Il Fatto Quotidiano 19-02-2014 pag 9

Transcript

Il Fatto Quotidiano 19-02-2014 pag 9
CATTIVI AFFARI
il Fatto Quotidiano
Z
anardi, gli operai
ai funerali: “Era uno
di noi, perdonaci”
CENTINAIA di amici, parenti e tanti dipendenti dell’azienda ieri ai funerali di Giorgio Zanardi, l’imprenditore padovano 74enne, titolare con un fratello della “Zanardi Editoriale”,
che si è impiccato in azienda venerdì scorso a
causa dei debiti.
Molti i messaggi commossi letti nella cerimonia, come quello di una dipendente de-
MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2014
l'azienda di Zanardi: “Giorgio era un collega,
non un datore di lavoro - ha detto - Ti chiediamo scusa per non aver capito la tua grande
sofferenza”. Anche Il patriarca di Venezia
Francesco Moraglia è intervenuto sul tema
dei suicidi indotti dalla crisi economica, chiedendo una più decisa presa di coscienza della
politica. “Se la politica non torna a guidare i
9
fini ma si accontenta di essere il mezzo di
un’economia sempre più sganciata dal lavoro
- ha detto - questi fenomeni purtroppo immagino non saranno gli ultimi”. Moraglia ne
ha parlato con i giornalisti a margine della
cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Facoltà Teologica del Triveneto,
a Padova.
FISCO, BUROCRAZIA E BANCHE
L’URLO DELLE AZIENDE A ROMA
IN DECINE DI MIGLIAIA HANNO RIEMPITO PIAZZA DEL POPOLO. DURI PER LE TASSE
ALLE STELLE E GLI ISTITUTI CHE NON DANNO CREDITO. DIFFIDENTI ANCHE CON RENZI
di Annalisa Ausilio
inquant’anni. Dopo
mezzo secolo passato
a fare il carrozziere,
chiude la sua officina.
Danilo, artigiano di Vicenza, taglia corto: “Non se ne può più,
troppe tasse e poco lavoro”. Ad
abbassare la saracinesca dell’officina sarà suo figlio che ha rilevato l’attività poco prima che
il padre andasse in pensione.
C
DI STORIE come queste Piazza
del Popolo a Roma è piena nel
giorno della manifestazione nazionale indetta da Rete Imprese
Italia a cui aderiscono Cassartigiani, Cna, Confartigianato,
Confcommercio e Confesercenti. Un mare di bandiere, fischietti, tamburi e striscioni richiamati dallo slogan: “Senza
impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”. “Siamo oltre
60 mila” urlano gli organizzatori (e la questura fornisce la stessa
cifra) mentre continuano a raggiungere la piazza commercianti, piccoli imprenditori e artigiani scaricati dai pullman intrappolati nel traffico. Arrivano da
tutta Italia, Confesercenti Venezia ha cappellini di cartone a forma di orecchie d’asino con la
scritta “Siamo stanchi di fare i
muli”. Le richieste “del motore
economico dell’Italia” si condensano in un semplice elenco:
alleggerimento della pressione
fiscale, snellimento della burocrazia e maggiore facilità di accesso al credito. L’attenzione è
tutta rivolta al nuovo esecutivo,
il nome di Matteo Renzi rimbalza da un capannello di manifestanti all’altro. Dal palco ci si rivolge al presidente del Consiglio
incaricato senza giri di parole:
“Ci convochi subito, noi non
molleremo saremo propositivi
ma incalzanti”, esordisce Marco
Venturi, portavoce di Rete Imprese Italia. Poi qualche numero
per “prendere atto che fuori dalle stanze della politica c’è un
Paese che sta soffrendo. Sono
372 mila le imprese che hanno
chiuso nel 2013 e lo Stato tartassa le aziende con una pressione
fiscale che ha raggiunto il 66%. Il
prossimo governo non può
ignorare questo enorme malessere e deve cambiare registro”.
Carlo Sangalli rincara la dose e
lancia un avvertimento: “È a rischio la pace sociale. È pericoloso lasciare famiglie e imprese
sull’orlo della disperazione”.
La piazza vuole una svolta urgente nella politica economica e
guarda con diffidenza all’ex rottamatore che solo il giorno prima, dopo il colloquio con Giorgio Napolitano, ha sciorinato
una road map a tamburo battente: nel giro di quattro mesi riforme istituzionali, del lavoro, del
fisco e della Pubblica amministrazione. “Non ce la farà in così
poco tempo”, scuote il capo un
signore sulla cinquantina, partito a notte fonda da Cuneo. Ripara caldaie e se la prende con
burocrazia e tasse. “Con quali
prospettive parte Renzi? Ha detto solo bugie”. “Certo che è proprio l’ultima spiaggia, non abbiamo altre carte da giocare”, è
l’opinione del titolare di un’azienda di salotti di Rimini: quattro dipendenti e le difficoltà di
tutti. “Ma quante volte abbiamo
sentito le solite promesse?”, si
chiede un altro con un gilet con
la scritta “Sono qui per non
chiudere”. “Siamo in balìa di go-
I circa 60 mila piccoli imprenditori arrivati a Roma da tutta Italia. In alto, il palco LaPresse / Ansa
LA RABBIA
”Ho dovuto chiudere
e ho tentato il suicidio”
Il ricordo dei colleghi
che si sono tolti la vita. La
sfida su Twitter: #Matteo
stai preoccupato
verni che durano pochi mesi,
non sappiamo più cosa aspettarci”, dice un meccanico di
Monza che regge uno scheletro
di plastica verde fosforescente:
“Ecco come ci ha ridotto il governo”. Per incalzare il nascente
esecutivo, Giorgio Merletti
(Confartigianato) sceglie la stessa lingua dell’ex sindaco: “Dopo
l’hashtag #Enricostaisereno dico oggi #Matteostaipreoccupato perché se non abbasserai le
tasse per le piccole imprese ti faremo nero”.
“La situazione è al limite” spiega
un uomo con un cartello al collo
“Condannato a morte dalle banche e Equitalia”. “Ho perso la
mia azienda e ho tentato il suicidio”. Dal palco si parla anche
degli imprenditori che l’hanno
fatta finita: “Abbiamo nel cuore
il ricordo di tanti amici che hanno perso la vita a causa di questa
crisi”, conclude il suo intervento
Sangalli. Anche per questo si
bussa alle porte della politica:
“Abbiamo bisogno di una campagna pubblicitaria, di un numero verde e di un supporto psicologico – continua l’ex imprenditore – perché quando
perdi tutto non sai dove sbattere
la testa”.
FRA COMMERCIANTI e artigiani anche una delegazione del
Movimento Cinque Stelle, Lega
e Stefano Fassina, ex viceministro dell’Economia Pd. La politica spende parole di sostegno,
ma dal palco promettono: “Se
non avremo subito risposte torneremo e saremo ancora più numerosi”.
FIAT Vendite di nuovo
in calo in Europa
opo aver segnato un buon andamento a diD
cembre 2013, a gennaio le vendite del gruppo
Fiat in Europa tornano a scendere. A livello di
singoli brand, Fiat ha immatricolato a gennaio in
Europa quasi 46 mila auto, il 2,8 per cento in meno
rispetto all’anno scorso, per una quota complessiva
del 4,7 per cento, in calo di 0,4 punti. Nel primo
mese del 2014, se si considerano, oltre ai 28 Paesi
Ue, anche quelli appartenenti all’Efta (Associazione europea di libero scambio) Fiat ha immatricolato 60.050 nuove vetture, in calo dell’1,8 per
cento rispetto alle 61.178 unità di un anno fa. Particolarmente male sono andate le vendite dell’Alfa
Romeo, ferme ad una quota di 4500 immatricolazioni, il 20,3 per cento in meno nel confronto con
il precedente anno. È salito invece il dato relativo
ad alcuni paesi come Francia (1,8 per cento), Regno Unito (22,2 per cento) e Spagna (12,6 per
cento), dove però è tutto il mercato dell’auto a
registrare una crescita. A Piazza Affari il titolo è
subito partito in ribasso, chiudendo a -0,6 per cento a fine giornata.
Derivati tossici, buco nelle pensioni dei medici
QUATTRO INDAGATI RISCHIANO IL PROCESSO PER AVER VENDUTO CONTRATTI SPERICOLATI ALL’ENPAM: PERDITA DI 250 MILIONI
di Valeria Pacelli
e pensioni dei medici truffate e un
L
danno di 250 milioni di euro all’Enpam, l’Ente nazionale di previdenza cui aderiscono con una quota minima tutti i camici bianchi. Sono le
conclusioni alle quali sono giunti i pm
romani Nello Rossi e Corrado Fasanelli che hanno notificato l’atto di chiusura indagine – che di norma prelude a
una richiesta di rinvio a giudizio – nei
confronti di quattro persone che hanno gestito negli anni scorsi il patrimonio dell’ente, circa 11 miliardi. Si tratta
di Eolo Parodi, ex Dc poi passato a Forza Italia nel 1994, deputato dal 2001 al
2006 e per 20 anni a capo dell’Enpam;
di Maurizio Dallocchio, professore della Bocconi, noto alle cronache per aver
conferito la laurea a Sara Tommasi e in
passato anche membro del cda dell’ente; di Leonardo Zongoli, consulente fino al 2007 dell’attività sulla gestione
nucleo valutario della Guardia di finanza, i pm hanno scoperto come dal
2006 in poi siano stati investiti circa 2
miliardi e 940 milioni di euro in derivati tossici, oltre tre quarti del patrimonio mobiliare dell’ente. Agli indagati viene contestato di aver ingannato
il cda che approvava gli investimenti.
Da qui il reato di truffa aggravata all’ente che avrebbe subito, soprattutto
dal 2008 in poi,
un depauperamento di 250 miL’INCHIESTA
lioni di euro.
Sono otto i deriInvestimenti per 2,9
vati tossici finiti
nel mirino degli
miliardi, anche
inquirenti. Una
con Lehman Brothers
delle contestazioni riguarda l’obSotto accusa Dallocchio, bligazione Oak
Harbour emessa
il prof della Bocconi
da Saphir Finanche laureò Sara Tommasi ce Plc e proposta
finanziaria e di Roberto Roseti. I quattro potrebbero finire a processo con
l’accusa di truffa aggravata e ostacolo
agli organi di vigilanza.
Si chiude così una prima tranche dell’inchiesta nata nel 2011 dopo le denunce di alcuni iscritti che segnalavano anche alla Corte dei Conti il danno
causato da investimenti in derivati.
Dopo le indagini condotte anche dal
Maurizio Dallocchio Ansa
dalla banca Lehman Brothers, fallita
nel 2008. Il valore nominale ammontava a 20 milioni di euro. Al cda dell’Enpam veniva detto che tale obbligazione “garantiva il rimborso del capitale alla scadenza - è scritto nel capo
d’imputazione - e che assicurava un
rendimento cedolare certo e redditi”.
In realtà Parodi, secondo l’accusa, era
consapevole “dell’esistenza di un rischio di mancato rimborso del capitale
e del rendimento previsto”. Questo investimento procurava “all’emittente
Saphir Finance Plc costituita dalla
banca Lehman Brothers un ingiusto
profitto consistito nella corresponsione di una somma di denaro pari al valore dell’obbligazione con danno all’Enpam che si vedeva restituire nell’ottobre del 2011 solo il 79 per cento
del capitale investito e perdeva così un
rendiconto cedolare di circa 9 milioni
di euro”.
Dallocchio e gli altri sono accusati an-
che di aver ostacolato gli organi di vigilanza perchè avrebbero esposto “fatti
non veri - si legge nel capo d’imputazione - sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della fondazione”. Ossia i dati dei bilanci di previsione dal 2004 al 2011. Maurizio Dallocchio è stato sentito dai pm a dicembre scorso. Contattato dal Fatto commenta: “Le decisioni le prendeva il cda.
Nessuno considerava quei derivati come tossici”. I pm invece sì, anche se
non ci sono prove che gli indagati si
siano arricchiti grazie agli investimenti rifilati all’Enpam.
La Procura di Roma continua poi a indagare su una serie di operazioni immobiliari per un esborso di circa 590
milioni di euro. Tra queste l’acquisto
del palazzo della Rinascente, in piazza
del Duomo a Milano, per 472 milioni,
con una plusvalenza di circa circa 108
milioni di euro per il venditore, il
gruppo Prelios.