Il VENUSIANO INNamorato
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Il VENUSIANO INNamorato
2 2 - febbraio 2003 MEDIA Je voudrais parler d’un événement survenu en classe. Auojurd’hui nous n’avons pas eu un professeur et ainsi un autre professeur est venu fair suppléance. Depuis cinq minutes un mouche est entrée en classe. Y. a vu la mouche et il l’a poursuivie. N. et G. se sont réunis avec Y. Peu après M. est intervenu, il a dit: “ Voulez vous capturer la mouche pour mon araignée?”. Le professeur a cherché envain de calmer la classe. B. a cherché de libérer la mouche, mais il n’a pas réussi. Enfin est allé chez le proviseur adjoint. S. a tué la mouche et B. a lancé le cadavre par la fênetre. Mes copains ont été punis. Ils dovient faire une rédaction. F.B. - 3G Le 23 Décembre à l’école nous avons fait la fete de Noel et nous avons chanté une chanson très difficile! Un jour plus tard un Monsieur qui s’appelle Paul M Liceo Newton - Scandicci Il VENUSIANO INNamorato “Buongiorno! sono “Doppietta a molla arricciolata tutta unta d’olio”, per gli amici Domopack, dalle iniziali delle prime parole dei miei due nomi e dal fatto che sono innamorato follemente di “Packetta piperita al gasolio con spruzzi di benzene miscelato ad aroma di pesche”, (Packpi per gli amici). Lei è la venusiana più bella di tutto Venere, come si può dedurre dalla lunghezza del suo nome e dagli aromi delicati che emanano queste poche sillabe! È una bellissima nobile, una principessa, come quelle delle favole venusiane, sapete? Tanto per cominciare veste con gemme di Venere: le più belle che esistono in tutta la galassia, con un colore che sfuma dall’arancione al giallo quasi bianco… indossa i gioielli fatti del più preziosi materiali di Venere… ha vesti cucite con la migliore organza ed i più bei merletti, fatti a mano per lei dai servitori che vivono nella Reggia, la Reggia reale venusiana, cibernetica e PcMicrosoftVENERE di Packetta piperita al gasolio con spruzzi di benzene miscelato ad aroma di pesche. Quando mi sono innamorato di lei avevo cinque ore di luce e mezzo, che corrispondono per voi a due anni. La vidi al corteo per festeggiare le sue tre ore di luce, fu una grande festa e mi divertii un mondo a giocare con gli altri venusianini e a riempirmi la pancia di zucchero multicolore filato di Venere, una delle nostre specialità di cui andiamo molto fieri: tutto l’universo invidia i nostri tocchetti di zucchero multicolore filato di Venere. Da quel giorno (quattromilatrecento anni, duecento giorni, cinque mesi e tre giorni dalla fondazione della capitale: “Gemma di Venere super attrezzata e ben accessoriata”) non feci altro che pensarla, ne sono innamorato, follemente innamorato , e non riesco a dimenticarla. Dopo essermi laureato in geologia vesuviana e storia della geologia dell’universo, lavorai per sette anni di luce in quel posto, per poi girare pianeti e pianeti, onde trovare qualcosa che potesse attirare l’attenzione della principessa. Il primo pianeta che visitai fu Marte, e i marziani, che sono maleducati e aggressivi, mi chiesero subito cosa cavolo volessi. Spiegai loro la mia storia, ma replicarono che non c’era spazio per i sentimenti sul loro pianeta rosso, dai gusti poco venusiani , e mi cacciarono via a bordo della mia nave spaziale “Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno”. Da lì scesi sul pianeta Catarifrangente, all’estremità del sistema Argentario, nei pressi di Plutone e del pianeta X. Sul pianeta Catarifrangente devi portare gli occhiali da sole riflettenti altrimenti puoi rimanere cieco, siccome esso è costituito da specchi che riflettono la luce della stella più grande del loro sistema, Argentario. Gli abitanti di Catarifrangente stanno perennemente in casa, escono solo per andare a cogliere i tuberi che si mangiano all’ora di cena, e la cena (secondo le vostre unità di tempo) avviene una volta ogni due anni. Quando uscii dalla mia astronave “ Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno” con i miei oc- pagina precedente est venu à l’école et il a domandé de notre classe. Il y est entré et il s’est presenté: “Bonjour jeunes garçons et jeunes filles, je suis Paul, je travaille pour la télévision et je veux vous faire une proposition.” Vous voulez savoir quelle est la proposition? Monsieur Paul nous a proposée de chanter une chanson de Noël à la télévision pour un programme très fameux; ça a été fantastique. chiali da sole non vidi nessuno e di conseguenza non potei mostrare a nessun catarifrangentiano i miei occhiali da strafico e soprattutto non potei cercare il regalo per la mia strafichissima principessa che non porta gli occhiali da sole. Allora, diventato verde dai puntini gialli e le strisce blu dalla rabbia, mi tolsi gli occhiali ed entrai in “ Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno” ruppi gli occhiali neri da strafico e mi diressi verso il pianeta detto “ Del monte dei pegni”, dove ogni buon alieno lascia le cose che non gli servono più, perché in quel pianeta, le rivendono. La prima cosa che feci fu quella di comprare una cartina a cinque crediti (ladri!!!), poiché è molto facile perdersi per i negozi sotterranei. Visitai tutti e cinquecentotrentamila negozi che aveva quel piccolo e stupido pianeta, ma nessuno di quegli oggetti custoditi là dentro era degno della mia principessa venusiana. Ero depresso e non facevo altro che piangere grandi e grosse lacrime viola sulla scaletta di “Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno”, finché di lì non passò un ammasso di peli rossi, con due grandi occhi marroni, che mi disse: “Perché piangi venusiano stralunato?” E io gli raccontai la mia storia con i miei alti e bassi; gli raccontai tutto sulla mia principessa irraggiungibile e delle peripezie per cercare qualcosa che potesse attirare la sua attenzione. Allora la piccola palla di pelo si soffermò a pensare… improvvisamente corrugando tutti i peli sopra gli occhi, come se le fosse venuta un’illuminazione disse: “L’ultima spiaggia è la terra.. Quelli che ci abitano saranno un grande massa di persone sottosviluppate, ma quella è veramente l’ultima spiaggia. Lì puoi trovare di tutto... Venusiano stralunato è lì che devi andare!”. Lo ringraziai stringendogli la sua mano pelosa, gli dissi che era l’unico extraterrestre cordiale e gentile che avessi mai incontrato e gli regalai una preziosissima e bellissima gemma di Venere con sfumature dall’arancione al giallo quasi bianco. Lui mi ringrazio del regalo ed entrò nel suo negozio dotato di una grande insegna luminosa: “del Monte dei pegni Bazar” e mettendo un prezzo alla gemma di Venere, la collocò in vetrina. Ci rimasi così male! Diventai tutto marrone dalla delusione e cominciai a piangere lacrime viola a punti verdi… Non gliene importava niente di Domopack, chiamato da lui “il povero venusiano stralunato” e avrebbe rivenduto la bellissima e preziosissima gemma di Venere con sfumature dall’arancione al giallo quasi bianco.. Molto probabilmente sulla Terra non c’era niente che mi potesse interessare, ma ormai potevo pure rimetterci la mia pellaccia verrucosa arancione ed andare dai “terragni”... Presi “Catorcio cibernetico numero duecentotrentuno” e viaggiai di duecentocinquantamila anni luce per arrivare a quel pianeta dai gusti poco venusiani. Fui costretto ad un atterraggio di fortuna, nascosi la mia astronave tra gli alberi, quando vidi due terragni che si abbracciavano su una panchina. Raccontai loro la mia storia dall’inizio, ma a metà del racconto l’individuo di sesso maschile, che sembrava avere una scodella gialla in testa, mi diede un calcio rimandandomi alla mia “Catorcio cibernetico numero due- F.M. - 3G Aujourd’hui tout va comme d’habitude. Tout à coup le professeur Filippini est arrivé avec Kledi, le danseur de “Buona Domenica”. Nous avons parlé avec lui et ça a été emotionné. Kladi a fait une exhibition de danse. Puis nous avons fait un petit rafraîchissement avec lui. Tout ça pour Sara, une nouvelle camarade avec des problèmes de santé Kledi est disponible et simpatique. Quelle merveille! G.P. - 3G centotrentuno”. Piansi più che mai... poi mi alzai in volo e mi diressi verso un’altra zona della Terra. Andai in un luogo ove si trovava una penisola a forma di stivale; mi dicevo che sarebbe puzzata di piedi ,ma non era così. Atterrai in un campo, ma questa volta essendo buio e non mi curai di nascondere l’astronave, tanto ero triste ed arrabbiato.. Mi rintanai così in un posto sotterraneo dove c’era un cartello blu con una P bianca, mi avvicinai ad una cosa stranissima tutta blu, che aveva un motore e due ruote.. Ad un certo punto si accese la luce e dallo spavento feci cadere il ridicolo trabiccolo blu che aveva un motore e due ruote , nascondendomi dietro un pilastro e trattenendo il respiro per la paura di essere preso a calci. Sentii un correre di passi e vidi un terragno femmina con una strana acconciatura, (pareva avesse preso la scossa!) che disse: “C’è qualcuno?, non ho intenzione di far male a nessuno e non voglio morire d’infarto prima del tempo, vedo un’ombra dietro la colonna.. Esci fuori”. Aveva la voce tremolante, era chiaro che aveva paura quanto me. Mi feci coraggio e uscii di lì. Mi squadrava la pelle arancione e verrucosa di noi venusiani e i miei tre occhi grandi quanto tre palle da tennis venusiane... Mi disse, sempre con voce tremolante: “Cosa sei?, Perché sei qui nel garage e hai buttato giù dal cavalletto il motorino? cosa ti ho fatto?” Gli raccontai la mia storia dal principio, e lei la stette ad ascoltare rimanendo con me a pensare tutta la notte. Infine prese un paio di forbici si staccò uno di quei strani cosi che aveva in testa e facendomene regalo, disse che si chiamava rasta. Mi raccontò poi come venivano fatti; i miei occhi si riempirono di lacrime viola a strisce rosse per la tenerezza e questa terrestre, più amica di un venusiano, mi dette un consiglio stupendo tanto da lasciare tutti i venusiani interdetti. Volevo regalarle una gemma di venere che sfuma dall’arancione al giallo quasi bianco ma non volle accettarla, allora gli proposi un giro turistico su Nettuno, ma replico’ di non poter lasciare la mamma malata a casa tutta sola. Mi disse di fare alla svelta altrimenti la mia bellissima principessa l’avrebbe potuta sposare qualcun altro. Perciò mi affrettai a fare quello che mi aveva proposto.. Tornai su Venere dove, accolto come un re, sposai la bellissima principessa “Packetta piperita al gasolio con spruzzi di benzene miscelato all’aroma di pesche” e vissi felice per il resto dei miei anni di luce. Ebbi addirittura più di cinquanta figli e mezzo, ed ogni notte guardiamo lo splendido piano che aveva attuato la terragna utilizzando l’orribile satellite della terra, tutte le sere guardiamo la luna dove tanti anni fa utilizzai la polvere di stelle di svariati colori per scrivere: Packetta piperita al gasolio con spruzzi di benzene miscelato all’aroma di pesche detta Packpi per gli amici è regina sovrana del cuore di Doppietta a molla arricciolata tutta unta d’olio detto Domopack per gli amici. Il suo strano rasta dai gusti poco venusiani divenne la nostra fede nuziale. Non scorderò mai la terragna gentile, l’unico essere che mi avesse aiutato nei miei anni di luce. M.C. - (allieva) pagina successiva