Valutazione dell`emorragia feto/materna (FMH) ed immunoprofilassi
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Valutazione dell`emorragia feto/materna (FMH) ed immunoprofilassi
Valutazione dell'emorragia feto/materna (FMH) ed immunoprofilassi anti-D: la nostra esperienza Daniela Inverardi(1), Lucia Rossi(1), Isabella Romano(1), Paolo Pesando(2), Alessandro Levis(1) (1) Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (Responsabile: Dott. Alessandro Levis ) Divisione di Ostetricia - Ginecologia (Responsabile: Dott. Paolo Pesando ) Azienda Ospedaliera "SS. Antonio e Biagio - Cesare Arrigo" Alessandria (2) Adeguate administration of Rh immune globulin requires an accurate determination of foetomaternal haemorrhage. We use a new agglutination method (ID FMH), recently suitable for routine screening. It provides a rapid and specific detection of clinically relevant FMH. In three women we detected a higher FMH and consequentely we administered a double dose of RhIg. Parole chiave: emorragia feto-materna, profilassi anti-D, ID FMH. Key words: foeto-mater nal haemorrhage,anti-D prophylaxis. Introduzione L'alloimmunizzazione da anti-D rimane la più frequente causa di mortalità/morbidità dovuta a malattia emolitica del neonato, nonostante la sua frequenza si sia drasticamente ridotta dopo l'introduzione della profilassi con immunoglobuline (Ig) anti-D nelle donne D negative. In Gran Bretagna si è infatti passati da 18 morti su 100.000 nati del 1977 a 1 su 100.000 nati nel 923. Tuttavia, l'incidenza di nuove immunizzazioni da anti-D rimane ancora di 1/1.000 nati vivi. La persistenza di tale immunizzazione può essere dovuta ad una non corretta profilassi (dose insufficiente, ritardo nella somministrazione) o addirittura ad una sua mancanza (errore nella tipizzazione madre/ neonato oppure ad una vera e propria dimenticanza nella somministrazione)1-5. Ricevuto: 30 settembre 1999 – Accettato: 18 novembre 1999 Corrispondenza: Dott.ssa Inverardi Daniela Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Azienda Ospedaliera “SS. Antonio e Biagio - C. Arrigo” Via Venezia 18 15100 ALESSANDRIA Per quanto riguarda il dosaggio di Ig da somministrare è utile ricordare che: - prima della 20a settimana di gestazione è sufficiente una dose di 250 UI, mentre dopo la 20a settimana si raccomanda una dose di 500 UI; - dopo il parto una dose di 500 UI è sufficiente per un'emorragia feto/materna non superiore a 4 mL; in alcune condizioni (taglio cesareo, gravidanza plurigemellare, rimozione manuale di placenta) l'entità dell'emorragia può superare ampiamente i 4 mL. Dopo ogni manovra invasiva durante la gravidanza deve essere effettuata la profilassi (250-500 UI): inoltre, del tutto recentemente, è stata introdotta di routine o consigliata la profilassi nell'ultimo trimestre di gravidanza (28a settimana)6-8. Per quanto riguarda il tempo, si consiglia di effettuare la somministrazione di Ig entro le 72 ore dall'evento immunizzante anche se può risultare efficace quando eseguita entro la settimana. L'incidenza di immunizzazione può essere direttamente proporzionale alla quantità di emazie D+ che entrano nel circolo materno. Anche se nella maggioranza dei casi l'immunizzazione si verifica al momento del parto, in alcuni rari casi può avvenire nella seconda metà della gravidanza: particolare attenzione deve essere posta ad emorragie vaginali o dolori addominali6. Pertanto, una stretta aderenza alle raccomandazioni del National Blood Transfusion Service (NBTS) inglese ed un dosaggio corretto e correlato all'entità dell'emorragia feto/materna possono essere in grado di ridurre e/o azzerare l'incidenza di immunizzazione da anti-D5. I protocolli sull'immunoprofilassi differiscono nei vari paesi (tabella I): si va da dosi standard di 500 UI nel post-partum con o senza valutazione del FMH (GB, Irlanda) a dosi di 1000-1500 UI senza richiesta di test accessori (Italia, Olanda, Germania), a paesi (Belgio) dove la dose della Ig viene stabilita paziente per paziente dopo aver valutato l'entità del FMH1-8. LA TRASFUSIONE DEL SANGUE vol. 45 - num. 2 marzo-aprile 2000 (115-118) 115 D. Inverardi et al. Tabella I: immunoprofilassi anti-D in alcuni paesi europei (per i riferimenti bibliografici vedi testo) Stato profilassi pre-natale* Austria Olanda Belgio Francia Germania Gran Bretagna/ Irlanda Italia Spagna valutazione FMH dosaggio post-partum UI no no 1.000-1.250 no alcuni centri si alcuni centri si alcuni centri alcuni centri si correlato a FMH 500 1.250 - 1.500 500 alcuni centri si alcuni centri no 1.000 1.250 * IgG -D somministrate nel terzo trimestre (28a settimana) Valutazione FMH Il test di Kleihauer-Betke9 è il più noto e da tempo utilizzato. Si basa sulla resistenza dell'emoglobina fetale (HbF) all'eluizione acida: dopo il trattamento con un tampone acido, la percentuale di emazie fetali presenti nello striscio periferico materno viene utilizzata per calcolare approssimativamente l'entità del FMH. Il test risulta economico e semplice ma di difficile standardizzazione (necessità di personale esperto); un altro limite è rappresentato da risultati falsamente positivi nelle donne con persistenza di elevati valori di HbF o con produzione anomala di HbF durante la gravidanza. Una nuova tecnologia, la citometria a flusso, è stata impiegata per valutare il numero di cellule fetali D+ presenti nel campione materno D-: il test risulta molto preciso e permette una esatta valutazione quantitativa, risulta però dispendioso e alla portata di pochi laboratori trasfusionali10,11. Di recente è stato commercializzato un nuovo test (ID FMH: ditta Diamed, Velate/Usmate, MI) in agglutinazione su colonna che permette una valutazione semiquantitativa delle emazie fetali D+ presenti nel campione materno D negativo 12-13. Viene utilizzato uno specifico anticorpo monoclonale anti-D in grado di legarsi alle emazie D+: il principio del test è basato sul consumo dell'anticorpo, misurato indirettamente tramite cellule indicatrici D positive, fornite dalla ditta. I risultati sono confrontati con una serie di campioni con differente concentrazione di eritrociti D+ (negativo; 0,1%; 0,2%; 0,4% fornite dalla ditta) utilizzate in parallelo. Considerando una massa eritrocitaria materna di 1.800 mL la percentuale di cellule fetali presenti nel campione materno può essere calcolata tramite l'uso della seguente formula: X% x 1.800 = Y mL emazie fetali 100 dove X% rappresenta il risultato ottenuto con il campione materno (X=0; X=0,1; X=0,2; X=> 0,4). 116 Lo scopo dello studio e stato quello di valutare l'entità del FMH nel post-partum per adeguare il dosaggio di Ig anti-D (dose standard 1000 UI) e controllare l'efficacia della profilassi (dopo 3 mesi). Materiali e metodi Periodo di osservazione: aprile 98 - giugno 99. Pazienti: 39 donne D negative che hanno partorito neonati D positivi (35 parti eutocici, 4 parti cesarei, 1 donna con parto gemellare ). Protocollo: durante la gravidanza: determinazione gruppo sanguigno materno, ricerca anticorpi irregolari (RAI) nel primo e nell'ultimo trimestre (se RAI negativa); dopo il parto: determinazione gruppo + test di Coombs diretto (TDC) sul neonato; se neonato D + valutazione FMH (ID FMH) su campione materno pre-profilassi, se FMH < 7,2 mL somministrazione 1000 UI Ig -D im; se FMH ≥ 7,2 mL somministrazione di una seconda dose; dopo 48 ore dall'avvenuta profilassi: RAI su campione materno (risultato, ovviamente, positivo per presenza IgG anti-D introdotti e relativa titolazione per diluizione scalare dell'anticorpo); dopo 3 mesi dal parto: RAI. Metodi Test immunoematologici di routine (emogruppo, TCD, RAI: agglutinazione su colonna con "schedine" Diamed). Valutazione FMH: ID FMH (su campione materno in EDTA, pervenuto pre-profilassi; emazie D positive fornite dalla ditta alle concentrazioni 0%; 0,1%; 0,2%; 0,4% da utilizzare in parallelo; emazie rivelatrici D+ fornite dalla ditta; anticorpo monoclonale anti-D fornito dalla ditta; "schedine" in Coombs specifiche fornite dalla ditta; soluzione LISS; soluzione di lavaggio emazie materne fornita Emorragia feto-materna e immunoprofilassi anti-D dalla ditta. Altro materiale necessario: puntali, pipette, centrifuga con adattatore per "schedine", termostato. Tempo globale del test (esecuzione-lettura-referto): 2 ore. Esecuzione del test: 250 µL di emazie sedimentate (dopo lavaggio con idonea soluzione) della paziente e dei 4 campioni di emazie standard sono trasferiti nelle rispettive provette Eppendorf; quindi vengono aggiunti, in ciascuna provetta, 100 µL di diluente (ID 2) e 50 µL di siero anti-D ricostituito secondo le raccomandazioni della ditta. Ciascuna provetta viene posta su un agitatore orizzontale per 60'; successiva centrifugazione dei campioni a 3.500 rpm per 5'; in cinque pozzetti, opportunamente contrassegnati, della schedina "ID-card FMH screening test" vengono trasferiti 50 µL delle emazie testo rivelatrici DiaCell II e, poi, vengono aggiunti 50 µL del sovranatante di ciascuna provetta Eppendorf; si procede con un'incubazione a 37 °C in termostato per 15'; si centrifugano, quindi, le schedine in idonea centrifuga e, infine, si leggono i risultati. Interpretazione dei risultati: se tutte le emazie materne sono presenti sul fondo del pozzetto si è verificato un alto consumo di anti-D (approssimativamente 0,4% di emazie D+); se una buona percentuale di emazie materne è precipitata sul fondo del pozzetto con presenza di alcuni agglutinati nella parte inferiore della microcolonna si è verificato un discreto consumo di anti-D (approssimativamente 0,2% di emazie D+); se le emazie materne sono distribuite lungo la microcolonna con nessuna emazia sul fondo, si è verificato un basso consumo di antiD ( approssimativamente 0.1% di emazie D+); se le emazie materne sono tutte sulla sommità della microcolonna si è verificato uno scarso o nullo consumo di anti-D (<0,1% o 0%). Controllo di qualità: le emazie negative fornite dalla ditta devono presentarsi distribuite in modo omogeneo sulla sommità della microcolonna; le emazie 0,1-0.2% devono presentare una parte di emazie che scende lungo la microcolonna; le emazie 0,4% devono essere prevalentemente sul fondo del pozzetto. Profilassi anti-D: Immunoglobuline Rhesus anti-D Berna (1.000 UI) (Istituto Sieroterapico, Berna, Como). Risultati Nel periodo considerato, abbiamo valutato 39 donne D negative con neonato D positivo. L'entità dell'emorragia fetale variava da 1,8 a 7,2 mL; in un solo caso risultava lievemente superiore a 7,2 mL (vedi tabella II ). Una dose supplementare di IgG anti-D è stata pertanto eseguita in soli tre casi. Il titolo dell'anticorpo passivamente trasmesso con la profilassi variava da 1/2 a 1/32 (vedi tabella Tabella II: entità FMH e profilassi anti-D mL emazie fetali N. donne FMH <= 1.8 1,8<FMH <=2,7 FMH = 3,6 FMH = >7,2 Unità IgG anti-D 32 2 2 3 1.000 1.000 1.000 2.000 Tabella III: entità FMH e titolo anti-D post-profilassi Titolo FMH<=1,8 mL 1,8<FMH<3,6 FMH>=7,2 1/2 4 2 1 1/4 4 // // 1/8 1/16 1/32 13 7 3 2 1 // // 1 1 III). L'esito della RAI, eseguita circa 3 mesi dopo la profilassi, ha dato esito negativo: nessun caso, quindi, di immunizzazione da anti-D. Discussione Per ridurre il rischio di alloimmunizzazione anti-D in donne D negative che abbiano partorito neonati D positivi è necessario determinare l'entità della FMH (quantificare le emazie fetali D positive eventualmente passate nel circolo materno) e, di conseguenza, eseguire una corretta somministrazione di immunoglobuline anti-D1-4. I dati di letteratura affermano infatti che 500 UI di IgG anti-D sono in grado di neutralizzare 4-5 mL di emazie fetali5-6. Recentemente è stato introdotto un nuovo test in agglutinazione su colonna (ID FMH) per una rapida indicazione dell'entità dell'emorragia nel post-partum: gli studi comparativi con il test di eluizione acida sono risultati accettabili12, 13. L'ID-FMH risulta essere un test sensibile, specifico e di facile interpretazione, permettendo, inoltre, una valutazione semiquantitativa dell'emorragia. Delle due puerpere che presentavano valori uguali a 7,2 mL, una aveva partorito con taglio cesareo, l'altra, con valore addirittura superiore a 7,2 mL, aveva avuto un parto eutocico; delle puerpere con valore di FMH di 3,6 una aveva partorito due gemelli. Va, comunque, segnalato che le diverse modalità del parto (eutocico, distocico o con taglio cesareo) non hanno influenzato i risultati finali. La nostra esperienza ci consente di affermare che l'esecuzione del test risulta semplice, facilmente standardizzabile e relativamente breve (circa 2 ore totali). Il tempo speso dal personale tecnico risulta globalmente più limitato: circa 25 minuti per lavaggio/centrifugazione dei 117 D. Inverardi et al. campioni e 5 minuti per seminare i relativi campioni nell'apposita "schedina". La lettura dei campioni risulta molto semplice, avendo sulla stessa card i rispettivi valori di riferimento ( campione negativo; 0,1%; 0,2%; 0,4%). L'applicazione della formula consente di quantificare approssimativamente l'entità dell'emorragia. ID-FMH è un test che permette pertanto una valutazione dell'emorragia feto/materna e, anche secondo la nostra esperienza, può essere utilizzato per una corretta profilassi anti-D nelle puerpere. Il controllo (RAI) effettuato a distanza dal parto non ha evidenziato la presenza di anticorpi anti-D. In accordo alla letteratura, possiamo, quindi, affermare che per azzerare il rischio di nuove MEN da anti-D è necessario: - eseguire una corretta profilassi durante la gravidanza (somministrazione di IgG anti-D post amnio/ funicolocentesi, post-aborto, in presenza di dolori addominali sospetti o emorragie vaginali); - adeguare, nel post-partum, la dose di IgG all'entità dell'emorragia feto/materna. Bibliografia 1) Finn R, Clarke CA, Donohue WTA et al.: Experimental studies on the prevention oh Rh haemolytic disease. Br Med J, i, 1486, 1961. 2) Freda VJ, Gorman JG: Current concepts. Antepartum management of Rh hemolytic disease. Bull Sloane Hosp Wom NY, 8, 147, 1962. 3) Clarke CA, Hussey RM: Decline in deaths from Rhesus haemolytic disease of the newborn. J R Coll Physicians Lond., 28, 310, 1994. 4) Tovey LAD: Towards the conquest of Rh haemolytic disease: Britain's contribution and the role of serendipity. Transf Med, 2, 99, 1992. 5) NBTS Immunoglobulin Working Party: Recommendations for the use of anti-D immunoglobulin. Prescrib J, 31, 137, 1991. 6) Royal College of Physicians of Edinburgh and Royal College of Obstetricians and Gynaecologist UK: Statement from the Consensus Conference on anti-D prophylaxis ( April 1997). Vox Sang, 74, 127, 1998. 7) Thornton JG, Page C, Foote G et al.: Efficacy & long terms effects on ante-natal prophylaxis with anti-D immunoglobulin. Br Med J, 298, 1671, 298. 8) Lee D, Rawlinson VI.: Multicentre trial of antepartum low-dose anti-D immunoglobulin. Transf Med, 5, 15, 1995. 9) Kleihauer E, Betke K: Pratical use and demonstration of cells containing haemoglobin F in fixed smears. Internist, 1, 292, 1960. Riassunto Per effettuare una corretta profilassi anti-D nelle puerpere D negative è necessario valutare l'entità dell'emorragia feto-materna. Il nuovo test in agglutinazione su colonna (ID FMH) si è rivelato di semplice esecuzione, sensibile e specifico, in grado di valutare emorragie fetali di rilevanza clinica. Il suo utilizzo ci ha consentito di evidenziare casi tre donne " a rischio" e di somministrare un idoneo dosaggio di IgG anti-D. 118 10) Duguid JKM, Bromilow I, Eggington J et al.: Kleihauer testing and flow cytometry.A comparative study for assessment of fetomaternal haemorrhage. Haematology, 1,79, 1996. 11) Nance SJ, Nelson JM, Arndt PA et al.: Qualitation of fetalmaternal hemorrage by flow-cytometry.A simple and accurate method. Am J Clin Pathol, 91, 288, 1989. 12) Salama A, David M, Wittmann G et al.: Use of the gel agglutination technique for determination of fetomaternal hemorrhage. Transfusion, 38, 177, 1998. 13) Conte R, Tassi C, Malferrari F et al.: Valutazione comparativa fra ID-FMH Diamed e il test di eluizione acida di KleihauerBetke. Studio multicentrico. La Trasf del Sangue, 44,141, 1999.