Corriere della Sera - Il padre dell`Lsd: «Tradito dagli hippie»

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25.01.2006 15:27 Uhr
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Lo scienziato svizzero: in famiglia l’ha provato solo mia moglie
Il padre dell'Lsd: «Tradito dagli hippie»
Albert Hofmann, 100 anni: ora più controlli sull’uso
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NEW YORK - Era un
tiepido lunedì d’aprile
quando Albert Hofmann
uscì dalla sua casa vicino
a Baden per un giro in
bici: poco prima di salire
in sella, aveva assunto
una piccola dose di una
sostanza cui stava
lavorando da qualche tempo. Il risultato fu «una
pedalata fantastica, una giornata indimenticabile». Il
dottor Hofmann si era fatto il primo «viaggio» a bordo
della droga che avrebbe cambiato la storia culturale dei
trent’anni seguenti: l’Lsd. Il ciclista Albert Hofmann
mercoledì compie cento anni e nella sua Svizzera, ma
anche in molti circoli medici americani, si preparano a
celebrarlo degnamente, perché l’acido lisergico, prima
di trasformarsi in simbolo d’evasione per un’intera
generazione, fu soprattutto un eccellente rimedio
psichiatrico.
A quasi 53 anni da quel lunedì, Hofmann ha
avuto il tempo per analizzare le conseguenze della sua
scoperta. E non si può dire che sia euforico. «Il modo
in cui l’Lsd viene distribuito nel mondo è criminale. Già
nel 1950 scrissi che si trattava di una sostanza molto
potente, che avrebbe potuto servire a un ottimo scopo
in medicina, se somministrato secondo rigidi criteri.
Invece si è sempre cercato di spingerlo nel sottobosco
delle sostanze illegali. Oggi avrebbe senso parificarlo
alla morfina». Il professor Hofmann ce l’ha, tra gli altri,
con i guru del movimento hippie che accusa di aver
letteralmente «sequestrato» la sua creatura. E con uno
di loro in particolare, lo piscologo di Harvard Thimothy
Leary, che ha sempre considerato l’Lsd uno strumento
indispensabile di crescita «spirituale». Lo stesso
Hofmann, dopo il primo accidentale «viaggio», invitò lo
scrittore tedesco Ernst Jünger, celebre per aver
sperimentato la mescalina, per proporgli una dose in
coppia: 0,05 grammi furono sufficienti per «il primo
esperimento psichedelico della storia. Riuscì bene. Ne
feci molti altri, per scopi di ricerca. Alcuni anche
piuttosto brutti. Poi terminai il mio lavoro e con l’Lsd
ho chiuso. Quello che è accaduto dopo non mi riguarda.
Sono lieto del fatto che per tanti anni l’Lsd sia servito
alla medicina». Quello a cui è servito dopo è scritto nei
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/01_Gennaio/07/lsd.shtml
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25.01.2006 15:27 Uhr
alla medicina». Quello a cui è servito dopo è scritto nei
romanzi e nella storia del pop, più che nei tomi di
medicina. L’Lsd, legale negli Usa fino al 1967, ebbe un
buon numero di sostenitori.
Un successo nato a San Francisco, grazie al
predicatore Al Hubbard, che ne distribuiva quantità
industriali nel suo circolo di artisti, e ai festini di Ken
Kesey (l’autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo ), a
cui partecipavano rockstar come Jefferson Airplane e
Grateful Dead. Ma l’Lsd fu soprattutto la droga della
Beat generation: William Borroughs e John Kerouac
hanno reso Lsd, pejote e benzedrina gli elementi
leggendari di un’epoca. L’uso di acido lisergico diminuì
drasticamente negli anni ’70 grazie ad una dura
campagna repressiva della Cia. Una decina di anni fa,
nelle grandi città americane, l’Lsd era riapparso, alla
stregua di certi pantaloni vintage ; ma la gamma di
droghe sintetiche oggi disponibili lo rende un prodotto
fuori dal mercato. Hoffman, che vive in Svizzera con la
moglie («oltre a me, l’unica in tutta la famiglia che ha
avuto la voglia di provare un viaggio»), otto nipoti e sei
pronipoti, dice di non aver provato Lsd negli ultimi
cinquant’anni, ma non esclude un ultimo «viaggetto»:
«Prima di morire, se dovessi soffrire, me ne farei
somministrare una dose. Come fece lo scrittore Aldous
Huxley, malato di cancro». Riccardo Romani
Riccardo Romani
08 gennaio 2006
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