la mezzaluna islamica dal caucaso alla libia

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la mezzaluna islamica dal caucaso alla libia
MAGAZINE DI INFORMAZIONE
INTERNAZIONALE
1/2016
LA MEZZALUNA ISLAMICA
DAL CAUCASO ALLA LIBIA
LIBANO, TRA LA PACE DELL’ONU E LA GUERRA DEL DAESH
LE SANZIONI ALLA RUSSIA E L’APERTURA USA
INTELLIGENCE, UNICA TISORSA CONTRO IL TERRORISMO?
IRAN SCONTRO TRA FONDAMENTALISMI
02
EU RO PE A N A FFAIRS
GENNAIO/FEBBRAIO
04.
2016
/
NO.01
L’EDITORIALE
DI ALESANDRO CONTE
06.
LIBANO, TR A L A PACE DELL’ONU E L A GUERR A DEL DAESH
10.
LE SANZIONI ALLA RUSSIA: L’APERTURA USA COME POTREBBE
INCIDERE SULL’ECONOMIA EUROPEA
DI PALESSANDRO CONTE
Di PAOLO BALMAS
12.
INTELLIGENCE, UNICA TISORSA CONTRO IL TERRORISMO?
18.
EUROPA, DAL CAUCASO ALL’UCR AINA IL DAESH NON
BUSSA SOLO A SUD
DI DOMENICO MARTINELLI
DI GIACOMO PR ATALI
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03
ISIS E TALIBAN PROTAGONISTI DEL FONDAMENTALISMO MEDIORIENTALE
21.
DI MONIA SAVIOLI
24
DI PAOLA FRATANTONI
26.
32.
36
IR AN SCONTRO TR A FONDAMENTALISMI
ALEPPO CITTA’ MILLENARIA AL CENTRO DI UN CONFLITTO MONDIALE
Di AMIRA SAFFAYEH
L’ESTREMISMO ISLAMICO SCANDINAVO
DI CARLA MELIS
HOT SPOT - AREE DI CRISI
DI GIACOMO PRATALI
ISRAELE E RUSSIA, AMICI E NEMICI: UNA LEZIONE DAL PASSATO
38
DI ADDIE AWWAD
42
IEUNAVFOR MED, STALLO PER LA TERZA FASE
DI VIVIANA PASSALACQUA
EUROPEAN AFFAIRS MAGAZINE
BIMESTRALE
DI INFORMAZIONE INTERNAZIONALE
DIRETTORE : ALESSANDRO CONTE
REDAZIONE
MONIA SAVIOLI
GIACOMO PRATALI
DOMENICO MARTINELLI
MARTA GATTI
SABIENA STEFANAJ
PAOLO BALMAS
PAOLA FRATANTONI
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L’ EDITO RI A LE
Direttore
Alessandro Conte
Il 2016 inizia nel peggiore dei modi, un
giovane ricercatore viene torturato e
ucciso al Cairo, un delitto atroce in un
paese che molte nazioni occidentali,
Italia compresa, annoverano tra gli
amici.
Giulio Regeni, giovane ricercatore
dell’Università di Cambridge, stava
realizzando uno studio sul ruolo dei
sindacati in un paese che da decenni
è guidato da una casta militare e che
sembra più una dittatura che una
repubblica.
L’Italia a gran voce chiede chiarezza
ma ancora una volta la verità sembra
essere molto lontana.
Molto vicino invece, in Libia la guerra
si avvicina, l’occidente non riesce
a prendere una posizione unitaria,
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anche per i forti interessi di Francia e
Gran Bretagna che mirano ancora alle
concessioni petrolifere non ottenute
dopo la morte di Gheddafi. Spuntano
sui media nuovi piani di intervento
che precedono la divisione in tre aree
di protettorato da affidare a Francia,
Gran Bretagna e Italia, un ritorno alla
politica coloniale?
In questa grande incertezza ancora
non si riesce a capire pienamente
la posizione della Turchia che vuole
diventare evidentemente cardine della
guerra in Siria, attaccando attivamente
le postazioni Curde in territorio siriano
e barattando i flussi di migranti con
l’accondiscendenza dell’occidente.
Unico rischio di Erdogan in questo
gioco è di scontrarsi apertamente con
la Russia e trascinare la NATO in un
conflitto più ampio, tentativo portato
avanti e fallito già mesi fa con la scusa
degli attacchi dell’ ISIS.
05
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06
COVER STORY
LIBANO, TR A LA PACE DELL’ONU E LA GUERR A DEL DAESH
di Alessandro Conte
Libano, una repubblica democratica
nei villaggi può essere scossa in ogni
che
convivenza
momento da atti di violenza perpetrati ai
interconfessionale un modello sociale
danni di una o altra fazione di rifugiati
unico al mondo.
ospiti del paese.
ha
fatto
della
Dopo la terribile
guerra civile che ha visto le varie milizie
In questo contesto la Costituzione
affrontarsi e scontrarsi per lunghi anni
della Repubblica Libanese prevede la
con gravi conseguenze su tutta la
suddivisione delle alte cariche politiche
popolazione di qualsiasi etnia.
secondo un modello ben preciso teso ad
Anche se il paese
non è
coinvolto
un equilibrio tra i partiti politici in campo
direttamente nelle crisi in atto nel medio
L’assemblea
oriente,
la sua posizione di confine
rappresentanza politica, si compone di
con la Siria e Israele lo pone in una
un numero pari di seggi tra Cristiani e
situazione di grande esposizione alle
mussulmani, 64 per ognuna fazione.
tensioni internazionali.
Dei seggi della comunità musulmana,
L’apparente tranquillità che si percepisce
27 sono appannaggio dei sunniti, 27
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nazionale,
organo
di
07
degli sciiti, 8 dei drusi e 2 degli alawiti;
Hezbolla ha permesso il coinvolgimento
dei seggi della comunità cristiana, 34
del Libano in una guerra invisibile tra
sono appannaggio dei maroniti, 14 degli
Iran e Israele è oggi con l’esplosione
ortodossi di rito greco, 8 dei cattolici, 5
della crisi Siriana e l’avanzata del Daesh
degli ortodossi di rito armeno, 3 di altre
a mettere in campo le forze paramilitari
minoranze.
oltre il confine a difesa del paese.
La politica libanese i divide in de grandi
Hezbollah, sciita, è da sempre un alleato
coalizioni che prendono il nome da due
di Assad che è sempre stato considerato
eventi importanti della storia recente,
un protettore di Hezbolla. Inoltre non
“8 marzo” e “14 marzo”, due grandi
bisogna dimenticare che gran arte
manifestazioni che hanno avuto luogo
delle risorse energetiche e commerciali
nel marzo del 2005 dopo l’uccisione del
arrivavano in Libano proprio dalla Siria.
premier Rafiq Hariri. Le due alleanze
La componente economica di questa
si alternano alla guida del paese e di
alleanza non è da sottovalutare per un
riflesso in tutta la struttura amministrativa
paese che confina per due terzi con la
delle province e dei villaggi.
Siria e un terzo con una nazione con cui
Sebbene si sia trovato un modello di
è formalmente in guerra dal 2006.
equilibrio politico, la fragilità del sistema
D’altro canto Hezbolla garantisce alla
è indubbia e e pressioni internazionali
siria di Assad la lealtà e l’appoggio di una
si acuiscono sempre di più. Negli ultimi
gran parte del paese, un confine sicuro
anni soprattutto l’affermazione politica di
dal quale poter rompere l’isolamento
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internazionale e l’appoggio formale alla
che non riescono a gestire le situazioni
lotta di liberazione della Palestina contro
più complesse. In questo contesto si
Israele oltre naturalmente l’appoggio
inseriscono gli incidenti lungo la Blu Line
politico della repubblica libanese grazie
del 2015.
alla sua forte influenza in parlamento.
Nonostante
Forte nel sud del paese Hezbolla invia le
internazionale la missione Leonte IX,
sue forze migliori a combattere in Siria il
che schiera mezzi e uomini del 1 rgt
Daesh su una linea del fronte avanzata
Nizza Cavalleria e del 9 rgt Alpini, riesce
rispetto alla naturale linea di confine che
a far fronte con grande capacità ad ogni
invece è presidiata dall’esercito regolare
criticità che si possa creare lungo la linea
libanese.
di demarcazione tra Libano e Israele.
Uno sforzo di risorse non indifferente
La missione nel temo è riuscita a creare
per il partito che si può notare nei vari
un rapporto di fiducia nella popolazione
villaggi dove vengono esposti fuori dalle
locale, le istituzioni e le fazioni politiche
case le immagini dei volontari caduti in
tale da far percepire una tranquillità nella
Siria e ricordati come eroi.
vita quotidiana.
Questo aspetto è molto importante per
Questo elemento è talmente importante
la stabilità dell’area meridionale del
nello scenario globale che ha permesso
Libano dove dal 2006 è dislocata la
sa ad Hezbolla che all’esercito regolare
missione UNIFL, oggi a guida italiana.
Libanese di dispiegare le forze migliori al
L’invio dei combattenti più esperti e dei
nord del paese a difesa del confine con
capi più importanti sul fronte siriano
la Siria, lasciando di fatto alla missione
ha provocato nel tempo una instabilità
ONU il compito di mantenere intatta la
dell’area
tregua con Israele.
causata dai giovani leader
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la
difficile
situazione
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LE SANZIONI ALLA RUSSIA: L’APERTURA USA COME
POTREBBE INCIDERE SULL’ECONOMIA EUROPEA
di Paolo Balmas
Dopo due anni di crisi in Ucraina e migliaia di vittime causate
dal conflitto nel Donbass e dalla rivolta del Maidan, sembra che
le sanzioni economiche imposte dall’Occidente non riescano
a raggiungere lo scopo desiderato. Gli incontri di Minsk (fra
Russia, Ucraina, Bielorussia, Francia e Germania) hanno
chiaramente definito quali sono gli obiettivi da raggiungere per
il rientro delle sanzioni rilasciate dalla Commissione europea.
Ma sembra impossibile raggiungere lo scopo di tali accordi.
Infatti, le sanzioni alla Russia sono aumentate lo scorso
dicembre 2015. La Commissione ha prolungato di sei mesi
le proprie iniziative contro 149 individui e 37 fra enti, imprese
e organizzazioni, sia russe che ucraine (21 dicembre 2015).
Dall’altra sponda dell’Atlantico, invece, è arrivata una lista
aggiornata con più di trenta nuovi obiettivi da sanzionare.
Il documento è stato prodotto dall’Office of Foreign Assets
Control (Ofac) del Dipartimento del Tesoro (22 dicembre 2015).
Fra gli atteggiamenti europeo e americano nei confronti
della Russia, esistono delle differenze. Si potrebbero
riassumere nel fatto che l’Unione Europea non riconosce
l’annessione della Crimea da parte della Federazione
russa. Infatti, le sanzioni di Bruxelles sono incentrare
su tale questione e colpiscono soprattutto enti, banche,
organizzazioni e individui che in qualche modo sono
collegati al consolidamento della presenza russa in Crimea.
Gli Stati Uniti, come il Canada e l’Australia, pur rifiutando
le operazioni geopolitiche della Russia come fa l’Ue, si
spingono oltre. Sono più concentrati a colpire le banche,
le imprese e gli individui che, in parte, costituiscono l’elite
russa. Nel documento rilasciato dal Dipartimento del
Tesoro, infatti, si troverà una lunga lista di imprese che
operano nel settore degli idrocarburi e della Difesa, ad
esempio, ma anche della logistica, dei trasporti, eccetera.
Eppure, sul fronte della lotta al terrorismo Stati Uniti e
Russia stanno tentando progressivamente di avvicinarsi per
coordinare una possibile soluzione al conflitto civile siriano.
L’atteggiamento di Washington nei confronti della Russia in
merito alla situazione in Ucraina, quindi, non è in linea con
l’atteggiamento della stessa Amministrazione nei confronti
della Russia che opera in Siria. Coscienti di tale presupposto,
a poco più di un mese dall’ampliamento delle sanzioni, i
rappresentanti di Usa e Russia si sono incontrati a Ginevra
per confrontarsi sul processo di pace in Medio Oriente.
Ciò potrebbe apparire come una profonda contraddizione.
Tuttavia, negli ultimi anni, ancor di più negli ultimi mesi, è
emerso chiaramente che la diplomazia del terzo millennio si
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sviluppa su piani paralleli. A volte, questi piani si incontrano,
si intrecciano, si influenzano l’un l’altro. Un esempio per tutti
è il contrasto palese fra la cooperazione degli Stati Uniti
con la Repubblica popolare cinese in ambito economico
finanziario e il confronto sempre più esplicito fra le due
potenze nelle aree contese del Mar cinese meridionale.
Tuttavia, per tentare di definire lo scenario in cui si inseriscono le
sanzioni, allo scopo di comprenderne la funzione, può essere
utile analizzare il punto di vista opposto, ovvero quello di Mosca.
Nella nuova Strategia per la Sicurezza nazionale, divulgata
il 31 dicembre 2015, il governo russo ha elencato le proprie
preoccupazioni e le minacce che assediano la Federazione.
Fra queste ultime, le sanzioni non occupano assolutamente
i primi posti. La Nato, il terrorismo, la proliferazione di
armi non convenzionali e l’instabilità vengono prima.
La Nato perché ha raggiunto i confini russi e vuole
aumentare le misure militari difensive degli stati in cui si
espande, ovvero i sistemi antimissilistici di produzione
statunitense e gli armamenti definiti “strategic nonnuclear high-precision”. Per quanto riguarda il terrorismo,
la questione è molto seria. Infatti, Mosca si rende conto
che lo Stato Islamico opera contro i propri interessi nella
regione mediorientale. Per non contare il fatto che fra
i militanti fedeli del Califfato vi sono oltre 800 cittadini
russi provenienti solo dal Dagestan, che costituiscono un
pericolo per la stabilità futura della repubblica del Caucaso
del Nord. Il documento parla anche di instabilità relativa a
possibili nuove rivoluzioni colorate, con attenzione ai luoghi
in cui può facilmente esplodere la tensione accumulata in
area eurasiatica (principalmente Caucaso e Asia centrale).
Viene citata anche la responsabilità occidentale relativa ai
fenomeni che si sono verificati in Ucraina e in Medio Oriente.
Le sanzioni hanno un ruolo minore. In fondo, da un punto
di vista economico preoccupa molto di più riuscire a
contenere le perdite dovute ai bassi prezzi del petrolio e
del gas. Infatti, la Russia è uno dei paesi che ha subito le
maggiori perdite. Le ripercussioni cadranno sui progetti
infrastrutturali, per l’energia e per i trasporti, sul bilancio
della Difesa, in generale sull’economia reale oltreché sugli
strumenti finanziari. I primi sintomi si sono già verificati.
Fra questi, la chiusura del progetto South Stream, che
ha portato di recente l’italiana Saipem a chiedere un
indennizzo di centinaia di milioni di euro; e la ancora più
recente procedura di Gazprombank, una delle banche più
grandi della Federazione, per chiudere la filiale di Londra.
11
In altre parole, se si prendesse in considerazione la
strategia di contenimento della Russia attuata dagli Stati
Uniti, dall’Unione Europea e soprattutto dalla Nato, le
sanzioni assumono una precisa funzione complementare
volta a rallentare l’espansione russa nelle regioni
limitrofe alla Federazione, compresa la mediterranea,
e in generale nel complesso economico europeo.
Da questo punto di vista, quindi, non basterà una marcia
indietro in Ucraina da parte della Russia per stabilizzare
i rapporti economici fra Mosca e le capitali europee,
poiché tale ritirata non sarebbe altro che uno dei tanti
obiettivi che mirano a un contenimento ben più ampio.
L’espansione della rete energetica per la fornitura del
gas naturale russo all’Europa è una delle maggiori
preoccupazioni di una parte dell’elite occidentale. Le due
direttrici principali, una attraverso la Turchia e una attraverso
il Mar Baltico, sono attualmente messe in discussione, la
prima a causa della crisi fra i governi di Ankara e di Mosca; la
seconda a causa delle sanzioni e delle resistenze politiche.
Il settore energetico, come quello della guerra contro il
terrorismo, viaggia su un piano parallelo. Mosca tenta
di mantenere attivi i rapporti per i progetti infrastrutturali,
sulle basi della consapevolezza dei bisogni energetici
europei. La creazione di un nuovo mercato dell’energia,
che vede gli Stati Uniti come i nuovi primi produttori di
gas naturale (secondo il rapporto della Banca Mondiale
relativo ai dati del 2015), è sullo sfondo di tale dinamica.
Per concludere, una maggiore collaborazione fra Stati Uniti e
Russia nelle operazioni contro lo Stato Islamico in Siria, potrà
anche ammorbidire i toni del confronto e permettere alcuni
compromessi in altri settori, ma nel lungo periodo non sembra
poter assicurare il ritorno alla normalità dei rapporti fra Mosca
e l’Occidente. In fondo, le voci autorevoli di Washington
lo lasciano intuire. I candidati alle elezioni di novembre
2016 per la Casa Bianca promettono tutti di assumere un
atteggiamento più duro in politica estera. Ma il monito
maggiore proviene dal Direttore della National Intelligence,
James R. Clapper. Questi ha dichiarato che lo Stato Islamico è
decisamente un problema, ma non ha la capacità di infliggere
colpi mortali agli Stati Uniti d’America; la Russia invece può.
Da ciò si comprende quale siano le priorità
di Washington e di conseguenza della Nato.
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INTELLIGENCE, UNICA RISORSA CONTRO IL TERRORISMO?
di Domenico Martinelli
A seguito dei tristissimi fatti di Parigi,
europee
degli episodi di violenza perpetrata da
primis, e consessi internazionali del
singoli individui radicalizzati, spesso
settore non sono intelligence e non
paranoici e non legati a organizzazioni
fanno intelligence; si tratta di organismi
terroristiche, dagli eccidi in Syria ed in
e comitati, molti dei quali in seno
Africa è lecito chiedersi se l’intelligence
all’UE o all’ONU, che elaborano dati,
sia l’unica arma contro il terrorismo.
studiano
A nostro parere la risposta è no. O,
prassi, ed emanano raccomandazioni,
meglio, non solo. L’intelligence è un
producendo un ottima mole di lavoro
campo in cui l’Europa e le Nazioni Unite
per gli addetti istituzionali e para-
non esistono ed in cui i trattati di fatto
istituzionali e per i decisori politici, ma
non esistono. L’intelligence, sia esso
non creano intelligence, indirizzandosi
esterno o interno è qualcosa che esula
per lo più a forze ed operazioni di polizia
dai rapporti tra stati e organizzazioni
di tipo palese e di tipo investigativo e
internazionali e, molto spesso, interessa
giudiziario. Men che meno sono veritiere
esclusivamente
le
i
rapporti
bilaterali
di
sicurezza,
casi,
paventate
Europol
individuano
(da
di
buone
stampa)
sussistenti tra Stati, che – come la storia
potenziali
insegna – non sono sempre in rapporto
poste in essere da organismi cerati sulla
di parità ma, anzi, molto spesso sono in
base di accordi multilaterali (o bilaterali
rapporto di sudditanza o dipendenza.
incorciati) quali l’Eurogendfor (che è
Da sempre, ed ancor più in questi giorni,
un perfetto e meritevole connubio di
in Europa si parla di un’intelligence
gendarmerie europee, essenzialmente
unica, di scambio informazioni, e di
impegnato a fornire expertise di polizia
collaborazione tra servizi.
ed addestramento militare in paesi in
Non confondiamo le cose: agenzie
via di sviluppo, e ad agire quale forza di
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operazioni
alcuna
in
intelligence
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interposizione in aree di crisi).
potrebbe richiamare una dottrina cinese
Le differenze normative tra gli Stati
secondo la quale ogni cittadino è tenuto
europei, di fatto, costituiscono a detta
a fare sicurezza, a dare sicurezza
di molti un notevole intralcio alla
ed a custodire anche le informazioni
costituzione di un apparato di intelligence
minimali, divulgandole solo alle autorità.
comune. Secondo altri politici, italiani o
La sicurezza partecipata si misura
stranieri che siano, gli Stati europei non
studiando le attività poste in campo dallo
vogliono realmente costruire un’unica
Stato a livello centrale, fino ad arrivare
intelligence perché sono gelosi delle
alle più infime articolazioni dei piccoli
informazioni possedute e non credono
comuni e dei villaggi.
di riceverne di altrettanto qualificate da
A differenza dell’intelligence unica, il
parte dei loro omologhi interlocutori;
concetto di sicurezza partecipata non è
questo proprio perché la materia non
un’utopia: è davvero realizzabile e, forse,
è regolata e perché le regole in questo
è già in corso di realizzazione, addirittura
settore, dove la trasparenza non è
in modo inconsapevole, specie in questi
una forza − ma necessariamente una
periodo. Ma occhio agli allarmismi.
debolezza − non si scrivono.
Dietro un hijab non si nasconde sempre
Per questo motivo l’intelligence potrebbe
una terrorista.
essere una buona arma unica contro
Altro strumento utilizzabile, stavolta
il terrorismo, ma tale esercizio non è
dai decisori politici, è ciò che potrebbe
praticabile nel breve periodo, nemmeno
derivare dagli esiti dei Consigli e
in un regime di massima urgenza qual’è
Comitati europei in ambito sicurezza
quello che stiamo vivendo.
interna. La Strategia della Sicurezza
L’Europa,
però,
può
utilizzare
gli
Interna, i Report annuali di Europol
strumenti normativi ed operativi di cui
sul terrorismo, l’Agenda Europea sulla
nel tempo si è dotata e si è perfezionata,
Sicurezza sono tutti utili strumenti per
rasentando davvero l’eccellenza.
gli Stati membri per affinare strategie,
In tutti gli Stati membri si parla infatti
condividere esperienze e formare una
di sicurezza partecipata: un concetto
coscienza comune, a livello politico,
molto ampio, che, per essere spiegato,
per contrastare il fenomeno terroristico.
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14
Ma, va da sé, i decisori devono poi
transnazionali
decidere. Devono agire e far agire gli
pensi all’ETA, alla Resistencia Galega o
apparati dei loro stati, promuovendo per
al PKK o ai gruppi antisemiti o islamofobi
quanto possibile non utopie giuridiche,
che, sebbene in misura sicuramente
come quella dell’unificazione dei servizi
minore, hanno comunque fatto parlare
d’intelligence europei, ma disposizioni
di sé in questi mesi e nell’ultimo biennio.
normative concrete, stringenti e precise.
Si pensi, infine, al terrorismo di matrice
Prendiamo
GAI
religiosa: per questo tipo di fenomeno
europea, di cui abbiamo già parlato altre
Europol studia ed elenca i vari episodi,
volte, qui su European Affairs.
conta gli arresti eseguiti dagli Stati
Ogni anno l’Agenzia emana un Rapporto
membri ed elenca alcune attività criminali
dell’Unione Europea sulla situazione ed
che devono essere contrastate perché
il trend del terrorismo, il c. d. “TE-SAT”,
contribuiscono a rafforzare il terrorismo
documento famoso per gli addetti ai
quali
lavori. Europol, da sempre specializzata
nell’economia legale, i rapporti con
nell’analisi
distingue
l’economia sommersa e criminale e con
giustamente vari fenomeni terroristici,
la criminalità organizzata, e la facilità
non
esclusivamente
con cui si trasferiscono informazioni
su quello di matrice islamica, che è al
sul maneggio e la costruzione di
momento quello che desta più clamore.
ordigni esplosivi mediante il deep web
Oltre
ispirazione
(lambendo così il fenomeno del cyber
religiosa, infatti, Europol rammenta che
crime).I dati sono noti, pubblici, ed ogni
esiste un terrorismo etnico-separatista
Stato ha la ricetta per contrastare i
e nazionalista, un terrorismo di sinistra
fenomeni.
(di
Ci
Europol,
criminale,
soffermandosi
al
agenzia
terrorismo
matrice
di
anarco-insurrezionalista,
il
sono
e
transfrontaliere.
finanziamento,
Stati
che
l’immissione
limitano
del
a
espressione tanto cara agli analisti italiani)
sospendere
ed un terrorismo di destra. Ovviamente
Schengen. Ovviamente tale soluzione -
Europol si interessa dei fenomeni da un
la più facile - può rivelarsi utile nel breve
punto di vista complessivo, specie se gli
o brevissimo periodo, ma è letale sul
stessi sono connotati da caratteristiche
lungo termine. Questo perché i cittadini
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l’efficacia
si
Si
trattato
15
ed i commercianti sono insofferenti alle
che il terrorismo può produrre sulla
limitazioni di libertà acquisite ormai da
società: campagne di informazione sui
anni e, inevitabilente, la politica risente
pericoli dell’estremismo religioso, da
di tali pressioni sicché è facilissimo
praticarsi nelle scuole sin dalle prime
riallargare le maglie dei controlli alle
classi, seminari gratutiti di istruzione alle
frontiere dopo pochi giorni, facendo
prime azioni da compiere per salvare
passare poi, secondo la legge del
sé e gli altri a seguito o durante un
contrappasso, qualunque tipo di merce
attentato terroristico, attenzione e focus
e di persona. Qualcuno, specie nei
mediatici frequenti, ma non noiosi e
paesi nordici, parla di contro-narrativia:
pendanti, sul terrorismo religioso, e sui
ossia dell’avvio di una vera e propria
pericoli del fondamentalismo. Soluzioni
campagna culturale e mediatica di
di tipo culturale, insomma. A poco o
contro-informazione contro il jihadismo
a nulla serve quell’onda cavalcata
e la radicalizzazione. Addirittura c’è chi
da varie fazioni politiche europee,
vorrebbe prevedere dei programmi di
repubblicane o democratiche, per dirla
riabilitazione “sociale” per i sospetti e
all’americana, che individua la soluzione
potenziali foreign fighters (qualcuno
nella corresponsione di maggiori fondi
anche per quali acclarati): evitare la
alle Forze Armate o di Polizia: questo
prigione in cambio di un impegno civile
perché qualunque “squilibrio”, specie se
nella lotta all’estremismo ed alla violenza
improvviso, nel bilancio degli Stati, prima
religiosi.
o poi si ripercuote inevitabilmente proprio
Ma anche queste soluzioni ci sembrano
sul settore che ha “causato” lo squilibrio
poco adeguate e, a dire il vero,
stesso e gli effetti non possono essere
abbastana utopistiche, specie per realtà
che poco duraturi, se non disastrosi, nei
e architetture giuridiche e politiche di
loro risvolti sociali, politici e sindacali.
origine “latina”, come quella italiana.
Bene sarebbe, invece, investire nella
Meglio sarebbe parlare di “resilienza
controinterdizione
civile”, ossia di una forma di boicottaggio
nella pratica di un’intelligence economica
-
e
aggressiva nei confronti anche dei
politicamente guidato - degli effetti
piccoli capitali, delle donazioni per cause
anche’esso
nomativamente
economica:
ossia
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16
religiose non meglio specificate, delle
Riassumendo: forze militiari e di polizia
oblazioni per opere umanitarie portate
dedicate e costitutite da un consistente
avanti da organizzazioni indubbiamente
numero di professionisti; provvedimenti
poco famose, poco note in ambito
normativi chiari, mirati, di lunga durata,
worldwide e di nascita relativamente
non oppressivi e non circoscritti alle
giovane.
del
sole emergenze; operazioni culturali e
inevitabilmente
mediatiche che educhino - nel rispetto
aggredire la linfa vitale di una tale
di ogni confessione religiosa - sì alla
cattiva escrescenza; del resto la tecnica
tolleranza ecumenica, ma anche alla
di aggressione dei patrimoni costituisce
totale intolleranza verso qualsivoglia
il classico metodo di lotta alle forme più
forma di violenza ispirata alla o dalla
radicate di malavita organizzata in tutto
fede;
il mondo. Metodologie di pagamento
forma di criminalità economica che possa
quali l’hawala o il chitti banking sono
anche minimamente rendersi sospetta
ormai molto conosciute e rappresentano
di appoggiare, anche solo idealmente, il
un rischio per chi, Stato o persona,
terrorismo e la radicalizzazione.
ne è in qualche modo vittima. Ma tali
In attesa di un’unica Procura europea
metodi sono rischiosi anche per chi li
contro il terrosismo, di un unico esercito
pratica, questo specie in un’Europa che
europeo, di un’unica agenzia europea di
ha fatto dell’antiricilaggio uno dei suoi
intelligence, sono queste, secondo noi,
principali cavalli di battaglia, sfornando
le ricette alternative per sconfiggere il
con sempre maggior frequenza direttive
terrorismo.
terrorismo,
Aggredire
significa
l’economia
e decisioni che impognono agli Stati
membri adeguamenti normativi urgenti
e che hanno regalato - come nel caso
italiano - una definizione sempre più
nitida della fattispecie del riciclaggio e
delle responsabilità anche in campo
amministrativo, oltre che penale, che da
essa derivano.
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lotta indiscriminata contro ogni
17
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EUROPA, DAL CAUCASO ALL’UCRAINA
IL DAESH NON BUSSA SOLO A SUD
DI GIACOMO PRATALI
Non solo la Siria. Non solo l’Iraq. Non
Oltre all’aumento di persone che fanno
solo la Libia. L’ombra lunga dello Stato
tra le fila del Daesh, si registra l’insorgere
Islamico è divenuta incombente an-
di un violento dualismo tra le due or-
che sul Caucaso. Dal 2013, il declino
ganizzazioni. Un dualismo che pende
dell’Emirato nelle ex repubbliche soviet-
sempre più e inesorabilmente verso lo
iche ha fatto spazio alla organizzazione
Stato Islamico, che arriva ad ottenere,
jihadista capeggiata da al Baghdadi.
proprio lo scorso anno, la leadership, in
Era il 2007. Il sentimento antirusso, dif-
termini di popolarità, dell’area caucasica
fuso in molte regioni dell’Asia Centrale,
e dell’Asia Centrale.
fu raccolto dall’Emirato del Caucaso,
Una propaganda più efficace e la proc-
fondato da Dokkunmarov in seguito alla
lamazione di un governatorato nel Cau-
Seconda Guerra Cecena. L’obiettivo di
caso russo nel giugno 2015, segnano la
una rivolta armata contro Mosca provocò
definitiva svolta a favore del Daesh. Ed
molti attacchi terroristici fino all’inizio de-
evidenziano come quella dell’Emirato
gli anni Dieci.
sia ormai una realtà quasi del tutto su-
Poi
il
declino,
dovuto
anche
alla
perata.
morte di alcuni leader ma, soprattut-
Tuttavia, l’ombra dello Stato Islamico
to, dall’affermazione su scala globale
arriva fino alle porte d’Europa, ovvero
dell’Isis. Dal 2013, il Caucaso diviene
in Ucraina. Ed è strettamente collega-
un vero e proprio bacino di reclutamento
to a quello presente nel Caucaso oltre
per il conflitto in Siria, con 700 tra rus-
che da un comune sentire religioso, da
si, ceceni e georgiani che partono per
un profondo sentimento antirusso. Un
la guerra. Fino ad arrivare ai 1500 del
po’ come è accaduto e sta accadendo
2015.
in Cina tra la popolazione musulmana
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19
dello Xinjiang e Pechino, la ragione che
Una formazione, la “Crimea”, che com-
muove le varie milizie jihadiste è anche
batte su due fronti. In Ucraina, appunto,
di natura politica.
contro i separatisti filorussi. In Siria, a
Come già riportato da European Affairs
fianco del Daesh, contro il governo di
negli scorsi mesi, è dal luglio 2015 che
Assad e contro quella Russia pesante-
è certificata la commistione tra il Batta-
mente coinvolta contro lo Stato Islamico
glione Azov e la Brigata di Settore Destro,
dalla seconda metà del 2015.
e alcune unità islamiste anti-russe. Tre
Di fatto, oltre a quella mezzaluna che
in particolare: “Dehokhar Dudayev” e
coinvolge Africa e Medio Oriente, si è
“Sheik Mansur” a maggioranza cecena,
venuto a creare un triangolo di reclu-
daghestana e uzbeka; “Crimea”, a mag-
tamento di milizie convergente in Si-
gioranza tatara.
ria e che è composto dal Caucaso e
Proprio quest’ultima ha destato mag-
dall’Ucraina. Un pericolo, finora sottova-
giore attenzione sulla stampa internazi-
lutato dalla comunità internazionale,
onale negli ultimi mesi del 2015. I suoi
come nel caso della recente Conferenza
miliziani, infatti, hanno base in Ucraina
di Roma anti-Isis, in cui il tema della pre-
e non in Crimea poiché sono le leggi
senza di milizie islamiste in Ucraina non
russe, che di fatto regolano la penisola
è stato affrontato. Un pericolo, quello
che si affaccia sul Mar Neo, a proibire la
dello Stato Islamico, che non bussa alla
costituzione di formazioni di questo ge-
porte dell’Europa solo da sud, cioè dalla
nere.
Libia, ma anche da est.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
20
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ISIS E TALIBAN PROTAGONISTI
DEL FONDAMENTALISMO MEDIO-ORIENTALE
di Monia Savioli
I dati diffusi dal Gobal Terrorism Index puntano il dito su cinque movimenti
estremisti colpevoli della maggior parte degli attentati di matrice religiosa.
Negli ultimi tre anni, i dati pubblicati dal Global
L’impatto globale sull’economia ha raggiunto il
Terrorism Index, prodotto dall’Institute for
tetto di 52,9 bilioni di dollari. Una cifra enorme.
Economics and Peace, hanno fotografato
I dati, in ogni caso, confermano il ruolo centrale
l’emergenza
analizzando
del Medio Oriente come fucina di integralismi
l’evoluzione delle situazioni interne di 162 stati
e come teatro degli stessi, nello scontro fra
partendo dall’anno 2000. I risultati diffusi a fine
correnti che mietono vittime soprattutto fra civili.
2015 e relativi all’anno precedente tracciano
Negli ultimi 20 anni i gruppi terroristici hanno
un percorso in ascesa per numero di vittime
fatto base soprattutto in Iraq e Afghanistan. Il
legate ad attentati. L’aumento è dell’80%
testimone, per la recrudescenza delle ostilità,
rispetto al 2013. La percentuale si traduce in
è passato, nell’area medio orientale, da Al
32.658 morti. Nel 2013 il loro numero era pari
Quaeda allo Stato Islamico. Nel 2014, il 74%
a 18.111. Le correnti terroristiche a matrice
degli attentati terroristici era concentrato nella
prettamente fondamentalista che detengono il
mani di cinque gruppi. Una tendenza che si è
primato degli attentati vedono in prima linea
rafforzata nel corso del 2015. Il primato spetta
Boko Haram e Isis, corresponsabili del 51%
a Boko Haram, colpevole di aver tolto la vita
delle uccisioni complessivamente rilevate.
a oltre 5.000 persone in più rispetto al 2013.
Il 78% dei decessi ed il 57% degli attentati
A seguirlo è Isis, con una crescita di 4.672
sono concentrati in cinque paesi: Afghanistan,
vittime, il movimento Talebano, al vertice della
Iraq, Nigeria, Pakistan e Siria. L’Iraq è lo Stato
classifica del 2013, ed il Fulani Militants che
maggiormente colpito dagli attacchi terroristici,
in Nigeria ha mietuto 1.229 vittime partendo
ben 9.929, numero che non trova concorrenti
dalle 63 totalizzate nel 2013. A chiudere
se rapportato ai confini di una unica nazione.
la classifica sono le milizie di al-Shabaab,
terrorismo
22
operative fra Kenia e Somalia. Accanto alle
fondamentalista, attivi nel territorio siriano,
correnti organizzate e strutturate convivono
innescando un conflitto interno fra correnti
cellule indipendenti, le cosiddette “Lone Wolf”
simili. Parliamo del Fronte al-Nusra Front, del
motivate da interessi eterogenei che spaziano
Fronte Islamico, dell’Esercito dei Mujahideen
dalla
supremazia razziale e religiosa agli
e del Fronte rivoluzionario siriano. Il 90% degli
interessi personali, agli scopi politici. Isis,
attacchi terroristici totalizzati da Isis nel 2014
noto anche come Isil, Daesh, Stato Islamico
colpiscono l’Iraq nelle città di Nineveh, Al
e Califfato, affonda le radici nei territori di
Anbar, Baghdad e Saladin. Altri attentati sono
Siria e Iraq. La sua genesi è legata alla
diretti a Siria, Libano, Turchia colpendo in
frangia irachena di Al Qaeda e la sua crescita
particolare civili, uccisi o rapiti. Come a Sinjar
alle
scoppio
- 500 morti e 300 donne rapite per deliziare
della guerra civile in Siria. Gradualmente il
i miliziani dell’Isis - Mosul, Raqqa, “capitale”
movimento ha iniziato a crescere in modo
dello Stato Islamico oggi difesa anche dai
indipendente, assumendo connotati ben più
“cuccioli del Califfato”, bambini usati come
estremisti rispetto a quelli difesi e professati
soldati. Se Isis domina le peggiori espressioni
da Al Qaeda. La separazione ufficiale fra i due
del fondamentalismo islamico in Iraq e Siria,
movimenti viene pronunciata nel febbraio di
in Afghanistan esiste ancora una frangia attiva
due anni fa. L’obiettivo perseguito dal Isis è
legata al movimento Talebano fondato nel
ovviamente quello di creare uno stato di legge
1994 dal Mullah Mohamad Omar. Composto
islamica, conquistato attraverso l’applicazione
dai Mujahedeen che contrastarono l’assalto
estremista della Jihad. I confini del Califfato
dei sovietici negli anni ‘80 e da tribù di etnia
vengono tracciati includendo i territori di
Pashtun, il movimento conquista il controllo
Israele, Iraq, Giordania, Libano e Siria.
del paese nel 1996 fino a quando gli Stati Uniti,
Per conquistare terreno gli sgherri dell’Isis
dopo il brutale attentato alle Torri Gemelle,
guidati dal “califfo” Abu Bakr al-Baghdadi,
decidono di intervenire nel paese.
incertezze
provocate
dallo
combattono contro il regime Alawita di Assad
in Siria, il governo iracheno di Al Abadi, le
Oggi il movimento ha assunto il nome di
minoranze religiose ed etniche della Siria.
“Neo-Taliban” o “Quetta Shura Taliban”, dalla
Allo stesso modo si oppongono ai differenti
città del Pakistan, Quetta, che ha accolto i
gruppi, appartenenti ad una comune matrice
talebani fuoriusciti dal Paese per attivare una
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
23
riorganizzazione a distanza del movimento.
è lecito supporre l’esistenza, in ogni paese
Nel 2014 i talebani hanno ucciso il maggior
occidentale, di cellule estremiste capaci
numero di persone da quando nel 2002 è
di addestrare e formare nuclei di possibili
iniziata l’occupazione dell’Afghanistan da
combattenti da usare in loco per attentati o
parte
Si
da inviare nelle zone più calde. Ovviamente,
tratta di 3.477 persone, martoriate nel corso
nella cifra complessiva, vanno incluse donne e
di 891 attacchi terroristici. L’obiettivo è la
ragazze, protagoniste, insieme ai colleghi del
destabilizzazione del governo. Per questo
sesso opposto, delle azioni armate organizzate
motivo, gli attentati coinvolgono spesso le
sia in attacco sia in difesa. Circa il 65% dei
forze di polizia, considerate come target
combattenti noti proviene dai paesi membri
privilegiato rispetto alla popolazione civile.
dell’Organizzazione
Forze e rappresentanti governativi sono
islamica (OIC). La Tunisia offre il bacino più
terzi nella classifica dei più colpiti. Esplosivi,
prolifico, seguita dall’Arabia Saudita e da altre
attacchi suicidi e assalti armati sono le
nazioni che non rientrano nella coalizione
modalità utilizzate per finalizzare gli attacchi.
OIC, come Russia e Francia. La possibilità
Un fenomeno emergente che sta ingrossando
di viaggiare liberamente, ha permesso a tanti
le fila degli adepti all’interno dei movimenti
combattenti fondamentalisti residenti nei paesi
ispirati
è
europei di partire e aggregarsi ai jihadisti
quello dei “foreign fighters”, i combattenti
di Iraq e Siria. La consapevolezza, sempre
stranieri che, da varie parti del mondo, si
più marcata, di tali fenomeni ha modulato
aggregano agli eserciti estremisti. In realtà il
nel tempo reazioni tese a limitare i flussi. Gli
fenomeno si era già proposto negli anni in cui
arresti in Francia, motivati in particolare dagli
l’Unione Sovietica aveva ottenuto il controllo
attentati che hanno insanguinato la capitale
dell’Afghanistan. All’epoca 20.000 combattenti
nel corso del 2015, uniti ai provvedimenti
stranieri raggiunsero il paese per combattere
adottati dalle altre nazioni europee sono tesi a
a fianco della popolazione afghana.
limitare la proliferazione di foreign fighters che
Oggi i flussi provenienti da oltre un centinaio
peraltro, continuano a prodursi.
della
al
coalizione
internazionale.
fondamentalismo
islamico
per
la
cooperazione
di paesi sono diretti verso Iraq e Siria, verso
gli eserciti marchiati Isis. Il numero degli
apporti non è quantificabile. Sicuramente
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24
IRAN: SCONTRO TRA FONDAMENTALISMI
Il regime sciita e la battaglia all’Islamic State
di Paola Fratantoni
È errore sempre più comune associare
il fondamentalismo islamico all’odierno
terrorismo islamico. Sebbene esista
un collegamento tra i due fenomeni,
è bene sottolineare come non vi
sia una corrispondenza identica tra
essi. La nascita del fondamentalismo
islamico risale fine dell’Ottocento,
quando tra le popolazioni arabe si
diffonde la convinzione che l’unico
modo per porre fine alle interferenze
politiche, economiche e religiose
dell’Occidente sia il ritorno alla pura
e piena applicazione della Shari’a
(la legge islamica). Si afferma nel
corso del secolo successivo con la
fondazione dei Fratelli Musulmani e
successivamente si ramifica in diverse
correnti (in India Jama’ at-I Islami
sarà la base dottrinale dell’attuale
fondamentalismo, in Palestina nasce
il Movimento di Resistenza Islamica
Hamas, ecc). Il terrorismo islamico,
invece, prende piede verso gli anni
Novanta e rappresenta, dunque,
soltanto una delle varie forme assunte
dal fondamentalismo.
Un stesso obiettivo -la re-islamizzazione
della società- ma le strategie usate
sono diverse. Si parla di islamizzazione
dall’alto, quando il processo avviene
tramite la presa del potere politico,
oppure dal basso, quando, invece, la
re-islamizzazione è promossa tramite
la diffusione dell’Islam tra la società,
nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di
culto. Molteplici le correnti di questi
fondamentalismi: sunnita, wahhabita,
salafita, sciita, ecc. Tutti accumunati
dallo stesso libro sacro, ma ognuno
con una sua peculiare interpretazione
del rapporto religione-società-politica,
che rende spesso incompatibile una
pacifica convivenza.
Prendiamo ad esempio un attore
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chiave del Medio Oriente, l’Iran, regime
islamico sciita recentemente uscito da
decenni d’isolamento internazionale,
dovuto alle sanzioni imposte per il suo
programma nucleare.
L’Iran odierno è il terreno di
incontro di queste diverse forme
di fondamentalismo. Frutto della
Rivoluzione Islamica del 1979 guidata
dall’Ayatollah Khomeini, il paese è
oggi un regime fondamentalista di
stampo sciita, fondato su una ferrea
applicazione della Shari’a. L’Ayatollah
è la massima guida politico-religiosa,
e il clero possiede autorità ultima sulle
decisioni politiche. L’obiettivo ultimo
è esportare la rivoluzione islamica
anche fuori dal territorio nazionale,
nell’ottica di creare un’unica comunità
di fedeli. Un’islamizzazione, dunque,
che parte dall’élite politica e aiuta
a spiegare l’interventismo dell’Iran
nei paesi limitrofi, causa di dispute
regionali ma anche di proteste
interne.
L’Iran ha spesso attirato
su di sé l’attenzione per la propria
politica estera ed egemonica nell’area
mediorientale. Oggi, si aggiunge un
altro fattore, ovvero la lotta che proprio
questo fondamentalismo conduce
contro un altro fondamentalismo
islamico, l’Islamic State (ISIS). Esatto
opposto del regime iraniano, l’ISIS
rappresenta un fondamentalismo
che parte dal basso, penetra nelle
masse, diffondendo un’interpretazione
salafita (ramo dell’Islam sunnita)
della legge islamica. L’obiettivo
perseguito da entrambi gli attori sia
il medesimo, ovvero la creazione di
una società, uno stato, un califfato
basato sull’osservanza della Shari’a.
Tuttavia, il divario sciita-sunnita rende
incompatibile la presenza di entrambe
le correnti: la sopravvivenza dell’una è
legata all’eliminazione dell’altra.
25
L’ISIS diventa, così, nemico numero
1 dell’Iran. Al di là della dimensione
religiosa, esistono molteplici fattori
che alimentano le preoccupazioni
della Repubblica Islamica. In primis, la
contiguità geografica. L’ISIS si è esteso
su gran parte del territorio dell’Iraq,
paese con il quale l’Iran condivide
quasi 1.500 km di confine. Qualsiasi
avvenimento interessi il territorio
iracheno può avere ripercussioni
dirette in Iran. Inoltre, l’Islamic
State rappresenta una minaccia più
pericolosa rispetto agli altri gruppi
in quanto è stato l’unico in grado di
acquisire il controllo di territori e risorse,
nonché di arruolare milioni di militanti,
sia locali che stranieri. Una maggiore
penetrazione in Iraq costringerebbe
l’Iran ad incrementare le proprie forze
su questo versante, compromettendo
l’impegno attuale in altri teatri, ad
es. la Siria. Economicamente, poi, le
attività dell’ISIS al confine tra Iran e
Iraq mettono a rischio il commercio tra
i due paesi, commercio che garantisce
all’Iran un giro di diversi miliardi di
dollari.
Considerando l’aspetto politico -come
nella maggior parte dei paesi islamici
strettamente legato a quello religiosodue sono i punti salienti. L’Iraq è la
seconda maggiore comunità islamica
sciita del Medio Oriente (circa il
60-70% degli iracheni è sciita). È
di fondamentale importanza per
Teheran preservare i rapporti con
il paese, in quanto rappresenta un
teatro strategico essenziale in una
regione prevalentemente sunnita.
Una maggiore proliferazione dell’ISIS,
porterebbe l’Iran a ritrovarsi l’unica
nazione mediorientale con una netta
predominanza sciita. Motivo ulteriore
che spinge Rouhani a contrastare
l’Islamic State è, infatti, la concreta
minaccia che quest’ultimo -sfruttando
il clima di instabilità dovuto alla guerra
civile in corso- pone alla Siria, unico
paese alleato di Teheran nella regione.
Combattere l’ISIS servirebbe, inoltre,
a risollevare la reputazione del paese,
divenuto particolarmente impopolare
proprio per il suo coinvolgimento in Siria.
Ergendosi come difensore delle minoranze
colpite dall’ISIS, l’Iran può rafforzare la
sua influenza nella regione, guadagnando
terreno nello storica contesa con l’Arabia
Saudita per il ruolo leader nella regione.
Qual è, dunque, la strategia iraniana contro
l’ISIS? Fondamentalmente un “leading
from behind”, che consente di fronteggiare
la minaccia proveniente dal gruppo
estremista senza un diretto coinvolgimento
sul campo. Noto promotore di guerre per
procura, l’Iran utilizza quest’approccio
nei territori occupati dall’Islamic State,
garantendo supporto economico, militare
e politico –nonché aiuti umanitari- agli
attori chiave coinvolti nella battaglia al
fondamentalismo islamico jihadista (curdi,
sciiti, ecc.). Una simile strategia consente a
Teheran non solo di mantenere il numero
di “boots on the ground” ai termini
minimi –permettendo di garantire un
significativo sostegno al regime di Assadma anche di radicare maggiormente la
propria influenza nella regione. Si tratta,
dunque, di distruggere il nemico ma non
direttamente.
Sulla base di questa concezione, la strategia
iraniana sfrutta la rivalità esistente tra
lo stesso ISIS e l’Arabia Saudita, i suoi
maggiori nemici nella regione. Malgrado
entrambi rappresentino l’Islam sunnita,
Riyadh e l’Islamic State sono in netto
contrasto tra loro. L’ISIS mira ad imporsi
come Stato legittimo, unico difensore
della purezza dell’Islam, continuando a
conquistare terreni e risorse, materiali
e umane. È, dunque, evidente come ciò
rappresenti una diretta minaccia per una
nazione che lotta per l’egemonia regionale,
proclamandosi portavoce e protettrice della
comunità sunnita. Teheran può, dunque,
trarre beneficio da un simile scontro:
senza muovere dito, l’Iran vedrebbe,
dunque, entrambi i suoi rivali indebolirsi
contemporaneamente, spianando così la
strada al suo ruolo di leader incontrastato
della regione.
Rimane da vedere se la strategia iraniana
effettivamente darà i frutti sperati dai
suoi leader. Sembra, però, chiaro che il
termine fondamentalismo difficilmente
sparirà da un qualsiasi futuro assetto della
regione. Si tratta, però, di vedere quale
sua forma avrà la meglio, se la violenza
indiscriminata di una realtà terrorista o
un fondamentalismo imposto da un’entità
politica internazionalmente riconosciuta.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
26
ALEPPO: CITTÀ MILLENARIA AL CENTRO DI UN
CONFLITTO MONDIALE.
di Amira Saffayeh
La città di Aleppo, crocevia di culture e
coloro
che
aderiscono
di commerci, porta che a lungo ha unito
islamista-salafita);
oriente e occidente, ha assunto il ruolo di
a nord-est, lo Stato Islamico che spinge
campo di battaglia critico tra l’asse filo-
dalle periferie per penetrare anch’esso
atlantico (Usa, Turchia e Arabia Saudita)
in città.
e quello filo-russo (Russia, Iran, Siria e
L’importanza di Aleppo dal punto di vista
Hizbollah).
strategico sta nella sua posizione: la città
Da tre anni e mezzo Aleppo è divisa a
dista solo una quarantina di chilometri
metà dalla linea del fronte:
dal confine turco, dai cui valichi arrivano
a sud, le forze filo-governative (Esercito
a flusso continuo i rifornimenti alle forze
Arabo Siriano, Truppe Civili di Difesa,
ribelli; la zona sud della città è attraversata
e più recentemente i Guardiani della
dalle
rivoluzione iraniani);
Aleppo a Latakia e a Damasco, e
a nord-ovest, quelle ribelli, composte da
controllarle
disparati gruppi non necessariamente
oppure
coordinati, tra i quali citiamo Jabhat al-
dell’uno o dell’altro schieramento verso
Nusra (nato dalla branca irachena di al-
i vari fronti del Paese; inoltre, nella città
Qaida, quindi di ispirazione jihadista),
sono presenti ulteriori obiettivi sensibili
il Libero Esercito Siriano (ombrello che
quali, per esempio, i depositi d’armi e di
accomuna battaglioni formati da ex
equipaggiamenti dell’esercito regolare.
autostrade
che
all’ideologia
congiungono
significherebbe
ostacolare
gli
favorire
spostamenti
disertori dell’esercito regolare e civili
aderenti alla rivolta contro Bashar al-
La presa della Città da parte di uno dei
Asad), e le formazioni appartenenti al
contendenti avrebbe senza dubbio un
Fronte Islamico (sigla che raccoglie
valore enorme. Per Asad significherebbe
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
27
chiudere un fronte difficile e
poter
dedicare tutte le proprie forze alla lotta
cui viene ridistribuita la ricchezza tra la
popolazione.
contro l’Isis; per i ribelli, conquistare il
primo polo economico della Siria, oltre
Una
volta
ad avere un altissimo valore simbolico
portata la rivolta all’interno della città,
aprirebbe concretamente l’ipotesi di
si è aperto un fronte estremamente
balcanizzazione, ossia la creazione di
difficile da chiudere: la sua prossimità
una Città-Stato sotto il diretto controllo
al confine turco e il controllo che i
della Turchia.
ribelli esercitano su di esso consente il
Aleppo è stata l’ultima città coinvolta nella
passaggio di rifornimenti, uomini e armi;
rivolta, approdata solo nel giugno 2012,
la connotazione della città, soprattutto
perlopiù importata dalla popolazione che
quella
abita le zone periferiche della città, in
difficoltosa la fase di combattimento,
cui si concentrano coloro che nell’ultimo
che si sviluppa perlopiù in termini di
decennio si sono visti costretti a emigrare
guerriglia urbana tra i vicoli, complicata
dalla campagna verso la città. Questo
dalla presenza dei cecchini.
spostamento forzato è stato determinato
La svolta islamista che dal 2012, con
dal passaggio definitivo da un economia
la formazione dei fronti islamici, ha
di Stato a quella di mercato, opzione
interessato il movimento di ribellione, ha
che ha reindirizzato le risorse statali
inoltre causato un ulteriore inasprimento
dalle aree agricole a quelle urbane. Il
dei combattimenti e l’aumento dell’ostilità
caso specifico di Aleppo rende evidente
da parte delle classi medie aleppine.
più che in alte realtà della Siria la natura
Siano esse sunnite, alawite, cristiane
economico–sociale della rivolta, che
o armene, rifiutano categoricamente la
poggia su quella frattura urbs-rur che
transizione verso una forma di governo
da sempre caratterizza la Siria, e che si
non laica e che non garantisca pari
sovrappone a quella di centro-periferia
trattamento a tutte le comunità residenti
resa particolarmente determinante dalla
all’interno dello Stato.
dei
trovata
quartieri
una
breccia
storici,
e
rende
corruzione diffusa delle classi dirigenti
locali, specchio dell’ineguaglianza con
Lo scotto di questo sostanziale stallo,
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
28
che dura da circa tre anni e mezzo, è
abitazioni sono state saccheggiate, e
pagato dalla popolazione locale: coloro
tutto ciò che appare commerciabile è
che abitano in zone controllate dai
stato fatto transitare in Turchia per essere
ribelli, quando possibile, transitano in
rivenduto al mercato nero (materie
Turchia come profughi per sfuggire ai
prime, macchinari, gioielli, arredi, merci,
bombardamenti dell’aviazione siriana,
ecc.). I cittadini di Aleppo, come accade
altrimenti vivono in quartieri che sono
in molte altre città, sono spesso vittime
ormai macerie in condizioni di assoluta
di sequestri e pertanto costretti a pagare
indigenza e incertezza.
consistenti ricatti; chi, al contrario, decide
Gli
abitanti
controllare
di andare in Turchia come profugo e
dal Governo, invece, vivono in una
ha le possibilità di provare a emigrare
situazione meno precaria anche se il
in occidente, per trovare quella quiete
continuo lancio di mortai, le auto bombe
che, dopo cinque anni di guerra, diventa
e il cecchinaggio determinano numerose
una necessità irrinunciabile (peraltro
vittime, soprattutto nei quartieri vicini alla
garantita
linea del fronte.
trova l’assoluta ostilità delle ambasciate
Ad aggravare la situazione per entrambe
europee e nordamericane che, complici,
le parti sono la ciclica mancanza delle
li consegnano ai trafficanti di uomini e
forniture elettriche, (dovuta ai sabotaggi
li condannano a un estenuante viaggio
dei
di clandestinità, soprusi e violenze o,
ribelli
delle
alle
aree
centrali
elettriche
dal
diritto
internazionale),
governative) d’acqua, di cibo, e l’aumento
semplicemente, alla morte.
esponenziale del prezzo del carburante
Una svolta si sperimenta solo negli ultimi
e del gas che preclude a moltissimi la
tempi, quando la discesa in campo della
possibilità di lavorare, di muoversi e
Russia con la sua copertura aerea e
soprattutto di scaldarsi durante questi
l’arrivo dall’Iran di circa duemila guardiani
quasi quattro inverni dalle temperature
della rivoluzione a sostegno dell’esercito
particolarmente rigide.
governativo, sembra aver dato il via alla
Infine, oltre alle perdite umane, si
riconquista della città: i bombardamenti
calcolano immense perdite sul piano
russi del mese di settembre si sono
economico: le aree industriali e le
concentrati anche sulla città di Aleppo
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
29
proprio sul fronte nord-ovest (probabile
di mortaio martella incessantemente
obiettivo
di
i quartieri che rientrano nella gittata
rifornimenti provenienti dalla Turchia) e
dell’artiglieria ribelle abbattendosi qui o
sul fronte nord-est, con la liberazione
là in maniera assolutamente casuale
dell’aeroporto militare preso d’assedio,
Le azioni sul terreno siriano però non
ormai da due anni, dalle forze dello
saranno mai risolutive finché non si
Stato Islamico, respinte definitivamente
troverà un accordo tra Usa e Russia su
a metà del mese di novembre.
quello che sarà il futuro del Paese, che
È proprio in questi ultimissimi giorni che
ormai sembra comunque destinato a
quest’operazione sta dando i suoi frutti:
ritornare nel blocco filo-russo.
le periferie nord della città e tutti quei
L’attivismo
villaggi che stanno sull’arteria tramite cui
dell’Inghilterra, però, rivela l’intenzione
passano i rifornimenti provenienti dalla
dell’Alleanza Atlantica di rivendicare un
Turchia stanno venendo riconquistati uno
ruolo nel dopoguerra siriano: incapaci
ad uno dall’Esercito siriano che ormai ha
di rovesciare Asad sfruttando la favola
rinchiuso gli oppositori all’interno di un
dei ribelli cosiddetti “buoni”, constatato il
anello al centro della città.
deterioramento dell’immagine di Turchia
Dunque i ribelli nelle periferie assieme
e Arabia Saudita, che in relazione al
a parte dei civili si trovano costretti a
conflitto siriano non sono più alleati né
fuggire verso la Turchia per salvarsi dai
accettabili né credibili per l’opinione
bombardamenti e dall’avanzata delle
pubblica occidentale, ai Paesi Nato
truppe governative ma, da due giorni a
non resta che intervenire direttamente,
questa parte, trovano le frontiere chiuse
scendendo tuttavia a patti con una Russia
(il protettore turco ha improvvisamente
capace di gestire in maniera magistrale
ritrovato la capacità di controllare i propri
la propria entrata in scena, risultando
confini).
agli occhi del mondo “civilizzato” la
I gruppi armati che controllano le
nazione più determinata a distruggere il
postazioni in centro storico invece hanno
terrorismo internazionale.
deciso di dare fondo a tutte le riserve
Le ambiguità della condotta tenuta dagli
di armi: una pioggia ininterrotta di colpi
Stati Uniti e annessi alleati in questi
è
chiudere
il
canale
della
Francia
e
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
30
quasi cinque anni di conflitto stanno
che ospita le sedi di buona parte delle
gradualmente emergendo, rivelando la
congregazioni cristiane, le chiese, l’area
natura reale di quella che era cominciata
commerciale e le case più antiche, è
come una richiesta di una transizione
ormai un cumulo di ruderi crivellati dai
democratica e di un sistema redistributivo
proiettili, in parte divorati dalle fiamme
più equo e meno corrotto, ma che si è
degli incendi causati dai colpi di mortaio,
tramutata, in poche settimane, in una
devastati e saccheggiati durante i
testa di ponte che in molti hanno tentato
combattimenti tra esercito e ribelli; la
di sfruttare per far mutare a proprio
Grande Moschea Omayyade, dopo
piacimento gli equilibri interni della Siria
aver perduto nel 2013 il suo minareto,
e di tutto il Medio Oriente.
costruito in era selgiuchide (1090 d.c.),
In ultima analisi, è necessario osservare
risulta ormai impraticabile anche nelle
che l’importanza del conflitto siriano non
altri parti che la compongono; il Suq, il
si riduce ormai soltanto ai confini statali
più grande di tutto il Medio Oriente, sette
o all’area regionale del Medio Oriente,
chilometri quadrati di mercati coperti
ma è il momento storico con cui si farà
da archi a volta, costruiti in pietra color
coincidere la fine del mondo unipolare
ocra, fin dall’antichità snodo attraverso
e la (ri)nascita di quello multipolare. È
cui passavano i prodotti che da Oriente
proprio qui, infatti, che per la prima volta
arrivavano qui in Europa attraverso la
dalla caduta del muro di Berlino alcuni
Via della Seta, perde una consistente
attori statuali dimostrano di possedere
parte del suo dedalo di stradine ricolme
la forza e le risorse per mettere in
di caratteristiche botteghe, all’interno del
discussione,
Comunità
quale si assaporava il vero gusto del vicino
Internazionale, l’incontrastata egemonia
Oriente (lo stesso che sperimentarono
statunitense, che perdura ormai da più
personalità come Freya Stark, Agatha
di vent’anni.
Christie e sir Thomas Edward Lawrence,
Ma è in corso anche un altro dramma:
meglio
lo
danno
d’Arabia), in un incendio scoppiato nel
artistico-culturale-
2012 durante i primi violenti scontri in
del
scempio
a
livello
perpetrato
patrimonio
archeologico.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
di
Il
quartiere
a
armeno,
conosciuto
come
Lawrence
città vecchia; da ultimo, la Cittadella,
31
cuore della città, anch’essa danneggiata
grande della Siria: il suo spirito, forgiatosi
(si spera non irrimediabilmente) da
attraverso i millenni dal susseguirsi
esplosioni e bombardamenti, insieme
di diverse civiltà e dominazioni, e dal
agli antichi caravanserragli, all’hammam
transito di viaggiatori e commercianti di
(bagno turco) e alle scuole coraniche
ogni provenienza, caratterizzato dalla
di epoca araba e ottomana ospitate nei
capacità di accogliere, da un senso di
quartieri che circondano le mura, che
ospitalità difficile da sperimentare in altre
per lunghi mesi si sono sovrapposti
regioni del mondo e dalla naturalezza
proprio alla linea del fronte. Quel che
con cui le diversità convivono, forse
però si deve temere con più apprensione
a volte scontrandosi, ma ritrovando
è che sia stata distrutta quella che
ogni volta un nuovo compromesso di
indiscutibilmente è la ricchezza più
coesistenza.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
32
L’ ESTREMISMO ISLAMICO SCANDINAVO
di Carla Melis
Nonostante la reputazione di luoghi di
considerazione la ridotta popolazione
pace, i paesi nordici sono un punto di
dei paesi nordici e le dimensioni della
partenza importante di jihadisti legati al
diaspora
conflitto in Siria. Vari i titoli nei giornali
confronto, l’intelligence britannica MI5
scandinavi:
finlandese
ha fatto sapere che potrebbero essere
ucciso mentre combatte con i ribelli”,
200 i combattenti partiti dal Regno
-”Combattenti norvegesi uccisi in Siria”,
Unito.
“Jihadisti svedesi lottano in Siria”, “Undici
Bretagna è più del doppio di quella di
danesi uccisi in Siria”.
tutti i paesi scandinavi e il paese è sede
Secondo fonti di intelligence, riportate
di un alto numero di islamisti radicali di
dal giornalista Lars Akerhaug sul portale
alto profilo. Si conta che circa lo stesso
Hatespeechinternational,
almeno
numero di combattenti sia partito dalla
75 persone hanno lasciato la Svezia
Francia, luogo di vecchie tensioni tra le
per prendere parte nella guerra civile
comunità musulmane e la maggioranza
siriana al fianco del gruppi jihadisti
della popolazione non musulmana. Una
salafiti. Dalla Danimarca, Norvegia e
situazione simile a quella scandinava la
Finlandia, rispettivamente 90, 40 e 30
si ritrova solo in Belgio, che con il suo
combattenti hanno raggiunto il medio-
ridotto numero di abitanti, ha esportato
oriente. In totale 235 scandinavi hanno
circa 350 combattenti.
deciso di combattere in Siria, una parte
Questi dati sfidano l’idea comune sul
consistente dei foreign fighters con
perché il gruppi estremisti crescono.
passaporto occidentale che sono ora
Dalle fonti di hatespeechinternational
impegnati nella guerra civile siriana.
appare
“Un
giovane
musulmana.
La
popolazione
che
molti
Per
fare
della
foreign
un
Gran
fighters
vengano reclutati in paesi dove il conflitto
Le stime sul totale vanno dai 1000
tra immigrati e la maggioranza della
ai 2000 foreign fighters, il numero di
popolazione è di intensità relativamente
scandinavi è rilevante se si tiene in
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
33
bassa e dove i richiedenti asilo godono
Bakri si trova ancora in Libano, ricercato
di ampi benefici nel sistema di welfare.
per il reato di “minaccia alla sicurezza
Secondo il giornalista norvegese, non
nazionale”.
è facile individuare i tratti comuni dei
Oggi la figura centrale è l’avvocato
jihadisti nordici che sono stati reclutati,
britannico-pachistano
ma pare che molti avessero già contatti
Choudary. Il gruppo da lui guidato
con circoli apertamente radicali.
può essere considerato il prototipo di
La Danimarca, ad esempio, è il paese
un’organizzazione islamica apertamente
scandinavo che ha ospitato circoli del
radicale.
fondamentalismo islamico più a lungo.
pubblicamente le proprie attività e il gruppo
L’organizzazione pan-Islamica Hizb-ut-
è facilmente accessibile. Choudary tiene
Tahir è fortemente presente tra i giovani
discorsi pubblici, a cui è facile accedere,
musulmani del paese e alcuni degli
al centro di Londra, a pochi passi da
imam più radicali hanno gestito a lungo
Brick Lane. Il gruppo riceve anche una
le moschee del paese. Molti jihadisti
certa attenzione mediatica, a causa
che sono partiti in Siria dalla Danimarca
delle sue affermazioni controverse, di
hanno, però, maggiori contatti con
manifestazioni provocatorie e dei suoi
un altro gruppo: Kaldet til Islam (La
tentativi di creare “Sharia Zones”.
chiamata all’Islam), che pare sia ispirata
Nel
dal
al-
razzista e anti-estremista britannica
Mujahiroun. Questo gruppo britannico è
HOPE not Hate (HNH) ha pubblicato
stato effettivamente operativo sotto una
il reportage “Gateway to Terror” (La
serie di altri nomi, incluso Sharia4UK.
via verso il terrorismo). HNH scrive
Era guidato inizialmente da Omar Bakri,
che, mentre Choudary potrebbe non
che ha avuto contatti con Kaldet til Islam.
essere
Bakri ha lasciato la Gran Bretagna e
pianificazione di atti terroristici, egli
ha raggiunto il Libano nell’agosto del
ha “contribuito a forgiare la mentalità
2005 e da allora gli è stato impedito di
di
tornare in Gran Bretagna. Il canale BBC
indottrinandoli e mettendoli in contatto
ha fatto sapere, lo scorso aprile, che
con gruppi terroristi e sostenitori in giro
gruppo
salafista
britannico
I
2013,
membri
annunciano
l’organizzazione
direttamente
coloro
Anjem
che
ne
coinvolto
sono
anti-
nella
coinvolti,
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
34
per il mondo”.
allo schermo di un computer che
La figura di riferimento di Kaldet til Islam,
mostrava
Shiraz Tariq, è morto nella guerra civile
esistente dal 2010 che ha destato in
siriana lo scorso autunno, secondo un
diverse occasioni l’attenzione pubblica
“video del martirio” pubblicato online.
e espresso messaggi di minaccia verso
Tariq ha combattuto nelle file dello
politici e ufficiali dello stato. Quando la
Stato Islamico dell’Iraq e del Levante,
Ummah dei Profeti è stata formata, la
abbreviato in ISIS. Nel 2012, membri e
prima azione è stata una manifestazione
simparizzanti di Kaldet til Islam si sono
di
riuniti a Kongens Nytorv, una piazza
statunitense a Oslo. Allo stesso tempo,
al centro di Copenhagen. “Coloro che
il
insultano il profeta saranno uccisi”, ha
annunciato una serie di “durus” o corsi
detto Omar Bakri al pubblico al telefono
sull’Islam, in una moschea situata in
dal Libano.
un loft sopra il locale di un fruttivendolo
Ad Oslo, in Norvegia, un gruppo simile
nella capitale norvegese.
si è stabilito: l’Ummah dei Profeti, prima
I modi operandi dei gruppi danese e
conosciuto come Ansar al-Sunnah. Si è
norvegese,
formata come organizzazione nel 2013,
produttivi, hanno probabilmente avuto
partendo da un gruppo precedente e
un effetto nel convincere i foreign fighter
più informale. Il suo inizio potrebbe
a partire per la Siria. Questo nonostante,
essere stata la manifestazione contro
almeno la Norvegia abbia trovato una
il quotidiano Dagbladet, che pubblicò le
forma legale per sanzionare coloro che
immagini di una caricatura anti-Islam,
viaggiano con il proposito di prender
che rappresentava il profeta Maometto
parte nel conflitto siriano o ricevere
come un maiale, un’immagine che era
addestramento in medio-oriente.
apparsa nei giornali nel 2010. Una delle
In Svezia non esistono gruppi simili,
figure chiave della storia era Arfan Bhatti,
apertamente radicali ed è difficile trovare
una figura di rilievo sia nell’Ummah
estremisti che supportano la violenza
dei Profeti che nella manifestazione.
e incoraggiano i giovani ad andare
Nell’articolo egli fu fotografato accanto
in Siria o altri paesi luogo di conflitto
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
le
protesta
leader
caricature.
fuori
Una
rete
dall’ambasciata
Ubaydullah
Hussain
apparentemente
ha
contro-
35
jihadista. I media svedesi, in generale,
essere
frequentata
dedicano meno spazio e attenzione
islamici. I combattenti radicali svedesi in
ai circoli islamici radicali, nonostante
Siria hanno anche diffuso propaganda
il numero di svedesi che hanno preso
dal campo di battaglia via Facebook
parte ad azioni di stampo terroristico.
e con video pubblicati nel web, che
Gli individui considerati vicini alla jihad
incoraggiavano giovani svedesi a partire
hanno, in varie forme, avuto contatti con
per la guerra santa.
i gruppi danesi e norvegesi sopracitati,
Minori
in particolare con Choudary e Bakri. Un
dell’estremismo in Finlandia. Quello che,
esempio è Taimur abd-al-Wahhab al-
però, è noto è che anche tra gli islamisti
Abdaly, che si fece saltare in aria in una
radicali finlandesi e il movimento di
via commerciale di Stoccolma.
Anjem Choudary vi sono stati contatti.
Le ricerche del giornalista svedese
Nel marzo 2013 Choudary ha visitato
Per Gudmundson mostrano che un
Helsinki per una conferenza tenuta in
numero considerevole di jihadisti sono
sostegno all’islamista norvegese, ora in
partiti da Gothenburg per la Siria. Molti
prigione, Mullah Krekar, l’anziano leader
sono cresciuti nella periferia della città
del gruppo curdo-iracheno Ansar al-
e molti sono stati attivi nella moschea
Islam.
informazioni
da
estremisti
si
hanno
Bellevue, che ha la reputazione di
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
36
HOT SPOT
Di Giacomo Pratali
di Giacomo Pratali
Somalia
Yemen
Botta e risposta tra le truppe governative
appoggiate dall’ONU e i miliziani di al
Shabaab. Sabato 6 febbraio quest’ultimi
hanno conquistato la città portuale di
Merca, uno dei maggiori centri logistici del Paese, distante 70 chilometri
da Mogadiscio. Ma la replica non si è
fatta attendere. Il giorno dopo, infatti,
l’esercito ha ripreso possesso della località.
Non smette di scorrere il sangue in Yemen. Sarebbero almeno 30 i morti a seguito degli scontri tra l’esercito regolare,
sostenuto in primis dall’Arabia Saudita,
e i ribelli sciiti Houtii a circa 60 chilometri da Sanaa, uno degli epicentri della
guerra che ha coinvolto il Paese arabo
negli ultimi mesi. Secondo le ultime
stime ONU, circa 6000 persone sono
state uccise dai bombardamenti sauditi
dal Marzo 2015 ad oggi.
Pakistan
Almeno 10 persone e circa 40 feriti a
seguito di un attacco esplosivo presso
Quetta, dove il bersaglio dell’azione è
stato il convoglio dei Corpi di Frontiera.
L’azione è stata rivendicata dai talebani
del TTP.
Mali
2 terroristi uccisi in risposta ad un attacco da parte di un gruppo jihadista contro
una base ONU a Timbuctù. L’azione non
è stata ancora rivendicata.
Egitto
È tornata in Italia la salma di Giulio Regeni, lo studente italiano di 28 anni trovato morto in Egitto mercoledì 3 febbraio.
La prima ipotesi avanzata dalle autorità locali è stata quella dell’incidente.
Un’ipotesi ritenuta inverosimile fino dal
primo istante, visti i segni delle violenze
sul corpo del giovane ragazzo. Sospetti,
adesso,che si concentrato sulla polizia
locale e un movente riconducibile alla
rete di contatti presso le organizzazioni
sindacali e ribelli intrecciata da Regeni
negli ultimi mesi di vita.
L’esercito ha ucciso 2 presunti militanti
islamisti durante gli scontri del centro de
Il Cairo avvenuti mercoledì 3 febbraio.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
Siria
Mentre era in corso il summit di Ginevra
di martedì 2 febbraio, l’esercito di Assad
ha riconquistato le cittadine di Deir Zaitoun, Hardatnein e Tal Jibben. Mentre, il
giorno prima, le truppe hanno cercato di
aprirsi un varco per riconquistare Aleppo.
Se l’obiettivo fittizio delle truppe regolari
rimane la parte dei ribelli, lo Stato Islamico è ancora vivo e vegeto. Pochi giorni
prima, infatti, l’organizzazione diretta da
Al Baghdadi si è resa protagonista di
una violentissima azione nel centro della
capitale Damasco, provocando 71 morti.
La maggior parte delle esplosioni hanno
coinvolto un importante luogo di culto
sciita e una stazione dei pullman.
Afghanistan
È di matrice talebana l’azione terroristica avvenuta nel centro di Kabul ad inizio
febbraio. Un kamikaze si sarebbe fatto
esplodere nei pressi di una stazione di
polizia, uccidendo 20 persone e ferendone almeno 30. Le vittime sono sia
civili sia poliziotti.
Libano
Libano come teatro per un regolamento
di conti tra due fazioni islamiste nemiche
37
e protagoniste della guerra civile siriana.
Nella giornata di lunedì 1° febbraio, infatti, miliziani dell’ISIS e di al Nusra hanno combattuto nei pressi di Arsal, centro
situato nel Nord-Est del Paese. Circa 20
i morti totali.
Nigeria
Le azioni e i crimini di Boko Haram ancora al centro della cronaca. Tra questi,
l’uccisione di quattro civili a seguito di
un attacco a due villaggi nello Stato di
Borno. Ma, soprattutto, il violento raid di
fine gennaio, dove i jihadisti hanno dato
alle fiamme il villaggio di Dalori. Tra gli
85 morti anche donne e bambini trovati
carbonizzati
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
38
ISRAELE E RUSSIA, AMICI E NEMICI
UNA LEZIONE DAL PASSATO
di Addie Awwad
La retorica prevalente nel Medio Oriente
stalinista rappresenta una delle epoche
tende, intenzionalmente o meno, a
più dure nella storia della Russia
dipingere da sempre i Russi come una
moderna, date le politiche restrittive,
minaccia imminente alla sicurezza di
intolleranti e totalitarie adottate da
Israele, omettendo il ruolo significativo
Stalin. All’inizio degli anni Cinquanta, ad
che i Sovietici hanno giocato nella
esempio, vengono introdotte numerose
creazione dello Stato ebraico. Infatti,
politiche discriminatorie contro gli ebrei
senza il loro supporto iniziale, lo Stato di
sovietici, che portano al divieto totale
Israele non sarebbe nato.
dell’immigrazione
Non sorprende, dunque, il recente
orientale.
coordinamento in campo militare tra
numero di ebrei che contribuirono nella
i due paesi in relazione alla guerra
produzione di armi sovietiche soprattutto
civile in corso in Siria. L’intesa militare
durante la Seconda Guerra mondiale,
non emerge dal nulla, né si basa
sarebbe stato un vantaggio notevole per
esclusivamente su interessi comuni;
il nascente stato aumentare la propria
bensì, si può risalire alla storia della
forza lavoro sia in termini di numero che
nascita di Israele, nella quale, come
di esperienza.
detto, l’allora Unione Sovietica ha svolto
Nonostante ciò, Stalin gioca un ruolo
un ruolo essenziale, anche se spesso
capillare nella formazione di Israele,
dimenticato.
in particolare in occasione del voto sul
Molti ritengono che la nascita di Israele
Partition Plan presentato alle Nazioni
debba molto alla Russia di Stalin.
Unite nel 1947. L’ambasciatore russo
Tuttavia,
questa
Andrei Gromyko tiene un discorso senza
opinione, dal momento che il periodo
precedenti a favore della popolazione
altri
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
contrastano
ebrea
Considerando
dall’Europa
l’elevato
39
ebraica, facendo riferimento alla terribile
Militarmente, Stalin utilizza la fabbrica
sorte che gli ebrei hanno subito in
Skoda per fornire artiglieria pesante alle
Europa e al loro diritto di possedere uno
forze israeliane impegnate in guerra nel
stato autonomo. Inoltre, Stalin ordina ai
1948. Nei primi anni ‘50, Israele riceve
suoi alleati negli stati comunisti orientali
ulteriori aiuti militari dalla Russia di
di appoggiare la creazione di Israele. Un
Stalin, senza doversi preoccupare del
loro sostegno diventa, infatti, decisivo in
suo rapporto con le potenze occidentali.
quanto garantisce quella maggioranza
Anche
dei due terzi necessaria per vincere il
successivamente in pubblico che senza
voto alle Nazioni Unite. Fino alla fine del
il sostegno sovietico, all’inizio della
1940, perciò, la Russia di Stalin sostiene
sua storia, Israele non sarebbe mai
Israele politicamente, militarmente e
sopravvissuto all’attacco su larga scala
demograficamente.
degli eserciti arabi.
Demograficamente,
l’URSS
dà
un
Tuttavia,
David
gli
Ben-Gurion
obiettivi
annuncia
espliciti
del
contributo decisivo per l’aumento di
supporto sovietico ad Israele rimangono
manodopera d’Israele, dove in quel
ambigui. Perché Stalin sostiene Israele
momento si trova un terzo degli abitanti
nonostante la sua politica totalitaria?
totali. Stalin sostiene le operazioni di
Qual è la sua strategia?
immigrazione
Ebraica:
È chiaro che Stalin ha due finalità
quasi il 67% degli immigrati ebrei
strategiche principali. In primo luogo,
arrivati in Palestina provengono, infatti,
sostenere la creazione di Israele ha
dall’Europa
L’appoggio
l’obiettivo di portare disordine e instabilità
politico ad Israele arriva alle Nazioni
politica nella regione, compromettendo,
Unite
contrario
quindi, l’influenza dell’Impero Britannico.
alla risoluzione 194, che chiede il
In secondo luogo, Stalin crede che
ritorno immediato di 700.000 profughi
Israele possa diventare un forte alleato
palestinesi forzatamente espulsi dalla
dell’Unione Sovietica in particolare data
loro terra. Stalin assolve Israele da ogni
l’ideologia socialista adottata nei primi
responsabilità, scaricando, invece, le
anni della sua fondazione.
dell’Agenzia
orientale.
attraverso
il
voto
accuse sulla Gran Bretagna.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
40
Nel
1950,
Golda
Meir
sceglie
di
esistenziali: la build-up militare dei
mantenere Israele in una posizione di
paesi arabi e la politica espansionistica
neutralità durante la guerra fredda e
sovietica che sostiene i questi stessi
rifiuta di partecipare militarmente a fianco
paesi politicamente e militarmente.
degli Stati Uniti nella guerra di Corea.
Tuttavia, Israele relazione con Mosca
Dopo la dissoluzione dell’URSS, la
cominciato a deteriorarsi a causa di una
relazione tra Israele e Russia viene in
serie di eventi politici che minacciano il
parte recuperata, alla luce degli interessi
potere di Stalin, in particolare il complotto
comuni nella periferia del Medio Oriente.
dei medici del 1953.
I recenti sforzi bilaterali tra i due paesi
La relazione Israele-URSS subisce un
per evitare scontri non intenzionali tra le
ulteriore peggioramento dopo la morte di
rispettive forze aeree in Siria, in modo
Stalin nel 1953, quando i suoi successori
esplicito dimostrano che la Russia
prendono posizioni progressivamente
di Putin è ancora impegnata per la
contro Israele, siglando accordi sulla
sicurezza di Israele. Forse il recente
fornitura di armi con gli stati arabi,
bombardamento mirato che ha portato
come l’affare egiziano-cecoslovacco del
all’uccisione di Samir Al-Kuntar in Siria
1955. Ancora nel 1980, l’URSS firma
ritrae proprio questa stretta relazione
contratti da miliardi di dollari con i propri
tra Israele e Russia. Tuttavia, non
clienti arabi, che alterano l’equilibrio di
raggiungono ancora i livelli della fine
potere nella regione. Come dichiarerà
degli anni Quaranta, quando l’appoggio
negli anni successivi Ariel Sharon,
sovietico è essenziale per la nascita e la
allora ministro della Difesa israeliano,
sopravvivenza dello Stato ebraico.
Israele si trova di fronte a due minacce
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
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42
EUNAVFOR MED, STALLO PER LA TERZA FASE
di Viviana Passalacqua
Sospeso il terzo step della missione
un mandato delle Nazioni Unite, a sua
Eunavfor
volta legittimato da un’autorizzazione
Med,
volta
ad
arrestare
l’attività dei trafficanti di esseri umani
del Governo libico ancora inesistente.
nel Mediterraneo. Il 7 ottobre scorso, il
Parlamento Europeo aveva annunciato
La firma dell’accordo di dicembre in
il
missioni
Marocco tra alcune componenti della vita
militari nel Mediterraneo, finalizzate
politica e sociale libica per la formazione
all’abbordaggio,
e
di un esecutivo di unità nazionale si è
confisca delle imbarcazioni utilizzate
rivelata illusoria. In data 25 gennaio il
dagli scafisti. L’obiettivo successivo
Parlamento di Tobruk ha negato la fiducia
era quello di arrestare i trafficanti e
alla lista di 32 ministri presentata dal
distruggerne i mezzi direttamente a
premier Fayez al-Sarraj. Ne è derivata
terra, con operazioni da effettuarsi sul
un’incertezza
suolo libico e nelle acque territoriali del
e sociale del Paese che potrebbe
Paese. A tal fine, si rendeva necessario
avallare i gruppi estremisti dello Stato
potenziamento
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
delle
perquisizione
politica,
istituzionale
43
islamico e al-Qaeda, con conseguenze
istituzionale. Il ministro degli Esteri
disastrose per la sicurezza generale
Paolo Gentiloni ha ribadito l’urgenza
del vecchio continente. Nello specifico,
di dar vita al Governo di accordo
EunavforMed resta momentaneamente
nazionale e concentrarsi sulla comune
“sospesa” alla fase attuale, quella della
lotta al terrorismo. Dello stesso parere
lotta agli scafisti al largo delle acque
il presidente della Commissione Esteri
libiche senza un mandato di effettiva
del Senato, Pierferdinando Casini, che
autorizzazione all’intervento territoriale,
ha definito l’attentato del 7 gennaio a
risolutivo
migratoria
Zlitan contro un centro di addestramento
che destabilizza l’Europa. Sebbene la
della polizia come parte della “strategia
comunità internazionale appoggi Sarraj,
attuata dello Stato Islamico per rinviare
ricevuto in Italia due mesi fa dal premier
l’insediamento del governo di unità
Matteo Renzi, la situazione si fa critica.
nazionale concordato tra le parti e
dell’emorragia
l’Onu”. Senza un esecutivo riconosciuto
Da più parti si ipotizzano futuri raid
a livello internazionale, EunavforMed è
aerei francesi e inglesi contro le basi
destinata allo stallo.
Isis in Libia, favorite dall’attuale caos
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t