Nuovi investimenti, la Regione cancella l`Irap
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Nuovi investimenti, la Regione cancella l`Irap
20 LUNEDÌ 4 APRILE 2016 liguria IL SECOLO XIX L’ASSESSORE RIXI: «VOGLIAMO RENDERE PIÙ ATTRATTIVA LA LIGURIA» Nuovi investimenti, la Regione cancella l’Irap Obiettivo: incentivare le imprese. Valore stimato dell’operazione: 2 milioni di euro l’anno 3,9 IL CASO ALESSANDRA COSTANTE GENOVA. Con un’operazione da due milioni di euro all’anno per i prossimi quattro a partire dal 2016, la Regione Liguria cancella l’aliquota Irap per i nuovi investimenti produttivi sul suolo ligure. Ed è uno dei primi tasselli del Growth Act che la giunta Toti mette a posto. «Serve per consolidare gli investimenti e rendere più attrattiva la Liguria» annuncia l’assessore alle attività produttive Edoardo Rixi. Che punta a nuovi capitali da portare in Liguria, ma anche a risvegliare la voglia di investimento dei liguri: «Genova è una città con depositi bancari ricchissimi, però la gente si guarda bene dall’investire sul territorio. Cerchiamo di invertire la tendenza» osserva. L’Irap è l’imposta regionale sulle attività produttive. L’aliquota generale è del 3,9%, ma esistono differenti declinazioni dell’imposta a seconda del soggetto passivo al quale viene applicata: ad esempio in Liguria per le banche è del 5,57 e per le aziende agricole è dell’1,9. In principio la Regione avrebbe Edoardo Rixi e Giovanni Toti voluto cancellarla per qualsiasi nuova attività, invece dopo una lunga trattativa con il governo ha dovuto circoscrivere il campo di applicazione all’artigianato, al turismo, alla ristorazione. Sono oltre un centinaio le tipologie di aziende (individuate con il rispettivo codice Ateco), comprese le pompe funebri, che godranno dell’agevolazione fiscale. Provvedimento che esclude però tutto il settore del commercio - dal supermercato al negozio di paese - per il quale continuano a valere, anche per i nuovi punti vendita, le consuete regole fiscali. A godere dei benefici sarannoleimpresecheavviano in Liguria nuove attività produttive. Il che non significa che, necessariamente, anche le imprese devono essere nuove. Ad esempio: se il titolare di un panificio decide di avviarne un secondo, su questa nuova attività avrà l’esenzione dall’Irap. Lo stesso vale per un ristoratore o per un artigiano o per un albergatore. L’esenzione vale quattro anni a partire dal 2016. Sulla 100 aliquota Irap che viene applicata generalmente alle attività produttive le tipologie di aziende che saranno esentate dall’imposta 800 2 milioni il gettito ligure dell’Irap destinato alla Sanità milioni l’anno il mancato gettito dell’imposta causato dall’esenzione base delle statistiche del passato, sul flusso di apertura e chiusura delle attività produttive sul territorio ligure, gli uffici regionali hanno calcolato le nuove regole fiscali produrranno un mancato gettitodicircaduemilioniall’anno. «La nostra scommessa è di perdere molto di più perché significherebbe che il territorio ligure è diventato molto attrattivo per le aziende» sostiene l’assessore alle attività produttive Edoardo Rixi. «Il nostro concetto è che vogliamo rendere più competitiva la Liguria e dare va- lore al territorio - aggiunge L’esenzione quadriennale dell’Irap non cambierà la vita della Liguria, ma è sicuramente un segnale in controtendenza di un ente pubblico che, nonostante il momento, rinuncia alla prospettiva di nuove entrate fiscali». Se non è la prima volta che la Liguria tenta il taglio dell’Irap è certamente una novità che l’esenzione dall’imposta sulle attività produttive viene è totale e riguarda una platea così vasta. Si deve risalire all’amministrazione di Sandro Biasotti, nel 2001, per NELL’ENTROTERRA INGAUNO. LO SPORT CHE UNISCE cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Il leggendario Salone dei fiori riapre le danze dopo vent’anni Cisano, il team di C vince dentro e fuori campo LA STORIA FEDERICA PELOSI Squadra femminile di calcio Cisano Sheryll Caffarati (in maglia bianconera) a Genova con il sogno di diventare hostess sugli yacht. Lei, italiana a tutti gli effetti, vive ad Imperia con i genitori che, partiti dall’Argentina, con il lavoro di operaio e di badante hanno voluto offrirle un futuro in questo paese: «Io non ho dovuto integrarmi, ma nemmenolemiecompagnedi origine straniera hanno mai avuto alcun problema» assicura. Una è Raja Sabir, classe 1993, che 9 anni fa ha lasciato il Marocco per stabilirsi a Santo Stefano Al Mare dove il padre vive e lavora come ambulante da 30 anni: «Quando ero ai maschi, e infine a Cisano. Come vede, i musulmani non sono poi così rigidi». Raja non porta il velo, parla perfettamente l’italiano e ha le abitudini degli altri ragazzi: «I miei limiti sono quelli che avete anche voi: la buona educazione,ilrispettopersestessieper l’altro–dice–Nonhomaiavuto problemi di integrazione: a scuola, nel mese del Ramadan, stavo in classe quando i miei compagni andavano a mensa, e nessuno ci ha mai visto nulla di strano. Così come non è strano per la mia famiglia che io pratichi uno sport piccola lo raggiungevamo solo d’estate, poi con la mamma e i miei 4 fratelli ci siamo decisi, ed eccoci qua – racconta – Ho studiato a Casablanca fino alla terza elementare. In Italia mi sono diplomata in Ragioneria e ora lavoro con mio padreneimercati.Malamiavera passione è quella per il pallone». Raja ha iniziato a calciare da piccola per le strade di Casablanca: «I miei parenti mi hanno sempre incoraggiato: anzi, è stato mio padre a farmi conoscere le squadre in cui ho iniziato a giocare anni fa a Santo Stefano, anche insieme [email protected] LA PISTA DA BALLO L’“internazionale” del calcio femminile dà lezioni ai razzisti CISANO. C’è Raja Sabir che a Casablanca, sua città d’origine, già giocava a calcio nel cortile di casa, con gli amichetti di sempre; e poi Texteira Reinaldo e Heidi Pacheco che portano sul campo il calore del Brasile e dell’Ecuador, insieme a Sheryll Caffarati che, pur essendoitalianaatuttiglieffetti, in famiglia respira l’atmosfera argentina per via dei genitori che si sono trasferiti in Italia nel 1990. Sono loro la vittoria più grande della squadra di calcio femminile di Cisano Sul Neva, che dà un calcio a divisioni e paure e gioca la partita più importante, quella per l’integrazione. È infatti il paesino dell’entroterra di Albenga a vantare la squadra più multietnica del ponente savonese che può contare anche su forze venute da lontano per affrontare il campionato di serie C. «Quest’anno purtroppo è mancata lapreparazionefisica,macirifaremo» incoraggia tutte Sheryll Caffarati, diciottenne nata trovare un taglio dell’imposta che però si era fermato ad un solo punto. Negli anni successivi l’Irap è diventato un introito sicuro (o quasi) per coprire i costi della sanità. Nel 2005, ad esempio, la giunta di Claudio Burlando aveva deciso un aumento dell’imposta (un punto percentuale) solo per banche, assicurazioni ed aziende energetiche ottenendo un gettito ulteriore di circa 12 milioni di euro. Complessivamente il gettito Irap della Liguria si aggira intorno agli 860 milioni di euro e 800 di questi ogni anno sono utilizzati per coprire i costi della sanità regionale. «Avremmo voluto fare molto di più, tagliare l’Irap a molte più aziende, ma non è stato possibile. Questo provvedimemto è il risultato di un serrato confronto con il governo» spiega Rixi. Tra la Liguria e il Ministero dell’Economia e della Finanza c’è stata, pare, una lunga e convulsa trattativa perché seppure regionale l’Irap è comunque un’imposta che ha regole nazionali. «È la dimostrazione che non è così semplice tagliare la tasse anche quando si vuole farlo» conclude Rixi. poco femminile, in calzoncini e maniche corte, così come che io vada al mare in bikini!». Su chi sia l’asso della squadra non si sbilancia: «L’unione fa la forza e noi siamo davvero tutte in sintonia» taglia corto. Anche tra le giovanissime (classi 2000-2003) ci sono promesse “straniere”: «Cristina Chen, cinese, e Alina Isaul, di origine moldava: entrambe impegnate nella nostra squadra – dice il mister Claudio Piccardo – Lo sport unisce e queste ragazze ne sono un esempio». cc BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VILLANOVA. È stato un luogo di ritrovo mitico per generazioni di albenganesi e non, che si davano appuntamento qui ogni domenica sera per solcare la pista da ballo a passi di liscio e di musica commerciale. Dopo 20 anni di chiusura, il Salone dei Fiori di Villanova d’Albenga ha riaperto le porte al pubblico per tornare a offrire un divertimento sano, lontano dalle notti folli delle discoteche e più vicino al clima festoso delle sagre di paese. L’inaugurazione dello scorso 27 marzo è stato solo uno dei primi appuntamenti offerti, anche se non con cadenza settimanale: «Questioni tecniche e burocratiche non ci permettono di accogliere il pubblico ogni domenica sera come accadeva un tempo, ma la partecipazione all’inaugurazione ci incoraggia a preparare nuovi eventi – dice Luciano Amico, presidente della pro loco villanovese che organizza le serate all’interno del Salone – Ne abbiamo in programma uno prima dell’inizio della stagione estiva, probabilmente un altro revival con musica anni ’70-’80-’90. Col tempo, speriamo di raggiungere i risultati di una volta, quando giovani e meno giovani venivano qui a ballare. Come ieri, ancora oggi si inizia alle 21, senza dover aspettare notte fonda, come accade di solito nelle “classiche” discoteche».