CeSPI - NEWSLETTER ASCOD

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CeSPI - NEWSLETTER ASCOD
CeSPI
_______________________________________________________________Centro Studi di Politica Internazionale
CeSPI - NEWSLETTER ASCOD
Club di Analisi Strategica sulla Cooperazione Decentrata
n.3 Settembre-Ottobre 2001
IL TEMA DELLA NEWSLETTER
POLITICHE MIGRATORIE E DI COOPERAZIONE NEL MEDITERRANEO
Da diversi anni ormai, in molti paesi di
immigrazione – europei e non - si discute
circa l’opportunità e le modalità migliori, per
coordinare maggiormente politiche migratorie
e politiche di cooperazione allo sviluppo nei
paesi d’origine dei flussi migratori.
Nonostante gli orientamenti programmatici
favorevoli a partnership integrate di cosviluppo con i paesi di emigrazione, che si
vanno affermando a livello europeo (a partire
almeno dal Consiglio europeo di Tampere
dell’autunno 1999), manca tuttora un
approccio europeo comune in questo settore
decisivo per il futuro delle relazioni esterne
dell’Unione.
INDICE
Le 3 R della politica di cooperazione per il
governo dei flussi migratori...………………...1
La cooperazione con i paesi terzi nell’area
delle migrazioni..….………………………...….2
News Eventi e Memo……...…………………...3
Il programma del terzo
seminario ASCOD ……………………………..4
Siti Utili………………….….…………………..4
Le 3 R della politica di cooperazione per il governo
dei flussi migratori
di Phil Martin e Thomas Straubhaar
In questo quadro sia il governo italiano sia
alcune Autonomie locali (Regioni e Comuni)
hanno iniziato a programmare interventi per
governare i flussi migratori. Sono conosciute
alcune iniziative portate avanti in Albania e in
Tunisia. Si tratta tuttavia di una fase ancora
sperimentale che necessita di un attento
monitoraggio per individuare punti di
debolezza e di forza. Si sente il bisogno di
sostenere un processo di apprendimento che
consenta di migliorare gli approcci riguardo
l’esigenza di un governo dei flussi che
risponda sia al diritto allo sviluppo dei paesi
di origine sia ad una dignitosa convivenza dei
migranti nei paesi di destinazione. Obiettivi
che, se perseguiti contemporaneamente e
coerentemente, dovrebbero favorire una reale
integrazione e sicurezza nello spazio euromediterraneo.
Gli autori presentano un breve „stato dell’arte“ sulle
politiche migratorie e di cooperazione dirette a
governare i flussi. In particolare presentano i due
principali approcci diretti a selezionare e a ridurre i
flussi:
il primo approccio è relativo alla massimizzazione
delle conseguenze delle migrazioni e cioè alle
politiche e ai programmi diretti a massimizzare le
conseguenze delle migrazioni sullo sviluppo dei
paesi di origine affinchè le cosiddette 3 R,
reclutamento, rimesse e ritorni, creino il massimo
numero di occupazione;
il secondo approccio si rifà a politiche sostitutive
delle migrazioni e cioè alle politiche commerciali,
di investimento e di aiuto volte a ridurre gli
incentivi ad emigrare per motivi di lavoro.
Per quanto riguarda la prima R, il reclutamento, sono
gli squilibri dei mercati del lavoro nei paesi di origine
e in quelli di destinazione che determinano le
dimensioni e le caratteristiche dei flussi. Se la
migrazione per motivi di lavoro è legale il paese di
origine
può
giocare
un
ruolo
importante
nell’influenzare chi emigra. Esistono diverse opinioni
sui meccanismi di selezione per il reclutamento. In
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genere i paesi di origine cercano di equilibrare obiettivi
di “competitività” (offrendo i loro migliori lavoratori
specializzati in alcuni settori - vedi servizi alla salute e
information technology), di “protezione” (per evitare le
migrazioni da aree e settori ove vi è bisogno di
manodopera qualificata), e di solidarietà (cercando di
favorire l’emigrazione di disoccupati e sotto-occupati).
D’altra parte le agenzie di reclutamento dei paesi
riceventi cercano di selezionare i lavoratori più richiesti
nel loro mercato del lavoro. In pratica le esperienze
indicano che i paesi di origine hanno poche capacità di
influenzare i flussi mentre le agenzie dei paesi di
destinazione sono più efficienti ma possono causare
fenomeni di brain e skill drain.
La seconda R, le rimesse, rappresentano una primaria
fonte di valuta pregiata per i paesi di origine,
indispensabile per l’equilibrio della bilancia dei
pagamenti e per l’acquisto di beni dall’estero.
Numerose critiche rilevano gli scarsi effetti della spesa
delle rimesse per lo sviluppo locale: l’effetto
moltiplicatore sulla creazione di occupazione è scarso.
D’altra parte gli autori indicano la possibilità di
imbrigliare parte delle rimesse per la realizzazione di
infrastrutture necessarie per lo sviluppo locale,
attraverso la creazione di fondi.
La questione relativa alla terza R è come massimizzare
l’impatto dei migranti di ritorno sullo sviluppo. Anche
in questo caso alcune esperienze mostrano uno scarso
effetto: i migranti di ritorno aprono attività di tipo
commerciale con poche prospettive di crescita. La
condizione necessaria affinché vi sia un impatto
positivo è la presenza di un ambiente locale dinamico e
favorevole allo sviluppo delle piccole e medie imprese,
nel quale i migranti di ritorno possano inserirsi con
attività innovative.
Il secondo approccio per ridurre i flussi migratori fa
diretto riferimento alle politiche che creano sviluppo e
occupazione nei paesi di origine. Le politiche
commerciali, sugli investimenti e di aiuto allo sviluppo
sono indispensabili per la creazione di occupazione.
Tuttavia gli effetti sull’emigrazione dipendono da
diversi fattori: dal differenziale dei salari rispetto ai
paesi più sviluppati, dall’esistenza di catene migratorie
più o meno stabili e dal grado in cui la ristrutturazione
economica genere disequilibri. Per cui si può affermare
che nel breve e medio periodo l’aggiustamento
strutturale e la crescita economica generano nuova
emigrazione. La dimensione e durata di questa
emigrazione sarà più grande:
se le economie dei paesi di origine hanno salari
inferiori di circa 5 volte o più a quelli dei paesi di
destinazione;
se vi sono catene migratorie importanti;
se la ristrutturazione produce una forte spinta
all’emigrazione.
E’ possibile quindi che nel breve periodo una maggiore
integrazione economica non riduca ma, anzi, generi
nuovi flussi migratori.
La cooperazione con i paesi terzi nell’area delle
migrazioni
La Commissione Europea ha recentemente creato una
nuova linea di finanziamento, B7-667, chiamata
“cooperazione con i paesi terzi nell’area delle
migrazioni”. Questa linea si inquadra nelle attività del
High Level Working Group on Asylum and
Immigration creato dalla Commissione per studiare e
proporre nuove politiche di gestione dei flussi secondo
un approccio comprensivo, che tenga cioè conto dello
sviluppo dei paesi di origine e degli accordi di
partenariato che legano l’Unione Europea a questi
paesi. Le azioni sostenute dalla Commissione
riguardano infatti paesi che sono stati finora oggetto
dell’analisi del High Level Working Group e che sono:
Afghanistan e regioni vicine, Iraq, Marocco, Somalia,
Sri Lanka, Albania e regioni vicine.
L’obiettivo è quello di influenzare i movimenti
migratori attraverso la realizzazione di azioni in tre
campi prioritari:
il sostegno alla gestione delle migrazioni e a
sistemi di asilo
il sostegno a ritorni volontari nei paesi di origine e
al rafforzamento della capacità di questi paesi a
far fronte agli impegni di riammissione presi con
l’UE e i suoi paesi membri
il sostegno alla lotta al traffico e all’immigrazione
illegale aiutando i paesi terzi a elaborare una
politica attiva per la riduzione dell’immigrazione
clandestina.
Sono indicate alcune misure concrete:
la cooperazione istituzionale e legislativa per la
determinazione e l’amministrazione dello status di
rifugiati
il rafforzamento di sistemi di informazione nei
paesi di origine
la prevenzione e lotta dell’immigrazione illegale
di gruppi vulnerabili come i minori
campagne di informazione sulle opportunità di
emigrazione legale
la cooperazione per favorire le relazioni e gli
scambi di esperienze dei migranti con i loro paesi
di origine
il ritorno di migranti con qualificazioni richieste
nel mercato del lavoro dei paesi di origine
formazione e trasferimento di conoscenze,
fornitura di materiale e altro per rafforzare i
controlli di frontiera
sviluppo di reti di uffici che gestiscono i flussi
migratori.
Rafforzamento della capacità di controllo e
rilevamento di documenti falsificati.
Il finanziamento della Commissione è pari a 10 milioni
di euro e il primo bando è scaduto a fine luglio 2001.
Sito web: http://europa.eu.int/comm/justice_home/
Sito web: http://migration.ucdavis.edu/ceme
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L'analisi del Professore Francisco Alburquerque sullo
sviluppo economico locale in America latina, contenuta
nel dossier distribuito durante i lavori del seminario,
completa questo quadro.
NEWS EVENTI
Il 29-30 ottobre 2001 si terrà presso il Parlamentino
del CNEL, V.le Davide Lubin 2, a Roma il Convegno
"Immigrazione: quadro di riferimento europeo e
internazionale, lavoro e integrazione sociale”. L'evento
è organizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali, dall'Organismo Nazionale di Coordinamento
per le politiche di integrazione sociale degli stranieri
presso il CNEL e dall'OIM.
L'intervento successivo tenuto da Juan Carlos Cañoto,
che lavora nel programma URB-AL della
Commissione europea, ha riguardato la descrizione del
programma (cooperazione città-città) e ha sottolineato
che l'UE intende così rispondere in modo più efficace
alle istanze di cooperazione bi-regionale che vengono
dall'America Latina. Ulteriori approfondimenti sul
programma sono contenuti nel dossier.
Il 29-30 novembre e il 1 dicembre si terrà presso
l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, a Palazzo
Corigliano, il Convegno su "Migrazioni: uomini, idee e
tecnologie in Medio Oriente".
Josè Luis Rhi-Sausi, direttore del CeSPI, nel suo
intervento ha introdotto la questione degli strumenti
finanziari disponibili per la promozione dello sviluppo
locale in America latina. Sono state illustrate alcune
esperienze specifiche del Fondo multilaterale di
investimenti (MIF) della Banca Interamericana di
Sviluppo (IADB). Il CeSPI, infatti, collabora con il
MIF-IADB nell’identificazione e nell'elaborazione di
studi di pre-fattibilità per progetti che promuovono i
partenariati territoriali internazionali con le Regioni
italiane. Gli studi attualmente conclusi riguardano la
Regione di Atacama in Cile, la Regione Campanha
dello Stato di Rio Grande do Sul in Brasile e la città di
Medellín in Colombia.
MEMO
Seminario su Sviluppo Locale in America latina
Il 5 ottobre 2001 si è tenuto a Roma il secondo
seminario ASCOD dedicato al tema dello "Sviluppo
locale in America latina".
La prima parte dell'incontro si è articolata in una serie
di interventi che hanno descritto le politiche per lo
sviluppo locale in America latina e le politiche di
cooperazione europea e italiana verso l' area in questo
campo.
La seconda parte dei lavori si è rivolta alla descrizione
di esperienze concrete di cooperazione con l’America
latina. A questo proposito, sono stati illustrati i progetti
di alcune Autonomie locali. Inoltre, è stato descritto il
programma di sostegno alle PMI dell’Argentina, Cile e
Uruguay che la DGCS promuove nel Cono Sud.
Gli interventi delle Autonomie locali hanno messo in
rilievo importanti esperienze nella creazione di
partenariati e in interventi contro l’esclusione sociale e
la promozione dell’economia locale. E’ stato messo in
rilievo come la cooperazione decentrata italiana trovi la
sua forza in una grande sinergia tra forze del territorio
ed Autonomie locali. In alcuni casi si è passati dalla
realizzazione di micro progetti a veri e propri
partenariati, secondo un approccio di processo.
L’Ambasciatore Incisa di Camerana, Segretario
Generale dell'IILA, ha aperto i lavori ponendo l'accento
sulle molteplicità degli interventi che costituiscono
l'azione italiana verso l'America latina. Il Consigliere
Serafini, Responsabile della Cooperazione decentrata
della DGCS-MAE, ha illustrato le linee guida della
cooperazione decentrata promosse dal Ministero degli
Esteri e ha sottolineato l'esigenza di coordinare e
identificare una strategia comune a cui ricondurre la
cooperazione economica, la cooperazione culturale e la
cooperazione allo sviluppo dell’Italia verso l’America
latina.
L’esperto Juan Llorens ha spiegato le tappe che hanno
portato lo sviluppo locale al centro delle scelte della
politica economica latinoamericana nell’ultimo
decennio. L'approccio territoriale allo sviluppo fondato
sulle piccole e medie imprese (PMI) è considerato in
America latina uno degli approcci più adeguati per
aumentare la competitività dell’area nel mercato
internazionale e per favorire l’integrazione sociale.
L’intervento si è soffermato sul processo di
decentramento della Regione e sul rapporto con quelli
in corso nei Paesi europei, come la Spagna e l’Italia.
Infine, l’intervento di Llorens ha proposto le tematiche
della formazione della manodopera, del supporto alla
costruzione di reti di imprese e del rafforzamento
istituzionale come prioritarie per la cooperazione
decentrata europea.
Una questione critica è l’emersione della società
informale e la necessità di trovare corrispondenze ed
articolazioni tra interventi carattere prettamente
economico (sviluppo della PMI) e sociale (sostegno
alla micro impresa come strategia di alleviamento della
povertà). Così come tra gli obiettivi di competitività
territoriale e di sviluppo sociale.
In conclusione, un compito importante è quello di
identificare gli elementi di complementarità che
permettano la costruzione di una strategia comune, che
riduca la frammentazione degli interventi e la
competizione tra gli attori della cooperazione.
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SITI UTILI
IL PROGRAMMA DEL
TERZO WORKSHOP ASCOD SU
POLITICHE MIGRATORIE E DI
COOPERAZIONE NEL MEDITERRANEO
- sostenuto dalla Fondazione Friedrich Ebert -
www.arabicnews.com. Il sito contiene notizie di
attualità su Paesi tra i quali l'Algeria, l'Egitto, il
Marocco, la Palestina e la Tunisia.
Ore 10.30 Saluto di apertura MAE
Introduzione e presidenza CeSPI e Fondazione
Friedrich Ebert
“Verso un’integrazione virtuosa tra politiche
migratorie e politiche di sviluppo nel bacino
mediterraneo?”
www.iom.int/index_flash.htm.
Il
sito
dell'Organizzazione Mondiale delle Migrazioni
contine informazioni circa la storia e l'attività svolta.
Sono riportati i programmi e i progetti che riguardano
il tema deii flussi migratori e le questioni ad esso
collegate. E' possibile consultare pubblicazioni ed un
archivio su questa materia.
Prima sessione: Politiche di sviluppo locale e
migrazioni
www.erf.org.eg. Il sito dell'Economic Research Forum
(ERF) contiene informazioni economiche, dati e
documentazione sui Paesi Arabi, l'Iran e la Turchia e
sulle stesse attività del Forum. L'ERF è nato con
l'obiettivo di sostenere ricerche economiche applicate,
in collaborazione con la Banca Mondiale, il Fondo
Fouzi Mourji (Università di Casablanca)
Arabo per lo Sviluppo Sociale, la Commissione
europea, la Fondazione Ford e l'UNDP.
11.00 Rappresentante Ministero per gli Affari Esteri
“Politica e programmi italiani a favore della
creazione di occupazione nel Mediterraneo”
11.20 Fouzi Mourj (Univ. Casablanca)
“Creazione d’occupazione e flussi migratori: il
caso del Marocco”
www.europa.eu.int/comm/country/meda_en.htm. Il sito
della Commissione europea nella parte che riguarda le
Relazioni esterne e nello specifico la Politica di
sviluppo europea contiene un quadro completo sul
partenariato Euromediterraneo. Vi sono riportate
informazioni e dati sul programma MEDA I e II, sul
Processo di Barcellona, sul processo di pace in Medio
Oriente e sulla Regione del Golfo. E' possibile anche
consultare le pubblicazioni sul tema.
11.40 Bernd Schleich (direttore Carl-Duisburg
Gesellschaft e promotore coordinamento dei
Länder e Comuni sulle politiche di
cooperazione)
“Iniziative della cooperazione decentrata tedesca
per lo sviluppo locale nel Mediterraneo”
11.20 Coffee break e dibattito
12.45 Conclusioni
www.migration.ucdavis.edu/ceme. Il sito del progetto
Cooperative Effort to Manage Emigration (CEME)
contiene modelli e best practices sul tema
dell'immigrazione, riguardanti sia i Paesi d'origine, sia
quelli d'accoglienza. Il progetto è nato col sostegno del
German Marshall Fund e la Helwett Foundation.
13.00 Buffet
Seconda sessione: Politiche migratorie
per il co-sviluppo
14.30
JosépMaria
Pallas
(Dep.
Presidencia
Generalidad Cataloña)
“L’esperienza
della
Cataloña
nella
cooperazione per la gestione dei flussi”
www.worldbank.org/wbi/mdf. Il sito della Banca
Mondiale contiene una pagina dedicata al Medio
Oriente e al Nord Africa dove è possibile accedere al
Mediterranean Development Forum (MDF). L'MDF
contiene progetti, pubblicazioni e paper in lingua
Inglese. Alcuni dei quali presentano il processi di
decentramento nei paesi mediterranei. Da segnalare la
pubblicazione "Partners for Development. New roles
for Government and private Sector in Middle East and
North Africa".
15.00 Barbara Friedel (OIM)
“Politiche migratorie e sviluppo dei paesi
d’origine: i casi Albania e Tunisia”
15.20
Rappresentanti Autonomie Locali italiane
“Iniziative della cooperazione decentrata
italiana”
16.00 Dibattito
A cura di:
Andrea Stocchiero e Silvia Aprile
CeSPI
[email protected]; [email protected]
17.00 Conclusioni
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