Presentazione di PowerPoint - Dipartimento di Psicologia dei

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Presentazione di PowerPoint - Dipartimento di Psicologia dei
Self-Presentation & Impression Management
XXVII Ciclo del Corso di Dottorato in Psicologia Sociale
A.A. 2011-2012
Dottoranda: Selena Tomei
Tutor richiesto: Prof.ssa Lucia Mannetti
Self–Presentation & Impression Management
Molti autori utilizzano i termini Self-Presentation ed Impression Management in
modo interscambiabile come fossero dei sinonimi: in realtà, si riferiscono a due
processi leggermente diversi (Leary, Allen & Terry, 2011).
Self-Presentation  implica il processo attraverso il quale tentiamo di gestire
l’impressione che gli altri si fanno di noi;
Impression Management  rappresenta un costrutto più ampio che potrebbe
implicare la gestione dell’impressione di se stessi o anche degli altri.
In altre parole, la presentazione di sé implica sempre l’impression management,
mentre l’impression management potrebbe non implicare i processi di
presentazione di sé (Leary, Allen & Terry, 2011).
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Self–Presentation & Impression Management
•
La Presentazione di Sé è una naturale, pervasiva e spesso essenziale parte
della nostra vita sociale, che si intreccia in tutti i nostri incontri interpersonali,
rendendo ben poche situazioni e ben poche persone libere dalla sua influenza
(Leary, Allen & Terry, 2011) .
•
La ricerca psicologica in questo settore non ha, in genere, colto gli aspetti
della Presentazione di Sé che la rendono così potente nella vita delle persone,
ma si è focalizzata per lo più su dimostrazioni circoscritte su ciò che le persone
fanno, di fatto, per gestire la propria immagine in vari modi, un scoperta che non
sembrerebbe richiedere molta verifica empirica (Leary, Allen & Terry, 2011).
•
Alla luce di quanto brevemente esposto, ampio spazio è stato dato durante il
primo anno di dottorato allo studio della letteratura presente su questo argomento
di così forte interesse nell’ambito della psicologia sociale ma ancora cosi pervaso
da aree oscure e difficoltà metodologiche da superare.
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In molte ricerche nell’ambito della psicologia sociale, la Presentazione di Sé
viene studiata in modo “diretto” , semplificando e sottostimando fortemente
i processi attraverso cui essa opera.
Un’altra area ricca di interrogativi è rappresentata dai diversi modi che le
persone hanno a disposizione per presentarsi ed i relativi metodi di
indagine empirica che vengono utilizzati nella ricerca: ad esempio, in molti
studi viene richiesto ai soggetti di descrivere se stessi in modo tale da
trasmettere una particolare immagine.
Le persone, d’altra parte, gestiscono la propria presentazione anche in modi
più sottili e meno “espliciti”, ad esempio, attraverso la propria immagine
fisica, il linguaggio del corpo, l’espressione delle emozioni ed altri canali
non verbali, modi, difficilmente replicabili in laboratorio (Leary, Allen &
Terry, 2011).
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Self-Presentational Persona:
Simultaneous Management of Multiple Impressions
Mark. R. Leary and Ashley Batts Allen
Duke University
(2011)
Molti studi sulla Presentazione di Sé hanno indagato come le persone tendono a presentare
se stesse sulla base solo di una o al massimo due dimensioni, come ad esempio la
competenza, la socievolezza o l’attraenza.
Nella vita quotidiana però, le persone tendono a gestire le proprie auto-presentazioni su
diverse dimensioni contemporaneamente (Leary, Allen & Terry, 2011).
Piuttosto che gestire ogni “impressione” che vogliamo fare sugli altri in modo separato, le
persone sembrano piuttosto coordinarle come una sorta di package.
Leary & Allen (2011) si riferiscono al “set di impressioni” che una persona prova a
trasmettere a diversi target, situazioni , definendolo SELF-PRESENTATIONAL
PERSONA, ovvero un profilo di impressioni sulla base di dimensioni rilevanti per la
propria immagine di sé (Leary & Allen, 2011)
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Studio 1
Lo studio è stato organizzato a partire da uno già realizzato da Leary & Allen (2011) , con i
seguenti obiettivi:
•
Replicare su un campione di studenti italiani alcuni dei risultati raggiunti dagli autori;
•
Misurare alcuni costrutti di interesse (Foci Regolatori, Modi Regolatori e Bisogno di
Chiusura Cognitiva), al fine di elaborare ipotesi di ricerca da sottoporre a successiva
verifica empirica;
Ipotesi di ricerca:
H1: Indagare in che misura le persone tendono a presentare diverse immagini di sé a
differenti targets;
H2: Misurare il numero di personas che i soggetti mostrano attraverso i diversi targets;
H3: Misurare l’eventuale effetto di variabili di interesse (Foci Regolatori, Modi Regolatori e
Bisogno di Chiusura Cognitiva) sul numero di personas individuate.
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Metodo
Partecipanti
56 partecipanti ( 31 femmine, 25 maschi) reclutati all’interno della Facoltà di Medicina e
Psicologia, di età compresa fra i 19 e i 30 anni .
Misure
Questionari sui Foci Regolatori (Higgins et al., 2001; Lockwood, Jordan & Kunda,
2002)
Questionario sui Modi Regolatori (Kruglanski et al., 2000)
Questionario sul Bisogno di Chiusura Cognitiva a 16 item (Pierro & Kruglanski, 2006)
Manipolazione del Level of Construal temporale
Questionario Self-Presentational Persona: sulla base del questionario utilizzato da
Leary & Allen (2011) abbiamo costruito una versione in italiano dello strumento. Ai
partecipanti è stato chiesto di valutare come loro volevano essere percepiti su 15
caratteristiche da ognuno degli otto target selezionati. Per ogni target ai partecipanti
è stato chiesto di valutarsi “come se stessi descrivendo te stesso a questa persona”. Il
questionario è stato costruito in due versioni, una per il basso e una per l’alto
construal temporale , ed i targets sono stati assegnati in modo random.
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Procedura
I partecipanti, una volta reclutati, sono stati condotti in laboratorio dallo sperimentatore.
Come prima cosa i partecipanti hanno completato i questionari sui Foci Regolatori, sui
Modi Regolatori e sul Bisogno di Chiusura Cognitiva.
Successivamente, una volta completati questi primi strumenti , ad ognuno dei
partecipanti è stato consegnato il questionario di auto-presentazione.
Per non rendere saliente il compito di
auto-presentazione e standardizzare le istruzioni per tutti i partecipanti, sono state create
delle istruzioni ad hoc:
“Benvenuto! Questa ricerca a cui sei invitato a partecipare riguarda uno studio del
linguaggio che viene utilizzato nella vita quotidiana per descrivere le persone. Ti
chiediamo di leggere attentamente le prossime pagine dove troverai le istruzioni che
ti spiegheranno quello che dovrai fare.”
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Un esempio
Gli otto target
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Una persona anziana che
rispetti;
Il partner;
Compagno di università/collega
di lavoro;
Una persona che non conosci;
Una persona che non ti
piace/antipatica;
La persona più morale/onesta
che conosci;
Una persona con autorità;
Il tuo migliore amico/amica
Leary & Allen (2011)
•
Pensa a come vorresti essere percepito/a da una persona anziana che rispetti. Quindi, ti
chiediamo di valutarti su ognuna delle seguenti 15 caratteristiche “come se stessi
descrivendo te stesso a questa persona”. Se attualmente non hai nessuno che ricopre questo
ruolo, ti chiediamo di fare le tue valutazioni pensando all’ultima persona che lo ha
ricoperto. Fai le tue valutazioni cerchiando o facendo una croce sul numero corrispondente,
seguendo le indicazioni che troverai di seguito. Completa inoltre le tue valutazioni “come
se dovessi mostrarle a questa persona tra un anno/domani”.
1___2___3___4___5___6___7___8___9
Per nulla
Moderatamente
Estremamente
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Amichevole/Cordiale
Competente/Intelligente
Debole/Dipendente dagli altri
Intimidatorio/Minaccioso
Espansivo/Socievole
Equilibrato/Controllato
Affidabile/Coscienzioso
Onesto/ Morale
Dominante/Forte
Unico/Originale
Divertente/Scherzoso
Sexy/Sensuale
Gentile/Generoso
Curioso/Aperto a nuove idee
Religioso/Spirituale
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Per ognuna delle 15 dimensioni
i soggetti hanno valutato se stessi
utilizzando una scala unipolare a 9
punti per tutti gli 8 targets.
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Risultati
H1: Indagare in che misura le persone tendono a presentare diverse
immagini di sé a differenti targets
1. Variabilità nelle auto-presentazioni attraverso i target
•
Per verificare la misura in cui i partecipanti vogliono presentare differenti
immagini di sé ai diversi targets, abbiamo calcolato la deviazione standard
(mean standard deviation ) degli 8 punteggi di auto-presentazione per
ognuna delle 15 dimensioni.
•
Abbiamo condotto un’ANOVA a Misure Ripetute che ha rivelato che la
variabilità intertarget nelle presentazioni di sé, differisce in modo
significativo tra le 15 dimensioni , F (14, 55) = 16,368, p< .001.
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Risultati
H1: Indagare in che misura le persone tendono a presentare diverse immagini di sé a
differenti targets
1. Variabilità nelle auto-presentazioni attraverso i target
Nel nostro campione,
le dimensioni meno variabili sono risultate essere:
• Onesto/Morale (mean standard deviation, .90)
• Competente/Intelligente (mean standard deviation, .80)
• Debole/Dipendente dagli altri (mean standard deviation, .95)
• Religioso/Spirituale (mean standard deviation, .92)
le dimensioni più variabili sono risultate essere:
• Sexy/Sensuale (mean standard deviation, 2.02)
• Intimidatorio/Minaccioso (mean standard deviation, 1.52)
• Amichevole/Cordiale (mean standard deviation, 1.43)
• Espansivo/Socievole (mean standard deviation, 1.41)
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•
Nello studio di Leary & Allen
• (2011)
• Le dimensioni meno variabili tra i targets :
• Onesto/Morale
• Competente/Intelligente
• Debole/Dipendente dagli altri
• Affidabile/Coscienzioso
• Le dimensioni più variabili tra i targets.
• Sexy/Sensuale
• Intimidatorio/Minaccioso
• Equilibrato/Controllato
• Divertente/Scherzoso
•
Intertarget Variability, F(14,3598) = 53.63, p < .001
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Risultati
H2: Misurare il numero di personas che i soggetti mostrano attraverso i diversi targets
2. Self – presentational personas
Al fine di identificare il numero di personas che i soggetti hanno utilizzato attraverso i targets, è stata
condotta un’Analisi Fattoriale Within-person. Per ogni partecipante, ognuno degli 8 profili di autopresentazione è stato correlato con gli altri profili, generando una matrice di correlazione 8x8. La
matrice di correlazione è stata poi sottoposta all’Analisi delle Componenti Principali.
Utilizzando il criterio del 95% della varianza spiegata:
(n: 56, numero casi validi: 55)
Numero
Fattori
Frequenz
a
Percentuale
1
3
5,4%
2
17
30,4%
3
24
42,9%
4
10
17,9%
5
1
1,8%
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Utilizzando il criterio del 95%, è
risultato che solo il 5,4% dei
soggetti si è presentato in modo
virtualmente identico con tutti gli 8
targets; il 30,4% ha utilizzato 2
personas, il 42,9% ha utilizzato 3
personas, il 17,9% ha utilizzato 4
personas e solo l’1,8% ne ha
utilizzate 5.
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Self – Presentation & Bisogno di Chiusura Cognitiva
Risultati
H3: Misurare l’eventuale effetto di variabili di interesse (Foci Regolatori, Modi Regolatori e
Bisogno di Chiusura Cognitiva) sul numero di personas individuate.
Dopo l’Analisi Fattoriale Within – person, abbiamo calcolato una nuova variabile che abbiamo
chiamato “Numero di Personas” e che corrisponde al numero di fattori individuati per ogni
soluzione fattoriale (criterio 95% della varianza spiegata).
Abbiamo poi condotto una serie di Analisi della Varianza per verificare se i costrutti misurati
(Foci Regolatori, Modi Regolatori e Bisogno di Chiusura Cognitiva) avessero avuto un
effetto sulla omogeneità/eterogeneità delle autopresentazioni, ovvero sul numero di fattori
individuati, e in che direzione.
Mentre per quanto riguarda i Foci Regolatori e i Modi Regolatori non sono emersi risultati
significativi, relativamente al Bisogno di Chiusura Cognitiva è emerso un risultato
interessante.
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Self- Presentation e Bisogno di Chiusura Cognitiva
Abbiamo classificato i soggetti in:
alti (vs. bassi) in BCC,
1: bassi; 2: alti
dopodiché abbiamo condotto
un’ANOVA Univariata:
dall’analisi condotta è emerso che
c’è una tendenza dei soggetti alti
in BCC a presentarsi in modo più
variabile ai diversi targets, ovvero
presentano mediamente più
personas, mentre i soggetti più
bassi in BCC tendono a
presentarsi in modo più
omogeneo attraverso i vari
targets, ovvero presentano
mediamente meno personas.
F (1, 51) = 2,911, p = .094
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Self–Presentation e Bisogno di Chiusura Cognitiva:
Sviluppi Futuri per il progetto di ricerca del dottorato
Queste prime analisi a carattere esplorativo hanno senza dubbio contribuito ad ampliare le
aree di interesse per quanto riguarda la ricerca sulla Self–Presentation e sul possibile
coinvolgimento di variabili moderatrici.
Questi primi risultati, pur se solo tendenzialmente significativi, sulla possibile influenza
del Bisogno di Chiusura Cognitiva sui processi di Self-Presentation, hanno favorito lo
sviluppo di nuovi interrogativi e nuove ipotesi di ricerca future:
1. Ruolo del Bisogno di Chiusura Cognitiva come variabile moderatrice sia nel processo
di Presentazione di Sé che nel processo di valutazione di chi si presenta:
Ovvero
2. Soggetti alti (vs. bassi) in BCC come valutano le presentazioni di sé di soggetti
molto variabili vs. molto omogenee
3. Disegni sperimentali in cui il BCC viene manipolato e non misurato.
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Self–Presentation e Online Self–Presentation:
Sviluppi Futuri per il progetto di ricerca del dottorato
•
•
Sviluppare paradigmi sperimentali che consentano di catturare le caratteristiche
essenziali dei processi di presentazione di sé cosi come si sviluppano nella vita
quotidiana;
ovvero
Sviluppare nuovi metodi di indagine empirica dei processi di presentazione di sé che
superino le metodologie meramente descrittive utilizzate fino ad ora nella ricerca
empirica
•
Sviluppare disegni di ricerca che consentano di chiarire come operino i processi di
presentazione di sé, superando i disegni sperimentali che fino ad oggi sembrano aver
sottostimano la complessità e la potenza di tale processi (ruolo di variabili
moderatrici)
• Ampliare le aree di ricerca di interesse: Online Self – Presentation e Offline Self Presentation
ovvero
• Online Self – Presentation : la costruzione dell’immagine di sé all’interno dei Social
Networking Sites
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Bibliografia
•
Higgins, E. T., Friedman, R. S., Harlow, R. E., Idson, L. C., Ayduk, O. N., & Taylor, A. (2001).
Achievement orientations from subjective histories of success: Promotion pride versus prevention
pride. European Journal of Social Psychology, 31(1), 3-23.
•
Leary, M. R., & Allen, A. B. (2011). Self‐presentational persona: Simultaneous management of
multiple impressions. Journal of Personality and Social Psychology, 101(5), 1033-1049.
•
Leary, M. R., & Allen, A. B., Terry, M. L. (2011). Managing social images in naturalistic versus
laboratory settings: Implications for understanding and studying self-presentation. European
Journal of Social Psychology, 41, 411-421.
•
Lockwood, P., Jordan, C. H., & Kunda, Z. (2002). Motivation by positive or negative role models:
Regulatory focus determines who will best inspire us. Journal of Personality and Social
Psychology, 83(4), 854-864.
•
Kruglanski, A. W., Thompson, E. P., Higgins, E. T., Atash, M. N., Pierro, A. & Shah, J. Y., et al.
(2000). To "do the right thing" or to "just do it": Locomotion and assessment as distinct selfregulatory imperatives. Journal of Personality and Social Psychology, 79(5), 793-815.
•
Pierro, A., & Kruglanski, A. W. (2006). [Shortened Need for Closure Scale.] Unpublished data.
Universita di Roma, Rome, Italy.
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