Qui - Forum Austriaco di Cultura a Roma

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Qui - Forum Austriaco di Cultura a Roma
associazione MALATESTA presenta
con il Patrocinio di Forum Austriaco di Cultura in Italia
con il sostegno di Carrozzerie n.o.t
Uno spettacolo di Dante Antonelli / collettivo SCHLAB
DUET
- Jawohl, Merci: I Leave. Ciao WERNER SCHWAB
direzione. Dante Antonelli
con. Valentina Beotti, Enrico Roccaforte
drammaturgia. Collettivo SCHLAB
ambiente sonoro. Samuele Cestola
ambiente scenico. Francesco Tasselli
costumi. Caludia Palomba
coordinamento. Annamaria Pompili
organizzazione
ufficio stampa. Marta Scandorza
illustrazione. Serena Schinaia
foto.
durata. 60'
DUET - Jawohl, Merci: I Leave. Ciao - WERNER SCHWAB è una riscrittura radicale di
"Sovrappeso, Insignificante: Informe - una cena europea -", secondo dei tre Drammi Fecali.
Ultimo lavoro in produzione per la realizzazione di tre performance dedicate ciascuna a
un'opera di Werner Schwab, tra il 2015 e il 2016 hanno infatti debuttato FAK FEK FIK - Le
Tre Giovani - dedicato a "Le Presidentesse" vincitore del Roma Fringe Festival, SS - Santo
Subito - e KOVA KOVA - Lo Spin Off - entrambi dedicati a Sterminio, rispettivamente a
Carrozzerie n.o.t e al Teatro India nella rassegna Dominio Pubblico.
Due attori, uomo e donna, attraversano il percorso alcolico delirante delle quattro coppie
che strutturano il lavoro originale di Werner Schwab in "Sovrappeso, Insignificante: Informe
- una cena europea" per realizzare una riscrittura radicale del dramma in funzione di una
performance sulla molteplicità degli stati dell'essere in una coppia. Una coppia per tutte le
coppie, una storia che dura da secoli e affonda nella storia, una drammaturgia basata sul
cannibalismo che Schwab mette in scena nel suo lavoro come perifrasi definitiva:
sentimenti, desideri e speranze affondano disperati nel fondo di una bottiglia sempre piena
sul tavolino di un bar nella provincia più sperduta della volgarità nazionalista. Il paesaggio
naturale attorno è solo una cartolina necessaria ai turisti, avventori di turno: gli spettatori di
DUET - Jawohl, Merci: I Leave. Ciao -, accomodati di fronte alla tragica scomparsa della
possibilità di essere due.
A - Quanti siamo davvero quando siamo noi due?
B - Quando siamo noi due siamo una folla che si dibatte per essere uno.
DUET eʼ la storia di due sottomondi che cercano di essere uno, un gioco di sopravvivenza
alla carneficina, al massacro dellʼesistenza, alla catastrofe imminente, che va a scoprire
quello che di sepolto cʼè nella loro storia, nella storia europea: definire unʼ Unione significa
in primis riconoscere la separazione delle parti. Una coppia che si celebra con il cibo,
reprimendo il desiderio di mangiare l'altro. Una coppia europea con un passato
ingombrante e un presente soppresso dall'impossibilità di avere un'unione totale.
A - Compagno di viaggio, a volte sai: le barche affondano
B - Mi dispiace per la promessa, non si devono infrangere: lo so
Il lavoro sulla drammaturgia di Werner Schwab coincide con un lavoro sul tempo presente,
nasce e viene portato avanti con il desiderio di rifiutare un'idea di spettacolo come cartolina
del passato, ricercare attraverso il lavoro scenico il rischio della realtà: un lavoro
sull'estrema onestà dello osceno e sulla purezza della provocazione. La poetica di questo
scrittore e artista, poeta e performer, non rifiuta l'ironia ma soprattutto ha la potenza di un
vertigine in cui precipitare fino in fondo. In DUET l'urgenza che parte da "Sovrappeso,
Insignificante: Informe - una cena europea -" e arriva a una performance per due attori,
nasce dalla difficoltà delle nostre generazioni di accedere a unioni davvero profonde con
un'altra persona, in un contesto sociale in cui si grida la pretesa del matrimonio ma si fugge
ripetutamente dalla complessità dell'essere due.
LʼEuropa è un deserto senza scena, la parola è quella di una lingua ufficiale che non parla
nessuno. Rimangono le minoranze, le sottoculture, le comunità con i loro messaggi
interrotti dai rumori gracchianti e assordanti dei televisori, dalle immagini di un mondo che
non concede ascolto, nemmeno alle voci che gridano più forte. Bandiere bruciate,
bestemmie urlate, una fatica che trova sfogo solo nel non essere più niente. La tana è il
mondo, il mondo una tana, per una generazione povera e avara, di denari e di passioni,
costretta distesa sui materassi ad aspettare che il tempo scorra. Lʼunica alternativa è
lʼesposizione, correre il rischio di impegnarsi, raccontare se stessi. Questo è lo SCHLAB progetto di pedagogia e creazione scenica - sui DRAMMI FECALI di Werner Schwab.
Il Collettivo SCHLAB nasce dall'incontro fra artisti diversi, danzatori, attori e autori durante
le tappe del laboratorio SCHLAB di Dante Antonelli. Attraverso una serie di tappe
laboratoriali, di residenze, il gruppo si è trovato nella condizione di creare diverse
performance per la scena, rappresentate in spazi teatrali e non convenzionali tra qui la
Locanda Atlantide, gli spazi del Duncan 3.0 e alla Festa di Teatro Ecologico di Stromboli
durante la quale è stata rappresentata una performance a tappe itineranti per l'isola. Da
un'idea di Dante Antonelli, con Martina Badiluzzi, Giovanna Cammisa, Arianna Pozzoli
nasce la riscrittura per la scena di Presidentesse di Werner Schwab, vista attraverso gli
occhi delle tre giovani attrici in FAK FEK FIK - Le Tre Giovani - . Grazie al sostegno di
Carrozzerie n.o.t. il gruppo di lavoro vive un dialogo con nuovi artisti durante la tappa di
odiolestate, residenze agostane. Da lì nascono i successivi lavori del gruppo con la
direzione di Dante Antonelli, tra cui SS - Santo Subito - con Gabriele Falsetta e KOVA
KOVA - Lo Spin Off - con Arianna Pozzoli e Valeria Belardelli. Il Collettivo SCHLAB si
avvale inoltre dalla collaborazione strutturale alla drammaturgia musicale di Samovar e di
Francesco Tasselli per le luci, il montaggio e i video.