L`Ascendente in Sagittario: Coco Chanel

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L`Ascendente in Sagittario: Coco Chanel
Mademoiselle
L’Ascendente in Sagittario: Coco Chanel
dell’Astrologa Martina
Ascendente, ossia il
segno zodiacale che al
momento della nascita
si trova in ascesa all’orizzonte, è
di fondamentale importanza,
perché rappresenta la
“maschera” che s’indossa per gli
altri, e determina l’apparenza, lo
stile con cui si viene identificati.
Con l’Ascendente in Sagittario
troviamo una delle donne più
celebri del Novecento, una vera
icona nel mondo della moda:
Coco Chanel.
L’
*****
Il telefono, quella mattina,
squillò prima del solito, al
pianterreno del lussuoso palazzo
Il libro firmato dalla scrittrice e psicanalista Claude Delay confidente di Coco, Lindau 2012 Collana Le comete. Sopra il titolo,
a sinistra, Gabrielle Bonheur Chanel in
un'immagine del 1928; a destra, Sagittario,
segno zodiacale ascendente di Coco.
al 31 di Rue Cambon, a Parigi.
Rispose, come sempre, una delle
segretarie: “Henri, sei tu?”,
esclamò, con la certezza di non
sbagliare, “Sì, sono io,
Jacqueline, volevo avvisarti che
Mademoiselle è appena uscita...”
Jacqueline ringraziò il concierge
dell’Hotel Ritz e si diresse a un
armadietto dal quale estrasse un
grande flacone, che recava la
celebre etichetta “Chanel n. 5”.
Nel momento in cui la porta
d’ingresso del palazzo si apriva
per lasciar entrare la sua
proprietaria, Jacqueline aveva
terminato di vaporizzare l’atrio e
la grande scalinata a specchi con
l’essenza preferita dalla sua
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creatrice. Come tutte le mattine,
solo l’ombra di un sorriso
comparve sul volto severo di
Gabrielle Chanel, che tutto il
mondo conosceva e ammirava
come ‘Coco’, un nomignolo che
le derivava da una canzone che
aveva eseguito spesso al tempo in
cui, giovanissima, si esibiva nei
café-chantant parigini per
arrotondare le magre entrate di
modista. Coco Chanel, la
Mademoiselle della moda per
antonomasia, era un’icona
vivente, protagonista di un
successo planetario nella haute
couture raggiunto a prezzo di
grandi sacrifici e duro lavoro.
La sua vita era stata difficile fin
dall’inizio, fin da quando, ancora
bambina, rimase orfana della
madre e il padre, un venditore
ambulante, decise di chiuderla in
orfanotrofio gestito da suore
assieme ai suoi quattro fratelli.
Gli anni trascorsi nell’istituto
religioso furono per lei
l’occasione di imparare i
rudimenti del cucito, mentre il
color nero degli abiti monacali e
le decorazioni degli ambienti
dell’orfanotrofio e della Chiesa
dove ogni mattina veniva
condotta per assistere alla Messa,
rappresentarono la fonte
d’ispirazione principale delle sue
prime creazioni come stilista.
Grazie alla sua creatività, alla sua
ferrea determinazione e al
sostegno, anche economico, di
alcuni degli uomini che
attraversarono la sua vita, Coco
Chanel seppe completare la sua
scalata che dall’orfanotrofio la
portò fino alla celebrità, alla
ricchezza e soprattutto a
trasformare il suo marchio in un
sinonimo di stile universale. Il
Il mondo di Coco Chanel, la vita della grande stilista raccontata dalla sua intima amica e
biografa ufficiale Edmonde Charles-Roux, Thames & Hudson 2005. A destra, tre abiti in
jersey creati da Coco Chanel, illustrazione pubblicata sulla rivista Les Elegances parisiennes
nel 1917. In alto, l'attrice Audrey Tautou nei panni di Coco Chanel nel film biografico
Coco avant Chanel diretto da Anne Fontaine nel 2009 (foto Warner Bros).
suo gusto infallibile, la sua
audacia nelle scelte e il suo
spirito ribelle le consentirono di
creare abiti, profumi, gioielli,
sempre connotati da un tocco
inconfondibile, un misto di
eleganza naturale, semplicità e
modernità che liberò le donne
dagli orpelli e le costrizioni
dell’alta moda precedentemente
in voga e le vestì di linee fluide
come quelle dell’intramontabile
tubino nero. “Prima di uscire,
guardati allo specchio e togli
qualcosa”, era la sua
imprescindibile regola, che
amava ripetere a chiunque le
chiedesse di esprimere un parere
sull’outfit più adatto da
indossare nelle diverse occasioni
d’uso senza apparire volgare. Il
‘troppo’, l’eccesso, non si
addicevano assolutamente a una
donna raffinata, meglio “lavorare
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Una sala della mostra dedicata a Coco Chanel allestita al’ArtScience Museum Marina Bay
Sands di Singapore dal titolo The Little Black Jacket, visitabile fino al 1° gennaio 2014.
A sinistra, Leone, segno zodiacale di nascita di Coco Chanel.
per sottrazione”.
I suoi abiti erano creati da
Chanel all’insegna della
comodità, il concetto di eleganza
per lei si sposava con il rigore
formale e l’essenzialità.
Introdusse l’uso di stoffe
morbide e versatili come il jersey
e di colori opachi e definiti come
il nero, che lei amava sopra ogni
altro e che svincolò dall’uso
restrittivo che fino ad allora se ne
era fatto, il bianco, il blu
orizzonte e alcune tonalità di
beige. Coco Chanel operò una
vera e propria rivoluzione nel
mondo della moda, lanciando
capi e accessori tuttora ritenuti
classici intramontabili, veri ‘must
have’: furono un trionfo il suo
celeberrimo tailleur con la
giacchina corta, indossato da
attrici e aristocratiche, la borsetta
2.55, dalla tracolla in metallo
ispirata alle catene portachiavi
dei custodi dell’orfanotrofio, il
profumo Chanel n. 5, il primo di
sintesi, che lei scelse e numerò
dopo aver scartato le prime
quattro essenze che le furono
proposte dal profumiere dello
Zar, cui aveva commissionato un
profumo che “sapesse di donna e
non di rosa”. Anche dal mondo
dell’abbigliamento e degli usi
maschili Chanel trasse
ispirazione: riuscì a far indossare
alle donne i pantaloni come capo
alternativo alla gonna e
introdusse la moda dei capelli
corti, ‘alla maschietta’, dopo
essere stata costretta a tagliare i
suoi, bruciati dalla fiamma di un
fornello.
La straordinaria parabola di
Coco Chanel fu guidata da un
carattere ottimista, ambizioso e
creativo, caratteristico dei nati,
come lei, con ascendente
Sagittario. Questi ultimi,
entusiasti e avventurosi per
natura, spesso fanno progetti
grandiosi, e li perseguono con
una convinzione che a volte
rischia di tradursi in delusione se
i risultati si dimostrano inferiori
alle attese. Non è però
certamente questo il caso di
mademoiselle Coco, che anzi
soleva dire: “non mi pento di
nulla nella mia vita, eccetto di
quello che non ho fatto”.
Anche quando nel 1954, dopo
una lunghissima pausa di
inattività, decise già
ultrasettantenne di riaprire la
Maison Chanel, nonostante le
perplessità iniziali e l’accoglienza
tiepida della stampa e della
clientela presenti alla prima
sfilata, che lei seguì di nascosto
seduta sulle scale del suo atelier,
alla fine il risultato fu sempre lo
stesso che aveva accompagnato il
suo lavoro prima della Seconda
Guerra Mondiale: un trionfo.
Coco Chanel morì nel sonno,
ottantasettenne, nella camera che
occupava da anni al Ritz di Place
Vendome assieme al suo adorato
cagnolino. Era domenica, l’unico
giorno della settimana che lei
non dedicava mai al suo lavoro.
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