Corso UNAAPI: Apicoltura Biologica

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Corso UNAAPI: Apicoltura Biologica
Corso UNAAPI:
Apicoltura Biologica
a cura di Luca Allais
Materiale didattico utilizzato per i moduli formativi organizzati
dall’UNAAPI. Ogni riproduzione ed uso è possibile solo se
precedentemente concordata con l’UNAAPI.
CORSO DI FORMAZIONE PER LA PRODUZIONE
BIOLOGICA DEL MIELE
OBIETTIVI DEL CORSO
GLI AUTORI
Il corso si rivolge a:
tecnici apistici
associazioni di produttori
aziende
Ma anche a tutti coloro che, mossi da
semplice curiosità,
intendono
approfondire l’argomento a tutela
propria e di altri consumatori.
Il presente lavoro, che funge non solo da
strumento informativo - divulgativo, ma
anche da vero e proprio strumento
didattico, è il frutto della collaborazione
tra l’Associazione Produttori Aspromiele
e l’UNAAPI.
Entrambi vantano anni di esperienza alle
spalle nel settore della ricerca e
dell’assitenza tecnica alle aziende
apistiche italiane.
- 1-
AGRICOLTURA BIOLOGICA
Filosofia di vita
o
disciplina scientifica?
- 2-
Inizio 1900:
L’agricoltura si pone come unico obiettivo
l’incremento produttivo.
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Meccanica
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L’industrializzazione dell’agricoltura ha aggravato
l’impatto sull’ambiente
- 3-
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- 4-
Ecosistema naturale:
quali modificazioni sono intervenute?
•
•
•
•
•
Comparsa di resistenze ed immunità dei parassiti
Semplificazione della diversità biotica
Erosione dei terreni declivi
Appiattimento del paesaggio
interruzione del naturale riciclo degli elementi nutritivi nel
suolo
- 5-
L’AGRICOLTURA BIOLOGICA NON COME AGRICOLTURA DI SOSTITUZIONE,
MA TENTATIVO DI RISTABILIRE EQUILIBRI
COMPROMESSI
L’AGRICOLTURA BIOLOGICA E’ L’AGRICOLTURA DEL FUTURO
- 6-
La filosofia d
el biologico
1
4
2
Interazione tra esseri
viventi
e
ambiente
limitata
all’effettiva
necessità
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Mantenimento di
una molteplicità
di specie sia animali che vegetali
3
Risparmio delle materie prime e riciclo
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- 7-
Uso mirato delle interazioni
esistenti
naturalmente tra gli
organismi ai fini della
gestione
dell’agroecosistema
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SIAMO IL PAESE PIÙ BIOLOGICO D’EUROPA
- L’ITALIA E’ AL PRIMO POSTO IN EUROPA COME SUPERFICIE
AGRICOLA DESTINATA ALLE COLTURE BIOLOGICHE
- PROFILO DELL’AGRICOLTORE BIOLOGICO:
•
MENO DI 45 ANNI DI ETA’
•
ESPERIENZA DI 2-3 ANNI
•
MEDIA DI 21 ETTARI
•
ACCOPPIATA ALL’ATTIVITA’ AGRITURISTICA
- IN AUMENTO I CONSUMI DI PRODOTTI BIOLOGICI
- 8-
I 10 PAESI
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Italia 958.687
Francia 250.000
Gran Bretagna 540.000
Danimarca 160.030
Finlandia 137.000
Germania 421.929
Svezia 130.000
Spagna 352.164
Austria 350.000
Repubblica Ceca 10- 9-
REGOLAMENTO UE
2092/91
relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli
e dell’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e
sulle derrate alimentari
- 10 -
MA….
Il Reg. 2092/91 non parla di zootecnia
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Alcune norme, tuttavia, sono generali.
- 11 -
1
Costituisce il primo riconoscimento ufficiale, a livello europeo, del metodo di produzione
biologico.
REGOLAMENTO UE
2092/91
2
3
Offre un quadro
normativo di riferimento per tutti i
paesi della Comunità in materia di
produzione,
etichettatura e controllo.
Offre ai produttori garanzie di concorrenza
leale
4 Offre ai consumatori la possibilità di riconoscere il prodotto biologico da quello convenzionale.
- 12 -
ETICHETTATURA
Norme generali: Decreto Legislativo 109/92
Norme specifiche sui prodotti bio: art. 5 del Reg. 2092/91 e s.m.
- 13 -
In etichetta devono essere indicate:
nome
codice
estremi dell’organismo di controllo
numero dell’autorizzazione alla stampa
dell’etichetta
+
tutte le diciture obbligatorie previste
dalla legislazione generale
sull’etichettatura dei prodotti alimentari
+
“Agricoltura Biologica – Regime di Controllo
CEE”
(su specifica richiesta dell’Organismo di
controllo)
- 14 -
Nell’etichettatura o nella pubblicità dei prodotti sono leciti
i riferimenti al metodo di produzione biologico solo se:
1
Miele biologico
NO
si evidenzia che si
tratta di un metodo
di produzione agricola
Miele da agricoltura biologica
SI
- 15-
2
miele biologico
tutto il prodotto è
stato
effettivamente ottenuto ai
sensi del reg. 2092/91
+
miele convenzionale
Per il prodotto miele?? non è prevista la
dicitura in etichetta
“prodotto in conversione all’agricoltura
biologica”
- 16 -
=
miele convenzionale
3
l’operatore che ha prodotto o importato il
prodotto è regolarmente assoggettato alle
misure di controllo.
- 17 -
U.N.A.API. - CORSO DI FORMAZIONE
Commercio dei prodotti bio
CIRCOLAZIONE NELLA COMUNITÀ EUROPEA
Art. 12
Gli Stati membri non possono vietare o limitare la
commercializzazione
dei
prodotti
conformi
alle
disposizioni del presente regolamento, per motivi
concernenti:
⇒
l’etichettatura
⇒
il metodo di produzione
-- 11
18 --
I prodotti importati da un paese terzo possono
IMPORTAZIONE DA PAESI
essere commercializzati allo stesso modo di quelli di
produzione nazionale ai sensi del reg. 2092/91 se:
TERZI
− provengono da un paese figurante nell’elenco
Art. 11
deciso dalla Commissione
oppure
− un organismo di controllo verifica e certifica che
quella produzione è stata effettuata in modo
equivalente a quanto previsto dal reg. 2092/91.
- 19 -
ELENCO DEI PAESI TERZI
Israele
Argentina
Australia
Svizzera
Repubblica Ceca
Ungheria
- 20 -
Commissione
d’esame
UE
Domanda di ammissione
prodotto proveniente
da Paese terzo
Gruppo di
esperti
DECISIONE
DELLA
COMMISSIONE
Verifiche in loco delle norme di
produzione e delle misure di controllo
effettivamente applicate nel paese
terzo
- 21 -
mbre
31 dice
2005
SCADE LA DEROGA
Un importatore di uno Stato membro è autorizzato a commercializzare prodotti
importati da un paese terzo che non figura nell’elenco purché siano fornite
prove sufficienti che i prodotti in questione:
1
sono stati ottenuti secondo norme di produzione equivalenti a quelle
definite nel 2092;
2
sono stati sottoposti a misure di controllo equivalenti
3
l’applicazione
permanente.
delle
misure
di
ispezione
La deroga decade dal momento
dell’inserimento di tale paese nell’elenco.
- 22 -
praticate
è
effettiva
Il certificato rilasciato
all’importatore, si deve
conservare almeno due anni.
e
REGOLAMENTO UE
1804/99
per l’apicoltura biologica
Dopo anni di incertezze, sulla spinta degli ultimi scandali alimentari
(polli alla diossina, Coca Cola),
la Commissione UE ha finalmente approvato le norme per la produzione
zootecnica biologica.
1
- 23 -
ORGANISMI DI
CONTROLLO
IT AIB – AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica
IT ECO – Associazione Ecocert Italia
IT BAC – Bio Agri Coop
IT BSI – Bios
IT CDX – Codex
IT IMC – Istituto Mediterraneo di Certificazione
IT QCI – QC&I Qualità Assurance System International Services
IT ASS – Suolo e Salute
Limitatamente ad alcune aziende della provincia di Bolzano:
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- 24 -
2
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- 25 -
3
1° passo
Prima notifica
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E’ il primo documento che va compilato.
Qui vengono registrati:
∗
dati del richiedente
∗
P. IVA
∗
ubicazione dell’azienda
∗
Organismo di controllo prescelto
∗
Superficie totale dell’azienda
∗
SAU
∗
orientamento produttivo aziendale
∗
destinazione commerciale dei prodotti
∗
allevamenti
∗
strutture
∗
ecc.
- 26-
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2° passo
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Ispezione
L’Organismo di controllo effettua una visita in azienda per
verificare l’idoneità allo svolgimento di agricoltura biologica
3° passo
PAP - Programma Annuale di Produzione
Deve essere compilato entro 30 giorni dall’ammissione dell’azienda al regime
di controllo e comunque entro il 31 gennaio di ogni anno.
5
Si indicano le produzioni previste nel corso dell’anno che deve venire.
- 27 -
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4° passo
Tenuta registri
L’azienda controllata, nel corso dell’anno produttivo, deve
provvedere alla compilazione dei seguenti registri:
•
Registro delle operazioni in apicoltura
•
Registro delle produzioni
•
Registro Annuale delle Postazioni
6
- 28 -
ITER D
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OSCIM
ENTO
5° passo
Richiesta stampa etichette
In funzione dell’effettiva produzione biologica, l’azienda
avanza richiesta all’Organismo di controllo di stampare un
certo numero di etichette.
La stampa
autorizzata.
delle
etichette
deve
essere
sempre
7
- 29 -
TECNICHE DI CONDUZIONE
AMMESSE DAL REG. 1804/99
Le pratiche che
vengono qui esposte,
sono quelle previste
dal regolamento
comunitario e devono
essere applicate dal
periodo di conversione
in poi.
Norme generali di conduzione degli apiari
Sostituzione della cera
Nutrizione
Lotta sanitaria
- 30 -
NORME GENERALI
DI CONDUZIONE DEGLI
APIARI
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- 31 -
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- 32 -
IL PERIODO DI
CONVERSIONE
Il periodo di conversione è il periodo necessario
per acquisire le caratteristiche di metodo di produzione biologico. Durante questo periodo la cera
dei favi da nido deve essere completamente sostituita con cera biologica o con propria cera di opercolo fatta lavorare in una cereria certificata
biologica.
La sostituzione della cera deve avvenire possibilmente in un periodo non superiore ai 3 anni e nel primo anno per ogni alveare la sostituzione della cera deve interessare almeno il 50% dei favi del nido.
I prodotti dell’alveare possono essere venduti con
riferimento al metodo di produzione biologica soltanto se le condizioni del presente regolamento sono state rispettate per almeno un anno.
- 33 -
SOSTITUZIONE
DELLA CERA
PERCHE’ SOSTITUIRLA?
La cera comunemente commercializzata, detta convenzionale,
proviene dalla lavorazione di cera di favo e cera d’opercolo
insieme.
Nella lotta alle patologie possono essere impiegati diversi
principi attivi: di sintesi, di origine organica oppure olii
essenziali.
Mentre gli ultimi due non lasciano residui, quelli di origine
sintetica sono trattenuti nella cera dei favi.
Quindi, benché l’apicoltore non abbia mai impiegato prodotti di
sintesi nei propri alveari, si trascina dietro l’inquinamento che
deriva dai fogli cerei convenzionali acquistati.
CHE COSA CONTRADDISTINGUE LA CERA
BIO DA QUELLA CONVENZIONALE?
Unicamente l’assenza di residui dei principi attivi
di sintesi usati nella lotta alle malattie.
- 34 -
APPROVVIGIONAMENTO
DI CERA BIO
CERA BIOLOGICA
Acquistata
Propria
cera
d’opercolo lavorata
separatamente
La cera acquistata già sotto forma di
fogli cerei può essere biologica perché:
⇒
⇒
proveniente da aziende biologiche
certificate
proveniente da una lavorazione di
sola cera d’opercolo acquistata da
aziende non certificate biologiche
- 35 -
ACQUISTO E LAVORAZIONE
DELLA CERA
Se si acquistano fogli cerei, occorre richiedere:
◊
◊
fattura di acquisto
certificato che comprovi l’esistenza di un organismo di
controllo che certifica la qualità biologica della cera
E se il trasformatore non è sottoposto a controlli da parte
di Organismi autorizzati?
Si chiede che la partita di cera venduta come biologica sia
accompagnata da un documento di trasporto che riporti i
riferimenti del certificato di analisi effettuato su quella
partita lavorata.
Se si fa lavorare la propria cera
d’opercolo, occorre:
◊
◊
◊
essere sicuri della qualità
nel dubbio, si effettua un’analisi di
laboratorio
richiedere un certificato che
comprovi l’avvenuta lavorazione
- 36 -
PRINCIPALI
TRASFORMATORI
DI CERA D’API
DEL NORD ITALIA
Regione Piemonte
(*) dott. Angelo Sommaruga - tel. 0323/552929
Piemonte Miele - tel. 0172/691204
Stalè - loc. Bianchi, 5 Luserna S. Giovanni (TO) tel.
0121/909590
Regione Lombardia
Gandolfi s.r.l. - via C. Colombo, 30 Ponte S. Pietro (BG) tel.
035/614002
Garda Miele s.r.l. - via Mapella 7/a onato (BS) tel.
030/9914196
(*) Trasfrormazione anche della cera per conto terzi
- 37 -
PRINCIPALI
TRASFORMATORI
DI CERA D’API
DEL NORD ITALIA
Regione Emilia Romagna
(*) Cereria Solfrini Giorgio - via Dant, 186 Cesena (FO) tel.
0547/22107
Cereotecnica - via De Gasperi, 2/a Forlimpopoli (FO) tel.
0543/743013
Regione Veneto
(*) Coop. Nuova Trento - via Bomporto, 1 Trento (TN) tel.
0461/238145
(*) Trasfrormazione anche della cera per conto terzi
- 38 -