Al Nebiolo sono “grasse” risate

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Al Nebiolo sono “grasse” risate
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VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2012
il Cittadino
Cultura & Spettacoli
STASERA A TAVAZZANO COMINCIA LA STAGIONE DI PROSA CON “BELLA TUTTA!» DI ELENA GUERRINI
L A
R A S S E G N A
D E L
C A I
Sogni e montagne,
la magia del cinema
Miss Cicciona mette alla berlina il mito delle donne­Barbie per scalare le vette
Al Nebiolo sono “grasse” risate
POSTINO DI DOVERA
Monico e Madonini,
buona la “prima”
delle prove d’artista
Uno scorcio delle foto in mostra
n Sorpresa e curiosità;
sono queste le sensazioni
espresse dai visitatori al­
l’inaugurazione della mo­
stra “Prove d’artista...
colori del mare e dell’ani­
mo” tenutasi da Francesca
Monico e Barbara Madoni­
ni , giovedì 8 novembre
2012 nella cornice dello
spazio espositivo di Vicolo
torchio a Postino di Dove­
ra. Due discipline artisti­
che, messe a confronto
dagli stessi spettatori i
quali hanno potuto ammi­
rare opere pittoriche e
fotografiche legate da un
filo conduttore: la terra e
il mare. «Questo cammino
di ricerca artistica ­ assi­
curano le due artiste ­ con­
tinuerà, visto il successo
ricevuto, coinvolgendo lo
spettatore non solo dal
punto di vista emotivo ma
anche emozionale, al fine
di suscitare in ognuno di
noi sempre nuovi spunti di
riflessione».
n Un grido di ribellione contro chi
vuol trasformare tutte le donne in
tante Barbie sorridenti; un inno alla
singolarità e un atto d’amore, perchè
no, verso la propria pancia, generosa
imperfezione che rende ciascuna
donna unica. Elena Guerrini e il suo
alter ego sul palco Winnie Plitz, ovve­
ro Miss Cicciona, debuttano sul palco
del Teatro Nebiolo di Tavazzano per
il primo appuntamento della stagio­
ne di prosa della stagione 2012/2013,
questa sera alle 21. Se le donne sono
sempre più spesso descritte dai me­
dia come Barbie “campionesse del­
l’incastro”, sempre di corsa dal lavo­
ro alla palestra, in grado di improvvi­
sare una seduta di make up nel traffi­
co, svolazzando sui tacchi a spillo e
sfoggiando un perfetto look all’ulti­
mo grido, quello di Bella Tutta! I miei
grassi giorni felici, è in tutto e per tut­
to un modello “contro”. Si oppone al­
la «follia dei media, all’avidità delle
industrie di dimagrimento, al mito
della chirurgia estetica, a tutto ciò
che possa allontanare le donne da un
giudizio equilibrato su loro stesse»
rincorrendo le giravolte di Winnie
Plitz, effervescente, vivace, tonica e
sensuale protagonista, ragazza più
grassa del mondo che ha appeso al
chiodo bilancia e dietologi, insieme
ad amici, colleghi e riviste che cerca­
vano di assottigliarla. Perché, dopo
innumerevoli tentativi, a ridursi so­
no stati solo il conto in banca e l’auto­
stima. Dati alla mano, con humor ed
energia, Miss Cicciona punta a sgre­
tolare un modello unico di bellezza
globalizzata con vita da vespa e legge­
rezza di farfalla, la «perfezione asso­
luta» inseguita da molte, finendo
spesso per imprigionarsi in meccani­
smi e stereotipi che ruotano attorno
alla magrezza come unico baluardo
di bellezza sicura. Uno spettacolo di
cabaret surreale e un linguaggio iro­
nico e graffiante che punta a far ride­
re e piangere l’universo femminile
contemporaneo, con al centro una
moderna Winnie Beckettiana che
racconta al pubblico con risate, urla e
lacrime la sua odissea, immersa in
un set da tv trash in cui alterna la
battuta all’invettiva, ai dati statistici
sul business della bellezza, dalla chi­
rurgia plastica alle diete­capestro,
passando con leggerezza dalla risata
alle emozioni. Con la regia di Andrea
Virgilio Franceschi, lo spettacolo è di
e con Elena Guerrini, nata a Grosse­
to nel 1970, artista poliedrica forma­
tasi al Dams di Bologna per poi se­
guire laboratori dei grandi maestri
del teatro, da Marco Baliani a Paoli­
ni, da Luca Ronconi a Leo De Bernar­
P
A
L
C
O
Elena Guerrini,
autrice
e interprete
dello show come
Miss Cicciona
S
C
dinis e diversi corsi di scrittura e sce­
neggiatura con autori come Stefano
Benni, Marcello Fois e Carlo Lucarel­
li. Inizia a calcare le scene nel 1994
con il teatro Valdoca di Cesare Ron­
coni e Mariangela Gualtieri, dal 1996
al 2006 è stata attrice e creatrice della
compagnia di Pippo Delbono. A Bella
Tutta! ha iniziato a lavorare nel 2009,
con la co­ produzione de L’Arboreto
di Mondaino, debuttando nel 2010
proposta dall’associazione culturale
Creature Creative, fondata dalla stes­
sa Guerrini nel 2007. Dall’irriverente
monologo è tratto anche l’omonimo
libro, edito dai tipi di Garzanti, di cui
l’autrice sarà disponibile a parlare a
fine spettacolo.
Rossella Mungiello
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BELLA TUTTA! I MIEI GRASSI GIORNI FELICI
Oggi alle 21, teatro Nebiolo di Tavaz­
zano, via IV Novembre
E
N
I
C
O
Imitare la morte, per restare vivi
Fabio Francione
n S’avverte una leggerezza mozartiana nelle
produzioni di Ricci/Forte. Sembra un paradosso,
ma non lo è, come nell’atteso Imitationofdeath
quest’aria vien fuori pur rappresa dalla densità
di materiali sonori, scenografici, fisici che s’accu­
mulano nella loro apparente disordinata orga­
nizzazione drammaturgica. Invece, tutte le loro
pièce hanno un meccanismo di funzionamento in
evoluzione e di estrema precisione. Ecco: una giu­
stezza, né di distanza né di senso, che però si con­
gegna a orologeria in un plot che disgrega il suo
raffinato piano letterario in un saliscendi labirin­
tico, pur a chiave. In altri tempi, si sarebbe evoca­
to il “pastiche” esportato da Lorenzo Da Ponte al
di là dell’Oceano. Una delle tante pesti artistiche e
scientifiche che in tre secoli sono sbarcate sui moli
dell’Hudson. Dunque, ed è per l’appunto quella di
Ricci/Forte una drammaturgia enigmistica, sotti­
le come la fredda lama che s’insinua al termine
dell’esistenza a sferzare ciò che resta degli indivi­
dui. Dopo, le avventure ariostesche ed elisabettia­
ne, il ritorno al latino sbirciando un Novecento
eretico che tenta di declinare i rapporti umani ver­
so il “pinteresque” (il Virgilio di Broch scrosta le
metamorfosi ovidiano­kafkiane ormai fatte a pez­
zi dal tempo), l’esplorazione fiabesca dei fratelli
Grimm, è il mortifero mondo di Chuck Palahniuk
a fornire il palinsesto dell’opera. Un coro di sedici
performer, disegualmente divisi tra maschi e fem­
mine – destano impressione le capacità di alcuni
come Silvia Pietta, Piersten Leirom e Cinzia Bru­
gnola, nell’appropriazione fisica, quasi a sfinirsi,
degli spazi e del testo – che squadernano la scena
per ricomporla tra ripetitivi riti quotidiani, dive­
nuti al limite di fine vita assurdi come se il morire
fosse una criniera di spazzola dalla quale estirpa­
re i propri pensieri. Al pari delle maschere che
ognuno disegna sul proprio volto e dei vestiti che
coprono l’esibita e allo stesso tempo virtuosa nudi­
tà fino all’apoteosi apocalittica finale condotta sul
tenue filo citazionistico di Shine on your crazy
diamond dei Pink Floyd (la musica, la tanta mu­
sica, è l’ “a parte” che costruisce e dà senso ai ru­
mori dell’umanità). Il celebre brano da un lato
conduce sulla strada del sogno (sognare morire
forse… da Amleto a Aldo Moro, da Shakespeare a
Bellocchio nel teatro, nel cinema, nella letteratura
si può morire, ma anche continuare a vivere, illu­
soriamente…); mentre dall’altro per giustapposi­
zione fa sterzare verso la denuncia consumistica
di un mondo ormai alla mercé degli oggetti, già
fatto detonare da Antonioni, soltanto che i resti e
brandelli di quella lontana esplosione sembrano
aver superato la barriera del tempo, sopravviven­
do a se stessi. Indistruttibili anche nella morte.
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IMITATIONOFDEATH
Drammaturgia Ricci/Forte ­ Regia di Stefano
Ricci, Milano, Piccolo Teatro Studio, fino al 18
novembre
n In cima alle montagna, anche se comodamente seduti
su una poltroncina. Tutti gli appassionati di “limiti ver­
ticali” potranno ancora una volta godersi il Filmestival
della Montagna, che il Cai (Club alpino italiano) di Lodi
ha organizzato in collaborazione con il TrentoFilmfesti­
val, giunto alla 13esima edizione. Luci spente in sala e ci­
nepresa in azione a partire da questa sera, nella sala Ri­
volta del Teatro alle Vigne, in via Cavour 66 a Lodi: l’in­
gresso sarà libero per tutti i partecipanti, lo spettacolo
inizierà alle 21, i dettagli dei film scelti per l’occasione
potranno essere esaminati sul sito www.cailodi.it. Si ini­
zierà con uno dei “big” della roccia, Maurizio Manolo
Zanolla, il quale rac­
conterà in Vertical­
mente demodè di Davi­
de Carrari la scoperta
e la salita di una via.
Si proseguirà poi con
Cold (versione origi­
nale e sottotitoli in ita­
liano), l’avventura dei
tre grandi alpinisti Si­
mone Moro, Denis
Urubko e Cory Ri­
chards sul Gasher­
brum II, a 8.035 metri
di quota: si tratta della
prima salita invernale
su uno dei cinque otto­
mila del Karakorum Maurizio Manolo Zanolla
pakistano, conquista­
to nel febbraio 2011. La scomparsa e la rinascita della
lince all’interno dell’Arco Alpino sarà raccontata da En­
rico Costanzo ne La lince, storia di un ritorno, un corto­
metraggio che cerca di ripercorrere la storia e delineare
le prospettive di questa affascinante specie animale.
Il gran finale spetterà a La voie Bonatti di Bruno Peyron­
net (versione originale con sottotitoli in italiano), un do­
cumentario che racconterà quello che è il sogno di ogni
alpinista: ripetere in stile alpino, concatenate l’una al­
l’altra, alcune importanti vie aperte da Walter Bonatti
(scomparso lo scorso anno) nel massiccio del Monte
Bianco. Ci sono riusciti, nell’ottobre 2010, due alpinisti
francesi di alto livello, Christophe Dumarest e Yann Bor­
gnet. Il secondo appuntamento previsto in calendario si
terrà venerdì 23 novembre. Questa volta andranno in
scena Linea 4.000 di Giuliano Torghele, con la storia di
Franco Nicolini sulle orme di Patrick Berhault a piedi,
sugli sci o in bici; Outside the box ­ A female tale di Stefa­
nie Brockhaus (versione originale con sottotitoli in ita­
liano), l’incontro tra generazioni di alpiniste che si dedi­
cano all’arrampicata in fessura; Kukuczka di Jerzy Po­
rebski (versione originale con titoli in italiano), dal no­
me del protagonista della pellicola, Jerzy Kukuczka, una
leggenda nella storia dell’alpinismo che ha perso la vita
sull’Himalaya 22 anni fa.
Il Club alpino italiano, la cui sezione lodigiana è guidata
dalla presidente Claudia Bignamini, ha incassato il con­
tributo della Fondazione comunitaria per organizzare
l’evento, oltre al patrocinio del Comune e della Provin­
cia di Lodi.
Greta Boni
DOMENICA 25 NOVEMBRE IL GRANDE CASCINALE SPALANCHERÀ I PROPRI BATTENTI
Salerano, riapre il museo del presepio
con la novità dedicata al Canal Grande
n Domenica 25 novembre, esatta­
mente un mese prima del Natale, al­
la Cascina Vistarina di Salerano sul
Lambro, in provincia di Lodi, alle
ore 16 riaprirà i battenti il Museo “Il
mondo nel presepio”, inaugurato
nell’anno 2.000 dal Vescovo di Lodi.
Inaugurazione che fu programmata
dall’assessorato alla cultura della
Provincia di Lodi.
Si tratta dell’ormai famosa raccolta
di oltre 400 presepi provenienti da
tutto il mondo ed esposti nel vasto
fienile e nel locale sottostante, alle­
stiti dal gran patron Tino Cazzulani,
dal gruppo presepisti di Emilio Ros­
si e dallo scrittore Achille Maschero­
ni, che è anche direttore artistico del
Museo. “Ammiri i presepi e visiti il
mondo”, è lo slogan del museo.
L’ultima sorprendente novità è stata
allestita in questo ultimo periodo: è
un grandioso presepio ambientato a
Venezia sul Canal Grande, con tanto
di ponti, Cà d’Oro, campanile di San
Marco,” porteghi”, attracchi sul Ca­
nal Grande, dove si dondolano le
gondole, illuminate da un grande
cielo stellato.
Il museo permanente è stato allestito
nel vasto fienile dell’azienda agrico­
la “La Vistarina”, situata lungo la
strada provinciale n. 17 (che da San­
t’Angelo Lodigiano porta a Melegna­
no) e ubicata nel comune di Salerano
sul Lambro. La ricca collezione pri­
vata, che raccoglie più di trecento
presepi, è il frutto della passione e
della ricerca sostenuta da Tino Caz­
zulani, il proprietario, che da più di
trent’anni raccoglie presepi da tutto
il mondo. Ogni presepe è stato alle­
stito nella sua particolare scenogra­
fia che permette di scoprire gli usi, i
costumi, i paesaggi e i prodotti delle
diverse nazioni attraverso la rappre­
sentazione della Natività. I visitato­
ri, che ogni anno a migliaia affollano
l’esposizione, trovano ogni volta al­
cune sorprendenti novità. Nel gran­
nalità, nel libro dei visitatori ­ prove­
de cascinale, trasformato in una nienti da diverse parti del mondo ­,
enorme sala espositiva, ogni anno spicca la dedica del famoso baritono
viene aggiunto sorprendentemente
internazionale Leo Nucci e della
un particolare presepio. Una parti­ consorte soprano Adriana Anelli,
colarità, per chiarire come si lavora
entusiasti specialmente del presepio
alla Vistarina. Qualche anno fa ne nel Teatro dell’Opera, che hanno la­
mancava uno dedicato al Brasile. Ci sciato il proprio compiacimento
pensò Achille Mascheroni che, tor­
scritto in questi termini: «Molti sce­
nato da Nova Friburgo, invitato alla
nografi e molti registi del giorno
inaugurazione
della statua di
Santa Francesca
Cabrini, portò da
lì un gruppo di
statue folcloristi­
che che furono
adattate a prese­
pio inserendovi
un Bambino Ge­
sù un poco “colo­
rato”. Così ora si
può ammirare
anche questo pre­
sepio carioca.
Lo scorso anno,
nel silos della ca­
scina fu allestito
un grandioso pre­
sepe napoletano,
Da sinistra Achille Mascheroni direttore del museo
che non ha nulla
con Tino Cazzulani proprietario deile centinaia di presepi
da invidiare a
esposti. A destra, alcuni visitatori tra i grandi diorami
quelli famosissi­
mi di Napoli nel
chiostro di Santa Chiara e nel Museo
d’oggi dovrebbero venire qui ad im­
di San Martino. Proprio da quella
parare!».
città è giunto appositamente un
Un apposito presepio è stato dovero­
gruppo di presepisti specializzati samente dedicato alla memoria del
per allestirlo con il popolare gusto
vaticanista Giuseppe De Carli, entu­
napoletano, con statue e materiale
siasta collaboratore del Museo.
originale partenopeo. Si pensi che, Se Gesù nasce in tutto il mondo, qui,
non trovando idonei gli alberi della
sotto la stella cometa sul silos della
nostra zona, furono ordinati e fatti
Cascina Vistarina, nasce anche nel
pervenire tramite corriere addirittu­
settecentesco Teatro dell’Opera. Co­
ra da Napoli.
me l’opera lirica è uno dei fiori al­
Questo singolare museo è tra i più
l’occhiello della cultura italiana così
visitati fra tutti quelli esistenti nel
il presepio nel Teatro dell’Opera è di­
Lodigiano. Oltre a quelle di alcuni
ventato il fiore all’occhiello dei dio­
vescovi, onorevoli, sindaci e perso­
rami esposti alla meraviglia e all’in­
credulità del visitatore. Così come
l’elegantissimo presepio scolpito nel
legno tra la melodiosa sinfonia dei
fiori di un prezioso gobelin, o come
quello ambientato in un Giappone
raffinato o quello in semplici, rozze
zappe nostrane. Si troverà il prese­
pio di una Sicilia coloratissima, tra
anfiteatri romani e templi della Ma­
gna Grecia.
Si attraverserà una Napoli popolare,
popolata dagli storici “pastori” che,
dal ‘700, stupiscono per i loro costu­
mi preziosi e gli atteggiamenti tea­
trali. Al Museo, dall’Asia all’Africa,
il passo è davvero breve: la Sacra Fa­
miglia fugge in Egitto tra piramidi
faraoniche e oasi verdeggianti. Il
Bambinello nasce in molteplici paesi
africani, tra zebre, elefanti e capan­
ne di paglia, in villaggi con scuole
cattoliche e con scuole islamiche.
Tra i paesi islamici ecco apparire,
curioso e insolito, l’inaspettato e tra­
vagliato Afghanistan.
Di contro, Gesù nasce anche negli
Stati Uniti, nel mezzo di un concerto
jazz, black, con Madre Cabrini che vi
partecipa. Nasce in Amazzonia, po­
sato su una barca, non tra l’asino e il
bue, ma tra due tartarughe, davanti
al Rio delle Amazzoni e ad una fore­
sta riprodotta con autentica veridici­
tà. Nella Spagna, così solare, la Nati­
vità è stata ambientata sotto un bal­
dacchino prezioso di ricami come
quello della Madonna Macarena.
Altri fiori di questa infinita ghirlan­
da si possono trovare nelle isole gal­
leggianti del lago Titicaca in Perù,
sulla riva del mare delle Filippine, in
Argentina, tra le piramidi Azteche
del Messico o all’ombra dei monaste­
ri buddisti dell’Asia. Ecco altre et­
nie, altri mondi: dalla Birmania al
Venezuela, dal Guatemala alla Cina,
all’India, al Nepal, da Cuba all’Indo­
cina, dal Cile al paese dei Tuaregh, a
cento altri, tutti con i propri prodot­
ti, i propri costumi, il proprio folklo­
re. Tra i paesi a noi più prossimi,
quelli dell’Europa, ecco il coro della
Notte Santa, imbiancata dalla neve,
in Trafalgar Square a Londra, da­
vanti al British Museum. L’Europa
scorre così, dal Portogallo all’Irlan­
da, dalla Germania e dalla Russia al­
la Cecoslovacchia, alla Provenza con
i suoi preziosissimi e folkloristici
“santons”. Per non dimenticare la
nostra Italia, con gli splendidi scena­
ri di Assisi e Vieste ricreati con vera
arte presepistica.
Il Museo è aperto nel pomeriggio di
ogni sabato e domenica dalle 14,30 al­
le 17. In altri orari, visite guidate per
le scuole, previa telefonata allo 0371.
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