Case Study 1 HIPST – FST 1. Titolo: La scoperta dell`elettricità

Transcript

Case Study 1 HIPST – FST 1. Titolo: La scoperta dell`elettricità
Case Study 1 HIPST – FST
1. Titolo: La scoperta dell’elettricità dinamica e la trasformazione delle comunicazioni a distanza
2. Autore e istituzione:
Autore del testo: Silvana Barbacci, Fondazione Scienza e Tecnica, Firenze; progettazione attività:
Silvana Barbacci, Annalisa Bugini, Paolo Brenni, Anna Giatti
e-mail: [email protected][email protected][email protected]
3. Abstract:
Il case study che viene descritto in questo documento riguarda un progetto di didattica e
comunicazione realizzato presso la Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze, centrato sulle prime
applicazioni pratiche delle scoperte dell’elettrodinamica e dell’elettromagnetismo.
Il progetto, rivolto agli studenti e agli insegnanti della scuola secondaria di secondo grado, è legato,
per i contenuti affrontati, a una sezione specifica della collezione di strumenti del Gabinetto di Fisica
della Fondazione. E’ stato elaborato e realizzato da un gruppo di lavoro interdisciplinare prima in una
versione prototipale (a.s. 2007/08) e ripetuto - affinato a seguito di un processo di valutazione - l’anno
successivo (a.s. 2008/09) nel contesto di HIPST.
Il progetto è costituito da una sezione seminariale, rivolta agli insegnanti, e da un modulo didattico di
carattere narrativo-sperimentale rivolto agli studenti. Scopo principale del progetto è quello di
ricostruire un quadro articolato che contestualizzi le basi dell’elettrodinamica e le sue prime
applicazioni tecniche nella dimensione storico-sociale, stimolando una comprensione di alcune
applicazioni pratiche di fenomeni fisici legati alla realtà di tutti i giorni.
Dal punto di vista storico, il progetto riguarda un arco temporale che va dalla fine del Settecento fino
agli anni Sessanta dell’Ottocento.
Dal punto di vista curricolare, è legato al programma svolto nelle scuole superiori di secondo grado, in
particolare nella quinta classe o in classi inferiori in caso di indirizzi sperimentali.
Il progetto si lega alla sezione di elettromagnetismo dei programmi di fisica e si propone di costituire
un’integrazione e un ampliamento di visione attento agli aspetti storico-sociali che a scuola,
prevalentemente per ragioni di tempo, di impostazione dei programmi ministeriali e per ragioni di
formazione degli insegnanti di fisica (normalmente di carattere strettamente scientifico), non vengono,
in generale, proposti.
Dal punto di vista pedagogico il modulo didattico, che come tutte le attività del progetto viene svolto
presso la sede della Fondazione Scienza e Tecnica, si distanzia da un tipo di insegnamento “topdown” o di lezione frontale. E’ condotto da un facilitatore, ha una struttura interattiva, ibrida tra il
“narrativo” e lo “sperimentale” e si propone di coinvolgere i ragazzi facendoli diventare “protagonisti”
del laboratorio e non lasciandoli, così, in una dimensione esclusivamente di ascolto. L’intento è quello
di stimolare la curiosità e invitare alla partecipazione attiva e cooperativa anche attraverso lo
svolgimento di esperimenti in gruppi.
Una rilevanza particolare dal punto di vista di ampliamento dello scenario di apprendimento, assume il
fatto di lavorare in un ambiente extra-scolastico e particolare come quello della sede di una collezione
di strumenti storici, dove più facilmente si riesce a far percepire la dimensione “materiale” della
scienza, del suo sviluppo e delle sue applicazioni nel corso del tempo, cioè del fatto che la scienza
non ha uno sviluppo lineare e univoco, ma ha una storia complessa fatta di lavoro non solo teorico ma
anche pratico che si sviluppa attraverso prove, errori e correzioni spesso necessari prima di arrivare a
risultati consolidati e universalmente accettati. Anche per questo è stato previsto che il modulo
didattico venga arricchito dalla presentazione ai ragazzi di strumenti scientifici storici che sono una
testimonianza concreta di questa complessità.
La parte di progetto più strettamente rivolta agli insegnanti è stata realizzata attraverso seminari volti a
offrire strumenti culturali e conoscenze extra-curricolari da poter riutilizzare a scuola con i ragazzi
rielaborando gli spunti offerti dall’attività di laboratorio svolta presso la Fondazione.
L’intero set di attività si conclude con una valutazione finale attraverso un incontro con gli insegnanti
per la verifica degli eventuali vantaggi ricevuti per l’arricchimento della loro pratica didattica e
dell’impatto del progetto sugli studenti.
4. Descrizione del Case Study (Description of case study):
Il progetto “La scoperta dell’elettricità dinamica e la trasformazione delle comunicazioni a distanza” si
è concretizzato in un set di attività di comunicazione e didattica rivolte agli studenti e agli insegnanti
della scuola superiore di secondo grado, legate a parte del contenuto della sezione “elettricità e
magnetismo” della collezione del Gabinetto di Fisica della Fondazione Scienza e Tecnica.
Tra gli interessi principali nell’elaborazione dell’intero progetto, composto di una parte seminariale per
gli insegnanti e di un modulo didattico per gli studenti, vi è quello di far emergere alcune delle
interconnessioni esistenti tra la “storia della scienza” e la “storia sociale” dell’uomo.
Per la costruzione del modulo didattico si è scelto di partire da un “punto chiave” per la collezione del
Gabinetto di Fisica e allo stesso tempo legato a due degli argomenti fondamentali affrontati nei corsi di
fisica delle scuole secondarie di secondo grado: l’elettromagnetismo e l’elettrodinamica. Non in senso
generale, ma piuttosto puntando lo sguardo sull’inizio della loro “storia” applicativa che partendo
dell’invenzione della pila si sviluppò in seguito agli esperimenti di Oersted e Ampère (azioni correntimagneti) che dettero l’occasione per immaginare usi molto concreti delle proprietà dell’”elettricità in
movimento”. Tra questi, l’invenzione del telegrafo, che provocò una “rivoluzione” nel campo delle
comunicazioni e contribuì in modo sostanziale a modificare la storia sociale dell’uomo.
Per quanto riguarda il modulo didattico rivolto ai ragazzi, questo prevede un’introduzione volta a
spiegare “perché” ha luogo presso la collezione del Gabinetto di Fisica con una breve sintesi della sua
storia, iniziata con la costituzione dell’Istituto Tecnico Toscano nel 1850. Poi, a partire da un problema
appartenente alla quotidianità, proposto dal facilitatore ai partecipanti, si “torna” indietro nel tempo a
esplorare alcuni dei punti principali della storia dell’elettrodinamica: dall’invenzione della pila (1800,
Volta), alla scoperta dell’azione correnti – magneti, alle prime applicazioni pratiche (galvanoscopio –
galvanometro – elettromagnete) per passare all’invenzione del telegrafo che dette un impulso
fondamentale allo sviluppo delle ferrovie (a cui si lega il problema della definizione dell’ora standard)
fino ad arrivare alla telegrafia sottomarina che promosse uno sviluppo straordinario delle
comunicazioni (includendo quelle oltreoceano e con le colonie).
Dal punto di vista pedagogico il modulo per gli studenti, della durata di due ore e condotto da un
facilitatore, è basato su un approccio narrativo-sperimentale: all’interno di un racconto volto a
introdurre ai ragazzi il quadro storico in cui certe scoperte scientifiche sono avvenute, le relative
applicazioni tecniche si sono sviluppate e le conseguenti ricadute sulla società si sono prodotte, i
ragazzi stessi hanno a disposizione momenti “sperimentali” in cui si mettono alla prova conducendo
esperimenti suggeriti dal filo narrativo del laboratorio stesso, sulla base di indicazioni accennate e
facendo uso di “materiale povero” messo loro a disposizione.
Più nello specifico, durante la narrazione, che è accompagnata da proiezioni di diapositive, si aprono
quattro momenti “sperimentali” in cui ai ragazzi viene proposto di risolvere alcuni problemi pratici.
Questo per invitarli a “ingegnarsi” e creare semplici strumenti tecnici per risolvere questioni concrete e
non essere semplici utilizzatori passivi della tecnologia. Durante e a conclusione del laboratorio
vengono mostrati alcuni strumenti scientifici originali della collezione.
5. Background storico (Historical and philosophical background including nature of science):
Sia il modulo didattico per gli studenti che i seminari di approfondimento per gli insegnanti, pur con
modalità di realizzazione del tutto diverse tra loro, riguardano, dal punto di vista storico, un periodo
temporale cha va dalla fine del Settecento fino agli anni Sessanta dell’Ottocento. In particolare ci si
sofferma sugli studi di Galvani sulle rane e l’invenzione della pila da parte di Volta (1800), che
rappresenta la prima possibilità concreta di avere a disposizione un’”elettricità” dinamica. Si introduce
l’avvio della storia dell’elettrodinamica e le sue prime applicazioni pratiche: l’elettrochimica (a partire
dal contributo di Carlisle e Nicholson che, nel 1800 stesso, decompongono l’acqua nei suoi elementi
costitutivi, idrogeno e ossigeno); le applicazioni all’elettroterapia (per la – più o meno presunta - cura
delle più disparate malattie: disturbi motori, paralisi, ulcere, sordità, pazzia, …); la galvanoplastica e
galvanostegia, tecniche che si sviluppano a partire dagli Trenta dell’Ottocento, e che, permettendo di
riprodurre in serie oggetti metallici (vasellame, posate, candelabri, oggetti decorativi in genere…)
oppure di ricoprirli con metalli preziosi, attuano una vera e propria trasformazione sociale. Infatti
oggetti che per secoli erano stati esclusivo privilegio dell’aristocrazia, vengono a essere facilmente a
disposizione anche della classe borghese.
Si passa poi all’esperimento di Oersted (1820) che fornisce per la prima volta prova del legame tra
elettricità e magnetismo, spesso ipotizzato ma mai dimostrato. Si fa riferimento ai contributi teorici di
grande rilievo (Ampère, Biot-Savart, Arago, Farday…) che da quell’esperimento prendono il via, e si
introduce l’applicazione pratica che si rivelerà di portata rivoluzionaria per le ripercussioni che avrà nei
più svariati settori: il telegrafo elettrico. Questo infatti produce una trasformazione epocale nelle
comunicazioni a distanza. Il sistema di telecomunicazione più veloce implementato fino a allora era
stato il telegrafo ottico, inventato dai fratelli Chappe, in Francia. Pur trattandosi di un sistema
ingegnoso, manteneva forti limitazioni nelle possibilità concrete di trasmissione e nella velocità. E’
invece col brevetto del telegrafo a ago da parte di Cooke e Wheatstone (1837), la costruzione delle
prime linee telegrafiche, la successiva evoluzione nel codice di comunicazione introdotta da Morse e
Vail con i loro apparecchi e la prima costruzione di linea telegrafica basata su questo nuovo sistema
(1838) che la storia delle comunicazioni ha un completo rivolgimento con ripercussioni sull’economia e
i commerci, i trasporti, l’ambito militare e la politica, la stampa, le comunicazioni nel quotidiano tra
privati cittadini e così via. Tra i vari mutamenti collegati allo sviluppo dalla telegrafia vale la pena citare
l’introduzione dell’ora standard e lo sviluppo del traffico ferroviario.
La telegrafia sottomarina, grande sfida economico-tecnologica per gli uomini dell’Ottocento,
costituisce, successivamente, un ulteriore fattore di cambiamento che porterà alla massima
espansione delle comunicazioni telegrafiche via cavo a partire dalla metà degli anni Sessanta
dell’Ottocento.
Dietro a questo scenario in rapido movimento, vale la pena individuare alcuni aspetti inerenti la natura
della scienza, in particolare relativi alle trasformazioni che avvengono, durante la prima metà
dell’Ottocento nel modo di fare scienza e nei rapporti scienza-tecnologia-società.
Punto centrale è la progressiva specializzazione delle scienze, che emerge nel Diciannovesimo
secolo. Questo produce, come conseguenza più evidente, l’allontanamento della ricerca scientifica
dalla società. Il “pubblico” ottocentesco inizia a poter avere accesso ai risultati della ricerca scientifica
solo attraverso forme mediate di carattere divulgativo, le esposizioni (nel 1851, tra l’altro, viene
organizzata, a Londra, la prima esposizione universale, anche come espressione celebrativa delle
conquiste della scienza e della tecnica) e i musei.
Le scienze naturali diventano sempre più accessibili solo a gruppi ristretti di persone in quanto
presuppongono un’educazione tecnico-scientifica molto avanzata. La nuova caratterizzazione delle
università ottocentesche emargina progressivamente la figura dell’erudito o del dilettante, tipica della
cultura scientifica del secolo precedente, promuovendo la “professionalizzazione” della figura dello
scienziato.
Si trasformano i rapporti tra scienza e politica: Napoleone è il primo sovrano a intuire l’utilità politica,
oltre che strategica, delle scienze. Vede lo scienziato come un tecnocrate che applicando il metodo
scientifico – in particolare quello delle scienze esatte - all’amministrazione dello Stato ne garantisce
efficienza e prosperità.
In un quadro complessivamente celebrativo della scienza, alimentato dalla filosofia positivista che
trionfa nell’Ottocento, gli scienziati tolgono, nel giro di qualche decennio, il predominio culturale ai
letterati e ai filosofi. Lo stesso Comte, fondatore del Positivismo, ritiene che il pensiero scientifico sia in
grado di promuovere una completa trasformazione della società.
Nell’Ottocento si trasformano ulteriormente i rapporti tra scienza e tecnologia. Queste, alleate con il
potere industriale, vengono celebrate nelle grandi esposizioni universali. Il valore di una scoperta
scientifica tende a essere sempre più misurato sulla base della sua applicabilità su larga scala alla
produzione di soluzioni tecnologiche innovative, e sulla base di trarre da queste profitto economico.
Un altro cambiamento riguarda la figura dell’inventore, che già intorno al 1840 non è più, come in
larga parte accadeva prima, uno scienziato. Comincia a profilarsi la figura del tecnico a volte
autodidatta che dà vita a una propria impresa commerciale per elaborare e trarre vantaggio
economico della proprie invenzioni. Esempi sono quelli di Cooke e Morse e successivamente altri
tecnici-imprenditori come Siemens, Edison, Eastman, Marconi. Questi hanno in comune il fatto di non
possedere una formazione scientifica accademica. Dotati di grande inventiva e di spirito
imprenditoriale esplorano nuovi orizzonti della tecnologia che spesso sviluppano con applicazioni e
apparecchi che non derivano da un quadro scientifico e teorico ben definito ma anzi lo precedono.
Inoltre, modo innovativo, cercano un possibile uso commerciale delle proprie invenzioni agendo anche
in ambito finanziario. Non sono necessariamente alla ricerca del riconoscimento accademico ma
tendono a accomunare alla loro attività di inventori, e di tecnologi anche quella di imprenditori.
6. Target group, rilevanza curricolare e beneficio didattico (Target group, curricular relevance
and didactical benefit):
Il progetto “La scoperta dell’elettricità dinamica e la trasformazione delle comunicazioni a distanza” è
rivolto prevalentemente a studenti dell’ultimo anno della scuola superiore di secondo grado, salvo
classi sperimentali in cui gli argomenti di fisica inerenti elettricità e magnetismo sono anticipati negli
anni scolastici precedenti.
I concetti scientifici su cui più si insiste nel modulo didattico riguardano le basi dell’elettrochimica (a
partire dalla costruzione della pila), le interazioni correnti-magneti e le applicazioni tecnologiche di
queste proprietà nell’ambito delle telecomunicazioni. Vengono inoltre offerti alcuni spunti di riflessione
su corrispondenze tra la telegrafia e le telecomunicazioni contemporanee (internet e comunicazioni
digitali): per esempio l’uso dei codici per la compressione dei segnali di trasmissione, la crittografia,
ecc..
E’ stato verificato, attraverso la fase di valutazione del progetto, che l’interesse degli studenti è
particolarmente stimolato dalla prospettiva interdisciplinare su cui questa attività è impostata, dalla
possibilità di fare esperimenti (si tenga conto del fatto che in molte scuole, spesso
l’attività di
laboratorio è estremamente limitata, quando non del tutto assente) e di avere un “contatto diretto” con
oggetti storici (come pile ottocentesche, oggetti prodotti con tecniche di galvanoplastica o
galvanostegia, telegrafi dell’Ottocento, pezzi di cavo sottomarino per comunicazioni telegrafiche…) e
dalla possibilità di lavorare per gruppi e svolgere quindi attività cooperative.
7. Attività, metodi e “media” per l’apprendimento (Activities, methods and media for learning):
La principale attività offerta ai ragazzi è quella del modulo didattico stesso. Questo propone sia un
racconto di carattere storico, supportato dall’uso di un Power Point per le immagini, sia l’apertura di
spazi di sperimentazione. I ragazzi divisi in gruppi costruiscono la pila e ne verificano il funzionamento,
ripetono l’esperimento di Oersted sull’interazione corrente-magneti, simulano comunicazioni di
telegrafia ottica, costruiscono un modellino di telegrafo Morse e sperimentano “telecomunicazioni”
attraverso di esso. Il modulo didattico non prevede di entrare mai nel merito di questioni matematicoteoriche, che vengono trattate a scuola.
Alla fine del laboratorio ai ragazzi viene distribuita una scheda che riassume la traccia storica che fa
da filo conduttore del laboratorio stesso. Il personale della Fondazione che ha lavorato al progetto
rimane a disposizione degli insegnanti e degli studenti fino alla fine dell’anno scolastico in caso di
necessità di ulteriori approfondimenti, cosa che si è resa utile nei casi di ragazzi che hanno preparato
la “tesina” dell’esame di maturità su uno degli aspetti affrontati durante il laboratorio.
Agli insegnanti vengono dedicati due seminari: il primo anticipa, in forma ampliata, gli aspetti storicosociali che sono alla base del modulo didattico rivolto agli studenti. Il secondo invece prevede
un’introduzione e visita al Gabinetto di Fisica, in particolare alla sezione di “Elettricità e magnetismo”,
un’introduzione alla “lettura degli oggetti”, e la realizzazione di un esperimento di galvanostegia,
ripetibile a scuola, come esempio di un’applicazione pratica dell’elettricità fornita dalla pila. L’esercizio
di “lettura degli oggetti” cerca di stimolare la capacità di trarre da apparecchi o strumenti (considerati
nel corso dei seminari) informazioni che non necessariamente si ritrovano nei testi ma che si possono
desumere soprattutto da un attento esame diretto (ed esempio: forme, materiali, particolarità tecniche
ecc.).
8. Ostacoli per l’insegnamento e l’apprendimento:
Quanto agli ostacoli per l’insegnamento e l’apprendimento, va sottolineato che, essendo il modulo per
gli studenti un’attività di didattica non formale, è richiesto da parte di chi lo propone la capacità
personale di guidare un gruppo più come un facilitatore che come un insegnante che tiene una
classica lezione frontale. E’ necessario poi che chi conduce il gruppo abbia, oltre alle necessarie
conoscenze scientifiche di base, anche conoscenze di carattere interdisciplinare, in particolare storico,
che gli permettano di proporre appropriatamente la narrazione. I riferimenti bibliografici riportati al
punto 11, offrono un buon punto di partenza per approfondimenti in questa direzione.
Per quanto riguarda gli studenti, anche se l’attività è dedicata a ragazzi di classi che affrontano
l’argomento dell’elettromagnetismo durante il corso dell’anno scolastico, si è potuto concludere che
l’attività è facilmente fruibile indipendentemente dal possesso di conoscenze scientifiche sugli
argomenti specifici. Per quanto riguarda il versante storico, la non conoscenza di certi legami tra
sviluppo scientifico e sviluppo storico-sociale, non risulta costituire un ostacolo per l’apprendimento,
bensì uno stimolo alla curiosità.
Più in generale, si riportano di seguito i risultati principali della riunione di valutazione sull’efficacia
didattica del progetto, così come sono emersi da un’indagine qualitativa svolta attraverso la riunione di
fine anno con gli insegnanti.
Durante questa è stato sottolineato il valore del progetto per la sua caratteristica di contestualizzare le
scoperte della fisica o le innovazioni tecnologiche nel quadro di sviluppo temporale in cui sono state
realizzate. E’ stata evidenziata la capacità del laboratorio di suscitare un esplicito interesse dei ragazzi
e in diversi casi è stata rilevata una maggiore richiesta di assegnamento di “tesine" in fisica da
preparare per l’esame di maturità, da parte degli studenti delle classi che avevano partecipato a
questo progetto. E’ stato sottolineato che molto spesso l’impatto dei ragazzi con la fisica a scuola è
piuttosto negativo perché si traduce nella delusione per “qualcosa” che si suppone dovrebbe
descrivere la realtà e invece rimane in un ambito molto teorico e astratto e spesso poco comprensibile
e generalmente staccato da ogni esperienza quotidiana. A fronte di questa osservazione a maggior
ragione un’attività come quella descritta in questo case study, ha un impatto rilevante sui ragazzi
perché propone un approccio diverso alla materia, più interdisciplinare, attento a connessioni
interessanti fra campi diversi, e più legato alla dimensione pratico-sperimentale. Risulta importante, a
giudizio di vari insegnanti, il fatto di proporre, prima di presentare ai ragazzi una definizione o una
formula, un avvicinamento ai concetti della fisica diverso e più legato allo sviluppo storico e umano ai
problemi. E anche in questo senso, il laboratorio sviluppato presso la Fondazione costituisce una
proposta di variazione di prospettiva a supporto della pratica didattica a scuola.
Un altro aspetto rilevante osservato da diversi insegnanti è quello della stimolazione alla cooperazione
tra i ragazzi avvenuta anche in casi di classi problematiche dal punto di vista delle relazioni interne tra
gli studenti. Infatti, proprio per come è stato pensato, il laboratorio permette ai ragazzi di lavorare
insieme alla risoluzione di problemi pratici, di usare sia la “testa che le mani” e di fare un lavoro di
gruppo, in modo piuttosto diverso da quello che avviene nella quotidianità della scuola. Soprattutto
con attenzione alla dimensione “materiale” così tanto trascurata in una scuola come quella italiana in
cui oltre a un predominio culturale delle materie umanistiche permane tuttora un predominio
dell’approccio teorico anche in discipline, come la fisica, dove la dimensione pratica e sperimentale
hanno un ruolo fondamentale.
Dal punto di vista dei temi trattati non si rilevano particolari difficoltà per l’apprendimento da parte dei
ragazzi. Piuttosto gli insegnanti sottolineano che i ragazzi tendono a avere sempre più memoria a
breve termine e quindi, anche rispetto a questo fatto, poter riproporre più frequentemente, con moduli
differenziati per tematiche affrontate, l’attività di laboratorio con gli stessi studenti, ne renderebbe
l’efficacia molto più incisiva.
9. Abilità pedagogiche
Come già evidenziato nei precedenti paragrafi, il modulo per gli studenti si presenta come un’attività
didattica di tipo informale. Avviene in un setting diverso da quello scolastico (nella fattispecie una
collezione di strumenti scientifici storici) e il facilitatore che la guida deve avere doti di carattere
personale per la conduzione di un gruppo che non solo si desidera coinvolgere in una narrazione ma
anche stimolare allo sviluppo di esperienze pratiche. Quindi l’abilità pedagogica richiesta è quella di
saper tenere l’attenzione viva, saper coordinare il gruppo e fare in modo che i ragazzi si sentano liberi
di esprimere le loro idee, proposte e domande senza che si sentano giudicati, bensì possano lavorare
in uno spazio aperto e pronto a accogliere le loro sollecitazioni. E’ necessario inoltre che il facilitatore
abbia la capacità di favorire il lavoro cooperativo dei ragazzi.
Nelle sezioni in cui i ragazzi diventano protagonisti, costruendo i propri esperimenti, è necessario
mettere a loro disposizione una serie di materiali (la scelta è stata quella di utilizzare materiali poveri)
come dischetti di zinco, rame e cotone, appositi supporti in legno, vaschette in cui preparare la
soluzione con sale e acqua, per costruire la pila; magneti, fili elettrici e bussole per replicare
l’esperimento di Oersted; schede con una tabella di codifica per simulare il telegrafo ottico; tasto
telegrafico, lampadina, filo elettrico e pila per simulare un sistema trasmissione/ricezione con codifica
Morse.
Gli studenti alla fine del laboratorio ricevono una scheda di approfondimento storico, allegata in
appendice a questo case study.
10. Evidenza nella ricerca
Il lavoro di ricerca svolto per l’implementazione del progetto è stato orientato a intrecciare i punti di
interesse dell’attività scolastica con quelli dell’attività di valorizzazione di collezioni storiche, in modo
tale da rendere i risultati utili per tutti i soggetti coinvolti. Questo lavoro di ricerca è stato sviluppato
attraverso gli incontri tra lo staff della Fondazione Scienza e Tecnica, gli insegnanti coinvolti nel
progetto e esperti in comunicazione della scienza.
Quanto alle principali osservazioni comunicate dagli insegnanti sui riflessi della partecipazione al
progetto presentato in questo case study nella pratica di insegnamento a scuola, si faccia riferimento
al paragrafo 8.
11. Approfondimenti:
Di seguito alcuni suggerimenti bibliografici per ulteriori approfondimenti:
[1] AA.VV., La Télégraphie Chappe, FNARH, 1993
[2] W. Beck, I telegrafi Chappe sulla costa adriatica, in Archivio per la storia postale, comunicazioni e
società. Anno III, n. 7-9, gennaio – dicembre 2001
[3] Joseph Ben-David, Scienza e società. Uno studio comparato del ruolo dello scienziato, Il Mulino,
1975
[4] Marco Beretta, Storia materiale della scienza – Dal libro ai laboratori, Bruno Mondadori, 2002
[5] Paolo Brenni, La nascita di un Laboratorio moderno. Il Gabinetto di Fisica dell’Istituto tecnico
toscano, in Franco Gravina (a cura di), Le meraviglie dell’ingegno, Ponte alle Grazie, 1990
[6] Paolo Brenni, Introduzione in Gli strumenti di Fisica dell’Istituto Tecnico Toscano/Elettricità e
Magnetismo, Fondazione Scienza e Tecnica, Le Lettere, 2000
[7] Paolo Brenni, Dal Crystal Palace al Palais de l’Optique: la scienza alle esposizioni universali:
1851-1900 in
Alexander C. T. Geppert, Massimo Baioni (a cura di), Memoria e Ricerca
Esposizioni in Europa fra Otto e Novecento. Spazi, organizzazione, rappresentazioni n. 17/2004,
Franco Angeli
[8] Urbano Cavina, Carlo Matteucci, padre della telegrafia italiana, Archivio per la storia postale, n.
16-18, gennaio-dicembre 2004
[9] Urbano Cavina, L’arma segreta di Napoleone: la ” telegrafia” di Chappe, Archivio per la storia
postale, N. 19-21, gennaio-dicembre 2005
[10] Gildo Cesco-Frare, Punto e linea – Il mio rapporto con il telegrafo, in Archivio per la storia
postale, n. 13 maggio 2003
[11] Gabriele Falciasecca – Andrea Vico, Dal tam tam al telefonino, Editoriale Scienza, 1997
[12] Simone Fari, La tecnologia che corre sul filo. Il cambiamento tecnologico nei primi trent’anni
dell’esperienza telegrafica italiana fra successi e difficoltà in Andrea Giuntini (a cura di) Sul filo
della comunicazione – La telegrafia nell’Ottocento fra economica, politica e tecnologia, Quaderni
di storia postale, n. 28, ottobre 2004
[13] Simone Fari, Le vie del telegrafo. Linee telegrafiche e ferrovie italiane nel corso dell’Ottocento,
Archivio per la storia postale, n. 22-23, gennaio-agosto 2006
[14] Louis Figuier, Les grandes inventions modernes dans les sciences, l’industrie et les arts,
Hachette, Paris, 1876
[15] Patrice Flichy, Storia della comunicazione moderna, Baskerville, Bologna, 1994 – versione
originale: Patrice Flichy, Une Histoire de la communication moderne. Espace public e vie privée,
La Decouverte, Paris, 1991
[16] Franco Foresta Martin, Dall’ambra alla radio, Editoriale Scienza, Trieste, 2002
[17] Anna Giatti e Stefania Lotti (a cura di), Le stanze della scienza. Le collezioni dell’Istituto Tecnico
Toscano a Firenze – Fondazione Scienza e Tecnica, Artigraf, 2006
[18] Guido Gori, L’Accademia delle Belle Arti e l’Istituto Tecnico Toscano 1809-1859, in Anna Giatti e
Mara Miniati (a cura di), L’acustica e i suoi strumenti, La collezione dell’Istituto Tecnico Toscano,
Giunti, 2001
[19] Andrea Giuntini, Il potere dei cavi. Le telecomunicazioni sottomarine nel Mediterraneo in Andrea
Giuntini (a cura di) Sul filo della comunicazione – La telegrafia nell’Ottocento fra economica,
politica e tecnologia, Quaderni di storia postale, n. 28, ottobre 2004
[20] Amédée Guillemin, Les applications de la physique aux sciences, a l’industrie et aux arts,
Hachette, 1874
[21] Luca Novelli, Volta e l’anima dei robot, Editoriale Scienza, 2002
[22] Marco Piccolino, Marco Bresadola, Rane, torpedini e scintille – Galvani, Volta e l’elettricità
animale, Bollati Boringhieri, Torino, 2003
[23] Margareth Rowbottom – Charles Susskind, Electricity and Medicine, History of their interaction,
San Francisco Press, San Francisco, 1984
[24] Tom Standage, The Victorian Internet, Walker and Company, New York, 2007
[25] Donatella Ventimiglia, James Trollope, Serao, Scanabissi: Il fascino del telegrafo, Archivio per la
storia postale, n. 12 dicembre 2002
[26] Alessandro Volta, On the Electricity excited by the mere Contact of conducting Substances of
different kinds, Università degli Studi di Pavia, Hoepli, 1999
12. Documenti:
In allegato viene fornita copia dei materiali originali prodotti per il progetto “La scoperta dell’elettricità
dinamica e la trasformazione delle comunicazioni a distanza”:
-
Slide in Power Point usate a supporto della narrazione durante il modulo didattico
-
Scheda di integrazione al modulo didattico stesso
-
Scheda di documentazione fotografica del laboratorio