l`affaire Ricciotti Garibaldi e l`antifascismo di lingua italiana in Francia
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l`affaire Ricciotti Garibaldi e l`antifascismo di lingua italiana in Francia
Storia e Futuro Una vicenda rimossa: l’affaire Ricciotti Garibaldi e l’antifascismo di lingua italiana in Francia 7 Flares Facebook 7 Google+ 0 T wit t er 0 7 Flares × Antonio Senta Abstract T ra il 1924 e il 1924 Ricciot t i Garibaldi jr, f iglio omonimo del pat riot a Ricciot t i Garibaldi e nipot e di Giuseppe Garibaldi riuscì a coinvolgere molt i esponent i dell’ant if ascismo di lingua it aliana in un proget t o di spedizione armat a in It alia, volt a a rovesciare il f ascismo. Esso t ut t avia si rivelò essere una manovra ordit a dal regime per scredit are t ant o il governo f rancese, quant o l’ambient e dei “f uoriuscit i” nel suo complesso e per t rarre inf ormazioni sugli ant if ascist i operant i in Francia. T ra coloro i quali cedet t ero alle sirene di Ricciot t i Garibaldi Jr. ci f urono anche alcuni anarchici. At t raverso lo st udio di diversi f ondi archivist ici appart enent i a milit ant i anarchici at t ivi all’epoca, l’aut ore met t e in luce vari aspet t i inedit i dell’ant if ascismo di mat rice libert aria in t erra f rancese. Abstract english Bet ween 1924 and 1925 Ricciot t i Garibaldi Jr, son of t he pat riot Ricciot t i Garibaldi and grandson of Giuseppe Garibaldi, succeeded t o involve many It alian ant if ascist s in a plan of an armed expedit ion in It aly t o overt hrow t he f ascist regime. Nevert heless it was a device hat ched by t he regime in order t o discredit t he French government and t he circle of It alian ant if ascist s in France, as well as t o get inf ormat ion about t hem. Among t hose who gave credit t o Ricciot t i Garibaldi Jr t here were some anarchist s. T hrough t he st udy of several archives belonging t o involved anarchist s, t he aut hor f ocuses on some new aspect s concerning t he libert arian ant if ascism in France. Sigle: IISG: Int ernat ionaal Inst it uut voor Sociale Geschiedenis Introduz ione Il cosiddet t o “f uoriuscit ismo”, ovvero l’ambient e dell’ant if ascismo di lingua it aliana in Francia dai primi anni Vent i in avant i, è st at o ogget t o di svariat i st udi1. Alcuni di quest i sono st at i dat i alle st ampe nel secondo dopoguerra e sono dei veri e propri “classici” della st oriograf ia, su t ut t i la celebre Storia dei fuoriusciti di Aldo Garosci; alt ri aut ori anche in t empi recent i hanno af f ront at o il t ema da punt i di vist a più part icolari: per quant o riguarda l’ant if ascismo di mat rice libert aria – ogget t o del present e saggio – il lavoro di Luigi di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, uscit o nel 2001 per i t ipi della Bibliot eca Franco Serant ini di Pisa inquadra ef f icacement e una f ase cruciale del moviment o di lingua it aliana. Tra le pieghe di quest a st oria ci sono t ut t avia ancora pagine poco esplorat e e, in qualche misura e per molt eplici ragioni, diment icat e. È il caso del t ema che t rat t eremo, sulla bocca di gran part e dei milit ant i e sulle pagine dei giornali ant if ascist i e del regime di allora e poi, con la cadut a del f ascismo, lasciat o a sé: il cosiddet t o “garibaldinismo”, più precisament e quel t ent at ivo di spedizione armat a in It alia, organizzat a t ra il 1924 e il 1925 da Ricciot t i Garibaldi jr, f iglio omonimo del pat riot a Ricciot t i Garibaldi e nipot e di Giuseppe Garibaldi, che riuscì a coinvolgere molt i esponent i dell’ant if ascismo di lingua it aliana, e t ra quest i un cert o numero di anarchici e che si rivelò essere nient e alt ro che una manovra ordit a dal regime per scredit are il governo f rancese così come il moviment o dei f uoriuscit i nel suo complesso e per t rarre ult eriori inf ormazioni sui ruoli degli aderent i2. L’episodio non è solo int eressant e in sé, ma è soprat t ut t o rivelat ore dello st at o d’animo e della psicologia propria di molt i milit ant i cost ret t i all’esilio e in part icolare degli anarchici, risolut i a dare bat t aglia al f ascismo e pront i a int raprendere anche azioni pericolose e poco sicure pur di abbat t ere il regime. È inolt re un indice della dist anza via via crescent e t ra gli opposit ori al regime rimast i in It alia e quelli emigrat i all’est ero e in part icolare in Francia: i primi già a cavallo t ra il 1924 e il 1925 sono dubbiosi o pessimist i sull’esit o che pot rebbe avere un t ent at ivo violent o di abbat t ere il regime, per i secondi invece l’azione armat a – per mezzo di spedizioni come quella “garibaldina” o dell’at t ent at o individuale cont ro Mussolini – è una via percorribile e pot enzialment e f rut t uosa. Un’analisi del garibaldinismo met t e inolt re in evidenza quant o il mit o di Giuseppe Garibaldi f osse present e t ra gli ant if ascist i it aliani e quant a inf luenza – psicologica e cult urale – avesse su di loro il paradigma delle spedizioni ot t ocent esche, da quella dei f rat elli Bandiera, a quella di Pisacane – che gli anarchici hanno sempre considerat o come un loro “precursore” – alla spedizione dei mille. Il proget t o della spedizione armat a avanzat o da Ricciot t i Garibaldi e f at t o proprio da alcuni anarchici ricalcava lo schema dell’azione insurrezionalist a che era st at a propria dei pat riot i risorgiment ali e degli int ernazionalist i; bast i ricordare i t ent at ivi guidat i dal giovane Errico Malat est a nel Mat ese nel 18773. Ult eriore t rat t o di cont inuit à con le vicende risorgiment ali era non solo il nome di Garibaldi, considerat o di per sé una sicurezza della bont à dell’azione, ma anche la camicia rossa, “divisa” di bat t aglia dei vecchi e dei nuovi garibaldini. Inf ine la vicenda è un esempio delle t ecniche poliziesche ut ilizzat e dal regime cont ro i sovversivi, t ema su cui la st oriograf ia ha avut o modo di ragionare a più riprese (Fucci 1985; Franzinelli 1999). Il metodo di lavoro Gli Ugo Fedeli papers Per delineare i cont orni del garibaldinismo e analizzarne i cont enut i, mi servirò, olt re che di part e della let t erat ura secondaria esist ent e sull’ant if ascismo di lingua it aliana in Francia e di alcuni periodici in part icolare dell’emigrazione anarchica, di t re f ondi archivist ici che ho ordinat o e cat alogat o negli ult imi anni e che ho ut ilizzat o in maniera comparat a per il present e st udio. Mi rif erisco agli Ugo Fedeli papers e agli Hugo Rolland papers conservat i presso l’Int ernat ionaal Inst it uut voor Sociale Geschiedenis (IISG) di Amst erdam e all’Archivio Borghi in possesso della Bilbiot eca Libert aria Armando Borghi di Cast elbolognese, in provincia di Ravenna, Gli Ugo Fedeli papers sono una collezione assai ricca di document i riguardant i il moviment o operaio int ernazionale, in part icolare della sua t endenza cosiddet t a ant iaut orit aria o anarchica, dal 1869 al 1964, ovvero dalle t appe iniziali della Prima Int ernazionale alla mort e del possessore, Ugo Fedeli, appunt o. Quest i, not o per un cert o periodo come Hugo Treni, f u milit ant e cent rale del moviment o anarchico int ernazionale per un cinquant ennio, dagli anni della prima guerra mondiale in avant i, e f u a t ut t i gli ef f et t i il primo st orico e archivist a di lingua it aliana del moviment o. Prima di lui pochi alt ri anarchici avevano prest at o la dovut a at t enzione a t emi di carat t ere st orico e archivist ico. Tra quest i è doveroso ricordare il t edesco Max Net t lau, “l’Erodot o dell’anarchismo”, secondo una def inizione dello st esso Fedeli, il cui st raordinario f ondo archivist ico è anch’esso conservat o presso l’IISG. Ugo Fedeli, nat o a Milano nel 1898 da f amiglia povera, come molt i alt ri operai dell’epoca “si era f at t o da sé”, raggiungendo, da aut odidat t a, una vera e propria erudizione sui t emi di carat t ere st orico e sociale. Operaio, da giovanissimo aveva part ecipat o ai f at t i della Set t imana rossa e, scoppiat a la guerra, dapprima cont ribuì alla campagna ant int ervent ist a di alcuni gruppi anarchici milanesi e poi decise di disert are in Svizzera, dove cont inuò at t ivament e la lot t a cont ro la guerra. Rient rat o in It alia nel novembre 1919, f u prot agonist a degli episodi del Biennio rosso milanese che culminarono con l’occupazione delle f abbriche. Elet t o commissario int erno di una delle of f icine occupat e, f u t est imone diret t o della f ine del moviment o e del rapido arret rament o del moviment o operaio di f ront e alla nuova of f ensiva degli indust riali, del nascent e f ascismo e della repressione poliziesca che port ò all’arrest o di cent inaia di anarchici: t ra quest i, Errico Malat est a, leader indiscusso del moviment o e Armando Borghi, segret ario dell’Unione sindacale it aliana, il sindacat o d’azione diret t a f ort ement e inf luenzat o dagli anarchici. Proprio per prot est are cont ro la prolungat a prigionia di Malat est a e compagni, gli anarchici promossero un’agit azione, nel cont est o della quale il 23 marzo 1921 venne piazzat a una pot ent issima bomba vicino ai locali del t eat ro Diana a Milano. Fu una st rage, vent uno mort i e un cent inaio di f erit i, che rappresent ò lo spart iacque, non solo simbolico, t ra la f ine del Biennio rosso e l’ascesa del f ascismo. Fedeli, ingiust ament e accusat o insieme ad alt ri due compagni dell’at t ent at o, f u cost ret t o alla f uga. Trascorse quasi un anno in Russia, dove ebbe modo di t occare con mano l’involuzione aut orit aria del governo bolscevico e la repressione cont ro i dissident i, t ra i quali gli anarchici. Da Mosca passò poi a Berlino dove f u t est imone dell’alt issima conf lit t ualit à sociale del 1922 e 1923, sino a che la crisi economica lo cost rinse a t rovare riparo a Parigi. Nella capit ale f rancese visse per circa cinque anni, prendendo part e at t iva all’impegno ant if ascist a, e dedicandosi in part icolare all’at t ivit à di pubblicist a, collaborando at t ivament e ad alcuni t ra i maggiori periodici libert ari che si st ampavano a Parigi e non solo, da “La Lot t a Umana” a la “Révue Int ernat ionale Anarchist e”, da “La Tempra” a “Le Libert aire”, da “Fede!” a “L’Adunat a dei Ref rat t ari”, solo per cit arne alcuni. Dalla Francia f u espulso nel 1929, proprio per la sua at t ivit à ant if ascist a. Dopo un breve passaggio in Belgio, riparò quindi a Mont evideo, dove raggiunse il suo compagno e maest ro Luigi Fabbri, uno degli int ellet t uali più acut i del moviment o anarchico. In Uruguay rimase f ino al 1933, ancora una volt a “nella mischia” degli avveniment i di quegli anni. Ma anche qui non ebbe pace. La dit t at ura di Terra ne ordinò l’arrest o e la deport azione in It alia, dove nel 1935 f u assegnat o al conf ino. Vi rimase f ino alla Liberazione, che lo colse a Bucchianico in Abruzzo. Qui ricoprì l’incarico di sindaco per una decina di mesi, t ra il 1943 e il 1944. Il dopoguerra lo vide at t ivo milit ant e nella ricost it uzione del moviment o anarchico, prot agonist a, f in dalla nascit a, della Federazione Anarchica It aliana a Carrara nel 1945 – di cui sarà element o di rilievo nei vent i anni successivi. All’inizio degli anni Cinquant a insieme alla moglie Clelia Premoli si t rasf erì a Ivrea e divenne responsabile cult urale e bibliot ecario del Cent ro Olivet t i, svolgendo una cont inua at t ivit à cult urale sia all’int erno della f abbrica sia sul t errit orio, quel Canavese che f u t eat ro concret o dell’“ut opia olivet t iana”. Tenne inf at t i una serie di corsi sui t emi più svariat i, in part icolare sulla st oria sociale, sia per gli operai della Olivet t i sia nei cent ri comunit ari in provincia di Ivrea. Cont inuò inolt re un’at t ivit à, quella di st orico, che lo aveva accompagnat o t ut t a la vit a: nel corso degli anni aveva non solo cont ribuit o alla st ampa anarchica int ernazionale con i suoi art icoli, spesso (ma non solo) di t aglio st orico, ma aveva anche dat o alle st ampe varie monograf ie e biograf ie. I suoi scrit t i sono conservat i negli Ugo Fedeli papers, insieme a molt issimi alt ri document i che vanno a comporre i circa vent idue met ri lineari di cui è cost it uit o il f ondo. Insieme alla moglie, Fedeli inf at t i raccolse document azione sul moviment o operaio in t ut t i i luoghi in cui visse la sua t ravagliat a esist enza. Secondo il riordino che ho dat o alla cart e dopo circa un anno di lavoro, conclusosi alla f ine del 2008, il f ondo cont iene: i suoi diari, che coprono gli anni dal 1921 al 1944; la voluminosa corrispondenza (circa 260 folders); i suoi scrit t i, t ra cui alcune memorie, biograf ie, e repert ori bibliograf ici; document i riguardant i convegni e congressi del moviment o anarchico int ernazionale dal 1872 agli anni Sessant a del Novecent o; document i riguardant i le più svariat e organizzazioni del moviment o operaio int ernazionale; document i su milit ant i e personaggi che hanno f at t o la st oria di quest o moviment o, specialment e di quello anarchico (circa 500 folders). Una mole di document azione davvero not evole che si è rivelat a essere part icolarment e int eressant e. Molt i sono gli inedit i e alt ret t ant i i lat i non conosciut i di una st oria, quella del moviment o operaio, oggi non più “di moda”, ma che ha al suo int erno ancora molt e pagine da aprire. Tra i vari document i int eressant i, come vedremo, ce ne sono alcuni concernent i il garibaldinismo. Gli Hugo Rolland papers L’IISG nel corso degli anni si è curat o di acquisire vari f ondi archivist ici, sino a raggiungere uno status di pat rimonio document ario davvero unico al mondo. Tra i moviment i che l’Ist it ut o ha rit enut o per diverse ragioni di volere privilegiare, c’è anche il moviment o anarchico e in part icolare quello di lingua it aliana, spagnola e f rancese. Sino a oggi quindi un obiet t ivo dell’IISG è st at o quello di mant enere legami con l’ambient e libert ario di quest i paesi, of f rendo i propri locali come luogo sicuro di conservazione dei t ant i f ondi di propriet à di singoli milit ant i. Tredici anni dopo l’acquisizione degli Ugo Fedeli papers, l’IISG – nella persona di Rudolf de Jong, una delle “colonne” dell’Ist it ut o – ha pot ut o ricevere la document azione di un alt ro anarchico it aliano, Erasmo Abat e, conosciut o anche come Hugo Rolland. Gli Hugo Rolland papers non sono paragonabili agli Ugo Fedeli papers, non raggiungendo i t re met ri di lunghezza lineare. Eppure sono anch’essi di discret o int eresse, così come dovet t e esserla vit a del loro possessore. Erasmo Abat e nacque nel 1895 a Formia, dove ebbe modo di f requent are le scuole e di conseguire la licenza t ecnica; a diciasset t e anni emigrò con la f amiglia a New York, dove iniziò la sua at t ivit à polit ica e sindacale, in part icolare t ra gli scaricat ori di port o; nel 1922 f u espulso e t ornò a Roma dove divenne at t ivo propagandist a nella campagna in dif esa di Sacco e Vanzet t i, prima di recarsi ad Ancona, d’accordo con Malat est a, per organizzare la locale squadra degli Ardit i del Popolo. Cost ret t o alla f uga per la repressione poliziesca, si t rasf erì a Parigi, dove era conosciut o come “Carlo Bruni”. Lavorò in una f abbrica di aeroplani e, dopo l’assassino di Mat t eot t i, f ece vast a opera di organizzazione per la cost it uzione delle brigat e garibaldine, con l’int enzione di preparare una spedizione armat a in It alia. Nel corso del 1925 anche Abat e si rese cont o dell’impossibilit à del proget t o, e, nel mezzo delle polemiche con alt ri anarchici per la sua suppost a ingenuit à nel f avorire i disegni di Ricciot t i Garibaldi, si rif ugiò clandest inament e prima in Canada e poi nuovament e negli St at i Unit i. Dapprima a Chicago e successivament e a Philadelphia, a Det roit , a New York cont ribuì at t ivament e alle lot t e dei lavorat ori e ad arginare la crescent e inf luenza f ascist a sugli immigrat i it aliani. Si guadagnò da vivere prima come imbianchino, poi come allevat ore. Allo scoppio della Guerra civile spagnola, support ò i repubblicani con l’invio di vest it i, viveri e denaro. Nel dopoguerra t ornò in It alia, dove riprese i cont at t i col moviment o e iniziò un’assidua at t ivit à di ricerca in archivio per t ent are di f are luce su vari episodi concernent i il f uoriuscit ismo, in primis l’avvent ura garibaldina. Cont inuò a cont ribuire alla st ampa di lingua it aliana nel Nord America (il socialist a “La Parola del Popolo” e il libert ario “Cont rocorrent e”, su cui scrisse nel n. 41 del 1964 il necrologio di Ugo Fedeli) e f u aut ore di diversi scrit t i, alcuni dei quali vennero dat i alle st ampe. In molt i di quest i rit ornò polemicament e sull’aspro dibat t it o int erno al moviment o che seguì la sua “scelt a garibaldina” a met à anni Vent i, at t irandosi ancora una volt a le ire di molt i compagni. Morì in Nort h Carolina nel 1977. Negli Hugo Rolland Papers vi è ampia t raccia della sua at t ivit à di milit ant e e pubblicist a. Si t rovano inf at t i i suoi document i personali (t ra i quali la delega di f iduciario delle brigat e garibaldine), 76 folders di let t ere con milit ant i at t ivi in Europa e negli St at i Unit i, una grande quant it à di manoscrit t i e dat t iloscrit t i sulla sua esperienza di f uoriuscit o in Francia, e in part icolare il dat t iloscrit t o Il tradimento di Ricciotti Garibaldi e gli anarchici del 1973, sul caso Sacco e Vanzet t i, su alcune f igure di anarchici (Albert o Meschi, Errico Malat est a, Paolo Schicchi, Armando Borghi e alt ri), a cui si aggiungono art icoli di carat t ere t eorico e st orico. Inf ine l’ult ima sezione dei papers è cost it uit a da folders dedicat i a una t rent ina di milit ant i, principalment e anarchici, che cont engono f ot ocopie di document i di polizia spesso corredat e di annot azioni dello st esso Rolland. Il Fondo Borghi Molt e delle polemiche di Rolland avevano come obiet t ivo Armando Borghi. Quest i era st at o sin dalla f ine dell’Ot t ocent o uno degli esponent i più rappresent at ivi del moviment o anarchico a livello int ernazionale. Nat o a Cast elbolognese (Ravenna) nel 1882 da f amiglia modest a e apert a agli inf lussi int ernazionalist i, prese part e ai mot i del pane del 1898 e a inizio secolo si af f ermò come il maggiore organizzat ore del moviment o anarchico in EmiliaRomagna: orat ore e pubblicist a, agit at ore ant imilit arist a e sindacalist a, f u più volt e arrest at o. Già segret ario del Sindacat o degli edili a Bologna nel 1907, nel 1912 divenne at t ivo propagandist a della neof ondat a Unione sindacale it aliana. Durant e la Set t imana rossa nel 1914 si adoperò per dare uno sbocco insurrezionale al mot o, at t raversando la Romagna; con lo scoppio della guerra rest ò f ermo nel suo ant imilit arismo a dif f erenza di molt i “colleghi” dell’Usi, che uscirono dal sindacat o. Borghi ne prese la guida e ne cominciò a edit are l’organo, “Guerra di Classe”. Durant e la guerra venne int ernat o a Isernia, poi durant e il Biennio rosso f u ancora una volt a prot agonist a delle agit azioni: gli aderent i dell’Usi crebbero sino a olt re t recent omila iscrit t i. Nell’est at e del 1920, t ornat o in It alia dalla Russia, dove si era recat o per prendere cont at t i con la Terza Int ernazionale, venne ancora arrest at o. Uscit o dalla galera, poco dopo la marcia su Roma, si rif ugiò a Berlino prima e poi a Parigi. Qui ebbe modo di dissent ire con i compagni “garibaldini” e nel 1926 si t rasf erì negli St at i Unit i, dove f ece opera at t iva di riorganizzazione del moviment o, con art icoli sulla st ampa di lingua it aliana e comizi, sebbene f osse cost ret t o alla clandest init à. Tornat o in It alia nel 1945, Borghi – mort i Malat est a e Fabbri – era l’ult imo “grande” anarchico rimast o in at t ivit à. La sua presenza – e le sue net t e prese di posizione cont ro il sindacalismo e cont ro chi voleva un’organizzazione anarchica simile a un part it o – si f ece sent ire sul moviment o. Da met à anni Cinquant a f u redat t ore del set t imanale anarchico “Umanit à Nova”, che si edit ava a Roma, dove Borghi morì nel 1968. L’Archivio Armando Borghi in possesso alla omonima Bibliot eca Libert aria di Cast el Bolognese è cost it uit o da document i riguardant i l’anarchico romagnolo provenient i da diversi donat ori e raccolt i dal 1982 a oggi. Vi si t rova un ricco epist olario, molt i manoscrit t i e document i, alcuni dei quali riguardant i il suo lungo periodo passat o negli St at i Unit i, alt ri risalent i invece agli anni Cinquant a e Sessant a, comprese le bozze di alcuni dei molt i art icoli, libri e opuscoli che nel corso della sua vit a milit ant e diede alle st ampe. L’ult ima part e del f ondo cont iene i risult at i di alcune ricerche st oriograf iche sulla sua f igura, in part icolare una serie di relazioni scrit t e preparat e da st udiosi e ricercat ori per alcuni convegni di st udi st orici organizzat i dalla Bibliot eca. L’affaire Ricciotti Garibaldi Come è not o, il 10 giugno 1924 il deput at o socialist a Giacomo Mat t eot t i venne sequest rat o e pochi dubit arono che la responsabilit à dell’at t o f osse da addebit are agli squadrist i. Una decina di giorni prima aveva denunciat o in Parlament o le t ruf f e, le int imidazioni e le violenze perpet rat e dai f ascist i durant e le elezioni di aprile, t enut esi secondo la legge maggiorit aria e che si erano risolt e con la vit t oria di Mussolini e dei suoi f iancheggiat ori. Nonost ant e i brogli, socialist i e popolari avevano ot t enut o due milioni di vot i. Era st at a anche la f ort e personalit à di Mat t eot t i, unit a alle sue capacit à organizzat ive e alla f ermezza con cui denunciava i crimini f ascist i, a ridare vit alit à, t ant o in parlament o quant o nelle st rade, a un part it o ormai sulla dif ensiva. In una f erma e appassionat a denuncia e con una arringa di quat t ro ore, int errot t o più volt e dai f ascist i, il deput at o socialist a aveva chiest o f ormalment e alla Camera di non convalidare le elezioni. Pochi giorni dopo la not izia del rapiment o di Mat t eot t i, a Parigi gli esuli it aliani cominciarono a organizzarsi per rendere la vit a dif f icile al governo f ascist a. Erano molt issimi gli it aliani, in gran part e legat i all’ant if ascismo popolare e di est razione prolet aria, che si erano rif ugiat i a Francia, dove f ort e era la richiest a di manodopera soprat t ut t o nell’edilizia della part e orient ale del paese e della capit ale e nelle campagne del Sud. Per quant o riguarda l’emigrazione polit ica, molt i erano gli anarchici, t ra i primi a scont rarsi con il f ascismo e cost ret t i in buon numero alla f uga già t ra il 1921 e 1922: una successiva ondat a t ra il 1924 e il 1926 – meno prolet aria e più legat a al cet o polit ico – arricchì ult eriorment e l’emigrazione di nuove leaders polit ici. Ugo Fedeli, Erasmo Abat e e Armando Borghi approdano t ut t i, seppure in t empi e modi diversi, a Parigi da Berlino nell’aut unno 1923. Gli anarchici già insediat i nella capit ale f rancese si dedicavano alla propaganda: l’ex segret ario della Camera del Lavoro di Carrara, Albert o Meschi, pubblicava “La Voce del Prof ugo”, ment re il ligure Tint ino Rasi dava alla st ampe il periodico “Rivendicazione”. Eppure, se da una part e t ut t i o quasi t ut t i gli esuli erano convint i che il f ascismo sarebbe durat o poco, dall’alt ra, nonost ant e la buona volont à di molt i, l’at t ivit à polit ica languiva 4. In campo anarchico i due raggruppament i più at t ivi erano il Comit at o Pro Vit t ime Polit iche, che t eneva la riunione domenicale in un ret robot t ega vicino a Place de la République, e il gruppo “Piet ro Gori” cost it uit o in gran part e da un nucleo di anconet ani molt o at t ivi nella cit t à marchigiana durant e il Biennio rosso 5. Il primo era f requent at o da anarchici di t ut t e le t endenze, il secondo invece era luogo di incont ro privilegiat o dei sindacalist i e dei cosiddet t i “organizzat ori”, ovvero coloro i quali si rif acevano alle posizioni dell’Usi, da una part e, e dell’Unione anarchica it aliana, dall’alt ra. Quest a era st at a f ondat a nell’aprile 1919 a Firenze di f ront e a circa duecent o delegat i, e nel 1924 riusciva ancora a operare in It alia, sebbene in maniera precaria e cost ret t a alla clandest init à, proprio come l’Usi. Il cont raccolpo psicologico delle sconf it t e degli anni precedent i unit o a un at t eggiament o non cert o f avorevole della polizia f rancese e degli emissari f ascist i, si doveva f ar sent ire: nei ricordi dei prot agonist i, poche erano le conf erenze, le riunioni, i comizi6. Nel mese di giugno, il gruppo “Piet ro Gori” aveva organizzat o una commemorazione pubblica della Set t imana rossa. Alla locale Maison des Syndicat s presero la parola gli anarchici e i rappresent ant i dei maggiori part it i e delle organizzazioni sindacali della sinist ra, compresi i comunist i. Da lì a pochi giorni giunse la not izia del rapiment o di Mat t eot t i e gli esuli det t ero vit a a un Comit at o ant if ascist a, al quale presero part e socialist i, repubblicani e anarchici, non i comunist i, e al quale f u invit at a ad aderire anche la Lega It alia per i dirit t i dell’uomo. Non solo: l’invit o venne est eso anche a Ricciot t i Garibaldi Jr. Alla riunione di f ondazione del comit at o part eciparono, in rappresent anza degli anarchici, Ugo Fedeli e Erasmo Abat e. In quest o f rangent e pareva che vi f osse una rit rovat a armonia t ra le f orze ant if ascist e, in grado di concret izzarsi in un’alleanza che avesse come obiet t ivo comune l’abbat t iment o del f ascismo. Circa un mese dopo il sequest ro Mat t eot t i, nel mese di luglio, gli anarchici pubblicarono il numero unico “Mat t eot t i”. L’accoglienza da part e della comunit à ant if ascist a f u ot t ima: vennero prest o esaurit e le diecimila copie della t irat ura e le f orze della sinist ra si most rarono disponibili a dare alle st ampe un set t imanale ant if ascist a di carat t ere unit ario, proget t o che t ut t avia non t rovò seguit o. In It alia già dai giorni subit o successivi al rapiment o, i f ascist i ebbero moment i di sbandament o e per alcune set t imane il governo sembrò vacillare: Mussolini si vide cost ret t o a dest it uire De Bono dal comando della polizia, e lo st esso f ece con Cesare Rossi e Aldo Finzi, quest ’ult imo sot t osegret ario all’Int erno. Il 13 giugno circa cent o deput at i dell’opposizione, socialist i, repubblicani, radicali, popolari, liberali del gruppo di Giovanni Amendola, abbandonarono l’aula di Mont ecit orio e si rit irarono sull’Avent ino conf idando che il loro gest o avrebbe scosso il paese. Tra giugno e dicembre il f ascismo si sent ì isolat o all’int erno del paese, ma le debolezze e le divisioni delle opposizioni f urono f in t roppo evident i. I comunist i non aderirono all’Avent ino e f urono molt o crit ici nei conf ront i di esso, denunciando la non volont à da part e dei Part it i t radizionali di mobilit are le masse. Da più part i è st at o poi f at t o not are come non ci f ossero le condizioni per una mobilit azione popolare e come la classe operaia f osse rimast a t remendament e indebolit a dalle sconf it t e del 1920 e del 1921 (Amendola 1976). Ciò che accomunava i comunist i e i sovversivi che erano rimast i all’int erno del paese con gli esuli, era invece la convinzione che quello f osse il moment o per rovesciare il regime in uno sf orzo organizzat o e concordat o. Le opposizioni speravano che il loro rif iut o di relazionarsi al Governo e al Parlament o pot esse bast are a indurre il re a imporre a Mussolini le dimissioni; credevano che il gest o morale bast asse a f ar crollare il f ascismo t ra l’esecrazione generale. Ma t ale at t eggiament o int ransigent e celava la loro indecisione e impot enza, l’assenza di un piano organizzat o. Pochissimi erano dispost i ad agire sul piano concret o. Tra i milit ant i cost ret t i all’esilio l’at t eggiament o invece era ben alt ro. Eppure la volont à non bast ava. Ancora una volt a i dissidi polit ici ebbero la meglio, e dopo avere t enut o qualche comizio e avere dat o alle st ampe migliaia di manif est i ant if ascist i, il Comit at o si ripiegò su se st esso. L’Usi decise di rit irare la propria adesione al comit at o, a causa di divergenze polit iche con le alt re f orze ant if ascist e. Nel f rat t empo il 16 agost o a vent icinque chilomet ri da Roma era st at o rit rovat o il corpo di Mat t eot t i. Era st at o un manipolo di cinque squadrist i comandat i da Amerigo Dumini – st ipendiat o da Cesare Rossi, capo dell’uf f icio st ampa del president e del Consiglio – a rapirlo, pugnalarlo a mort e e seppellirlo in un bosco. Il corpo sf igurat o di Mat t eot t i rappresent ava la f ine delle illusioni per t ut t i quelli che erano venut i a pat t i col f ascismo; l’assassinio scosse prof ondament e il paese. L’urgenza dell’azione f u avvert it a ancora di più t ra le f ila degli ant if ascist i in esilio. Fu a quel punt o, dunque, che Ricciot t i Garibaldi prese l’iniziat iva convocando una riunione operat iva per il 21 agost o, apert a a t ut t i gli ant if ascist i, alla quale – assicurava – avrebbe part ecipat o anche il deput at o e massone T it o Zaniboni, e alt ri esponent i della massoneria. Alla riunione f u proprio Zaniboni a prendere la parola, parlando esplicit ament e della volont à di organizzare le basi per una spedizione armat a in It alia e f ornendo garanzie che alcuni nuclei armat i sarebbero st at i già pront i all’int erno del paese; da part e sua Ricciot t i Garibaldi assicurò che l’operazione avrebbe avut o il benest are della massoneria e del governo f rancese e avanzò propost e concret e, in t ermini di armi e di denaro, che suscit arono l’ent usiasmo dei convenut i: Hugo Rolland e Fedeli det t ero la disponibilit à di massima degli anarchici, nonost ant e alcuni dist inguo. I loro dubbi non vert evano sulla bont à dell’azione, quant o su due quest ioni apparent ement e t ecniche ma in realt à di principio, almeno dal punt o di vist a degli anarchici: il f at t o che si volesse cost it uire un bat t aglione con gradi e disciplina milit are e che esso f osse guidat o da un comando unico, nella persona di Ricciot t i Garibaldi7. Ma a f ar loro accet t are la propost a erano anche le not izie che arrivavano dall’It alia. Furono quest i i mesi inf at t i in cui il popolo it aliano, nei suoi diversi st rat i sociali, dimost rò meno acquiescenza nei conf ront i del regime. L’assassinio di Mat t eot t i det t e f orza all’ant if ascismo: la st ampa ost ile a Mussolini ebbe un grande increment o, migliaia erano i romani che si recavano a port are f iori nel luogo in cui era st at o rit rovat o il cadavere di Mat t eot t i. Quest e not izie arrivarono, probabilment e ingigant it e, alle orecchie dei f uoriuscit i, che mai come allora videro il regime f ascist a sull’orlo della disf at t a. All’indomani di quest a riunione, all’int erno del moviment o anarchico la discussione si f ece serrat a. L’agit azione t ra gli esuli era t angibile, e le procedure per l’arruolament o di volont ari cont inuavano spedit e. I più avvedut i, come Ugo Fedeli, t ut t avia f ecero not are come l’eccessivo ent usiasmo pot esse essere f oriero di delusioni; i cont rari erano molt o pochi, ma la loro presenza nelle discussioni serviva a f renare lo slancio dei più ardiment osi. La mediazione che venne t rovat a f u quella della “part ecipazione ragionat a” ovvero di part ecipare sì alle armat e guidat e da Ricciot t i Garibaldi, ma al cont empo di f ormare gruppi di soli anarchici, aut onomi rispet t o al comando unico, in grado di int ervenire al segnale dell’insurrezione 8. A guidare i piccoli gruppi di ref rat t ari al bat t aglione garibaldino era Piet ro Bruzzi, vecchia conoscenza degli anni milanesi di Ugo Fedeli; a loro si sarebbe dovut o unire un alt ro milit ant e che segnerà la st oria del moviment o di lingua it aliana, Raf f aele Schiavina, allora resident e a Vienna. Quest i gruppi – rif erirà Hugo Rolland a Errico Malat est a – avrebbero dovut o ent rare in azione non appena la spedizione garibaldina si f osse mossa, assalt ando dapprima un f ort e di f ront iera t ra l’It alia e la Francia e alcune banche, così da procurarsi il denaro necessario per f oment are l’insurrezione nella penisola 9. Un comit at o avrebbe dovut o coordinare quest i due diversi approcci t at t ici, ovvero i garibaldini con gli “ant igaribaldini” – come verranno poi chiamat i. Ne f urono animat ori Fedeli, Virgilio Gozzoli, anarchico responsabile del periodico “Iconoclast a!”, e Tint ino Rasi. I t re si dovevano adoperare per raccogliere mezzi e per organizzare nuclei anarchici dove quest o f osse possibile, e allo st esso t empo, dove quest o non f osse possibile, per f avorire l’ingresso di singoli milit ant i all’int erno del bat t aglione garibaldino 10. Int ant o il moviment o garibaldino si st rut t urava sempre più: accet t at o il comando unico, ne discesero poi l’inquadrament o degli uf f iciali, la dist ribuzione delle t essere – che i legionari devono compilare accurat ament e e rimet t ere nelle mani del capo-squadra. Venne elaborat o un piano per un prest it o di due milioni di lire da part e di un apposit o Comit at o per la libert à it aliana, “allo scopo di raccogliere i f ondi necessari per preparare l’azione diret t a a liberare l’It alia dalla dominazione f ascist a”. Tale proget t o voleva richiamarsi al prest it o mazziniano del 1853 e f aceva appello esplicit o alla necessit à di cont inuare l’opera risorgiment ale: se allora l’eroismo dei padri aveva liberat o l’It alia dalla dominazione aust riaca, ora era necessario cont inuare quest ’opera, debellando il f ascismo. Il mot t o st ampat o sui “bigliet t i del prest it o per la libert à it aliana” era olt remodo signif icat ivo: “Popolo e Libert à – Roma o Mort e”. L’unif orme doveva essere, ovviament e, la camicia rossa. Nonost ant e il f ascino esercit at o dalla ret orica risorgiment ale e garibaldina sugli anarchici, i quali avevano t ra i propri “numi t ut elari” alcuni eroi del Risorgiment o e che generalment e serbavano per i mazziniani prof ondo rispet t o, alcuni aspet t i non li convincevano del t ut t o. Alcuni di loro – t ra i quali Fedeli e Borghi – cominciarono a considerare la t essera come “una f orma t roppo poliziesca” e avanzarono crit iche di met odo alla f ormula garibaldina. Alt ri t ut t avia, e in part icolare il gruppo che ruot ava int orno a Erasmo Abat e e Albert o Meschi, non ebbero remore e f ecero opera at t iva di proselit ismo per reclut are, uomini, armi e denaro 11. [f ot o A] A met à set t embre si t enne a Parigi una riunione di t ut t i i gruppi anarchici. L’ent usiasmo era ancora t angibile, ed erano in molt i a mordere il f reno in vist a dell’azione, eppure il moviment o si cominciò a dividere in maniera net t a t ra f avorevoli a cont rari ad una spedizione guidat a da Ricciot t i Garibaldi. Proprio nell’int enzione di evit are una spaccat ura def init iva, Borghi e Fedeli si impegnarono per dar vit a a un ult eriore Comit at o cui avrebbero part ecipat o rappresent ant i delle due t endenze in grado – scrisse Fedeli nei suoi appunt i – “di st udiare e t racciare, se è possibile, una linea di condot t a e lot t a ‘nost ra’ in quest o moment o”, ovvero una posizione il più possibile condivisa t ra t ut t i gli anarchici. Inizialment e il piano sembrò f unzionare e la riunione approvò la cost it uzione di un Comit at o di una Alleanza Libert aria rappresent at iva di t ut t i gli anarchici di lingua it aliana, che aveva come scopo principale di “armonizzare e pot enziare t ut t e le iniziat ive di carat t ere ant if ascist a alle quali gli anarchici part ecipano”12. Nel f rat t empo gli ant if ascist i cont inuavano nella loro opera di propaganda: sebbene il proget t o di un set t imanale non si f osse realizzat o, il Comit at o it aliano d’azione e di propaganda ant if ascist a, comit at o unit ario a cui part ecipavano per gli anarchici Abat e e il già cit at o Meschi, st ampò t ra il set t embre e l’ot t obre 1924 due numeri del giornale “Campane a St ormo”, sulle cui colonne apparve il signif icat ivo manif est o in f orma di appello Ai profughi, agli emigrati, a tutti i proletari13. I preparat ivi per la spedizione andavano avant i: ment re Garibaldi assicurava di pot ere avere a disposizione in breve t empo varie migliaia di f ucili, Meschi nella regione parigina e Abat e nel nord e sud della Francia prima, poi in Belgio e Lussemburgo, cont inuavano nella loro opera di organizzazione e coordinament o dei gruppi, raccogliendo denaro per mezzo dei “prest it i per la libert à it aliana”. Eppure Ricciot t i Garibaldi cont inuava a rimandare l’azione. Nonost ant e le sue assicurazioni, anche t ra gli anarchici la schiera dei cont rari all’azione si allargava, t ant o che alcuni milit ant i sent irono la necessit à di unirsi in un nuovo gruppo, denominat o “Pensiero e Azione”, cont rario alla spedizione garibaldina. Ormai la sensazione di essere semplici pedine nelle mani del “nuovo Garibaldi” era f ort e. Il 26 e 27 ot t obre si svolse a Levallois-Perret un convegno dell’Alleanza Libert aria, con una nut rit a presenza di delegat i da gruppi di Parigi e della banlieu, ma anche di Nizza e Lione, di Arras, Mulhouse, e di alt re cit t à dell’Alsazia, con l’int enzione di est endere l’Alleanza a t ut t o il t errit orio f rancese. Evident ement e il nodo era quello della spedizione garibaldina e proprio su quest o l’assemblea si spaccò. L’opera di mediazione di Borghi e Fedeli non pot é nulla e f u vano il loro t ent at ivo di t enere coordinat i f avorevoli e cont rari al “nuovo Garibaldi”. I cosiddet t i “ant igaribaldini” decisero quindi di rimet t ere la propria adesione all’Alleanza Libert aria per cost it uire dei Gruppi di Azione Anarchica. A quel punt o il Comit at o non aveva più ragione di esist ere. L’1 novembre Borghi si dimise, e lo st esso Fedeli sembrava ormai convint o che l’opzione migliore f osse quella di st accarsi def init ivament e dai garibaldini e di organizzare un’azione aut onoma: “la nost ra migliore e più logica azione in quest o f rangent e è di part ecipare alla lot t a senza t roppo legarsi coi Garibaldini, né coi comunist i”, così ebbe modo di annot are 14. Il Comit at o dell’Alleanza Libert aria f allì il proprio compit o e si sciolse neppure due mesi dopo la sua cost it uzione. Tut t avia, come det t o, t ra la f ine del 1924 e gli inizi del 1925, alcuni anarchici cont inuarono nell’elaborazione del proget t o garibaldino ed elaborarono piani che prevedevano at t ent at i a esponent i di primo piano del f ascismo, in cont emporanea alla discesa della legioni. Erasmo Abat e f u, insieme a Meschi, uno dei pochi che cont inuò a serbare f iducia nella spedizione in camicia rossa e f u proprio Abat e che, accorgendosi dei cont inui rit ardi nella spedizione, cercò di af f ret t are i t empi. Propose così a Ricciot t i Garibaldi, Meschi e ad alt ri sodali un piano insurrezionale, secondo il quale Abat e, con l’aiut o di un piccolo gruppo di compagni, avrebbe raggiunt o Roma per at t ent are a Mussolini, ment re Meschi, f ort e della popolarit à t ra i cavat ori di Marmo delle Alpi Apuane, sarebbe part it o via nave con circa vent i compagni dalla cost a f rancese per sbarcare a Carrara. Da part e sua Ricciot t i Garibaldi, con le sue legioni, avrebbe varcat o il conf ine presso Vent imiglia, propagandando l’insurrezione nelle campagne e nei cent ri abit at i sino a raggiungere Genova. Nel f rat t empo in It alia, nei mesi dopo il rit rovament o del corpo di Mat t eot t i, il conf lit t o ist it uzionale si andava aggravando. Gli avent iniani rivelavano il loro isolament o, unit o a una cert a dose di impot enza: da una part e inf at t i avevano disert at o la Camera, dall’alt ra però non avevano volut o abbandonare il t erreno della legalit à, rendendo il re e l’esercit o arbit ri della sit uazione; Vit t orio Emanuele III addusse mot ivazioni cost it uzionali per il suo perdurant e silenzio, che non pot eva però che signif icare appoggio del f ascismo. Il 3 gennaio 1925 Mussolini t enne il suo celebre discorso alla Camera, in cui proclamò di assumersi t ut t a la responsabilit à “polit ica, morale, st orica” di quant o accadut o. Un discorso breve ma durissimo, durant e il quale ebbe modo di af f ermare: “quando due element i sono in lot t a e sono irriducibili, la soluzione è la f orza. Non c’è mai st at a alt ra soluzione nella st oria e non ce ne sarà mai…”. Non erano parole vane. Fu comunicat o ai Pref et t i di viet are manif est azioni pubbliche e comizi, di chiudere i circoli e rit rovi polit ici, di decret are lo sciogliment o delle organizzazioni rit enut e pericolose, di raf f orzare la vigilanza sui sovversivi e di perquisire le case e sequest rare le armi det enut e illegalment e. Tre giorni dopo il discorso di Mussolini, nel bilancio del Minist ero degli Int erni erano cent inaia i circoli e i luoghi di rit rovo chiusi, alt ret t ant i i gruppi e le organizzazioni polit iche sciolt e, gli arrest i di sovversivi e le perquisizioni domiciliari (De Felice 1966). Sull’It alia libera calava il sipario, il f ascismo si f aceva def init ivament e St at o, t rasf ormandosi in regime; si apriva così def init ivament e la st rada verso la prima delle “leggi f ascist issime”, quella del 24 dicembre 1925 sulle at t ribuzioni e prerogat ive del capo del governo. In quegli st essi mesi del 1925 e precisament e a f ebbraio nauf ragarono le residue speranze anarchiche nella spedizione garibaldina: gli st essi Meschi e Abat e si resero cont o che il nipot e di Garibaldi avrebbe cont inuat o a rimandare sine die la spedizione. A f ine mese Abat e spedì a Ricciot t i Garibaldi una let t era con le proprie dimissioni, mandandone copia, per conoscenza, a vari anarchici resident i in Francia e in Svizzera 15. Nell’est at e dello st esso anno anche Meschi e Abat e ebbero la conf erma di quel che molt i milit ant i ant if ascist i avevano sospet t at o: Ricciot t i Garibaldi era a t ut t i gli ef f et t i un agent e al servizio di Mussolini. Nel novembre del 1926 il nipot e dell’eroe dei due mondo venne arrest at o dalla polizia f rancese proprio con l’accusa di spionaggio 16. È dif f icile dire con cert ezza quando Ricciot t i Garibaldi si sarebbe vendut o al regime. Tut t avia pare evident e che se l’obiet t ivo principale di t ut t a l’operazione è st at o in primo luogo quello di get t are discredit o sul governo f rancese denunciandone la correit à nei t ent at ivi di rovesciare il regime, d’alt ra part e l’ogget t o della provocazione erano i f uoriuscit i. Ricciot t i Garibaldi voleva evident ement e scredit are anch’essi e allo st esso t empo t rarne quant e più inf ormazioni possibili: le t essere garibaldine servivano proprio per recepire quant e not izie sul cont o degli ant if ascist i. In esse veniva richiest o, t ra le alt re cose, nome, indirizzo, et à, mest iere a cui si aggiungeva la voce “alt re indicazioni di carat t ere personale”, con la seguent e precisazione: “Sot t o la rubrica alt re indicazioni di carat t ere personale, il Capo squadra dovrà met t ere t ut t e le indicazioni riguardant i le idee polit iche, la condot t a morale, il coraggio e le speciali qualit à e dif et t i del volont ario, curando che t ut t o ciò risponda alla più rigorosa obbiet t ivit à”. Furono proprio quest i part icolari a insospet t ire alcuni milit ant i, t ra i quali Ugo Fedeli e Armando Borghi. [f ot o B] Ment re Abat e e Meschi si accingevano a giocare le ult ime cart e con Ricciot t i Garibaldi, all’int erno del moviment o anarchico la polemica t ra f avorevoli e cont rari alle brigat e, sempre lat ent e, scoppiò in maniera eclat ant e, aprendo f erit e che si sarebbero f at t e sent ire negli anni a seguire. Fu in part icolare Paolo Schicchi, f igura st orica dell’anarchismo d’azione, che aveva già avut o modo di dissent ire sull’impresa garibaldina con lo st esso Rolland, a dare f uoco alle polveri. St abilit osi a Marsiglia, det t e alle st ampe a part ire dall’1 maggio 1925 al giornale “Il Picconiere”, ot t o numeri in cui pubblicò, t ra l’alt ro, i document i relat ivi al coinvolgiment o di Meschi, Abat e e compagni nella organizzazione armat a f ondat a da Ricciot t i Garibaldi, denunciat a come u n escamotage per get t are discredit o sul f uoriuscit ismo. Gli anarchici garibaldini risposero per le rime con il numero unico“Polemiche nost re a proposit o della quest ione garibaldina”, edit o a Parigi il 22 agost o 1925: la polemica era ormai t rascesa in accuse personali dai t oni of f ensivi. E non f inì lì: prima lo st esso Schicchi rincarò ult eriorment e la dose, con due numeri unici le cui t est at e erano esemplif icat ive dei cont enut i, “Il Pozzo dei Tradit ori” (Marsiglia,10 set t embre 1925) e “L’Unione dei Padellai” (Marsiglia 25 set t embre 1925), poi f u la volt a di Tint ino Rasi che, crit ico già da diverso t empo nei conf ront i degli ex compagni garibaldini, pubblicò a Parigi il numero unico “La Nost ra Polemica” nel novembre 1925, quando ormai era not a all’int erno del moviment o l’opera di delazione svolt a da Ricciot t i Garibaldi. I dissidi si erano ormai avviluppat i e dalle parole si rischiava di passare ai f at t i. Fu quindi Fedeli a nome dell’Oiea (Opera int ernazionale di edizioni anarchiche), di cui era uno dei responsabili edit oriali, a esort are le t est at e anarchiche sparse nel mondo perché si rif iut assero di passare qualsiasi comunicat o dei due cont endent i. Proprio per porre rimedio a una sit uazione disast rat a e per cercare di ricreare quel minimo di f iducia t ra milit ant i in grado di f ar volgere di nuovo lo sguardo al reale nemico, Fedeli provò a convincere Borghi a f arsi promot ore di una periodico anarchico in grado di dare voce a t ut t i gli anarchici17. L’idea rimase t ale, segno che la crisi era acut a e ciò si chiarì ult eriorment e quando alla f ine del 1926 il periodico “La T empra”, edit o a cura di Virgilio Gozzoli, che cercava di t enere nel suo alveo visioni anche molt o discordant i t ra loro, si vide cost ret t o a chiudere (Di Lembo 2001, 177). Le conseguenze della diat riba cont inuarono a f arsi sent ire all’int erno dell’emigrazione anarchica per lunghi anni. Nonost ant e gli invit i alla ragionevolezza da part e degli esponent i più aut orevoli del moviment o, t ra quali Malat est a e Luigi Damiani, la quest ione non si placò f acilment e. Lo st esso Garosci not erà poi come l’opera di Ricciot t i Garibaldi ebbe come conseguenza peggiore proprio la demoralizzazione delle f orze ant if ascist e resident i in Francia (Garosci 1953, 21-25). All’int erno del campo anarchico ciò era ancora più vero e la polemica cominciava a t ravalicare i f at t i specif ici e ad allargarsi ad alt ri piani, in primis quello delle alleanze con le alt re f orze ant if ascist e. Dopo la cadut a del f ascismo, lo st esso Fedeli riconsiderò crit icament e l’esperienza garibaldina, sot t olineando come l’urgenza dell’azione e la volont à di inf liggere un colpo mort ale a un f ascismo che pareva allora t ut t ’alt ro che granit ico f ossero st at e causa di un grosso errore. Così ebbe modo di scrivere nel 1950: “Si ha ora, a un quart o di secolo di lont ananza e a conoscenza di uomini e di cose, una st rana impressione. Eppure l’ubriacat ura garibaldina, olt re che a f ar vivere, coi gravi dif et t i e la f aciloneria che la dist insero, moment i f ra i più crit ici ma anche f ra i più ent usiast ici dell’emigrazione ant if ascist a rif ugiat a in Francia, ora ci sembra riassumersi in una bat t aglia f ra polli racchiusi in una st ret t a gabbia. Ma così non era 25 anni f a. Il f ascismo era alla vigilia dei suoi più t erribili giri di vit e che dovevano sopprimere ogni barlume di verit à e di dignit à umana, e lot t are per abbat t erlo non era cosa di poca import anza. Ora cert ament e la crit ica sarebbe molt o più f acile d’allora, in quant o è dif f icile rivivere e per conseguenza comprendere, quel vivo sent iment o e quella volont à di lot t a che animava t ut t i, allora, quando il f ascismo non era ancora uscit o ad incancrenire t ut t a la vit a It aliana”18. Carat t erist ica int rinseca della produzione st oriograf ica di Fedeli era t rarre lezioni dagli avveniment i del passat o, in un’ot t ica pedagogica e di propaganda. Inf at t i, così scriveva: “Ma anche quest o esperiment o deve insegnare qualche cosa, deve ricordare soprat t ut t o che è sempre pericoloso il prest are eccessiva f iducia a quei polit icant i che, sempre senza scrupoli, sanno approf it t are degli slanci del popolo e usarli per i loro bassi f ini. Ma gli uomini comprendono solo se ci cascano. Ognuno vuole la propria esperienza. Abbiamo vist o, esperienza vicinissima a noi, il moviment o part igiano che ha avut o non pochi punt i di similit udine con quelli del garibaldinismo 1924, colla sola dif f erenza, che dat o il moment o e le condizioni speciali, in quest ’ult imo caso si andò sino alla lot t a, ment re il primo si concluse in un’orribile f arsa”. Proprio il ruolo assegnat o da Fedeli alla st oria f u il mot ivo per cui egli decise di non dare mai nulla alle st ampe sul moviment o garibaldino. Il dat t iloscrit t o cit at o rimase una memoria “int erna”, inf at t i, per ragioni di opport unit à polit ica: le st esse per cui aveva declinat o, a inizio anni Trent a, i ripet ut i invit i di Camillo Berneri che lo aveva spronat o af f inché scrivesse un opuscolo che f acesse luce sulle vicende. A quest o proposit o l’at t eggiament o di Abat e f u esat t ament e oppost o. Se obiet t ivo di Fedeli era ricost ruire i f at t i del passat o secondo un’ot t ica “educazionist a” o propagandist ica, omet t endo quindi quegli episodi, come quelli cit at i, evident ement e crit ici per sé e per il moviment o, il lavoro di scavo archivist ico di Abat e sembrava proprio volere met t ere in evidenza i lat i più oscuri, più complicat i e ambigui della lot t a polit ica, anche all’int erno del moviment o anarchico. Abat e ebbe la perspicacia già dai primissimi anni Sessant a di andare a ricercare t ra le cart e di polizia inf ormat ive e not izie su alcuni milit ant i, t raendo parziali conclusioni sulle t ecniche di cont rollo del regime, che saranno poi conf ermat e dalla successiva analisi st oriograf ica. In un suo appunt o scrit t o dopo avere consult at o il f ascicolo di polizia di svariat i sovversivi presso l’Archivio Cent rale dello St at o di Roma, elenca nella sua prosa colorit a i t ipi psicologici di inf ormat ori che si pot evano t rovare t ra i f uoriuscit i, met t endone in evidenza le molt e sf accet t at ure: “Dal debole che si umilia a quello che cade nel t ranello poliziesco ed inf orma sui suoi compagni, credendo così di alleggerire le sue responsabilit à; al chiacchierone che sbrait a per pura millant eria, all’inf ormat ore incoscient e che si conf ida inconsapevolment e con l’inf ormat ore di vocazione ed alla spia che si f inge compagno; al compagno divenut o inf ormat ore e spia – e f inanche agent e provocat ore – per procacciarsi da vivere oziando; al ladruncolo che rubacchia e con alt ri espedient i t ira a campare; f ino al delinquent e indurit o capace di f ar t ut t o”19. Un lavoro di t al genere era lont ano anni luce dalle int enzioni di Fedeli. Quest e due visioni così diverse verranno f uori esplicit ament e in uno scambio epist olare, a f ine anni Cinquant a: da una part e Abat e rimproverò Fedeli di avere scrit t o biograf ie, in part icolare quelle di Luigi Damiani e Luigi Galleani, che sono “abbozzi assai incomplet i, but t at i giù in f ret t a con l’evident e int enzione di piacere ai f edeli seguaci dei due apost oli poco apost olici”, dall’alt ra Fedeli replicò, ammet t endo candidament e i suoi proposit i: “Io ho sempre volut o vedere gli uomini da lont ano, cercando di scorgervi e rilevarvi i lat i buoni, che sono poi quelli che cont ano, per cercare di convincere t ut t i che c’è sempre e in t ut t i qualche cosa di buono, di ut ile, che va olt re le loro piccinerie di alcuni moment i e di alcuni st at i d’animo”20. Così quest ’ult imo non t ornerà mai pubblicament e sulla vicenda garibaldina: l’imperat ivo ancora una volt a era per lui non rit ornare sulle vecchie polemiche e ancor di più non nuocere alla propaganda. Inolt re scrivendo di t ali quest ioni non avrebbe pot ut o negare il coinvolgiment o iniziale di gran part e degli anarchici, compresi se st esso e Armando Borghi. Tale at t eggiament o f u condiviso dalla quasi t ot alit à degli anarchici: non scrisse un rigo Albert o Meschi, l’alt ro prot agonist a principale della vicenda, né alt ri milit ant i che avevano vissut o in prima persona i f at t i. L’unica eccezione f u quella di Abat e, il quale f ece della quest ione l’asse port ant e di gran part e della propria at t ivit à polemica e di ricerca nel dopoguerra.Dall’inizio degli anni Sessant a in avant irit ornò in maniera cont inuat iva sull’argoment o, aprendo una lunga querelle con Armando Borghi, obiet t ivo principale delle polemiche, ma anche con alt ri milit ant i che più avevano crit icat o la sua condot t a “garibaldina”, t ra i quali Raf f ale Schiavina e il def unt o Paolo Schicchi. Può sembrare incredibile che a dist anza di quarant a anni e più la quest ione garibaldina pot esse essere f ont e di dissidi all’int erno del moviment o. Quest o da una part e evidenzia che essa f u quest ione cent rale dell’esilio f rancese, ma anche come essa f osse divent at a part e di una polemica più generale sui met odi di lot t a e in part icolare sulle alleanze, rimanendo così, dopo t ant i anni, un simbolo per così dire della dist anza t ra chi come Hugo Rolland propendeva per un moviment o chiarament e e st rut t uralment e organizzat o, che mant enesse rapport i di alleanza con le f orze ant if ascist e meno legat e a Mosca, in primis i socialist i, e chi, come Armando Borghi, dif f idava di norme vincolant i e rigide, vedendo in esse un velat o aut orit arismo, e rif iut ava l’alleanza con le alt re f orze della sinist ra vist e come irrimediabilment e af f et t e dal rif ormismo. Conclusione I dissidi t ra i Abat e e Borghi, i t oni accesi che bene rispecchiavano i loro carat t eri f ort i t occarono varie quest ioni: non solo l’ant if ascismo, il rapport o con gli alt ri part it i, l’organizzazione int erna, ma anche il ruolo dell’azione sindacale, la polit ica int ernazionale e la dif esa del regime cast rist a a Cuba, ecc. Abat e non ebbe evident ement e rapport i f acili con gran part e del moviment o e le sue f requent azioni, una volt a t ornat o in It alia, si limit arono a poche decine di milit ant i, a dif f erenza di Borghi: sempre sulla breccia, redat t ore in quegli anni di “Umanit à Nova”, quest i godet t e della st ima generale del moviment o, nonost ant e le asprezze del suo carat t ere e il set t arismo su alcune quest ioni polit iche. Eppure Abat e caparbiament e volle rimarcare la propria dist anza da un moviment o in cui non si rit rovava più e lo f ece ciclost ilando in proprio alcuni scrit t i che poi spediva per post a ad amici e compagni. Cominciò nel 1963 con le sue Lettere agli anarchici, l’anno dopo non mancò di at t accare le memorie di Borghi uscit e per le Edizioni Scient if iche It aliane con pref azione di Gaet ano Salvemini e pubblicò Alcuni commenti a “Mezzo secolo” di glorie di Armando Borghi, a cui seguì l’anno dopo Le mistificazioni di Armando Borghi, e inf ine nel 1968 Neppure la morte è uguale per tutti. Il punt o di part enza delle polemiche era sempre il garibaldinismo; Abat e da part e sua aveva ammesso sin dalla seconda met à degli anni Vent i il proprio errore: l’idea di una spedizione armat a in grado di af f ossare il f ascismo lo aveva irret it o. Eppure cont inuò a sost enere a più riprese che “il primo anarchico a immischiare gli anarchici con Ricciot t i Garibaldi” era st at o Borghi, ment re quest i rivendicò sempre il proprio rif iut o pregiudiziale alle propost e di Ricciot t i e signif icat ivament e in Mezzo secolo di anarchia non cit a mai l’Alleanza Libert aria, della cui breve esist enza f u invece prot agonist a 21. In realt à Borghi si era adoperat o già dalla f ine del 1924 a dimost rare la propria lont ananza assolut a da Ricciot t i Garibaldi. Ne è t est imonianza un document o coevo, che cont iene una dichiarazione sulla sua est raneit à al moviment o garibaldino, f irmat a da diversi milit ant i anarchici22. Facendo una comparazione t ra la grande quant it à di document i sulla quest ione Ricciot t i Garibaldi cont enut i negli Hugo Rolland papers e f rut t o di anni di ricerche dello st esso Abat e, con la document azione present e negli Ugo Fedeli papers e nell’Archivio Borghi, si ha la conf erma ult eriore che sia Borghi sia Fedeli, come molt i alt ri anarchici, nella f ase iniziale si espressero f avorevolment e al proget t o di Ricciot t i Garibaldi e agirono perché la spedizione armat a si realizzasse. Ma, a dif f erenza di Abat e o di Meschi, il loro giudizio e quello di gran part e del moviment o mut ò nel volgere di breve t empo e ent ro l’aut unno 1924 mat urarono la convinzione che il garibaldinismo pot esse rivelarsi quella t rappola che ef f et t ivament e f u. T essera “garibaldina”, f ac-simile, pp. 1 T essera “garibaldina”, f ac-simile, pp. 2 e 4. Ugo Fedeli papers. e 3. Ugo Fedeli papers. Bibliograf ia Aa. Vv. 2004 Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Bibliot eca Franco Serant ini, Pisa, 2004. Amendola Giorgio 1976 Lat erza. Intervista sull’antifascismo, a cura di Piero Melograni, Bari, Borghi Armando 1954 Mezzo secolo d’anarchia, Napoli, Edizioni Scient if iche It aliane. De Felice Renzo 1966 Mussolini il fascista, I, La conquista del potere, T orino, Einaudi. Di Lembo Luigi 2001 Guerra di classe e lot t a umana : l’anarchismo in It alia dal biennio rosso alla guerra di Spagna, 1919-1939, Pisa, BFS. Fedeli Ugo 1954 Gigi Damiani, Cesena, Ant ist at o. 1956 Luigi Galleani. Quarant’anni di lotta rivoluzionaria: 1891-1931, Cesena, Ant ist at o. Franzinelli Mimmo 1999 I tentacoli dell’OVRA. Agenti, collaboratori e vittime della polizia politica fascista, T orino, Bollat i Boringhieri. Fucci Franco 1985 Le polizie di Mussolini: la repressione dell’antifascismo nel ventennio, Milano, Mursia. Garosci Aldo 1953 Storia dei fuoriusciti, Bari, Lat erza. JassiesNico (cur.) 2008 Luigi Bertoni papers, cat alogo dell’omonimo f ondo conservat o presso l’Int ernat ionaal Inst it uut voor Sociale Geschiedenis di Amst erdam. Sent a Ant onio (cur.) 2008 Ugo Fedeli papers, cat alogo dell’omonimo f ondo conservat o presso l’Int ernat ionaal Inst it uut voor Sociale Geschiedenis di Amst erdam. 2009 Hugo Rolland papers, cat alogo dell’omonimo f ondo conservat o presso l’Int ernat ionaal Inst it uut voor Sociale Geschiedenis di Amst erdam. Sit i consigliat i ht t p://www.iisg.nl/ La sezione “cat alogue” cont iene un ot t imo mot ore di ricerca per la ricerca di t est i e document i. At t raverso la sezione “index of archives” si arriva invece alla descrizione dei f ondi archivist ici. Biografia Dot t ore di ricerca in St oria dell’Europa nell’et à moderna e cont emporanea presso l’Universit à degli St udi di Napoli “L’Orient ale”, ricercat ore e archivist a, collabora con l’Int ernat ionaal Insit uut e voor Sociale Geshiedenis (IISG) di Amst erdam. Si occupa in part icolare di st oria del moviment o anarchico int ernazionale, t ema su cui ha scrit t o negli ult imi anni per diverse rivist e scient if iche, it aliane e non. Biography Ant onio Sent a holds a PhD in Hist ory of Europe in Modern and Cont emporary Age at t he “L’Orient ale” Universit y of Naples. Researcher and archivist , he collaborat es wit h t he Int ernat ionaal Insit uut e voor Sociale Geshiedenis (IISG) in Amst erdam. He is working on t he hist ory of t he int ernat ional anarchist movement , a subject on which he has writ t en in t he last years f or several scient if ic journals, in It aly and abroad. 1. Il t ermine venne coniat o dal f ascismo, con l’int ent o propagandist ico di negare ai perseguit at i la def inizione di esuli che li avrebbe accomunat i agli eroi risorgiment ali. [↩] 2. Su Ricciot t i Garibaldi, cf r. Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f older n. 1022 e Sent a 2008. [↩] 3. Per una scheda biograf ica di Errico Malat est a, così come per gli alt ri anarchici cit at i nel t est o si rimanda a Aa. Vv. 2004; per un’ult eriore document azione su di loro, cf r. Sent a 2008, ad nomen. [↩] 4. Ugo Fedeli, Due ribelli: Ascaso e Durrut i, in Archivio dell’IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f olders nn. 278-281. [↩] 5. Hugo Rolland, Il t radiment o di Ricciot t i Garibaldi… e gli anarchici, 1973, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 100, p. 15, manoscrit t o inedit o, ampliament o del memoriale Del Moviment o Garibaldino, 1927, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 90. [↩] 6. Cf r. Del Moviment o Garibaldino, 1927, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 90, p. 1. [↩] 7. Cf r. Hugo Rolland, Del Moviment o Garibaldino, 1927, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, p. 5; cf r. anche Ugo Rolland a Luigi Bert oni, 1925, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 7. [↩] 8. Cf r. Hugo Rolland, Del Moviment o Garibaldino, 1927, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers. [↩] 9. Hugo Rolland a Errico Malat est a, 30 luglio 1925, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 42. Cf r. anche Hugo Rolland, Il t radiment o di Ricciot t i Garibaldi… e gli anarchici, 1973, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 100, pp. 60, 117. [↩] 10. Ugo Fedeli, Diario France, Belgium, Uruguay, 1924-1931, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f older n. 1, agost o 1924. [↩] 11. Ugo Fedeli, Diario France, Belgium, Uruguay, 1924-1931, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f older n. 1, f ine agost o. [↩] 12. Ugo Fedeli, Diario France, Belgium, Uruguay, 1924-1931, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f older n. 1. [↩] 13. Ai prof ughi, agli emigrat i, a t ut t i i prolet ari, “Campane a St ormo”, numero unico, 25 set t embre 1924. [↩] 14. Ugo Fedeli, Diario France, Belgium, Uruguay, 1924-1931, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f older n. 1. [↩] 15. Cf r. Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Luigi Bert oni papers, a cura di Nico Jassies, IISG, Amst erdam, 2008, f older n. 10; cf r. anche Jassies 2008. [↩] 16. Cf r. [Virgilio Gozzoli], Espiazione, “La T empra”, a. II, n. 11, 20 novembre 1926; scambio epist olare t ra Abat e e Meschi, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 47. [↩] 17. Cf r. il suo art icolo Per un programma d’azione degli Anarchici It aliani in 18. 19. 20. 21. 22. Francia, “Iconoclast a!”, 1 luglio 1925, in cui t raccia uno schizzo impiet oso dello st at o in cui versa il moviment o e conclude con la propost a di una “pubblicazione periodica dove i vari aspet t i dell’anarchismo f ossero rappresent at i”. [↩] Ugo Fedeli, Una pagina di st oria del moviment o anarchico di lingua it aliana. Gli anarchici e il garibaldinismo (1924-1950), in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f older n. 344. [↩] Cf r. Hugo Rolland, Dall’Archivio Cent rale dello St at o, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 88, manoscrit t o inedit o; Franzinelli 1999. [↩] Cf r. Erasmo Abat e a Ugo Fedeli, 10 f ebbraio 1959 e Ugo Fedeli a Erasmo Abat e, 23 marzo 1959, cf r. Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Ugo Fedeli papers, f older n. 4. Cf r. anche Fedeli 1954 e 1956. [↩] Hugo Rolland, Il t radiment o di Ricciot t i Garibaldi… e gli anarchici, 1973, in Archivio IISG, Amst erdam, Fondo Hugo Rolland papers, f older n. 100, p. XX; Borghi 1954. [↩] Il document o è f irmat o da Alexander Schapiro, Alexander Berkman, Emma Goldman, T int ino Rasi, Felice Vezzani, cf r. Bibliot eca Libert aria Armando Borghi, Cast elbolognese (Bo), Archivio Borghi, cart elle nn. 104109. [↩]