Discarica Piccolo Dossier da Livù

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Discarica Piccolo Dossier da Livù
Discarica
Piccolo Dossier da Livù
“Nella scorsa estate il magazine cittadino LIVU’ ha pubblicato una lunga intervista
a Pino Settanni, il patron delle discariche per rifiuti speciali che insistono nel nostro
territorio. Era la prima volta che avveniva ed è interessante leggerlo, ben sapendo
che la logica che muove l’imprenditore è il guadagno, e che la sua attività è però
regolata dalla legge e dalle scelte della politica - locale e nazionale.
All’intervento di Settanni è seguito un polemico intervento di D’Alò - leader di “Sud
in Movimento” - cui è seguita una replica di Giuseppe Vinci.
Senza volerlo, si è creato un piccolo ma importante riassunto di una vicenda che ha
appassionato la città per un lungo periodo, e di cui ancora oggi viviamo le conseguenze sia in termini di sovraccarico di rifiuti nel territorio, sia in termini di frantumazione del dialogo nella città e di tensioni sociali che avrebbero potuto essere
evitate. Manca nel dossier la voce dell’Amministrazione Comunale, che in tutti questi anni ha sostanzialmente taciuto o balbettato, e mai ha fatto quel che doveva fare:
governare il dibattito cittadino assumendosi le proprie responsabilità di fronte ai
grottagliesi, correggendo scelte sbagliate o rivendicandone la giustezza.”
PINO
SETTANNI
TRA CALCIO E DISCARICA
Intervista esclusiva al patron
della Ecolevante spa.
Tutto sull’Ars et Labor
e sull’impianto per rifiuti speciali
In esclusiva per Livù
intervista esclusiva
di Francesco Lenti
con la collaborazione di Pietro Spagnulo
Foto: Annamaria Linoci
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intervista esclusiva
“
tre anni fa il gruppo Ciracì aveva parlato di C2,
obiettivo che non è stato raggiunto. Non sono scontento
dei risultati, ma nemmeno esaltato. E’ arrivato
il momento di prendere in mano la situazione
e di gestire personalmente la società, oppure, cosa
più probabile, affidarla ad altri di fiducia”
E
la mattina di giovedì 10 giugno. Abbiamo fatto venti euro di benzina.
Dovrebbero bastare per fare avanti e indietro da Grottaglie a Torre a
Mare (Bari), meravigliosa frazione
marittima. Più di cento chilometri
ci separano da Giuseppe Settanni,
44 anni, barese, socio di Ecolevante e proprietario
insieme a Vittorio Lapolla del titolo del Grottaglie
calcio, società in preda ad un braccio di ferro con
Giuseppe Ciracì, gestore dell’Ars et Labor in scadenza di contratto.
L’uomo della discarica di Grottaglie.
Ex operaio e divenuto ben presto imprenditore fondando la Ecolevante a Santa Croce sull’Arno (Pisa).
Una delle personalità più discusse degli ultimi quindici anni, che è entrato di diritto, nel bene o nel
male, nella storia della nostra città. Si racconta di
tutto e di più sulla discarica per rifiuti speciali situata a Torre Caprarica, ovvero l’impianto che ha creato processi, lotte e dibattiti politici infuocati e a volte
deprimenti. Un dialogo tra sordi, che ha prodotto
nel corso degli anni, diverse posizioni. Un’azienda,
quella dell’Ecolevante, che ha contribuito in maniera
ingente al bilancio comunale (13 milioni di euro), finanziando inoltre partiti politici, associazioni e gran
parte dello sport, che continuerà per i prossimi anni
ad essere presente nel nostro territorio, volenti o
nolenti. In questi ultimi anni abbiamo ascoltato soprattutto l’eco delle proteste nei riguardi di Settanni
e dei suoi “presunti complici”, l’Amministrazione Comunale dal secondo mandato Vinci (in cui è nata)
fino all’ultimo Bagnardi. Noi di Livù abbiamo voluto
intervistare uno dei maggiori imprenditori italiani
per lo smaltimento dei rifiuti, in una conversazione
a 360° sull’attività e i risvolti della discarica nella
nostra città. Senza peli sulla lingua, questa è la sua
posizione.
Iniziamo dal calcio. La notizia è che l’Ecolevante lascia il Grottaglie Calcio. Vuole fare
chiarezza da questo punto di vista? Qual è la
situazione dell’Ars et Labor?
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Facciamo chiarezza. E’ stata data una falsa interpretazione del tutto. L’Ecolevante è un soggetto
giuridico, non è proprietario dell’Ars et Labor. E’ solo
uno degli sponsor di riferimento insieme ad altre
aziende. I proprietari del titolo siamo io e Vittorio
Lapolla. Ecolevante ha onorato il contratto di sponsor fino a questa stagione dal 2004. Per il 20102011 ancora nessuno ha chiesto nulla all’azienda.
Io sono sicuro che il prossimo anno, aldilà di chi
sarà il presidente, 99 su 100 Ecolevante continuerà
a sponsorizzare il Grottaglie Calcio. Ciracì fa di tutta
l’erba un fascio, poiché fa glamour parlare di discarica. Anticipare che Ecolevante non sponsorizzerà
più il calcio a Grottaglie è una bufala.
Il rapporto con Ciracì quindi è terminato? Qual
è il futuro della società?
C’è un contratto triennale che è scaduto. Una scrittura privata che valeva fino al 30 giugno 2010 e che
prevede il ritorno nelle mie mani e di Lapolla del titolo societario. Nella conferenza stampa di tre anni
fa il gruppo Ciracì aveva parlato di C2, obiettivo che
non è stato raggiunto. Non sono scontento dei risultati, ma nemmeno esaltato. E’ arrivato il momento
di prendere in mano la situazione e di gestire personalmente la società, oppure, cosa più probabile,
affidarla ad altri di fiducia.
Apriamo il lungo capitolo discarica. Lei è stato invitato da Sud in Movimento lo scorso 30
maggio ad un convegno dal titolo “Discarica:
arriva il 4° lotto?”. Perché non ci è andato?
L’invito l’ho appreso dai giornali. Essere invitati attraverso una lettera all’interno della quale l’organizzatore afferma che sarebbe rimasto comunque
fedele alla sua posizione aldilà delle mie risposte,
mi ha lasciato perplesso. Tu come fai a dire, prima di sederti ad un tavolo, che con me non ci sarà
comunque mai dialogo? Oppure che se vuoi venire
devi rispondere alle domande che ti pongo io? Ma
chi sei? Parla da solo! Non perdo il mio tempo con
te se ragioni a senso unico! Tu non sei nessuno per
dettare le condizioni di quando e dove devo venire
e di cosa devo rispondere! Mi è sembrata una situazione sbilanciata. Hai fatto le domande e mi fai ca-
Pino Settanni
pire che conosci già le risposte. Poi se vuoi invitarmi
per farti pubblicità, a me non interessa. Mi è sembrato più un invito ad un dibattito pre-elettorale.
Che cosa dovevo venire a fare? Ho preferito onestamente andarmene in Croazia a prendere il sole.
In quel convegno si è parlato dell’eventualità
del quarto lotto di discarica. Tutta la politica
cittadina ha affermato pubblicamente che con
il terzo finirà tutto. Ci sarà o non ci sarà questo ampliamento? Perché ha comprato parte
del terreno della cooperativa “Amici” adiacente al terzo lotto?
Purtroppo si cerca sempre di speculare su ogni
cosa. L’Ecolevante presentò in passato una proposta tecnico-economica in cui si parlava di realizzare
più lotti di discarica. Un documento in cui si afferma
che, in base agli spazi di cui Ecolevante dispone-
“
va, si sarebbero potuti via via realizzare fino ad un
massimo di 4 lotti. Quello che posso dirvi è che la
nostra azienda, per il momento, non ha nessuna intenzione di realizzare un quarto lotto perché è ancora tutto prematuro. Il terzo lotto ha un volume di 2
milioni e 334 mila metri cubi. E’ andato in esercizio
due anni fa e abbiamo ancora 5 comparti da riempire. Ha una vita utile di almeno altri nove anni. Il
primo e secondo lotto sono in copertura provvisoria.
Tra poco verranno posti in copertura definitiva. Per
quanto riguarda il terreno della cooperativa Amici,
l’abbiamo acquistato per l’estrazione del tufo da utilizzare per la copertura dei rifiuti.
Come arriva la discarica a Grottaglie negli
anni novanta? Ci può raccontare i passaggi
salienti?
Fino al 1995 ci occupavamo di rifiuti solidi urbani,
la nostra azienda, per il momento, non ha nessuna
intenzione di realizzare un quarto lotto perché
è ancora tutto prematuro. Il terzo lotto ha un volume
di 2 milioni e 334 mila metri cubi.
E’ andato in esercizio due anni fa e abbiamo ancora
5 comparti da riempire”
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gestendo una discarica a Castellaneta. La Puglia
entrò in emergenza e ci furono delle ordinanze
commissariali. Venne imposto alle amministrazioni
comunali di gestire i propri rifiuti in impianti controllati. Così accadde anche per Grottaglie, la quale
fu costretta a smaltire i propri rifiuti solidi urbani
nella discarica di Castellaneta, spendendo al mese
circa 50-60 milioni per tutto il servizio. Una cifra
molto onerosa che pesava nelle tasche dei cittadini. Era volontà del comune di Grottaglie di dotarsi
quindi di una soluzione impiantistica, perché era
improponibile che i propri rifiuti fossero smaltiti a
50 km di distanza. In quel momento si pensò di realizzare una discarica per rifiuti solidi urbani, ma la
regione Puglia non prevedeva un impianto di bacino nel comune grottagliese. Con l’Amministrazione
Comunale avviammo allora un dialogo per proporre un’alternativa al problema per abbattere i costi
dello smaltimento a Castellaneta. L’unica soluzione
che avesse un senso, era quella di realizzare un
impianto alternativo che potesse servire al territorio come contributo alle casse comunali con le
royalties per diminuire le tasse sui rifiuti a carico
dei cittadini. In quel momento storico non c’erano
discariche per rifiuti speciali in Puglia. Visitammo
per caso la cava situata a Torre Caprarica, perché
forniva tufo e calcare per la copertura della discarica di Castellaneta. Facemmo una proposta tecnica-economica all’Amministrazione Comunale ed il
progetto fu accolto favorevolmente da tutti. Proponemmo addirittura di far entrare l’Amministrazione
in società. Il comune di Grottaglie doveva versare
un capitale abbastanza oneroso, circa 7 miliardi di
vecchie lire per il costo del primo lotto, ma non era
in grado di sostenere tale spesa.
Vinci da alcuni viene considerato “l’uomo
nero della discarica”. E’ lui che ha portato
l’Ecolevante a Grottaglie?
La competenza per approvare un progetto di discarica non è dell’Amministrazione Comunale. All’interno dell’iter d’approvazione un comune fornisce
semplicemente un parere che non è vincolante. Ci
tengo a precisare che gli altri impianti esistenti in
provincia di Taranto, per la maggior parte, sono
stati realizzati con il parere contrario dei comuni.
Non esiste la paternità su un progetto, su un’attività imprenditoriale, quando l’Amministrazione
Comunale non è l’ente preposto per l’autorizzazione. All’epoca deliberò in maniera favorevole. Poteva anche non farlo. Era solo un semplice parere,
così come ne sono stati espressi tanti da una serie
di organi preposti come l’ASL, l’Arpa, la Provincia,
la Regione, l’ ufficio forestale... Qualora il comune
avesse espresso un parere negativo sul progetto,
ritengo che sarebbe stato ampiamente superato
“
Pino Settanni
Io spero che abbiano avuto delle buone ragioni per
manifestare, per riunirsi in comitato. In realtà ritengo
che siano state delle proteste fini a se stesse. Noi siamo
abituati a tutto ciò perché facciamo questo lavoro da più
di vent’anni. Ovunque abbiamo presentato un progetto
si sono verificate delle opposizioni”
in conferenza dei servizi, perché già preceduto da
una serie di pareri favorevoli. A metà degli anni novanta, quando l’Amministrazione Comunale doveva
far conferire i propri rifiuti a Castellaneta, il sindaco
Vinci mi chiamò poiché ricoprivo la carica di amministratore della discarica di Castellaneta. Era suo
dovere trovare una soluzione per abbattere i costi
per i cittadini grottagliesi, come ho detto poc’anzi.
Quanto ha versato l’Ecolevante di royalties
nelle casse comunali e come si stabilisce il
contributo?
Nel 2009 abbiamo versato nelle casse comunali circa 2 milioni d’euro. In dieci anni d’attività circa 13
milioni. Le royalties si calcolano in percentuale sul
fatturato di Ecolevante nella discarica territoriale:
7% per il primo lotto, 8,5% per il secondo e 9%
per il terzo.
Ecolevante in questi anni ha finanziato molte attività grottagliesi. Eventi, associazioni
e anche partiti politici oltre all’investimento
sull’Ars et Labor. C’è chi dice che queste operazioni siano servite a far tacere le voci contrarie alla discarica...
Più che finanziare i partiti politici abbiamo finanziato le loro manifestazioni. Stiamo parlando di cifre
irrisorie, qualche milione di lire negli anni addietro.
Quando un cittadino paga il suo euro alla Festa de
l’Unità ad esempio, l’Ecolevante va a contribuire
proporzionalmente. Secondo lei un’intera forza politica è condizionabile con cifre del genere? Come
ho detto prima non c’interessa condizionare le forze
politiche e così via i consiglieri comunali, perché i
loro pareri sono ininfluenti rispetto alla complessità
dell’iter di approvazione. Quando sponsorizziamo
sport, manifestazioni politiche e associazioni, lo
facciamo a prescindere dalla forza politica d’appartenenza. Non ci interessa. Se abbiamo dato quei
contribuiti è perché li abbiamo ritenuti utili per la
città. E’ un modo per contribuire. Non ci sono retropensieri o diavolerie. Cosa dovrebbe concedere un
consigliere comunale all’Ecolevante o a Giuseppe
Settanni? Tutti i problemi o gli ostacoli li abbiamo
risolti in tribunale, e poi Grottaglie non è la prima
città in Italia che ospita una discarica.
La battaglia contro il terzo lotto. I comitati, il
presidio, le manifestazioni. A mente fredda
cosa ne pensa dopo tutto quello che è successo?
Guardi, io spero che abbiano avuto delle buone ragioni per manifestare, per riunirsi in comitato. In
realtà ritengo che siano state delle proteste fini a
se stesse. Noi siamo abituati a tutto ciò perché facciamo questo lavoro da più di vent’anni. Ovunque
abbiamo presentato un progetto si sono verificate
delle opposizioni. Ogni volta che presentiamo un
progetto si creano delle fazioni e, paradossalmente,
questo ci fa piacere perché vuol dire che il progetto
è giusto, ha un senso. La stessa situazione di Grottaglie l’abbiamo vissuta in Toscana, dappertutto,
ripeto: fa parte del nostro lavoro.
Tra i manifestanti erano presenti responsabili
d’istituti bancari locali...
Non ne ho idea. Evidentemente con la crisi finanziaria attuale avevano molto tempo libero a disposizione. Noi non abbiamo interessi con le banche locali.
La lotta contro il terzo lotto. Le denunce nascono sulla polemica dell’impianto nei pressi
di una condotta d’acqua potabile, non riportata nel progetto e sul ridisegno del PUTT che
sembrò fatto appositamente per avviare l’autorizzazione al terzo lotto.
La condotta non è riportata sul progetto nel 20022003, perché addirittura nemmeno l’acquedotto
pugliese aveva provveduto ad accatastarla. L’impianto nel progetto rispettava la distanza da questa
condotta, che viaggia ad una quota superiore dalla
discarica che è a distanza di sicurezza da questa
tubatura. Cosa dire allora di ciò che accade in tutte
le città, dove nel sottosuolo la fogna e la tubatura dell’acqua si trovano a stretto contatto? Non c’è
niente di scandaloso. Sul PUTT il Consiglio di Stato
ci ha assolti non perché il comune ha riperimetrato, ma perché ha sancito che l’area su cui è stato
realizzato in parte il terzo lotto rientra per poche
centinaia di metri - a fronte di 25 mila metri di superficie - in un ambito D del PUTT Puglia. La legge
ha sancito che non possono essere realizzate le discariche, tranne se la stesse vengano realizzate al
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intervista esclusiva
“
Nel 2009 abbiamo versato nelle casse comunali circa
2 milioni d’euro. In dieci anni d’attività circa 13
milioni. Le royalties si calcolano in percentuale sul
fatturato di Ecolevante nella discarica territoriale:
7 per il primo lotto, 8,5 per il secondo e 9 per il terzo”
fine di consentire un ripristino ambientale. Il nostro
progetto, infatti, prevede che alla fine ci sia il ripristino geomorfologico della zona, cioè nelle condizioni precedenti alle attività estrattive. Noi riconsegneremo la campagna, con un eventuale parco. Il tutto
verrà discusso, sia nei termini che nei modi.
In tema di processi è ancora in corso quello
per abuso di ufficio a carico di Ecolevante e
Provincia di Taranto...
Questo processo non è mai iniziato. Secondo il
mio parere andrebbe archiviato, perché c’è una
sentenza del Consiglio di Stato che legittima l’iter.
Però accade spesso che i tempi della magistratura amministrativa non coincidano con quelli della
magistratura penale. Ci troviamo di fronte ad un
procedimento amministrativo concluso con il massimo grado di giudizio. Quella penale ha dei tempi
diversi. Sono molto fiducioso e convinto che andrà
tutto bene.
Una delle più comuni accuse parlano di mancanza di controlli o che voi non autorizzate
l’ARPA...
Semplicissimo. L’Arpa essendo un organo di controllo non ha bisogno della mia autorizzazione.
Quando vuole viene, controlla i rifiuti in ingresso,
campiona le acque di falda, lo fa già con cadenza
mensile, campiona l’aria, i rifiuti. L’Arpa può fare
quello che vuole. Se l’Arpa viene e ritiene di fare dei
carotaggi sul I, II e III lotto a noi va bene.
La discarica è stata autorizzata in una provincia che dal punto di vista ambientale è stata
molto colpita da impianti, discariche e soprattutto dall’ILVA. Lei ritiene che il territorio tarantino abbia già dato abbastanza alla causa
ambientale? Si è raggiunta una saturazione?
Tutto dipende da cosa fai e come lo fai. Nel momento in cui tu proponi un impianto controllato, adeguato alle ultime normative italiane e europee, utilizzi
tutti gli strumenti per ridurre al minimo l’impatto...
E sugli odori e tutti i disagi che questa discarica comporta nel territorio come impatto?
Per gli odori, siamo stati assolti, lo abbiamo ampiamente dimostrato in tutte le sedi. Ci sono dei tri-
bunali che hanno scritto nelle proprie sentenze che
alcuni cittadini, aderenti sicuramente a questi sedicenti comitati, si sono presentati al pronto soccorso
solo in virtù di esporre denuncia. Se ne sono accorti
persino i giudici di quanto sia stata strumentalizzata
la faccenda. Eliminiamo il problema degli odori. Vi
sfido, vi invito a venire sul nostro impianto. Se la
puzza c’è, c’è! Se non c’è non c’è! Mi avete parlato
di disagi. Ditemi, quali sarebbero i disagi? A chi da
fastidio la nostra presenza lì? Molti ci hanno denunciato, ma nessuno è riuscito a dimostrare nulla. Noi
di controlli ne riceviamo a dozzine. Non li pubblicizziamo perché non siamo tenuti a farlo. Questo
fa parte della nostra attività e vi garantisco che ci
controllano tutti. Tutti gli enti proposti. Abbiamo
cave tutto intorno, pietra. Quale turismo abbiamo lì? Un impianto che è monitorato con numerose centraline, filtri per gli odori e tanti sedimentatori per la ricaduta della polveri, che fanno in
modo che già a due metri fuori di esso non c’è
più nulla. Qual è il disagio? Dov’è? Portatemelo
questo disagio!
Che opinione ha della classe dirigente grottagliese? Come si è rapportata alla presenza
della discarica?
E’ un semplice rapporto tra impresa e amministrazione. Una cosa che si conosce poco è che la
presenza della discarica consente – come stabilito nella convenzione - uno sconto sullo smaltimento dei rifiuti industriali pari al 50%. L’Alenia
ad esempio ne usufruisce. Questa possibilità può
essere estesa a tutte a tutte le aziende che svolgono la loro attività a Grottaglie. L’Ecolevante per
convenzione è tenuta a ritirare tutti quei residui
di lavorazione compatibili con l’impianto (rifiuti
speciali non tossici non nocivi. NdR). In altre realtà questa possibilità è stato un cavallo di battaglia per le amministrazioni comunali che hanno in
tal modo agevolato la nascita di diverse aziende
nel proprio territorio, grazie proprio per questo
tipo di vantaggio economico. Poter risparmiare
smaltendo i rifiuti del processo produttivo in loco,
è molto vantaggioso per diverse aziende. Questa
Pino Settanni
è una situazione interessante da promuovere.
Credo che quest’amministrazione avrebbe potuto
pubblicizzare meglio tutto ciò. Sarebbe stata una
cosa positiva. Avrebbe portato qualcosa in più al
territorio. Qualche tempo fa abbiamo presentato
un progetto per realizzare dei laboratori presso la
discarica grottagliese. Non abbiamo avuto alcuna
risposta dal Comune. Per questo nuovo progetto
avevamo ricevuto un finanziamento di 3 milioni e
850 mila euro a fondo perduto. Di questi ne avevamo incassato già 500 mila euro, ma per il clima che si era venuto a creare a Grottaglie e per
l’aggressione immotivata subita dall’azienda, decidemmo di rinunciare ai soldi e, quindi, ad insediare questi laboratori: 52 assunzioni immediate
andate in fumo a causa della demagogia che è
stata fatta sulla nostra attività. Solo per partito preso, perché per alcuni dire rifiuti equivale a
dire camorra, mafia, business. Sul progetto non
ci fu nessuna risposta, nessuna valutazione. Si
trattava solo di una palazzina a due piani, all’interno della quale avremmo allocato dei laboratori
per la ricerca e per il recupero di plastiche da
trasformare in materiali finalizzati alla coibentazione. Ottenemmo il finanziamento con questo
progetto perché in Italia nessuna azienda produceva questo materiale. Con questo polo saremmo
arrivati a brevettare il prodotto. Tutto ciò sarebbe stato fatto a Grottaglie, ma non se ne è fatto
niente. Non l’abbiamo realizzato. In mancanza
di autorizzazione da parte dell’Amministrazione
Comunale abbiamo rinunciato al progetto ed abbiamo restituito i 500 mila euro.
Gomorra ha rivelato la tragedia dell’ecomafia. I rifiuti sono un business in Italia. La sua
azienda come si rapporta in questo panorama in cui emerge fortemente la criminalità
organizzata?
Io ho capito una cosa in vent’anni di lavoro.
L’eco-mafia nasce e prolifera laddove non ci sono
“
adeguate strutture di smaltimento legale dei rifiuti. In mancanza di impianti autorizzati, spesso
e volentieri le aziende sono costrette a rivolgersi a delle ditte che non sono proprio trasparenti.
Così si attivano una serie di strutture illegali e
parallele che si sostituiscono agli impianti regolarmente autorizzati. Dove c’è una rete integrata
di impianti di smaltimento, che fornisce risposte
concrete al “problema rifiuti” di un territorio,
associata alla tecnologia di cui sono dotate anche le forze dell’ordine, nessuno s’improvviserebbe eco-mafioso. Noi facciamo questo lavoro
con molto rigore, perché crediamo nella nostra
attività. Noi reinvestiamo buona parte degli utili
delle nostre aziende in ricerca, tecnologia e sperimentazione. Abbiamo uno dei maggiori laboratori
di ricerca e sviluppo con l’ENEA e l’Università di
Pisa.
Cosa ne pensa del merchandising realizzato
sulla discarica? La protesta è diventata un
marchio, “rifiuto speciale”, promossa addirittura a PITTI Uomo. Io penso che sia stata una bella operazione. Tutte le persone e i gruppi che fanno qualcosa riuscendoci, a prescindere se sono contro la mia
attività, mi rendono felice e contento. Strumentalizzazione o no, questa idea è bella e la sponsorizzerei anche. Chiunque fa il mio lavoro deve
entrare nell’ottica che avrà sempre associazioni e/o comitati contro. Per me se all’interno di
questi c’è qualcuno che riesce, lucra, guadagna,
dà lavoro, fa qualcosa, è positivo. Io vengo dal
niente. Facevo l’operaio. Personalmente sono legato a Grottaglie. M’interesso della vostra città,
di alcuni personaggi storici e di tutto ciò che accade. Grottaglie la sento anche un po’ mia. Ci ho
passato dieci anni della mia vita, investendoci
qualcosa. Io amo tutti quelli che riescono nella
vita perché possono diventare degli esempi per
gli altri.
Io ho capito una cosa in vent’anni di lavoro.
L’eco-mafia nasce e prolifera laddove non ci sono
adeguate strutture di smaltimento legale dei rifiuti.
In mancanza di impianti autorizzati, spesso
e volentieri le aziende sono costrette a rivolgersi
a delle ditte che non sono proprio trasparenti”
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postit lettere, rettifiche e jasteme
SUD IN MOVIMENTO
RISPONDE A SETTANNI
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Ciro D’Alò, presidente
dell’associazione politico-culturale Sud in Movimento alle parole
di Pino Settanni, patron di Ecolevante, nell’intervista pubblicata
lo scorso mese su Livù (Giugno 2010)
I
nnanzi tutto, a nome di tutto il Sud in Movimento, ringrazio Livù per quest’intervista, devo però dire che mi pare un’inutile
perdita di tempo la replica ad un soggetto
che è sempre rimasto ignoto, nonostante
sia stato formalmente invitato ad un dibattito pubblico, con raccomandata A/R,
ricevuta. Preferisco, se mi è consentito, utilizzare
questo spazio per spiegare le ragioni che ci hanno
spinti ad opporci alla realizzazione della discarica
e ai suoi ampliamenti.
Mi pare opportuno iniziare a parlare dei politici
coinvolti, primo tra tutti l’ex sindaco Vinci, il quale ha permesso la realizzazione del I° e II° lotto
ed aveva preso accordi per i successivi ampliamenti (III° e IV°), come emerge da una missiva
intercorsa tra l’allora sindaco Vinci e l’Ecolevante,
nella quale si parlava di I°, II°, III°, IV° lotto e
dei relativi ristori economici per l’Amministrazione, circa la possibilità di una futura costruzione
del IV lotto è opportuno evidenziare che la Ecolevante non ha smentito tale evenienza, ma ha
solo detto che è prematuro parlarne. A quella di
Vinci, segue la responsabilità politica del sindaco Bagnardi e di tutta l’attuale Amministrazione
comunale, i quali, nonostante l’opposizione di un
imponente movimento popolare, senza battere
ciglio, hanno permesso la realizzazione del III°
lotto. Un ulteriore e fondamentale dato che bisogna rendere noto è che la discarica in oggetto
è nata per ospitare rifiuti industriali che vengono
da ogni parte d’Europa e non i rifiuti della città di
Grottaglie, questo evidentemente, per smentire
una serie di bugie che spesso vengono dette ai
cittadini. Mi preme altresì mettere a conoscenza
del fatto che a seguito delle denunce presentate
dalle associazioni facenti parte del “Presidio Permanete No Discariche” si è aperto un processo
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penale, che è attualmente in corso d’avanti al
Tribunale di Taranto, infatti dopo il rinvio a Giudizio, il prossimo 4 ottobre si terrà l’udienza nella
quale la Ecolevante e il dirigente della provincia
risponderanno del reato di abuso d’ufficio, per
aver rilasciato e ottenuto autorizzazioni in violazione della legge, che se rispettata, non avrebbe
portato all’apertura della discarica. Appare strano dunque, che dinanzi a tali fatti, si cerchi di
mistificare la realtà, rappresentando la bellezza
di un “ecomostro” e di un intreccio tra politica e
discarica che, a mio modo di vedere, stanno distruggendo il territorio. È singolare il fatto che sia
in corso un processo di santificazione dei politici
e degli imprenditori che si sono resi responsabili
di un misfatto come questo, che durante la lotta
non hanno fatto altro che difendere gli interessi dei poteri forti, anche quando i liberi cittadini
che manifestavano hanno subito intimidazioni e
minacce (alcune rivolte anche al sottoscritto), le
quali comunque non sono servite a farci retrocedere, in quanto la forza dei liberi sta nelle proprie
idee e nella volontà di perseguire il risultato con
ogni mezzo. Relativamente alle vicende torbide
legate alla discarica Ecolevante, molti non sanno,
che questa unitamente a quella di Fragagnano,
nell’ambito della vicenda “El Dorado”, sono state
terminali di un traffico illecito di rifiuti, che però
non ha visto il coinvolgimento penale dell’Ecolevante, ciò però non sminuisce, il dato inquietante della vicenda, ovvero che in questa discarica
sono arrivati rifiuti non autorizzati dalla legge.
A ciò va aggiunto che il II° lotto nel 2007 è stato
oggetto di sequestro penale, in quanto contrariamente a quanto previsto dalla legge e a quanto
propagandato dall’amministrazione comunale,
i rifiuti in entrata non venivano controllati, più
precisamente non veniva verificata la loro carat-
Postit
terizzazione. Da un punto di vista politico, giova
ricordare che l’amministrazione riceve 2 milioni
e mezzo di euro all’anno dalla discarica e che il
maggiore partito politico che ha governato la città in questi 15 anni (da Vinci a Bagnardi), l’allora
partito dei DS ed ora PD, hanno ricevuto cospicui
finanziamenti per le campagne elettorali e per
le varie feste di partito. Da ciò ne consegue che
non possono assolutamente, come in effetti non
l’hanno fatto, opporsi alla discarica ed al suo gestore, che come emerge dalle varie interviste si
comporta come fosse il “padrone della città” e
si relaziona con tracotanza con i suoi cittadini.
Va sottolineato che fu proprio il parere favorevole alla localizzazione dell’impianto, espresso
dall’amministrazione capeggiata da Vinci, a premettere la realizzazione della discarica e che tutte le chiacchiere sulla inutilità del predetto parere
sono un modo per ripulire l’immagine di qualche
trombone della politica. Infine, che la discarica
sia stata voluta da destra a sinistra lo si comprende dal fatto che per essa lavorano parenti di
attuali e precedenti amministratori, dunque per
questo nessun sedicente politico ha osato opporsi
al padrone, ed è dunque per questo che la posizione del Sud in Movimento è scomoda a tutti
in quanto mette in discussione un equilibrio di
potere ben congegnato e rodato che nessuno ha
intenzione di destituire.
Sul perché Settanni non è venuto al nostro incontro pubblico, vi rispondo che dipende dal fatti che
non è riuscito a metterci un prezzo e che dunque
lo ha vissuto come uno sgarbo. Posso certificare
che il Sud in Movimento non ha mai incontrato
alcun rappresentante della Ecolevante, contrariamente a qualche altro comitato che nel pieno
della lotta ha incontrato riservatamente Settanni,
da ciò ne consegue che probabilmente o non è
abituato a confrontarsi in pubblico ed in modo
trasparente con dei liberi cittadini o ci sono cose
che ha paura di dire.
IN FOTO CIRO D’ALÒ
PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE
POLITICO-CULTURALE SUD IN MOVIMENTO
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postit lettere, rettifiche e jasteme
VINCI CONTROBATTE
Giuseppe Vinci, ex sindaco chiamato in causa dalla replica di Ciro
D’Alò a Settanni, nello scorso numero, controbbatte. Il tema è sempre
lo stesso: la discarica.
P
er un’analisi del discorso discariche
Credo che sia utile per i cittadini di Grottaglie questa polemica sulle discariche,
che Livù ospita e alimenta, perchè “nero
su bianco”, come la carta stampata ci
consente, le posizioni di tutti sono più
chiare e occorre chiarezza su una vicenda che ha appassionato molto tanti grottagliesi.
“Sud in movimento”, “Vigiliamo per la discarica” e tanti
cittadini si sono giustamente opposti al raddoppio della
discarica (il cosiddetto 3° lotto) deliberato frettolosamente dal Consiglio Comunale nel 2004. Anch’io ho da
subito sostenuto (pubblicamente, dentro e fuori il mio
ex partito e in Provincia) la giustezza di quell’opposizione per la semplice ragione che le discariche – sin
quando saranno necessarie – occorre distribuirle equamente nel territorio nazionale, e non concentrarle in
una sola area. Non ho mai capito perché, ma questa
mia posizione non è stata mai registrata dai suddetti
movimenti, e ho concluso che, legittimamente, non mi
volevano tra i piedi e sono rimasto al mio posto.
I fatti
Circa 12 anni fa, dopo un articolato percorso svolto insieme al Consiglio Comunale, e dopo aver preso tutte
le precauzioni tecniche possibili e immaginabili, l’Amministrazione da me guidata diede parere favorevole
all’apertura di una discarica per rifiuti speciali (che vuol
dire: rifiuti di attività produttive artigianali e industriali,
non pericolosi e non tossico-nocivi, quindi rifiuti meno
rischiosi di quelli urbani, per intenderci). Lo facemmo,
all’epoca, confortati da una normativa sui rifiuti avanzatissima (appena fatta da un ministro ecologista come
Edo Ronchi), seguiti nel procedimento tecnico da tecnici di parte istituzionali (il preside di Ingegneria Ambientale del Politecnico di Bari) e per far fronte a un
aumento vertiginoso dei costi di smaltimento dei rifiuti,
dopo che avevamo chiuso (e bonificato, in seguito) la
discarica fuori legge in cui Grottaglie portava i suoi rifiuti urbani, alle porte di S. Marzano.
Questa scelta avveniva in un momento in cui in Puglia
non c’erano discariche di questo tipo, con ciò che ne
consegue in termini di costi di smaltimento per le imprese e di pericoli per il traffico illegale di rifiuti. Oggi
quella discarica ha già esaurito la sua capacità, ed è in
chiusura.
In che modo e perché questa scelta sia stata un grave
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errore o addirittura un crimine non è detto, ma suggerito dal D’Alò. Il discorso viene fatto scivolare nell’implicito, nel non detto, creando un corto circuito tra l’esistenza di quella discarica e inquinamento, delinquenza,
corruzione politica, come se si trattasse di cose avvenute e provate nel nostro contesto, in realtà creando
una bolla di mistificazioni che ha come funzione quella
di consentire il galleggiamento politico di chi la gonfia.
Proviamo a vederle più da vicino le cose reali.
Discariche e inquinamento
Lo smaltimento controllato e legale dei rifiuti è l’unico
modo che conosciamo per ridurre al minimo il rischio
d’inquinamento da rifiuti. Nelle discariche autorizzate e
controllate, infatti, i rifiuti sono smaltiti secondo quanto
stabilito dalle normative e sotto il controllo costante di
organi di ogni tipo: sanitario, ambientale e di legalità. I
rifiuti sono lì, in un catino chiuso e per sempre controllabili. Ciò comporta che il corretto e legale esercizio della discarica è interesse primario del gestore, che se fa il
furbo rischia la chiusura dell’impianto e – cosa terribile
sul piano economico – la bonifica dello stesso a sue
spese. I controlli dell’aria, della falda e del suolo sono
obbligatori e possono nascere da richieste o iniziative
autonome di una pluralità di soggetti istituzionali. Quelli
sin qui realizzati non hanno segnalato nessun inquinamento passato o attuale.
La discarica è inoltre un ambiente di lavoro per chi presta lì la propria opera e, in quanto tale, deve rispondere
ai requisiti di sufficiente salubrità per i lavoratori.
Discariche e delinquenza
Il traffico illecito dei rifiuti – quello tragicamente descritto dal libro e dal film “Gomorra” – si fonda non sulle discariche autorizzate e controllate ma, al contrario, sullo
smaltimento in luoghi non controllati. La criminalità
dei rifiuti ha bisogno che non ci siano discariche legali,
perché questo rende “conveniente” per gli imprenditori
l’affidarsi a soggetti che non danno garanzie di sorta.
Creare un numero sufficiente di discariche – ripeto: sin
quando non ne potremo fare a meno con il riciclaggio
e altri interventi di recupero – è una delle cose necessarie per contrastare la delinquenza organizzata, che
non a caso ha il suo epicentro in Campania, terra in cui
è avvenuto il massimo dello smaltimento criminale e
abbiamo il minimo degli impianti autorizzati.
IN FOTO
GIUSEPPE VINCI
una illustre sconosciuta
Postit
Discariche e corruzione politica
I soggetti economici forti – e tra questi gli imprenditori del ciclo dei rifiuti, ma anche quelli dell’edilizia, o
dell’industria – sono strutturalmente in grado di influenzare o condizionare le scelte politiche attraverso
finanziamenti e assunzioni. E’ un dato della realtà, che
ci richiama alla necessità di una forte tensione etica,
che dobbiamo chiedere e ricercare nel personale politico cui affidiamo il governo della comunità locale e
nazionale. E’ la nostra responsabilità di elettori (coloro
che eleggono, cioè scelgono), cui non dobbiamo mai
rinunciare. A Grottaglie, nel periodo in cui ho avuto
l’onore di svolgere la funzione di Sindaco, ho potuto
garantire, per tutto ciò che era nel mio potere, l’assoluta ininfluenza dei soggetti economicamente forti sulle
scelte che poi abbiamo compiuto. La cosa era risaputa
al punto che non abbiamo dovuto neanche resistere a
delle pressioni indebite, per la semplice ragione che –
in otto lunghi anni di lavoro amministrativo – non ne
abbiamo subìte.
Allora perché continua la polemica sulle discariche a
Grottaglie, posto che sarebbe semplicemente folle continuare a insediarne ancora altre? La risposta è semplice: si avvicinano le elezioni comunali, e qualcuno ha
bisogno di continuare a battere un ferro che si sta raffreddando. Ecco perché bisogna inventarsi la minaccia
di un quarto lotto, sul quale l’avvocato D’Alò costruisce
un vero e proprio falso politico. Egli continua ad affermare che l’apertura del terzo lotto e magari di un ulteriore quarto lotto sarebbe già stata contrattata con la
mia amministrazione. La prova provata di questo è un
documento, una lettera della Ecolevante, anno 1998, in
cui si dice al Comune che l’aggio che la società avrebbe
dovuto versare, sarebbe cresciuto in relazione al numero di lotti (da 1 a 4) che il Comune avesse autorizzato.
Un modo per incentivare economicamente il Comune,
coerentemente con gli interessi dell’azienda, ovviamente. Il Consiglio Comunale, com’è noto, deliberò per
i primi due lotti, e la storia finì lì e quella comunicazione
unilaterale non poteva produrre alcun altro effetto. Ora
i casi sono due: o il D’Alò (avvocato!) non è in grado
di intendere un documento così semplice, oppure egli
sta facendo esercizi di mistificazione politica, ad uso
del popolo impressionabile. In altri termini, sta facendo
il populista, colui che liscia il pelo al popolo inventando
minacce e proponendosi come salvatore. Da giovani
istruiti e con energia, com’egli è, era giusto aspettarsi
un po’ di più. Un po’ di onestà intellettuale, ad esempio, cioè una volontà e una capacità di discernere tra
le situazioni, anziché sparacchiare alla cieca pur di farsi
spazio. Non si fa il bene di Grottaglie confondendo le
questioni e gettando discredito su altri. Prima o poi la
verità arriva, e non c’è gloria per chi avvelena i discorsi.
Su questo tema dobbiamo tutti provare a discutere in
un confronto serio e vero tra amministratori presenti e
passati, movimenti e tecnici di diverso orientamento, la
stessa impresa.
Livù potrebbe aiutarci in questo?
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