ASILI NIDO AZIENDALI Molte donne dopo la

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ASILI NIDO AZIENDALI Molte donne dopo la
ASILI NIDO AZIENDALI
Molte donne dopo la maternità sono costrette a rivedere la propria carriera, rinunciando al lavoro
o scegliendo un orario part-time che non le impegni tutto il giorno fuori casa almeno fino al
compimento del terzo anno di età dei loro bambini.
Alcune aziende private per venire incontro alle esigenze delle proprie lavoratrici hanno scelto di
realizzare asili nido all’interno della propria struttura, e laddove il numero dei bambini si sia
rilevato troppo basso, hanno optato per la realizzazione di asili nido interaziendali (ovvero asili
nido specifici per due o più aziende unitesi nella realizzazione del medesimo progetto).
Realizzare un asilo nido può rappresentare per l’azienda l’espressione di apertura alle necessità del
contesto sociale in cui opera e, più direttamente, una forma di attenzione per le esigenze dei
propri collaboratori e dei loro bambini.
I vantaggi per il lavoratore si traducono nella possibilità di avere all’interno degli asili, personale
qualificato che garantirebbe un abbassamento della soglia dello stress dovuto alla ricerca di un
luogo accogliente che si prenda cura dei propri figli durante l’orario di lavoro.
D'altra parte, la creazione di un nido aziendale comporta un aumento dei vantaggi soprattutto per
l'azienda che si presta a questo tipo di operazione quali: la riduzione del fenomeno di assenteismo
sul lavoro dovuto ad aumento della motivazione a lavorare che porterebbe i dipendenti con
bambini piccoli a prestare maggiore fedeltà nei confronti dell’azienda che offrendo un servizio di
qualità, consente un miglioramento generalizzato del clima nel luogo di lavoro.
Tutto questo ha un ritorno positivo in termini di produttività aziendale, poiché si offre ai propri
dipendenti l'utilizzo di una struttura per l'infanzia che segue il calendario e gli orari lavorativi e non
quelli scolastici si offrono vantaggi fiscali sia all'azienda sia ai dipendenti, ciò comporta un
aumento delle opportunità di azioni di comunicazione rafforzando l'immagine aziendale sul
mercato.
Le aziende che decidono di realizzare un asilo nido al proprio interno possono utilizzare una forma
di gestione diretta o indiretta e conseguentemente individuare le forme giuridiche più opportune.
La soluzione più semplice (ma più onerosa per i propri dipendenti) potrebbe essere quella di
utilizzare una gestione indiretta ricorrendo a un gestore esterno a cui affidare il servizio,
quest’ultimo denominato in “outsourcing” garantisce: la gestione del servizio da parte di specialisti
del settore, la semplificazione di avere un interlocutore unico, e la sicurezza di qualità del servizio
nel tempo.
Nel caso in cui il numero dei bambini, figli di dipendenti, accolti sia inferiore alle aspettative
dell’azienda, la stessa potrebbe scegliere di ospitare anche bambini “esterni”alla struttura. In
quest’ultimo caso i bambini possono godere di trattamenti di favore qualora l’azienda ritenga
opportuno sostenere parte dei costi, considerando benefit gli importi di quest’ultimi.
Se si dovesse verificare la circostanza in cui i bambini da accogliere sono al di sotto delle
aspettative numeriche previste, si potrebbe optare per una formula del tipo ‘Tagesmutter’
(mamma di giorno): è l’asilo nido in famiglia e viene da un’idea partita e diffusasi nel Nord Europa.
Qui, una mamma con uno o più figli, mette a disposizione la sua casa per accogliere bambini di
lavoratrici che non possono accudirli, in un orario diurno prestabilito.
Nasce il “nido famiglia”: una persona nella sua abitazione, si rivolge a bambini dai 3 ai 36 mesi che
non devono essere più di 4 o 5 per educatrice. Il nido può essere aperto in una casa di proprietà,
affitto o comodato d’uso, in locali condominiali comuni o in saloni parrocchiali o comunali. Per
svolgere questo tipo di attività, si può anche formare una Cooperativa, aperta da un gruppo di
persone che devono poi per legge figurare come ditta artigiana o associazione in partecipazione.
La legge tutela i rapporti tra le educatrici e i genitori. Se l’asilo è aperto da una ditta privata si
stipula un contratto di prestazione di servizi. Se la struttura è di una famiglia si stipula una scrittura
privata con gli accordi tra le famiglie associate. Le Regioni possono prevedere anche dei contributi
da offrire alle lavoratrici con appositi bandi, utili alla ristrutturazione e organizzazione dei locali, i
cui fondi derivano da fondi nazionali della Comunità Europea per l’infanzia o l’adolescenza.
Denis Domenico Nesci
Presidente Nazionale U.Di.Con.