-ovest ne ha formate 1.151,
pari al 47% nazionale.
1
2. Oltre il 70% dei corsi
di formazione delle Scuole
edili viene dedicato alla
sicurezza.
3. Le ore di formazione
nelle Scuole edili del sud
sono aumentate nel
2007 del 119%.
3
frequentano i corsi sono aumentati del 52%, ma
comunque costituiscono una presenza minoritaria
nelle attività erogate dalle scuole edili e si concentrano maggiormente nell’area geografica del
nord-ovest, dove peraltro si investe molto nella
formazione iniziale.
«Con i nuovi
istituti previsti
nel contratto
non vi è più
la formazione
come elemento
separato
dal processo
lavorativo, ma parte integrante
del processo stesso, attenta alle
esigenze dei lavoratori e capace
di accompagnarli in tutto il loro
percorso nel mondo del lavoro,
a partire dal primo ingresso»
«È sorprendente,
in modo positivo
rispetto alle precedenti
rilevazioni, la crescita
in termini di
attività e di allievi
che si è riscontrata
nel sud d’Italia,
dove la formazione rivolta agli
operai e ai tecnici raggiunge quasi
la stessa intensità numerica,
a differenza delle altre aree geografiche
dove si riscontra una netta prevalenza
della formazione per gli operai»
Daniele Verdesca, direttore Formedil
Rossella Martino, condirettore Formedil
Due tipologie di formazione
Dicembre 2008 N. 10
Cresce il monte ore
All’aumento del numero dei corsi e del numero
degli allievi corrisponde, contrariamente al 2006,
anche l’aumento delle ore di formazione. Si è
passati dalle 279.573 ore del 2006 alle 349.678
del 2007, con una durata media del corso che
è diminuita del 30%. Era di 94,04 la media delle ore di un corso nel 2006, è scesa a 68,85 nel
2007. Quest’ultimo dato è un’ulteriore conferma
che si sta consolidando la scelta del sistema edile
a orientare l’attività formativa verso una durata
corsuale più breve, fenomeno che si spiega anche
con l’aumento delle presenze di occupati, che devono seguire i corsi obbligatori per la sicurezza e
per l’aggiornamento. Gli operai hanno inciso sul
totale degli allievi dei corsi per l’81%, i tecnici
per il 16%. Entrambe le categorie si concentrano
in ordine decrescente nel nord-est, nord-ovest,
centro e sud. Gli operai restano i maggiori fruitori
dei corsi di formazione continua e dell’apprendistato professionalizzante, se si escludono dal panorama concorsuale le attività per la sicurezza,
che da sole raccolgono più di 52.000 lavoratori.
Leggermente diversa la situazione per i tecnici. In
questo caso, infatti, la loro presenza si fa sentire
sia nella formazione continua, che nelle attività
integrative scuola edile e Istituto tecnico per geometri, alle quali hanno partecipato 1.796 allievi.
La sicurezza, anche in questo caso è stata quella
che ha raccolto il numero maggiore di partecipanti. Analizzando il dato nazionale i disoccupati che
1. Il Nord-Est è la zona
che ha realizzato più
corsi e formato più
allievi puntando sulla
formazione continua e
sull’apprendistato
77
IL NUOVO CANTIERE
presenza è più rilevante nel nord-est, anche se rispetto al biennio 2005-2006 si registra un aumento sensibile della partecipazione degli stranieri ai
corsi anche nelle altre macroregioni, soprattutto
in quella meridionale. Rispetto alle precedenti rilevazioni, infatti, la presenza di stranieri ai corsi
formativi è cresciuta nel centro e nel sud rispettivamente del 149% e dell’846%
2
SICUREZZA E CERTIFICAZIONI
Dicembre 2008 N. 10
Sedici ore prima
di entrare in cantiere
IL NUOVO CANTIERE
78
Le 16 Ore sono lo strumento concreto che
il sistema paritetico delle costruzioni ha
individuato per ridurre gli infortuni nei
cantieri. Dal primo gennaio del 2009, ogni
impresa, ogniqualvolta deciderà di assumere
un lavoratore che per la prima volta entra nel
settore, dovrà provvedere alla sua formazione
di base, che avrà appunto la durata di 16 ore,
prima del suo ingresso in cantiere.
In questo modo viene assicurato alle imprese
un servizio gratuito in grado di garantirle sul
piano del rispetto della normativa in materia
di sicurezza sul lavoro. Secondo il Formedil il
provvedimento interesserà 80.000 potenziali
nuovi ingressi ogni anno su 850.000 lavoratori
registrati dal sistema paritetico sull’intero
territorio nazionale. «Si tratta di un vero e
proprio salto di qualità per tutti», sottolinea
il presidente del Formedil Massimo Calzoni.
«In particolare per le imprese che con le 16
Ore potranno usufruire di un servizio gratuito
e qualificato che consente loro di disporre di
una certificazione che li garantisce rispetto
alla normativa sulla sicurezza in cantiere e di
avvalersi di un’opportunità per avviare al lavoro
in cantiere mano d’opera più consapevole
e soprattutto iniziata professionalmente al
mestiere edile».
L’attuazione del provvedimento sulle 16
Ore sarà garantita dalla capillare rete delle
scuole edili che, in quanto dotate di cantieri
– laboratorio, potranno assicurare quella
formazione pratica che costituisce la base per
accedere in maniera consapevole al lavoro
edile. Fin dai primi di ottobre 18 scuole edili
hanno avviato in via sperimentale i corsi sulle
16 Ore: Alessandria, Avellino, Cosenza, Cuneo,
Lecce, Lecco, Matera, Parma, Perugia, Piacenza,
Terni, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese,
Venezia, Vicenza. Parti sociali e Inail insieme
contro il lavoro irregolare
La presentazione dell’innovazione contrattuale
delle sedici ore di formazione obbligatoria,
avvenuta a settembre nella sede del
Parlamentino dell’Inail a Roma, è stata
l’occasione per le parti sociali di lanciare la
proposta di un’alleanza con il Governo e con
l’Inail per individuare le misure più adeguate
per combattere il lavoro irregolare e aumentare
le condizioni di sicurezza nei cantieri. Unanime
è stata da parte dei rappresentanti delle
parti sociali – Paolo Buzzetti, presidente
dell’Ance, Giuseppe Moretti, segretario
generale della Feneal-Uil, Domenico Pesenti,
segretario generale della Filca-Cisl e Walter
Schiavella, segretario generale della FilleaCgil – la richiesta che il Governo svolga un
ruolo attivo per costruire un’edilizia sicura,
trasparente e leale nella lotta contro il
lavoro nero. La concessione del patrocinio
e l’impegno personale assunto dal ministro
Sacconi per favorire il ricorso alle sedici ore ne
costituiscono una testimonianza positiva che
pone le premesse per un cammino condiviso.
«Si tratta di un vero
e proprio salto di
qualità per tutti. In
particolare per le
imprese che con le
16 Ore potranno
usufruire di un
servizio gratuito e
qualificato che consente loro di
disporre di una certificazione che li
garantisce rispetto alla normativa
sulla sicurezza in cantiere, ma anche
di avvalersi di un’opportunità per avviare
al lavoro in cantiere mano d’opera
più consapevole e soprattutto iniziata
professionalmente al mestiere edile»
«Il patrocinio
dato dall’Inail è
testimonianza della
grande importanza
che l’istituto dà a
questo strumento.
Noi siamo convinti
che debba esserci un
costante dialogo e una partnership con
le parti sociali per raggiungere i risultati
che tutti noi auspichiamo in termini di
regolarità e di maggiore sicurezza sul
lavoro. L’augurio è che le 16 Ore
si moltiplichino per ogni fase
produttiva che il lavoratore si
trova ad affrontare»
Massimo Calzoni, presidente Formedil
Marco Fabio Sartori, presidente Inail
«La prima riflessione istantanea che emerge dall’analisi effettuata» spiega Rossella Martino, condirettrice del Formedil «è la demarcazione tra due
ambiti formativi: quello che porta all’acquisizione di un mestiere e quello che invece affronta gli
aspetti della sicurezza in termini di sensibilizzazione, capacità di svolgimento di ruoli e funzioni
di cui alla normativa in materia. Questa separazione con cui sono stati trattati i dati non è un scelta
del sistema, perché il sistema si è dovuto adeguare
all’approccio che si sta consolidando nell’ambito
della politica di governo e di conseguenza della
pubblica amministrazione, che destina quote di
finanziamento alla formazione per la sicurezza
diverse da quelle della formazione in genere.
È sorprendente, in modo positivo rispetto alle precedenti rilevazioni, la crescita in termini di attività
e di allievi che si è riscontrata nel sud d’Italia, dove
la formazione rivolta agli allievi operai e ai tecnici
raggiunge quasi la stessa intensità numerica, a differenza delle altre aree geografiche, dove si riscontra una netta prevalenza della formazione per gli
operai. Altro risultato rilevante è quello riportato
dalla macroarea del nord-est, perché ci troviamo
di fronte a un’area della positività se cosi si può
dire, in quanto è la zona che ha realizzato più corsi di formazione, formato più allievi, puntato alla
formazione continua e all’apprendistato».
Non è un caso, quindi, che proprio a seguito della riforma dell’apprendistato, la Regione Veneto
è stata una delle prime in Italia a dotarsi di una
regolamentazione regionale, avviando la sperimentazione in un’area dove è tradizionalmente
molto forte la presenza dei lavoratori stranieri.
Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, investire sulla formazione significa innanzi tutto fare
prevenzione.
«Al di là della disciplina regolatoria» osserva
l’esponente di Governo «appare necessario un in-
tervento molto più sostanziale di formazione, informazione e prevenzione. In primo luogo, quindi,
è necessario un adeguato sistema di monitoraggio,
utile a orientare un approccio che sia più per obiettivi che per regole, sull’onda di quello che indicava Marco Biagi nel suo Libro bianco sul mercato
del lavoro in Italia. È necessario dunque investire
sulla formazione e l’informazione dei lavoratori, a
partire proprio dal mondo delle scuole».
«La formazione realizzata dal sistema paritetico
Formedil» commenta Daniele Verdesca, direttore
del Formedil «deve essere letta alla luce del diverso
ruolo che le viene dato nei nuovi Contratti nazionali del settore, a partire dalle 16 ore di formazione
preventiva all’accesso in cantiere per i nuovi lavoratori e passando attraverso la formazione continua e i programmi di sviluppo professionale delle
risorse umane delle imprese, sino ad approdare ai
nuovi servizi in materia di orientamento e mercato
del lavoro. Non più, quindi, formazione come elemento separato dal processo lavorativo, ma parte
integrante del processo stesso, attenta alle esigenze
dei lavoratori e capace di accompagnarli in tutto il
suo percorso nel mondo del lavoro, a partire dal
primo ingresso».
Da dove vengono le risorse
I finanziamenti per le attività formative provengono per il 22% dalle entrate contrattuali, per il 59%
da fondi pubblici, nei quali sono ricompresi anche
i finanziamenti europei che transitano attraverso i
Por (Piano Operativi regionali).
Il restante proviene da interventi privati. È il centro la macro area che ricorre più delle altre ai finanziamenti pubblici con una percentuale del
32,8%, seguita dal nord-ovest con il 29,3%, il
nord-est 26,3% e in ultimo il sud, con l’11,6%. Tra
i corsi autofinanziati è il nord-est a ricorrervi in
misura maggiore.