Comune di Milano

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Comune di Milano
Milano
Settore Statistica e S.I.T.
Scuole dell’infanzia, Primarie e Secondarie di I grado
Anno scolastico 2009 – 2010
Comune di Milano
- Dati di sintesi -
A cura di:
Vittoria Carminati
Elaborazione dati:
Ugo Rosario Maria David
1. Scuole dell’infanzia
Nell’anno scolastico 2009/2010 i bambini iscritti alle scuole dell’infanzia aperte nel territorio comunale
sono 32.700 e rispetto all’anno precedente sono aumentati dell’1,9%. L’incremento delle iscrizioni si è
verificato in ogni tipo di struttura, ma in termini relativi, appare più marcato nelle scuole private non
paritarie (+10,1% di iscritti rispetto all’a.s. 2008/09) e nelle sedi statali (+3,0%). Le ragioni possono
essere cercate nella maggiore flessibilità dell’offerta educativa promossa dalle diverse associazioni
private e nella più ampia capacità ricettiva degli edifici scolastici pubblici, in grado di soddisfare
richieste aggiuntive di domande di ammissione.
Le scuole dell’infanzia hanno dimensioni modeste, sono numerose e disseminate sul territorio, in modo
conforme alla loro funzione di servizio educativo di prossimità, inserito nel quartiere. In media
accolgono 4 classi per sede; nelle scuole materne comunali e in quelle private non paritarie il numero
medio delle sezioni sale a 5, mentre scende a 3 negli enti paritari, dove, in genere, l’educazione
prescolastica rappresenta il primo livello di un percorso di apprendimento che può essere svolto in
parte o completamente presso la stessa istituzione, in grado di assicurare più livelli di insegnamento,
favorendo così la continuità didattica e formativa.
In osservanza alla direttive ministeriali nelle scuole dell’infanzia statali il numero medio di alunni per
sezione è cresciuto di un punto, passando da 23,3 bambini per aula nell’a.s. 2008/09 a 24,5 nell’anno
in esame. Nelle scuole dell’infanzia comunali il rapporto bambini e classi è sempre stato più alto,
oscillando attorno a 25 unità, mentre nelle strutture rette da organismi privati è leggermente inferiore
(più alto nelle sezioni paritarie, uguale a 24,9 e più basso nelle classi private non paritarie, pari a
23,5).
A Milano l’iscrizione in anticipo rispetto all’età regolare di tre anni rappresenta una scelta familiare
consolidata presso le scuole dell’infanzia dirette da ordini religiosi e da enti morali.
Nelle scuole statali l’istituto dell’anticipo viene introdotto con la legge 53/2003, ma viene applicato in
modo effettivo solo a partire dall’a.s. 2009/10 (D.P.R. 89/2009).
Nel sistema di istruzione locale sono circa 1.000 i bambini iscritti in anticipo all’età di due anni e mezzo
e formano il 2,9% della popolazione complessiva iscritta alle scuole dell’infanzia. In termini relativi,
l’incidenza è quasi doppia nelle sedi educative degli enti privati, dove la quota degli anticipi raggiunge
il 4,2% sul rispettivo totale, mentre nelle unità statali e in quelle comunali è pari a 2,4%.
Sulla base dei dati emersi pare che le ammissioni in anticipo alle scuole pubbliche vadano a coprire
una nuova domanda educativa (il numero complessivo degli anticipatari è raddoppiato in cinque anni),
ma abbiano avuto anche l’effetto di spostare le scelte familiari dal settore dell’insegnamento privato a
quello pubblico (prima della nuova disposizione normativa le iscrizioni dei bambini di due anni e mezzo
superavano il 5% del totale iscritti ai giardini di infanzia diretti dalle congregazioni religiose e dalle
associazioni laiche).
Scuole dell’infanzia – Anno scolastico 2009/2010
Fig. 1 Popolazione iscritta per tipo di scuola
Tav. 1 Popolazione iscritta - Variazioni
Tipo scuola
A.S.
09/10
A.S.
08/09
Variaz.
%
Statale
2.011
1.953
3,0
21.568
21.209
1,7
Paritaria privata
8.104
7.999
1,3
Privata
1.080
981
10,1
Totale
32.763
32142
1,9
Comunale
Statale
Comunale
Paritaria
Privata
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Fonte dati: Anagrafe Scolastica del Comune di Milano
1
Il servizio scolastico cittadino rivolto alla popolazione in età 3-5 anni è caratterizzato dalla forte
presenza dell’ente locale, che gestisce un’offerta composta di 170 sedi, distribuite in modo capillare sul
territorio e capaci di accogliere un’utenza di oltre 21 mila unità. Questa storica presenza, pur
essendosi adeguata al progressivo ampliamento della nuova domanda, espressa in primo luogo dalle
giovani famiglie immigrate dai paesi esteri, non ha seguito gli stessi ritmi di crescita dell’offerta
complessiva. Nell’arco dell’ultimo decennio, le iscrizioni alle scuole dell’infanzia comunali sono
aumentate del 9,0% (passando da 19.700 iscritti all’a.s. 1999/2000 a 21.500 alunni nel 2009/2010),
contro un trend complessivo in salita del 19,4% (da 27.400 a 32.700 totale iscritti in dieci anni). Sono
soprattutto le istituzioni educative rette da organismi privati ad aver saputo cogliere il cambiamento,
ampliando in modo costante la propria azione formativa; oggi il numero dei propri iscritti è superiore
del 50% a quello dei frequentanti l’anno scolastico a cavallo dei due millenni (da 6.000 iscritti nell’a.s.
1999/2000 ai 9.000 nell’a.s. 2009/2010).
Fig. 2 Scuole dell’infanzia – Trend decennale della popolazione iscritta
25.000
20.000
15.000
Scuole Statali
Scuole Comunali
Enti privati
10.000
5.000
0
1999-00
2004-05
2009-10
Fra i parametri europei fissati nel settore dell’istruzione come obiettivi da raggiungere nei prossimi
anni, è contemplato il tasso di iscrizione del 95% per i bambini di 4 anni d’età. A Milano il tasso di
scolarità per questa fascia di popolazione è inferiore al benchmark europeo e fermo al 93,4%.
Tuttavia, se viene distinto in ordine alla cittadinanza del bambino emerge che l’obiettivo del processo
di inserimento della prima infanzia nel percorso formativo è ampiamente raggiunto per la popolazione
con cittadinanza italiana, che appare pienamente scolarizzata con una quota di iscritti frequentanti
uguale al 98,8%, mentre la relativa incidenza si contrae al 75,1% per i figli di genitori stranieri. E’
probabile che le mamme immigrate abbiano scarsa conoscenza dei servizi educativi rivolti alla prima
infanzia o che non ne sentano l’esigenza, perché fuori dal mondo del lavoro.
Fig. 3 Numero medio di alunni per scuola
Fig. 4 Numero medio di alunni per sezione
126,9
25,3
24,9
108
91,4
24,5
81,9
Statale
Statale
Comunale
Paritaria
Privata
Comune di Milano – Settore Statistica e S.I.T.
Fonte dati: Anagrafe Scolastica del Comune di Milano
23,5
Comunale
Paritaria
Privata
2
2. Primo ciclo di istruzione – Scuole primarie e secondarie di I grado
Nel comune di Milano la popolazione iscritta all’anno scolastico 2009/2010 è composta di 55.700 unità
nelle scuole primarie e di 32.700 studenti frequentanti le scuole secondarie di I grado.
Gli alunni inseriti nel sistema di istruzione statale rappresentano il 77,5% della popolazione iscritta alla
scuola primaria e l’80% nel segmento successivo della secondaria di primo grado. Essi sono distribuiti
su 142 plessi elementari e 89 sedi di istruzione media, che insieme fanno capo a 90 istituzioni
scolastiche, inclusi un educandato e un convitto. Le direzioni statali sono distinte in 14 circoli didattici;
62 istituti comprensivi e 10 istituti principali di primo grado.
Il sistema di istruzione paritaria accoglie 15.700 allievi, ai quali vanno aggiunti 3.000 frequentanti le
scuole private autorizzate, ma non paritarie. Complessivamente, le scuole non statali si occupano della
formazione del 21,5% della popolazione soggetta all’obbligo di istruzione (6-13 anni d’età); questa
incidenza è più alta nell’istruzione primaria (22,4%) e più bassa nell’insegnamento secondario (20%).
I rispettivi valori nazionali sono nettamente inferiori, attestati, rispettivamente, al 6,9% e al 4,1%.
I recenti interventi legislativi di razionalizzazione, finalizzati al contenimento della spesa pubblica,
hanno ridefinito, aumentandoli, i parametri relativi alle dimensioni degli istituti scolastici e al numero di
alunni per classe.
A Milano la media di classi per scuola statale è pari a 14,7 sezioni per plesso elementare e a 13,4 per
istituto secondario di primo grado; questi rapporti superano i valori nazionali, uguali rispettivamente a
8,5 e 10,8, che sono di certo molto sensibili alle eterogenee situazioni territoriali del paese.
L’indice di affollamento delle aule viene tradizionalmente usato come indicatore di qualità dell’offerta
formativa in quanto nelle classi numerose, se eterogenee per livello di apprendimento, risulta ardua
l’applicazione di strategie educative individualizzate. Nel sistema statale locale il rapporto alunni per
classe è pari a 20,7 nelle scuole primarie e a 22,0 negli istituti secondari; i corrispettivi numeri medi
nazionali sono inferiore di un punto e, nell’ordine, corrispondono a 19,0 e 21,5.
In merito all’ampiezza delle scuole e alla composizione delle classi, gli istituti educativi retti da ordini
religiosi o da enti privati risultano caratterizzati da dimensioni più modeste, mentre le classi appaiono
affollate come quelle statali.
La popolazione scolastica del primo ciclo di istruzione segue un andamento positivo, crescendo in
maniera modesta ma costante nel tempo. Nell’arco dell’ultimo decennio l’incremento è stato del
16,2%, che in termini assoluti corrisponde alla cifra di 12.300 alunni in più nell’anno scolastico in
corso rispetto al 1999/2000. Le ragioni del trend positivo sono di natura demografica e legate al tasso
di natalità delle giovani famiglie immigrate dai paesi esteri.
A beneficiare in misura maggiore dei cambiamenti nella domanda di istruzione sono innanzi tutto le
scuole non statali, che hanno saputo rispondere alle variazioni nelle scelte educative espresse dalle
famiglie milanesi. All’inizio del nuovo millennio, nell’a.s. 1999/2000, il tasso di iscrizione alle scuole
gestite da congregazioni religiose e da organismi privati era pari al 19% nell’istruzione elementare e al
16,4% nella secondaria di primo grado; oggi le rispettive quote corrispondono a 22,5% e a 20%.
Primo ciclo di istruzione – Iscritti distinti per scuola statale e non statale
Fig. 5 Anno scolastico 1999/2000
18,1%
Fig. 6 Anno scolastico 2009/2010
21,6 %
Statale
Non statale
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Fonte dati: Anagrafe Scolastica del Comune di Milano
Statale
Non statale
3
Le famiglie che hanno colto la possibilità dell’iscrizione in anticipo alla scuola primaria statale, rispetto
all’età regolare di sei anni, introdotta dalle recenti disposizioni legislative, sono relativamente poche,
se messe a confronto sia con il numero delle ammissioni dei bambini di cinque anni nelle scuole
paritarie, sia con la relativa cifra nazionale. A Milano le iscrizioni in anticipo corrispondono al 6,4%
nelle classi prime statali e al 9,3% in quelle non statali; in Italia l’incidenza complessiva dei bambini
anticipatari è del 9,2%. E’ molto probabile che la presenza diffusa sul territorio dei servizi all’infanzia e
l’apprezzamento per la loro funzione educativa, di preparazione all’insegnamento scolastico, non faccia
sentire l’esigenza dell’ inserimento anticipato nel percorso di istruzione.
La presenza dei bambini di età superiore a quella dei compagni mette in evidenza l’ampiezza della
popolazione con bisogni educativi specifici e con difficoltà di rendimento. Nella scuola primaria sono
soprattutto gli alunni con cittadinanza estera ad accumulare ritardi nel percorso formativo; su 100
iscritti stranieri, 13 sono inseriti in una classe inferiore a quella corrispondente all’età; il disagio è già
evidente in prima elementare (6,7%) e diventa consistente nella classe quinta elementare (ritardi pari
al 19,4%).
Nell’istruzione secondaria di I grado il carattere cumulativo dei ritardi, dovuti a valutazioni negative
registrate nei vari anni di frequenza scolastica, rende visibile il rischio di uscite irregolare o anticipate
dal percorso di apprendimento e parimenti fa emergere l’esigenza di progetti educativi personalizzati,
con l’obiettivo di prevenire e contrastare la dispersione scolastica. Nei tre anni di corso gli studenti più
grandi dei compagni di classe, per aver subito giudizi negativi agli scrutini finali, rappresentano il
13,2%. L’origine straniera continua ad essere determinante, ma non sono pochi i ragazzi italiani con
gravi problemi di riuscita. Gli allievi in ritardo provenienti dall’estero o figli di immigrati formano il
38,6% del relativo totale iscritti; la quota degli studenti italiani ripetenti o pluriripetenti corrisponde al
7,3% sulla popolazione complessiva con cittadinanza italiana.
Sono 550 i ragazzi di 15 anni e più che ancora frequentano la tradizionale scuola dell’obbligo e che
hanno alte probabilità di entrare nella fascia dei così detti “early school leaver”, come vengono definiti
a livello europeo i giovani che abbandonano gli studi prima del conseguimento di una qualifica
professionale o del diploma di maturità. In leggera prevalenza sono maschi (6 su 10) e in buona parte
di origine straniera (7 su 10).
Fig. 7 Primo ciclo di istruzione – Alunni in ritardo sul percorso scolastico
47,0
19,4
16,1
9,0
6,4
3,3
Classe V elementare
Totale in ritardo
con cittadinanza italiana
Classe III media
con cittadinanza straniera
Gli alunni con cittadinanza non italiana inseriti nel primo ciclo di istruzione compongono una comunità
multiculturale di 16.700 unità, che sfiora il 19% sulla popolazione complessiva iscritta. Le incidenze
sono le stesse nei due gradi di insegnamento e precisamente uguali al 18,9% nella scuola primaria e
al 18,8% nella secondaria di I grado.
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Fonte dati: Anagrafe Scolastica del Comune di Milano
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La maggior parte di loro (il 58,3%) è nata a Milano o nel nostro paese e ha imparato a leggere e a
scrivere nella scuola italiana; gli scolari figli di genitori immigrati dall’estero sono più numerosi
nell’istruzione primaria (7 su 10 con cittadinanza straniera) e meno nella secondaria di I grado (4 su
10), a testimonianza di un processo recente e ancora in svolgimento di stabilizzazione e di
integrazione delle famiglie straniere nella società italiana.
Le comunità di appartenenza più numerose sono quella filippina (20,5% sul totale alunni stranieri),
egiziana (11,3%) e cinese (10,4%), che connotano in modo specifico il fenomeno migratorio milanese
in confronto a quello nazionale, che annovera la Romania, l’Albania e il Marocco ai primi posti fra le
nazioni più rappresentate nel sistema scolastico italiano.
A Milano i gruppi che hanno conosciuto le variazioni positive più corpose negli ultimi anni riguardano
gli alunni romeni, egiziani, boliviani, moldavi e del Bangladesh.
Il processo di inserimento e di integrazione scolastica degli allievi di lingua madre non italiana investe
in misura differente il sistema scolastico milanese e interessa in modo preminente le scuole statali, che
accolgono il 91% della popolazione con cittadinanza non italiana iscritta alle strutture del primo ciclo.
All’interno dell’insegnamento pubblico la loro distribuzione risente dell’insediamento eterogeneo sul
territorio delle famiglie provenienti da altri paesi. Su un insieme di 141 scuole primarie statali,
emergono 20 plessi con una quota di bambini di origine straniera superiore al 40%; se nel gruppo si
includono le scuole che ospitano un bambino non italiano ogni 4 iscritti (20% e più) diventano un
terzo le unità scolastiche che vivono la sfida quotidiana di formare ragazzi con livelli di apprendimento
differenti. A livello di scuola secondaria di I grado, la distinzione degli istituti per incidenza di alunni
non italiani è abbastanza speculare a quella emersa nell’istruzione elementare nelle situazioni estreme
di massima e minima concentrazione, ma più compatta nei valori centrali, con una presenza maggiore
delle scuole con una quota compresa fra il 25 e il 40% di studenti di diversa estrazione culturale e
linguistica.
Primo ciclo di istruzione – Sedi distinte per incidenza di alunni stranieri – Valori percentuali
Fig. 8 Scuole primarie statali
Fig. 9 Scuole secondarie I grado statali
47,2
40,4
31,5
21,8
16,9
14,6
<10%
>40%
14,1
>40%
da 25 a 40 da 10 a 25
13,5
da 25 a 40 da 10 a 25
<10%
Questa breve nota sul servizio scolastico rivolto all’infanzia e alle fasce di popolazione soggette
all’obbligo di istruzione, si conclude con una riflessione sui risultati conseguiti dagli alunni negli scrutini
finali.
Nell’anno scolastico 2009/2010 i ragazzi di prima media non ammessi alla classe successiva
rappresentano il 5,3% sul totale scrutinati e sono quasi raddoppiati nell’ultimo quinquennio (erano il
2,8% nell’a.s. 2005/2006); nello stesso periodo, gli iscritti di terza media non ammessi o che non
hanno superato l’esame di stato passano dal 3,0% al 4,6%.
In sintesi le prove degli scrutini finali e dell’esame conclusivo del primo ciclo appaiono più selettive,
probabilmente in relazione alle nuove norme di valutazione introdotte con la legge 169/2008 e alla
maggiore attenzione sui livelli di competenza effettiva, raggiunti dagli studenti nelle principali
discipline, che sono oggetto delle periodiche indagine comparative condotte a livello europeo.
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