progr. calabria-eolie
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alla scoperta dell’affasciante Calabria con escursione alle Isole Eolie possibilità (da verificare in loco) di partecipare alla pesca del pesce spada viaggio in pullman dal 11 al 15 giugno 2014 1. giorno mercoledì 11/6 ROMA – PALMI Ritrovo dei partecipanti alle ore 7.30 davanti all’ingresso della Biblioteca Nazionale Centrale, in viale Castro Pretorio 105, all’uscita della stazione metropolitana Linea B di Castro Pretorio. Partenza con il pullman in direzione di Napoli, via autostrada. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo a Palmi, sistemazione in albergo, cena e pernottamento. 2. giorno giovedì 12/6 PALMI – SEMINARA – SCILLA – REGGIO CALABRIA – PALMI POSSIBILITA’ (DA VERIFICARE IN LOCO) DI PARTECIPARE ALLA PESCA DEL PESCE SPADA Dopo la prima colazione si verificherà la possibilità di partecipare alla pesca del pesce spada sui pescherecci, chiamati “passerella”, con eventuale costo a parte da definire. La caccia al pesce spada che ogni anno in primavera si consuma nello Stretto di Messina, è una tradizione che risale a tempi assai remoti, quando a bordo di piccole e maneggevoli imbarcazioni a remi, dette “luntri”, aveva inizio questa lotta per la sopravvivenza tra pescatori e pesci spada. Oggigiorno, abbandonate le piccole barche a remi, tale tradizione continua a bordo delle cosi’ dette “passerelle”. In bilico a circa 30 metri dalla superficie marina, sulla cosi detta “antenna” troviamo il timoniere che con occhio esperto, scruta il mare alla ricerca di ogni minimo movimento di superficie. Dalla prora della barca, invece, si allunga in orizzontale per svariati metri la cosi detta “passerella”, da dove, appunto, l’etimologia del nome dell’imbarcazione. Proprio come nella canzone del famosissimo cantante Domenico Modugno “U piscispada”, il timoniere, dall’alto della sua posizione, comincia a urlare dando direttive all’arpionatore, il quale percorrendo la passerella di gran corsa si porta in punta, pronto a scagliare l’arpione non appena in prossimità del pesce. Tale scena di urla in dialetto calabrese con virate ed inseguimenti, rende l’atmosfera molto caratteristica e adrenalinica. Una volta arpionato e recuperato a bordo, al pesce spada viene fatta la cosi detta “cardatura da cruci”. Un vecchio rito, quasi a voler inneggiare alla prosperità della pesca, dove l’arpionatore graffia con le proprie dita la guancia del pesce in un segno a forma di croce. Tale metodo tradizionale di pesca, che risulta ancora oggi essere un’importante sostentamento per i pescatori della Costa Viola (Palmi, Bagnara, Scilla, Cannitello) e di Messina, sta pian piano scomparendo a causa di una diminuzione del numero delle suddette imbarcazioni, visti i costi onerosi di mantenimento delle stesse. Visita del Parco Archeologico dei Tauriani e al Tempio di San Fantino con la cripta paleocristiana. Il Parco Archeologico dei Tauriani custodisce i resti degli antichi insediamenti che a partire dal secondo millennio a.C. si sono succeduti sul pianoro. Le notevoli testimonianze archeologiche sono inserite in una cornice di straordinaria bellezza paesaggisticoambientale: infatti, con i suoi attuali tre ettari di estensione, il Parco occupa la parte centrale di un pianoro dominanre la costa tirrenica tra Capo Vaticano, lo Stretto di Messina e la vasta piana di Petrace, antico Métauros. Gli interventi, messi in atto dal 1995 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, hanno portato alla luce resti di capanne dell’età del bronzo risalenti a 4000 anni fa e gli impianti urbani della città brettia e romana (IV a.C. – IV d.C.) con le loro architetture pubbliche, sacre e private come la casa del mosaico, il santuario urbano e l’ultimo importante ritrovamento dell’edificio per spettacoli. Continuazione per Seminara. Seminara è nota per l’altissima qualità delle ceramiche artistiche raffiguranti per lo più, ma non solo, maschere apotropaiche. Infatti gli oggetti riprodotti nelle ceramiche artistiche di Seminara per esempio, le maschere contro il malocchio o il babbalucco scaramantico assumono una funzione apotropaica quasi animistica e rappresentano il risultato di una miscela delle culture che hanno in passato interessato la Calabria. Le tipiche maschere di Seminara hanno una profonda matrice nella cultura greca dove vi sono molteplici testimonianze di maschere orribili impiegate a scopo catartico in teatro. Le maschere di Seminara hanno quindi una funzione protettiva, incastonate nei muri ben in evidenza o appese in posizione rilevante all’interno delle case, dimostrano come l’evoluzione dell’elemento decorativo, affidato alla fantasia del maestro ceramista, si fonda con l’espressione tipica di credenze o fantasmi popolari. Ancora oggi, a Seminara, nelle botteghe dei maestri ceramisti, è possibile ammirare la lavorazione dei ”babbaluti“, bottiglie antropomorfe di varia grandezza, munite talvolta di un manico nella parte posteriore. Ma la produzione artistica calabrese delle ceramiche non si esaurisce con le sole maschere apotropaiche, molto interesse artistico destano le cannate, i boccali, i bumbuli o le quartare, piccole brocche con becco e il “riccio“, una strana bottiglia panciuta e irta di punte, le "lumiere" a olio, di chiara ispirazione cristiana, così come le bottiglie a forma di pesce o di colomba e la fiaschetta "a barilotto", che il contadino portava legata alla cintura. Visita ad un laboratorio di ceramiche. Proseguimento per Scilla. Visita del borgo di “Chianalea”, caratteristico quartiere dei pescatori. Pranzo libero. Imbarco su una motonave per una mini-crociera che ci consente la vista inusuale e magnifica di Scilla dal mare. Una rupe poderosa coronata da un castello che si tuffa nel mare dello Stretto e dà origine a due baie. Case abbarbicate alla collina che digradano verso la spiaggia fino a incontrare altre case che sembrano sorgere direttamente dai flutti. Ecco Scilla, contesa dalle rocce e dalle acque, luogo mitico, sospesa tra il presente e un remoto passato. Gli edifici sono minuti, tagliati da violetti che sembrano quasi entrare nelle case. Archi di spinta che sormontano i vicoli uniscono gli edifici tra loro per farli meglio resistere alle frequenti frustate delle onde, quando d’inverno il mare s’impenna in furie improvvise. Le facciate delle case che si specchiano nel mare portano i segni di questa logorante convivenza. Ogni tanto, una bassa apertura ad arco rompe la successione delle facciate: sono i ricoveri per le barche. Continuazione per Reggio Calabria, seguendo la strada costiera ionica. Passeggiata sul lungomare della città, considerato il più bel chilometro d’Italia. Rientro in albergo, cena e pernottamento. 3. giorno venerdì 13/6 PALMI – GERACE – LOCRI – MAMMOLA – PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE – PALMI Prima colazione e partenza per Gerace, attraversando il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Gerace, città dominante “signora e guardiana” dei territori circostanti, solcati da torrenti, venne ripetutamente attaccata dai Saraceni nel X secolo e fu soggetta ad aspre contese in epoca medievale. Questi secoli tormentati hanno lasciato nella cittadina testimonianze illustri: la Fortezza e la Cattedrale, autentici gioielli architettonici e artistici che si fondono con l’aspra bellezza del luogo, con le sue rupi scoscese, il verde degli uliveti e il bianco delle fiumare assolate. Proseguimento per Locri. La storia di Locri Epizefiri è una storia millenaria che inizia con l'arrivo tra l'VIII ed il VII secolo a.C. di un nucleo di coloni provenienti dalla Locride, una regione povera della Grecia, e che si sviluppa lungo l'arco dei secoli. E' una storia costellata di avvenimenti: dallo splendore dell'età arcaica e l'alleanza con Siracusa, al duro impatto con il mondo romano; dalla nuova dimensione positiva di Municipium, fino all'inevitabile declino che la porterà a trascinarsi fino al X sec. d.C., quando le sempre più violente invasioni saracene spinsero gli ultimi abitanti della zona a rifugiarsi sulle vicine montagne dove contribuirono allo sviluppo di un'altra città. Visita degli scavi archeologici. Locri Epizefiri era organizzata secondo un modello tipico della madrepatria Grecia, con una rigida aristocrazia conservatrice e guerriera che deteneva il potere e lo esercitava attraverso l'Assemblea dei Mille che comprendeva, probabilmente, tutti i cittadini capo famiglia che godevano dei pieni diritti politici. Fin dall'antichità la città di Lokroi Epizephyrioi è ricordata e citata da vari pensatori, per l'attività legislativa di Zaleuco, redattore del primo codice europeo di leggi scritte, che sembra essere rimasto in vigore per oltre duecento anni. Continuazione per Mammola. La visita a Mammola è fortemente suggestiva data la bellezza della struttura medievale con i vicoli, che improvvisamente lasciano spazio a scorci panoramici sulle colline circostanti, piccole case e casette addossate le une alle altre, portali, pittoresche piazzette, i superbi palazzi, splendidi per lo stile architettonico che va dal classico al barocco, edificati dal XV secolo in poi. Un cenno a parte meritano le chiese, veri capolavori dell'arte architettonica e pittorica. Numerose sono le frazioni che hanno mantenuto nel tempo l’impianto edilizio tipico dei borghi rurali medievali. Il caratteristico Borgo Chiusa è uno dei borghi rurali più affascinante e antico. L’artigianato conserva ancora due ricchezze in via d’estinzione, la tessitura al telaio con la produzione di coperte e tappeti e la costruzione della “zampogna”, è di Mammola uno degli ultimi artigiani costruttore. Artigianali sono anche le aziende che lavorano lo “stocco” (pescestocco). Preparato in maniera antica, è divenuto il piatto tipico di Mammola e tra i più importanti della Calabria e d'Italia. Colore bianco, sapore polposo e ha la forma caratteristica del merluzzo spugnato e aperto, è un elemento concentrato e gustoso ad alto contenuto energetico, digeribile e adatto a qualunque dieta e povero di grassi e ricco di vitamine proteine e sali minerali. La lavorazione è esclusivamente artigianale e suddivisa in varie fasi per un periodo di circa di 8/9 giorni prima di essere venduto. Prima che arrivi a Mammola, lo stocco passa attraverso delle lavorazioni, come: pulizia delle parti interiori (sbudellamento), viene legato dalla coda e appeso e inizia la fase di essiccazione che dura circa tre mesi, dopo di ché viene fatta la selezione delle varie qualità dello stocco e messo nei cartoni per essere spedito a destinazione. Lo Stocco di Mammola è stato incluso dal ministero delle politiche agricole forestali nell’elenco dei prodotti tipici Agro - Alimentari Tradizionali. Pranzo in un ristorante caratteristico. I numerosi popoli che si sono avvicendati su questo territorio hanno lasciato un profondo segno nella gastronomia mammolese. La cucina mammolese, che rispecchia le caratteristiche dell’antica cucina montanara e contadina, è varia e saporita tenendo fede alle antiche tradizioni ed alle ricette che sono state tramandate da generazione in generazione. Continuazione nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il vasto territorio di Mammola ricade nel Parco Nazionale dell'Aspromonte con Porta d'Accesso e Centro Visita del Parco per accogliere i visitatori, raccontare il parco e le sue peculiarità, informare e proporre attività formative. I Centri Visita costituiscono un importante strumento per la diffusione degli aspetti ambientali e culturali dell’area protetta, consentendo al visitatore di avvicinarsi alla conoscenza della flora, della fauna e dello straordinario paesaggio naturale dell’Aspromonte. Proseguimento per San Giorgio Morgeto. San Giorgio Morgeto è uno dei 37 comuni che fanno parte del Parco Nazionale dell'Aspromonte. Il nucleo del paese, di struttura tipicamente medievale, sorge su uno sperone di roccia, fiancheggiata da due valloni. Sulla cima, che si eleva alle spalle del paese, si trova il castello risalente al 1296, tipico esempio di architettura normanna-sveva le cui origini sfumano tra storia e leggenda. Il centro storico conserva ancora il fascino del borgo medievale con i monumenti, gli edifici di notevole pregio architettonico, e le numerose chiese. All'entrata del centro storico domina l'antico Convento dei Domenicani dove studiò Tommaso Campanella. San Giorgio Morgeto è soprannominato il “borgo dei presepi”. Rientro in albergo, cena e pernottamento in albergo. 4. giorno sabato 14/6 PALMI – ISOLE EOLIE – PALMI Dopo la prima colazione partenza con la motonave per un’escursione via mare di intera giornata alle Isole Eolie con pranzo a bordo. Le Isole Eolie, le Figlie del Sole, del Vento, e del Fuoco, devono il loro nome a Eolo, il signore greco dei venti, il quale, secondo Omero, ne fece la sua dimora. Nate come vulcani sottomarini, emersero in superficie due milioni di anni fa e furono popolate dal 4000 a.C. Sono tutte molto simili ma al tempo stesso tutte diverse e con diverse peculiarità. I colori che le caratterizzano vanno dal giallo dello zolfo a Vulcano, passando per il verde di Salina, al rosso fuoco di Stromboli. L’Arcipelago Eoliano è formato da sette isole. Lipari: l’isola maggiore per estensione con un castello che sorge in bella posizione a picco sul mare; Vulcano: è tra le più interessanti per il paesaggio e varietà dei fenomeni vulcanici; Salina: per estensione è la seconda isola dell’arcipelago ma la prima per quantità di verde; Alicudi: è l’isola più occidentale dell’arcipelago e la meno popolata. La parte ovest dell’isola è impervia e disabitata e un giro in barca consentirà di ammirarne le coste alte e le rocce a strapiombo sul mare; Filicudi: un tempo denominata Phoenicusa per le numerose felci che la ricoprivano, oggi l’isola conta tre centri abitati. Le coste sono frastagliate e rocciose; Panarea: è l’isola più piccola dell’arcipelago, ma senza dubbio tra le più attraenti per la sua bellezza e per le testimonianze di antiche civiltà, ancora visibili; Stromboli: tra le più belle isole dell’arcipelago, è particolarmente caratterizzata dall’attività vulcanica. Arrivo a Lipari. A Lipari si trovano molti crateri di vulcani spenti da secoli, la parte vulcanica più appariscente sono le cave di pomice, un materiale leggero ed inerte bianco che conferisce ad alcune zone un aspetto lunare. La pomice è stata per anni la principale o forse l'unica attività industriale dell'isola ed ancora oggi viene estratta ed esportata in tutto il mondo. E con la pomice l'ossidiana, la pietra vetrosa liscia e scheggiata che rese Lipari e le Eolie famose fin dal neolitico perché utilizzata per produrre lame di qualsiasi genere. Tempo a disposizione sull’isola con possibilità di effettuare varie escursioni. Proseguimento per l’Isola di Vulcano. L'isola deve la sua esistenza alla fusione di alcuni vulcani di cui il più grande ma spento è il Vulcano della Fossa. Gli altri sono il Vulcanello a nord; il meridionale Monte Aria, completamente inattivo, che forma un vasto altopiano costituito da lave, tufo e depositi alluvionali olocenici e il Monte Saraceno. Il principale vulcano, a occidente, sembra essersi formato dopo l'estinzione del vulcano meridionale; con lave molto acide, ha generato il monte detto Vulcano della Fossa (o Gran Cratere o Cono di Vulcano). Sebbene l'ultima eruzione sia avvenuta nel 1888-1890, il vulcano non ha mai cessato di dare prova della propria vitalità ed ancora oggi si osservano differenti fenomeni: fumarole, getti di vapore sia sulla cresta che sottomarini e la presenza di fanghi sulfurei dalle apprezzate proprietà terapeutiche. A nord numerose fumarole continuano ad emettere acido borico, cloruro di ammonio e zolfo. Tempo a disposizione sull’isola con possibilità di effettuare varie escursioni. Rientro a Lipari e trasferimento con il pullman in albergo per la cena e il pernottamento. 5. giorno domenica 15/6 PALMI – TROPEA – ROMA Prima colazione e partenza per Tropea. Passeggiata nel cuore della città vecchia. Innumerevoli sono le bellezze artistiche che è possibile ammirare nella graziosa cittadina di Tropea. Secondo una leggenda fu Ercole, durante i suoi viaggi con gli Argonauti alla ricerca del leggendario Vello d’oro, a fondare Tropea, facendone uno dei Porti di Ercole. Secondo alcuni storici Tropea venne invece fondata da Scipione l’Africano, dopo la conquista di Cartagine avvenuta nel 209 a.C. Certamente Tropea si chiamava in origine Portercole; dopo la fine dell’Impero Romano, la zona fu oggetto di invasioni da parte dei Bizantini e dei Longobardi, in lotta per il possesso della regione calabra. Seguirono, nel secolo XI, le invasioni normanne, degli Angioni, degli Aragonesi e degli Spagnoli. Nel 1612 Tropea venne ceduta al signore di Scilla, Vincenzo Ruffo. Durante i secoli XVIII e IXX, Tropea fu un importante centro culturale. Nel 1861 venne annessa al Regno D’Italia. L’attuale centro cittadino corrisponde all’antico Portus Hercules; nel centro storico è possibile visitare palazzi nobiliari risalenti al ’700 e all’800, arroccati sulla rupe a strapiombo e caratterizzati da maestosi portali scolpiti che recano gli stemmi delle famiglie della vecchia aristocrazia locale. Piazza Ercole e’ il fulcro del centro storico; è dominata da un palazzo del settecentesco prospetto in granito, con nicchie e ringhiere in ferro battuto. Proseguimento per il viaggio di rientro. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo in serata a Roma, alla stazione metropolitana Linea B di Castro Pretorio e fine del viaggio. Quota individuale di partecipazione (minimo 35 persone) Supplemento camera singola Euro 610,00 Euro 52,00 La quota di partecipazione comprende: - viaggio in pullman granturismo; pedaggi autostradali e parcheggi; sistemazione in camera a due letti con servizi privati in albergo quattro stelle; pasti come da programma; bevande durante i due pranzi; guida-accompagnatrice locale dal secondo giorno alla mattina del quinto; giro in barca al largo di Scilla; escursione in barca, di intera giornata, alle Isole Eolie con pranzo a bordo; ingresso agli scavi archeologici di Locri; polizza assicurativa, Global Assistance, medico-bagaglio e annullamento viaggio. - La quota di partecipazione non comprende: - eventuale escursione a mare, sui pescherecci, per assistere alla pesca del pesce spada; gli eventuali ingressi escluso quello degli scavi a Locri già compreso nella quota; le bevande durante le cene; le mance; gli extra di carattere personale; tutto quanto non esplicitamente menzionato nel programma. TERMINE ISCRIZIONI 10 APRILE organizzazione tecnica CIVATURS ROMA Via dei Granatieri, 30 00143 ROMA Tel 06 8840504 Fax 06 64220524 [email protected] www.stellaerrante.it All’atto dell’iscrizione il partecipante prenderà visione e sottoscriverà le Condizioni generali di contratto di vendita e di pacchetti turistici facenti parte del programma.