Parma e Fontanellato

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Parma e Fontanellato
Parma e Fontanellato
La città di Parma che oggi possiamo ammirare è l’eredità
storica di una influente famiglia del Rinascimento, i Farnese,
ma ciò che più la caratterizza è la commistione culturale con
un elemento profano elevato a sacralità: il maiale.
Fontanellato con la sua rocca è simbolo del potere di un’altra
antica famiglia nobile, i Sanvitale. Parma e Fontanellato sono
un viaggio tra antichi feudi e bellezze artistiche
rinascimentali accompagnati dai prodotti gastronomici della
lavorazione del maiale.
Parma, verso Piazza Duomo
Fontanellato,
Sanvitale
Rocca
PARMA
Un po’ di storia per capire Parma
Parma fu fondata in epoca romana, tanto che nel 2017 si
festeggeranno i 2000 anni dalla fondazione, poi vennero i
Longobardi, quindi l’età dei comuni e successivamente l’età
delle signorie ed il Rinascimento, il periodo che più di ogni
altro diede lustro e splendore a questa città, come a molte
altre in Italia. A Parma vennero i Farnese, una famiglia
originaria dell’Italia centrale, molto vicina alle simpatie
papali; Alessandro Farnese divenne Papa con il nome di Paolo
III, in quella veste creò nel 1545 il Ducato di Parma e lo
affidò al figlio illegittimo Pier Luigi Farnese; la famiglia
dei Farnese mantenne il governo ducale fino al 1732, quindi
per quasi due secoli, facendo di Parma un piccolo gioiello
rinascimentale, ricco di opere di grandi artisti quali il
Correggio ed il Parmigianino.
Parma, il Duomo, interno,
affreschi di Correggio
Parma, il Duomo visto di
lato
Ai Farnese succedettero i Borbone, influente famiglia
d’origine francese, imparentati con i Farnese (Elisabetta
Farnese sposò Filippo V di Borbone, re di Spagna), che diedero
alla città un’impronta stilistica tipica dell’eleganza
francese. Con l’arrivo di Napoleone, Parma divenne un semplice
dipartimento francese, ma dopo la sua abdicazione (1814) venne
ristabilito il Ducato, affidato temporaneamente agli Asburgo;
la figlia dell’imperatore austriaco Francesco I, Maria Luigia
d’Austria, sposa di Napoleone, divenne così la nuova duchessa
della città, molto amata dai parmigiani per la sua generosità;
Maria Luigia mantenne il potere fino alla sua morte avvenuta
nel 1847, senza però poterlo trasmettere ad eredi. Dopo la
morte di Maria Luigia ritornarono i Borbone che rimasero a
Parma fino all’Unità d’Italia (1861).
L’importanza della lavorazione della carne del maiale. Furono
i Longobardi, conquistatori germanici di Parma nel 593, a
valorizzare la vocazione di Parma per la lavorazione della
carne dei suini. Quest’attività fu sviluppata grazie alla
presenza in zona di estese saline e permise alla popolazione
parmense di sopravvivere ai lunghi periodi di fame e carestia.
Il maiale rivestì così nei secoli un’importanza talmente
grande da essere rappresentata anche nei luoghi sacri; nel
Battistero, statue che rappresentano il maiale sono vicine ad
immagini sacre. Delle carne di maiale non si butta via niente
ed i parmigiani hanno lunga esperienza in materia; dal
prosciutto di Parma, al culatello, allo strolghino (ottenuto
dalle rifilatura magre del culatello), al salame di Felino,
alla coppa, ecc. i prodotti della lavorazione del maiale di
Parma sono ottimi, tanto da ricevere il prestigioso
riconoscimento Unesco di Città creativa per la gastronomia.
Culatelli in stagionatura
Strolghino
Cosa vedere a Parma
Furono i Farnese a far costruire il Palazzo della Pilotta, a
partire dal 1580 quale contenitore di tutti i servizi della
corte e del ducato, compreso un ampio teatro collocato al
primo piano. Il Teatro Farnese che oggi possiamo ammirare è
una ricostruzione (tranne un breve tratto di parete che
noteremo affrescata), effettuata nel Novecento e secondo i
disegni recuperati, essendo stato quasi completamente
distrutto da un bombardamento; rimane comunque l’effetto
scenico di una grande struttura in legno, un tempo decorata da
stucchi, marmi ed affreschi, ancora utilizzata per concerti
operistici o mostre. Il Palazzo della Pilotta oggi ospita,
oltre alla Galleria Nazionale Teatro Farnese, il Museo
Archeologico Nazionale, la Galleria Nazionale, la Biblioteca
Palatina e il Museo Bodoniano. Il Palazzo della Pilotta non
era residenza dei Farnese, pertanto la bellezza architettonica
ed artistica è piuttosto modesta, ma vi sorprenderà lo
spessore dei muri che restituisce metaforicamente quel senso
di solidità che ha permesso ai Farnese di governare il ducato
per quasi due secoli. Dirigendovi verso Piazza Duomo, date
un’occhiata all’enorme cedro del Libano, fu voluto da Maria
Luigia d’Austria (inizi Ottocento).
Parma, ala del
della Pilotta
Parma,
Palazzo
Palazzo
della
Pilotta
Parma, Galleria Nazionale
Teatro Farnese
Il Duomo di Parma, ovvero la Cattedrale di Santa Maria
Assunta, è architettonicamente simile a tante altre chiese del
settentrione d’Italia, con la sua sobria facciata a capanna,
ma all’interno vi sorprenderà per bellezza artistica e
luminosità. Il Duomo di Parma fu costruito nel XI-XII secolo,
quindi in quel sobrio stile romanico, ma nel Rinascimento fu
oggetto di numerosi interventi interni di abbellimento ed
arricchimento artistico; vi sorprenderà lo stacco tra
l’austerità esterna e l’abbondanza artistica interna. Gli
affreschi coprono tutte le pareti e rappresentano scene
dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma anche allegoriche
(autori vari); il grande e bellissimo affresco della cupola
ottagonale è, invece, opera del Correggio (nome d’arte di
Antonio Allegri di Correggio) e rappresenta l’Assunzione della
Vergine, su una superficie di quasi 650 m2; anche gli
affreschi dei pennacchi sono del Correggio e vi sono
raffigurati i santi patroni della città.
Parma,
facciata
del Duomo con il
suo campanile e, a
fianco,
il
Battistero
Parma, il Duomo, interno
Parma, il Duomo, interno
Il Battistero si trova anch’esso in Piazza Duomo, è di forma
ottagonale (simbolo di eternità) ed era destinato al rito
battesimale; a differenza della Cattedrale, è splendido sia
fuori, con i suoi marmi rosa, che dentro con i suoi
prestigiosi affreschi; la costruzione del Battistero è
successiva a quella del Duomo, in quanto l’inizio risale al
1196 ed il completamento al 1270. All’interno, la cupola è
molto bella, divisa ad ombrello e decorata con affreschi
bizantineggianti di cielo stellato ed Apostoli; gli affreschi
delle pareti sono di epoche mano mano successive e
rappresentano scene di Cristo e degli Apostoli. All’interno
del Battistero si trova anche un ciclo scultoreo raffigurante
i mesi e le stagioni, dove anche il maiale, tanto importante
per la gente del luogo, è rappresentato. Ingresso a pagamento.
Parma, il Battistero
Parma,
il
Battistero
Parma,
il
Battistero,
interno, soffitto
FONTANELLATO: LA ROCCA SANVITALE
Fontanellato si trova 25 km a ovest di Parma ed è famosa per
la sua Rocca Sanvitale. La Rocca Sanvitale o Castello di
Fontanellato fu costruito in epoca medioevale quale maniero
difensivo, ma nel XIV secolo la casata dei Visconti, alleati
papali, si impossessò della fortezza che poi diede in uso alla
famiglia amica dei Sanvitale (1378).
Fontanellato,
Sanvitale
Rocca
Fontanellato,
Rocca
Sanvitale,
Flora
Giardino
di
I Sanvitale avviarono lavori di costruzione di un castello
nobiliare intorno alla vecchia torre, completandolo con una
cinta muraria e circondandolo con un fossato colmo d’acqua; il
castello resistette a vari assalti e, successivamente, nel
Rinascimento, fu arricchito di opere d’arte e affreschi. La
Rocca rimase di proprietà della famiglia Sanvitale fino al
1948 quando venne venduta al Comune.
Fontanellato,
Rocca
Sanvitale, affreschi del
Parmigianino nella Saletta
di Diana e Atteone
Fontanellato,
Rocca
Sanvitale, sala affrescata
Fontanellato,
Rocca
Sanvitale, sala da pranzo
All’interno della Rocca Sanvitale si trovano arredi originali
ed una sala affrescata dal Parmigianino, nome d’arte di
Girolamo Francesco Maria Mazzola di Parma. La Saletta di Diana
e Atteone è una piccola sala, un tempo usata come studio
privato o luogo di meditazione, decorata in maniera
superlativa dal Parmigianino con un ciclo di affreschi
relativi al mito di Diana e Atteone; provate a ridurre
l’illuminazione della stanza, le figure rappresentate
risalteranno al punto da sembrare statue; questi affreschi si
sono perfettamente mantenuti nel tempo, solo un lavoro di
ripulitura è stato fatto per mostrarceli nel loro
splendore. Durante la visita all’interno della Rocca Sanvitale
potrete visitate altre stanze affrescate, per lo più con
figure grottesche.
Fontanellato,
Rocca
Sanvitale,
vista
sul
cortile interno
Fontanellato,
Sanvitale,
Rocca
scorcio
panoramico dal Giardino di
Flora
All’interno della torre sud si trova l’unica camera ottica
ottocentesca ancora funzionante in Italia; si tratta di un
ambiente circolare che accoglie due sistemi di specchi ed un
prisma posti in corrispondenza delle antiche feritoie; il
sistema permette di riflettere e proiettare su due schermi
all’interno del locale, l’immagine della piazza antistante la
rocca. La torre sud, dove si trova questa camera ottica, è
accessibile dal Giardino di Flora che, tra l’altro, offre
deliziosi scorci panoramici sulla piazza.
Informazioni su orari e prezzi dei biglietti d’ingresso sul
sito Castelli del Ducato.
Buone visite e … buon appetito!
Cinzia Malaguti