ORDINE DEL GIORNO SULL`EMERGENZA

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ORDINE DEL GIORNO SULL'EMERGENZA DANNI CAUSATI DALLA SPECIE CINGHIALE (SUS
SCROFA). APPROVAZIONE.
PRESIDENTE
Bene. Allora, passiamo alla trattazione del punto numero 4: ordine del giorno, a firma del Consigliere Di Pietro,
sull'emergenza danni causati dalla specie cinghiale, oggetto 772. Prego, collega Di Pietro.
(Alle 12.59 la presidenza viene assunta dal Vicepresidente Cavaliere)
CONSIGLIERE DI PIETRO
Grazie, Presidente. L'emergenza riferita alla proliferazione della specie cinghiale si sta rivelando un caso che
riguarda tutto il territorio nazionale, come dimostrato in atti e sulla scorta delle innumerevoli testimonianze
riportate dalla stampa, ormai con frequenza quotidiana.
Attualmente il cinghiale è l'ungulato più diffuso in Italia, su di un areale di circa 190 mila chilometri quadrati,
corrispondente al 64 per cento del territorio nazionale.
I danni prodotti a livello nazionale, nel settore agricolo, rappresentano il 90 per cento di quello
complessivamente provocato da tutti gli altri animali selvatici e corrispondevano, nel 2004, a 10 milioni e 400
mila euro, mentre per il 2015, secondo Coldiretti, a 100 milioni di euro, con un aumento, in un decennio, pari al
mille per cento.
In materia di conflitto tra attività agricole e cinghiali, il principale strumento conoscitivo a disposizione è
sicuramente il monitoraggio costante della distribuzione geografica delle unità dell'impatto sulle colture.
In Molise, nell'ultimo decennio, l'animale ha ampliato di molto il suo areale, un'evoluzione caratterizzata da un
andamento sorprendente tanto per dimensioni dei nuovi territori colonizzati, quanto per rapidità con cui è
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avvenuto il fenomeno. Tale espansione, rapida e difficilmente contenibile, ha comportato l'esplosione in Regione
di vere e proprie situazioni critiche, aggravate da effetti contraddittori sul piano ecologico, gestionale e sociale.
Le continue denunce, da parte degli appartenenti al mondo agricolo, orientato a chiedere alle Istituzioni un
decisivo intervento per porre fine all'aumento esponenziale dei cinghiali, attraverso una efficace politica di
controllo della fauna selvatica e per concedere risarcimenti rapidi ad agricoltori danneggiati, hanno reso la
problematica ancora più urgente.
Come è evidenziato dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la presenza dei
cinghiali in un territorio è fisiologicamente associata al manifestarsi di danni alle colture, in cui è velleitario
prefigurare l'eliminazione totale, ma il cui costo non può e non deve essere sostenuto unicamente dagli
agricoltori, che devono pertanto essere indennizzati e protetti.
La Coldiretti ha affermato che, nel giro di dieci anni, il numero di cinghiali, in tutta Italia, è raddoppiato,
superando il record di 1 milione di esemplari che mettono a rischio non solo la produzione, ma anche la vita
degli automobilisti, con danni, come ho detto prima, per oltre 100 milioni di euro soltanto nel 2015.
La Confederazione Italiana Agricoltori, in una sua nota, ha ribadito l'emergenza costituita dalla presenza di un
così elevato numero di cinghiali, concludendo che la situazione è ormai fuori controllo, con minacce per i campi
coltivati, per gli allevatori, ma anche per la sicurezza dei cittadini.
Secondo i dati della Associazione sostenitori ed amici della Polizia Stradale (AASPS), negli incidenti stradali
provocati dagli ungulati nel 2015, sono morte 19 persone e altre 145 sono rimaste ferite.
Risale a poco tempo fa l'ultimo tragico incidente, dove a perdere la vita è stata una signora di 37 anni - parliamo
di una settimana fa - madre di due bambini, è deceduta in seguito a un incidente stradale causato
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dall'attraversamento di due cinghiali sul fondovalle Sangro; oltre a lei, sono rimaste gravemente ferite altre tre
persone.
Imponendosi, per quanto detto, l'adozione di rimedi tesi a superare una situazione divenuta emergenziale, e
considerato che l'unico strumento efficace per il contenimento del fenomeno resta l'esercizio della caccia, come
evidenziato dall'ISPRA in un incontro avuto a Castel del Giudice quest'anno, si rende necessario un sintetico
esame della normativa di settore vigente.
La legge 157/92, articolo 18, trattando di specie cacciabili e periodi di attività venatoria, include la specie
cinghiale tra quelle cacciabili dal primo ottobre al 31 dicembre oppure dal primo novembre al 31 gennaio
(comma 1, lettera d)).
La stessa norma, al successivo comma 2, subordina ad una serie di condizioni la possibilità di modificare i
predetti termini temporali in base a specifiche esigenze territoriali e ambientali; segnatamente, le modifiche
devono eseguire le autorizzazioni regionali, corredate da preventivo parere dell'Istituto nazionale per la fauna
selvatica (INFS) e restano le condizioni della predisposizione di adeguati Piani faunistici venatori.
L'articolo 19, della stessa legge, al comma 2, prevede che, di norma, le Regioni esercitino il controllo della fauna
selvatica con metodi ecologici, potendo autorizzare i piani di abbattimento subordinati alla verifica di
un'efficacia di tali metodi, da parte dell'INFS. I limiti di detti piani vengono ribaditi, negli stessi termini, dalla
legge regionale 10 agosto 1993, numero 19, al primo comma nell'articolo 7.
La stessa legge regionale, articolo 29, comma 4, prevede che la Giunta regionale possa autorizzare il piano di
abbattimento per comprovate ragioni di protezione dei fondi coltivati e degli allevatori, su proposta di
organizzazioni professionali e agricole maggiormente rappresentative, ma con riferimento ad animali domestici
inselvatichiti. Il rimedio caccia, per quanto emerge dalle norme, sconta nella sua forma ordinaria evidenti limiti,
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tenuto conto che le stesse norme si inseriscono nel quadro tracciato dalla legge statale del 1992, divenuta
anacronistica rispetto alle situazioni degli ultimi 25 anni, che hanno visto l'aumento esponenziale della specie
cinghiale sul territorio.
Si impone, pertanto, un approccio emergenziale del problema, superando i limiti rivenienti, gli strumenti e i
metodi che non sono più come i rimedi biologici adatti anche all'impegno degli abbattimenti di sole Guardie
venatorie, Guardie forestali, eccetera.
Al verificarsi di calamità naturali, qual è indubbiamente quella che stiamo trattando oggi, la normativa vigente
prevede l'attivazione di interventi straordinari, disciplinati dall'articolo 5, comma 1, della legge 225/1992 (Stato
di emergenza e potere di ordinanza), secondo cui il Presidente della Regione interessato può chiedere al Governo
la dichiarazione dello stato di emergenza, un’indicazione della durata e dell'estensione territoriale, con specifico
riferimento alla natura e alla quantità degli eventi e dispone in ordine dell'esercizio del potere di ordinanza.
Non vi è più tempo per attardarsi in Tavoli tecnici, osservatori e censimenti, in quanto l’entità del numero dei
cinghiali è ormai conclamata e la salvaguardia del mondo agricolo, principalmente colpita e messa in ginocchio
dai danni, non può più attendere.
Altrettanta attenzione è da rivolgere alla protezione dei cittadini dai potenziali rischi legati alla salute pubblica,
visto lo sconfinare dei cinghiali persino all'interno dei centri abitati.
Per tali questioni i Sindaci, fra l'altro del Sangro-vastese, si sono autoconvocati per fare il punto della situazione
emergenziale dei cinghiali, riunendosi ad Altino, dal cui esito dell'incontro si è ritenuto un immediato vertice con
il Prefetto Antonio Corona, per poi richiedere ordinanza di abbattimento in stato di emergenza.
Dunque, a causa del fenomeno ricorrente dei sinistri automobilistici provocati dagli attraversamenti stradali di
vere e proprie mandrie di ungulati, si rivolge l'attenzione anche a quelle che sono le conseguenti necessità di
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contenimento dei costi relativi al risarcimento danni gravati sulle casse pubbliche in un momento difficile
dell'economia generale, come testimoniano i numerosi decreti ingiuntivi che sono arrivati presso il Servizio
caccia. Nella sola Regione Molise i cinghiali producono danni al patrimonio agricolo e zootecnico per un
ammontare stimato nell'ordine di 500 mila euro l'anno, per un totale di circa 2.773.980 euro in cinque anni,
ancora da pagare, e da una prima analisi dei dati raccolti, risultano 153 sinistri stradali, dal 2013 a giugno 2016,
con una media di 47 incidenti all'anno, escluso il 2016.
Si chiede, pertanto, al Presidente della Giunta regionale di deliberare la richiesta di riconoscimento dello stato di
calamità naturale da parte del Governo nazionale, provvedendo sin d'ora all'emissione di ordinanza di proroga
del termine del periodo di abbattimento finalizzato al contenimento della specie cinghiale.
Si rende opportuno, per la dimensione nazionale del fenomeno, che l'iniziativa venga partecipata alla Conferenza
Stato-Regioni, affinché ci si possa collettivamente indirizzare verso una più complessa e duratura risoluzione del
problema.
Per le stesse ragioni, si chiede al Presidente del Consiglio regionale di trasmettere il presente ordine del giorno ai
Consigli regionali delle altre Regioni, affinché possano uniformarsi all'iniziativa, rafforzando così la richiesta
rivolta dal Molise al Consiglio dei Ministri.
Anche la Regione Abruzzo, infatti, discuterà nella seduta del Consiglio previsto per il 13 settembre 2016 una
risoluzione urgente, presentata dal Consigliere di Maggioranza Mario Ulivieri, con le medesime finalità che
abbiamo adottato oggi. Questa è la relazione.
(Alle 13.03 la presidenza viene assunta nuovamente dal Presidente Cotugno)
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PRESIDENTE
Grazie collega Di Pietro. Mi chiedeva la parola il collega Niro. Prego.
CONSIGLIERE NIRO
Grazie signor Presidente, grazie colleghi. Vedete, il problema della sovrappopolazione degli ungulati e, nel
nostro caso, come ha evidenziato il collega Di Pietro, parliamo della specie del cinghiale, è divenuto di una tale
portata da non consentirci di rimanere inermi di fronte a un problema del genere, così come accennavo nella
richiesta di anticipazione, però dobbiamo cercare di mettere in campo interventi concreti e io mi auguro che
siano anche di tipo risolutivo - perché adesso dobbiamo lavorare in quella direzione - interventi che affrontano in
modo congruo e opportuno le diverse fasi, da quella emergenziale, come ribadito, che ora stiamo vivendo, a
quella della definizione dei Piani di programmazione ordinaria, atti a prevenire ulteriore ed incontrollata
proliferazione di specie animali che possano arrecare danno e soprattutto pericolo all'uomo, mettendo inoltre in
discussione il complessivo equilibrio dell'ecosistema. Non da ultimo sulla statale Trignina apprendevo che è
deceduta, nel corso di un incidente, una persona.
In effetti, nel dibattito, che sull'argomento diviene sempre più fitto, particolarmente nelle regioni più interessate
come la nostra, si sottolineano sempre di più i casi di gravi incidenti stradali - così come anticipavo - di danni
che l'eccessiva presenza di ungulati provoca in agricoltura, ma anche il pericolo che l'eccessiva presenza
rappresenta per coloro che risiedono nelle zone interessate, raramente questo tema si sottolinea con la dovuta
forza, i problemi legati soprattutto all'impatto negativo che la notevole quantità ha sull'intero ecosistema visto
nella sua complessità. In un documento, già citato dal collega Di Pietro per alcuni dati, io ne ho rinvenuti altri,
perché già nel 2011 l'Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN) individuava nelle specie
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invasive, tra cui appunto il cinghiale dell'Italia continentale, proprio per la sua proliferazione e un elevato
pericolo per la conservazione della biodiversità.
Anche la Camera dei Deputati, nella XVI legislatura, in una lunga relazione ad un disegno di legge che trattava
la materia specifica, ha affrontato la questione a livello nazionale, per cui non è un tema solo della nostra
Regione. Questo ci testimonia che il problema esiste e va affrontato con una particolare determinazione; le
pagine rinvenute nei lavori del Parlamento vanno dalla pagina numero 17 alla pagina numero 33, laddove va ad
affrontare in maniera dettagliata, tracciando quali possono essere gli indirizzi da seguire per affrontare e
risolvere questo tema.
Certamente, oggi, nella nostra realtà, il problema che maggiormente viene avvertito dalla popolazione è quello
della pubblica incolumità, perché di questo parliamo; posso assicurarvi che anche per esperienza diretta, vivendo
ovviamente in un'area rurale altamente interessata da questo fenomeno, che percorrere a piedi brevi tratti di
strada tra un'abitazione e l'altra vicina, comincia a diventare un serio pericolo, soprattutto per i ragazzi, per le
persone anziane, per le cose, per la produzione agricola e quant'altro. Bisogna tener presente che stiamo parlando
ovviamente di aree rurali, con considerevole densità abitativa.
Per le ragioni minime che ho appena riportato, ma ritengo importanti, credo che l'ordine del giorno proposto dal
collega Di Pietro, a cui vanno ascritti i miei ringraziamenti, sia assolutamente condivisibile e addirittura
sostenibile con forza, sia per le motivazioni che per le finalità e mi auguro che non resti un ordine del giorno.
Ritengo, però, che l'impegno proposto nell'ordine del giorno non sia sufficiente a fornire risposte tempestive, che
invece noi dovremmo ricercare, ed esaustive al problema che noi stiamo affrontando.
Cosa intendo dire? Intendo dire che la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale è un atto
assolutamente necessario per affrontare in modo soddisfacente la questione dei danni subìti dall'agricoltura, ma
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esso non può rappresentare una soluzione complessiva del problema, che in realtà, cari colleghi, continuerebbe
invece ad esistere, e né possiamo pensare di legare un intervento a questo riconoscimento, non potendo noi
conoscere né i tempi per avere un simile riconoscimento, né l'eventuale assunzione di altri e necessari
provvedimenti.
Colleghi, se il proponente è d'accordo, io riterrei importante e necessario suggerire di aggiungere, ovviamente
nel rispetto della volontà dell'Aula, altri due impegni che l'Esecutivo ed il Consiglio regionale, ognuno per le
proprie competenza, a mio avviso devono e dobbiamo assumere.
Il primo è quello di provvedere, quale intervento emergenziale, considerata l'imminenza dell’apertura della
stagione venatoria, ad un ampliamento del periodo in cui è consentita la caccia al cinghiale, consentendola, per
esempio, dal primo ottobre al 31 gennaio 2017. A questo provvedimento che, come ho già detto, avrebbe
funzione di risposta emergenziale, deve far seguito, non oltre la fine dell'anno in corso, l'emanazione di una
legge regionale, così come è già avvenuto in altre Regioni di Italia, che affronti complessivamente la questione,
definendo una programmazione di interventi, quale l'attività ordinaria e non straordinaria, che garantiscono il
controllo della rigenerazione della fauna selvatica in relazione alle specifiche caratteristiche di riproduttività.
Io credo che ampliando l'ordine del giorno con questi due argomenti noi abbiamo la possibilità di sostenere in
maniera più decisa il riconoscimento dello stato di emergenza e, nello stesso tempo, andiamo ad intervenire in
maniera urgente per ridurre la presenza degli ungulati, in questo caso dei cinghiali, sul nostro territorio, perché
gli elementi da trattare in maniera particolare sono sia i danni alle colture, ma soprattutto la sicurezza dei
cittadini che si trovano a percorrere strade, che si trovano soprattutto nelle immediate vicinanze, anche, delle
Oasi protette. Grazie.
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PRESIDENTE
Grazie, collega Niro. Mi chiedeva la parola il collega Cavaliere. Prego.
CONSIGLIERE CAVALIERE
Grazie, Presidente. L'ordine del giorno rappresenta un problema importante, fondamentale per ciò che hanno
detto i colleghi in precedenza, in primis per quanto riguarda i danni al settore agricolo e, successivamente, in
maniera molto più contenuta, quello che riguarda la sicurezza, quella stradale.
I contenuti dell'ordine del giorno sono, devo dire, un po' filosofici.
Molto è stato ripreso della legge regionale, ma nel contempo, nella strutturazione dell'ordine del giorno, vengono
date soluzioni che non possono essere, dal punto di vista normativo, messe in atto.
Devo dire che anche i suggerimenti che il collega Niro ha dato sono limitati rispetto a quello che la legge
regionale numero 157 del '92 pongono in essere. Cioè, noi possiamo scrivere tutto in un ordine del giorno, ma se
quel testo fosse un emendamento ad una legge regionale, state certi che al Governo sarebbe bocciata, perché ci
sono delle norme e delle regole, scritte nelle leggi, per le quali non c'è via di fuga, stante che l'argomento caccia
non è un argomento dedicato alle Regioni, ma è un argomento dello Stato.
Allora, rispetto a questo, spiego anche alcuni motivi per i quali non saranno accolti questi suggerimenti: ad
esempio, ampliare il periodo di caccia a 4 mesi per l'abbattimento di un selvatico che produce danni, con tutte le
motivazioni che sono state date, non è possibile, perché la 157 prevede solo 3 mesi e non ci sono deroghe.
Per quanto riguarda l'invito agli altri colleghi e Presidenti delle Giunte regionali a fare proprio il documento ed a
gestirlo sul piano nazionale è un invito, ma di per sé non ha le basi fondamentali normative.
C'è solo una soluzione che è quella di seguire le indicazioni che l'ISPRA in maniera puntuale, rigida e perentoria
assegna. Sono quelli di dati scientifici e tecnici per i quali vanno posti in essere progetti e studi sul territorio.
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È da anni che si cerca di porre in essere situazioni. C'è una base di partenza che è quella che è stata fatta
all'interno dell'Oasi del bosco di Busso, ovvero l'area dell'Ospedale Cattolica, dove sono stati messi in piedi
alcuni progetti relativi ai censimenti ed alla tipologia degli animali che sono presenti in quella zona.
Quindi, se questo dovesse essere allargato a gran parte di quei territori dove c'è una loro presenza… perché poi è
a macchia di leopardo; una volta questo animale era presente soprattutto nella zona del Molise centrale e
dell'Alto Molise, oggi parte dalla spiaggia di Petacciato, Campomarino ed arriva all'Alto Molise e ciò significa
che il problema esiste. Ma per tentare di risolvere il problema e, quindi, di arrivare anche ad una considerazione
ed ad una proposta amministrativa (perché non è legislativa, ma amministrativa) corretta come l'ha posta in
essere, per esempio, la Regione Toscana che, con gli strumenti dettati dall'ISPRA, la caccia al cinghiale la
tengono aperta tutto l'anno con determinate fasi, con determinate modalità.
Vi posso garantire che il problema della caccia in Toscana a questo animale può essere considerato 50 volte in
più rispetto al problema che abbiamo noi e, nonostante questa situazione posta in essere dalla Regione Toscana,
ci sarà comunque il problema di questa benedetta razza.
Quali sono le motivazioni di questo aumento di popolazione? È che, purtroppo, l'uomo ci mette sempre la mano
e va a creare quei problemi che la natura non crea, perché la razza autoctona di questo territorio nazionale, la
razza maremmana, è praticamente scomparsa dal territorio nazionale, e con le immissioni fatte dall'uomo sono
stati portati degli ibridi ungheresi, i quali allevano anche tre volte l'anno una medie di sette, otto cuccioli per
volta. Considerata una presenza di animali di questa portata, capirete che è un problema comunque, che non si
risolverà mai, ma ponendo in essere quelle linee che l'ISPRA dà in maniera molto rigida, si può contenere nel
nostro territorio, perché non abbiamo dei boschi immensi come quelli che sono presenti in Maremma, da noi ci
sono dei boschi, ma comunque sono contenuti.
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Quindi, porre in essere le linee dettate dall'ISPRA, credo sia la cosa più essenziale da aggiungere nel contenuto
dell'ordine del giorno, perché altrimenti sarà un ordine del giorno letto, preso in esame, perché vi garantisco che
quando ho fatto l'Assessore all'Agricoltura di questi ordini del giorno ne arrivavano a bizzeffe, alla presenza dei
Dirigenti dell'ISPRA, nella Conferenza degli Assessori all'Agricoltura il tema era posto al primo punto all'Ordine
del Giorno, quasi sempre, ma di soluzioni sul piano di come sono state poste in essere non se ne sono mai trovate
perché cozzavano con la normativa nazionale.
Allora, la semplice richiesta di riconoscimento di stato di calamità non regge rispetto alla norma. Io vi invito a
rielaborare in qualche punto l'argomento, impegnando la Regione - perché oggi come oggi non posso nemmeno
più dire "impegnando le Province" - ad attuare questo percorso nella forma, nei modi e nei tempi stabiliti dalle
norme. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega Cavaliere. Mi chiedeva la parola la collega Fusco. Prego.
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Grazie, Presidente. Intanto, sono perfettamente in linea con quanto argomentato dal collega Nicola Cavaliere. Io
vorrei, invece, porre l'attenzione e chiedere sull'ordine del giorno - poi preciso perché - una correzione formale
dopo: “Sempre presto atto che al verificarsi delle calamità naturali, la normativa vigente prevede l'attivazione di
mezzi di intervento straordinari”, cioè è una normativa che non riguarda le calamità naturali, ma riguarda lo stato
di emergenza, quindi va corretto.
Allora, occorre distinguere, collega; è stato un errore, penso di carattere... però è sostanziale la distinzione,
perché questa è una legge del sistema di Protezione Civile, quindi prevede il riconoscimento di emergenza
nazionale che è differente dalla calamità naturale, e quindi bisogna citare…
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(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Sì, anche... no, però sono due strumenti diversi. Quindi, uno è l'ordine del giorno e l'altro strumento non lo
possiamo chiedere, collega. Adesso le spiego, perché c'è stata una correzione proprio... io comunque presento le
precisazioni e spero che venga preso atto di queste precisazioni. Io le posso anche argomentare, ma è un ordine
del giorno che va ripulito e va citata la normativa che corrisponde ed è riconosciuta anche a carattere nazionale
dal Ministero delle Politiche Agricole.
Quindi, occorre correggere, Presidente, questa parte. Se volete io argomento e preciso, però formalmente va
corretto l'ordine del giorno, altrimenti consegno senza farne lettura e ne prende atto anche colui che ha...
PRESIDENTE
Lo consegni pure, così poi sospendiamo cinque minuti per…
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Va corretto solo questo punto, altrimenti mandiamo un ordine del giorno con una citazione della legge che non
corrisponde assolutamente, perché c'è una normativa specifica che va citata e riguarda le calamità naturali, ma
non lo stato di emergenza nazionale, che è un altro istituto, un altro strumento riconosciuto e non praticabile in
questo caso.
PRESIDENTE
Benissimo. Se ce lo fa avere…
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Sì. Grazie.
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PRESIDENTE
Mi chiedeva la parola la collega Manzo. Prego, collega.
CONSIGLIERE MANZO
Grazie, Presidente. Ormai è stato già detto molto in merito a questo ordine del giorno e ovviamente quello della
diffusione, dell'incidenza, della presenza di questo del cinghiale sul nostro territorio sta diventando
effettivamente un dramma per gli agricoltori, nonché per la sicurezza dei cittadini stessi. È un problema che si
sta intensificando soprattutto negli ultimi anni, evidentemente c’è qualcosa che non è andato bene. Tant'è che mi
chiedo, visto il problema dei cinghiali, perché se ne chiede addirittura la proroga dei termini del periodo di
abbattimento, e vista l'emergenza, come mai nel calendario venatorio, l'apertura della caccia al cinghiale è stata
stabilita al primo novembre e, quindi, non anticipata al primo ottobre, pur rispettando i tre mesi come previsti
dalla legge, perché avrebbe potuto comunque fare la differenza l'apertura dal primo ottobre del 2016 fino al 31
dicembre del 2016. Mentre, comunque, è stato suggerito 1 novembre 2016/30 gennaio 2017, con tutti i rischi che
ci sono nel periodo invernale e, quindi, la limitazione alla caccia in caso di neve.
Un altro aspetto che vorrei sollevare, che poi è in linea con quanto dichiarato anche dal Consigliere Cavaliere, è
sull'affidabilità di alcune proposte fatte in merito alla caccia, soprattutto laddove manca la scientificità dei dati.
Io non credo che noi qui siamo in grado di risolvere il problema dei cinghiali buttando delle opinioni nostre, ma
esclusivamente ascoltando le indicazioni che ci fornisce l'ISPRA. Addirittura, nelle premesse dell'impegno ci
sono dei passaggi che potrebbero sollevare qualche perplessità, ad esempio: in un certo punto, si dice, si afferma
che "l'unico strumento efficace per il contenimento della specie cinghiale è l'abbattimento tramite la caccia";
l'ISPRA, invece, suggerisce anche altri tipi di interventi, come la cattura ecologica dei cinghiali. Inoltre, l'ISPRA
suggerisce di adottare un Piano faunistico venatorio. S'era detto negli ultimi anni, ormai dal 2013, che la Regione
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Molise si sarebbe dotata del Piano faunistico venatorio e che l'anno scorso sarebbe stato l'ultimo calendario
approvato senza Piano. Quest'anno, è vero che è stata anticipata l'approvazione del calendario venatorio
faunistico, però siamo ancora in attesa di avere una pianificazione e una programmazione sul nostro territorio
che ci potrebbe garantire, effettivamente, una più contezza del problema sul nostro territorio e, quindi, anche
intervenire, come suggeriva il Consigliere Cavaliere, con l'ausilio dell'ISPRA, con una caccia aperta tutto l'anno
- su cui si può essere d'accordo o meno d'accordo, ovviamente ci sono opinioni diverse tra animalisti e non - che
potrebbe in qualche modo richiamare la caccia se controllata, ovviamente facendo corsi adatti ai cacciatori,
quindi non aprendo a cacce indiscriminate su tutto il territorio.
Inoltre, vorrei far presente che con la soppressione del Corpo Forestale dello Stato diventa sempre più difficile
anche il controllo del bracconaggio sui diversi territori, e mi sembra anche che questo dei cinghiali è un
problema nazionale, perché se si va sulle pagine delle diverse regioni, ogni regione solleva il problema
dell'elevata presenza dei cinghiali sui propri territori.
Quindi, non credo sia un problema che noi riusciamo ad affrontare qui, in questa sede, con un ordine del giorno,
piuttosto si dovrebbe coinvolgere maggiormente l'ISPRA, che è l'Istituto deputato ad affiancarci in questo tipo di
scelte, chiedendo degli interventi in ambito nazionale, ma non proponendo noi già delle soluzioni come la caccia
indiscriminata al cinghiale durante tutto il periodo dell'anno.
PRESIDENTE
Grazie. Mi chiedeva la parola il collega Niro.
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CONSIGLIERE NIRO
Presidente, ovviamente, in via del tutto eccezionale io le chiedo scusa; non mi è consentito di poter intervenire
ulteriormente, perché nella discussione generale ha fatto già il mio intervento, la consideri pure una
dichiarazione di voto.
PRESIDENTE
Una deroga.
CONSIGLIERE NIRO
Una deroga, se mi è consentito, gliela chiedo, perché credo che nel ragionamento generale, che è stato affrontato,
sia dal collega Cavaliere che dalla collega Manzo, io non ho nulla da eccepire, ma la premessa di questo ordine
del giorno viene fuori per rimarcare una emergenza e quando una Regione si trova in uno stato di emergenza, sa
bene che bisogna prendere dei provvedimenti straordinari per consentire di affrontare l'emergenza.
Io credo che questo sia l'elemento che noi dobbiamo valutare, per consentire a chi deve deliberare, trattandosi di
un atto amministrativo, di poter avere la copertura, nella legittimità del procedimento che si va a produrre,
dell'intero Consiglio regionale, e consentire di poter affrontare questo livello di emergenza.
Io non credo che siano sfuggiti né all'Aula né al relatore i due punti che ho suggerito di inserire, di implementare
nell’ordine del giorno, così come articolato, proprio perché va a sviluppare non la fase transitoria, ma la fase di
normalità, a chiusura della stagione venatoria.
Oggi noi dobbiamo renderci conto che ci troviamo in una situazione di emergenza e siamo - oggi 6 settembre - a
dodici giorni dall'apertura della caccia e non possiamo, di fronte a questa emergenza, rimanere inermi e non fare
nulla. Noi dobbiamo assolutamente fare un provvedimento che dia la possibilità di deliberare intervenendo sullo
stato di emergenza, qualunque esso sia.
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Resoconti Consiliari
Io suggerisco di acconsentire una anticipazione rispetto alla data già stabilita dal calendario venatorio e, quindi,
farla partire dal primo ottobre; qualcuno suggerirà qualche altra cosa, ma qualcosa comunque va fatta, per
consentire di ridurre la presenza di questi ungulati sul nostro territorio, altrimenti non facendo nulla si certifica
che emergenza non è. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie. La parola al collega Di Pietro.
CONSIGLIERE DI PIETRO
Grazie. Io ho fatto la relazione, adesso faccio l'intervento. Allora, la questione dell'apertura della caccia al primo
di novembre, è stata concordata dalla Consulta della caccia, su proposta del Corpo Forestale dello Stato, in
accordo con le altre Regioni limitrofe, per uniformarci alla caccia all'interno dell'area circostante il parco che
abbiamo in comune. Quindi, non è una proposta nostra, ma è una proposta del Corpo Forestale dello Stato,
approvata in Consulta, ecco perché si va... sta a verbale, se lo vai a leggere, sta a verbale.
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE DI PIETRO
Sto rispondendo a una domanda alla volta, poi risponderò anche alla tua. Questa è, quindi, su proposta del Corpo
Forestale, che sta lì, a verbale. Che succede oggi? Voi - mi riferisco all'intervento del collega Cavaliere e del
collega Niro, non tanto dalla collega Manzo perché parla di caccia indiscriminata - sapete, oggi, che il metodo
più efficace per il contenimento della proliferazione e dei danni dei cinghiali, è la caccia, come sostenuto anche,
ripeto, in un incontro a Castel del Giudice dall'ISPRA. Va bene tutto, vanno bene le gabbie, va bene catturarli,
tutto quanto, ma il metodo più efficace, oggi, è la caccia, il cacciatore.
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Resoconti Consiliari
Qual è il punto? Il punto è che noi stiamo parlando di una legge di 25 anni fa, fatta con dei concetti di 25 anni fa,
con una presenza di cinghiali di 25 anni fa. Oggi va riadattato il nostro concetto, non possiamo più stare arenati a
fare Tavoli tecnici e studi. Sicuramente andranno fatti, ma adesso siamo in emergenza, e allora dobbiamo
chiedere al Governo, siccome noi non abbiamo, come dice giustamente il collega Cavaliere, deleghe a fare le
leggi nostre per andare a caccia, altrimenti sarebbe il Far West, dobbiamo chiedere al Governo nazionale lo stato
di calamità naturale di emergenza, chiedo scusa, giustamente la dottoressa Fusco ha ragione su quel passaggio,
va bene.
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE DI PIETRO
Chiedo scusa, professoressa. Quindi, è questo il punto che stiamo affrontando: l'emergenza. Come dice il collega
Niro, dobbiamo affrontare i problemi reali. Se ci attardiamo adesso a ridire: "Seguiamo quello che dice
l'ISPRA", lo faremo, ma adesso non possiamo seguirlo, lo faremo dopo, sicuramente, stiamo facendo il Piano
faunistico, che è fermo in Commissione da due mesi, e spero che i colleghi della Commissione si decidano a
licenziarlo, perché la Giunta l'ha già approvato. Quindi, speriamo di poter avere i mezzi per affrontare ciò che
dice l'ISPRA nelle sue direttive di massima, ma adesso bisogna affrontarla di petto la situazione.
E, attenzione, io sono d'accordo su ciò che dice il collega Niro, di quei due punti da inserire, ma non metterei un
limite temporale, perché quattro mesi possono bastare come non bastare; io chiederei al Governo di ampliare il
momento della caccia al cinghiale - perché no? - arrivare fino anche d'estate, ampliarlo, in questo momento, in
maniera esponenziale, proprio per il danno esponenziale. Facciamo quattro, cinque, sei mesi, basta che si possa
fare, perché già quattro mesi non si può fare, secondo la legge di 25 anni fa, allora se dobbiamo farlo a quattro
mesi, vediamo se il Governo ci concede qualcosa in più.
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Resoconti Consiliari
Voi potete ridere quanto volete, ma gli agricoltori hanno i danni, hanno i danni, questo è il problema! C'è la
gente che muore sulle strade, dobbiamo affrontarlo di petto, il problema, non è più possibile affrontarlo parlando
dei massimi sistemi dell'ISPRA! Dopo ne parliamo, adesso affrontiamo il problema, c'è la gente che ha problemi
reali. Questo è. Grazie.
PRESIDENTE
Ma chiediamo cinque minuti di sospensione?
(Intervento fuori microfono)
PRESIDENTE
Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Cavaliere.
CONSIGLIERE CAVALIERE
Grazie, Presidente. Mi sembra di capire che non vogliamo risolvere il problema. Io non vedo Di Pietro, perché
sta dietro la colonna. Collega Di Pietro, lei, come me, è un legislatore, oggi, e non mi può fare i discorsi dei
Tavoli, perché altrimenti, veramente, quest'Aula… già c'è un giudizio molto negativo, ma veramente lo portiamo
a livelli bassissimi. I Tavoli, non li chiedo io o Micone o Niro, sono le leggi a chiederlo. Lei non può chiedere, io
non posso chiedere al Governo una cosa che tante Regioni hanno chiesto per anni, non è che la Regione Molise
si sveglia: "Abbiamo il problema, aiutateci". Ho detto prima che il problema è di gran lunga superiore in altre
Regioni, ma con numeri che fanno paura! Lei vuole fare il tentativo, lo faccia, ma certamente non sarà un
provvedimento benaccetto in un contesto dove le norme sono la parte saliente. Perché, rispetto a questo, non ci
sono vie di scampo, e quando lei dice: "Io voglio aprire la caccia fino all'estate", questa se lo poteva risparmiare!
(Intervento fuori microfono)
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Resoconti Consiliari
CONSIGLIERE CAVALIERE
Capisco, però la Toscana lo fa, ma non lo fa come caccia aperta, lo fa avendo messo su una serie di proposte e
seguiti i suggerimenti tecnico-scientifici, e il Governo non ha potuto fare null'altro che consentire gli
abbattimenti selettivi, tra virgolette, dal mese di febbraio fino al mese di ottobre.
Ora, io un suggerimento glielo darei: ho seguito molto il tema della caccia, e quando lei dice: "La proposta è
stata del Corpo Forestale e delle associazioni", non creda che sia un settore facile, questo della caccia, sul piano
politico e sul piano del ritorno elettorale. Poi avrà modo di verificare proprio personalmente, quali saranno i
risultati che torneranno e avrà le sue delusioni.
Quindi, il fatto di ascoltare e di decidere cosa vogliono gli altri, lei che ha una responsabilità indiretta, che il
Presidente della Giunta le ha dato, rispetto al problema, non lo risolve. Perché, sono d'accordo con Niro, io avrei
fatto altrettanto, avrei aperto la caccia al cinghiale il 1° di ottobre, poi dal 1° gennaio, avrei posto in essere
alcune situazioni per le quali, forse, ci sarebbe stata la possibilità, e lei già credo che ha capito, di prorogare un
mese, ponendola in essere.
Questa è l'unica situazione concreta, collega Niro, quindi mi ricollego anche alla sua proposta, che oggi la
Regione Molise può mettere in piedi, altrimenti io, se vuole, voterò a favore di questo documento, ma rimarrà
esclusivamente aria, di concreto non ci potrà essere nulla, perché andare ad eludere una legge rispetto al contesto
governativo, non porterà altro che una bocciatura o una presa d'atto di quello che il Molise rappresenta, per
l'ennesima volta, rispetto a tutte le altre Regioni.
Quindi, io credo che dovrebbe un attimino ragionare in maniera più concreta e porre in essere l'unica cosa che è
possibile fare, da subito, cioè una deroga al calendario venatorio e anticipare l'apertura della caccia al cinghiale
dal 1° ottobre fino al 31 dicembre. Non è possibile fare al 31 gennaio, altrimenti ci sarebbe il ricorso al TAR e
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Resoconti Consiliari
immediatamente sarebbe sospeso il calendario venatorio. Dopodiché ha tre mesi di tempo per ragionare come
fare per avere il quarto mese nella maniera più o meno legittima e, amministrativamente parlando, più tranquilla.
PRESIDENTE
Grazie, collega Cavaliere. Cinque minuti di sospensione per mettere a punto il dispositivo dell'ordine del giorno.
Grazie.
(Il Consiglio è sospeso alle ore 13.43)
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RIPRESA DEL CONSIGLIO
- Ore 13:50 PRESIDENTE
Riprendiamo i lavori del Consiglio con le modifiche concordate con il presentatore della mozione, il collega Di
Pietro, eliminando a pagina 3 da “Sempre preso atto che” fino a “Ritenuto” e modificando il dispositivo finale
come segue:
“IMPEGNA
- il Presidente della Giunta regionale del Molise Architetto Paolo Di Laura Frattura:
1. a deliberare la richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale presso il Governo nazionale con
ampliamento dei termini del periodo di abbattimento per il contenimento della specie cinghiale (sus scrofa);
2. di provvedere all'emanazione di una legge regionale che affronti complessivamente la questione definendo
una riprogrammazione di interventi, quale attività ordinaria e non straordinaria, che garantiscano il controllo
della rigenerazione della fauna selvatica;
3. a pubblicizzare la stessa presso la Conferenza Stato-Regioni affinché ci si possa collettivamente indirizzare
verso la risoluzione del problema;
- il Presidente del Consiglio regionale del Molise, Ingegnere Vincenzo Cotugno, a trasmettere il presente ordine
del giorno ai Consigli regionali delle altre Regioni affinché possano adottare pari atto al fine di rafforzare la
richiesta nei confronti del Governo nazionale”.
Favorevoli?
(Interventi fuori microfono)
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PRESIDENTE
L'avevamo saltata, ci sono dichiarazioni di voto? Prego collega Manzo, per dichiarazione di voto.
CONSIGLIERE MANZO
Grazie, Presidente. In realtà il punto, quello più importante, sul quale noi sollevavamo dei dubbi, era il primo “a
deliberare la richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale presso il Governo con proroga dei
termini del periodo di abbattimento”.
PRESIDENTE
Con ampliamento, non proroga.
CONSIGLIERE MANZO
Con ampliamento, ecco. Comunque, questo Consiglio, anche in funzione della normativa vigente, ha individuato
una strada per poter ampliare il periodo di caccia, quindi ancora non ci è chiaro questo passaggio e soprattutto
considerando che comunque è un grave problema quello che stiamo affrontando, in che modo il Governo
dovrebbe andare in deroga a una legge nazionale.
Relativamente all'altra parte che avete modificato, se è possibile avere il testo fotocopiato per poterlo leggere,
perché ne ha dato lettura, però effettivamente dei passaggi sono sfuggiti. Stando così le cose noi purtroppo non
siamo nella condizione di poter dare un voto favorevole a questo ordine del giorno, ma allo stesso tempo ci
rendiamo conto anche della gravità del problema dei cinghiali sul nostro territorio, quindi non siamo neanche
nelle condizioni di poter dare un voto contrario.
È pur vero che la Regione può intervenire, soprattutto per i danni arrecati all'agricoltura, andando a finanziare,
appunto, il capitolo predisposto sul Bilancio regionale. Ad oggi, abbiamo visto che sono stati appostati soltanto
200 mila euro, quindi magari è il caso che la Regione intervenga anche sulla previsione finanziaria per
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Resoconti Consiliari
contrastare questo tipo di problema. Tra l'altro ci sembra anche un po', così, non voglio utilizzare parole forti,
però la demografia, la popolazione dei cinghiali può essere stimata nel tempo, quindi arrivare a dover
fronteggiare un'emergenza sembra un po' paradossale, perché era tutto prevedibile nel tempo. Inoltre, ci mettono
a disposizione anche una caccia controllata con persone autorizzate ad uscire ed abbattere alcuni tipi di capi,
persone comunque formate per lo scopo, quindi ci chiediamo anche perché non è stata contemplata questa
possibilità, che poi è quella che offre l'ISPRA, e soprattutto perché non sono stati neanche adottati gli interventi
ecologici che richiama anche l'ISPRA in queste situazioni, cioè una cattura a gruppo dei cinghiali presenti sul
nostro territorio attraverso delle gabbie realizzate per lo scopo.
PRESIDENTE
Intanto sto facendo fare le copie da distribuire, quindi qual è la sua dichiarazione di voto?
(Intervento fuori microfono)
PRESIDENTE
La rinviamo a dopo la lettura del dispositivo così come è stato modificato. Per dichiarazione di voto mi chiedeva
la parola il collega Niro.
CONSIGLIERE NIRO
Adesso ho la facoltà di poter esprimere la dichiarazione di voto. Intanto voglio ringraziare il proponente per aver
condiviso le sollecitazioni, l’inserimento nella parte deliberante dei miei suggerimenti che, mi auguro, l'Aula
nella votazione faccia propri, perché voglio ribadire noi ci troviamo ad affrontare un momento di profonda
emergenza, finalizzata proprio ai danni che sono causati a vario titolo, sia per danni su incidenti stradale, ma sia
per danni alle colture. Non dimentichiamo che abbiamo diversi produttori che possono far arrivare e faranno,
credo, arrivare per rafforzare l'elemento di emergenza, diversi decreti ingiuntivi per la richiesta di risarcimento
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Resoconti Consiliari
danni che hanno giù subìto, ma noi dobbiamo guardare anche a quello che avverrà nel prossimo futuro. Allora è
qui che si concretizza, a mio avviso, lo stato di emergenza, anche senza parlare di un periodo preciso di
ampliamento della durata della caccia al cinghiale.
Credo che, dal dibattito che è venuto fuori in Aula, il Presidente della Giunta saprà ben leggere i resoconti e
tenere conto sia del deliberato, che noi andremo ad approvare come ordine del giorno, che del dibattito e capirà
quali possono essere gli interventi di aiuto, anche e soprattutto su indicazione del Consigliere delegato.
Probabilmente delibererà l'ampliamento del periodo di caccia, tenendo conto quelle che sono le condizioni
legittime per evitare che ci siano interferenze, ma soprattutto con la condivisione, mi auguro, e con il
coinvolgimento, così come è stato fatto, di tutte le associazioni venatorie che hanno interesse a risolvere questo
problema.
L'altro elemento che noi abbiamo inserito, e ringrazio nuovamente il proponente, è quello di cercare di arrivare
ad una soluzione che sia ordinaria e non si debba più ricorrere a straordinarietà.
Quindi, avendo corretto il termine proroga con ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e avendo inserito
questo ulteriore punto, arricchendo i contenuti del deliberato dell'ordine del giorno, io credo che noi abbiamo
messo nelle condizioni il Presidente della Giunta di poter procedere ad affrontare con immediatezza questo
problema della emergenza dei cinghiali nella nostra Regione.
Per cui esprimo il mio voto favorevole all'ordine del giorno, così come modificato. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie collega Niro.
Ulteriore modifica del punto 2: invece di “provvedere all'emanazione”, “predisporre una proposta di legge
regionale che affronti complessivamente”.
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Resoconti Consiliari
Bene, così come modificato, mi chiede per dichiarazione di voto, il collega Federico.
CONSIGLIERE FEDERICO
Sì, Presidente. Data lettura al testo, anche a seguito del dibattito che c'è stato, credo che l'emergenza vada
sicuramente affrontata, anche con maturità e con coscienza. Però, non posso fare a meno, come Gruppo
Movimento 5 Stelle, di continuare a leggere un po' fumoso il dispositivo, per cui il Movimento 5 Stelle non
parteciperà alla votazione. Abbandoniamo l'Aula.
PRESIDENTE
Bene. Passiamo alla votazione. Non ci sono altri interventi come dichiarazione di voto? Il collega Ciocca. Prego.
CONSIGLIERE CIOCCA
Grazie, Presidente. Io ho ascoltato tutti gli interventi con attenzione. Il problema è molto sentito anche nel
Fortore. Ricordo l'anno scorso, credo di questi tempi, che un agricoltore non poteva uscire di casa perché lo
hanno assalito. Sentiva dei rumori strani ed erano circa una trentina, in branco, che gli hanno distrutto tutto, tutto
quello che c'era, cioè, c'era proprio la possibilità che entrassero in casa. Quando passano con questa furia
effettivamente sono pericolosissimi!
Quindi, io non posso che unirmi, nonostante abbia delle perplessità riguardo alla caccia, per un discorso
generale, di tutela sono d'accordo, quando si tratta dell'incolumità delle persone, credo che sia doveroso. Anzi,
forse siamo anche un po' in ritardo con questo. So qual è stato l'impegno del Consigliere Cristiano Di Pietro, non
posso che unirmi a questa operazione.
Dobbiamo tenere conto, comunque, anche per il futuro che non resti solo una semplice votazione.
Quindi, credo che devono seguire dei provvedimenti a breve, altrimenti il problema lo palleggiamo e non lo
risolviamo. Quindi, preannuncio anche io il voto favorevole.
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Resoconti Consiliari
PRESIDENTE
Grazie. Metto ai voti l'ordine del giorno, a firma del Consigliere Di Pietro, così come modificato ed emendato,
sull'emergenza danni causati dalla specie cinghiale.
Favorevoli?
Contrari?
Astenuti?
Con l’astensione del Consigliere Fusco Perrella e la non partecipazione al voto dei Consiglieri Manzo e
Federico, l’Aula approva.
(Il Consiglio approva)
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