NEWSLETTER - IPASVI Padova

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NEWSLETTER - IPASVI Padova
n. 3 del 11.2011
NEWSLETTER
IN PRIMO PIANO:
Renato Balduzzi nuovo Ministro della Salute.
IPASVI
PADOVA
Indice
3 - Renato Balduzzi nuovo Ministro della Salute
4 - Web e salute: gli italiani un popolo di internauti
Infermieri Professionali - Assistenti Sanitari - Vigilatrici d’Infanzia
IPASVI PADOVA
5 - Infermieri aggrediti al Pronto soccorso: allarmanti
anche i dati Usa
6 - Melanoma
7 - Uova e prostata
8 - Un “passaporto professionale” per lavorare in tutti
gli Stati Ue?
9 - Giovani e salute
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PRIMO PIANO
enato Balduzzi
R
nuovo Ministro della Salute
Stamane il neo presidente del Consiglio, Mario Monti, ha comunicato la lista dei componenti del governo
nazionale che si appresta a presiedere dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi.
La scelta del nuovo ministro della Salute è ricaduta su Renato Balduzzi (nato a Voghera nel 1955), illustre
giurista esperto di Sanità, che fino ad oggi presiedeva l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). E’ inoltre ordinario di diritto costituzionale all’università Cattolica di Milano.
Nel recente passato, è stato consigliere giuridico dei ministri della Difesa (1989-1992), della Sanità (19962000) e delle Politiche per la famiglia (2006-2008). In particolare, è stato capo ufficio legislativo ai tempi della
“riforma ter” della Sanità datata 1999, con Rosy Bindi ministro.
Il giuramento è previsto alle ore 17 di oggi, nel Salone delle Feste del Quirinale, alla presenza del presidente
della Repubblica.
Balduzzi succede a Ferruccio Fazio, medico e titolare del dicastero della Salute dal 15 dicembre 2009. Prima
di diventare ministro, nell’aprile del 2008 Fazio era stato nominato sottosegretario alla Salute all’interno del
ministero del Welfare e successivamente viceministro.
“Si tratta di un incarico che accetto con grande senso di responsabilità”. Questa la prima dichiarazione ufficiale del neoministro Balduzzi all’agenzia di stampa Adnkrnonos Salute.
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eb e salute:
W
gli italiani un popolo di internauti
Nove italiani su dieci, infatti, le ritengono attendibili quanto quelle presenti negli inserti sanità dei
quotidiani o presentate in televisione. I portali che offrono informazioni sulla salute sono sempre più
numerosi. Alcuni sono gestiti da specialisti del settore, altri no, ma di fatto la gamma di possibilità per
ottenere informazioni attraverso la rete è piuttosto ampia.
A ricorrervi per trovare notizie sulla salute sono con maggiore frequenza le persone di età compresa
tra 25 e 35 anni. Le informazioni ricercate riguardano in ordine di frequenza: farmaci, elementi utili
a fare autodiagnosi, possibilità di confrontare la propria esperienza con persone che hanno uguali o
simili problemi di salute.
Solo una contenuta percentuale di persone esprime una certa diffidenza nei confronti delle informazioni reperite in questo modo, mentre la maggior parte le reputa sicure e di qualità.
A rendere la rete un canale informativo allettante e nel contempo autorevole non è, secondo gli
esperti, solo la presenza di notizie valide, ma anche l’opportunità di disporre di un contesto all’interno
del quale poter condividere vicende, commenti, consigli utili a fornire un servizio a chi vi accede.
E’ ovvio però che l’web non il confronto diretto con il professionista esperto che stimola la curiosità
del cittadino e lo spinge a cercare approfondimenti in rete.
È importante ricordare che:
• le informazioni diffuse con la rete sono di carattere generale e non possono essere utilizzate per
affrontare e risolvere problemi specifici e precisi. Sono troppe le variabili individuali da considerare
e valutare per confezionare una risposta mirata, giusta e soprattutto che possa avere elevate probabilità di essere efficace;
• non è opportuno, anzi per certi versi rischioso, utilizzare male le informazioni buone offerte da
internet per autoprescriversi farmaci, fare autodiagnosi o addirittura per suggerire cose da fare a
parenti, amici, conoscenti.
Quindi…
Se avete un problema di salute specifico (o lo ha una persona a voi cara), un dubbio o una curiosità
su uno o più farmaci, discutete le informazioni che avete trovato con il vostro medico di famiglia o
con lo specialista, e con loro prendete responsabilmente una decisione sulle cose più utili e corrette
da fare per affrontarlo in modo adeguato.
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I nfermieri aggrediti al Pronto soccorso:
allarmanti anche i dati Usa
Il problema delle violenze sul personale infermieristico, specie quello in servizio al pronto soccorso, non è solo italiano.
Da quanto emerge da uno studio americano commissionato dall’Emergency Nurses Association ed
effettuato su oltre 7milaprofessionisti sanitari, emerge che i tassi di violenza fisica e di abusi verbali
contro gli infermieri siano aumentati esponenzialmente all’interno degli Emercency Department statunitensi. The Emergency department violence surveillance study monitora gli infermieri in servizio al
Pronto soccorso, ad intervalli di tre mesi: da gennaio 2010 a gennaio 2011, il 53,4% degli infermieri
ha segnalato di aver vissuto abusi verbali e 12,9% ha parlato senza mezzi termini di violenza fisica.
Degli infermieri coinvolti, quasi la metà - il 48,3% - ha dichiarato di essere stato al centro di qualche
forma di aggressione. Quella più comune è l’abuso verbale (grida ed imprecazioni): quasi nove infermieri su dieci (l’89%) riferiscono di averlo subito.
In quasi tutti i casi di violenza fisica (97,8%) e abusi verbali (92,3%) gli autori sono stati i pazienti
stessi che li hanno aggrediti dal loro letto d’ospedale: lì dove viene curato, infatti, il malato tende ad
essere più aggressivo. Quattro operatori di emergenza su cinque (l’82%) hanno denunciato episodi
di violenza fisica in stanza.
Più della metà dei pazienti che aggrediscono fisicamente gli infermieri (55,7%) era sotto l’influenza di
alcol; 46,8% sotto l’influenza di droghe illecite o di prescrizione e il 45,2% erano pazienti psichiatrici.
Quasi sempre, gli infermieri non hanno depositato una relazione ufficiale, anche se qualcuno ha
notificato l’aggressione: il 66% ha indicato di non aver denunciato formalmente la violenza fisica e
l’86,1% non ha depositato una relazione ufficiale a proposito di un’aggressione verbale.
La maggior parte degli infermieri intervistati, aggrediti fisicamente, ha notificato l’abuso al personale
di sicurezza (65,7%), a un diretto superiore (64,2%), a un altro infermiere di emergenza (63,2%) e/o
a un medico di pronto soccorso (54,6%). Solo l’8% di coloro che hanno subito violenze fisiche e il
16,9% di chi ha subito abusi verbali non avvisa nessuno.
Lo studio ha anche evidenziato che in quasi la metà (46,7%) dei casi di violenza fisica, non è stata
intrapresa alcuna azione contro l’autore.
Si evidenziano anche alcune contromisure: accadono meno episodi di abusi verbali, per esempio,
quando il Pronto soccorso ha una stanza degli infermieri chiusa, sono ben visibili i segnali di sicurezza e c’è una buona illuminazione. I tassi di violenza fisica erano inferiori lì dove sono stati previsti
pulsanti anti-panico.
Il report completo in PDF è disponibile gratuitamente on line: http://bit.ly/vCktix
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Melanoma
È in continua progressione il melanoma, un tumore della pelle che in breve sarà contrastato anche con
l’aiuto della satira. E’ questo il progetto della Fondazione Melanoma e di Comix, che nel giro di breve diffonderanno la loro campagna di informazione: cinque video e un fumetto sulla prevenzione e sulla terapia di
questa forma di cancro. “È essenziale promuovere campagne informative e di sensibilizzazione – ha affermato Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma - perché i cittadini comprendano l’importanza di
sottoporsi all’esame della cute, indagine che deve essere condotta da esperti. Queste iniziative si traducono
in un aumento di vite salvate”.
All’origine di questa malattia vi è senz’altro l’esposizione alle lampade artificiali: “Un anno fa - sottolinea Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento Melanoma e Tessuti Molli del Pascale - abbiamo lanciato un appello
alle Istituzioni sulla pericolosità di questi apparecchi che emettono radiazioni UVA anche 50 volte superiori a
quelle che si possono assorbire in una giornata di sole al mare. Nel maggio di quest’anno è stato emanato
il decreto ministeriale che vieta l’utilizzo dei lettini abbronzanti ai minori di 18 anni. È un primo passo, fondamentale, per sconfiggere questa neoplasia”. Ma non basta: la Fondazione chiede ora che sulle lampade
abbronzanti venga posta la scritta ‘Nuoce gravemente alla salute’, come sui pacchetti di sigarette, perché tutti
siano consapevoli dei rischi a cui si espongono con questa scelta.
La campagna di sensibilizzazione dello scorso anno, Salviamoci la pelle, ha centrato l’attenzione sulle 10
regole per proteggersi dal sole, un elemento di attrazione per il proprio look soprattutto tra i giovani, che
stanno diventando i più colpiti: “l’età dei malati si sta abbassando progressivamente. Dieci anni fa i giovani
rappresentavano solo il 5% dei casi e questo tumore riguardava soprattutto persone al di sopra dei 50 anni.
Oggi non è più così”.
Con i fumetti si cercherà di raggiungere proprio la fascia più colpita, cercando di allontanare dal sole vissuto
pericolosamente e dalle lampade artificiali.
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Uova e prostata
L’uovo non sembra essere un alimento indicato per la dieta degli uomini con diagnosi di tumore
della prostata. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research, le uova se
consumate in eccesso potrebbero favorire la progressione della malattia. La ricerca ha preso in
esame per 14 anni (dal 1994 al 2008) oltre 27.500 uomini. All’inizio dello studio nessuno aveva un
tumore, ma nel corso degli anni si sono ammalati oltre 3.000 soggetti. Dall’analisi di questo gruppo
è emerso che chi mangiava più di 2,5 uova a settimana aumentava dell’81% il rischio di progressione della malattia.
Da ricordare
La carne rossa e il pollo non sembrano incidere sulla progressione della malattia, anche se altri studi
avevano mostrato una possibile relazione tra dieta ricca di carne e incidenza del tumore. L’uomo
dopo una certa età dovrebbe quindi limitare il consumo di uova e carne, bianca o rossa.
Da fare
Pesce, frutta e verdura sono gli alimenti da preferire. Tuttavia è bene mantenere un’alimentazione il
più possibile varia riducendo, ma non eliminando, il consumo di uova e di carne. Una valida alternativa alla carne sono i legumi, ottime fonti di proteine vegetali. L’associazione legumi con carboidrati
(per esempio pasta e fagioli, riso e piselli) costituisce dal punto di vista nutrizionale un piatto completo adatto ad adulti e bambini.
Per approfondire
Richman EL, Kenfield SA, Stampfer MJ, et al. Egg, red meat, and poultry intake and risk of lethal
prostate cancer in the prostate specific antigen-era: incidence and survival. Cancer Prev Res 2011.
In press
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Un “passaporto professionale”
per lavorare in tutti gli Stati Ue?
La proposta in una risoluzione approvata dal Parlamento europeo per favorire la mobilità di medici e infermieri senza compromettere l’affidabilità e la sicurezza delle prestazioni.
L’Europarlamento, in una risoluzione approvata martedì scorso a Strasburgo (463 voti a favore, 163 contrari e 17
astensioni), ha determinato che per rendere più semplice il lavoro all’estero ad infermieri, medici, dentisti ed altri
professionisti, si dovrà aumentare la flessibilità del mercato, riconoscendo in tempi più brevi le qualifiche professionali, senza compromettere affidabilità e sicurezza della prestazione.
Secondo un recente sondaggio, più del 50% dei giovani europei vuole lavorare all’estero: per questo motivo, non solo le pratiche vanno velocizzate, ma bisogna pure favorire un miglior scambio di informazioni fra le
autorità nazionali sui professionisti, specie se sottoposti a provvedimenti disciplinari o di altro tipo.
Si stima che, entro il 2020, per lavori di altro profilo nella Ue siano necessari 16 milioni di lavoratori.
La risoluzione non legislativa espone in dettaglio le richieste del Parlamento alla Commissione europea, che dovrà
presentare una proposta di modifica della direttiva sulle qualifiche professionali del 1995.
“I professionisti degli Stati membri stanno aspettando che rispettiamo le promesse fatte di aumentare la mobilità.
Essi offrono servizi essenziali per tutta l’Unione, aiutando la nostra economia e migliorando la qualità di vita dei
cittadini. Abbiamo bisogno di creare un quadro giuridico che permetta loro di farlo”, ha spiegato la proponente,
Emma McClarkin.
Per semplificare le procedure, gli europarlamentari propongono di introdurre un passaporto professionale facoltativo per essere inseriti immediatamente nel “Sistema d’informazione del mercato interno” (Imi) che mette
in collegamento le autorità pubbliche di tutta l’Ue. Nonché una serie di linee-guida per consigliare i candidati alla
mobilità. Inoltre, secondo la risoluzione, agli Stati membri dovrà essere consentito di testare la conoscenza della
lingua dei professionisti sanitari per evitare che eventuali incomprensioni fra colleghi e pazienti possano compromettere diagnosi e terapie.
Il testo appare in linea con quanto annunciato a giugno dal commissario per il mercato unico, Michel Barnier, che
a dicembre presenterà una proposta legislativa che rivedrà la direttiva sulle qualifiche professionali del 2005, che
attualmente regola 4.700 professioni.
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Giovani e salute
Molti sono convinti che la qualità della loro vita futura potrà migliorare solo con l’impegno individuale verso la salute e l’ambiente.
Dobbiamo cambiare i nostri stili di vita: è questo quello che pensano molti giovani, come emerge da
un’indagine condotta a livello nazionale, commissionata dalla Fondazione Ligure di Gastroenterologia.
Lo studio ha preso in considerazione un campione di 800 adulti (persone con almeno 20 anni), e
400 giovani tra i 16 e i 20 anni, tutti residenti in Italia, scelti in maniera casuale ma ponderati per
essere rappresentativi rispetto ai parametri di sesso ed età.
“È il segno di come sta cambiando il mondo - ha spiegato Roberto Weber di Swg, la società che ha
condotto l’inchiesta - I giovani non credono di poter incidere tanto sulla politica e sull’economia, ma
sono particolarmente attenti all’ambiente e alla salute perché pensano che il loro comportamento
- di ognuno di loro - possa influire sulla società. Addirittura il 66% pensa che la salute sia una responsabilità individuale, due su tre. Ed è strano, visto che invece i genitori di quegli stessi ragazzi
pensano alla salute come un problema sociale”.
Per genitori e professionisti della salute un dato è di particolare interesse: la famiglia è ancora uno
dei principali punti di riferimento per la prevenzione, tanto che il 74% dei ragazzi dichiara di rivolgersi ai genitori come interlocutori sul tema della salute. A questi segue internet, per la ricerca di
informazioni, ma sorprendentemente abbastanza distaccato: raggiunge solo il 48%, come pure la
televisione è solo al 21%.
“È come se questi giovani ammettessero che prima di tutto, la cura della salute e dell’ambiente
spetta a loro”, ha commentato Weber.
Infatti emerge che i giovani si preoccupano della loro salute molto di più degli adulti: sono ben il
45% gli adolescenti che pongono attenzione alla cura del loro benessere e dell’ambiente, soprattutto quando si parla di prevenzione. Gli adulti, invece, raggiungono solo un 29%. Valutando come
ragazzi e adulti pensano di poter incidere sulla qualità della loro vita, si identifica che il 62% degli
over 20 pensa di poter migliorare il proprio benessere mangiando bene, mentre per il 45% dei giovani sono le relazioni interpersonali l’elemento di forza per la qualità della vita.
“Sono soprattutto i maschi a credere che le relazioni interpersonali contino più del cibo. Il 47% dei
giovani intervistati ha dato questa risposta, mentre per le ragazze torna al primo posto il mangiare
sano (51% delle intervistate tra i 16 e i 20 anni) - ha spiegato ancora Weber - Dallo studio questo
dato viene fuori prepotentemente. Il protagonismo delle donne nell’ambito della salute, si fa sempre
più imponente. Il genere femminile sarà forse meno rumoroso, ma è destinato a segnare i comportamenti e il rimodellamento del paese. E se non gliene daremo opportunità, probabilmente se la
prenderanno da sole.”
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