Una notte all`opera - Fondazione Giorgio Cini
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Una notte all`opera - Fondazione Giorgio Cini
FONDAZIONE GIORGIO CINI ONLUS THE LUDWIG VAN PICTURE SHOW n. 19 – 26 luglio 2008 – ore 17 a Palazzo Cini Una notte all’opera Un film musicale dei Fratelli Marx (1995) Regia: Sam Wood. Soggetto: James Kevin McGuinness. Sceneggiatura: Morry Ryskind, George S. Kaufman, Al Boasberg. Direttore della fotografia: Meritt B. Gerstadt. Interpreti principali: Groucho Marx, Chico Marx, Harpo Marx, Margareth Dumond, Sig Ruman, Allan Jones, Kitty Karlisle, Walter Wolf King. Montaggio: William LeVanway. Musica originale: Herbert Stothart, Walter Jurmann, Bronislau Kaper. Produzione: MGM. 92”. Titolo originale: A night at the opera. Primo titolo italiano: La guerra lampo dei fratelli Marx. FONDAZIONE GIORGIO CINI ONLUS Groucho, il fratello capo dei Marx considerava Una notte all’opera e anche Un giorno alle corse i suoi film migliori. Diretti entrambi da Sam Wood, un valoroso regista, hanno avuto il sostegno e la supervisione principalmente da Irvin Thalberg, celebre produttore della MGM, che salvò i Marx da una crisi di botteghino (Duck Soup era stato un clamoroso insuccesso). Otis B. Driftwood (Groucho) è sociofondatore di un’importante compagnia teatrale guidata dalla signora Claypool (Margareth Dumond) e da un signore tedesco di nome Gottlib (Ruman). Il loro cantanta più importante è Rodolfo Lasparri, un tenore italiano, un tipo arrogante che strapazza il suo cameriere Tomasso (Harpo Marx). Fiorello (Chico Marx), un altro italiano amico di Tomasso e di una promessa del belcanto, il tenore Riccardo Baroni (Allan Jones), a sua volta spasimante di Rosa Castaldi che canta spesso in duetto col truce e illustre Lasparri. Su un transatlantico che parte da Milano per l’America, Groucho porta senza saperlo con sé, clandestini dentro un baule, tre emigranti: Tomasso, Fiorello e Riccardo. Faranno amicizia, nel baule, poi mettendo alle corde lo spocchioso Lasparri si adopereranno per lamciare come nuovi talenti della nuova stagione teatrale i due amanti: Riccardo Baroni e Rosa Castaldi. Comincia con Una notte all’opera la fase seconda della filmografia marxiana: cambiando casa produttrice, essi cambiano le connotazioni linguistiche della loro comicità ed entrano autorevolmente nella storia cinema hollywoodiano. Tutto, nei nuovi film è più fondato, più articolato ma non per questo meno incasinato. È avvenuta una operazione di controllo del delirio Il primo ad apparire in scena è, come sempre, Groucho, atteso ad un tavolo da una donna, mentre la Dumond sta cenando lì accanto con un’altra. Scoperto in flagrante, ri-cena una seconda volta anche con quella che lo aspettava. Il tema della fame e dell’abbuffata è sempre presente nei film dei Marx. In questo senso ogni storia si ripete spesso: sulla nave Groucho fa un’ordinazione pantagruelica; in albergo i quattro Marx si riuniscono per far una surrealistica colazione; Harpo ingoia sigari e cravatte e beve interi litri di liquidi; la spaghettata italiana sul ponte della nave, in terza classe, è a dir poco grandiosa.. Harpo sviluppa la variazione malinconica del marxismo. È sfruttato e picchiato da Lasparri e viene sempre consolato da Rosa.. Il personaggio di Chico è anch’esso meno cattivo del solito ma non varia più di tanto la sua sigla. Zeppo ha abbandonato il cinema e viene sostituito da Jones, la storia d’amore diventa il fulcro della drammaturgia e la coppia è il valore sacrosanto cui i Marx, coi loro mezzi, si dedicano con ardore. Il loro ruolo non è dunque abolito, solo deviato, i punti di riferimento del dileggio non mancano: Margareth Dumond è il personaggio più manifestamente negativo, Sig Ruman, reduce dai successi ottenuti con Lubitsch. Groucho scarrozza all’entrata del teatro e domanda al portiere “È finita l’opera?” “Non ancora signore”, poi rivolgendosi impetuosamente al cocchiere dice: “Ehi, te l’avevo detto di non correre! Fai un altro giro dell’isolato, ma piano. E dillo anche al tuo cavallo”. Groucho interpreta un pezzo grosso dell’ambiente teatrale ma il disimpegno e il totale disinteresse per il suo lavoro fa sì che presto diventa un derelitto disoccupato, esattamente, picarescamente, come gli altri tre Marx. L’unico indefinitamente borghese è comunque lui, Groucho, un vanesio che ama la bella vita, le donne, ma che frequenta individui balordi e diseredati; la coppia Harpo - Chico è sempre alla ricerca di cibo. Tornando alla fame arlecchinesca, la fame cronica dei Marx, in Una notte all’opera si trova la sequenza più famosa della loro cinematografia, una gag caricata che è la sintesi della loro forza comica: in una cabinaindiscutibilmente claustrofobica si accumulano man mano decine di persone, addetti alle pulizie che pretendono di lavare i pavimenti, idraulici impazienti, manicures tuttofare, una ragazza sperduta, le cameriere che devono rifare i letti, Harpo che dorme aggrappato alle schiene delle ragazze, per chiudere con una serie di stewards che trascinano vassoi stracolmi di cibarie, in un caravanserraglio di corpi ingarbugliati che, quando una signora aprirà la porta della cabina aspettandosi di trovarvi dentro Groucho, solo e in pigiama, viene travolta da un rigurgito informe di corpi ammassati sulla moquette del corridoio. FONDAZIONE GIORGIO CINI ONLUS La trama del film impone ai Marx la missione sovversiva di disattivare le fila del potere autoritario del tenore Lasparri, divo affermato e far scoprire il talento vero, quello dei due innamorati. Una trama che sviluppa freneticamente. Dopo la presentazione di tutti i personaggi, le storie di ognuno si intrecciano, si formano gruppi d’azione caotica e si innesca la rivoluzione marxiana.. La parte finale si svolge tutta in teatro, Groucho, che è stato licenziato, non può più battere la via del teatro, così il trio degli altri Marx si scatena provocando imprevisti miranti a posticipare lo spettacolo e a disturbare; fan di tutto, ricattano, rapiscono, saltano da palco a palco, da pepiano in pepiano, in galleria. Mentre Groucho rimbalza da un punto all’altro, tra il pubblico, Harpo e Chico entrano in palcoscenico, dove, Harpo soprattutto, si esibisce in una fantasmagorica fuga tra e sulle scenografie adoperando funi come fossero liane, facendo impazzire decine di poliziotti. Il caos si placherà nella conclusione trionfale che decreterà il trionfo dei Marx. Il finale del film è porfetico: fino ad ora nell’immagine conclusiva gli ultimi personaggi ad apparire erano i Marx, adesso invece essi cedono il posto a Rosa e Ricardo, in atto di concedere un bis. Qualcosa è effettivamente avvenuto. Non sono più i Marx a salutare il loro pubblico, non sono più loro i protagonisti assoluti, distruttori e dannatamente catastrofici, ma divengono degli aiutanti dei buoni e antagonisti dei cattivi. Sicuramente nel combattere i loro avversari saranno rapidamente perfidi; malgrado Una notte all’opera sia uno dei loro capolavori si tratta anche di un annuncio della loro fine, alla fin fine patetica, chapliniana.