Il VENUSIANO INNamorato

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Il VENUSIANO INNamorato
2
2 - febbraio 2003
MEDIA
Je voudrais parler d’un
événement survenu en
classe.
Auojurd’hui nous n’avons
pas eu un professeur et
ainsi un autre professeur
est venu fair suppléance.
Depuis cinq minutes un
mouche est entrée en
classe.
Y. a vu la mouche et il l’a
poursuivie.
N. et G. se sont réunis
avec Y. Peu après M. est
intervenu, il a dit: “ Voulez
vous capturer la mouche
pour mon araignée?”.
Le professeur a cherché
envain de calmer la classe.
B. a cherché de libérer la
mouche, mais il n’a pas
réussi. Enfin est allé chez
le proviseur adjoint.
S. a tué la mouche et B. a
lancé le cadavre par la
fênetre.
Mes copains ont été punis.
Ils dovient faire une
rédaction.
F.B. - 3G
Le 23 Décembre à
l’école nous avons fait la
fete de Noel et nous avons
chanté une chanson très
difficile!
Un jour plus tard un
Monsieur qui s’appelle Paul
M Liceo Newton - Scandicci
Il VENUSIANO INNamorato
“Buongiorno! sono “Doppietta a molla arricciolata
tutta unta d’olio”, per gli amici Domopack, dalle iniziali delle prime parole dei miei due nomi e dal fatto
che sono innamorato follemente di “Packetta piperita al gasolio con spruzzi di benzene miscelato ad
aroma di pesche”, (Packpi per gli amici).
Lei è la venusiana più bella di tutto Venere, come si
può dedurre dalla lunghezza del suo nome e dagli
aromi delicati che emanano queste poche sillabe! È
una bellissima nobile, una principessa, come quelle
delle favole venusiane, sapete?
Tanto per cominciare veste con gemme di Venere:
le più belle che esistono in tutta la galassia, con un
colore che sfuma dall’arancione al giallo quasi bianco… indossa i gioielli fatti del più preziosi materiali di
Venere… ha vesti cucite con la migliore organza ed i
più bei merletti, fatti a mano per lei dai servitori che
vivono nella Reggia, la Reggia reale venusiana, cibernetica e PcMicrosoftVENERE di Packetta piperita
al gasolio con spruzzi di benzene miscelato ad aroma
di pesche.
Quando mi sono innamorato di lei avevo cinque ore
di luce e mezzo, che corrispondono per voi a due
anni. La vidi al corteo per festeggiare le sue tre ore di
luce, fu una grande festa e mi divertii un mondo a
giocare con gli altri venusianini e a riempirmi la pancia di zucchero multicolore filato di Venere, una delle
nostre specialità di cui andiamo molto fieri: tutto
l’universo invidia i nostri tocchetti di zucchero multicolore filato di Venere.
Da quel giorno (quattromilatrecento anni, duecento
giorni, cinque mesi e tre giorni dalla fondazione della capitale: “Gemma di Venere super attrezzata e
ben accessoriata”) non feci altro che pensarla, ne
sono innamorato, follemente innamorato , e non riesco a dimenticarla.
Dopo essermi laureato in geologia vesuviana e storia
della geologia dell’universo, lavorai per sette anni di
luce in quel posto, per poi girare pianeti e pianeti,
onde trovare qualcosa che potesse attirare
l’attenzione della principessa.
Il primo pianeta che visitai fu Marte, e i marziani, che
sono maleducati e aggressivi, mi chiesero subito
cosa cavolo volessi. Spiegai loro la mia storia, ma
replicarono che non c’era spazio per i sentimenti sul
loro pianeta rosso, dai gusti poco venusiani , e mi
cacciarono via a bordo della mia nave spaziale “Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno”.
Da lì scesi sul pianeta Catarifrangente, all’estremità
del sistema Argentario, nei pressi di Plutone e del
pianeta X. Sul pianeta Catarifrangente devi portare
gli occhiali da sole riflettenti altrimenti puoi rimanere cieco, siccome esso è costituito da specchi che riflettono la luce della stella più grande del loro sistema, Argentario.
Gli abitanti di Catarifrangente stanno perennemente
in casa, escono solo per andare a cogliere i tuberi
che si mangiano all’ora di cena, e la cena (secondo le
vostre unità di tempo) avviene una volta ogni due
anni. Quando uscii dalla mia astronave “ Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno” con i miei oc-
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est venu à l’école et il a
domandé de notre classe.
Il y est entré et il s’est
presenté: “Bonjour jeunes
garçons et jeunes filles, je
suis Paul, je travaille pour
la télévision et je veux
vous faire une
proposition.”
Vous voulez savoir quelle
est la proposition?
Monsieur Paul nous a
proposée de chanter une
chanson de Noël à la
télévision pour un
programme très fameux;
ça a été fantastique.
chiali da sole non vidi nessuno e di conseguenza non
potei mostrare a nessun catarifrangentiano i miei
occhiali da strafico e soprattutto non potei cercare il
regalo per la mia strafichissima principessa che non
porta gli occhiali da sole.
Allora, diventato verde dai puntini gialli e le strisce
blu dalla rabbia, mi tolsi gli occhiali ed entrai in “ Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno” ruppi
gli occhiali neri da strafico e mi diressi verso il pianeta detto “ Del monte dei pegni”, dove ogni buon alieno lascia le cose che non gli servono più, perché in
quel pianeta, le rivendono.
La prima cosa che feci fu quella di comprare una
cartina a cinque crediti (ladri!!!), poiché è molto facile perdersi per i negozi sotterranei. Visitai tutti e cinquecentotrentamila negozi che aveva quel piccolo e
stupido pianeta, ma nessuno di quegli oggetti custoditi là dentro era degno della mia principessa venusiana.
Ero depresso e non facevo altro che piangere grandi
e grosse lacrime viola sulla scaletta di “Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno”, finché di lì
non passò un ammasso di peli rossi, con due grandi
occhi marroni, che mi disse: “Perché piangi venusiano stralunato?”
E io gli raccontai la mia storia con i miei alti e bassi;
gli raccontai tutto sulla mia principessa irraggiungibile e delle peripezie per cercare qualcosa che potesse attirare la sua attenzione.
Allora la piccola palla di pelo si soffermò a pensare…
improvvisamente corrugando tutti i peli sopra gli occhi, come se le fosse venuta un’illuminazione disse:
“L’ultima spiaggia è la terra.. Quelli che ci abitano
saranno un grande massa di persone sottosviluppate, ma quella è veramente l’ultima spiaggia. Lì puoi
trovare di tutto... Venusiano stralunato è lì che devi
andare!”.
Lo ringraziai stringendogli la sua mano pelosa, gli
dissi che era l’unico extraterrestre cordiale e gentile
che avessi mai incontrato e gli regalai una preziosissima e bellissima gemma di Venere con sfumature
dall’arancione al giallo quasi bianco. Lui mi ringrazio
del regalo ed entrò nel suo negozio dotato di una
grande insegna luminosa: “del Monte dei pegni Bazar” e mettendo un prezzo alla gemma di Venere, la
collocò in vetrina.
Ci rimasi così male! Diventai tutto marrone dalla delusione e cominciai a piangere lacrime viola a punti
verdi… Non gliene importava niente di Domopack,
chiamato da lui “il povero venusiano stralunato” e
avrebbe rivenduto la bellissima e preziosissima
gemma di Venere con sfumature dall’arancione al
giallo quasi bianco.. Molto probabilmente sulla Terra
non c’era niente che mi potesse interessare, ma ormai potevo pure rimetterci la mia pellaccia verrucosa arancione ed andare dai “terragni”...
Presi “Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno” e viaggiai di duecentocinquantamila anni luce
per arrivare a quel pianeta dai gusti poco venusiani.
Fui costretto ad un atterraggio di fortuna, nascosi la
mia astronave tra gli alberi, quando vidi due terragni
che si abbracciavano su una panchina. Raccontai
loro la mia storia dall’inizio, ma a metà del racconto
l’individuo di sesso maschile, che sembrava avere
una scodella gialla in testa, mi diede un calcio rimandandomi alla mia “Catorcio cibernetico numero due-
F.M. - 3G
Aujourd’hui tout va
comme d’habitude.
Tout à coup le professeur
Filippini est arrivé avec
Kledi, le danseur de
“Buona Domenica”. Nous
avons parlé avec lui et ça a
été emotionné.
Kladi a fait une exhibition
de danse. Puis nous avons
fait un petit
rafraîchissement avec lui.
Tout ça pour Sara, une
nouvelle camarade avec
des problèmes de santé
Kledi est disponible et
simpatique.
Quelle merveille!
G.P. - 3G
centotrentuno”. Piansi più che mai... poi mi alzai in
volo e mi diressi verso un’altra zona della Terra.
Andai in un luogo ove si trovava una penisola a forma di stivale; mi dicevo che sarebbe puzzata di piedi
,ma non era così. Atterrai in un campo, ma questa
volta essendo buio e non mi curai di nascondere
l’astronave, tanto ero triste ed arrabbiato.. Mi rintanai così in un posto sotterraneo dove c’era un cartello blu con una P bianca, mi avvicinai ad una cosa
stranissima tutta blu, che aveva un motore e due ruote..
Ad un certo punto si accese la luce e dallo spavento
feci cadere il ridicolo trabiccolo blu che aveva un motore e due ruote , nascondendomi dietro un pilastro
e trattenendo il respiro per la paura di essere preso a
calci. Sentii un correre di passi e vidi un terragno
femmina con una strana acconciatura, (pareva
avesse preso la scossa!) che disse: “C’è qualcuno?,
non ho intenzione di far male a nessuno e non voglio
morire d’infarto prima del tempo, vedo un’ombra
dietro la colonna.. Esci fuori”. Aveva la voce tremolante, era chiaro che aveva paura quanto me. Mi feci
coraggio e uscii di lì. Mi squadrava la pelle arancione
e verrucosa di noi venusiani e i miei tre occhi grandi
quanto tre palle da tennis venusiane...
Mi disse, sempre con voce tremolante: “Cosa sei?,
Perché sei qui nel garage e hai buttato giù dal cavalletto il motorino? cosa ti ho fatto?”
Gli raccontai la mia storia dal principio, e lei la stette
ad ascoltare rimanendo con me a pensare tutta la
notte.
Infine prese un paio di forbici si staccò uno di quei
strani cosi che aveva in testa e facendomene regalo,
disse che si chiamava rasta. Mi raccontò poi come
venivano fatti; i miei occhi si riempirono di lacrime
viola a strisce rosse per la tenerezza e questa terrestre, più amica di un venusiano, mi dette un consiglio stupendo tanto da lasciare tutti i venusiani interdetti.
Volevo regalarle una gemma di venere che sfuma
dall’arancione al giallo quasi bianco ma non volle accettarla, allora gli proposi un giro turistico su Nettuno, ma replico’ di non poter lasciare la mamma malata a casa tutta sola. Mi disse di fare alla svelta altrimenti la mia bellissima principessa l’avrebbe potuta
sposare qualcun altro. Perciò mi affrettai a fare quello che mi aveva proposto..
Tornai su Venere dove, accolto come un re, sposai la
bellissima principessa “Packetta piperita al gasolio
con spruzzi di benzene miscelato all’aroma di pesche” e vissi felice per il resto dei miei anni di luce.
Ebbi addirittura più di cinquanta figli e mezzo, ed
ogni notte guardiamo lo splendido piano che aveva
attuato la terragna utilizzando l’orribile satellite della
terra, tutte le sere guardiamo la luna dove tanti anni
fa utilizzai la polvere di stelle di svariati colori per
scrivere: Packetta piperita al gasolio con spruzzi di
benzene miscelato all’aroma di pesche detta Packpi
per gli amici è regina sovrana del cuore di Doppietta
a molla arricciolata tutta unta d’olio detto Domopack
per gli amici.
Il suo strano rasta dai gusti poco venusiani divenne
la nostra fede nuziale.
Non scorderò mai la terragna gentile, l’unico essere
che mi avesse aiutato nei miei anni di luce.
M.C. - (allieva)
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