inizio inserto - Pense e Maravee

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inizio inserto - Pense e Maravee
inserto speciale scuola>
il blog dei giovani del territorio di Gemona e dintorni
www.blogfuoridalcomune.it
D’Aronco
Magrini
Marchetti
Giugno 2015, 2a edizione.
Numero cartaceo annuale
realizzato con gli articoli degli
studenti degli Istituti Superiori
di Gemona del Friuli
inizio inserto
1. “Giovani e immigrazione: pareri e realtà a confronto”
Una videoinchiesta e una campagna Web per “vederci chiaro”…
Come redazione del Blog “Fuori dal Comune” quest’anno abbiamo
deciso di metterci alla prova partecipando al premio Terzani Scuola,
il concorso che ogni anno viene organizzato a Udine nell’ambito del festival “Vicino Lontano”.
Il concorso era incentrato sui diritti dell’uomo e il Blog si è adoperato
per creare un progetto multimediale che riguardasse il tema dell’immigrazione e che comprendesse una campagna web, un video, interviste e un questionario anonimo.
Quest’ultimo, composto da 9 domande e compilato da 250 studenti di
5° superiore del polo gemonese, ha avuto un duplice scopo. Da una
parte quello di indagare la percezione dei ragazzi su questo tema
così attuale e delicato e dall’altro dipanare alcuni dubbi e pregiudizi
che spesso la nostra società si porta appresso.
[…]
Osservando i dati - che
potete trovare integralmente nel sito del Blog
Fuori dal Comune -, la distorsione percettiva in
un’ampia fascia degli studenti è più che evidente
(ad esempio circa un
terzo degli studenti ritiene
che gli immigrati siano
più del 30% della popolazione italiana, quando in
realtà sono circa l’8% secondo i dati Istat del
2014).
La cosa già è di per sé
grave; se poi contiamo il
fatto che gli studenti inte-
ressati dal questionario sono studenti di quinta, maggiorenni, il quadro
peggiora.
Sembra infatti che la scuola, spesso, non sia capace di fornirci i mezzi
per far sì che possiamo avere una visione limpida o quantomeno
chiara sul fenomeno. Ovviamente molte delle cause di ciò sono
esterne, in primis quella comunicativa dei mass media. In questo
senso la campagna web del Blog ha cercato di invertire, per quanto
possibile, la tendenza: condivisa sui social, diffusa in rete, ha raggiunto più di 10.000 persone. Ancora poche (considerando le potenzialità del Web), ma comunque un piccolo passo avanti nell’intricato
tentativo di far luce su un fenomeno così complesso: non a caso l’hastag della campagna web è stato #vediamocichiaro.
Il lavoro dei ragazzi del Blog è stato premiato, e il concorso è stato
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vinto; ma, cosa più importante, è nata un’ulteriore occasione per riflettere in modo costruttivo sul tema dell’immigrazione.”
Michele Faleschini (redazione blog)
Uno dei problemi legati al fenomeno dell’immigrazione e del
quale non si parla molto, è la disinformazione a esso legata.
Un’ affermazione del genere può sembrare paradossale visto il massiccio bombardamento mediatico al quale ogni giorno siamo sottoposti, che però molto spesso- anzi, troppo spesso- fa arrivare alla gente
un’ immagine falsata e ben lontana dalla realtà dei fatti. Ed allora si arriva a pensare che in Italia sia in atto una sorta di invasione, mentre
gli immigrati non sono nemmeno 1/10 della popolazione totale (1/100
se si parla di immigrati clandestini); oppure che le casse dello stato si
stanno prosciugando per i costi dovuti alla gestione del fenomeno,
mentre in realtà le risorse impiegate non arrivano quasi al 2% delle risorse totali disponibili.
Certo, è vero che gli sbarchi e il numero di immigrati stanno aumen-
tando e che senza ombra di dubbio continueranno ad aumentare, ma
se vogliamo che quello dell’immigrazione non venga vissuto come un
problema insopperibile, come una continua “emergenza”, allora c’è
bisogno di agire anche in una nuova direzione…magari iniziando ad
abbandonare quei toni allarmistici che tanto sembrano piacere ai TG
e ai talk show pomeridiani e puntando ad informare la gente, dando
una visione reale ed obiettiva.
Questo è quello che noi del blog abbiamo cercato di fare: analizzare
un fenomeno come quello dell’immigrazione nel nostro Paese (e più
in particolare, nel nostro territorio) cercando di darne una visione il più
obiettiva possiblie. Abbiamo confrontato diversi punti di vista e varie
fonti, abbiamo fatto ricerche e noi stessi ci siamo resi conto alle volte
di quanto fossimo impreparati sull’ argomento o del fatto che la nostra visione non corrispondeva alla realtà; per questo è importante informarsi e non lasciarsi guidare da pregiudizi o luoghi comuni se si
vuole vederci chiaro.
Marianna di Centa (redazione blog)
(tutti i grafici del sondaggio e i video sono visibili su www.blogfuoridalcomune.it)
D’Aronco
2. Stage a Bray e Dublino
Da tre anni il nostro istituto organizza uno stage linguistico in un
paese di lingua inglese allo scopo di migliorare le nostre competenze
linguistiche e farci apprezzare la cultura anglosassone. Lo scorso
anno scolastico a fine maggio-inizio giugno siamo andate a Bray e Dublino: vi potevano partecipare le classi seconde, terze e quarte.
Per prendere parte a questo stage il consiglio di classe, assieme alle due
professoresse d’inglese accompagnatrici, richiedevano una media sufficiente in tutte le materie e un comportamento idoneo, responsabile.
Ogni giorno al mattino andavamo a scuola per migliorare il nostro inglese, infatti le lezioni erano in lingua inglese, e per conoscere la cultura irlandese. Al pomeriggio facevamo escursioni o visite guidate or-
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ganizzate dalla scuola o dalle prof. che ci hanno accompagnato. Tra
le escursioni migliori ricordiamo la visita guidata a Dublino in cui abbiamo visitato un famoso parco (St. Stephen’s Green) per poi arrivare
al Trinity College; abbiamo avuto anche un po’ di tempo per andare autonomamente con i nostri amici a fare shopping!! Ci è piaciuta molto,
poi, la cittadina di Dolkey, dove abbiamo visto le foche e camminato
sugli scogli. Sembravamo degli arrampicatori!
Un’occasione, poi, che ci ha dato la possibilità di (fatto) conoscere “muscoli” che non sapevamo di avere è stata la camminata che da Bray,
camminando sulla costa per sette chilometri, si arrivava a Greystones.
L’unica pecca è stata che ad alcuni ragazzi non è piaciuto il cibo irlandese ed erano un po’ trascurati dalla famiglia di cui erano ospiti. Altri, invece, non erano molto “pratici” con i bus e si sono persi più di una
volta…Ma i nostri eroi sono ritornati tutti sani e salvi!
Gli aspetti positivi del soggiorno sono stati molti, ad esempio gli irlandesi erano molto socievoli e comprensivi col “nostro inglese”. Le attività erano coinvolgenti e diverse ogni giorno. La cosa che ci è piaciuta
di più è che quasi tutte le sere andavamo in un pub. In una di queste
serate ci siamo cimentati nelle danze irlandesi con poco successo, ma
molto divertimento!
E’ un’esperienza che sicuramente rifaremmo e la consigliamo a chiunque,
soprattutto alle persone che, come noi, hanno difficoltà a socializzare.
Alla fine del viaggio eravamo tutti quanti, 19 persone, uniti come se fossimo una “piccola famiglia”.
Contessi Agnese, Gubiani Sara, Cittaro Federica (3 B SSS)
3. Effetto “serra”
Non ci sembrava vero!!! Dopo un anno di attesa...il nostro gruppo teatrale è riuscito ad arrivare alla Rassegna nazionale di Teatro della Scuola a Serra San Quirico (Ancona). Eh già, un anno è passato da quella famosa “segnalazione” che ci ha fatto sperare di raggiungere quel
traguardo.
L’anno scorso alla Rassegna regionale di teatro della scuola di Cervignano del Friuli ci
avevano premiato con
una “segnalazione”,
appunto, per la rassegna nazionale che, in
parole povere, significava poter trascorrere
quattro giorni a Serra
San Quirico dedicandoci al cento per
cento ad una serie di
attività teatrali e laboratoriali.
Ci abbiamo messo
davvero impegno e fatica: avevamo bisogno di fondi per poter andare
in quella terra che ci avevano detto “rappresenta una cosa unica”. E
così è stato...il gruppo teatrale del “D’Aronco” dal 27 al 30 aprile ha potuto vivere un’esperienza davvero emozionante ed unica: quattro
giorni di laboratori e di attività con operatori provenienti da tutta Italia
che ci hanno fatto scoprire ed apprezzare l’esperienza di interagire con
ragazzi di scuole di altre regioni. Non si percepiva alcuna differenza tra
di noi: liceo, istituto professionale o istituto tecnico: eravamo tutti insieme a discutere, condividere emozioni e sensazioni, costruire rappresentazioni soltanto in alcune ore di “prove”, ma..... che esperienza!
Abbiamo conosciuto il gruppo del liceo classico di Albano laziale, con
cui abbiamo legato in modo particolare. E’ stato bello sostenerli durante
la loro rappresentazione e leggere i loro commenti al nostro spettacolo.
Siamo arrivati a costruire il gruppo di “Gemona laziale”. Tutto ciò ha
rappresentato per noi un’occasione di scambio, di arricchimento
enorme, un’opportunità per condividere tutta quella spontaneità che ci
caratterizza... Sono stati quattro giorni intensissimi (e anche faticosi)
ma che ci hanno lasciato un ricordo speciale e....anche una segnalazione particolare per l’edizione del prossimo anno: “In una giostra continua di momenti scenici e trovate drammaturgiche riconosciamo un efficace gruppo eterogeneo e vitale che, mettendosi sempre in gioco,
rivela una compattezza e una visione della relazione vissuta con semplicità e onestà”. EVVAI.... Serra....speriamo di rivederci il prossimo
anno!!!
alcuni ragazzi del gruppo teatrale del “D’Aronco”
4. “Cambiare mentalità per salvare vite”
Se c’è una cosa di cui
ci si può sempre fidare, sono i numeri.
Questi numeri rivelano che le patologie
legate al cuore sono
la prima causa di
morte in Italia e rivelano che ogni due
giorni, vi è un decesso
causato da un infarto.
Facile arrivare alla
conclusione che, in un
solo anno, il numero
di morti determinato
dal malfunzionamento del cuore, è davvero considerevole.
Un’altra fra le principali cause di morte è il soffocamento infantile, le
stesse notizie di cronaca hanno messo in luce come questo problema, soprattutto nella prima fascia d’età (ovvero quella compresa tra
gli 0 e i 4 anni), provochi più di 50 decessi l’anno solo nel nostro paese.
La Croce Rossa Italiana, tuttavia, afferma che più della metà di queste morti, possono essere facilmente evitate, se vicino alla persona in
questione, si trovi qualcuno che sappia come agire; per questo da anni
questa associazione lotta per la maggior diffusione possibile delle tecniche di primo soccorso.
È da tempo, infatti, che i volontari della C.R.I programmano incontri
nelle scuole e nelle piazze per poi, un domani, avere delle persone preparate che potenzialmente possono salvare delle vite. Ma un semplice
incontro, basta a preparare efficacemente una persona che sappia procedere in casi di urgenza?
Il 19 dicembre 2014, gli studenti dell’istituto “D’Aronco” hanno avuto la
possibilità e la fortuna di assistere ad una di queste conferenze. Gli allievi hanno partecipato ad un discorso meticoloso che si è concentrato
principalmente sulla rianimazione cardiaca, appunto per i casi di infarto, e sulla manovra di Heimlich, per i casi di ostruzioni delle vie aeree. Incontro che, con il supporto di una presentazione a slide, dei manichini su cui osservare direttamente le manovre d’azione e domande
dirette agli allievi, ha riscontrato un buon interesse.
Incontri come questi, però, difficilmente possono produrre un risultato
tangibile nei grandi numeri nazionali. Per poter diminuire realmente il
numero di decessi che ogni anno avvengono, forse dovrebbero esserci dei veri e propri corsi obbligatori, inseriti in un percorso scolastico e/o lavorativo che consentano di avere la sicurezza di sapere salvare delle vite umane, tema sicuramente delicato, ma altresì
importante.
Massimiliano Gaio (4 A INF.)
5. Basta tagli!
Questo può essere letto come
uno “sfogo” di uno studente a
cui interessa l’indirizzo di studi
scelto e che vorrebbe passare
più tempo possibile nelle officine del proprio istituto.
La parte “pratica” legata alle
materie è molto importante negli
istituti professionali, perché
come dice il nome stesso preparano gli studenti a una “professione” nel futuro.
Fare ciò non significa “togliere
ore” dalle materie di formazione
d’obbligo (scientifiche e letterarie), ma arricchire le ore passate nei laboratori perché aiutano gli studenti, anche a livello visivo e “concreto”, a capire con chiarezza qual
è l’ argomento trattato nelle lezioni in tutte le sue sfaccettature.
Queste sono “richieste” che noi ragazzi abbiamo di continuo portato
avanti, con esiti negativi.
Questo è l’appello di molti studenti che studiano presso gli istituti professionali, penalizzati ultimamente dalla riduzione del numero delle ore
di officina.
Già da qualche tempo si nota, purtroppo, che le risorse per i laboratori sono stati dimezzati, e che in molti istituti vengono stretti degli accordi con le aziende produttrici dei materiali (con cui devono essere poi
realizzati gli “elaborati”), per raccogliere donazioni sufficienti per garantire come minimo lo svolgimento delle attività essenziali nei laboratori pratici.
Questo taglio porterà in breve tempo alla chiusura di molti istituti tecnici e professionali, come è successo negli ultimi tempi, restringendo
così la scelta per quegli studenti che fra qualche anno si troveranno a
dover scegliere il percorso che occuperà la gran parte della loro vita.
Zuccolo Simone 3B TER
La risposta della scuola:
Dello stesso avviso sono anche i docenti di tali discipline professionalizzanti “pratiche” che si sono visti sottrarre ore preziose di parte pratica in officina dalla generale ristrutturazione dei quadri orari degli indirizzi dei corsi professionali. Ciò dimostra una scarsa attenzione alle
effettive esigenze degli studenti che si vedono privati dell’occasione di
poter migliorare le loro competenze “pratiche” sul campo e, quindi, di
affacciarsi in modo adeguato al mondo del lavoro. A tale mancanza
“calata dall’alto”, l’istituto “D’Aronco”, però, ha fatto fronte con una organizzazione interna molto attenta e capillare, aumentando di fatto il
numero di ore dedicate alle “officine” nei primi tre anni di corso (dalle
previste 3 a 5) e offrendo la possibilità di cimentarsi in un periodo di
stage di alternanza scuola-lavoro anche agli allievi della classe seconda, puntando sul potenziamento delle loro competenze fin da su-
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bito. Tutte le componenti della scuola sono, quindi, d’accordo sulla effettiva necessità di garantire il più possibile agli allievi che scelgono un
indirizzo professionale la possibilità di potersi sperimentare sul campo
e di far procedere l’aspetto teorico, fondamentale, in modo parallelo
a quello pratico, altrettanto indispensabile.
6. Laboratorio di Scenografia
Noi ragazzi di seconda e terza grafici dell’I.S.I.S. “D’Aronco”, insieme
ad alcuni compagni di altre sezioni della stessa scuola, ci siamo trovati durante alcuni pomeriggi del mese di aprile nell’aula riservata ai
“retroscena” dell’auditorium e, con il prezioso aiuto dei nostri insegnanti
(D. Amoroso, V. Biasizzo, I. Menis), abbiamo progettato e realizzato
la scenografia per il gruppo teatrale Mad “Minacciosi anche dormendo” dell’I.S.I.S. “Magrini – Marchetti di Gemona. Questo è stato
possibile grazie ad un accordo tra i due istituti.
Tra ritagli di cartone, assemblaggi, disegni e pennellate ci siamo molto
divertiti a dare forma a uno stravagante borgo ucraino, con case
sghembe e un’originale cattedrale, il tutto arricchito da finestre stilizzate e porte asimmetriche. Semplicemente utilizzando pochi materiali,
come scatoloni da imballaggio, taglierini, matite, pennelli e colori a tem-
pera, siamo riusciti ad
ottenere un buon risultato, anche grazie ai
suggerimenti e alle
tecniche che ci hanno
insegnato i nostri professori. Siamo stati
contenti di aver partecipato a questa iniziativa ed è stata per tutti
noi
un’esperienza
molto bella che oltre a
farci passare dei piacevoli momenti, ci ha
insegnato a lavorare insieme ed in sintonia, aiutandoci a vicenda per raggiungere un obiettivo. La gioia più grande, poi, è
stata vedere i nostri lavori apprezzati dai destinatari ed utilizzati
come scenografia del loro bello spettacolo Fools, svoltosi il
giorno 28 aprile al teatro Palamostre di Udine.
Lucia Sancandi (3 A GRA)
Magrini - Marchetti
7. Se la volontà di imparare non basta.
L’Italia è un colabrodo: Leopardi ci insegna
a tappare i buchi, con lo studio.
Sono sempre di meno, in
Italia, gli “eroi” che osano iscriversi ad un’università; 70.000 in meno
rispetto a 15 anni fa, circa il 15% degli Italiani
adulti, mentre, nei paesi
OCSE, la percentuale è
più che raddoppiata.
Complice la crisi, la voglia di studiare decresce
inesorabilmente. Sarebbe però il caso che proprio chi ritiene l’università un inutile spreco di
tempo e di denaro, chi
preferisce un lavoro qualunque ‘oggi’ -a trovarlo!a un’occupazione ambita ma incerta ‘domani’,
chi quindi crede che il
tempo dello studio e degli atenei sia finito, torni
a studiare.
Una tappa obbligatoria
per i “nemici dello studio” è Leopardi, che proprio su questo tema ci
dà una lezione importante oltre che attuale:
“solo chi sia dottissimo è
atto ad accrescere e
condurre innanzi il sapere umano”, scriveva nell’operetta morale Dialogo di Tristano e un
amico. Che cosa c’entri questa frase con la poca voglia di studiare dei
giovani italiani di oggi, è presto detto. Questa crisi economica e quella
–ben più lunga- culturale, hanno instillato la convinzione che impegnarsi a fondo e mirare alto sia inutile. Noi, figli della crescita, nel momento della crisi abbiamo sviluppato un rifiuto per ogni idea “astratta”,
come quelle di conoscenza e moralità, per abbracciare tutto ciò che
ci appare più “concreto”, un lavoro qualunque, appunto, ma anche uno
smartphone, un paio di scarpe… Complice la nostra paura del futuro,
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abbiamo abbassato gli occhi dall’orizzonte, per osservare solo quello
che ci sta attorno e che ci serve ora. La svalutazione dello studio, impegno a lungo termine, visto come antico e inutile, diviene inevitabile.
Ma così si perdono laureati, scienziati, studiosi; la nostra società è un
recipiente forato, nel quale il sapere e la cultura sgocciolano pian piano
da ogni foro, provocato a sua volta da ogni cervello che se ne va, da
ogni ragazzo che lascia la scuola, che non prova a continuare, che non
si mette in gioco.
Come cominciare a riempire di nuovo questo recipiente, contenente il
seme del progresso, la cultura e la conoscenza di una nazione, ce lo
spiega appunto Leopardi: senza uomini “dottissimi”, senza qualcuno
che con lo studio approfondito possa guardare avanti, il progresso non
c’è. Solo chi è più dotto può “condurre innanzi il sapere umano”.
C’è chi potrebbe obiettare che la nostra è una società veloce, dove
grazie a internet il sapere è alla portata di tutti, e che con un click si
può accedere ad infinite informazioni; il sapere oggi è “sociale”, tutti sanno di più rispetto al passato, anche senza grande studio. Il lungimirante poeta aveva previsto però anche questa obiezione: le conoscenze,
scrive Leopardi, “non sono come le ricchezze, che si dividono e si adunano […]” perché “dove tutti sanno poco, si sa poco”. Sapere superficiale, informazioni non approfondite (tipiche dell’era di internet appunto)
non bastano a salvarci dalla crisi. La conoscenza “non si sparpaglia”
su tutta la popolazione, come possono fare invece le ricchezze.
Impegnarsi e osare sono le parole chiave.
Noi italiani in particolare dovremmo capire la lezione di Leopardi: un recente studio, condotto dall’Ipsos, ha stilato una classifica dei paese con
la popolazione più ignorante –che ignora ciò che accade nel proprio paese e nel mondo-. Guarda caso la medaglia d’oro spetta a noi: non solo
il sapere profondo ma anche quello superficiale sembrano assottigliarsi sempre di più. E il discorso è estendibile anche alla classe politica, la
cui preparazione culturale non è paragonabile a quella di 50 anni fa.
Certo, è vero che oggi lo studio non è agevolato dalle condizioni economiche, nonostante i mezzi sempre più efficaci. Anche per questo,
però, la parola d’ordine è osare. Ed agevolare l’apprendimento e le doti
dei giovani deve essere l’imperativo di ogni governo che miri a far crescere la nazione e far progredire la società. In tal senso non siamo di
sicuro andati nella direzione giusta, visti i continui tagli dei fondi destinati all’istruzione e alla cultura (a cui oggi sono destinati l’1% del Pil,
ultimi, anche in questo, in Europa).
Certo, c’è chi ritiene che la sicurezza e la difesa siano più importanti,
che costruire nuove autostrade e fantomatici ponti giovi di più alla società, o che la priorità siano le leggi elettorali. I punti di vista possono
essere molteplici, ma i dati sulle competenze e le conoscenze degli Italiani parlano chiaro. E chi continua a pensarla così, dovrebbe tornare
a studiare. Magari Leopardi gli aprirà gli occhi.
Michele Faleschini 5A
8. Firenze, Milano...e Stoccolma!
Il “progetto Scluses” ha fatto strada
Vi ricordate il progetto Scluses? Ne avevamo parlato
già nell’inserto dell’anno
scorso: si tratta di un progetto scientifico che nell’anno scolastico 2013-2014
ha coinvolto le classi 5ACat
e 3A dell’istituo Magrini Marchetti con l’obiettivo di analizzare dal punto di vista topografico, chimico e biologico il bacino degli Sclusès, un piccolo lago artificiale situato tra Campolessi di Gemona
e Artegna. [maggiori dettagli sul blog]
Tutto l’impegno dimostrato è stato alla fine ripagato dai risultati raggiunti
quest’anno: l’analisi topografica effettuata dalla classe 5ACat è stata
premiata a Firenze con il secondo posto al concorso nazionale MIURSIFET, portando così alla scuola un premio in denaro e alcuni strumenti
professionali, mentre lo studio ambientale ha permesso a tre ragazzi
dell’indirizzo liceale di andare al concorso “I Giovani e le Scienze”, a
Milano, e di vincere la partecipazione a Stoccolma al Junior Water Prize, manifestazione internazionale riguardo all’acqua e i giovani, nella
quale i tre studenti liceali di Gemona rappresenteranno l’Italia.
In queste occasioni gli studenti hanno suggerito diversi interventi per
il recupero e la valorizzazione dell’area.
Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno dei professori Elisa
Contessi e Pierangelo Cragnolini, entrambi animati da un profondo
amore verso la natura e sempre disponibili ad aiutare noi studenti durante questo meraviglioso progetto.
Alessandro Pecile (3A liceo scientifico)
9. Alternanza scuola lavoro
Di seguito riportiamo due riflessioni sull’ argomento “
alternanza scuola lavoro” di
due studentesse
della
scuola superiore Marchetti
di Gemona del Friuli.
“L’alternanza scuola lavoro
è una opportunità che la nostra scuola mette a disposizione dei propri alunni per
iniziare un “percorso di formazione” nel mondo del lavoro. Tutti gli studenti affermano che questa è un’esperienza positiva e molto utile per osservare
e cercare di capire esercitare la pratica che sarà poi indispensabile per
un futuro lavoro”.[…] “Il Marchetti ha sempre contattato aziende ed enti
disposti ad aiutare i giovani e pronti a insegnare, anche solo per un
breve periodo (un mese), i trucchi del mestiere”. […] “Il mondo lavorativo è sempre una grande incognita, con grandi aspettative per un
giovane che esce dalla scuola superiore e lo stage è una finestra che
aiuta a guardare le varie strade che in un futuro potremmo percorrere.
Pertanto lo considero un metodo formativo ed orientativo che risponde
ai bisogni degli alunni”. Federica Londero 5^A rim
“Dopo 17 anni di attesa, allo scoccare della maggiore eta si é chiamati
ad entrare nel mondo degli adulti. Quale modo migliore per capire i doveri del nostro futuro, se non un’esperienza di lavoro? L’alternanza
scuola-lavoro é il connubio perfetto per noi studenti – ancora insicuri
ed inesperti – per l’introduzione in un ambiente lavorativo coerente
con il percorso di studi svolti sin a quel momento. Un’esperienza che
svela come realmente avviene cio che abbiamo sempre immaginato
seduti e magari annoiati fra i banchi di scuola”. […]“ I professori – che
dopo quattro anni di convivenza, conoscono i nostri punti di forza e di
debolezze - hanno saputo collocarci negli impieghi piu adatti a noi.
Sono riusciti a trovare un’esperienza per ciascuno di noi nelle aziende
del territorio, valorizzando le risorse e i servizi che tutti i giorni fanno
parte della nostra vita”. […]“Ognuno si é sentito fiero di aver partecipato, di aver affrontato una nuova sfida e portato a termine questo impegno. E che ti piaccia il mestiere, che tu lo odi o che tu sia
semplicemente confuso, è senz’altro un’utile chiave per entrare nel
regno dei “grandi”.
Margherita Costantini 5^A rim
10. Progetto shoah
Anche quest’anno gli studenti del Magrini Marchetti hanno partecipato,
insieme agli allievi delle scuole medie di Gemona e Artegna all’annuale iniziativa “I ragazzi ricordano la Shoah”, che si è tenuta venerdì
27 febbraio al teatro “Lavaroni” di Artegna.
[…] in questa edizione abbiamo approfondito la questione dei campi
di concentramento italiani, in particolare quelli presenti nel nostro territorio, un passato sconosciuto a gran parte della popolazione del
Friuli. I testi erano relativi all’internamento della popolazione slava, da
parte del regime fascista, nel campo di concentramento di Rab-Arbe,
in Croazia, e quello di Gonars, nella nostra regione.
Abbiamo voluto far parlare soprattutto i bambini: attraverso le testimonianze dei più piccoli si percepisce con maggiore drammaticità
come nei campi di concentramento italiani, dove vennero internati circa
100.000 civili jugoslavi, le condizioni fossero disperate[…]
Una volta saliti sul palco, ognuno di noi ha cercato di trasmettere a una
platea molto numerosa le emozioni provate nel raccontare una storia
così atroce, carica di sofferenza e disumanità, che riguarda tutti. Nel
corso della serata abbiamo condiviso il palco con gli studenti delle
Scuole Medie, i quali hanno mostrato come il regime fascista utilizzasse anche i testi scolastici per trasmettere idee razziste.
Questa esperienza, oltre a offrirci il piacere di trascorrere del tempo e
confrontarci con studenti di altre classi del nostro Istituto, ci ha permesso di conoscere un frammento di storia che, purtroppo, ignoravamo. Una storia che è necessario raccontare per non dimenticare.
Chiara De Colle e Eleonora Driussi, 3D Liceo Scienze Applicate
(articolo completo sul blog)
11. Relazione serata
sulla Costituzione
Il 30 marzo 2015 al teatro sociale di Gemona le classi quarte dell’Istituto Magrini-Marchetti e dell’ISIS D’Aronco hanno preso parte alla serata dedicata alla Costituzione italiana, durante la quale tutti gli studenti
prossimi alla maggiore età hanno ricevuto dai sindaci una copia della
Costituzione italiana.
In questa occasione la classe 4B del liceo scientifico ha presentato un
elaborato sul tema della guerra “Conflitti e paci nel passato e nel presente”. Sono stati approfonditi tre differenti conflitti e per ognuno di essi
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>
si è cercato di capire come si
è arrivati alla pace e se questa sia stata effettiva e non
solo apparente.
Il primo caso analizzato ha riguardato il conflitto nord irlandese, conclusosi il venerdì Santo del 10 aprile
1998, il cui epilogo rappresenta nella storia una rara
eccezione di pace conclusa e duratura nel tempo. […]
Il secondo caso preso in esame ha riguardato la complicata questione dei Balcani, dove le tendenze indipendentiste delle varie etnie,
unite -come sostenne anche il giornalista Paolo Rumiz- agli interessi
delle grandi potenze estere, hanno provocato un conflitto tra i più sanguinosi del ventesimo secolo. L’intervento esterno di una coalizione internazionale sotto l’egida dell’ONU, ha ignorato totalmente le istanze
delle popolazioni locali e il conflitto si è concluso con la pace di Dayton del 1995, che però non ha superato le tensioni interne agli stati.
[..]
Infine la seconda guerra del Golfo, meglio nota come guerra d’Iraq, costituisce l’esempio di guerra più vicina a noi. A seguito dell’11 settembre 2001 le potenze occidentali, Stati Uniti in primis, hanno deciso di
intraprendere una guerra al terrorismo internazionale che faceva capo
a Osama Bin Laden. Nel 2003 una coalizione internazionale, senza il
mandato dell’Onu, ha deciso di invadere l’Iraq nel tentativo di liberare
la popolazione dalla dittatura di Saddam Hussein e toglierla da uno
stato di povertà, fame e privazione di diritti. In realtà il lungo conflitto,
conclusosi ufficialmente nel 2011, ha provocato circa 150 mila morti,
ha aggravato la situazione sociale e ha alimentato nella popolazione
locale un sentimento antioccidentale.
La risoluzione dei conflitti, ad eccezione di quello nordirlandese, è
stata affidata ad organismi internazionali quali ONU e NATO; ma in
entrambi i casi la soluzione trovata ha agito da palliativo senza curare
effettivamente le tensioni. A questo punto ci si è chiesti quale sia la
via giusta per arrivare alla pace. La risposta che ci siamo dati è che la
via da percorrere è quella del COMPROMESSO tra le parti coinvolte,
che rispetti i valori di ognuno; è necessario che tutti i contendenti rinuncino alla presunzione di voler difendere valori ritenuti assoluti o
superiori rispetto all’altro. In definitiva la pace deve provenire irrinunciabilmente dal basso, deve coinvolgere il popolo, che a seguito di
un’attenta educazione, deve diventare consapevole dell’inutilità di un
conflitto armato.
Christian Domini 4^B liceo scientifico
12. “… tuta la terra fo in gran spavento…”
Lezione spettacolo sul terremoto del 1511
in Friuli tra cronaca, storia e altre scienze
Parlando di terremoti in Friuli, l’evento che viene subito alla mente è
senz’altro la catastrofe del 1976: quasi tutti ignorano che altri sismi, di
simile intensità, hanno colpito la nostra regione; tra questi, il più importante è quello del 1511.
Nemmeno noi studenti dell’Isis Magrini-Marchetti ne avevamo mai sentito parlare prima dello scorso novembre, quando ci è giunta la proposta assai ambiziosa da parte dei nostri insegnanti: realizzare una lezione spettacolo che raccontasse questo avvenimento.
Ma cosa intendiamo per lezione spettacolo?
E’ una formula sperimentata dal liceo già lo scorso anno con il progetto
“Con gli occhi di Galileo”, per avvicinare concretamente gli studenti
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delle scuole medie ad alcune delle discipline insegnate negli indirizzi
di studio superiori.
La preparazione dell’evento si è articolata in modo da trattare il tema
scelto sotto molteplici punti di vista: storico-culturale, sismologico,
geologico e della costruzione edilizia. Il primo ambito ha coinvolto in
particolare la nostra classe, la 3^A del liceo scientifico, che ha preso
in considerazione le fonti storiche - documenti notarili e cronache dell’epoca - per narrare i fatti, partendo dalla situazione politica dell’epoca a Udine e in Friuli fino agli interventi di ricostruzione dopo la
rovinosa scossa, ma anche autori latini e medievali, per analizzare
quali spiegazioni del terremoto venissero date all’epoca e nell’antichità
ai fenomeni naturali: abbiamo quindi lavorato su testi di Lucrezio, Seneca, Dante, Isidoro di Siviglia, Pietro Bembo e altri autori meno noti,
analizzando anche alcuni aspetti linguistici del latino e dei volgari
usati nella nostra penisola in quel periodo, come indica anche il titolo
della lezione spettacolo, “…tuta la tera fo in gran spavento…”.
La parte dedicata agli aspetti geologici, affidata a studenti delle
classi 2ACat, 4ACat, 4Bls e 5AGeo, prevedeva la presentazione
delle teorie di Alfred Wegener e dei sistemi di misura della pericolosità
di un sisma (scala Richter e Mercalli). Infine due ragazzi della 4geo
hanno studiato le norme edilizie che riguardano la costruzione antisismica, sollevando il fondamentale problema della prevenzione.
Come si può notare dalla provenienza degli studenti che
hanno preso parte alla realizzazione della lezione spettacolo, il
progetto ha avuto anche l’obiettivo di consolidare una collaborazione tra i due ex-istituti Magrini e Marchetti che -come è
noto- da quest’anno formano un
unico nucleo scolastico.
Prima dell’ apertura del ciclo di
lezioni “Spiegato (d)ai ragazzi”
rivolte agli studenti di terza media per orientarli nella scelta degli studi superiori, ci siamo riuniti per più pomeriggi per definire la “sceneggiatura”, integrare le varie parti del lavoro e prendere confidenza
col palco. Siamo rimasti molto soddisfatti e contenti dell’esperienza,
come lo sono stati i nostri professori, che hanno ben pensato, visti gli
apprezzamenti ricevuti, di realizzare una “tournée” nelle scuole medie
del territorio; così nei mesi successivi la lezione-spettacolo è stata proposta ai ragazzi di Gemona, Buja, Tarcento, Tricesimo e Majano, riscuotendo sempre molto successo tra il giovane pubblico.
Arianna Gurisatti, Alessandro Pecile, Stefano Siega
(3^A liceo scientifico)
13. Fred’s at School
Quest’anno noi studenti della 3^A liceo scientifico
dell’ISIS Magrini-Marchetti abbiamo partecipato all’interessante progetto “Fred At School”, un percorso di alfabetizzazione cinematografica che
coinvolgeva 8 diverse nazioni europee attraverso
la web radio Fred Film Radio. L’attività a cui i professori Paolo Marsich e Sandra Muzzolini ci hanno incentivato a prendere parte, nella prima fase
ci ha visti coinvolti in alcune lezioni introduttive sul linguaggio e sulle
tecniche cinematografici, dai metodi di ripresa al doppiaggio. Abbiamo
inoltre compilato un questionario preliminare che doveva testare le nostre abitudini nella fruizione di film e le nostre conoscenze di base. Il
materiale didattico proposto ci veniva fornito direttamente online sul sito
fred.fm sotto forma di podcast di una durata di pochi minuti; negli incontri a scuola la prof. ssa Muzzolini ci ha fornito delle integrazioni,
mostrandoci spezzoni di cult del grande schermo come Psycho, La finestra sul cortile, Shining e 2001 Odisseanello spazio rispettivamente diretti dai grandi registi Alfred Hitchcock e Stanley Kubrick, per comprendere meglio il linguaggio del cinema.
La seconda parte del progetto è consistita nella visione di un quattro
film europei, uno ogni tre settimane, in lingua originale sottotitolati, affinché non venissimo influenzati dal doppiaggio italiano e cogliessimo
ogni sfumatura della recitazione; immediatamente dopo la visione del
film dovevamo compilare un questionario di gradimento e comprensione, quindi ascoltavamo dal sito della radio una clip audio con al-
cune informazioni generali sul film e sul regista; a quel punto procedevamo a una discussione sul film, dalle tematiche proposte, ai personaggi e la recitazione, allo stile con cui è stato realizzato. Alla fine
le nostre considerazioni venivano ogni volta registrate in due clip audio, una in italiano e una in lingua inglese, che poi mandavamo al coordinamento europeo del progetto e venivano programmate in forma
di podcast sui canali nazionale e internazionale della radio. Tutte le
scuole europee partecipanti al progetto hanno fatto lo stesso, producendo le proprie clip audio per la radio.
I film del progetto trattano problematiche che hanno coinvolto gli stati
europei negli ultimi anni, come la crisi economica e l’immigrazione. Il
primo lungometraggio che abbiamo visto è stato Illegal, diretto da Oliver Masset-Depasse, del 2010: racconta la storia di una donna russa,
Tanja e di suo figlio, immigrati illegalmente. Il secondo film è stato il
greco Akadimia Platonos di Filipos Tsitos (2009), che narra la storia di
Stavros, un quarantenne negoziante di Atene, che improvvisamente
scopre di avere delle origini diverse da quelle per cui andava fiero; questo film affronta in vena comica e ironica questioni come gli stereotipi
e la crisi della Grecia. Eat Sleep Die di Gabriela Pichler (2012) è il
terzo film propostoci che racconta con cupo realismo la dura vita di
Rasa, un’immigrata norvegese di origini montenegrine che vive in
Svezia. L’ultimo lungometraggio del progetto è stato l’italiano Io Sono
Li, diretto da Andrea Segre, del 2011: racconta l’amicizia tra un’immigrata cinese e un pescatore di origini iugoslave, tra razzismo e stereotipi della gente di Chioggia, dove la vicenda è ambientata, e lo sfruttamento da parte della mafia che gestisce gli immigrati asiatici.
Tutto questo lavoro assai impegnativo ci ha occupato anche i pomeriggi, ma ci ha permesso di discutere questioni importanti e di conoscere paesi che sono vicini a noi. E’ stato inoltre interessante condividere con i nostri coetanei europei la medesima esperienza. Ci è
dispiaciuto il fatto che ad un progetto talmente innovativo abbia partecipato solamente la nostra classe e speriamo che i prossimi anni ci
siano più studenti interessati. Consigliamo quindi agli appassionati di
film di andare sul sito della radio Fred.fm e di ascoltare nella pagina
di Fred At School i sia i nostri podcast sia quelli dei programmi nazionali e internazionali, magari dopo la visione di questi film.
Enrico Stroili e Leonardo Cignini 3^ A liceo scientifico
14. Peer to Peer: friends, relax and fun
(articolo inter-istituto)
Noi, studenti di diverse scuole superiori Gemonesi, ci siamo incontrati
mensilmente durante il corso degli ultimi due anni per creare un
gruppo di peer educators, il cui obiettivo finale è l’integrazione e la condivisione tra ragazzi.
In questo periodo abbiamo svolto svariate attività conoscitive, relazionali e di rilassamento, tramite le quali abbiamo potuto esprimere le
nostre emozioni e opinioni, mettendoci in gioco.
Un gruppo di formatori ci hanno accompagnato in questo percorso
promuovendo comportamenti e atteggiamenti positivi volti a migliorare il benessere e stimolare processi di auto organizzazione.
Alcune nostre opinioni: “È stata un’esperienza veramente interessante perchè abbiamo potuto mettere a confronto diverse personalità
e realtà che sembravano, a prima vista, distanti”.- “È stato molto importante interagire con altre persone e scoprire nuove linee di pensiero”. - “Attività coinvolgente e utile per conoscere se stessi e relazionarsi con persone nuove”.
Come gruppo Peer abbiamo pensato ad alcune iniziative musicali, artistiche e sportive finalizzate allo star bene a scuola e all’unione tra ISIS
D’Aronco e ISIS Magrini Marchetti, proponendo laboratori espressivi
e creativi, tornei individuali e giochi di squadra. Stiamo quindi aspettando l’approvazione dei dirigenti delle rispettive scuole e ci stiamo impegnando per portare avanti le nostre idee, anche se l’anno scolastico
si sta concludendo.
La speranza del nostro gruppo è che questa unione possa concretizzarsi a partire da settembre anche con nuovi membri, nuovi spunti,
nuove idee e collaborazioni!
per e a cura del gruppo Peer to Peer
Elisa D.C, Elisabeth R, Giulia Z, Jessica G, Tatiana R.
15. M.A.D.
Non un nome, una famiglia
Che cos’è? M.A.D. non è solo un nome. Non è certo un mero laboratorio teatrale, e nemmeno una banale attività pomeridiana. M.A.D. è
passione, è pura libertà d’esser se stessi nella malia dello spettacolo,
nel magico gioco delle parti: M.A.D. siamo noi, i Minacciosi Anche Dormendo, 25 ragazzi, ammettiamolo, un po’ fuori di testa, dell’ISIS Magrini-Marchetti, che sotto la regia dell’attore Michele Zamparini in un
anno sono riusciti a portare sul palco un caposaldo della commedia
contemporanea, Fools di Neil Simon, usando lo scritto originale come
ossatura di un’opera di revisione e aggiunte che ha spinto al massimo
la nostra creatività, al fine di creare quella che alla fine è risultata una
creatura completamente nostra, un corpus unico nel quale ognuno ha
riversato parte di sé. “Scemi” infatti narrerebbe le vicessitudini di un
giovane insegnante che, finito in uno sperduto villaggio ucraino maledetto dalla stupidità, tenta in nome dell’amore di spezzare l’incanto, ma
tutti noi abbiamo cercato di rendere più evidente il messaggio intrinseco, questa critica all’ignoranza preimposta. La compagnia ha inoltre partecipato al Palio Teatrale Studentesco di Udine, ricevendo un’ottima critica e un apprezzamento complessivo della tournee friulana.
M.A.D. per me, e per tutti noi, è una famiglia allargata, un gruppo che
nel teatro ha trovato espressione e amicizia. Perché in fondo non è
l’opera in sé che crea lo spettacolo, ma l’amore che siamo capaci di
riversarci dentro.
Luka Filipovich (redazione blog)
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16. “Lo sbarco in Italia mi ha fatto rinascere”
[…] Erano tra di noi, assieme, a condividere, ascoltare, aprire mente
e cuore. I sorrisi erano contagiosi. Veder brillare i denti bianchi di chi,
nonostante abbia perso tutto, ha vinto la battaglia più importante:
quella della vita.
Guardavamo la scintilla negli occhi di coetanei che hanno affrontato
attraversate nel deserto, otto giorni senza cibo né acqua, hanno visto
guerra e morte. Eppure nello sguardo di quei giovani uomini risplende
la gioia di chi è stato spezzato da un sistema, una famiglia, una società
a cui non sentiva di appartenere, ma da cui si è allontanato per trovare
la salvezza, la luce.
Due ore in cui quattro eroi hanno deciso spontaneamente di condividere i momenti più dolorosi della loro esistenza, facendo crescere un
pubblico variegato che, nella propria piccolezza, mai avrebbe pensato
di apprezzare elementi della propria vita considerati scontati, quali la
pace e la salute.
Sconcertante e al tempo stesso estremamente commovente. Racconti
che fanno mancare il respiro.
Non sono mancati gli attimi di difficoltà, esporsi così a nudo ha mostrato tutta la sensibilità e la sofferenza provata. Cicatrici invisibili, ferite ancora aperte, tagli da rimarginare. La ricerca di un equilibrio in-
Ringraziamo tutti gli studenti che hanno contribuito con i loro
articoli e riflessioni. Ci scusiamo per gli articoli che non abbiamo potuto pubblicare integralmente per motivi tecnici: gli articoli sono presenti in forma completa sul sito www.blogfuoridalcomune.it
La Redazione
Si ringraziano inoltre le dirigenze degli Istituti Superiori di Gemona per il supporto nella comunicazione e nell’utilizzo degl
spazi scolastici e l’Associazione Pense e Maravee per la realizzazione di questo inserto, in particolare Irma Londero per il
supporto redazionale e Giulio Calderini per la grafica. Maggiori
informazioni su www.pensemaravee.it
La redazione 2015
Studenti (17): Giovanni Tuti, Marianna Di Centa, Luka Filipovic, Mario Bertoldi, Elisa Dreosti, Virginia Venuti, Michele Faleschini, Giada Rossi, Ginevra Rossi, Anna Laratro, Arianna Galante, Martina Pittini, Riccardo Mentil, Pamela Vaccaro, Massimiliano Rossi, Nicholas Marcuzzi, Massimo Moretti.
Insegnanti: Marsich Paolo (Isis Magrini-Marchetti), Menis Ilaria (Isis D’Aronco) e Tomada Walter (Isis Magrini-Marchetti),
Irma Londero (Pensee e Maravee).
Coordinamento: Giacomo Trevisan, Associazione M.E.C.
teriore, o ‘mentale’ come è stato definito da uno dei quattro ospiti, è l’ultima tappa del loro percorso.
Questo articolo è stato pubblicato in forma integrale nel numero 98 di
Pense e Maravee e citiamo ancora una volta l’’Associazione Nuovi Cittadini di Udine (www.nuovicittadini.com ) che opera nel campo della
protezione dei rifugiati che ci ha permesso di organizzare l’incontro.
Anna Laratro –(redazione blog)
Il progetto “blog fuori dal comune”
Il blog “fuori dal comune” nasce con lo
scopo di stimolare i giovani ad
un utilizzo consapevole e positivo
di Internet e delle nuove tecnologie.
Grazie al supporto tecnico/didattico
dell’Associazione M.E.C. il progetto
ha portato all’attivazione di una redazione
di giovani degli Istituto Superiori
di Gemona che da ormai tre anni
realizza e mette in rete i contenuti
multimediali del blog.
L’attività di redazione include incontri
settimanali di coordinamento,
incontri con professionisti
e approfondimenti tematici sull’utilizzo
efficace dei nuovi media .
Nell’anno in corso il progetto è proseguito
grazie al supporto dell’Associazione M.E.C.,
dell’ Associazione Pensee e Maravee
e della Rete B*sogno D’Esserci, con fondi
aggiuntivi provenienti dal bando
cultura della Regione Friuli Venezia
Giulia e dal bando del C.S.V. regionale.
Sito web dell’Associazione M.E.C.:
www.edumediacom.it
il blog dei giovani del territorio di Gemona e dintorni
www.blogfuoridalcomune.it
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