- Salone del Mobile Milano
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NOTA INFORMATIVA SALONE DEL MOBILE.MILANO: GLI EVENTI Salone del Mobile.Milano 2016 protagonista alla XXI Triennale di Milano Una mostra di grande respiro – Triennale di Milano, “Curva” 2 aprile-12 settembre 2016 Stanze. Nuovi paesaggi domestici L’arch architettura architettura degli interni continua a essere il luogo privilegiato di indagine, studio e riflessione sugli aspetti più direttamente legati alla vita quotidiana delle persone. L’architettura degli interni ha un compito realmente speciale: pensare e definire gli spazi e gli ambienti, con forme, colori e dettagli che ospiteranno noi, la nostra famiglia, i nostri amici, progettando un “mondo” intorno a queste vite. In un momento storico, come quello attuale, dove l’attenzione per le discipline della progettazione è aumentata, in un doppio binario di interesse tra l’architettura e il design, continua a mancare – non solo in Italia – un programmatico riconoscimento critico verso questa disciplina che più di altre è sempre stata praticata anche dai più giovani. Perché da sempre l’architettura degli interni rimane il primo territorio di pratica professionale nel quale ogni progettista trova il primo ascolto, le prime occasioni di lavoro. Così, mentre questa disciplina – l’architettura degli interni – continua a essere un motore importante che muove professionalità ed economie, poche o quasi inesistenti sono le occasioni critiche che pongono attenzione su queste, spesso raffinatissime e colte, opere di architettura (d’interni). Nel corso degli ultimi cinquant’anni poche sono state le occasioni per riflettere sul piano progettuale su quest’ambito professionale: nel 1957, a Villa Olmo, Como, nella mostra “Colori e forme nella casa d’oggi”; nel 1965, a Palazzo Strozzi, Firenze, nella mostra “La casa abitata”; nel 1986, alla Triennale di Milano, nella mostra “Il progetto domestico”. In mezzo, la mitica mostra al MoMA “Italy. The New Domestic Landscape”, nel 1972, New York, che fece epoca, e dove non mancarono progetti di “ambienti interni”. Proprio oggi, sembra più che mai necessario riflettere sul lavoro fatto da moltissimi autori, maestri e meno giovani, immaginando di realizzare una grande mostra che faccia il punto sullo stato dell’arte, mostrando al meglio l’opera – sofisticata, sperimentale, originale – di un gruppo selezionato di autori. Il Salone del Mobile di Milano, Milano luogo di sperimentazione, business, innovazione e cultura, ha raccolto questa sfida portando sul palcoscenico della XXI Triennale una mostra di grande respiro dal titolo “Stanze. Nuovi paesaggi domestici” domestici”, curata da Beppe Finessi, Finessi dove l’architettura architettura degli interni verrà messa in scena e interpretata da 11 grandi progettisti che si confronteranno sui temi più significativi e profondi della società contemporanea, identificati dal filosofo Francesco Cataluccio Cataluccio e tratti dalle grandi opere filosofiche e letterarie. 11 PROGETTISTI PROTAGONISTI Umberto Riva, Alessandro Mendini, Manolo De Giorgi, Lazzarini e Pickering, Marta Laudani e Marco Romanelli, Andrea Anastasio, Fabio Novembre, Duilio Forte, Elisabetta Terragni, Carlo Ratti, Francesco Librizzi. 1 GRANDE SPAZIO INTRODUTTIVO con immagini, disegni e modelli di progetti esemplari della storia italiana dellʼArchitettura degli Interni 11 STANZE progettate da 11 architetti con funzioni e destinazioni dʼuso differenti e orizzonti filosofici di riferimento scelti ad hoc tra i temi sviluppati dagli scrittori contemporanei Progetto di allestimento: allestimento Gianni Filindeu Progetto grafico: grafico Leonardo Sonnoli Luogo: Luogo: Triennale di Milano, “Curva” – 1600 mq XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano “21st Century. Design after Design” Nel 2016, dopo venti anni, riprende vita l’Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, manifestazione nata a Monza nel 1923 e trasferita a Milano nel 1933, per indagare i temi urgenti e attuali della società. La sua sede storica, il Palazzo dell’Arte, è oggi punto di riferimento della vita culturale di Milano: ospita infatti il Triennale Design Museum, mostre temporanee a carattere internazionale, una biblioteca specializzata, un teatro e spazi d’intrattenimento per i visitatori di ogni età. La XXI Triennale è una manifestazione riconosciuta dal BIE (Bureau International des Expositions). L’esposizione: 21st Century. Design after Design Gli ultimi decenni fra il XX e il XXI secolo hanno visto una progressiva diffusione del design come strumento per qualificare l’offerta in un mercato mondiale in progressiva crescita. Il ruolo e lo status dei designer ha acquisito sempre maggiore riconoscimento sia fuori che all’interno della grandi imprese e nell’opinione pubblica grazie alla rilevanza dei servizi offerti. Ciò ancora di più nelle aziende design-driven, ovvero nelle aziende che hanno fatto del progetto un elemento essenziale dei fattori competitivi della loro offerta. L’affermarsi delle nuove tecnologie della comunicazione, la sensibile riduzione dei loro costi (in prospettiva sempre di più), la crescita della mobilità individuale, la presenza di una lingua comune, la necessità di trovare uno sbocco produttivo all’ansia progettuale, la presenza di un mercato alternativo grazie alla rete, permettono ai progettisti di sperimentare essi stessi, liberi da vincoli produttivi, le soluzioni più audaci e innovative di cui sono portatori. In questo quadro la ricerca non è più una pratica solitaria, o una pratica bi-direzionale tra designer e committente, ma un’attività circolare fra competenze e culture diverse, fra arte, scienza, filosofia, tecnologia e design. Con questo tema la Triennale lancia una temeraria sfida all’apparente collasso del mondo contemporaneo, alle sue contraddizioni, incoerenze. Si prefigge di proporre nuovi “punti cardinali”, di prospettare le fondamenta della cultura che verrà. E per far questo si affida al progetto, come categoria dello spirito e del comportamento, ai progettisti come suoi attori, per scandagliare e individuare ogni possibile indizio di vera innovazione e di nuova verità. Le domande a cui rispondere Come cambia in questo contesto la figura del designer? Come mettere a fuoco il complesso ecosistema che emerge dal confronto fra logiche tipiche della produzione di massa e le nuove forme di organizzazione post-fordista? Come descrivere il profilo del progettista rispetto al legame sempre più stretto con forme di innovazione sociale attenta alle comunità, ai territori e alle culture locali? Quali cose, quali città, quali comunità, vogliamo lasciare ai nostri successori? What design after design? Why design after design? Where design after design? When design after design?