La vita fuori e dentro il carcere nei disegni dei bambini di Scampia

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La vita fuori e dentro il carcere nei disegni dei bambini di Scampia
La vita fuori e dentro il carcere nei disegni dei bambini di
Scampia
Gli alunni di una quinta elementare disegnano la soglia che spesso varcano per incontrare i genitori.
"L'ingresso nel carcere - spiegano i tutor dell'associazione Mammut - si è rivelato per molti simile al
passaggio in un aldilà forse più inspiegabile e assurdo della morte"
di ANNA LAURA DE ROSA
10 aprile 2014
"La vita bella e la vita cattiva". Un bambino di Scampia divide un foglio in due: da una parte traccia i
contorni della quotidianità, dall'altra la cupa realtà di un carcere. Il giallo del sole e il verde degli alberi si
perdono a metà disegno nel grigio delle sbarre, e le casette lasciano il posto alla sala colloqui di un istituto
di pena in cui incontra il suo papà. Un amichetto disegna invece un poliziotto che sorride sulla porta di un
carcere dalle cui finestre spunta la faccia di un detenuto annoiato. Gli autori di questi disegni sono i
bambini di una quinta elementare della scuola "Virgilio 4" di Scampia che hanno rappresentato la soglia tra
"il dentro" e "il fuori" di istituti di pena come Secondigliano, Pozzuoli, Poggioreale, nell'ambito della settima
edizione del gioco di teatro-quartiere "Mito del mammut", promosso dall'omonimo centro sociale.
La vita fuori e dentro il carcere, i disegni dei bimbi di Scampia
Il tema dei disegni è "La porta del carcere", varcata ogni giorno da migliaia di bambini e adolescenti messi a
dura prova da attese estenuanti per incontrare i genitori detenuti. L'obiettivo del progetto è raccogliere dai
bambini idee e materiali per migliorare il sistema carcerario. "L'ingresso nel carcere - spiegano i tutor del
Mammut - si è rivelato per molti simile al passaggio in un aldilà forse più inspiegabile e assurdo della morte.
Attraverso racconti autobiografici e di miti interculturali, (come quello della caverna di Platone) abbiamo
cercato di lavorare attorno a questo tratto doloroso della vita individuale, tentando di migliorare tanto il
benessere quanto l'apprendimento scolastico di bambini e docenti coinvolti.
Ma, come per ognuno dei percorsi del Mito, l'intenzione è di incidere anche più direttamente sulla sfera
pubblica, affrontando quello che non va nel territorio e nei servizi a partire dalle domande fatte ai più
piccoli". Lo step successivo è "individuare i nessi tra scuola e carcere, il continuum tra un sistema di
valutazione incapace di fare dell'errore un'occasione di crescita". L'ambizioso progetto del Mammut è
sostenuto dal Comune di Napoli e dalla fondazione onlus "Aiutare i bambini", e intende sensibilizzare
l'opinione pubblica attraverso la collaborazione con chi in questi anni ha lavorato duramente nelle scuole e
nei carceri per cambiare le cose. E oggi alla Virgilio 4 si è tenuta una tavola rotonda sul percorso svolto. Tra i
partecipanti, la maestra Elvira Quagliarella, lo scrittore Maurizio Braucci, il docente di Filosofia della
Federico II Giuseppe Ferraro, Dario Stefano Dell'Aquila dell'associazione Antigone, il gesuita Fabrizio
Valletti, l'artista Riccardo Dalisi, il produttore cinematografico Gaetano Di Vaio, Giovanni Zoppoli del centro
ricerche Mammut, il preside della Virgilio Paolo Battimiello, Giovanni Megna della onlus Affinita e Yasmine
Accardo dell'associazione "Garibaldi 101".
© Riproduzione riservata10 aprile 2014