New Pharma 2004_2
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IL PREMIO FENAGIFAR 2004 AD ALESSANDRA FINE DI CALTANISSETTA “Asante sana” lessandra Fine è la vincitrice dell’edizione 2004 del Premio Fenagifar, un premio che la Federazione assegna ogni anno ai giovani farmacisti che si sono distinti per iniziative umanitarie. Lavora nella farmacia di famiglia a Caltanissetta, nella frazione di Santa Barbara, ed è socia di Agifar Apotheke Caltanissetta. Alessandra è rimasta piacevolmente sorpresa dalla notizia del premio, che le sarà consegnato a Roma, nella serata di gala di Cosmofarma 2004. Un premio che spera possa contribuire a realizzare il sogno di dotare di strutture sanitarie di base le popolazioni povere della Tanzania. Da molti anni è impegnata in attività di volontariato: ha operato a Roma in una mensa per profughi etiopi e ora, a Caltanissetta, è impegnata in una continua attività che, insieme con altri amici, ha portato alla costituzione del Gruppo Missionario “San Damiano”. Si tratta di un gruppo di giovani che ha 6 - aprile 2004 Alcune immagini di Alessandra Fine in terra di missione, con i suoi giovani amici. A Cosmofarma le sarà assegnato il Premio Fenagifar 2004 accolto la proposta di condividere un progetto di solidarietà verso i bambini poveri dell’Africa, impegnandosi nelle tematiche missionarie e caritative. Attorno al gruppo, nato all’ombra del monastero delle Clarisse “S. Chiara”, gravitano oggi una quarantina di giovani, impegnati nella realizzazione di iniziative destinate ad aiutare i fratelli più poveri, vicini e lontani. Grazie all’attività del gruppo di Alessandra è finalmente stato avviato presso la missione delle suore Terziarie Cappuccine di Morogoro in Tanzania- il servizio di fisioterapia ambulatoriale, rivolto a bambini e adulti portatori di handicap. “Il problema dei disabili -ci dice Alessandra- è molto grave in un Paese in cui, per l’estrema povertà, la salute è quasi un lusso, un privilegio di pochi. Moltissimi bambini handicappati, a causa di traumi durante il parto, gravi infezioni contratte nei primi anni di vita, forti febbri dovute alla malaria, sono destinati a morire perché non in grado di vivere in modo autosufficiente. A volte vengono abbandonati dalle famiglie perché considerati un “peso morto” difficilmente sostenibile”. “Nell’ambulatorio di Morogoro -continua- vengono aiutati ad acquisire quel minimo di autonomia nelle funzioni primarie della vita (stare in piedi e camminare, mangiare, lavarsi, imparare piccoli lavori: cucito, falegnameria, ecc.). Il laboratorio ortopedico fornisce i presidi (tutori, scarpe ortopediche, protesi, ecc.) necessari a integrare e rendere completa l’assistenza a questi pazienti”. Lo scorso anno Alessandra è stata in Tanzania per completare la realizzazione del laboratorio e per avviare nuovi progetti. Per il 2004 il gruppo si propone di costruire un ambulatorio dentistico presso il Significa “Grazie mille” in lingua swahili: è il minimo che si possa dire ad Alessandra Fine, che sarà premiata a Roma durante Cosmofarma. La nostra collega è impegnata in iniziative missionarie e caritatevoli e in progetti di solidarietà a sostegno dei bambini poveri della Tanzania dispensario di Ipogolo, nella diocesi di Iringa, sempre in Tanzania. In questo Paese, come in quasi tutta l’Africa, l’assistenza sanitaria in generale presenta gravissime carenze e l’aspetto dentistico, non primario per la sopravvivenza, è il più sacrificato. Le cure dentarie rappresentano un lusso: l’unica soluzione è l’estrazione dei denti dolenti, spesso operata da stregoni o “dottori” tradizionali con strumenti casuali, senza anestesia e in condizioni malsane, che favoriscono ancora di più il dilagare delle infezioni e dell’Aids. Il gruppo conta di raccogliere anche i fondi necessari per mantenere il servizio, adottando un dentista e sostenendone l’attività. Alessandra presterà, inoltre, la sua opera in un dispensario nei pressi di Dar-Es-Salaam dove sono concentrati i farmaci che giungono in Tanzania come aiuto umanitario da tutti i Paesi del mondo. Un dispensario, in Africa, è un centro medico di base, dove vengono svolte attività di diagnosi clinica, test di laboratorio, medicazioni, piccoli interventi chirurgici e a volte anche parti. Qui il farmacista ha un compito molto importante: è necessario per classificare i farmaci e distribuirli ai vari dispensari della zona, spiegando le modalità di uso e le proprietà terapeutiche ai tanzaniani che fungono da “infermieri”. E’ un lavoro importantissimo per impedire che gli aiuti non vengano utilizzati al meglio o, peggio, siano sprecati. Alessandra curerà anche la formazione di personale locale, che poi dovrà continuare il lavoro. Altra iniziativa di Alessandra e del suo gruppo è l’adozione a distanza di un bambino del villaggio della diocesi di Iringa, per aiutarlo ad affrontare le spese per la scuola (retta scolastica, libri, cibo, vestiti). “Con la quota annuale di 200 € (circa 55 centesimi al giorno) -afferma Alessandra- è possibile adottare un bambino, ma si richiede un im- pegno costante di questa forma di aiuto almeno per i 7 anni della scuola primaria. Suor Marianna della missione di St. Joseph’s House è la responsabile di questo servizio, e ci tiene aggiornati attraverso le fotografie e le lettere indirizzate direttamente ai donatori-genitori adottivi circa le condizioni e i progressi dei bambini adottati”. Il colloquio con Alessandra mi porta a spostare l’attenzione dalla burocrazia e dai mille “problemi” (o presunti tali) che affrontiamo ogni giorno, alla povertà di cui soffrono centinaia di milioni di individui in Africa. Diritti e servizi per noi elementari non lo sono per loro: i medici sono merce rara e i farmaci ancora di più, ma ci sono persone, come Alessandra, che cercano di dare delle risposte, magari piccole, ma certamente importantissime. Anche noi possiamo fare la nostra parte per sentire un bimbo di Ipogolo che ci dice “asante sana”, grazie mille. Valerio Cimino 7 - aprile 2004