Controllo dei lavori eseguiti in ambienti sospetti di inquinamento e/o
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Controllo dei lavori eseguiti in ambienti sospetti di inquinamento e/o
C Co onnttrro ollllo od de eii lla avvo orrii e esse eg guuiittii iinn a am mb biie ennttii sso ossp pe ettttii d dii iinnq quuiinna am me enntto oe e//o oc co onnffiinna attii Premessa “E’ vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione. L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.” In questo modo il Testo Unico sulla Sicurezza del Lavoro Dlgs 81/2008 approccia il problema quando ci si imbatte in attività lavorative connesse a tali luoghi pericolosi. Questi luoghi, contrariamente a quanto si pensa, risultano molto numerosi e sono altrettanto pericolosi quanto ad esempio le lavorazioni in quota che tutti gli anni mietono vittime. Da uno studio INAIL eseguito nel periodo tra il 2005 e il 2010 sui lavori negli spazi confinati, emerge che si sono registrati 29 incidenti con un numero di decessi di 43 lavoratori; Ricordiamo tutti le cronache degli ultimi anni che riportano questi incidenti come la tragedia a Sarroch del maggio 2009 dove hanno perso la vita 3 lavoratori all’interno di una cisterna, o come a Capua nel settembre 2010 dove 3 lavoratori sono morti per esalazione tossiche in un silos, o ancora a Molfetta nel marzo 2008 altri 5 lavoratori sono morti durante i lavori di bonifica di una autocisterna adibita al trasporto di zolfo. 1 Obiettivi Spinto da sollecitazioni all’interessamento da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Lombardia, il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Milano, ha stabilito di inserire nella programmazione delle attività del 2011-2013 del Servizio PSAL tra gli obiettivi la vigilanza sulle attività lavorative che si svolgono all’interno dei luoghi sospetti di inquinamento e/o confinati. A tal fine si è anche fissato un protocollo d’intesa con la Direzione Territoriale del Lavoro di Milano per effettuare la vigilanza congiunta, ciascuno su aspetti di propria competenza, e ciò sempre su esplicita richiesta del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Contemporaneamente è stato emanato un Decreto del Presidente della Repubblica n° 177/2011 per regolamentare la qualificazione delle imprese e dei lavoratori operanti in questi luoghi con l’intento di dare ordine e rigore al settore e sensibilizzare tutti gli operatori alla gravità del problema. Azioni Si è pertanto costituito a livello di Servizio un gruppo di persone con l’intento di individuare i potenziali luoghi corrispondenti alla definizione di luoghi sospetti di inquinamento e/o confinati presenti sul nostro territorio e determinare un insieme di aziende potenziali possessori di tali luoghi al fine di attivare la vigilanza. La scelta delle aziende è stata condotta tra quelle già presenti negli archivi ASL e note per il possesso di serbatoi interrati, dei silos, di serbatoi in pressione, di forni di incenerimento o di canalizzazioni oggetto molto spesso se non annualmente ad interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria all’interno. A questa programmazione preventiva si è aggiunta anche quella estemporanea sorta durante altre attività di vigilanza in azienda o cantiere dove casualmente sono stati individuati dei luoghi confinati inattesi e tra questi quelli oggetti di interventi di manutenzione (serbatoi interrati di gasolio di aziende e di distributori di carburanti). All’ atto del sopralluogo sono state richieste e visionati i contratti dei lavori, le certificazioni attestanti le qualificazioni delle imprese e dei lavoratori, e le attestazioni documentanti il possesso dell’esperienza almeno triennale del 30% in lavori eseguiti nei suddetti ambienti. Al lavoratore scelto dal committente a rappresentarlo è stato richiesto di esibire la documentazione di rito sulla sicurezza del lavoro quali il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) e le procedure specifiche per determinate fasi di lavoro all’interno dei luoghi confinati. All’occorrenza, come approfondimento successivo, è stato chiesto all’azienda documentazione integrativa (quale, ad esempio, il piano di sorveglianza sanitaria predisposto dal medico competente). 2 Considerazioni e prospettive I nostri interventi hanno stimolato le aziende visitate ad approfondire aspetti della sicurezza molto spesso sottovalutati o sconosciuti quali ad esempio il rischio da sostanze chimiche potenzialmente presente all’interno dei luoghi confinati più comuni. E’ stato inoltre utile anche il confronto sviluppato in merito alle prescrizioni dettate dall’ultimo DPR 177/2011 suscettibili di interpretazioni soggettive; tale confronto ha permesso alle aziende non solo di conoscere l’interpretazione condivisa dagli operatori della vigilanza ma anche, di conseguenza, di avere la certezza di una corretta applicazione della stessa. Riferimento : Saverio Pappagallo [email protected] 3