la mezzaluna islamica dal caucaso alla libia
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la mezzaluna islamica dal caucaso alla libia
MAGAZINE DI INFORMAZIONE INTERNAZIONALE 1/2016 LA MEZZALUNA ISLAMICA DAL CAUCASO ALLA LIBIA LIBANO, TRA LA PACE DELL’ONU E LA GUERRA DEL DAESH LE SANZIONI ALLA RUSSIA E L’APERTURA USA INTELLIGENCE, UNICA TISORSA CONTRO IL TERRORISMO? IRAN SCONTRO TRA FONDAMENTALISMI 02 EU RO PE A N A FFAIRS GENNAIO/FEBBRAIO 04. 2016 / NO.01 L’EDITORIALE DI ALESANDRO CONTE 06. LIBANO, TR A L A PACE DELL’ONU E L A GUERR A DEL DAESH 10. LE SANZIONI ALLA RUSSIA: L’APERTURA USA COME POTREBBE INCIDERE SULL’ECONOMIA EUROPEA DI PALESSANDRO CONTE Di PAOLO BALMAS 12. INTELLIGENCE, UNICA TISORSA CONTRO IL TERRORISMO? 18. EUROPA, DAL CAUCASO ALL’UCR AINA IL DAESH NON BUSSA SOLO A SUD DI DOMENICO MARTINELLI DI GIACOMO PR ATALI w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 03 ISIS E TALIBAN PROTAGONISTI DEL FONDAMENTALISMO MEDIORIENTALE 21. DI MONIA SAVIOLI 24 DI PAOLA FRATANTONI 26. 32. 36 IR AN SCONTRO TR A FONDAMENTALISMI ALEPPO CITTA’ MILLENARIA AL CENTRO DI UN CONFLITTO MONDIALE Di AMIRA SAFFAYEH L’ESTREMISMO ISLAMICO SCANDINAVO DI CARLA MELIS HOT SPOT - AREE DI CRISI DI GIACOMO PRATALI ISRAELE E RUSSIA, AMICI E NEMICI: UNA LEZIONE DAL PASSATO 38 DI ADDIE AWWAD 42 IEUNAVFOR MED, STALLO PER LA TERZA FASE DI VIVIANA PASSALACQUA EUROPEAN AFFAIRS MAGAZINE BIMESTRALE DI INFORMAZIONE INTERNAZIONALE DIRETTORE : ALESSANDRO CONTE REDAZIONE MONIA SAVIOLI GIACOMO PRATALI DOMENICO MARTINELLI MARTA GATTI SABIENA STEFANAJ PAOLO BALMAS PAOLA FRATANTONI w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 04 L’ EDITO RI A LE Direttore Alessandro Conte Il 2016 inizia nel peggiore dei modi, un giovane ricercatore viene torturato e ucciso al Cairo, un delitto atroce in un paese che molte nazioni occidentali, Italia compresa, annoverano tra gli amici. Giulio Regeni, giovane ricercatore dell’Università di Cambridge, stava realizzando uno studio sul ruolo dei sindacati in un paese che da decenni è guidato da una casta militare e che sembra più una dittatura che una repubblica. L’Italia a gran voce chiede chiarezza ma ancora una volta la verità sembra essere molto lontana. Molto vicino invece, in Libia la guerra si avvicina, l’occidente non riesce a prendere una posizione unitaria, w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t anche per i forti interessi di Francia e Gran Bretagna che mirano ancora alle concessioni petrolifere non ottenute dopo la morte di Gheddafi. Spuntano sui media nuovi piani di intervento che precedono la divisione in tre aree di protettorato da affidare a Francia, Gran Bretagna e Italia, un ritorno alla politica coloniale? In questa grande incertezza ancora non si riesce a capire pienamente la posizione della Turchia che vuole diventare evidentemente cardine della guerra in Siria, attaccando attivamente le postazioni Curde in territorio siriano e barattando i flussi di migranti con l’accondiscendenza dell’occidente. Unico rischio di Erdogan in questo gioco è di scontrarsi apertamente con la Russia e trascinare la NATO in un conflitto più ampio, tentativo portato avanti e fallito già mesi fa con la scusa degli attacchi dell’ ISIS. 05 w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 06 COVER STORY LIBANO, TR A LA PACE DELL’ONU E LA GUERR A DEL DAESH di Alessandro Conte Libano, una repubblica democratica nei villaggi può essere scossa in ogni che convivenza momento da atti di violenza perpetrati ai interconfessionale un modello sociale danni di una o altra fazione di rifugiati unico al mondo. ospiti del paese. ha fatto della Dopo la terribile guerra civile che ha visto le varie milizie In questo contesto la Costituzione affrontarsi e scontrarsi per lunghi anni della Repubblica Libanese prevede la con gravi conseguenze su tutta la suddivisione delle alte cariche politiche popolazione di qualsiasi etnia. secondo un modello ben preciso teso ad Anche se il paese non è coinvolto un equilibrio tra i partiti politici in campo direttamente nelle crisi in atto nel medio L’assemblea oriente, la sua posizione di confine rappresentanza politica, si compone di con la Siria e Israele lo pone in una un numero pari di seggi tra Cristiani e situazione di grande esposizione alle mussulmani, 64 per ognuna fazione. tensioni internazionali. Dei seggi della comunità musulmana, L’apparente tranquillità che si percepisce 27 sono appannaggio dei sunniti, 27 w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t nazionale, organo di 07 degli sciiti, 8 dei drusi e 2 degli alawiti; Hezbolla ha permesso il coinvolgimento dei seggi della comunità cristiana, 34 del Libano in una guerra invisibile tra sono appannaggio dei maroniti, 14 degli Iran e Israele è oggi con l’esplosione ortodossi di rito greco, 8 dei cattolici, 5 della crisi Siriana e l’avanzata del Daesh degli ortodossi di rito armeno, 3 di altre a mettere in campo le forze paramilitari minoranze. oltre il confine a difesa del paese. La politica libanese i divide in de grandi Hezbollah, sciita, è da sempre un alleato coalizioni che prendono il nome da due di Assad che è sempre stato considerato eventi importanti della storia recente, un protettore di Hezbolla. Inoltre non “8 marzo” e “14 marzo”, due grandi bisogna dimenticare che gran arte manifestazioni che hanno avuto luogo delle risorse energetiche e commerciali nel marzo del 2005 dopo l’uccisione del arrivavano in Libano proprio dalla Siria. premier Rafiq Hariri. Le due alleanze La componente economica di questa si alternano alla guida del paese e di alleanza non è da sottovalutare per un riflesso in tutta la struttura amministrativa paese che confina per due terzi con la delle province e dei villaggi. Siria e un terzo con una nazione con cui Sebbene si sia trovato un modello di è formalmente in guerra dal 2006. equilibrio politico, la fragilità del sistema D’altro canto Hezbolla garantisce alla è indubbia e e pressioni internazionali siria di Assad la lealtà e l’appoggio di una si acuiscono sempre di più. Negli ultimi gran parte del paese, un confine sicuro anni soprattutto l’affermazione politica di dal quale poter rompere l’isolamento w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 08 internazionale e l’appoggio formale alla che non riescono a gestire le situazioni lotta di liberazione della Palestina contro più complesse. In questo contesto si Israele oltre naturalmente l’appoggio inseriscono gli incidenti lungo la Blu Line politico della repubblica libanese grazie del 2015. alla sua forte influenza in parlamento. Nonostante Forte nel sud del paese Hezbolla invia le internazionale la missione Leonte IX, sue forze migliori a combattere in Siria il che schiera mezzi e uomini del 1 rgt Daesh su una linea del fronte avanzata Nizza Cavalleria e del 9 rgt Alpini, riesce rispetto alla naturale linea di confine che a far fronte con grande capacità ad ogni invece è presidiata dall’esercito regolare criticità che si possa creare lungo la linea libanese. di demarcazione tra Libano e Israele. Uno sforzo di risorse non indifferente La missione nel temo è riuscita a creare per il partito che si può notare nei vari un rapporto di fiducia nella popolazione villaggi dove vengono esposti fuori dalle locale, le istituzioni e le fazioni politiche case le immagini dei volontari caduti in tale da far percepire una tranquillità nella Siria e ricordati come eroi. vita quotidiana. Questo aspetto è molto importante per Questo elemento è talmente importante la stabilità dell’area meridionale del nello scenario globale che ha permesso Libano dove dal 2006 è dislocata la sa ad Hezbolla che all’esercito regolare missione UNIFL, oggi a guida italiana. Libanese di dispiegare le forze migliori al L’invio dei combattenti più esperti e dei nord del paese a difesa del confine con capi più importanti sul fronte siriano la Siria, lasciando di fatto alla missione ha provocato nel tempo una instabilità ONU il compito di mantenere intatta la dell’area tregua con Israele. causata dai giovani leader w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t la difficile situazione 09 w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 10 LE SANZIONI ALLA RUSSIA: L’APERTURA USA COME POTREBBE INCIDERE SULL’ECONOMIA EUROPEA di Paolo Balmas Dopo due anni di crisi in Ucraina e migliaia di vittime causate dal conflitto nel Donbass e dalla rivolta del Maidan, sembra che le sanzioni economiche imposte dall’Occidente non riescano a raggiungere lo scopo desiderato. Gli incontri di Minsk (fra Russia, Ucraina, Bielorussia, Francia e Germania) hanno chiaramente definito quali sono gli obiettivi da raggiungere per il rientro delle sanzioni rilasciate dalla Commissione europea. Ma sembra impossibile raggiungere lo scopo di tali accordi. Infatti, le sanzioni alla Russia sono aumentate lo scorso dicembre 2015. La Commissione ha prolungato di sei mesi le proprie iniziative contro 149 individui e 37 fra enti, imprese e organizzazioni, sia russe che ucraine (21 dicembre 2015). Dall’altra sponda dell’Atlantico, invece, è arrivata una lista aggiornata con più di trenta nuovi obiettivi da sanzionare. Il documento è stato prodotto dall’Office of Foreign Assets Control (Ofac) del Dipartimento del Tesoro (22 dicembre 2015). Fra gli atteggiamenti europeo e americano nei confronti della Russia, esistono delle differenze. Si potrebbero riassumere nel fatto che l’Unione Europea non riconosce l’annessione della Crimea da parte della Federazione russa. Infatti, le sanzioni di Bruxelles sono incentrare su tale questione e colpiscono soprattutto enti, banche, organizzazioni e individui che in qualche modo sono collegati al consolidamento della presenza russa in Crimea. Gli Stati Uniti, come il Canada e l’Australia, pur rifiutando le operazioni geopolitiche della Russia come fa l’Ue, si spingono oltre. Sono più concentrati a colpire le banche, le imprese e gli individui che, in parte, costituiscono l’elite russa. Nel documento rilasciato dal Dipartimento del Tesoro, infatti, si troverà una lunga lista di imprese che operano nel settore degli idrocarburi e della Difesa, ad esempio, ma anche della logistica, dei trasporti, eccetera. Eppure, sul fronte della lotta al terrorismo Stati Uniti e Russia stanno tentando progressivamente di avvicinarsi per coordinare una possibile soluzione al conflitto civile siriano. L’atteggiamento di Washington nei confronti della Russia in merito alla situazione in Ucraina, quindi, non è in linea con l’atteggiamento della stessa Amministrazione nei confronti della Russia che opera in Siria. Coscienti di tale presupposto, a poco più di un mese dall’ampliamento delle sanzioni, i rappresentanti di Usa e Russia si sono incontrati a Ginevra per confrontarsi sul processo di pace in Medio Oriente. Ciò potrebbe apparire come una profonda contraddizione. Tuttavia, negli ultimi anni, ancor di più negli ultimi mesi, è emerso chiaramente che la diplomazia del terzo millennio si w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t sviluppa su piani paralleli. A volte, questi piani si incontrano, si intrecciano, si influenzano l’un l’altro. Un esempio per tutti è il contrasto palese fra la cooperazione degli Stati Uniti con la Repubblica popolare cinese in ambito economico finanziario e il confronto sempre più esplicito fra le due potenze nelle aree contese del Mar cinese meridionale. Tuttavia, per tentare di definire lo scenario in cui si inseriscono le sanzioni, allo scopo di comprenderne la funzione, può essere utile analizzare il punto di vista opposto, ovvero quello di Mosca. Nella nuova Strategia per la Sicurezza nazionale, divulgata il 31 dicembre 2015, il governo russo ha elencato le proprie preoccupazioni e le minacce che assediano la Federazione. Fra queste ultime, le sanzioni non occupano assolutamente i primi posti. La Nato, il terrorismo, la proliferazione di armi non convenzionali e l’instabilità vengono prima. La Nato perché ha raggiunto i confini russi e vuole aumentare le misure militari difensive degli stati in cui si espande, ovvero i sistemi antimissilistici di produzione statunitense e gli armamenti definiti “strategic nonnuclear high-precision”. Per quanto riguarda il terrorismo, la questione è molto seria. Infatti, Mosca si rende conto che lo Stato Islamico opera contro i propri interessi nella regione mediorientale. Per non contare il fatto che fra i militanti fedeli del Califfato vi sono oltre 800 cittadini russi provenienti solo dal Dagestan, che costituiscono un pericolo per la stabilità futura della repubblica del Caucaso del Nord. Il documento parla anche di instabilità relativa a possibili nuove rivoluzioni colorate, con attenzione ai luoghi in cui può facilmente esplodere la tensione accumulata in area eurasiatica (principalmente Caucaso e Asia centrale). Viene citata anche la responsabilità occidentale relativa ai fenomeni che si sono verificati in Ucraina e in Medio Oriente. Le sanzioni hanno un ruolo minore. In fondo, da un punto di vista economico preoccupa molto di più riuscire a contenere le perdite dovute ai bassi prezzi del petrolio e del gas. Infatti, la Russia è uno dei paesi che ha subito le maggiori perdite. Le ripercussioni cadranno sui progetti infrastrutturali, per l’energia e per i trasporti, sul bilancio della Difesa, in generale sull’economia reale oltreché sugli strumenti finanziari. I primi sintomi si sono già verificati. Fra questi, la chiusura del progetto South Stream, che ha portato di recente l’italiana Saipem a chiedere un indennizzo di centinaia di milioni di euro; e la ancora più recente procedura di Gazprombank, una delle banche più grandi della Federazione, per chiudere la filiale di Londra. 11 In altre parole, se si prendesse in considerazione la strategia di contenimento della Russia attuata dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e soprattutto dalla Nato, le sanzioni assumono una precisa funzione complementare volta a rallentare l’espansione russa nelle regioni limitrofe alla Federazione, compresa la mediterranea, e in generale nel complesso economico europeo. Da questo punto di vista, quindi, non basterà una marcia indietro in Ucraina da parte della Russia per stabilizzare i rapporti economici fra Mosca e le capitali europee, poiché tale ritirata non sarebbe altro che uno dei tanti obiettivi che mirano a un contenimento ben più ampio. L’espansione della rete energetica per la fornitura del gas naturale russo all’Europa è una delle maggiori preoccupazioni di una parte dell’elite occidentale. Le due direttrici principali, una attraverso la Turchia e una attraverso il Mar Baltico, sono attualmente messe in discussione, la prima a causa della crisi fra i governi di Ankara e di Mosca; la seconda a causa delle sanzioni e delle resistenze politiche. Il settore energetico, come quello della guerra contro il terrorismo, viaggia su un piano parallelo. Mosca tenta di mantenere attivi i rapporti per i progetti infrastrutturali, sulle basi della consapevolezza dei bisogni energetici europei. La creazione di un nuovo mercato dell’energia, che vede gli Stati Uniti come i nuovi primi produttori di gas naturale (secondo il rapporto della Banca Mondiale relativo ai dati del 2015), è sullo sfondo di tale dinamica. Per concludere, una maggiore collaborazione fra Stati Uniti e Russia nelle operazioni contro lo Stato Islamico in Siria, potrà anche ammorbidire i toni del confronto e permettere alcuni compromessi in altri settori, ma nel lungo periodo non sembra poter assicurare il ritorno alla normalità dei rapporti fra Mosca e l’Occidente. In fondo, le voci autorevoli di Washington lo lasciano intuire. I candidati alle elezioni di novembre 2016 per la Casa Bianca promettono tutti di assumere un atteggiamento più duro in politica estera. Ma il monito maggiore proviene dal Direttore della National Intelligence, James R. Clapper. Questi ha dichiarato che lo Stato Islamico è decisamente un problema, ma non ha la capacità di infliggere colpi mortali agli Stati Uniti d’America; la Russia invece può. Da ciò si comprende quale siano le priorità di Washington e di conseguenza della Nato. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 12 INTELLIGENCE, UNICA RISORSA CONTRO IL TERRORISMO? di Domenico Martinelli A seguito dei tristissimi fatti di Parigi, europee degli episodi di violenza perpetrata da primis, e consessi internazionali del singoli individui radicalizzati, spesso settore non sono intelligence e non paranoici e non legati a organizzazioni fanno intelligence; si tratta di organismi terroristiche, dagli eccidi in Syria ed in e comitati, molti dei quali in seno Africa è lecito chiedersi se l’intelligence all’UE o all’ONU, che elaborano dati, sia l’unica arma contro il terrorismo. studiano A nostro parere la risposta è no. O, prassi, ed emanano raccomandazioni, meglio, non solo. L’intelligence è un producendo un ottima mole di lavoro campo in cui l’Europa e le Nazioni Unite per gli addetti istituzionali e para- non esistono ed in cui i trattati di fatto istituzionali e per i decisori politici, ma non esistono. L’intelligence, sia esso non creano intelligence, indirizzandosi esterno o interno è qualcosa che esula per lo più a forze ed operazioni di polizia dai rapporti tra stati e organizzazioni di tipo palese e di tipo investigativo e internazionali e, molto spesso, interessa giudiziario. Men che meno sono veritiere esclusivamente le i rapporti bilaterali di sicurezza, casi, paventate Europol individuano (da di buone stampa) sussistenti tra Stati, che – come la storia potenziali insegna – non sono sempre in rapporto poste in essere da organismi cerati sulla di parità ma, anzi, molto spesso sono in base di accordi multilaterali (o bilaterali rapporto di sudditanza o dipendenza. incorciati) quali l’Eurogendfor (che è Da sempre, ed ancor più in questi giorni, un perfetto e meritevole connubio di in Europa si parla di un’intelligence gendarmerie europee, essenzialmente unica, di scambio informazioni, e di impegnato a fornire expertise di polizia collaborazione tra servizi. ed addestramento militare in paesi in Non confondiamo le cose: agenzie via di sviluppo, e ad agire quale forza di w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t operazioni alcuna in intelligence 13 interposizione in aree di crisi). potrebbe richiamare una dottrina cinese Le differenze normative tra gli Stati secondo la quale ogni cittadino è tenuto europei, di fatto, costituiscono a detta a fare sicurezza, a dare sicurezza di molti un notevole intralcio alla ed a custodire anche le informazioni costituzione di un apparato di intelligence minimali, divulgandole solo alle autorità. comune. Secondo altri politici, italiani o La sicurezza partecipata si misura stranieri che siano, gli Stati europei non studiando le attività poste in campo dallo vogliono realmente costruire un’unica Stato a livello centrale, fino ad arrivare intelligence perché sono gelosi delle alle più infime articolazioni dei piccoli informazioni possedute e non credono comuni e dei villaggi. di riceverne di altrettanto qualificate da A differenza dell’intelligence unica, il parte dei loro omologhi interlocutori; concetto di sicurezza partecipata non è questo proprio perché la materia non un’utopia: è davvero realizzabile e, forse, è regolata e perché le regole in questo è già in corso di realizzazione, addirittura settore, dove la trasparenza non è in modo inconsapevole, specie in questi una forza − ma necessariamente una periodo. Ma occhio agli allarmismi. debolezza − non si scrivono. Dietro un hijab non si nasconde sempre Per questo motivo l’intelligence potrebbe una terrorista. essere una buona arma unica contro Altro strumento utilizzabile, stavolta il terrorismo, ma tale esercizio non è dai decisori politici, è ciò che potrebbe praticabile nel breve periodo, nemmeno derivare dagli esiti dei Consigli e in un regime di massima urgenza qual’è Comitati europei in ambito sicurezza quello che stiamo vivendo. interna. La Strategia della Sicurezza L’Europa, però, può utilizzare gli Interna, i Report annuali di Europol strumenti normativi ed operativi di cui sul terrorismo, l’Agenda Europea sulla nel tempo si è dotata e si è perfezionata, Sicurezza sono tutti utili strumenti per rasentando davvero l’eccellenza. gli Stati membri per affinare strategie, In tutti gli Stati membri si parla infatti condividere esperienze e formare una di sicurezza partecipata: un concetto coscienza comune, a livello politico, molto ampio, che, per essere spiegato, per contrastare il fenomeno terroristico. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 14 Ma, va da sé, i decisori devono poi transnazionali decidere. Devono agire e far agire gli pensi all’ETA, alla Resistencia Galega o apparati dei loro stati, promuovendo per al PKK o ai gruppi antisemiti o islamofobi quanto possibile non utopie giuridiche, che, sebbene in misura sicuramente come quella dell’unificazione dei servizi minore, hanno comunque fatto parlare d’intelligence europei, ma disposizioni di sé in questi mesi e nell’ultimo biennio. normative concrete, stringenti e precise. Si pensi, infine, al terrorismo di matrice Prendiamo GAI religiosa: per questo tipo di fenomeno europea, di cui abbiamo già parlato altre Europol studia ed elenca i vari episodi, volte, qui su European Affairs. conta gli arresti eseguiti dagli Stati Ogni anno l’Agenzia emana un Rapporto membri ed elenca alcune attività criminali dell’Unione Europea sulla situazione ed che devono essere contrastate perché il trend del terrorismo, il c. d. “TE-SAT”, contribuiscono a rafforzare il terrorismo documento famoso per gli addetti ai quali lavori. Europol, da sempre specializzata nell’economia legale, i rapporti con nell’analisi distingue l’economia sommersa e criminale e con giustamente vari fenomeni terroristici, la criminalità organizzata, e la facilità non esclusivamente con cui si trasferiscono informazioni su quello di matrice islamica, che è al sul maneggio e la costruzione di momento quello che desta più clamore. ordigni esplosivi mediante il deep web Oltre ispirazione (lambendo così il fenomeno del cyber religiosa, infatti, Europol rammenta che crime).I dati sono noti, pubblici, ed ogni esiste un terrorismo etnico-separatista Stato ha la ricetta per contrastare i e nazionalista, un terrorismo di sinistra fenomeni. (di Ci Europol, criminale, soffermandosi al agenzia terrorismo matrice di anarco-insurrezionalista, il sono e transfrontaliere. finanziamento, Stati che l’immissione limitano del a espressione tanto cara agli analisti italiani) sospendere ed un terrorismo di destra. Ovviamente Schengen. Ovviamente tale soluzione - Europol si interessa dei fenomeni da un la più facile - può rivelarsi utile nel breve punto di vista complessivo, specie se gli o brevissimo periodo, ma è letale sul stessi sono connotati da caratteristiche lungo termine. Questo perché i cittadini w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t l’efficacia si Si trattato 15 ed i commercianti sono insofferenti alle che il terrorismo può produrre sulla limitazioni di libertà acquisite ormai da società: campagne di informazione sui anni e, inevitabilente, la politica risente pericoli dell’estremismo religioso, da di tali pressioni sicché è facilissimo praticarsi nelle scuole sin dalle prime riallargare le maglie dei controlli alle classi, seminari gratutiti di istruzione alle frontiere dopo pochi giorni, facendo prime azioni da compiere per salvare passare poi, secondo la legge del sé e gli altri a seguito o durante un contrappasso, qualunque tipo di merce attentato terroristico, attenzione e focus e di persona. Qualcuno, specie nei mediatici frequenti, ma non noiosi e paesi nordici, parla di contro-narrativia: pendanti, sul terrorismo religioso, e sui ossia dell’avvio di una vera e propria pericoli del fondamentalismo. Soluzioni campagna culturale e mediatica di di tipo culturale, insomma. A poco o contro-informazione contro il jihadismo a nulla serve quell’onda cavalcata e la radicalizzazione. Addirittura c’è chi da varie fazioni politiche europee, vorrebbe prevedere dei programmi di repubblicane o democratiche, per dirla riabilitazione “sociale” per i sospetti e all’americana, che individua la soluzione potenziali foreign fighters (qualcuno nella corresponsione di maggiori fondi anche per quali acclarati): evitare la alle Forze Armate o di Polizia: questo prigione in cambio di un impegno civile perché qualunque “squilibrio”, specie se nella lotta all’estremismo ed alla violenza improvviso, nel bilancio degli Stati, prima religiosi. o poi si ripercuote inevitabilmente proprio Ma anche queste soluzioni ci sembrano sul settore che ha “causato” lo squilibrio poco adeguate e, a dire il vero, stesso e gli effetti non possono essere abbastana utopistiche, specie per realtà che poco duraturi, se non disastrosi, nei e architetture giuridiche e politiche di loro risvolti sociali, politici e sindacali. origine “latina”, come quella italiana. Bene sarebbe, invece, investire nella Meglio sarebbe parlare di “resilienza controinterdizione civile”, ossia di una forma di boicottaggio nella pratica di un’intelligence economica - e aggressiva nei confronti anche dei politicamente guidato - degli effetti piccoli capitali, delle donazioni per cause anche’esso nomativamente economica: ossia w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 16 religiose non meglio specificate, delle Riassumendo: forze militiari e di polizia oblazioni per opere umanitarie portate dedicate e costitutite da un consistente avanti da organizzazioni indubbiamente numero di professionisti; provvedimenti poco famose, poco note in ambito normativi chiari, mirati, di lunga durata, worldwide e di nascita relativamente non oppressivi e non circoscritti alle giovane. del sole emergenze; operazioni culturali e inevitabilmente mediatiche che educhino - nel rispetto aggredire la linfa vitale di una tale di ogni confessione religiosa - sì alla cattiva escrescenza; del resto la tecnica tolleranza ecumenica, ma anche alla di aggressione dei patrimoni costituisce totale intolleranza verso qualsivoglia il classico metodo di lotta alle forme più forma di violenza ispirata alla o dalla radicate di malavita organizzata in tutto fede; il mondo. Metodologie di pagamento forma di criminalità economica che possa quali l’hawala o il chitti banking sono anche minimamente rendersi sospetta ormai molto conosciute e rappresentano di appoggiare, anche solo idealmente, il un rischio per chi, Stato o persona, terrorismo e la radicalizzazione. ne è in qualche modo vittima. Ma tali In attesa di un’unica Procura europea metodi sono rischiosi anche per chi li contro il terrosismo, di un unico esercito pratica, questo specie in un’Europa che europeo, di un’unica agenzia europea di ha fatto dell’antiricilaggio uno dei suoi intelligence, sono queste, secondo noi, principali cavalli di battaglia, sfornando le ricette alternative per sconfiggere il con sempre maggior frequenza direttive terrorismo. terrorismo, Aggredire significa l’economia e decisioni che impognono agli Stati membri adeguamenti normativi urgenti e che hanno regalato - come nel caso italiano - una definizione sempre più nitida della fattispecie del riciclaggio e delle responsabilità anche in campo amministrativo, oltre che penale, che da essa derivano. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t lotta indiscriminata contro ogni 17 w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 18 EUROPA, DAL CAUCASO ALL’UCRAINA IL DAESH NON BUSSA SOLO A SUD DI GIACOMO PRATALI Non solo la Siria. Non solo l’Iraq. Non Oltre all’aumento di persone che fanno solo la Libia. L’ombra lunga dello Stato tra le fila del Daesh, si registra l’insorgere Islamico è divenuta incombente an- di un violento dualismo tra le due or- che sul Caucaso. Dal 2013, il declino ganizzazioni. Un dualismo che pende dell’Emirato nelle ex repubbliche soviet- sempre più e inesorabilmente verso lo iche ha fatto spazio alla organizzazione Stato Islamico, che arriva ad ottenere, jihadista capeggiata da al Baghdadi. proprio lo scorso anno, la leadership, in Era il 2007. Il sentimento antirusso, dif- termini di popolarità, dell’area caucasica fuso in molte regioni dell’Asia Centrale, e dell’Asia Centrale. fu raccolto dall’Emirato del Caucaso, Una propaganda più efficace e la proc- fondato da Dokkunmarov in seguito alla lamazione di un governatorato nel Cau- Seconda Guerra Cecena. L’obiettivo di caso russo nel giugno 2015, segnano la una rivolta armata contro Mosca provocò definitiva svolta a favore del Daesh. Ed molti attacchi terroristici fino all’inizio de- evidenziano come quella dell’Emirato gli anni Dieci. sia ormai una realtà quasi del tutto su- Poi il declino, dovuto anche alla perata. morte di alcuni leader ma, soprattut- Tuttavia, l’ombra dello Stato Islamico to, dall’affermazione su scala globale arriva fino alle porte d’Europa, ovvero dell’Isis. Dal 2013, il Caucaso diviene in Ucraina. Ed è strettamente collega- un vero e proprio bacino di reclutamento to a quello presente nel Caucaso oltre per il conflitto in Siria, con 700 tra rus- che da un comune sentire religioso, da si, ceceni e georgiani che partono per un profondo sentimento antirusso. Un la guerra. Fino ad arrivare ai 1500 del po’ come è accaduto e sta accadendo 2015. in Cina tra la popolazione musulmana w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 19 dello Xinjiang e Pechino, la ragione che Una formazione, la “Crimea”, che com- muove le varie milizie jihadiste è anche batte su due fronti. In Ucraina, appunto, di natura politica. contro i separatisti filorussi. In Siria, a Come già riportato da European Affairs fianco del Daesh, contro il governo di negli scorsi mesi, è dal luglio 2015 che Assad e contro quella Russia pesante- è certificata la commistione tra il Batta- mente coinvolta contro lo Stato Islamico glione Azov e la Brigata di Settore Destro, dalla seconda metà del 2015. e alcune unità islamiste anti-russe. Tre Di fatto, oltre a quella mezzaluna che in particolare: “Dehokhar Dudayev” e coinvolge Africa e Medio Oriente, si è “Sheik Mansur” a maggioranza cecena, venuto a creare un triangolo di reclu- daghestana e uzbeka; “Crimea”, a mag- tamento di milizie convergente in Si- gioranza tatara. ria e che è composto dal Caucaso e Proprio quest’ultima ha destato mag- dall’Ucraina. Un pericolo, finora sottova- giore attenzione sulla stampa internazi- lutato dalla comunità internazionale, onale negli ultimi mesi del 2015. I suoi come nel caso della recente Conferenza miliziani, infatti, hanno base in Ucraina di Roma anti-Isis, in cui il tema della pre- e non in Crimea poiché sono le leggi senza di milizie islamiste in Ucraina non russe, che di fatto regolano la penisola è stato affrontato. Un pericolo, quello che si affaccia sul Mar Neo, a proibire la dello Stato Islamico, che non bussa alla costituzione di formazioni di questo ge- porte dell’Europa solo da sud, cioè dalla nere. Libia, ma anche da est. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 20 w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t ISIS E TALIBAN PROTAGONISTI DEL FONDAMENTALISMO MEDIO-ORIENTALE di Monia Savioli I dati diffusi dal Gobal Terrorism Index puntano il dito su cinque movimenti estremisti colpevoli della maggior parte degli attentati di matrice religiosa. Negli ultimi tre anni, i dati pubblicati dal Global L’impatto globale sull’economia ha raggiunto il Terrorism Index, prodotto dall’Institute for tetto di 52,9 bilioni di dollari. Una cifra enorme. Economics and Peace, hanno fotografato I dati, in ogni caso, confermano il ruolo centrale l’emergenza analizzando del Medio Oriente come fucina di integralismi l’evoluzione delle situazioni interne di 162 stati e come teatro degli stessi, nello scontro fra partendo dall’anno 2000. I risultati diffusi a fine correnti che mietono vittime soprattutto fra civili. 2015 e relativi all’anno precedente tracciano Negli ultimi 20 anni i gruppi terroristici hanno un percorso in ascesa per numero di vittime fatto base soprattutto in Iraq e Afghanistan. Il legate ad attentati. L’aumento è dell’80% testimone, per la recrudescenza delle ostilità, rispetto al 2013. La percentuale si traduce in è passato, nell’area medio orientale, da Al 32.658 morti. Nel 2013 il loro numero era pari Quaeda allo Stato Islamico. Nel 2014, il 74% a 18.111. Le correnti terroristiche a matrice degli attentati terroristici era concentrato nella prettamente fondamentalista che detengono il mani di cinque gruppi. Una tendenza che si è primato degli attentati vedono in prima linea rafforzata nel corso del 2015. Il primato spetta Boko Haram e Isis, corresponsabili del 51% a Boko Haram, colpevole di aver tolto la vita delle uccisioni complessivamente rilevate. a oltre 5.000 persone in più rispetto al 2013. Il 78% dei decessi ed il 57% degli attentati A seguirlo è Isis, con una crescita di 4.672 sono concentrati in cinque paesi: Afghanistan, vittime, il movimento Talebano, al vertice della Iraq, Nigeria, Pakistan e Siria. L’Iraq è lo Stato classifica del 2013, ed il Fulani Militants che maggiormente colpito dagli attacchi terroristici, in Nigeria ha mietuto 1.229 vittime partendo ben 9.929, numero che non trova concorrenti dalle 63 totalizzate nel 2013. A chiudere se rapportato ai confini di una unica nazione. la classifica sono le milizie di al-Shabaab, terrorismo 22 operative fra Kenia e Somalia. Accanto alle fondamentalista, attivi nel territorio siriano, correnti organizzate e strutturate convivono innescando un conflitto interno fra correnti cellule indipendenti, le cosiddette “Lone Wolf” simili. Parliamo del Fronte al-Nusra Front, del motivate da interessi eterogenei che spaziano Fronte Islamico, dell’Esercito dei Mujahideen dalla supremazia razziale e religiosa agli e del Fronte rivoluzionario siriano. Il 90% degli interessi personali, agli scopi politici. Isis, attacchi terroristici totalizzati da Isis nel 2014 noto anche come Isil, Daesh, Stato Islamico colpiscono l’Iraq nelle città di Nineveh, Al e Califfato, affonda le radici nei territori di Anbar, Baghdad e Saladin. Altri attentati sono Siria e Iraq. La sua genesi è legata alla diretti a Siria, Libano, Turchia colpendo in frangia irachena di Al Qaeda e la sua crescita particolare civili, uccisi o rapiti. Come a Sinjar alle scoppio - 500 morti e 300 donne rapite per deliziare della guerra civile in Siria. Gradualmente il i miliziani dell’Isis - Mosul, Raqqa, “capitale” movimento ha iniziato a crescere in modo dello Stato Islamico oggi difesa anche dai indipendente, assumendo connotati ben più “cuccioli del Califfato”, bambini usati come estremisti rispetto a quelli difesi e professati soldati. Se Isis domina le peggiori espressioni da Al Qaeda. La separazione ufficiale fra i due del fondamentalismo islamico in Iraq e Siria, movimenti viene pronunciata nel febbraio di in Afghanistan esiste ancora una frangia attiva due anni fa. L’obiettivo perseguito dal Isis è legata al movimento Talebano fondato nel ovviamente quello di creare uno stato di legge 1994 dal Mullah Mohamad Omar. Composto islamica, conquistato attraverso l’applicazione dai Mujahedeen che contrastarono l’assalto estremista della Jihad. I confini del Califfato dei sovietici negli anni ‘80 e da tribù di etnia vengono tracciati includendo i territori di Pashtun, il movimento conquista il controllo Israele, Iraq, Giordania, Libano e Siria. del paese nel 1996 fino a quando gli Stati Uniti, Per conquistare terreno gli sgherri dell’Isis dopo il brutale attentato alle Torri Gemelle, guidati dal “califfo” Abu Bakr al-Baghdadi, decidono di intervenire nel paese. incertezze provocate dallo combattono contro il regime Alawita di Assad in Siria, il governo iracheno di Al Abadi, le Oggi il movimento ha assunto il nome di minoranze religiose ed etniche della Siria. “Neo-Taliban” o “Quetta Shura Taliban”, dalla Allo stesso modo si oppongono ai differenti città del Pakistan, Quetta, che ha accolto i gruppi, appartenenti ad una comune matrice talebani fuoriusciti dal Paese per attivare una w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 23 riorganizzazione a distanza del movimento. è lecito supporre l’esistenza, in ogni paese Nel 2014 i talebani hanno ucciso il maggior occidentale, di cellule estremiste capaci numero di persone da quando nel 2002 è di addestrare e formare nuclei di possibili iniziata l’occupazione dell’Afghanistan da combattenti da usare in loco per attentati o parte Si da inviare nelle zone più calde. Ovviamente, tratta di 3.477 persone, martoriate nel corso nella cifra complessiva, vanno incluse donne e di 891 attacchi terroristici. L’obiettivo è la ragazze, protagoniste, insieme ai colleghi del destabilizzazione del governo. Per questo sesso opposto, delle azioni armate organizzate motivo, gli attentati coinvolgono spesso le sia in attacco sia in difesa. Circa il 65% dei forze di polizia, considerate come target combattenti noti proviene dai paesi membri privilegiato rispetto alla popolazione civile. dell’Organizzazione Forze e rappresentanti governativi sono islamica (OIC). La Tunisia offre il bacino più terzi nella classifica dei più colpiti. Esplosivi, prolifico, seguita dall’Arabia Saudita e da altre attacchi suicidi e assalti armati sono le nazioni che non rientrano nella coalizione modalità utilizzate per finalizzare gli attacchi. OIC, come Russia e Francia. La possibilità Un fenomeno emergente che sta ingrossando di viaggiare liberamente, ha permesso a tanti le fila degli adepti all’interno dei movimenti combattenti fondamentalisti residenti nei paesi ispirati è europei di partire e aggregarsi ai jihadisti quello dei “foreign fighters”, i combattenti di Iraq e Siria. La consapevolezza, sempre stranieri che, da varie parti del mondo, si più marcata, di tali fenomeni ha modulato aggregano agli eserciti estremisti. In realtà il nel tempo reazioni tese a limitare i flussi. Gli fenomeno si era già proposto negli anni in cui arresti in Francia, motivati in particolare dagli l’Unione Sovietica aveva ottenuto il controllo attentati che hanno insanguinato la capitale dell’Afghanistan. All’epoca 20.000 combattenti nel corso del 2015, uniti ai provvedimenti stranieri raggiunsero il paese per combattere adottati dalle altre nazioni europee sono tesi a a fianco della popolazione afghana. limitare la proliferazione di foreign fighters che Oggi i flussi provenienti da oltre un centinaio peraltro, continuano a prodursi. della al coalizione internazionale. fondamentalismo islamico per la cooperazione di paesi sono diretti verso Iraq e Siria, verso gli eserciti marchiati Isis. Il numero degli apporti non è quantificabile. Sicuramente w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 24 IRAN: SCONTRO TRA FONDAMENTALISMI Il regime sciita e la battaglia all’Islamic State di Paola Fratantoni È errore sempre più comune associare il fondamentalismo islamico all’odierno terrorismo islamico. Sebbene esista un collegamento tra i due fenomeni, è bene sottolineare come non vi sia una corrispondenza identica tra essi. La nascita del fondamentalismo islamico risale fine dell’Ottocento, quando tra le popolazioni arabe si diffonde la convinzione che l’unico modo per porre fine alle interferenze politiche, economiche e religiose dell’Occidente sia il ritorno alla pura e piena applicazione della Shari’a (la legge islamica). Si afferma nel corso del secolo successivo con la fondazione dei Fratelli Musulmani e successivamente si ramifica in diverse correnti (in India Jama’ at-I Islami sarà la base dottrinale dell’attuale fondamentalismo, in Palestina nasce il Movimento di Resistenza Islamica Hamas, ecc). Il terrorismo islamico, invece, prende piede verso gli anni Novanta e rappresenta, dunque, soltanto una delle varie forme assunte dal fondamentalismo. Un stesso obiettivo -la re-islamizzazione della società- ma le strategie usate sono diverse. Si parla di islamizzazione dall’alto, quando il processo avviene tramite la presa del potere politico, oppure dal basso, quando, invece, la re-islamizzazione è promossa tramite la diffusione dell’Islam tra la società, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di culto. Molteplici le correnti di questi fondamentalismi: sunnita, wahhabita, salafita, sciita, ecc. Tutti accumunati dallo stesso libro sacro, ma ognuno con una sua peculiare interpretazione del rapporto religione-società-politica, che rende spesso incompatibile una pacifica convivenza. Prendiamo ad esempio un attore w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t chiave del Medio Oriente, l’Iran, regime islamico sciita recentemente uscito da decenni d’isolamento internazionale, dovuto alle sanzioni imposte per il suo programma nucleare. L’Iran odierno è il terreno di incontro di queste diverse forme di fondamentalismo. Frutto della Rivoluzione Islamica del 1979 guidata dall’Ayatollah Khomeini, il paese è oggi un regime fondamentalista di stampo sciita, fondato su una ferrea applicazione della Shari’a. L’Ayatollah è la massima guida politico-religiosa, e il clero possiede autorità ultima sulle decisioni politiche. L’obiettivo ultimo è esportare la rivoluzione islamica anche fuori dal territorio nazionale, nell’ottica di creare un’unica comunità di fedeli. Un’islamizzazione, dunque, che parte dall’élite politica e aiuta a spiegare l’interventismo dell’Iran nei paesi limitrofi, causa di dispute regionali ma anche di proteste interne. L’Iran ha spesso attirato su di sé l’attenzione per la propria politica estera ed egemonica nell’area mediorientale. Oggi, si aggiunge un altro fattore, ovvero la lotta che proprio questo fondamentalismo conduce contro un altro fondamentalismo islamico, l’Islamic State (ISIS). Esatto opposto del regime iraniano, l’ISIS rappresenta un fondamentalismo che parte dal basso, penetra nelle masse, diffondendo un’interpretazione salafita (ramo dell’Islam sunnita) della legge islamica. L’obiettivo perseguito da entrambi gli attori sia il medesimo, ovvero la creazione di una società, uno stato, un califfato basato sull’osservanza della Shari’a. Tuttavia, il divario sciita-sunnita rende incompatibile la presenza di entrambe le correnti: la sopravvivenza dell’una è legata all’eliminazione dell’altra. 25 L’ISIS diventa, così, nemico numero 1 dell’Iran. Al di là della dimensione religiosa, esistono molteplici fattori che alimentano le preoccupazioni della Repubblica Islamica. In primis, la contiguità geografica. L’ISIS si è esteso su gran parte del territorio dell’Iraq, paese con il quale l’Iran condivide quasi 1.500 km di confine. Qualsiasi avvenimento interessi il territorio iracheno può avere ripercussioni dirette in Iran. Inoltre, l’Islamic State rappresenta una minaccia più pericolosa rispetto agli altri gruppi in quanto è stato l’unico in grado di acquisire il controllo di territori e risorse, nonché di arruolare milioni di militanti, sia locali che stranieri. Una maggiore penetrazione in Iraq costringerebbe l’Iran ad incrementare le proprie forze su questo versante, compromettendo l’impegno attuale in altri teatri, ad es. la Siria. Economicamente, poi, le attività dell’ISIS al confine tra Iran e Iraq mettono a rischio il commercio tra i due paesi, commercio che garantisce all’Iran un giro di diversi miliardi di dollari. Considerando l’aspetto politico -come nella maggior parte dei paesi islamici strettamente legato a quello religiosodue sono i punti salienti. L’Iraq è la seconda maggiore comunità islamica sciita del Medio Oriente (circa il 60-70% degli iracheni è sciita). È di fondamentale importanza per Teheran preservare i rapporti con il paese, in quanto rappresenta un teatro strategico essenziale in una regione prevalentemente sunnita. Una maggiore proliferazione dell’ISIS, porterebbe l’Iran a ritrovarsi l’unica nazione mediorientale con una netta predominanza sciita. Motivo ulteriore che spinge Rouhani a contrastare l’Islamic State è, infatti, la concreta minaccia che quest’ultimo -sfruttando il clima di instabilità dovuto alla guerra civile in corso- pone alla Siria, unico paese alleato di Teheran nella regione. Combattere l’ISIS servirebbe, inoltre, a risollevare la reputazione del paese, divenuto particolarmente impopolare proprio per il suo coinvolgimento in Siria. Ergendosi come difensore delle minoranze colpite dall’ISIS, l’Iran può rafforzare la sua influenza nella regione, guadagnando terreno nello storica contesa con l’Arabia Saudita per il ruolo leader nella regione. Qual è, dunque, la strategia iraniana contro l’ISIS? Fondamentalmente un “leading from behind”, che consente di fronteggiare la minaccia proveniente dal gruppo estremista senza un diretto coinvolgimento sul campo. Noto promotore di guerre per procura, l’Iran utilizza quest’approccio nei territori occupati dall’Islamic State, garantendo supporto economico, militare e politico –nonché aiuti umanitari- agli attori chiave coinvolti nella battaglia al fondamentalismo islamico jihadista (curdi, sciiti, ecc.). Una simile strategia consente a Teheran non solo di mantenere il numero di “boots on the ground” ai termini minimi –permettendo di garantire un significativo sostegno al regime di Assadma anche di radicare maggiormente la propria influenza nella regione. Si tratta, dunque, di distruggere il nemico ma non direttamente. Sulla base di questa concezione, la strategia iraniana sfrutta la rivalità esistente tra lo stesso ISIS e l’Arabia Saudita, i suoi maggiori nemici nella regione. Malgrado entrambi rappresentino l’Islam sunnita, Riyadh e l’Islamic State sono in netto contrasto tra loro. L’ISIS mira ad imporsi come Stato legittimo, unico difensore della purezza dell’Islam, continuando a conquistare terreni e risorse, materiali e umane. È, dunque, evidente come ciò rappresenti una diretta minaccia per una nazione che lotta per l’egemonia regionale, proclamandosi portavoce e protettrice della comunità sunnita. Teheran può, dunque, trarre beneficio da un simile scontro: senza muovere dito, l’Iran vedrebbe, dunque, entrambi i suoi rivali indebolirsi contemporaneamente, spianando così la strada al suo ruolo di leader incontrastato della regione. Rimane da vedere se la strategia iraniana effettivamente darà i frutti sperati dai suoi leader. Sembra, però, chiaro che il termine fondamentalismo difficilmente sparirà da un qualsiasi futuro assetto della regione. Si tratta, però, di vedere quale sua forma avrà la meglio, se la violenza indiscriminata di una realtà terrorista o un fondamentalismo imposto da un’entità politica internazionalmente riconosciuta. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 26 ALEPPO: CITTÀ MILLENARIA AL CENTRO DI UN CONFLITTO MONDIALE. di Amira Saffayeh La città di Aleppo, crocevia di culture e coloro che aderiscono di commerci, porta che a lungo ha unito islamista-salafita); oriente e occidente, ha assunto il ruolo di a nord-est, lo Stato Islamico che spinge campo di battaglia critico tra l’asse filo- dalle periferie per penetrare anch’esso atlantico (Usa, Turchia e Arabia Saudita) in città. e quello filo-russo (Russia, Iran, Siria e L’importanza di Aleppo dal punto di vista Hizbollah). strategico sta nella sua posizione: la città Da tre anni e mezzo Aleppo è divisa a dista solo una quarantina di chilometri metà dalla linea del fronte: dal confine turco, dai cui valichi arrivano a sud, le forze filo-governative (Esercito a flusso continuo i rifornimenti alle forze Arabo Siriano, Truppe Civili di Difesa, ribelli; la zona sud della città è attraversata e più recentemente i Guardiani della dalle rivoluzione iraniani); Aleppo a Latakia e a Damasco, e a nord-ovest, quelle ribelli, composte da controllarle disparati gruppi non necessariamente oppure coordinati, tra i quali citiamo Jabhat al- dell’uno o dell’altro schieramento verso Nusra (nato dalla branca irachena di al- i vari fronti del Paese; inoltre, nella città Qaida, quindi di ispirazione jihadista), sono presenti ulteriori obiettivi sensibili il Libero Esercito Siriano (ombrello che quali, per esempio, i depositi d’armi e di accomuna battaglioni formati da ex equipaggiamenti dell’esercito regolare. autostrade che all’ideologia congiungono significherebbe ostacolare gli favorire spostamenti disertori dell’esercito regolare e civili aderenti alla rivolta contro Bashar al- La presa della Città da parte di uno dei Asad), e le formazioni appartenenti al contendenti avrebbe senza dubbio un Fronte Islamico (sigla che raccoglie valore enorme. Per Asad significherebbe w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 27 chiudere un fronte difficile e poter dedicare tutte le proprie forze alla lotta cui viene ridistribuita la ricchezza tra la popolazione. contro l’Isis; per i ribelli, conquistare il primo polo economico della Siria, oltre Una volta ad avere un altissimo valore simbolico portata la rivolta all’interno della città, aprirebbe concretamente l’ipotesi di si è aperto un fronte estremamente balcanizzazione, ossia la creazione di difficile da chiudere: la sua prossimità una Città-Stato sotto il diretto controllo al confine turco e il controllo che i della Turchia. ribelli esercitano su di esso consente il Aleppo è stata l’ultima città coinvolta nella passaggio di rifornimenti, uomini e armi; rivolta, approdata solo nel giugno 2012, la connotazione della città, soprattutto perlopiù importata dalla popolazione che quella abita le zone periferiche della città, in difficoltosa la fase di combattimento, cui si concentrano coloro che nell’ultimo che si sviluppa perlopiù in termini di decennio si sono visti costretti a emigrare guerriglia urbana tra i vicoli, complicata dalla campagna verso la città. Questo dalla presenza dei cecchini. spostamento forzato è stato determinato La svolta islamista che dal 2012, con dal passaggio definitivo da un economia la formazione dei fronti islamici, ha di Stato a quella di mercato, opzione interessato il movimento di ribellione, ha che ha reindirizzato le risorse statali inoltre causato un ulteriore inasprimento dalle aree agricole a quelle urbane. Il dei combattimenti e l’aumento dell’ostilità caso specifico di Aleppo rende evidente da parte delle classi medie aleppine. più che in alte realtà della Siria la natura Siano esse sunnite, alawite, cristiane economico–sociale della rivolta, che o armene, rifiutano categoricamente la poggia su quella frattura urbs-rur che transizione verso una forma di governo da sempre caratterizza la Siria, e che si non laica e che non garantisca pari sovrappone a quella di centro-periferia trattamento a tutte le comunità residenti resa particolarmente determinante dalla all’interno dello Stato. dei trovata quartieri una breccia storici, e rende corruzione diffusa delle classi dirigenti locali, specchio dell’ineguaglianza con Lo scotto di questo sostanziale stallo, w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 28 che dura da circa tre anni e mezzo, è abitazioni sono state saccheggiate, e pagato dalla popolazione locale: coloro tutto ciò che appare commerciabile è che abitano in zone controllate dai stato fatto transitare in Turchia per essere ribelli, quando possibile, transitano in rivenduto al mercato nero (materie Turchia come profughi per sfuggire ai prime, macchinari, gioielli, arredi, merci, bombardamenti dell’aviazione siriana, ecc.). I cittadini di Aleppo, come accade altrimenti vivono in quartieri che sono in molte altre città, sono spesso vittime ormai macerie in condizioni di assoluta di sequestri e pertanto costretti a pagare indigenza e incertezza. consistenti ricatti; chi, al contrario, decide Gli abitanti controllare di andare in Turchia come profugo e dal Governo, invece, vivono in una ha le possibilità di provare a emigrare situazione meno precaria anche se il in occidente, per trovare quella quiete continuo lancio di mortai, le auto bombe che, dopo cinque anni di guerra, diventa e il cecchinaggio determinano numerose una necessità irrinunciabile (peraltro vittime, soprattutto nei quartieri vicini alla garantita linea del fronte. trova l’assoluta ostilità delle ambasciate Ad aggravare la situazione per entrambe europee e nordamericane che, complici, le parti sono la ciclica mancanza delle li consegnano ai trafficanti di uomini e forniture elettriche, (dovuta ai sabotaggi li condannano a un estenuante viaggio dei di clandestinità, soprusi e violenze o, ribelli delle alle aree centrali elettriche dal diritto internazionale), governative) d’acqua, di cibo, e l’aumento semplicemente, alla morte. esponenziale del prezzo del carburante Una svolta si sperimenta solo negli ultimi e del gas che preclude a moltissimi la tempi, quando la discesa in campo della possibilità di lavorare, di muoversi e Russia con la sua copertura aerea e soprattutto di scaldarsi durante questi l’arrivo dall’Iran di circa duemila guardiani quasi quattro inverni dalle temperature della rivoluzione a sostegno dell’esercito particolarmente rigide. governativo, sembra aver dato il via alla Infine, oltre alle perdite umane, si riconquista della città: i bombardamenti calcolano immense perdite sul piano russi del mese di settembre si sono economico: le aree industriali e le concentrati anche sulla città di Aleppo w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 29 proprio sul fronte nord-ovest (probabile di mortaio martella incessantemente obiettivo di i quartieri che rientrano nella gittata rifornimenti provenienti dalla Turchia) e dell’artiglieria ribelle abbattendosi qui o sul fronte nord-est, con la liberazione là in maniera assolutamente casuale dell’aeroporto militare preso d’assedio, Le azioni sul terreno siriano però non ormai da due anni, dalle forze dello saranno mai risolutive finché non si Stato Islamico, respinte definitivamente troverà un accordo tra Usa e Russia su a metà del mese di novembre. quello che sarà il futuro del Paese, che È proprio in questi ultimissimi giorni che ormai sembra comunque destinato a quest’operazione sta dando i suoi frutti: ritornare nel blocco filo-russo. le periferie nord della città e tutti quei L’attivismo villaggi che stanno sull’arteria tramite cui dell’Inghilterra, però, rivela l’intenzione passano i rifornimenti provenienti dalla dell’Alleanza Atlantica di rivendicare un Turchia stanno venendo riconquistati uno ruolo nel dopoguerra siriano: incapaci ad uno dall’Esercito siriano che ormai ha di rovesciare Asad sfruttando la favola rinchiuso gli oppositori all’interno di un dei ribelli cosiddetti “buoni”, constatato il anello al centro della città. deterioramento dell’immagine di Turchia Dunque i ribelli nelle periferie assieme e Arabia Saudita, che in relazione al a parte dei civili si trovano costretti a conflitto siriano non sono più alleati né fuggire verso la Turchia per salvarsi dai accettabili né credibili per l’opinione bombardamenti e dall’avanzata delle pubblica occidentale, ai Paesi Nato truppe governative ma, da due giorni a non resta che intervenire direttamente, questa parte, trovano le frontiere chiuse scendendo tuttavia a patti con una Russia (il protettore turco ha improvvisamente capace di gestire in maniera magistrale ritrovato la capacità di controllare i propri la propria entrata in scena, risultando confini). agli occhi del mondo “civilizzato” la I gruppi armati che controllano le nazione più determinata a distruggere il postazioni in centro storico invece hanno terrorismo internazionale. deciso di dare fondo a tutte le riserve Le ambiguità della condotta tenuta dagli di armi: una pioggia ininterrotta di colpi Stati Uniti e annessi alleati in questi è chiudere il canale della Francia e w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 30 quasi cinque anni di conflitto stanno che ospita le sedi di buona parte delle gradualmente emergendo, rivelando la congregazioni cristiane, le chiese, l’area natura reale di quella che era cominciata commerciale e le case più antiche, è come una richiesta di una transizione ormai un cumulo di ruderi crivellati dai democratica e di un sistema redistributivo proiettili, in parte divorati dalle fiamme più equo e meno corrotto, ma che si è degli incendi causati dai colpi di mortaio, tramutata, in poche settimane, in una devastati e saccheggiati durante i testa di ponte che in molti hanno tentato combattimenti tra esercito e ribelli; la di sfruttare per far mutare a proprio Grande Moschea Omayyade, dopo piacimento gli equilibri interni della Siria aver perduto nel 2013 il suo minareto, e di tutto il Medio Oriente. costruito in era selgiuchide (1090 d.c.), In ultima analisi, è necessario osservare risulta ormai impraticabile anche nelle che l’importanza del conflitto siriano non altri parti che la compongono; il Suq, il si riduce ormai soltanto ai confini statali più grande di tutto il Medio Oriente, sette o all’area regionale del Medio Oriente, chilometri quadrati di mercati coperti ma è il momento storico con cui si farà da archi a volta, costruiti in pietra color coincidere la fine del mondo unipolare ocra, fin dall’antichità snodo attraverso e la (ri)nascita di quello multipolare. È cui passavano i prodotti che da Oriente proprio qui, infatti, che per la prima volta arrivavano qui in Europa attraverso la dalla caduta del muro di Berlino alcuni Via della Seta, perde una consistente attori statuali dimostrano di possedere parte del suo dedalo di stradine ricolme la forza e le risorse per mettere in di caratteristiche botteghe, all’interno del discussione, Comunità quale si assaporava il vero gusto del vicino Internazionale, l’incontrastata egemonia Oriente (lo stesso che sperimentarono statunitense, che perdura ormai da più personalità come Freya Stark, Agatha di vent’anni. Christie e sir Thomas Edward Lawrence, Ma è in corso anche un altro dramma: meglio lo danno d’Arabia), in un incendio scoppiato nel artistico-culturale- 2012 durante i primi violenti scontri in del scempio a livello perpetrato patrimonio archeologico. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t di Il quartiere a armeno, conosciuto come Lawrence città vecchia; da ultimo, la Cittadella, 31 cuore della città, anch’essa danneggiata grande della Siria: il suo spirito, forgiatosi (si spera non irrimediabilmente) da attraverso i millenni dal susseguirsi esplosioni e bombardamenti, insieme di diverse civiltà e dominazioni, e dal agli antichi caravanserragli, all’hammam transito di viaggiatori e commercianti di (bagno turco) e alle scuole coraniche ogni provenienza, caratterizzato dalla di epoca araba e ottomana ospitate nei capacità di accogliere, da un senso di quartieri che circondano le mura, che ospitalità difficile da sperimentare in altre per lunghi mesi si sono sovrapposti regioni del mondo e dalla naturalezza proprio alla linea del fronte. Quel che con cui le diversità convivono, forse però si deve temere con più apprensione a volte scontrandosi, ma ritrovando è che sia stata distrutta quella che ogni volta un nuovo compromesso di indiscutibilmente è la ricchezza più coesistenza. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 32 L’ ESTREMISMO ISLAMICO SCANDINAVO di Carla Melis Nonostante la reputazione di luoghi di considerazione la ridotta popolazione pace, i paesi nordici sono un punto di dei paesi nordici e le dimensioni della partenza importante di jihadisti legati al diaspora conflitto in Siria. Vari i titoli nei giornali confronto, l’intelligence britannica MI5 scandinavi: finlandese ha fatto sapere che potrebbero essere ucciso mentre combatte con i ribelli”, 200 i combattenti partiti dal Regno -”Combattenti norvegesi uccisi in Siria”, Unito. “Jihadisti svedesi lottano in Siria”, “Undici Bretagna è più del doppio di quella di danesi uccisi in Siria”. tutti i paesi scandinavi e il paese è sede Secondo fonti di intelligence, riportate di un alto numero di islamisti radicali di dal giornalista Lars Akerhaug sul portale alto profilo. Si conta che circa lo stesso Hatespeechinternational, almeno numero di combattenti sia partito dalla 75 persone hanno lasciato la Svezia Francia, luogo di vecchie tensioni tra le per prendere parte nella guerra civile comunità musulmane e la maggioranza siriana al fianco del gruppi jihadisti della popolazione non musulmana. Una salafiti. Dalla Danimarca, Norvegia e situazione simile a quella scandinava la Finlandia, rispettivamente 90, 40 e 30 si ritrova solo in Belgio, che con il suo combattenti hanno raggiunto il medio- ridotto numero di abitanti, ha esportato oriente. In totale 235 scandinavi hanno circa 350 combattenti. deciso di combattere in Siria, una parte Questi dati sfidano l’idea comune sul consistente dei foreign fighters con perché il gruppi estremisti crescono. passaporto occidentale che sono ora Dalle fonti di hatespeechinternational impegnati nella guerra civile siriana. appare “Un giovane musulmana. La popolazione che molti Per fare della foreign un Gran fighters vengano reclutati in paesi dove il conflitto Le stime sul totale vanno dai 1000 tra immigrati e la maggioranza della ai 2000 foreign fighters, il numero di popolazione è di intensità relativamente scandinavi è rilevante se si tiene in w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 33 bassa e dove i richiedenti asilo godono Bakri si trova ancora in Libano, ricercato di ampi benefici nel sistema di welfare. per il reato di “minaccia alla sicurezza Secondo il giornalista norvegese, non nazionale”. è facile individuare i tratti comuni dei Oggi la figura centrale è l’avvocato jihadisti nordici che sono stati reclutati, britannico-pachistano ma pare che molti avessero già contatti Choudary. Il gruppo da lui guidato con circoli apertamente radicali. può essere considerato il prototipo di La Danimarca, ad esempio, è il paese un’organizzazione islamica apertamente scandinavo che ha ospitato circoli del radicale. fondamentalismo islamico più a lungo. pubblicamente le proprie attività e il gruppo L’organizzazione pan-Islamica Hizb-ut- è facilmente accessibile. Choudary tiene Tahir è fortemente presente tra i giovani discorsi pubblici, a cui è facile accedere, musulmani del paese e alcuni degli al centro di Londra, a pochi passi da imam più radicali hanno gestito a lungo Brick Lane. Il gruppo riceve anche una le moschee del paese. Molti jihadisti certa attenzione mediatica, a causa che sono partiti in Siria dalla Danimarca delle sue affermazioni controverse, di hanno, però, maggiori contatti con manifestazioni provocatorie e dei suoi un altro gruppo: Kaldet til Islam (La tentativi di creare “Sharia Zones”. chiamata all’Islam), che pare sia ispirata Nel dal al- razzista e anti-estremista britannica Mujahiroun. Questo gruppo britannico è HOPE not Hate (HNH) ha pubblicato stato effettivamente operativo sotto una il reportage “Gateway to Terror” (La serie di altri nomi, incluso Sharia4UK. via verso il terrorismo). HNH scrive Era guidato inizialmente da Omar Bakri, che, mentre Choudary potrebbe non che ha avuto contatti con Kaldet til Islam. essere Bakri ha lasciato la Gran Bretagna e pianificazione di atti terroristici, egli ha raggiunto il Libano nell’agosto del ha “contribuito a forgiare la mentalità 2005 e da allora gli è stato impedito di di tornare in Gran Bretagna. Il canale BBC indottrinandoli e mettendoli in contatto ha fatto sapere, lo scorso aprile, che con gruppi terroristi e sostenitori in giro gruppo salafista britannico I 2013, membri annunciano l’organizzazione direttamente coloro Anjem che ne coinvolto sono anti- nella coinvolti, w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 34 per il mondo”. allo schermo di un computer che La figura di riferimento di Kaldet til Islam, mostrava Shiraz Tariq, è morto nella guerra civile esistente dal 2010 che ha destato in siriana lo scorso autunno, secondo un diverse occasioni l’attenzione pubblica “video del martirio” pubblicato online. e espresso messaggi di minaccia verso Tariq ha combattuto nelle file dello politici e ufficiali dello stato. Quando la Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, Ummah dei Profeti è stata formata, la abbreviato in ISIS. Nel 2012, membri e prima azione è stata una manifestazione simparizzanti di Kaldet til Islam si sono di riuniti a Kongens Nytorv, una piazza statunitense a Oslo. Allo stesso tempo, al centro di Copenhagen. “Coloro che il insultano il profeta saranno uccisi”, ha annunciato una serie di “durus” o corsi detto Omar Bakri al pubblico al telefono sull’Islam, in una moschea situata in dal Libano. un loft sopra il locale di un fruttivendolo Ad Oslo, in Norvegia, un gruppo simile nella capitale norvegese. si è stabilito: l’Ummah dei Profeti, prima I modi operandi dei gruppi danese e conosciuto come Ansar al-Sunnah. Si è norvegese, formata come organizzazione nel 2013, produttivi, hanno probabilmente avuto partendo da un gruppo precedente e un effetto nel convincere i foreign fighter più informale. Il suo inizio potrebbe a partire per la Siria. Questo nonostante, essere stata la manifestazione contro almeno la Norvegia abbia trovato una il quotidiano Dagbladet, che pubblicò le forma legale per sanzionare coloro che immagini di una caricatura anti-Islam, viaggiano con il proposito di prender che rappresentava il profeta Maometto parte nel conflitto siriano o ricevere come un maiale, un’immagine che era addestramento in medio-oriente. apparsa nei giornali nel 2010. Una delle In Svezia non esistono gruppi simili, figure chiave della storia era Arfan Bhatti, apertamente radicali ed è difficile trovare una figura di rilievo sia nell’Ummah estremisti che supportano la violenza dei Profeti che nella manifestazione. e incoraggiano i giovani ad andare Nell’articolo egli fu fotografato accanto in Siria o altri paesi luogo di conflitto w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t le protesta leader caricature. fuori Una rete dall’ambasciata Ubaydullah Hussain apparentemente ha contro- 35 jihadista. I media svedesi, in generale, essere frequentata dedicano meno spazio e attenzione islamici. I combattenti radicali svedesi in ai circoli islamici radicali, nonostante Siria hanno anche diffuso propaganda il numero di svedesi che hanno preso dal campo di battaglia via Facebook parte ad azioni di stampo terroristico. e con video pubblicati nel web, che Gli individui considerati vicini alla jihad incoraggiavano giovani svedesi a partire hanno, in varie forme, avuto contatti con per la guerra santa. i gruppi danesi e norvegesi sopracitati, Minori in particolare con Choudary e Bakri. Un dell’estremismo in Finlandia. Quello che, esempio è Taimur abd-al-Wahhab al- però, è noto è che anche tra gli islamisti Abdaly, che si fece saltare in aria in una radicali finlandesi e il movimento di via commerciale di Stoccolma. Anjem Choudary vi sono stati contatti. Le ricerche del giornalista svedese Nel marzo 2013 Choudary ha visitato Per Gudmundson mostrano che un Helsinki per una conferenza tenuta in numero considerevole di jihadisti sono sostegno all’islamista norvegese, ora in partiti da Gothenburg per la Siria. Molti prigione, Mullah Krekar, l’anziano leader sono cresciuti nella periferia della città del gruppo curdo-iracheno Ansar al- e molti sono stati attivi nella moschea Islam. informazioni da estremisti si hanno Bellevue, che ha la reputazione di w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 36 HOT SPOT Di Giacomo Pratali di Giacomo Pratali Somalia Yemen Botta e risposta tra le truppe governative appoggiate dall’ONU e i miliziani di al Shabaab. Sabato 6 febbraio quest’ultimi hanno conquistato la città portuale di Merca, uno dei maggiori centri logistici del Paese, distante 70 chilometri da Mogadiscio. Ma la replica non si è fatta attendere. Il giorno dopo, infatti, l’esercito ha ripreso possesso della località. Non smette di scorrere il sangue in Yemen. Sarebbero almeno 30 i morti a seguito degli scontri tra l’esercito regolare, sostenuto in primis dall’Arabia Saudita, e i ribelli sciiti Houtii a circa 60 chilometri da Sanaa, uno degli epicentri della guerra che ha coinvolto il Paese arabo negli ultimi mesi. Secondo le ultime stime ONU, circa 6000 persone sono state uccise dai bombardamenti sauditi dal Marzo 2015 ad oggi. Pakistan Almeno 10 persone e circa 40 feriti a seguito di un attacco esplosivo presso Quetta, dove il bersaglio dell’azione è stato il convoglio dei Corpi di Frontiera. L’azione è stata rivendicata dai talebani del TTP. Mali 2 terroristi uccisi in risposta ad un attacco da parte di un gruppo jihadista contro una base ONU a Timbuctù. L’azione non è stata ancora rivendicata. Egitto È tornata in Italia la salma di Giulio Regeni, lo studente italiano di 28 anni trovato morto in Egitto mercoledì 3 febbraio. La prima ipotesi avanzata dalle autorità locali è stata quella dell’incidente. Un’ipotesi ritenuta inverosimile fino dal primo istante, visti i segni delle violenze sul corpo del giovane ragazzo. Sospetti, adesso,che si concentrato sulla polizia locale e un movente riconducibile alla rete di contatti presso le organizzazioni sindacali e ribelli intrecciata da Regeni negli ultimi mesi di vita. L’esercito ha ucciso 2 presunti militanti islamisti durante gli scontri del centro de Il Cairo avvenuti mercoledì 3 febbraio. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t Siria Mentre era in corso il summit di Ginevra di martedì 2 febbraio, l’esercito di Assad ha riconquistato le cittadine di Deir Zaitoun, Hardatnein e Tal Jibben. Mentre, il giorno prima, le truppe hanno cercato di aprirsi un varco per riconquistare Aleppo. Se l’obiettivo fittizio delle truppe regolari rimane la parte dei ribelli, lo Stato Islamico è ancora vivo e vegeto. Pochi giorni prima, infatti, l’organizzazione diretta da Al Baghdadi si è resa protagonista di una violentissima azione nel centro della capitale Damasco, provocando 71 morti. La maggior parte delle esplosioni hanno coinvolto un importante luogo di culto sciita e una stazione dei pullman. Afghanistan È di matrice talebana l’azione terroristica avvenuta nel centro di Kabul ad inizio febbraio. Un kamikaze si sarebbe fatto esplodere nei pressi di una stazione di polizia, uccidendo 20 persone e ferendone almeno 30. Le vittime sono sia civili sia poliziotti. Libano Libano come teatro per un regolamento di conti tra due fazioni islamiste nemiche 37 e protagoniste della guerra civile siriana. Nella giornata di lunedì 1° febbraio, infatti, miliziani dell’ISIS e di al Nusra hanno combattuto nei pressi di Arsal, centro situato nel Nord-Est del Paese. Circa 20 i morti totali. Nigeria Le azioni e i crimini di Boko Haram ancora al centro della cronaca. Tra questi, l’uccisione di quattro civili a seguito di un attacco a due villaggi nello Stato di Borno. Ma, soprattutto, il violento raid di fine gennaio, dove i jihadisti hanno dato alle fiamme il villaggio di Dalori. Tra gli 85 morti anche donne e bambini trovati carbonizzati w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 38 ISRAELE E RUSSIA, AMICI E NEMICI UNA LEZIONE DAL PASSATO di Addie Awwad La retorica prevalente nel Medio Oriente stalinista rappresenta una delle epoche tende, intenzionalmente o meno, a più dure nella storia della Russia dipingere da sempre i Russi come una moderna, date le politiche restrittive, minaccia imminente alla sicurezza di intolleranti e totalitarie adottate da Israele, omettendo il ruolo significativo Stalin. All’inizio degli anni Cinquanta, ad che i Sovietici hanno giocato nella esempio, vengono introdotte numerose creazione dello Stato ebraico. Infatti, politiche discriminatorie contro gli ebrei senza il loro supporto iniziale, lo Stato di sovietici, che portano al divieto totale Israele non sarebbe nato. dell’immigrazione Non sorprende, dunque, il recente orientale. coordinamento in campo militare tra numero di ebrei che contribuirono nella i due paesi in relazione alla guerra produzione di armi sovietiche soprattutto civile in corso in Siria. L’intesa militare durante la Seconda Guerra mondiale, non emerge dal nulla, né si basa sarebbe stato un vantaggio notevole per esclusivamente su interessi comuni; il nascente stato aumentare la propria bensì, si può risalire alla storia della forza lavoro sia in termini di numero che nascita di Israele, nella quale, come di esperienza. detto, l’allora Unione Sovietica ha svolto Nonostante ciò, Stalin gioca un ruolo un ruolo essenziale, anche se spesso capillare nella formazione di Israele, dimenticato. in particolare in occasione del voto sul Molti ritengono che la nascita di Israele Partition Plan presentato alle Nazioni debba molto alla Russia di Stalin. Unite nel 1947. L’ambasciatore russo Tuttavia, questa Andrei Gromyko tiene un discorso senza opinione, dal momento che il periodo precedenti a favore della popolazione altri w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t contrastano ebrea Considerando dall’Europa l’elevato 39 ebraica, facendo riferimento alla terribile Militarmente, Stalin utilizza la fabbrica sorte che gli ebrei hanno subito in Skoda per fornire artiglieria pesante alle Europa e al loro diritto di possedere uno forze israeliane impegnate in guerra nel stato autonomo. Inoltre, Stalin ordina ai 1948. Nei primi anni ‘50, Israele riceve suoi alleati negli stati comunisti orientali ulteriori aiuti militari dalla Russia di di appoggiare la creazione di Israele. Un Stalin, senza doversi preoccupare del loro sostegno diventa, infatti, decisivo in suo rapporto con le potenze occidentali. quanto garantisce quella maggioranza Anche dei due terzi necessaria per vincere il successivamente in pubblico che senza voto alle Nazioni Unite. Fino alla fine del il sostegno sovietico, all’inizio della 1940, perciò, la Russia di Stalin sostiene sua storia, Israele non sarebbe mai Israele politicamente, militarmente e sopravvissuto all’attacco su larga scala demograficamente. degli eserciti arabi. Demograficamente, l’URSS dà un Tuttavia, David gli Ben-Gurion obiettivi annuncia espliciti del contributo decisivo per l’aumento di supporto sovietico ad Israele rimangono manodopera d’Israele, dove in quel ambigui. Perché Stalin sostiene Israele momento si trova un terzo degli abitanti nonostante la sua politica totalitaria? totali. Stalin sostiene le operazioni di Qual è la sua strategia? immigrazione Ebraica: È chiaro che Stalin ha due finalità quasi il 67% degli immigrati ebrei strategiche principali. In primo luogo, arrivati in Palestina provengono, infatti, sostenere la creazione di Israele ha dall’Europa L’appoggio l’obiettivo di portare disordine e instabilità politico ad Israele arriva alle Nazioni politica nella regione, compromettendo, Unite contrario quindi, l’influenza dell’Impero Britannico. alla risoluzione 194, che chiede il In secondo luogo, Stalin crede che ritorno immediato di 700.000 profughi Israele possa diventare un forte alleato palestinesi forzatamente espulsi dalla dell’Unione Sovietica in particolare data loro terra. Stalin assolve Israele da ogni l’ideologia socialista adottata nei primi responsabilità, scaricando, invece, le anni della sua fondazione. dell’Agenzia orientale. attraverso il voto accuse sulla Gran Bretagna. w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t 40 Nel 1950, Golda Meir sceglie di esistenziali: la build-up militare dei mantenere Israele in una posizione di paesi arabi e la politica espansionistica neutralità durante la guerra fredda e sovietica che sostiene i questi stessi rifiuta di partecipare militarmente a fianco paesi politicamente e militarmente. degli Stati Uniti nella guerra di Corea. Tuttavia, Israele relazione con Mosca Dopo la dissoluzione dell’URSS, la cominciato a deteriorarsi a causa di una relazione tra Israele e Russia viene in serie di eventi politici che minacciano il parte recuperata, alla luce degli interessi potere di Stalin, in particolare il complotto comuni nella periferia del Medio Oriente. dei medici del 1953. I recenti sforzi bilaterali tra i due paesi La relazione Israele-URSS subisce un per evitare scontri non intenzionali tra le ulteriore peggioramento dopo la morte di rispettive forze aeree in Siria, in modo Stalin nel 1953, quando i suoi successori esplicito dimostrano che la Russia prendono posizioni progressivamente di Putin è ancora impegnata per la contro Israele, siglando accordi sulla sicurezza di Israele. Forse il recente fornitura di armi con gli stati arabi, bombardamento mirato che ha portato come l’affare egiziano-cecoslovacco del all’uccisione di Samir Al-Kuntar in Siria 1955. Ancora nel 1980, l’URSS firma ritrae proprio questa stretta relazione contratti da miliardi di dollari con i propri tra Israele e Russia. Tuttavia, non clienti arabi, che alterano l’equilibrio di raggiungono ancora i livelli della fine potere nella regione. Come dichiarerà degli anni Quaranta, quando l’appoggio negli anni successivi Ariel Sharon, sovietico è essenziale per la nascita e la allora ministro della Difesa israeliano, sopravvivenza dello Stato ebraico. Israele si trova di fronte a due minacce w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t ABBONATI ORA ! WWW.EUROPEANAFFAIRS.IT 42 EUNAVFOR MED, STALLO PER LA TERZA FASE di Viviana Passalacqua Sospeso il terzo step della missione un mandato delle Nazioni Unite, a sua Eunavfor volta legittimato da un’autorizzazione Med, volta ad arrestare l’attività dei trafficanti di esseri umani del Governo libico ancora inesistente. nel Mediterraneo. Il 7 ottobre scorso, il Parlamento Europeo aveva annunciato La firma dell’accordo di dicembre in il missioni Marocco tra alcune componenti della vita militari nel Mediterraneo, finalizzate politica e sociale libica per la formazione all’abbordaggio, e di un esecutivo di unità nazionale si è confisca delle imbarcazioni utilizzate rivelata illusoria. In data 25 gennaio il dagli scafisti. L’obiettivo successivo Parlamento di Tobruk ha negato la fiducia era quello di arrestare i trafficanti e alla lista di 32 ministri presentata dal distruggerne i mezzi direttamente a premier Fayez al-Sarraj. Ne è derivata terra, con operazioni da effettuarsi sul un’incertezza suolo libico e nelle acque territoriali del e sociale del Paese che potrebbe Paese. A tal fine, si rendeva necessario avallare i gruppi estremisti dello Stato potenziamento w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t delle perquisizione politica, istituzionale 43 islamico e al-Qaeda, con conseguenze istituzionale. Il ministro degli Esteri disastrose per la sicurezza generale Paolo Gentiloni ha ribadito l’urgenza del vecchio continente. Nello specifico, di dar vita al Governo di accordo EunavforMed resta momentaneamente nazionale e concentrarsi sulla comune “sospesa” alla fase attuale, quella della lotta al terrorismo. Dello stesso parere lotta agli scafisti al largo delle acque il presidente della Commissione Esteri libiche senza un mandato di effettiva del Senato, Pierferdinando Casini, che autorizzazione all’intervento territoriale, ha definito l’attentato del 7 gennaio a risolutivo migratoria Zlitan contro un centro di addestramento che destabilizza l’Europa. Sebbene la della polizia come parte della “strategia comunità internazionale appoggi Sarraj, attuata dello Stato Islamico per rinviare ricevuto in Italia due mesi fa dal premier l’insediamento del governo di unità Matteo Renzi, la situazione si fa critica. nazionale concordato tra le parti e dell’emorragia l’Onu”. Senza un esecutivo riconosciuto Da più parti si ipotizzano futuri raid a livello internazionale, EunavforMed è aerei francesi e inglesi contro le basi destinata allo stallo. Isis in Libia, favorite dall’attuale caos w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t