il reporter, raccontare oltre il confine

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il reporter, raccontare oltre il confine
il reporter
raccontare oltre il confine
Cosa scrivere
il reporter si occupa di:
Reportage storici, geografici, culturali.
Viaggi in ogni angolo del mondo.
Storie particolari e per lo più sconosciute di persone “normali”.
Eventi curiosi, mostre e iniziative storico-culturali di viaggio, fotografia e giornalismo.
Notizie originali e atipiche, che normalmente non trovano spazio sugli altri media.
Libri di viaggio, storici, geografici, di giornalismo.
Ogni argomento deve avere il più possibile come sfondo il viaggio, la storia, la geografia, la
cultura. Da sempre il cuore de il reporter.
Come scrivere
Iniziare sempre l’articolo con un attacco accattivante che porti subito il lettore dentro il
pezzo. Usare frasi brevi, semplici e immediate come vuole Internet. Massima attenzione
alle ripetizioni e alle cacofonie. No a punti esclamativi, di sospensione e sottolineature.
Scrivere con taglio narrativo e non enciclopedico, anche in prima persona, se lo si desidera.
Evitando però una prosa da editoriale o, peggio, da blog personale, essendo il reporter un
sito di narrazione e non di commento. Determinate è rendere partecipe il lettore delle
emozioni, delle sensazioni e dei luoghi visti e vissuti dall’autore.
Lunghezza del servizio
Minimo 2000 battute spazi inclusi, massimo tremila. Se su uno stesso argomento si ha
molto materiale, si spezza il servizio e lo si divide a puntate, massimo tre. Prima di
scrivere, presentare la propria proposta a [email protected] per evitare di
realizzare lavori già assegnati ad altri. Se l’argomento è in linea con il target editoriale de il
reporter, verrà commissionato il servizio.
Impaginazione
Usare sempre il Font Georgia, corpo 12. Il testo deve sempre avere l’interlinea singola e
non essere giustificato centralmente ma a sinistra, senza nessun rientro del margine. E'
determinate mantenere queste indicazioni perché, altrimenti, quando avviene il passaggio
in html, il programma impazzisce e non riesce a caricare. Limitare l’uso del corsivo il più
possibile per gli stessi motivi. Andare a capo con una linea di spazio bianco ogni tre- cinque
righe massimo. (Vedi sotto). Servizi che non abbiano queste caratteristiche, pieni di errori
e refusi non saranno riscritti o corretti dalla redazione, e pertanto non verranno pubblicati.
Salvare sempre il file in Rtf affinché sia “leggibile” da ogni sistema operativo.
Esempio di articolo
Proposta di titolo:
Vorkuta, Inferno Siberia
Nome e cognome dell’autore:
di Andrea Lessona
Abstract:
Oltre il Circolo Polare Artico, per scoprire la città simbolo dei gulag e della ferocia
dell’Impero Sovietico. Dove morirono centinaia di migliaia di persone. (Lunghezza minima
180 battute, massima 250)
Testo:
La neve è nera a Vorkuta. La vedo sciogliersi in pozzanghere scure che si allargano sulla
strada, mentre cammino per via Stalin. Non so se sia per le vecchie miniere di carbone o
per le centinaia di migliaia di anime ingoiate dai gulag di questa terra.
“Stia attento a dove mette i piedi se va laggiù”, mi ha detto stamane il portiere dell’albergo
nel suo inglese biascicato. “Potrebbe calpestare qualche ossa”. L’ho guardato inorridito.
Forse per lui e gli ottantamila abitanti di questa città della Siberia è la normalità.
Una normalità a cui hanno fatto l’abitudine. L’uomo è quello strano animale che riesce ad
adattarsi a tutto: anche all’orrore. Pochi, però, ne parlano volentieri: “Sono cose vecchie,
del passato”. Me l’hanno ripetuto più volte da quando ieri sono atterrato con un bimotore
Antonov da San Pietroburgo.
Ho passato ore nell’aeroporto cittadino per cercare di recuperare i bagagli. Oltre allo zaino,
mi hanno perso anche la macchina fotografica. Così, oggi, stretto nel mio giaccone
imbottito, ho sfidato i meno venti delle strade dove vecchie Trabant slavate traballavano
tra buche profonde, e ho camminato per chilometri.
Negli occhi il riflesso gelido di vecchi edifici scrostati, dipinti con motti vuoti per esaltare le
masse di Vorkuta: i minatori guardiani del lavoro. Ho incontrato poca gente, indifferente,
la testa bassa, e sono arrivato alla periferia di vecchi blocchi di cemento. Monoliti tutti
uguali, anonimi, cadenti. Ho incrociato la ferrovia e i suoi binari lividi dove per anni
arrivavano i convogli carichi di condannati e da dove ripartivano carichi di carbone.
Poi, stanco e infreddolito sono giunto qui. Di fronte non ho che desolazione. Baracche
marce collassano su se stesse, schiacciate dal tempo, dalla neve, dall’odio. Sono i resti delle
povere case di centinaia di migliaia di uomini mandati a morire dal regime inumano di
Stalin. Russi, ucraini, polacchi, lettoni, lituani, estoni, tedeschi. Brutali assassini, detenuti
politici e prigionieri di guerra dovevano costruire l’Impero. Anche oltre il Circolo Polare
Artico.
Morire era una liberazione. Dalle 12 ore di lavoro massacrante al giorno, passate a trainare
carrelli carichi di carbone. In meno di tre settimane eri distrutto. Dalla fame che ti rendeva
un automa indifeso per le botte dei sorveglianti aguzzini, ligi al dovere dell’eliminazione.
Dal freddo che ti aggrediva dentro. Ti gelava il sangue e gli organi, e ti mummificava per
l’eternità.
Questa zona è tutta così: un alternarsi delirante di miniere e gulag. Abbandonati, distrutti,
dimenticati da un destino crudele, vivono nei ricordi dei pochi sopravvissuti. Erano i primi
anni Venti quando nella regione fu scoperto il carbone. Una manna energetica per il
nascente sistema comunista. E allora, compagni, tutti a Vorkuta per la gloria del popolo.
Le prime persone arrivarono qui, spinte dall’ideale traditore ed edificarono una città dal
nulla. Una città che negli anni sarebbe diventata simbolo e sinonimo di abominio. Il clima
al limite della sopportazione e le ricche vene carbonifere da sfruttare ne fecero un luogo
ideale per eliminare gli indesiderati e guadagnare dalle loro inutili vite.
Secondo la versione ufficiale, questi campi di concentramento vennero chiusi alla fine degli
anni Cinquanta. E poco alla volta anche le miniere. Oggi solo alcune sopravvivono
appestando l’aria: rigagnoli di fumo striano il cielo e lo sfregiano di veleno.
Cammino tra la neve sempre più nera, dove ogni tanto emerge qualche croce: il ricordo
anonimo di un numero. Cerco di scostare la vecchia recinzione per entrare nello spiazzo
gelato che porta alle baracche, oltre la torre di osservazione diroccata. Ma mi taglio la
mano nella rete metallica arrugginita. E’ una ferita lunga e profonda da cui scivolano dense
gocce rosse.
Le guardo cadere a terra: la Siberia ingoia anche il mio sangue.
Tag: Europa, Russia, Siberia, Vorkuta, Comunismo, Gulag, Stalin
Almeno cinque parole che definiscano l’articolo da utilizzare per l’indicizzazione del pezzo
sia all’interno del sito sia nei motori di ricerca esterni: google, yaooh, alice ecc.
I Tag che devono accompagnare ogni articolo
Ne “il reporter” è presente anche una navigazione di tipo geografica degli articoli.
Al fine di connotare geograficamente gli articoli, ovunque fosse necessario, e in modo
omogeneo vengono utilizzati i tag degli articoli. Tutti gli articoli che fanno rifermento a
luoghi devono avere una connotazione geografica. La forma minima da indicare è
composta dai tag per Continente e Stato.
Nel caso dell'Italia, dell'Irlanda, del Regno Unito e degli Stati Uniti è necessario indicare
anche i tag di suddivisione regionale.
I tag indicati di seguito corrispondono allo standard da seguire.
Continenti
Europa, Asia, Nord America, Sud America, Africa, Oceania, Antartide, Artide
Stati
Afghanistan, Albania, Algeria, Andorra, Angola, Antigua e Barbuda, Arabia Saudita,
Argentina, Armenia, Australia, Azerbaigian, Bahamas, Bahrain, Bangladesh, Barbados,
Belgio, Belize, Benin, Bhutan, Bielorussia, Bolivia, Bosnia, Botswana, Brasile, Brunei,
Bulgaria, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Camerun, Canada, Capo Verde, Ciad, Cile,
Cina, Cipro, Colombia, Comore, Congo, Corea del Nord, Corea del Sud, Costa d'Avorio,
Costa Rica, Croazia, Cuba, Danimarca, Dominica, Ecuador, Egitto, El Salvador, Emirati
Arabi Uniti, Eritrea, Estonia, Etiopia, Figi, Filippine, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia,
Georgia, Ghana, Giamaica, Giappone, Gibuti, Giordania, Grecia, Grenada, Guatemala,
Guinea, Guinea-Bissau, Guinea Equatoriale, Guyana, Haiti, Honduras, India, Indonesia,
Iran, Iraq, Irlanda, Islanda, Isole Marshall, Isole Salomone, Israele, Italia, Kazakistan,
Kenya, Kirghizistan, Kiribati, Kuwait, Laos, Lesotho, Lettonia, Libano, Liberia, Libia,
Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Madagascar, Malawi, Maldive, Malesia,
Mali, Malta, Marocco, Mauritania, Mauritius, Messico, Micronesia, Moldavia, Monaco,
Mongolia, Montenegro, Mozambico, Myanmar, Namibia, Nauru, Nepal, Nicaragua, Niger,
Nigeria, Norvegia, Nuova Zelanda, Oman, Paesi Bassi, Pakistan, Palau, Palestina, Panama,
Papua Nuova Guinea, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Qatar, Regno Unito, Repubblica
Ceca, Repubblica Centrafricana, Repubblica Dominicana, Rebubblica Sudafricana,
Romania, Ruanda, Russia, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, San
Marino, Saint Lucia, São Tomé, Senegal, Serbia, Seychelles, Sierra Leone, Singapore, Siria,
Slovacchia, Slovenia, Somalia, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, Sudan, Suriname, Svezia,
Svizzera, Swaziland, Tagikistan, Taiwan, Tanzania, Thailandia, Timor Est, Togo, Tonga,
Trinidad e Tobago, Tunisia, Turchia, Turkmenistan, Tuvalu, Ucraina, Uganda, Ungheria,
Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu, Città del Vaticano, Venezuela, Vietnam, Yemen, Zambia,
Zimbabwe
Regioni d'Italia
Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia
Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania,
Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna
Suddivisone dell'Irlanda
Irlanda, Irlanda del Nord
Suddivisione del Regno Unito
Inghilterra, Scozia, Galles
Suddivisioni degli Stati Uniti
Alabama, Alaska, Arizona, Arkansas, California, Carolina del Nord, Carolina del Sud,
Colorado, Connecticut, Dakota del Nord, Dakota del Sud, Delaware, Florida, Georgia,
Hawaii, Idaho, Illinois, Indiana, Iowa, Kansas, Kentucky, Louisiana, Maine, Maryland,
Massachusetts, Michigan, Minnesota, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, Nevada,
New Hampshire, New Jersey, New York, Nuovo Messico, Ohio, Oklahoma, Oregon,
Pennsylvania, Rhode Island, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia, Virginia
Occidentale, Washington, Wisconsin, Wyoming, Distretto di Columbia, Samoa Americane,
Porto Rico, Isole Vergini Statunitensi, Guam, Isole Marianne Settentrionali, Atollo
Johnston, Kingman Reef, Isole Midway, Isola Navassa, Isola Howland, Atollo Palmyra,
Isola Baker, Isola Jarvi, Isola Wake
Didascalia foto articolo:
Un’immagine della vecchia Vorkuta © Andrea Lessona (se la foto è dell’autore)
Altrimenti: Un’immagine della vecchia Vorkuta - Foto tratta da ….. (se la foto è presa dal
web).
Le fotografie
Serve una sola foto per articolo. L’immagine deve essere salvata solo e sempre in
estensione jpg. e tagliata dai collaboratori con queste dimensioni: 675 pixel in larghezza,
385 in altezza. Risoluzione (dpi): 72. Se ridimensionata in modo differente, il programma
non riesce a caricarla, e senza è impossibile pubblicare l’intero servizio. Fotografie scure,
sgranate o troppo piccole non verranno prese in considerazione. Questo per tutelare il sito
e gli stessi collaboratori. Chi non disponesse di foto proprie può prenderle dal web, sempre
e solo da siti stranieri e citando in ogni caso la fonte per rispettare le leggi vigenti sul
copyright internazionale.
Per chi ha altri scatti propri da valorizzare, c’è la Fotogallery. In questo caso si possono
pubblicare sia immagini in orizzontale sia in verticale.
Minimo richiesto: 5 fotografie; massimo, 15. Dimensioni non inferiori a 675 pixel in
larghezza, 385 in altezza e 675 pixel in altezza e 385 in larghezza.
Le immagini devono essere accompagnate da una didascalia e verranno caricate con nome
e cognome dell’autore e il simbolo del copyright per tutelare i diritti. (Vedi sopra)
Le fotografie devono essere solo ed esclusivamente allegate nell'e.mail e non incollate in
word.
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