Rievocazione aggiornata 15.05.06

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Rievocazione aggiornata 15.05.06
RIEVOCAZIONE STORICA CANOSSANA
La seconda metà dell'anno mille rappresenta il momento cruciale che consegna Canossa ed il
suo territorio all'immortalità storica.
Correva infatti il 28 Gennaio 1077 quando, grazie alla mediazione della contessa Matilde,
all'interno delle mura dell'imponente maniero di Canossa, le due grandi potenze dominatrici
del momento storico rappresentate da Papa Gregorio VII, depositario del potere spirituale, e
dall'Imperatore Enrico IV, depositario del potere temporale, giungevano ad un compromesso
politico universalmente noto come "il perdono di Canossa".
Un momento cruciale, che ogni anno rivive nella tradizione popolare locale, la prima domenica
di Settembre, in occasione dell'antica fiera, attraverso una grande rappresentazione scenica.
Un momento d'incontro di tutte "le genti" di Canossa, provenienti dalle varie contrade, che si
raccolgono nel capoluogo Ciano, rigorosamente in costume medievale, per realizzare ad un
imponente corteo ed animare, tra musica e balli, prove di forza, tiro con l'arco, giochi di
bandiere e duelli a cavallo, la rappresentazione del memorabile perdono. Protagonista, oggi
come allora, Matilde, la grande contessa, calata nelle vesti di un personaggio famoso dello
spettacolo, a riproporre la sua "fama eterna".
Al suo fianco Papa Gregorio VII coi suoi cardinali, l'Imperatore Enrico IV, vestito di un
semplice saio, l'abate Ugo di Cluny ed il fedele Arduino della Palude, sapiente dignitario e
coraggioso uomo d'arme, da sempre vicino alla nobile contessa.
E poi intorno ancora ancelle, cortigiani, cavalieri, signori, commercianti, dotti, uomini d'arme,
lottatori e popolani, tanti personaggi, giunti anche da terre lontane, per ammirare e rendere
omaggio ai potenti della terra e soprattutto a colei che li domina con sapienza, razionalità e
giustizia.
Storia e folclore che hanno varcato i confini di Canossa per instaurare, ad esempio, un
rapporto d'amicizia stabile con la comunità di Sovana (GR), paese natale di Gregorio VII,
oppure per rappresentare tutta l'Emilia Romagna ad una grandiosa manifestazione in costume
a valenza nazionale, la "Castellana d'Italia".
Le contrade rappresentano diverse zone del territorio di Canossa ed ogni contrada si
distingue per propri colori, per proprie insegne e per propri personaggi in costume che
simboleggiano caratteristicamente tutte le tradizioni e le tipicità della contrada stessa.
Schematicamente, partendo dal fiume e salendo ai colli, distinguiamo:
I.
La Contrada del Rio, che costeggia l'Enza verso Nord e che comprende i nuclei
abitati più antichi del territorio come Vico, Taverne, Carbonizzo e Luceria, l'antico sito
"romano" che ancora oggi offre non pochi spunti d'interesse per archeologi, storici e
studiosi in genere. Oltre a nobili, spiccano alcune specifiche figure di mestieri e
artigiani. Tre questi le cestaie che trovano proprio lungo le rive dell'Enza il flessibile
salice, utilizzato per le tipiche produzioni di cesti, contenitori e quant'altro.
II.
La Corte di Cilianum, corrisponde a Ciano d'Enza, il centro, la sede operativa del
territorio, oltre che nucleo abitato più numeroso, il luogo in cui si svolge gran parte della
vita sociale, culturale e produttiva del comune. Tra i personaggi caratteristici si
ricordano l'orefice, l'alchimista, il lapicida, detentore della tecnica scultorea che fa
riferimento all'Ars Canusina.
III.
La Contrada di Cerezzola, si trova in un importante crocevia tra collina e
fondovalle. Qui troviamo un piccolo oratorio, bellissimo esempio dell'architettura
Romanica, ed un antico mulino ad acqua e proprio per questo alcuni personaggi fanno
riferimento all'antico mestiere dei mugnai e dei panettieri. Inoltre vanno anche ricordate
le filatrici ed i falegnami, altre attività assai radicate nel territorio.
IV.
La Contrada di Trinità, è il secondo nucleo abitato del territorio comunale, zona
centrale nell'ambito di un'area collinare, in cui si possono ammirare diversi borghi
antichi tra cui: Selvapiana, Monchio delle Olle, Pietranera e Vedriano, con
caratteristiche case a torre. Qui troviamo artigiani della terracotta, fabbri, ma anche
aristocratici, cardinali e cavalieri.
V.
La Corte dei Castelli, geograficamente racchiude il nucleo canossano dei castelli:
Canossa, Rossena, Rossenella, Cerredolo, Cavandola, Braglie e Casalino, luoghi
collinari, in parte boschivi e montagnosi, in cui la storia e le sue vicissitudini hanno
lasciato maggior segno. Questa contrada conta nobili, ma anche uomini di legge, notai
e potenti esponenti del nucleo reggiano, che tra la fine del sec. XI e l'inizio del XII,
videro accresciuto il proprio potere.
VI.
I Nobili di Canossa, ovvero la corte di Matilde, che comprende tutti i nobili al
seguito della Contessa. Fra questi spicca la figura di Arduino della Palude, fedele e
coraggioso uomo d'arme da sempre al fianco della Gran Contessa.
VII.
Le Corti di Monte Staffola che riuniscono il territorio più aspro e montagnoso di
tutto il Comune: Compiano, Borzano, Roncovetro e Roncaglio con le caratteristiche
case a torre. I personaggi rappresentati sono taglialegna, cacciatori, contadini e pastori.
Si ricordano inoltre i monaci che proprio all’inizio del XII sec. diedero vita a corti, pievi e
cappelle.
I costumi sono il frutto di uno studio attento e scrupoloso della verità storica, attraverso un
recupero filologico dei modelli, dei colori, degli elementi di contorno caratterizzanti ogni
personaggio. Un lavoro costante e preciso che ha coinvolto (e continua a coinvolgere) diversi
artigiani ed in particolare le sarte, le quali con ammirevole abnegazione, hanno dato “colore
ed eleganza” ad un'immane “opera scenica”.
Alcuni costumi del Corteo Storico Canossano, giunto nel 2006 alla XVI edizione, proprio a
testimonianza della accuratezza di disegno e confezione, sono in mostra nel Museo Nazionale
di Canossa.