Dante a Verona 2g

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Dante a Verona 2g
Dante a Verona
Venerdì 18 dicembre la nostra classe 2^G ha partecipato all’uscita didattica “Dante a
Verona”, accompagnata dalle professoresse Chiara Pasqua di Bisceglie e Bruna Purgato.
Durante il percorso la guida Paola Pisani ci ha illustrato come doveva essere la città
scaligera ai tempi di Dante e quali tracce vi si possano trovare ancora oggi del soggiorno
del grande poeta.
Dante, dopo essere stato esiliato da Firenze nel 1302 per motivi politici, girovagò per
l’Italia, chiedendo rifugio nelle varie corti. Il poeta, in particolar modo, soggiornò a Verona
per tre volte: sotto la signoria di Bartolomeo Della Scala e due volte sotto quella di
Cangrande I.
Ai tempi di Dante, la nostra città era diversa da come la vediamo adesso; l’Arena, ad
esempio, era quasi una discarica: intorno ad essa, infatti, si trovavano ancora accumulate
le macerie del grande terremoto del 1117, che aveva provocato il crollo della recinzione
esterna dell’anfiteatro, che talvolta veniva usato per duelli giudiziari. Nella stessa piazza
Bra mancavano l’ampio Liston e molti dei grandi palazzi che ora la circondano, ed era
invece usata come mercato del bestiame. Abbiamo anche scoperto che via Mazzini era
chiamata a quei tempi via Nova, mentre il nome originario di porta Borsari era in realtà
porta Iovia (di Giove); per entrarci bisognava pagare un dazio (di qui, poi, il nome di
Borsari) e le sue porte venivano chiuse tutte le sere. Essa sorgeva sulla via Postumia,
antica strada romana che partiva da Genova ed arrivava ad Aquileia e dava accesso al
Decumano Massimo (attuali corso porta Borsari e corso Sant’Anastasia); il Cardo
Massimo coincideva invece con l'attuale via Cappello che si chiude con porta Leoni.
Durante il suo soggiorno a Verona Dante vide certamente la casa di Giulietta,
appartenente alla famiglia Cappello. Ai suoi tempi non era ancora stato costruito il
balcone, che verrà invece aggiunto secoli più tardi: solo nel corso del XX secolo si pensò
di fare di quello spazio “il set” cittadino della celebre storia dei due amanti, resi famosi
dalla grande tragedia di Shakespeare. Dante vide anche quella che noi chiamiamo casa di
Romeo, appartenente al tempo a Cagnolo Nogarola, costruzione in mattoni alternati a tufo.
L’itinerario è proseguito con la Chiesa di San Fermo, dove abbiamo potuto ammirare la
cappella con le tombe della famiglia Serego-Alighieri. E’ una chiesa gotica e alla venuta di
Dante era un cantiere aperto: i francescani la stavano ristrutturando per renderla uno degli
edifici religiosi più belli della città. Il suo soffitto è completamente fatto di legno e all’interno
sono state scavate delle piccole nicchie in cui sono raffigurati diversi santi.
Sempre gotica è la chiesa di Sant'Anastasia (che in origine doveva essere dedicata a San
Pietro Martire), la cui costruzione, sovvenzionata in gran parte dagli scaligeri, iniziò nel
1290. Di fronte ad essa si trovava la casa del figlio di Dante. Nel 1320 il poeta tornò a
Verona, dove, presso la chiesa di sant’Elena, espose la sua Quaestio de aqua et terra, nel
tentativo, purtroppo fallito, di ottenere un insegnamento nella città scaligera. Ne reca
testimonianza una targa sulla parete della chiesa stessa, sotto la quale si trovano i resti
delle prime basiliche paleocristiane. Dopo questa delusione, Dante morì a Ravenna l’anno
seguente.
Come ultima tappa prima di tornare a scuola, la guida ci ha portato a vedere la statua di
Dante in piazza dei Signori, in suo onore chiamata anche Piazza Dante. Ci ha spiegato
che la statua è stata costruita nel 1865 da Ugo Zanoni che ha voluto rendere omaggio al
sommo poeta, padre della nostra lingua e quindi, in un certo senso, simbolo dell'unità
d'Italia. Ma non è tutto!! Abbiamo anche scoperto che Dante è stato molto ispirato da
Verona: i nove cerchi dell’Inferno richiamano i cerchi concentrici dell’Arena e qui il poeta
scrisse il trattato politico De Monarchia e buona parte del Paradiso, che, come sappiamo,
dedicò a Cangrande Della Scala.
A noi è piaciuta molto questa uscita e speriamo che, leggendo la nostra relazione, anche
voi abbiate imparato qualcosa sul padre della nostra lingua.
ALICE BEDDINI
MARTINA FRIGERI
MICHELA MUNGIGUERRA
2G