Saggio - Musica Practica
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Saggio - Musica Practica
O R G A N I Z Z A Z I O N E D E L M E TO D O Parte Prima Organizzazione del metodo Caratteristiche del metodo Il metodo è destinato ad arpisti a partire dai quattro o cinque anni di età ed è rivolto agli insegnanti e genitori che vogliono avvalersi della mia esperienza. Ho iniziato a pensare alla sua stesura dopo alcuni anni di corsi dedicati ad arpisti diplomati che desideravano avvicinarsi alla didattica infantile ma erano privi di esperienza nell’insegnamento. Normalmente, quando si studia si è interessati quasi esclusivamente ad apprendere per se stessi senza pensare che, in un futuro nemmeno troppo remoto, si potrebbe passare dall’altra parte e trovarsi allora a dover insegnare le cose apprese. Il meccanismo non è però scontato, perché una cosa è saper suonare e un’altra è saper far suonare. Occorrerà allora ripercorrere a ritroso il proprio cammino musicale e, con l’esperienza maturata negli anni di studio, capire cosa sta dietro ad un movimento o ad un semplice gesto, analizzarlo e presentarlo nel modo più chiaro possibile. PERCORSO STORICO Occorrerà poi interessarsi ai metodi tradizionali esistenti e costruirsi un buona conoscenza del repertorio per i principianti. I metodi storici che normalmente utilizzo, come Renié, Naderman, Salzedo, Watkins, Grossi, nelle loro diversità sono tutti validissimi ma si rivolgono ad allievi già più grandi di età: con questo metodo vorrei portare il discorso tecnico verso arpisti piccoli. Ho cercato quindi di tradurre le terminologie tecniche ricorrenti tra addetti ai lavori con parole comprensibili ai bambini e ai genitori, che molto spesso non sono musicisti. METODI STORICI Si partirà sempre da piccoli brani musicali per arrivare all’elemento tecnico e mai viceversa. Sarà, per intenderci, il contrario del metodo Grossi, dove invece tutto parte dallo studio un po’ asettico della tecnica per poi arrivare ai piccoli studi del Pozzoli. Comunque, non temete, si farà molta tecnica, altrimenti l’arpa non s’impara! Le necessità tecniche cresceranno con quelle musicali, utilizzando nuovi modelli tecnici su brani già conosciuti; il passaggio successivo sarà quello di entrare poi in una didattica tradizionale e proseguire, per chi lo vorrà e lo potrà, fino al compimento degli studi musicali. RAFFRONTI Non mi occuperò di insegnamenti teorici, come la lettura delle note o gli elementi tradizionali del solfeggio: ogni insegnante dovrà provvedere a questa parte dell’apprendimento musicale dedicandovi lo stesso tempo che dedica allo strumento, scegliendo le metodologie che preferisce. Sono ormai reperibili validissimi testi di teoria e solfeggio per ogni fascia di età, e inoltre tutte le scuole di musica hanno, al loro interno, corsi di solfeggio. LA TEORIA Si dovranno registrare, poi, tutte le musiche da suonare per permettere al bambino di memorizzarle tramite l’ascolto, che costituirà per lui un momento fondamentale nell’apprendimento del repertorio musicale. Se invece questo metodo sarà usato dai bambini più grandi, di sette-otto anni, questi dovranno, prima di suonare, leggere i brani e memorizzarli subito, per poterli poi eseguire badando solo al gesto tecnico e al discorso musicale. L’utilizzo di queste musiche con allievi più grandi permetterà di arrivare velocemente a costruire le basi tecniche essenziali per suonare l’arpa: ovviamente cambieranno il linguaggio e i tempi necessari all’apprendimento e questi pezzi dovranno essere comunque affiancati ad altri brani musicalmente più evoluti ed ai tradizionali esercizi tecnici. Ho pensato, per le illustrazioni, di avvalermi della figura di un maschietto anziché di quella di una bambina, per contrastare il luogo comune che considera l’arpa uno strumento prettamente femminile. Il fatto che le arpiste siano effettivamente in maggioranza non deve farci dimenticare grandi figure di solisti come Zabaleta, Salzedo, Grandjany ecc.; e non dobbiamo nemmeno farci troppo suggestionare dall’iconografia, che per secoli ha rappresentato sempre solo angeliche figure femminili intente a suonare l’arpa… CRITERI ILLUSTRATIVI O R G AN I Z Z A Z ION E DE L M E TODO Articolazione dei volumi e dei capitoli Il metodo è composto di due volumi: uno, a colori, è rivolto ai bambini, mentre l’altro è pensato sia per gli insegnanti d’arpa sia per le persone che vorranno aiutare il percorso strumentale dei piccoli allievi, senza necessariamente avere nozioni musicali. Nei due volumi troverete sostanzialmente gli stessi contenuti ma, mentre nel libro destinato ai bambini i disegni hanno una funzione predominante, perché servono a comunicare in modo diretto gli argomenti tecnici da affrontare, nel libro degli adulti i vari capitoli sono trattati da un punto di vista essenzialmente tecnico e didattico. Il libro dell’allievo contiene tutti gli spartiti musicali, scritti con notazione a grandi caratteri, più facilmente leggibili da chi è già in grado di leggere la musica; i più piccoli invece troveranno, come in una specie di intavolatura antica, dei disegni-simbolo, piccole icone, che li aiuteranno a ricordare gesti, elementi tecnici o errori da evitare. Il libro degli adulti è diviso in due parti: la prima scompone e analizza la postura strumentale arpistica mentre la seconda sviluppa gradualmente, capitolo per capitolo, il repertorio e la tecnica propri dello strumento. Ho cercato di trattare gli argomenti tecnici e musicali nel modo più semplice possibile per permettere, a chi non è arpista, di comprendere le terminologie relative alla musica e al suonare l’arpa. I capitoli riguardanti le posture sono forse la caratteristica principale di questo metodo; sono pensati soprattutto per i bambini più piccoli ma sono utili anche ai più grandicelli. Sono stati ordinati secondo un certo criterio, che non è necessariamente da seguire; potete quindi usare, nell’ambito della stessa lezione, un gioco di postura per le spalle, uno per l’articolazione del pollice e così via. In ogni caso non trascurateli, perché sono il tramite fra la nostra conoscenza tecnica del suonare l’arpa e il loro mondo di esperienze già acquisite (ad esempio: andare in bicicletta = posizione dei polsi, ecc.) che potranno servire anche a suonare l’arpa. Il metodo non coprirà tutta la tecnica strumentale, ma solo quella che ritengo necessaria e sufficiente per l’apprendimento di base. Lo strumento QUALI ARPE? ACCORDATURA Le arpe da utilizzare devono essere sempre proporzionate alla statura di ogni bambino. All’inizio del percorso di studio uso le arpe definite “celtiche” (termine improprio che ormai è diffuso per definire le arpe irlandesi a levette). Nel caso di bambini particolarmente piccoli svito all’arpa le quattro gambette e le sostituisco dapprima con i normali piedini in metallo che si usano per le sedie e successivamente con piedini più alti. In questo modo lo strumento avrà la proporzione di una normale arpa grande e poggerà bene a terra, cosa molto importante per il bambino in un’età in cui è difficile restare fermi per più di alcuni minuti. Non usate mai un’arpa senza qualche tipo di piedino perché può scivolare facilmente; inoltre può essere utile appoggiarla su un tappetino. Con questi accorgimenti le arpe si potranno adattare progressivamente alla naturale crescita di ogni bambino che, verso i sette anni, potrà suonarle ad altezza normale. Quando poi esso sarà ancora cresciuto e il repertorio musicale lo richiederà, si passerà alle arpe a pedali di piccole dimensioni (le arpe a 40 corde); il passo successivo sarà poi una regolare arpa a 46-47 corde, di dimensioni e peso sempre proporzionati alle reali potenzialità fisiche dell’allievo. Insisto molto sulla scrupolosa scelta dello strumento giusto al momento giusto, perché suonare un’arpa di dimensioni sbagliate potrebbe portare in futuro a difetti di postura e dolori fisici. Nelle piccole arpe la scelta delle corde sarà ben curata e queste dovranno essere di ottima qualità, viste le piccole dimensioni dello strumento; la registrazione delle levette dovrà essere priva di sgradevoli rumori e naturalmente l’arpa andrà bene accordata. Vorrei sottolineare l’importanza di avere sempre uno strumento ben accordato: i bambini hanno un orecchio molto sensibile e vengono irritati dai suoni prodotti da arpe scordate. L’accordatura, operazione piuttosto complessa, nei primi tempi sarà essenzialmente compito dell’insegnante che, al momento opportuno, trasmetterà all’allievo le conoscenze per effettuarla autonomamente. L’arpa O R G A N I Z Z A Z I O N E D E L M E TO D O che i bambini useranno a casa dovrà comunque essere accordata; dato che non è facile per un genitore provvedere ad orecchio all’intonazione, consiglio l’utilizzo di un accordatore elettronico. Non demonizzerei questi apparecchi, perché non penso possano compromettere lo sviluppo dell’orecchio; è ben più importante, per lo sviluppo di un orecchio raffinato, suonare strumenti ben accordati. La principale caratteristica dell’arpa celtica è costituita dal sistema di levette poste in alto sullo strumento. L’arpa “celtica” con le levette tutte in basso è accordata in MI bemolle Maggiore. Questa tonalità di base ci permette di poter suonare in tonalità con bemolli o con diesis, e ovviamente in DO Maggiore. Per avere l’arpa in DO Maggiore, tonalità della maggior parte dei brani del metodo, occorrerà alzare tutte le levette dei SI, dei LA e dei MI che diventeranno così naturali. Le levette servono ad alterare la nota di un solo semitono. Una volta alzata la propria levetta, il DO, il RE, il FA e il SOL diventeranno diesis, mentre abbassando quelle del MI, del LA e del SI queste note diventeranno bemolli. Consiglio agli insegnanti: non fate riferimento alle moderne arpe a pedali per cercare di capire la posizione delle levette! Se volete un riferimento di pedaliera, dovete pensare alle arpe a movimento semplice della seconda metà del ’700, che erano anch’esse accordate in MIb Maggiore. Quando trasportate l’arpa in macchina abbassate sempre le levette; appoggiatela sdraiata, ma non dalla parte delle levette perché queste sono fragili! LE LEVETTE TRASPORTO Svolgimento della lezione Ricordate sempre che la lezione è in primo luogo destinata al bambino e poi al genitore. I dubbi, le domande, le osservazioni che un genitore può fare vanno sempre relegate al fondo della lezione, per non perdere la concentrazione dell’allievo che, a quell’età, è limitata a pochi attimi. Dimenticate di saper già suonare l’arpa da professionisti, e calatevi nella realtà di un bambino che si avvicina allo strumento curioso, ma ignaro. Ripensate e analizzate invece molto bene quello che già sapete fare e riducetelo all’essenziale, perché è di poche e chiare cose che avrete bisogno. I primi brani ad un dito solo sono già sufficienti a suonare molte cose: non abbiate quindi fretta di aggiungere le altre dita perché rischierete di rovinare tutto. I bambini, poi, sono portati a ripetere più volte i brani che conoscono anche molto bene per rafforzare la loro sicurezza e le ripetizioni non li annoiano, come invece può succedere ad un adulto. Spiegherò poi nel corso del libro anche dei trucchi da mettere in atto quando la ripetizione serve a voi, per correggere dei difetti di postura. Siate sempre molto chiari e semplici nella spiegazione dei compiti ai quali il genitore dovrà attenersi a casa, quando sarà lui a portare avanti il lavoro, e fatelo anche provare a suonare, se lo vorrà. Non abbiate fretta ma procedete con calma, curando in modo quasi maniacale ogni piccolo dettaglio, perché è nelle prime lezioni che si gettano le fondamenta per una solida base tecnica. Prevedete una lezione di non più di 30 minuti per i bambini di quattro-cinque anni che fanno solo la lezione d’arpa, di un’ora in tutto per i più grandi che fanno solfeggio e arpa. Non contate, comunque, di tenere un bambino all’arpa per 30 minuti di seguito! Dovrete alternare gli esercizi di postura a parti suonate, l’apprendimento delle nuove canzoncine a chiacchiere. Nelle primissime lezioni, i bambini stanno all’arpa per trenta/quaranta secondi consecutivi al massimo, il che per loro, abituati a muoversi e saltare, è già un grande e lungo sacrificio. Tutti i giochi e gli esercizi legati alla postura saranno fatti contemporaneamente da allievo e genitore. Se operate da soli, dovrete dedicare la prima parte della lezione ai ritmi, a cantare le canzoncine che poi saranno suonate, alla lettura delle note, ecc. registrando o facendo prendere appunti. Non inorridite davanti ai piccoli ricatti che i genitori faranno per convincerli a far lezione: è una prassi ricorrente e succede in molte situazioni; non sentitevi quindi degli esseri abominevoli perché “costringete” questi pargoletti a suonare! Un’ultima osservazione: avrete bisogno di molta energia, ma ne vale sicuramente la pena! DURATA DELLA LEZIONE