scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
Transcript
scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
SCENARIO SANITA' NAZIONALE Rassegna Stampa del 01 dicembre 2014 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE SCENARIO SANITA' NAZIONALE 29/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Sono 11 le morti sospette per i vaccini 9 29/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Vaccini, salgono a undici le morti sospette «Possibili altri ritiri» 11 29/11/2014 Corriere della Sera - Roma Ha la bronchite, le recidono un'arteria e muore La clinica San Raffaele finisce sotto indagine 12 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Vaccini, Lorenzin attacca le Regioni 13 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale I dossier spediti anche 15 giorni dopo Ma chi sfora non viene sanzionato 15 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Ebola, il medico sta peggiorando «È solo l'effetto del nuovo farmaco» 17 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Giornata mondiale contro l'Aids C'è ancora molto da fare 18 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale LA TERAPIA FAMILIARE E IL SUO RUOLO 19 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Una nuova via per la fibrosi cistica 20 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale I maggiori progressi nelle pediatrie e contro il dolore 22 30/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale Il pieno rispetto dei malati è un traguardo ancora lontano 23 30/11/2014 Corriere della Sera - Roma Psicosi Fluad, screening sui vaccinati Inchiesta per l'allarme dato in ritardo 24 01/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale Non lasciamoci vincere dalla paura 25 01/12/2014 Corriere della Sera - Milano Anfetamine e farmaci proibiti «Aids, aumentano i contagi con la moda delle feste Mtv» 28 01/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale Vaccini, 13 i casi sospetti Due settimane per i test 29 01/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale È ancora raccomandata l'iniezione antinfluenzale? 31 01/12/2014 Corriere della Sera - Nazionale Ottantamila scatole di farmaci donate ai bimbi bisognosi 32 01/12/2014 Corriere della Sera - Roma «Vaccino, nel Lazio rischio minimo» 33 01/12/2014 Corriere della Sera - Roma Virus Ebola, ore di attesa allo Spallanzani Stabili le condizioni del «paziente zero» 34 29/11/2014 Il Sole 24 Ore Guai ad alimentare sospetti sulle vaccinazioni 35 29/11/2014 Il Sole 24 Ore Nuove morti sospette, possibili altre sospensioni 37 30/11/2014 Il Sole 24 Ore Vaccini, salgono le morti sospette Lorenzin: primi test negativi 38 30/11/2014 Il Sole 24 Ore Mappa dei geni e nuovi farmaci 39 30/11/2014 Il Sole 24 Ore Primo laboratorio Pasteur 41 01/12/2014 Il Sole 24 Ore L'Agenda dei decreti legge 42 29/11/2014 La Repubblica - Nazionale Influenza, si allarga la paura vaccini In un giorno 9 morti sospette 43 29/11/2014 La Repubblica - Roma "Cosa mi ha iniettato?" Dai medici di base la psicosi dei pazienti 45 29/11/2014 La Repubblica - Nazionale "Pronti a chiedere i danni a Novartis il governo faccia verifiche a tappeto" 46 29/11/2014 La Repubblica - Nazionale "Basta allarmismi antidoto necessario l'influenza causa migliaia di decessi" 47 30/11/2014 La Repubblica - Bari Vaccino influenza psicosi tra i medici 48 30/11/2014 La Repubblica - Bologna Venti mesi in lista d'attesa per una piccola cisti 49 30/11/2014 La Repubblica - Firenze Vaccini, la Procura ordina il sequestro 50 30/11/2014 La Repubblica - Nazionale Ebola, grave il medico corsa per salvarlo con farmaci mai usati 51 30/11/2014 La Repubblica - Nazionale Nel call center che sfida la psicosi "Chiamano a migliaia così li rassicuriamo" 53 30/11/2014 La Repubblica - Roma Allarme vaccinazioni "Centinaia di pazienti telefonano per rinunciare" 55 30/11/2014 La Repubblica - Roma "Sbagliato alimentare false paure e sospetti Il pericolo è non prevenire" 56 30/11/2014 La Repubblica - Roma Aids, emergenza contagi a Roma "In quattro anni aumentati del 120%" 57 30/11/2014 La Repubblica - Torino La "breast unit" decolla Città della salute sfida l'ospedale di Veronesi 58 01/12/2014 La Repubblica - Firenze Rossi alla Lorenzin "Sui vaccini noi tempestivi" 59 01/12/2014 La Repubblica - Napoli Psicosi da morti sospette aumentano i pazienti in fuga dal vaccino 60 29/11/2014 La Stampa - Nazionale ATTENZIONE ALLE LEGGENDE METROPOLITANE 61 29/11/2014 La Stampa - Nazionale I medici contro l'effetto paura 62 29/11/2014 La Stampa - Nazionale L'esperto: "Nessuna paura, il nesso è solo temporale e il farmaco è incolpevole" 64 29/11/2014 La Stampa - Nazionale Il lessico famigliare delle vite inceppate 65 30/11/2014 La Stampa - Nazionale Vaccini, il ministro: "Regioni troppo lente nelle segnalazioni" 66 30/11/2014 La Stampa - Nazionale La gabbia dorata dove si produce il Fluad 68 30/11/2014 La Stampa - Nazionale Ebola, peggiora il paziente zero 69 30/11/2014 La Stampa - Torino Tumore al seno La Città della Salute riduce le attese 70 01/12/2014 La Stampa - Nazionale Il Piemonte cambia la dieta "Il pane va salato meno" 71 01/12/2014 La Stampa - Torino "Nessun veto, basta trovare la giusta misura" 73 29/11/2014 Il Messaggero - Nazionale Allarme vaccino undici morti «Sono coinvolti anche altri lotti» 74 29/11/2014 Il Messaggero - Nazionale Fluad, il Lazio ritira il prodotto inchiesta sulle vittime di Roma 76 30/11/2014 Il Messaggero - Nazionale Vaccini, Lorenzin «Dai primi test niente relazione con i decessi» 77 30/11/2014 Il Messaggero - Nazionale Anziani, allarme polmonite meno della metà protetti 79 30/11/2014 Il Messaggero - Roma Vaccino, dubbi dei medici dal 2012 80 30/11/2014 Il Messaggero - Nazionale «Ebola, è il mio momento peggiore» 81 01/12/2014 Il Messaggero - Nazionale Incubo Aids in Italia undici infettati al giorno 83 01/12/2014 Il Messaggero - Nazionale Aids, il pericolo non è passato in Italia undici infettati al giorno 84 01/12/2014 Il Messaggero - Roma Prescrivono cure inutili, otto medici a processo 85 01/12/2014 Il Messaggero - Ancona Busilacchi: nuovo Salesi e trasloco, ora certezze 86 29/11/2014 Il Giornale - Nazionale «Pronti a bloccare altri lotti del Fluad» 88 29/11/2014 Il Giornale - Nazionale QUANDO LA CURA CHE TI SALVA DIVENTA UNA PAURA CHE UCCIDE 89 29/11/2014 Il Giornale - Nazionale Scoperta italiana: sconfitto il dolore cronico 90 29/11/2014 Il Giornale - Nazionale Cure utili per il polmone 91 29/11/2014 Il Giornale - Nazionale La crescita dei feti e dei neonati dipende dall'ambiente oltre che dai geni 92 29/11/2014 Il Giornale - Nazionale Con iLife i check-up sono gratuiti Piena sicurezza per i familiari 93 30/11/2014 Il Giornale - Nazionale BASTA CON LE ASPIRINE CONTRO L'EBOLA ECONOMICA O LA VA O LA SPACCA 94 30/11/2014 Il Giornale - Nazionale Ebola, grave il medico italiano «Adesso una cura mai tentata» 95 30/11/2014 Il Giornale - Nazionale Vaccini, altri farmaci a rischio E il ministro accusa le Regioni 96 30/11/2014 Il Giornale - Nazionale «Tra 7 giorni sapremo se il Fluad è sicuro Ma la profilassi non può essere fermata» 98 30/11/2014 Il Giornale - Nazionale Farmacisti da 11 generazioni «Ma non smercio profilattici» 99 01/12/2014 Il Giornale - Nazionale Vaccino, altra morte sospetta Salgono a cinque le inchieste 102 29/11/2014 Il Fatto Quotidiano Entra in ospedale per bronchite, dopo 43 giorni il decesso 103 29/11/2014 Il Fatto Quotidiano L ' Agenzia del Farmaco tra guai giudiziari e affitti d ' oro 104 30/11/2014 Il Fatto Quotidiano Il medico salva-vita troppo bravo: retrocesso 106 30/11/2014 Il Fatto Quotidiano Vaccino Fluad: i decessi sospetti sono a quota 12 108 01/12/2014 Il Fatto Quotidiano Peggiora il medico di Emergency ricoverato per il virus Ebola 109 01/12/2014 Il Fatto Quotidiano Fluad, un altro decesso sospetto Rossi, Toscana: Lorenzin collabori 110 01/12/2014 Il Fatto Quotidiano Un alieno conquista la " superstar " dei nostri manicomi 111 29/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Chiude il centro prelievi, Latini: «In arrivo grossi disagi» 113 29/11/2014 Avvenire - Nazionale «Telemedicina, la marcia in più per l'Africa» 114 29/11/2014 Avvenire - Milano Donne maltrattate, a Varese l'aiuto trova spazio in ospedale 115 29/11/2014 Il Gazzettino - Venezia Dipendenza dalla droga Oltre 2000 pazienti in cura 116 30/11/2014 Il Gazzettino - Venezia «Bisogna ridurre le Ulss del Veneto» 117 30/11/2014 Il Gazzettino - Venezia Ospedale, il Consiglio boccia la Conferenza dei sindaci 118 01/12/2014 Il Gazzettino - Venezia «Andremo ad occupare l'ufficio di Luca Zaia» 119 30/11/2014 Libero - Nazionale Morti sospette e vaccino antinfluenza Governo e Regioni litigano sulle colpe 120 30/11/2014 QN - La Nazione - Firenze «Chi può aspetti un po' La campagna vada avanti » 121 01/12/2014 Corriere Economia Le nuove reti multidisciplinari per battere la crisi 122 30/11/2014 La Repubblica - Album Le frontiere della cura cannabis "di Stato" prodotta dai militari 123 29/11/2014 Gente Diffidate di chi dice non allattarlo 124 29/11/2014 Gente I macabri selfie dell'infermiera-killer 125 29/11/2014 Gente scommettere, vizio assurdo vite d'azzardo 126 29/11/2014 Il Pediatra Farmaci in pediatria La sperimentazione è un bene necessario 129 SCENARIO SANITA' NAZIONALE 94 articoli 29/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sono 11 le morti sospette per i vaccini Possibile il ritiro di altri lotti dell'antinfluenzale. Il primo allarme tre settimane fa Margherita De Bac Possibile il ritiro di nuove partite di vaccino antinfluenzale, mentre salgono a 11 le morti sospette e si moltiplicano le segnalazioni di decessi avvenuti a 48-72 ore dalla somministrazione di Fluad. Sono 500 mila le dosi ritirate perché potenzialmente dannose. Le morti sospette sono state registrate dal sistema di vigilanza dell'Agenzia nazionale del farmaco. I pazienti sarebbero deceduti dopo la profilassi. alle pagine 16 e 17 Il primo segnale è arrivato il 7 novembre. Un uomo colpito da infarto a distanza di un'ora dall'inoculazione di un vaccino, il Fluad, prodotto da Novartis. Sembrava un episodio isolato e sul momento non gli è stato dato peso eccessivo, tanto più che quel signore era anziano e non in buono stato di salute. Poi, a distanza di pochi giorni, altre due comunicazioni di allerta. Persone tra gli 80 e i 90 anni, in condizioni fragili. Anche loro avevano da poco fatto la profilassi antinfluenzale, secondo le raccomandazioni del ministero della Salute. Ieri le morti sospette attribuite al prodotto Novartis erano salite a undici. Un sospetto, un'ipotesi e basta. Ma tanto è bastato per ordinare l'immediato ritiro delle confezioni, suddivise in due lotti, un totale di 500 mila dosi. La campagna vaccinale per la stagione influenzale 2014-15 è in pieno svolgimento in tutta Italia con l'obiettivo, sempre meno verosimile, di raggiungere il 75% della copertura, vale a dire proteggere dai tre virus responsabili dell'epidemia alle porte i tre quarti della popolazione a rischio (anziani, personale sanitario, donne al 2° e 3° mese di gravidanza, bambini e adulti con patologie gravi). Non si poteva correre il pericolo di mettere a repentaglio altre vite, sebbene il nesso di casualità tra decessi e somministrazione del vaccino sia tutto da dimostrare. Ma cosa può essere accaduto? In quale momento della lavorazione si è verificato il presunto errore? Lo chiariranno le analisi dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) dove esiste un centro di ricerca e valutazione immunobiologica che sottoporrà ai test i campioni del medicinale ritirato. Forse già martedì o mercoledì ci saranno le risposte iniziali sulla tossicità. È un vero giallo. I vaccini sono sorvegliati speciali da parte delle autorità regolatorie internazionali proprio perché destinati a decine di milioni di persone. Dunque ci sono sistemi di controllo rigorosi da quando le uova di gallina utilizzate per mettere in cultura i virus dell'influenza, di solito tre, arrivano in azienda fino a quando i lotti ne escono diretti ad Asl e farmacie. Norme di sicurezza e qualità verificate dall'Iss. Queste partite di Fluad avevano superato tutti gli esami. Walter Ricciardi, l'attuale commissario dell'Istituto Superiore di Sanità, ritiene improbabile che qualcosa sia sfuggito durante il percorso produttivo, specie dopo gli incidenti di due anni fa quando però i sospetti ricaddero su lotti, sempre di Novartis, rimasti in magazzino. Fluad non è un vaccino come tutti gli altri. È adiuvato, contiene cioè una sostanza che ne potenzia l'efficacia e dunque ne aumenta le capacità di immunizzazione. La sostanza si chiama squalene, un derivato del colesterolo prodotto dal nostro organismo: «In ogni fiala ce ne sono quantità infinitesimali - spiega Donato Greco, epidemiologo, ora all'Istituto internazionale di ricerca e prevenzione di Lione -. Io credo che il caso si sgonfierà. Ogni anno in Italia si contano da 6 a 8 mila morti in eccesso. Persone anziane e già malate che avrebbero finito di vivere pochi mesi dopo se non si fossero aggravate nella stagione invernale a causa di infezioni tipiche del periodo freddo». Un dato però è certo. La credibilità dei vaccini è stata rimessa in discussione. Un colpo «mortale» che allontanerà ancora i cittadini da una pratica di prevenzione risultata fondamentale nell'azione di lotta contro gravissime malattie infettive. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 9 29/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Margherita De Bac © RIPRODUZIONE RISERVATA 15 Milioni Le vaccinazioni totali in Italia l'anno scorso I tempi Il vaccino dovrebbe essere preso tra metà ottobre e fine dicembre La protezione scatta dopo due settimane dalla somministrazione e dura come minimo un anno Il prodotto Il Fluad è un vaccino antinfluenzale prodotto dalla Novartis, in commercio in Italia dal 1997 Rispetto ad altri vaccini, contiene un adiuvante, vale a dire una sostanza di origine naturale, il colesterolo, in grado di potenziarne l'efficacia I benefici Generalmente tutti gli esperti sono concordi nell'affermare che i benefici dei vaccini antinfluenzali sono superiori ai rischi che si possono correre Quando astenersi Non ci si deve vaccinare se si è allergici a qualche componente del vaccino, se si ha meno di 6 mesi d'età e nel caso ci siano in corso malattie con febbre alta 29/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:619980, tiratura:779916) Le dosi incriminate sono 500 mila. Analisi entro 30 giorni M. D. B ROMA Un fenomeno atteso. Un moltiplicarsi di segnalazioni di morti avvenute a 48-72 ore dalla vaccinazione antinfluenzale con Fluad, il prodotto di Novartis, due lotti da 500 mila dosi ritirati giovedì perché potenzialmente dannosi. Il sistema di vigilanza dell'Agenzia nazionale del farmaco, che raccoglie i dati dei medici, ha registrato 11 casi sospetti. I pazienti sarebbero deceduti dopo aver fatto la profilassi. Molto anziani, vicini ai 90 anni. Due a Siracusa, uno a Termoli, Lecce e Prato. Due a Roma. Nella Capitale la prima vittima è una donna di 92 anni ricoverata al policlinico Gemelli. La seconda è un uomo di 77 anni. Le segnalazioni sono state confermate da Luca Pani, direttore di Aifa: «Ci prepariamo a ricevere nuove denunce. Però il collegamento tra farmaco e decesso deve essere provato. Così come la pericolosità delle fiale. Non escludiamo il ritiro di altri lotti a scopo cautelativo». Ci sarebbero altre due storie non chiare. A Genova un 69enne, ex sportivo, a Parma un malato cronico di 80 anni. Indagano quattro Procure, Roma, Siracusa, Prato e Siena, sede dello stabilimento di produzione della multinazionale svizzera. La situazione sembra essere sfuggita di mano, tanto che il ministero della Salute ha attivato un numero verde, il 1500, per informazioni. La gente ha paura. I medici per scrupolo tendono a riportare all'Aifa ogni minimo sospetto. E anche gli amministratori assumono decisioni drastiche. Come l'assessore alla Salute della Liguria, Claudio Montaldo, che ieri ha deciso di bloccare la campagna vaccinale nei servizi pubblici. Le Regioni vanno lungo strade spesso opposte. La Lombardia ha scelto di confermare il piano di prevenzione antinfluenzale. La Toscana sta per attivare un numero verde, il Lazio ha accusato l'Agenzia del farmaco di non aver ricevuto comunicazioni ufficiali e per prudenza ha ritirato tutti i lotti di Fluad, non solo quelli sul banco degli imputati. L'istituto superiore di Sanità sta analizzando i campioni di vaccino sospetti e avrà i risultati dei test entro trenta giorni. Walter Ricciardi, il commissario straordinario, si sbilancia: «Tendo a credere che non troveremo nulla di anomalo. Quelle persone sono morte perché tutte colpite da gravi patologie». Da Novartis, l'elenco delle Regioni che avevano ordinato i lotti di Fluad: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna e Toscana. © RIPRODUZIONE RISERVATA Valle D'Aosta Piemonte Liguria Toscana Lazio Campania Sardegna Lombardia Molise Basilicata Puglia Sicilia Calabria Le coperture della vaccinazione antinfluenzale (stagione 2013-2014, per 100 abitanti) LE VACCINAZIONI NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI Abruzzo Umbria Marche Emilia R. Veneto Friuli Venezia Giulia 14,7 12,7 11,7 7,9 13,8 15,7 16,9 18,5 17 19,4 19,5 16,5 16,5 14,7 18,1 16,4 16,6 17,8 14,9 15,9 13,8 Bolzano Trento 8 14 20 10,5 12,6 14,1 15,6 17,5 17,7 19,4 18,6 18,4 19,1 19,6 17,2 17,8 14,9 15,6 1999-00 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 Fonte: elaborazioni Ministero della Salute Corriere della Sera I dubbi Il ministero della Salute fornirà ai cittadini risposte e informazioni sui vaccini antinfluenzali al numero verde 1500 Secondo l'Istituto Superiore di Sanità «interrompere la campagna vaccinale sarebbe irresponsabile» SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vaccini, salgono a undici le morti sospette «Possibili altri ritiri» 29/11/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) F. Fia. Una forte ma comune bronchite costa la vita a una 58enne per un presunto grave errore medico che avrebbe dell'incredibile: la recisione dell'arteria femorale. La donna è morta mercoledì mattina e i familiari hanno sporto denuncia in procura accusando senza esitazioni la clinica San Raffaele alla Pisana che la ha avuta in cura. La struttura chiamata in causa fa sapere che le prime verifiche interne effettuate non avrebbero al momento evidenziato responsabilità. La clinica esprime fiducia e rispetto per il lavoro dei magistrati, in attesa di eventuali notifiche e contestazioni specifiche sulle quali difendersi. La vicenda è così riassunta dall'avvocato Marco Borrani che assiste la famiglia, in cerca ora di giustizia. A metà ottobre Liliana Rapaglià, origini siciliane, viene accompagnata dai figli Valentina e Marcello Guarcini all'Aurelia hospital per una patologia bronchiale e da qui subito trasferita alla clinica San Raffaele di via della Pisana, ritenuta più adatta a prestarle le cure necessarie. Dopo 25 giorni di ricovero il responsabile della Riabilitazione cardiologica, Maurizio Volterrani, dispone con urgenza il trasferimento all'ospedale San Camillo con un'ambulanza dell'Ares. La somministrazione di farmaci non idonei e la mancata utilizzazione di altri invece necessari avrebbe aggravato il quadro clinico della donna. I medici del nuovo ricovero si trovano davanti una paziente con un forte calo dei globuli rossi, tanto che decidono subito di somministrarle quattro sacche di sangue e la operano d'urgenza: la 58enne aveva l'arteria femorale recisa. Inoltre, i farmaci errati avrebbero causato una forte ritenzione urinaria con il conseguente notevole accumulo di liquidi e affaticamento dei reni. Viene decisa la dialisi, e la signora Rapaglià viene posta in stato di coma artificiale. Passano altri dieci giorni e in condizioni sempre gravissime si interviene con una tracheotomia per farla respirare. Il calvario termina nella mattina di mercoledì, dopo quattro interventi chirurgici resi necessari, secondo la denuncia, dagli errori commessi nel ricovero alla clinica San Raffaele. «Negligenza, imperizia e imprudenza», sulle quali i familiari, oltre ai figli il marito Mario, chiamano in causa anche il direttore sanitario della struttura privata, Luigi Aparo e chiedono ora di indagare. A partire dalle cartelle cliniche e dal referto di trasferimento d'urgenza al san Camillo. La denuncia sulle colpe mediche era stata scritta con la donna ancora in vita, poi la situazione è precipitata. © RIPRODUZIONE RISERVATA 58 Gli anni della donna deceduta per il presunto errore medico 4 Le sacche di plasma utilizzate per tentare di salvarla Foto: Pisana La clinica San Raffaele finita sotto inchiesta per la morte della 58enne SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ha la bronchite, le recidono un'arteria e muore La clinica San Raffaele finisce sotto indagine 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Pesanti ritardi nel segnalare i casi sospetti». Chiamparino: «Basta con lo scaricabarile» Salgono a 12 i decessi da indagare. Ma i primi test sull'antinfluenzale sarebbero negativi Margherita De Bac ROMA Inefficienze delle Regioni nel sistema di vigilanza sugli effetti dannosi dei farmaci. È il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a denunciare i ritardi «anche di 15 giorni» con cui alcune Asl hanno segnalato la morte di persone dopo la vaccinazione antinfluenzale col prodotto Fluad di Novartis. «Le Regioni sono responsabili della farmacovigilanza e devono informare tempestivamente. C'è stata una carenza molto evidente. Dobbiamo rafforzare la normativa e prevedere l'obbligo di comunicazione entro 2448 ore. Invece in alcuni dei 12 casi di eventi fatali post vaccinazione (ultimo aggiornamento ufficiale) questo non è avvenuto. Saremo molto severi e rigorosi». Poi, ai microfoni di SkyTg24: «I primi test sui campioni compiuti dall'Istituto superiore di sanità sono negativi». Un annuncio che cambia radicalmente il quadro. La polemica si innesta in una vicenda molto confusa, i Nas che perlustrano gli stabilimenti Novartis a Siena alla ricerca di materiale immagazzinato non in regola e le Procure che scendono in campo. Quella di Prato ha disposto il sequestro a livello nazionale di tutte le scatolette di uno dei due lotti sospettati di anomalie e la riesumazione di una cadavere. Le Regioni non ci stanno: «Noi siamo puntuali. Il ministro faccia il nome di chi si è comportato male. Sono stanco di vederci usati come pungiball», replica l'assessore alla Sanità ligure, Claudio Montaldo. E Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza dei governatori: «Basta fare gli scaricabarile». Il problema della lentezza non ha niente a che vedere con la presunta pericolosità dell'antinfluenzale. Lorenzin ha da questo punto di vista rassicurato: «Non bisogna avere paura a proteggersi da una malattia infettiva che l'anno scorso ha provocato 8 mila morti tra cittadini che non avevano fatto prevenzione, non dimentichiamolo». Fluad non è l'unico prodotto in vendita. La decisione presa giovedì scorso di sospendere due lotti, 500 mila dosi distribuite solo alle Asl su 3 milioni andati anche in farmacia, potrebbe essere riesaminata questa settimana. Non è escluso che il prodotto venga ritirato completamente visto che il numero dei lotti indicati dalle segnalazioni sono diventati 6 per un totale di oltre 1 milione 357 mila fiale. Certo è la prima volta che si verifica un putiferio del genere. Nel 2013 su 300 schede validate di eventi avversi giunte in Aifa, il 95% hanno riguardato casi lievi (qualche linea di febbre, arrossamenti), il 5% allergie, i problemi gravi si contavano sulla punta delle dita. Nessuna vittima. Domani il caso italiano verrà esaminato dall'Agenzia europea del farmaco (Ema) anche alla luce di quello che è accaduto in altri Paesi, ad esempio la Germania, dove non c'è traccia di decessi: «L'iniziativa è precauzionale, non c'è nessuna evidenza di pericolosità», dicono gli esperti dell'Ue. Tra martedì e mercoledì arriveranno le prime risposte delle analisi su campioni delle fiale incriminate in corso presso l'Istituto superiore di sanità. Attesa anche la relazione di Novartis. Conferma i tempi Luca Pani, psicofarmacologo a capo di Aifa, l'agenzia italiana da cui dipende tra l'altro la farmacovigilanza centrale: «Vedremo cosa fare dei lotti, se non emerge nulla di anomalo torneranno nelle Asl. Raccomandiamo alle Regioni di non interrompere le campagne vaccinali perché l'influenza è una malattia seria e va evitata agli anziani. Oltre la metà dei morti ipoteticamente legati al Fluad, anche di partite diverse da quelle già sospese, avevano tra 80 e 94 anni». Un'età in cui la fine della vita è un evento naturale. Altri due anziani sono morti in Abruzzo, pare a poca distanza dall'iniezione. Un altro in Piemonte e le autorità sanitarie locali escludono nessi con la vaccinazione. La Procura di Chieti ha aperto un'inchiesta, ma nella rete Aifa non c'è traccia. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vaccini, Lorenzin attacca le Regioni 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Corriere della Sera La situazione 12 LE MORTI SOSPETTE Lombardia Emilia Romagna Abruzzo Marche Campania Sardegna Calabria Basilicata Puglia Sicilia 2 2 2 1 1 2 2 Toscana La Procura di Prato ha disposto il sequestro a livello nazionale di uno dei lotti ritirati (143301) di Fluad Lazio La Regione ha disposto lo stop alla distribuzione e alla somministrazione del Fluad Liguria Da giovedì è sospesa la somministrazione del Fluad Molise L'Azienda sanitaria regionale invita a «sospendere l'utilizzo, in via precauzionale» del vaccino Dove sono stati distribuiti i due lotti di vaccino bloccati I decessi sospetti 300 Le schede di eventi avversi esaminate dall'Aifa nel 2013 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) I dossier spediti anche 15 giorni dopo Ma chi sfora non viene sanzionato Le falle nel sistema Ciò accade perché il sistema sanitario non ha un vero e proprio carattere nazionale Mario Pappagallo A parte la razionale attesa di conoscere le verifiche sui prodotti sospesi, emerge una falla nel sistema della sicurezza. I ritardi, come accade anche in altri campi: vedi gli allerta alluvioni. Nella sanità pero non dovrebbero esserci. E un male c'è nel miglior servizio sanitario del mondo occidentale ed europeo: la balcanizzazione avviatasi con la «regionalizzazione» della Salute. Soprattutto su temi di carattere nazionale come le vaccinazioni. Obbligatorie (quella antinfluenzale non lo è) o raccomandate che siano, andrebbero gestite ovunque nello stesso modo e con le stesse regole. Invece, via via che la «regionalizzazione» ha preso piede in Italia il problema si è acuito fino a dire che oggi l'Italia della salute è quasi l'Italia dei Comuni, dove al termine Comuni si deve sostituire Asl e aziende ospedaliere. E questo riguarda anche la farmacovigilanza, la sorveglianza degli effetti avversi, i tempi di segnalazione. Secondo quanto trapela dall'Aifa e dal ministero, invece delle 48 ore previste alcune segnalazioni sono arrivate dopo giorni, anche quindici. E ancora oggi, per alcuni dei casi non sono ancora arrivate le relazioni di morte. Perché? La Rete è nazionale, ma le fonti sono locali e la balcanizzazione impera. Sotto molto aspetti fa anche comodo perché annacqua poi la ricerca delle responsabilità. La sorveglianza dovrebbe avere regole, tempi, sanzioni nazionali. Come accade nei federali Stati Uniti dove gli organismi di controllo della salute pubblica si muovono come l'Fbi. L'italia è a macchia di leopardo anche sui tempi dei controlli. Non solo. Perché una Regione può comprare i vaccini di una marca e un'altra ha invece la possibilità di fare diversamente? Non è forse nazionale la Sanità? E non dovrebbe essere nazionale anche il rimedio una volta verificato dall'Agenzia del farmaco per sicurezza ed efficacia? Non parliamo dei vaccini che vanno in farmacia, ma di quelli utilizzati nelle strutture sanitarie. Come erano appunto quelli dei lotti sospesi. Ha ragione allora il ministro Lorenzin se sente il bisogno di porre l'accento su come il nostro servizio nazionale sia ormai da tempo burocraticamente regionale. Forse qualcuna di quelle dodici morti sospette è collegabile realmente ai lotti sospesi. Bisognerebbe saperlo presto. Ma mancano ancora tutti i riscontri delle verifiche sui prodotti e sulle morti. L'Aifa comunque disegna il quadro: otto delle morti sospette riguardano ottantenni, quasi tutti già malati di altre patologie e con disturbi cardiovascolari. E nessuna relazione dirà mai se quei soggetti avevano prima bevuto un super alcolico o avuto un'arrabbiatura, ma invece si sa con certezza soltanto che avevano fatto il vaccino. Che cosa accade ora? La popolazione a rischio dovrebbe continuare a vaccinarsi tranquillamente, consapevole che un'influenza grave favorirebbe i decessi di persone anziane e già affette da altre gravi malattie. Per 8 mila persone all'anno, in maggioranza sopra i 65 anni, l'influenza sarebbe letale come la goccia che fa traboccare il vaso. Ed è bene sapere che ogni giorno in Italia muoiono 1.369 persone over 65 (su una popolazione di oltre 12 milioni e mezzo), vaccinati o no. L'effetto psicosi però si è ormai scatenato. Per l'emotività tipicamente italiana che porta a reazioni non giustificate, se non da un analfabetismo diffuso in tali materie e a causa delle associazioni anti-vaccinazioni favorite dal verificarsi di eventi simili. Il risultato? L'anno scorso, per esempio, si sono registrati casi di morbillo in giovani adulti non vaccinati da bambini, cosa che li ha messi anche in pericolo di vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Le ore entro cui bisogna segnalare i casi per la farmaco-vigilanza 15 Milioni Le vaccinazioni totali effettuate in Italia l'anno scorso SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'analisi 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 8 Mila Gli anziani italiani per i quali l'influenza grave risulterebbe fatale SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 16 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:619980, tiratura:779916) Ebola, il medico sta peggiorando «È solo l'effetto del nuovo farmaco» Lavinia Di Gianvito ROMA Peggiora il medico ricoverato allo Spallanzani perché infettato dal virus Ebola. Da venerdì pomeriggio il volontario di Emergency ha più di 39 di febbre; nausea, vomito e diarrea; lamenta sonnolenza e spossatezza ed è stato colpito anche da un esantema cutaneo (cioè bolle sulla pelle). In parte potrebbe essere una reazione alla cura a base di plasma iniziata nei giorni scorsi, che ieri è stata modificata con l'aggiunta di un altro farmaco. Si tratta del terzo medicinale sperimentale somministrato al 50enne, finora mai usato per combattere la malattia che ha contratto in Sierra Leone: «Agisce sulla risposta immunitaria e ha un meccanismo finalizzato alla riduzione delle infiammazioni», spiega Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'ospedale romano. La prognosi resta riservata, ma lo Spallanzani non è in allarme rosso. «Le motivazioni del peggioramento - chiarisce Ippolito - sono spiegabili sia con la malattia, sia con i trattamenti. Il quadro di attenzione sostanzialmente non cambia, soprattutto perché la funzionalità renale si mantiene buona, i valori dei globuli bianchi e delle piastrine sono stazionari e non ci sono emorragie». C'è «una modesta alterazione della funzionalità epatica», ma il medico ricoverato martedì scorso «è vigile e orientato». E anche se «tende ad assopirsi, è facilmente risvegliabile». Inoltre «risponde a tono alle domande poste, riesce a deambulare autonomamente nella stanza e respira spontaneamente con erogazione di ossigeno al bisogno». Questo il contenuto del bollettino medico, ma ansia e preoccupazione non mancano a casa del volontario di Emergency, dove la moglie e le due figlie si sono chiuse nel più stretto silenzio e preferiscono non commentare quello che sta succedendo a Roma. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Roma 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 49 (diffusione:619980, tiratura:779916) Giornata mondiale contro l'Aids C'è ancora molto da fare Colmare il divario: è la parola d'ordine lanciata dall'Organizzazione mondiale della sanità in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, domani primo dicembre. L'Aids è una malattia ancora di là da essere sconfitta e ha provocato finora oltre 39 milioni di morti: l'obiettivo è debellarla entro il 2030 con vaccini e terapie anti-retrovirali specifiche. Ogni anno in Italia si registrano 4 mila nuovi casi di sieropositività, per un totale di circa 150 mila persone infette da Hiv. Grazie all'adozione delle linee guida Oms, nel 2013 circa 13 milioni di persone hanno potuto accedere alle cure. Ma c'è ancora molto da fare. A partire dall'educazione sessuale dei più giovani, dall'informazione sulle modalità di contagio e soprattutto dalla sensibilizzazione sull'uso del preservativo, ad oggi ancora l'unico strumento veramente in grado di proteggere dalla trasmissione sessuale del virus HIV durante i rapporti. 4 mila I nuovi sieropositivi ogni anno in Italia SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il numero 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 49 (diffusione:619980, tiratura:779916) LA TERAPIA FAMILIARE E IL SUO RUOLO Maurizio Andolfi* Negli anni Settanta un' intera generazione di psichiatri si è ribellata alla logica del manicomio e di altre forme di contenzione fisica e farmacologica. La psicoterapia è nata e si è sviluppata sulle ceneri di lager per pazienti, vittime oltre che delle proprie infermità, anche dell'ignoranza e dell'arroganza psichiatrica di fronte all'impotenza della cura. Abbiamo speso cinquant'anni per ricucire il rapporto tra normalità e patologia e far emergere l'umano che è dentro la malattia e dentro la testa degli esperti del disagio mentale e psicologico. Altrettanto tempo abbiamo dedicato per dimostrare che la cura non va ricercata solo all'interno della persona, ma anche nella famiglia, nell'ambiente dove si manifesta il disagio, nel tessuto sociale, nei luoghi di incontro, nella solidarietà umana. Abbiamo sperimentato attraverso la psicoterapia che la voce di bambini e adolescenti va ascoltata in famiglia, a scuola e nei luoghi di cura. I disturbi psicologici o psicosomatici di un ragazzo sono segnali forti di un disagio familiare che va ben oltre le sue difficoltà attuali; il suo corpo e i suoi comportamenti talora violenti o regressivi ci parlano di crisi di coppia, di disgregazioni familiari o di lutti mai elaborati. Ascoltare la voce dei ragazzi in terapia insieme alla famiglia permette trasformazioni a tanti livelli e una più rapida soluzione di sintomi e disagi infantili , permettendo di intervenire su realtà ben più rilevanti e spesso drammatiche. Ma oggi la situazione sembra ancora più preoccupante, perché dominata dal business e dal potere di condizionare anche le persone sane alla ricerca di soluzioni magiche per prevenire o eliminare tristezza, infelicità, mancanza di desiderio sessuale, dolore per i propri lutti, invecchiamento, solitudine. E tutto questo attraverso farmaci scientificamente testati e manuali d'uso come il DSM-V, che tentano di estendere il modello medico fino ad includere virtualmente tutti i comportamenti umani in un delirio classificatorio. Al di là dell' efficacia di questi farmaci, ciò che è preoccupante è la filosofia di vita e il modello da «supereroi» che sottende tutto ciò: l'uomo vincente a tutti i costi, senza debolezze o cedimenti. Ma quali sono le implicazioni etiche di tutto questo? Quali gli insegnamenti per i nostri figli? * Neuropsichiatra Infantile, già Professore di Psicologia dello Sviluppo e delle Relazioni Familiari Università La Sapienza, Roma © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La riflessione 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 52 (diffusione:619980, tiratura:779916) Una nuova via per la fibrosi cistica Ricercatori italiani, con una strategia diversa da quelle seguite finora, sono riusciti a facilitare la funzione della proteina alterata nella malattia Il risultato Il test del sudore, specifico esame diagnostico, si è normalizzato La causa La variante più comune della patologia è dovuta alla mutazione F508 del gene CFTR La sperimentazione Lo studio pilota è stato condotto su dieci malati, ma un altro è già in corso Franco Marchetti Una ricerca italiana apre nuove prospettive per la forma più comune di fibrosi cistica: seguendo una strada diversa da quelle fin qui percorse è stato infatti possibile ripristinare la funzione della proteina alterata il cui difettoso funzionamento è responsabile della malattia. È una storia che merita di essere raccontata dall'inizio, da quando, nel 2008, Luigi Maiuri, direttore di ricerca dell'Istituto Europeo per la Ricerca in Fibrosi Cistica (IERFC) presso l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, ha dimostrato che nelle cellule delle persone malate di fibrosi cistica non funziona l' autofagia. «È un meccanismo di smaltimento dei rifiuti intracellulari e di riutilizzo del materiale smaltito che è fondamentale per la sopravvivenza delle cellule e che è molto importante in tante patologie, come l'Alzheimer, il Parkinson, i tumori - spiega Maiuri -. Questo meccanismo nella fibrosi cistica è bloccato, e come conseguenza si ha un accumulo di detriti che crea una condizione di stress all'interno della cellula». Si tratta di un difetto che si aggiunge all'errore genetico responsabile della malattia, quello del gene CFTR: a causa di questo errore, nelle persone con fibrosi cistica non funziona una particolare proteina cellulare che ha il compito di provvedere al passaggio del cloro e quindi dell'acqua nelle secrezioni, che di conseguenza risultano particolarmente dense. Nella forma più comune (mutazione F508) la proteina non funziona a causa di un difetto di piegamento ( misfolding ). «Nella cellula abbiamo controlli di qualità che stabiliscono se la proteina può andare avanti o no - prosegue il ricercatore -. La proteina con difetto di piegamento non supera il controllo, resta intrappolata in una sorta di "labirinto" e viene degradata». La ricerca si era finora indirizzata a cercare di aiutare la proteina difettosa ad attraversare il «labirinto» grazie a molecole che la accompagnano lungo questo percorso accidentato fino alla membrana. I ricercatori dell'IERFC hanno invece provato una strategia diversa. «È sufficiente ripristinare l'autofagia per riportare la CFTR con mutazione F508 sulla membrana della cellula e migliorarne la stabilità nella sede di funzione - afferma Maiuri -. In questo sta principalmente l'innovazione della nostra ricerca: non accompagnare la proteina, ma raddrizzare le vie che la proteina utilizza per il suo viaggio all'interno della cellula». Il risultato è stato ottenuto grazie a un farmaco, la cisteamina (già usata in un'altra malattia genetica e di cui è nota la capacità di ripristinare l'autofagia), somministrata in combinazione con un costituente del tè verde, l'Epigallocatechin gallato, normalmente usato come integratore. Una prima conferma dell'efficacia di questo approccio nell'uomo viene da uno studio condotto in 10 pazienti in cui si è ottenuto un risultato mai raggiunto prima: la normalizzazione, in una parte dei malati, del test del sudore, l'esame diagnostico della fibrosi cistica. E il ripristino della funzione della proteina difettosa è stato dimostrato anche a livello dell'apparato respiratorio, dove si è documentata una diminuzione dell'infiammazione. «È uno studio pilota open-label ( in cui sia lo sperimentatore che il volontario conoscono la composizione del prodotto che si sta somministrando, ndr ) su un numero limitato di pazienti. Perciò, non ha la pretesa di validare una nuova cura, ma dimostra che un percorso diverso da quelli finora in sperimentazione può essere molto interessante da seguire - dice Valeria Raia, docente di Pediatria dell'Università Federico II di Napoli e autore dello studio clinico -. Se i dati venissero confermati potremmo dire d'aver intrapreso una strada importante per il trattamento della fibrosi cistica». Un aspetto da non sottovalutare è inoltre quello di prevedere l'impiego di molecole già disponibili. «Perché non c'è la necessità di ripetere tutti gli studi per la registrazione» spiega Gianni Mastella, Direttore scientifico SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Medicina 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 52 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. Che aggiunge: «Sono ricerche molto interessanti, anche se non sappiamo ancora se si tratti di un'alternativa vincente rispetto alla via oggi più seguita, quella dei "correttori": piccole molecole che riescono a liberare la proteina sbagliata dal reticolo endoplasmatico che la trattiene. Alcuni correttori sono riusciti a recuperare in parte la proteina nell'uomo e a farla funzionare, soprattutto se vi si aggiunge una sostanza, detta potenziatore ». «Questa esperienza dimostra la peculiarità dell'Istituto Europeo per la Ricerca in Fibrosi Cistica, uno dei pochissimi esempi al mondo di proprietà diretta dei pazienti di una fondazione che fa ricerca solo per loro», dice Giorgio Del Mare, presidente della Fondazione IERFC. Ed è già in corso un secondo studio clinico su un maggior numero di pazienti che dovrebbe essere completato per la fine dell'anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'esperto risponde Foto: alle domande sulle malattie rare all'indirizzo http://forum. corriere.it/ malattie-rare 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 55 (diffusione:619980, tiratura:779916) M . G. F. S upporto psicologico per i piccoli pazienti e reparti pediatrici con sale attrezzate per il gioco; possibilità per le partorienti di avere una persona di fiducia in sala travaglio e in sala parto; terapie intensive dotate di accorgimenti per delimitare la visibilità dei pazienti ai soli familiari durante l'orario di visita; protocolli per il trattamento del dolore nei pazienti oncologi e strumenti per la sua valutazione periodica nelle unità operative di chirurgia e medicina. Sono alcuni dei progressi significativi rilevati dall'indagine di AgenasCittadinanzattiva, per l'umanizzazione delle cure. Rispetto ai sei focus oggetto della ricerca - pediatria, ostetricia, ospedale senza dolore, rianimazione, pronto soccorso e multiculturalità - i punteggi più elevati si registrano per l'attenzione alla condizione del bambino in ospedale, della donna che deve partorire e nella lotta alla sofferenza. Sono sempre più una realtà, inoltre, le «terapie intensive aperte», con l'estensione dell'orario di accesso ai visitatori e l'abolizione dell'obbligo di indossare tutti o la maggior parte dei dispositivi di barriera (cuffia, camice, maschera, guanti), salvo casi particolari. È necessario invece, secondo l'indagine, promuovere in via prioritaria azioni per migliorare l'umanizzazione delle cure per i pazienti immigrati e in segmenti «caldi» dell'assistenza sanitaria, come i servizi di Pronto soccorso, dove spesso mancano, per esempio, servizi di accoglienza e display luminosi che informino in tempo reale sul numero di malati in attesa per ogni grado di urgenza. I servizi di Pronto soccorso - segnalano gli autori dell'indagine - troppo spesso non sono una «porta di accesso» al servizio sanitario, ma diventano reparti dove i malati sostano per giorni, sulle barelle, nei corridoi, in condizioni di grave disagio. Per le persone immigrate, poi, è ancora scarso il supporto di mediatori culturali che aiutino a comunicare al dottore i sintomi e il proprio stato di salute e anche i moduli di consenso informato o la lettera di dimissioni spesso non sono disponibili in altre lingue . © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I maggiori progressi nelle pediatrie e contro il dolore 30/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 55 (diffusione:619980, tiratura:779916) Il pieno rispetto dei malati è un traguardo ancora lontano Misurato da un'indagine il grado di «umanizzazione» dei centri di cura La valutazione Il voto complessivo per le quattro aree sensibili, esaminate sulla base di 144 parametri, è poco superiore al 6 Sotto esame Nella ricerca sono state considerate 287 strutture su tutto il territorio Maria Giovanna Faiella N on solo curare la malattia, ma prendersi cura del paziente, delle sue esigenze e fragilità. Per la prima volta il grado di umanizzazione delle strutture di ricovero è stato «misurato» dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in collaborazione con l'Agenzia di valutazione civica di Cittadinanzattiva. Alla ricerca hanno partecipato 287 strutture,giudicate da équipe di operatori sanitari, cittadini e associazioni che, in base ai 144 indicatori, hanno monitorato 4 aree sensibili in tema di umanizzazione: rispetto e attenzione alla specificità della persona; accessibilità fisica e comfort dei luoghi di cura; accesso alle informazioni, semplificazione; qualità della relazione con il paziente. Se la valutazione media nazionale è risultata al di sopra (ma di poco) della sufficienza, rimangono diversi punti critici. Emerge, per esempio, la presenza un po' dappertutto di barriere sensoriali, che ostacolano l'accesso a non vedenti e ipovedenti; scarse le modalità alternative di pagamento del ticket (per esempio in farmacia); poco diffusa la possibilità di consultare online cartella clinica e referti; ancora molto da fare rispetto alla «cura » della relazione con il paziente. «Misurare l'umanizzazione, che non significa solo educazione e gentilezza, permette a ciascuna struttura di sapere cosa non va, per correggersi - dice Francesca Moccia, direttore dell'Agenzia di valutazione civica di Cittadinanzattiva -. Spesso bastano piccoli accorgimenti, senza costi aggiuntivi, per stare più vicini ai malati e rispettare le loro esigenze» . © RIPRODUZIONE RISERVATA Gravi insufficienze Fonte: Indagine Agenas e Cittadinanzattiva CdS Alcune delle principali criticità segnalate dall'indagine sul grado di umanizzazione di 287 strutture sanitarie. Il punteggio (da 1 a 10) è la valutazione su specifici parametri Eliminazione delle barriere sensoriali Orario cena dei pazienti Condivisione online dati clinici con medici di base Rispetto specificità linguistiche Corsi di formazione ai medici su comunicazione clinica Possibilità per il paziente di ottenere un «secondo parere medico» gratuito Consultazione online cartella clinica Consultazione online referti diagnostici 1,04 2,47 4,14 2,93 2,75 3,17 0,31 1,54 Foto: Per saperne di più L'indagine sul grado di umanizzazione delle cure nelle strutture sanitarie www. agenas. it SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Diritto 30/11/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 2 (diffusione:619980, tiratura:779916) Medici e Regione: «Andiamo avanti con il Vaxigrip». E il Codacons attacca l'Aifa Le indagini Effettuate le autopsie sui due pazienti morti Per i risultati servono quasi tre settimane Rinaldo Frignani Una corsa contro il tempo. Per cercare soggetti considerati a rischio - quasi tutti persone anziane e con pregressi problemi di salute - e verificare che i vaccini Fluad della Novartis, appartenenti ai due lotti finora bloccati dall'Agenzia nazionale per il farmaco e alle altre partite fermate dalla Regione Lazio, non abbiano avuto gravi conseguenze anche su di loro. Facendo anche attenzione ad agire con discrezione per non aumentare la psicosi che già attanaglia Roma e provincia, e anche tutto il Lazio, dopo le due morti sospette di venerdì scorso sulle quali ora la procura indaga per omicidio colposo. In campo nelle indagini su quanto è successo non ci sono solo i carabinieri del Nas, delegati dai magistrati per svolgere una serie di accertamenti sulla diffusione del vaccino e sul suo utilizzo, ma anche il personale dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute. Le salme degli anziani deceduti al Gemelli - Carolina C., 92 anni, e Severino P., di 77 - dopo 10-15 giorni di ricovero - sono state trasferite all'istituto di medicina legale della Sapienza dove sono state effettuate le autopsie: entro due settimane, al massimo tre, le analisi di laboratorio diranno se le morti sono collegate alla somministrazione delle dosi letali di vaccino o anche alle precedenti patologie delle vittime, per i medici cardiache per la prima e gastrointestinali per il secondo. Intanto però si sono susseguite segnalazioni di malori e malesseri sui quali sono in corso accertamenti. Allo stesso tempo - dopo il blocco dei vaccini Fluad di qualsiasi tipo in tutto il Lazio - il Codacons ha annunciato di voler presentare un esposto in procura contro l'Aifa per omissione di atti d'ufficio «in relazione a quanto denunciato dalla Regione Lazio, secondo la quale l'Agenzia del farmaco non avrebbe fornito informazioni all'amministrazione, dimostrando grossi limiti di comunicazione». Per il presidente Carlo Rienzi «l'Aifa dovrà anche rispondere delle omissioni segnalate dalle regioni e, se verrà accertato un nesso fra i decessi e il vaccino, anche di concorso in omicidio colposo. Inoltre - conclude ci sono tempi troppo lunghi per le analisi: 10-20 giorni sono eccessivi considerata la gravità della situazione». Ma nel Lazio la campagna di vaccinazione anti-influenzale prosegue «in piena sicurezza e con l'apporto dei medici di medicina generale», sottolineano proprio Regione e Fimmg che spiegano come «il vaccino utilizzato è il Vaxigrip, assolutamente sicuro, indicato anche in gravidanza e in assoluto il più utilizzato nella campagna vaccinale in corso. La scelta condivisa di sospendere in via precauzionale la somministrazione del Fluad continuano gli esperti - deriva dal fatto che il lotto interessato in uno degli eventi avversi, segnalato dalla rete di farmacovigilanza, non rientrava nei due lotti indicati da Aifa». © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda Decess i Anche a Roma si sospettano due morti per il vaccino al Policlinico Gemelli: una novantenne e un settantenne Sospesa La Regione ha detto stop alla somministra-zione del Fluad della Novartis a prescindere dai due lotti già bloccati dall'Agenzia del farmaco Foto: In questo ospedale sono morti i due pazienti vaccinati giorni prima dai medici di base SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Psicosi Fluad, screening sui vaccinati Inchiesta per l'allarme dato in ritardo 01/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) Non lasciamoci vincere dalla paura Mika N essun'altra malattia come l'Aids, in tempi moderni, ha portato a discriminazioni nei confronti delle persone infette e di quelle più a rischio. Ma la paura si sconfigge solo quando ci si confronta. a pagina 25 U na ricerca Doxa stima in oltre 35 milioni le persone che vivono attualmente con l'Hiv: di queste, ben 19 milioni non hanno idea del proprio stato di sieropositività. Solo nel 2013, un milione e mezzo di persone sono morte per malattie legate all'Hiv, il 74% delle quali (secondo i dati di Unaids, il programma delle Nazioni Unite per l'Aids) vivevano nell'Africa subsahariana, e fino ad ora il virus ha mietuto ben 39 milioni di vite in tutto il mondo. Messe nero su bianco, queste statistiche spiegano perché l'Aids, secondo l'Oms (l'Organizzazione mondiale della sanità), è la sesta causa di morte nel mondo. Se si chiedesse a una persona qualunque la propria stima probabilmente non avrebbe idea di cosa rispondere a proposito dell'Aids. Andrebbe diversamente se gli si chiedesse dell'impatto delle malattie cardiovascolari. Nessun'altra malattia mette in gioco un numero così alto di questioni sociopolitiche: intolleranza tradizionale e religiosa, disuguaglianza economica e sociale, razzismo, omofobia, scarsa istruzione, pudore; tutto ciò impedisce l'eradicazione di una patologia evitabile e l'accesso alle cure. Nessun'altra malattia in tempi moderni ha portato a una tale discriminazione nei confronti delle persone infette e di quelle più a rischio. Siamo diventati insensibili al numero di morti perché la maggior parte di loro è povera, nera o è lontana? Come sottolineato da una indagine di Unaids, il «Gap Report», porre fine alla epidemia è possibile, tuttavia è necessario guardare nei nostri Paesi, nelle nostre famiglie e affrontare ciò che temiamo di più. La ricerca Per prepararmi a scrivere questo articolo ho cercato di trovare alcuni giovani italiani disposti a raccontarmi la loro vita nella sieropositività. Ho iniziato chiedendo aiuto a Julian Fleet, già direttore di Unaids e avvocato per i diritti umani, poi alla Lila (Lega italiana per la lotta contro l'Aids) e infine al Cesvi, un'organizzazione umanitaria italiana. Tutti assieme non siamo stati in grado di trovare una sola persona sotto i 45 anni disposta a parlare pubblicamente. In Italia ci sono circa 140 mila persone che vivono con l'Hiv. Secondo la sopracitata ricerca condotta da Doxa per Cesvi, ci sono segni di una crescente noncuranza tra i giovani italiani, tra i 16 e i 35 anni, quando si tratta di proteggersi. Un sorprendente 48% di loro non pratica sesso protetto perché è impegnato in un rapporto stabile con un solo partner. Questa giustificazione è discutibile, considerando che solo il 29% dichiara di essersi mai sottoposto al test per l'Hiv. Secondo Chiara Magni del Cesvi, i giovani italiani rispetto a quelli dello Zimbabwe o del Sudafrica, sono meno consapevoli delle conseguenze del sesso non protetto e molto più pudici nell'uso del preservativo: «In Italia c'è stigma, pregiudizio e paura e non se ne parla; non c'è un'educazione sessuale come nel Nord Europa e i preservativi sono ancora percepiti come uno strumento di sesso trasgressivo». Aggiunge poi Alessandra Cerioli, presidente della Lila: «Se una ragazza porta con sé un preservativo - il che sarebbe un comportamento responsabile - è ridicolizzata e viene considerata promiscua». Al contrario, in America i preservativi sono diventati quasi un simbolo di comportamento sessuale responsabile; ci si vanta orgogliosamente di usarli e c'è sempre stata una campagna di formazione sulla protezione, cosa che sembra inesistente in Italia. La storia Ho finalmente trovato qualcuno disposto a farsi intervistare grazie a un amico di Milano. Mi è stato presentato Eduardo, un venticinquenne nato da una madre sieropositiva figlia di una spacciatrice di droghe pesanti. In questo contesto la mamma iniziò a drogarsi a solo 13 anni. «Quando mio nonno ha scoperto tutto, denunciò la nonna che fu messa in prigione. Mia mamma e suo fratello passarono cinque anni in un centro di riabilitazione». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La giornata dell'aids 01/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato È stato là che la madre di Eduardo e suo padre s'innamorarono e a 24 anni lei rimase incinta. Durante la gravidanza scoprì di essere sieropositiva. Quando Eduardo aveva 3 anni lei morì di complicazioni connesse all'Aids. Il padre invece è sieronegativo. La positività all'Hiv di Eduardo gli è stata tenuta segreta per tutta la sua fanciullezza e, come conseguenza della mancanza di un trattamento medico appropriato, a 6 anni è diventato improvvisamente cieco: «È stato come spegnere la luce, mi ricordo ogni cosa come era prima e penso ogni cosa a colori». Fu all'età di 15 anni, cercando su Internet notizie sui farmaci che sapeva di dover prendere per la vista, che capì di assumere dei retrovirali. Affrontò il padre che gli raccontò del passato. «Ne parlai con una mia compagna di classe mentre ci stavamo scambiando una sigaretta, lei me la restituì e il giorno dopo si confessò col docente di religione che era un prete. Gli disse che aveva condiviso una sigaretta con un ragazzo sieropositivo e fece il mio nome. Lui le diede una penitenza e convocò una riunione del consiglio di istituto in cui raccontò la mia storia. Il preside mi interrogò per sapere se avessi mai mentito o messo a rischio la salute dei miei compagni. Risposi che avevo detto una bugia, che cercavo attenzioni perché cieco e chiesi perdono». Nei tre anni successivi Eduardo non parlò con nessuno della sua classe in quanto nessuno aveva più fiducia in lui. Nel frattempo si rese conto di essere gay. «Ho dovuto essere discreto - racconta -, perché quando si parla di me, si parla di cecità, omosessualità e sieropositività tutte allo stesso tempo: è un cocktail difficile!». L'isolamento sociale di Eduardo è totalmente ingiustificabile; la vergogna che prova deve essere nostra e di coloro i quali hanno ricoperto posizioni di autorità durante la sua adolescenza. Gli abusi di potere di certi sacerdoti e di certe scuole sono impossibili da giustificare. Conoscere per capire Oggi sono seduto a parlare con Eduardo che si è laureato da poco in Psicologia. Gli chiedo perché dopo anni di segretezza ha deciso di parlarmi. «Sono qui perché sono curioso, penso che se non si parla di qualcosa, questa cosa non esiste. Nel 2014 c'è ancora gente che non immagina l'esistenza di casi come il mio. Se ne parlo, rendo questi problemi reali permettendo alla gente di ampliare la propria conoscenza e tolleranza». Gli domando se si presenta come un sieropositivo: «La prima cosa che la gente deve considerare è la cecità dice -, poi la mia omosessualità». Non posso fare a meno di rattristarmi per lui sebbene egli consideri il suo non essere identificato come sieropositivo come un punto di forza, lui infatti non ha mai potuto scegliere. «Fai parte di una comunità di sieropositivi?» gli domando e risponde di no. «La giornata mondiale dell'Aids è importante per te?», mi dice di no. «Sai che cosa è?». «No - dice - non ci sono mai stato». Dopo l'intervista, Eduardo mi ha chiamato più volte perché lo rassicurassi. Il suo timore principale era che avrebbe potuto perdere il suo lavoro in una fondazione che si occupa di charity . «Essere apertamente sieropositivi in Italia non è semplice perché sei ancora considerato una persona che si è comportata in modo disdicevole» sottolinea Cerioli, che continua, «dopo aver scoperto il loro stato, le persone spesso si autodiscriminano; alla Lila cerchiamo persone che si facciano avanti e che parlino, perché vogliamo combattere la discriminazione sul lavoro. Abbiamo avuto due casi di uomini licenziati da una compagnia di bandiera europea per essersi dichiarati sieropositivi: eravamo pronti a citare in giudizio la società e avremmo vinto se i due non si fossero defilati». No all'isolamento «Sono contento che abbiamo parlato - dico a Eduardo che è seduto sul divano di casa mia a Milano -, la tua storia è umana, difficile e complicata, ma le persone che non sono nelle tue condizioni, capiranno». È uno tra i pochi giovani a raccontarsi pubblicamente in Italia; lui se ne rende conto: «Ma non posso negare che provo rimorso e paura». La paura si sconfigge solo quando ci si confronta. In questa giornata mondiale contro l'Aids la storia di questo ragazzo è una straordinaria testimonianza della discriminazione e dell'isolamento. La sua vita è stata così piena di sfide, tante quante io non ne incontrerò mai nel corso della mia. C'è fiducia nel suo futuro che però è pieno di scadenze e condizioni. Il suo Paese, la sua Chiesa, il suo posto di lavoro, i suoi amici dovrebbero essere niente altro che fonti di sostegno e di forza. 01/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Come possiamo seriamente aiutare a risolvere la devastante epidemia nell'Africa subsahariana che sta annientando giovani donne, bambini e uomini se non riusciamo neppure a tollerare lo stesso problema che abbiamo davanti alla porta di casa nostra? (traduzione di Paolo Klun) © RIPRODUZIONE RISERVATA I dati Fonte: Unaids d'Arco 35 milioni 120-140 mila Le persone nel mondo che convivono con il virus dell'Hiv in Italia Per macroaree (in milioni) Medio Oriente e Nord Africa Africa America Latina subsahariana Asia e Pacifico 24,7 4,8 1,6 0,25 0,23 2,3 1,1 Europa centrale e occidentale, Nord America Europa orientale e Asia centrale Caraibi L'evoluzione negli anni (in milioni) 2001 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 '11 '12 '13 Nuove infezioni Morti per malattie legate all'Hiv 3,4 2 2,1 2,3 2,4 2,4 2,3 2,2 2,1 2,0 1,9 1,8 1,7 1,5 3,3 3,1 3 2,9 2,8 2,7 2,6 2,5 2,5 2,4 2,2 2,1 19,1 miliardi di dollari I fondi stanziati nel 2013 per combattere la diffusione dell'Hiv L'autore Michael Holbrook Penniman Jr. (conosciuto con il nome d'arte Mika) è un cantautore libanese naturalizzato britannico È nato a Beirut 31 anni fa da madre libanese (maronita) e padre statunitense Mika è diventato famoso con il singolo «Grace Kelly» e l'album «Life in Cartoon Motion», con cui nel 2007 ha vinto quattro World Music Awards La data La Giornata mondiale contro l'Aids si celebra ogni anno il 1° dicembre L'idea è nata nel 1988 durante il Summit mondiale dei ministri della Sanità (sopra , il nastro rosso simbolo della lotta all'Aids) Foto: Simbolo Una veglia di preghiera a sostegno dei malati di Aids organizzata in occasione del World Aids Day 2014 davanti al centro di riabilitazione «Maiti Nepal» di Kathmandu, in Nepal (Epa) Leggi la versione integrale dell'articolo scritto da Mika per il Corriere della Sera su www.corriere.it 01/12/2014 Corriere della Sera - Milano Pag. 6 (diffusione:619980, tiratura:779916) Anfetamine e farmaci proibiti «Aids, aumentano i contagi con la moda delle feste Mtv» Nadia Galliano Lo hanno detto i pazienti: «Ho partecipato a un Mtv party». Oppure: «Ho sentito parlare di feste Mtv ». I medici hanno chiesto spiegazioni. Mtv : la televisione musicale non c'entra. È una moda. Sempre più diffusa, soprattutto in ambienti omosessuali. Una moda pericolosa. La spiegazione deriva dalle tre lettere. M sta per metanfetamine. V per viagra. La T indica invece una medicina meno conosciuta: Truvada. È utilizzata non solo nella cura dell'Aids, ma anche nella prevenzione: il Truvada viene prescritto nella terapia cronica, ma anche come farmaco «pre-esposizione» al virus Hiv, in caso di situazioni a rischio (ad esempio, un marito Hiv negativo che voglia concepire un figlio con la moglie positiva). Ed ecco il cocktail: la droga che disinibisce, il viagra col suo rimando sessuale, ed infine il Truvada. Che dà l'illusione di proteggere dal contagio dell'Hiv. Il fenomeno per ora sembra di nicchia, ma comincia a destare preoccupazione tra gli specialisti: «Va di pari passo con l'aumento della diffusione delle droghe sintetiche - spiega Silvia Nozza, medico infettivologo dell'ospedale San Raffaele - Mode di questo tipo coinvolgono pazienti sempre più giovani». Una malattia, l'Aids, che sembra non fare più paura. Ma è invece un'epidemia clandestina e silenziosa che continua a diffondersi: a Milano, tre nuovi infetti al giorno; quattromila nuovi casi all'anno in Italia. Oggi, primo dicembre, è la giornata mondiale per la lotta all'Aids. «La sensazione è che il pericolo di trasmissione sia percepito in modo distorto», evidenzia Stefano Rusconi, infettivologo dell'ospedale Sacco. Gli Mtv parties ne sono un esempio. Rischiano di aumentare la diffusione del virus. E aprono anche uno scenario preoccupante sulla circolazione del Truvada. Per quel farmaco è infatti necessaria una prescrizione specialistica e ospedaliera, seguita da un monitoraggio clinico del paziente. «Serve tempo e costanza perché il farmaco possa agire - aggiunge il dottor Rusconi L'utilizzo discontinuo della terapia non garantisce una protezione al 100 per cento». Studi scientifici dimostrano infatti una maggior efficacia di protezione per una somministrazione continuativa rispetto a una singola dose. «Né sappiamo quali siano le interazioni con le sostanze stupefacenti, la loro possibile tossicità. Senza dimenticare che il Truvada non protegge dalla trasmissione di altre malattie sessualmente trasmissibili, come epatite e sifilide». Una confezione di Truvada costa 700 euro e, secondo le regole, il farmaco non dovrebbe circolare al di fuori degli stretti canali medici. Non si sa ancora, quindi, se intorno alle pastiglie stia crescendo una sorta di mercato nero, o se vengano invece fornite da una persona Hiv positiva (sotto terapia) che partecipa alle feste. Certo è che se un paziente rivende o regala qualche pastiglia agli amici, privandosi della dose giornaliera, rischia di nuocere anche a se stesso: «Il virus dell'Hiv - avverte Rusconi - può infatti diventare facilmente resistente ai farmaci se la terapia non viene seguita correttamente». © RIPRODUZIONE RISERVATA I party Le cure Nei party Mtv, «M» sta per metanfetamine e la «V» per viagra. La «T» indica un farmaco: il Truvada Il Truvada è utilizzato nella cura dell'Aids ed è prescritto nella terapia cronica. Una confezione costa 700 euro Foto: Stefano Rusconi (Sacco) e Silvia Nozza (San Raffaele) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Salute 01/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:619980, tiratura:779916) Indagano sei procure. In campo anche l'Agenzia europea L'ultimo decesso È una donna di 83 anni morta a Spoleto il giorno dopo aver fatto la profilassi Margherita De Bac ROMA Aveva 83 anni, soffriva di insufficienza respiratoria, per curarsi prendeva molti farmaci. È morta mercoledì scorso a Spoleto a 24 ore dall'iniezione col vaccino Fluad, sospeso giovedì scorso dal ministero della Salute che ha bloccato due lotti distribuiti alle Asl. Si tratta del tredicesimo dei casi segnalati al sito della farmacovigilanza di Aifa, l'Agenzia nazionale del farmaco, come addebitabili al prodotto di Novartis. Eppure la scomparsa della signora ha poca probabilità di essere legata al vaccino e sembra piuttosto dovuta alla sua fragilità. La profilassi l'avrebbe infatti protetta dall'influenza che per queste persone è pericolosissima. «Gli altri casi di decessi a noi pervenuti rispecchiano le stesse caratteristiche: più di 80 anni, donne, malate croniche. Dunque ci orientiamo con sempre maggior decisione a ritenere che la vaccinazione non abbia responsabilità», ipotizza Luca Pani, capo di Aifa. Si aspetta inoltre in settimana la valutazione dell'Agenzia europea del farmaco (Ema). Dunque non sono per ora in programma nuovi ritiri, tanto più che le segnalazioni riguardano lotti diversi da quelli inizialmente sospesi. Un altro elemento avvalora l'ipotesi che l'allarme possa rientrare. Le prime analisi dell'Istituto superiore di Sanità (Iss)sui campioni di fiale sospettate non hanno mostrato nulla di anomalo per quanto riguarda la tossicità (domani arriveranno le risposte definitive, come conferma Walter Ricciardi, commissario dell'Iss). I dati finali, quelli sulla sterilità, cioè l'eventuale presenza nel liquido di germi, saranno invece disponibili tra quindici giorni. Ci si avvia verso il ridimensionamento di un allarme che ha provocato danni notevoli sul piano della prevenzione e che forse andava gestito meglio. Ben sei Procure hanno aperto un'inchiesta. A Siena, Prato, Chieti e Roma si è aggiunta Parma (per la morte di un ultranovantenne) con l'ipotesi di omicidio colposo contro ignoti. La gente ha paura, non si fida, la richiesta del farmaco di Novartis è rallentata. «Di influenza si muore avverte il geriatra Roberto Bernabei -. Il virus innesca una cascata di eventi che scassano organismi già indeboliti da altre patologie. Gli anziani non devono commettere questo errore». D'accordo l'immunologo Fernando Aiuti: «Questo non significa però che i medici abbassino la guardia nel segnalare. Ci possono essere problemi tardivi, 7-15 giorni dopo l'iniezione, anche se rarissimi causati da reazioni immunitarie». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il vaccino antinfluenza Le due colture per ottenerlo Corriere della Sera IN UOVA DI GALLINA IN CELLULE ANIMALI Il virus dell'influenza viene iniettato - insieme con uno innocuo - in un uovo fecondato I due ceppi (quello virale e quello innocuo) infettano l'embrione e danno origine al virus Altre uova si infettano con il nuovo virus per ottenere una dose di vaccino Il virus viene reso inattivo per evitare che contagi le persone vaccinate Il virus influenzale viene inserito nelle cellule di un mammifero A questo punto più si moltiplicano le cellule, più si moltiplica il virus Il virus viene estratto dalle cellule e reso inattivo Dal virus si estraggono le proteine per fare il vaccino Il farmaco Il Fluad è un vaccino antinfluenzale prodotto dalla Novartis in commercio in Italia dal 1997 Il farmaco, SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vaccini, 13 i casi sospetti Due settimane per i test 01/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:619980, tiratura:779916) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato a differenza degli altri, contiene un adiuvante, ovvero una sostanza di origine naturale, il colesterolo, in grado di potenziarne l'efficacia 7 Le regioni in cui si sono verificati i decessi sospetti legati al vaccino 01/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:619980, tiratura:779916) È ancora raccomandata l'iniezione antinfluenzale? Mario Pappagallo La stagione dell'influenza è alle porte. Meglio vaccinarsi o è più saggio evitare? La vaccinazione è sicura. È la stessa da anni e non c'è nessun pericolo. Non è obbligatoria ma è raccomandata soprattutto per gli over 65 e per chi soffre di malattie croniche gravi per le quali l'influenza potrebbe complicare lo stato di salute anche in modo letale. Chi si è già vaccinato, anche se con un prodotto sospettato, non corre alcun rischio. Chi non si è ancora vaccinato può farlo tranquillamente. Chi non dovrebbe fare il vaccino? Lattanti al di sotto dei sei mesi, chi ha avuto una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una dose di vaccino, chi soffre della sindrome di Guillain-Barrè. Come si evita l'influenza, vaccino a parte? I virus influenzali si diffondono prevalentemente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva espulse con la tosse, gli starnuti o mentre si parla, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie delle persone infette. È meglio dunque evitare i luoghi chiusi e affollati e bisogna lavarsi spessissimo le mani. Quali sono le possibili complicazioni che possono rendere pericolosa un'influenza? Sinusiti, otiti (soprattutto nei bambini), polmoniti, il peggioramento di malattie preesistenti (per esempio malattie croniche dell'apparato cardiovascolare, diabete, asma), la disidratazione nei bambini e negli anziani. Durante la malattia occorre bere molta acqua e mangiare frutta di stagione. Quante persone si ammalano ogni anno di influenza? Quali sono i soggetti più a rischio? In Italia si stima che ogni anno ci siano in media dai 5 agli 8 milioni di casi ascrivibili a sindromi similinfluenzali. I più esposti sono le persone con età superiore a 65 anni, i bambini con età inferiore a 2 anni (ma superiore ai sei mesi), le donne in gravidanza, le persone con malattie cronico-recidivanti e chi vive in comunità (ospedali, caserme, scuole, case di cura, carceri). Si devono assumere antibiotici per curare l'influenza? Assolutamente no. L'influenza è causata da un virus e dunque gli antibiotici non li contrastano, anzi, a volte possono favorirli. Vanno perciò presi solo se vi sono complicazioni di tipo batterico, ma è sempre il medico curante che deve decidere. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOMANDE E RISPOSTE 01/12/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:619980, tiratura:779916) Ottantamila scatole di farmaci donate ai bimbi bisognosi Sono state raccolte 83.000 confezioni di farmaci da banco, alimenti per l'infanzia e altri prodotti pediatrici. Tre volte di più della prima edizione. È stata un successo quest'anno l'iniziativa «In farmacia per i bambini», organizzata in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia (20 novembre) dalla Fondazione Francesca Rava-Nph Italia Onlus. Mille volontari in 810 farmacie hanno raccolto prodotti per 182 case famiglia ed enti che aiutano i bambini in Italia e per l'ospedale pediatrico Nph St Damien ad Haiti. «Siamo entusiasti dei risultati della raccolta e dei riscontri che abbiamo ricevuto dai volontari e farmacisti di tutta Italia - ha dichiarato Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava -. È la testimonianza del grande cuore degli italiani nonostante la difficile situazione economica. I prodotti sono stati già consegnati a gran parte degli enti beneficiari e stanno quindi già aiutando tantissimi bambini. Un container sta partendo per Haiti dove l'emergenza sanitaria per milioni di bambini è quotidiana». Nelle farmacie aderenti i volontari hanno anche distribuito 100.000 copie della Carta dei diritti dell'infanzia. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Fondazione Rava 01/12/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 1.3 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Vaccino, nel Lazio rischio minimo» I medici rassicurano: somministrate in tutto meno di 30 mila dosi di Fluad, il farmaco sotto accusa Zingaretti «Apriamo la prima Casa della Salute» Monica Ricci Sargentini Manca solo un giorno alla data in cui il ministero della sanità annuncerà i primi risultati delle analisi condotte sulle decine di campioni di vaccini antinfluenzali. Quello che è certo è che finora i primi test sono stati tutti negativi. Lo ha detto ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Per i risultati finali, però, ci vorranno altri 15 giorni e poi il blocco di utilizzo del vaccino potrebbe essere tolto. Notizie positive che non bastano a calmare l'opinione pubblica. Nelle ultime 72 ore il numero verde 1500 del ministero della Sanità è stato letteralmente preso d'assalto da cittadini in preda al panico. Nel Lazio, per ora, si è registrato solo un morto ma ieri il numero dei decessi, avvenuto in concomitanza temporale con la somministrazione del vaccino antinfluenzale Fluad, è salito a 13 a livello nazionale. I rischi nella regione laziale sono ridotti al minimo perché sono state pochissime, meno di trentamila, le dosi di Fluad effettivamente somministrate. A fare i conti è il leader regionale della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) Pier Luigi Bartoletti: «Nel Lazio - ha spiegato - le dosi opzionate sono state 271 mila ma quelle effettivamente prese dai medici sono state neanche 60 mila. Quelle iniettate dovrebbero dunque essere meno di trentamila, concentrate soprattutto nella Asl Rm A (centro storico, ma anche Tufello, Montesacro e Bufalotta ndr ), che è un territorio molto popoloso. A Viterbo e Rieti si parla di numeri molto più bassi». Ed è già un rincorrersi di accuse sulle responsabilità. Ieri la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha puntato l'indice contro le Regioni per i ritardi nella segnalazione dei casi: troppi 13 giorni riscontrati dal direttore dell'Aifa, Luca Pani. Ma il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, smentisce qualsiasi ritardo e accusa Lorenzin di giocare allo«scaricabarile». Il Lazio, sabato scorso, aveva parlato di «grossi limiti di comunicazione istituzionale da parte dell'Agenzia italiana del farmaco nei confronti delle Regioni». L'Aifa ha risposto ieri smentendo qualsiasi ritardo. Intanto oggi aprirà la prima Casa della Salute presso l'ospedale oftalmico di Piazzale degli eroi. « Nel Lazio la sanità non chiude più» ha scritto esultante su Twitter Nicola Zingaretti. Nella struttura ci saranno ambulatori per prelievi, diagnostica di base e reparti infermieristici dove i medici di base prenderanno in carico i pazienti cronici come diabetici, cardiologici o con problemi respiratori . @msargentini © RIPRODUZIONE RISERVATA 15 i giorni di attesa per i risultati finali delle analisi condotte sui campioni di vaccini antinfluenzali bloccati dall'Aifa. Oggi il ministero della Sanità renderà noti i primi risultati 13 le morti sospette sul territorio nazionale. Una sola nel Lazio. L'ultimo caso segnalato, ieri, è in Umbria. Le altre regioni sono Sicilia, Molise, Puglia, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia 271 mila le dosi del vaccino Fluad opzionate nel Lazio ma quelle prese dai medici sono solo 60 mila di cui 30 mila iniettate soprattutto a Roma centro, Tufello, Montesacro e Bufalotta SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità 01/12/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 3 (diffusione:619980, tiratura:779916) Virus Ebola, ore di attesa allo Spallanzani Stabili le condizioni del «paziente zero» Mo. Ri. Sar. Non migliora né peggiora il medico di Emergency ricoverato dal 25 novembre allo Spallanzani di Roma dopo aver contratto il virus Ebola in Sierra Leone. Ieri il bollettino medico parlava di «condizioni generali sostanzialmente stazionarie». Una buona notizia, in casi come questo, anche se «persistono i disturbi gastrointestinali, la febbre elevata, la profonda spossatezza e l'esantema cutaneo diffuso». Il paziente zero è comunque autosufficiente: interagisce con i medici, respira autonomamente e si muove autonomamente nella stanza. Certo ancora è troppo poco perché la famiglia, che aspetta a Catania chiusa nel più stretto riserbo, possa tirare un sospiro di sollievo. I valori dei globuli bianchi e delle piastrine, però, sono in miglioramento. Normale è anche la funzione renale mentre sono in incremento i valori delle transaminasi. Ma la prognosi rimane riservata. E non potrebbe essere altrimenti. Alla domanda se oggi è una buona giornata il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito ha risposto solo: «È presto per dirlo, è una giornata in cui possiamo fare un nuovo trattamento con il plasma». Il medico di Emergency ha ben tollerato il terzo trattamento sperimentale, cioè il farmaco che agisce sulla risposta immunitaria. E ieri pomeriggio gli è stato nuovamente somministrato un trattamento con plasma di convalescente. Si tratta della seconda infusione dopo quella effettuata con il plasma arrivato dalla Spagna. Il plasma è arrivato dalla Germania grazie ad una catena di supporto e di solidarietà istituzionale (Ministero della Salute italiano e tedesco, Ospedale Universitario di Francoforte, Centro Nazionale Sangue), scientifica (coordinamento internazionale per la gestione dell'Ebola dell'Organizzazione Mondiale della Sanità), e delle società di trasporto. Intanto l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha reso noto ieri che è salito a 16mila il numero degli infettati dal virus, mentre le vittime sono poco meno di settemila, mille in più di due giorni fa. @msargentini © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso 29/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) Guai ad alimentare sospetti sulle vaccinazioni Gilberto Corbellini Due vicende tra loro diverse rischiano di rinfocolare un magma, paludoso e ideologicamente inquinato, di sospetti nei riguardi delle vaccinazioni. Cioè della misura sanitaria che, con la potabilizzazione dell'acqua, nell'ultimo secolo e mezzo circa ha salvato il maggior numero di vite. Soprattutto bambini. Il decesso di vari anziani e il sospetto che possano essere morti a causa della somministrazione di un tipo di vaccino antinfluenzale, rischiano di allontanare da questa efficace misura di prevenzione le persone più a rischio. Aifa ha immediatamente e cautelativamente vietato l'uso dei vaccini contenuti nei lotti dai quali provenivano quelli somministrati alle persone decedute, e ne sta controllando la qualità. Continua da pagina 1 In attesa che le indagini accertino definitivamente la sicurezza dei vaccini e le cause dei decessi, è opportuno ricordare che i vaccini prodotti oggigiorno sono i più sicuri e controllati di sempre. Le innovazioni tecnologiche acquisite a livello industriale consentono di purificare e controllare la sicurezza del prodotto nelle diverse fasi di preparazione, e prima di essere messo in commercio. È possibile che i decessi siano stati dovuti alla vaccinazione, ma è più probabile che i vaccini non c'entrino nulla. Mentre i soliti politici guastatori provano a buttare benzina sul fuoco di timori irrazionali, va dato atto ad Aifa di governare questa come altre vicende con un'efficienza degna della mitica Fda (Food and Drug Administration). È un peccato che il ministero e il Governo non sfruttino, per recuperare prestigio e affidabilità al Paese, i riconoscimenti anche internazionali che il lavoro fatto in questi anni da Aifa sta raccogliendo. Andrebbe ricordato che ogni anno l'influenza uccide migliaia di persone, il 90% delle quali sono anziani, e che la vaccinazione antinfluenzale protegge nella misura di circa l'80%, evitando quindi migliaia di morti e gli ingenti costi dovuti ai ricoveri ospedalieri. Nel frattempo, a Milano, un giudice di un tribunale del lavoro ha irresponsabilmente accolto la ridicola, oltre che falsa, tesi che un vaccino trivalente, cioè contro morbillo, parotite e rosolia, potrebbe causare l'autismo. Bisogna non sapere cosa è l'autismo, cioè quali sono le disfunzioni neurologiche che lo causano e ignorare almeno quindici anni di ricerche per controllare e alla fine confutare questa tesi, se si arriva a pronunciare una sentenza così ingiusta. Episodi del genere gettano ombre sull'affidabilità e validità delle procedure utilizzate in Italia dai giudici per accertare i fatti e scegliere tra prove fondate e tesi del tutto immaginarie. Se questo è diritto! Le risposte sociali alle vaccinazioni e la percezione dei rischi associati a questo intervento medico-sanitario sono una drammatica testimonianza di come la nostra psicologia ci induca facilmente a ragionare in modo fallace. I vaccini normalmente si somministrano a persone che stanno bene, allo scopo di evitare che contraggano qualche agente infettivo e si ammalino gravemente. Fino a circa mezzo secolo fa era diffusamente percepita la minaccia delle malattie contagiose. Il vaiolo per millenni, poi il morbillo, la pertosse, la difterite, l'influenza e con l'età industriale anche la poliomielite facevano strage di bambini. L'influenza preferiva portarsi via, oltre ai bambini, soprattutto gli anziani. Anche i cittadini erano positivamente disposti verso le vaccinazioni, che peraltro causavano più frequentemente di ora effetti collaterali anche molto gravi in quanto i vaccini erano meno purificati e controllati. Fino a quando le malattie erano una minaccia percepita i governi non si facevano scrupolo a rendere obbligatoria e al limite coattiva la vaccinazione - è vero che i genitori esercitano la patria potestà sui bambini, ma se essi sono stupidi il governo ha un obbligo morale di evitare che dei pregiudizi ideologici mettano a rischio la sopravvivenza di persone che non sono in grado di decidere autonomamente. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA CRONACA E LA SCIENZA 29/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oggi che è diffusa l'impressione - alquanto imprudente - che le malattie infettive nel mondo occidentale siano sotto controllo, le vaccinazioni sono percepite solo come un rischio. E siccome si tratta appunto di somministrazioni che sono effettuate quando le persone stanno bene, richiede intelligenza e senso critico capire che si tratta comunque di un presidio per evitare che si torni a un tragico passato. Inoltre, se dopo qualche tempo da una vaccinazione si manifestano malattie o morte, è intuitivo ovvero automatico, benché logicamente sbagliato, sospettare subito il fatto meno normale da poco accaduto, cioè un vaccino, che tra l'altro è già normalmente oggetto di diffusi timori sociali. Accusare i vaccini è la spiegazione più scontata e facile se si ragiona intuitivamente. E anche innocua. Perché credere qualcosa che "non è vero", non ha alcuna conseguenza immediata. E se si accertasse che i quattro decessi non avevano nulla a che fare con i vaccini, la notizia non sarà di certo data con lo stesso risalto con cui invece sono stati fatti circolare quelli che sono solo sospetti. Eppure sarebbe socialmente e moralmente più utile che i media e chi ha responsabilità politiche e di governo evitassero di assecondare le paranoie di chi ogni giorno e su ogni questione invoca aggressivamente che si seghino i rami della modernità, su cui per ora siamo ancora provvisoriamente seduti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gilberto Corbellini c La Parola Chiave Vaccino Il vaccino è un preparato contenente materiale costituito da proteine complesse a Dna eterologhe (ovvero estranee, provenienti da microrganismi o parti di essi), opportunamente trattato per non perdere le proprietà antigeniche e finalizzato a essere utilizzato nel conferimento di immunità attiva al soggetto cui viene somministrato. L'immunità deriva dalla stimolazione, nel soggetto ricevente, alla produzione di anticorpi neutralizzanti il microrganismo stesso. La maggior parte dei vaccini funziona inducendo una risposta umorale, cioè una risposta immunitaria mediata dalla secrezione di anticorpi prodotti nelle cellule dei linfociti di tipo B (cellule B) differenziatisi in plasmacellule. Gli anticorpi prodotti si legano alla superficie di antigeni come virus, batteri e sostanze non-self. Foto: ANSA Nessun allarme. I vaccini in commercio sono i più testati di sempre (nella foto un ricercatore Novartis) 29/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 21 (diffusione:334076, tiratura:405061) Nuove morti sospette, possibili altre sospensioni Mar.B. PER IL VERTICE DELL'AGENZIA Non c'è finora la certezza di una correlazione tra la somministrazione dei vaccini e i decessi che «potrebbero essere dovuti a malattie concomitanti» Espolde la psicosi sui vaccini anti-influenzali mentre si moltiplicano le morti sospette. Decessi saliti a undici sei ieri dopo i cinque di giovedì -e non tutti legati ai due lotti di vaccino Fluad, prontamente bloccati dall'Aifa, l'Agenzia del farmaco. Che a questo punto non esclude la sopensione di altri lotti. «L'Agenzia sta acquisendo - avverte una nota diffusa ieri in serata - tutti gli elementi necessari per verificare caso per caso le segnalazioni pervenute». «Al momento - continua l'Aifa - non è possibile affermare che vi sia una relazione diretta fra la somministrazione del vaccino e le morti riportate, in quanto sono necessarie informazioni più complete e deve essere condotta un'analisi accurata dei casi». Tanto che l'Agenzia riconduce almeno «in parte» l'aumento delle segnalazioni «all'impatto mediatico di tali notizie sullapopolazione» e sugli operatori sanitari. Degli undici casi sospetti- su 4 milioni di dosi autorizzate alla commercializzazione - quelli di ieri arrivano dal l'Asl di Como e da Parma dove c'é stato il decesso di un ultranovantenne con diverse patologie. E da Roma dove si sono aggiunte le morti di due anziani che si erano appena vaccinati Come detto finora non c'é certezza di una correlazione fra la somministrazione dei vaccini e le morti. Non sono stati infatti rilevati difetti di produzione e i decessi causati in gran parte a eventi cardiovascolari «potrebbero essere dovuti a malattie concomitanti», spiega il direttore dell'Agenzia, Luca Pani . La Novartis (casa farmaceutica che produce il Fluad) fa sapere che non c'è stata alcuna contaminazione nei due lotti di vaccino sospesi dall'Aifa e ricorda come «i lotti di prodotto impattati, per un totale di circa 500.000 dosi» siano stati distribuiti soltanto in Italia dopo aver superato tutti i controlli di sicurezza e qualità, inclusi quelli previsti dalle autorità regolatorie. «Siamo un settore sottoposto a controlli rigidissimi, e anche i vaccini lo sono. Non è la prima volta che vengono ritirati in via cautelativa. Ma non dobbiamo gettare le persone nel panico e, anzi, dico: vaccinatevi. L'ho fatto anche io», ha chiarito il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi. Intanto però la Regione Lazio ha dato disposizione a tutte le Asl di sospendere, in via precauzionale, e in attesa di comunicazioni ufficiali dell'Aifa, la distribuzione e la somministrazione del vaccino Fluad in giacenza a prescindere dai lotti segnalati. «Se ci fosse una campagna per fermare le vaccinazioni, non esiteremmo a definirla irresponsabile», ha spiegato ieri Walter Ricciardi, commissario straordinario dell'Istituto superiore di Sanità che invita alla cautela e a non lasciarsi prendere dal panico: «Martedì arriveranno i risultati tossicologici, e entro trenta giorni quelli definitivi all'Aifa». Agenzia del farmaco che, nel ribadire la natura esclusivamente cautelativa del ritiro deidue lotti del vaccino antinfluenzale Fluad, condivide la posizione espressa ieri dalla direzione generale della salute della Regione Lombardia, che - dopo avere avuto notizia dall'Asl di Como del decesso di un paziente - ha raccomandato comunque la prosecuzione della campagna vaccinale antinfluenzale. Tre procure comunque si stanno interessando alla vicenda. Due uffici giudiziari, quelli di Prato e Siracusa, si occupano dei decessi avvenuti nelle loro province , mentre il terzo, quello di Siena, ha aperto un fascicolo sulla produzione dei lotti sospetti, negli stabilimenti senesi della Novartis. Il ministero della Salute ha deciso infine di attivare il numero verde 1500 per fornire ai cittadini risposte e informazioni sui vaccini antinfluenzali. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le indagini. Continuano le segnalazioni, «ma attenti alle fobie» 30/11/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 22 (diffusione:334076, tiratura:405061) Vaccini, salgono le morti sospette Lorenzin: primi test negativi Silvia Sperandio Salgono a 12 i decessi di persone anziane sui quali l'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) indaga per capire se ci sono relazioni con la vaccinazione antinfluenzale. Si tratterebbe di persone che già presentavano patologie e un quadro clinico complesso. "Oggi è stato registrato un nuovo decesso avvenuto il 24 novembre - ha spiegato il direttore dell'Aifa Luca Pani - e venerdì è pervenuta una mail su un decesso che deve essere ancora confermato». «In otto casi si tratta di persone di ultraottantenni, 7 donne e 5 uomini. Sempre in 8 casi su 12 il decesso è avvenuto nelle prime 24 ore e ancora in 8 casi il decesso è avvenuto per cause cardiovascolari», ha aggiunto Pani. Le segnalazioni delle morti sospette riguardano in tutto sei Regioni: Sicilia (2), Molise (1), Puglia (2), Toscana (2), Emilia Romagna (2), Lombardia (2) Lazio (1). Nel mirino, in particolare, la vaccinazione antinfluenzale con il Fluad di Novartis Vaccines: nella maggior parte dei casi inseriti nella Rete nazionale di Farmacovigilanza - dichiara l'Aifa in una nota - si tratta di «soggetti ai quali nei giorni precedenti era stata somministrata una dose di vaccino Fluad della Novartis Vaccines and Diagnostics». Si tratta di dosi che appartengono sia ai lotti che nei giorni scorsi sono stati vietati a scopo cautelativo in 12 regioni (le partite di farmaco 142701 e 143301), sia ad altri lotti. Complessivamente, dunque, le segnalazioni di morti sospette sono salite a dodici, su oltre 4 milioni di dosi autorizzate alla commercializzazione, ma stanno arrivando anche altri casi di decessi sempre di pazienti anziani, in diverse regioni. Gli ultimi in Piemonte, in Toscana, in Molise, in Abruzzo. «Sono segnalazioni sparpagliate che riguardano anche altri lotti di vaccino - conferma Pani -. Tendiamo a escludere un problema di qualità del farmaco, altrimenti i numeri sarebbero più alti». E a questo proposito, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin annuncia che i primi risultati dei test che si stanno effettuando sui lotti sequestrati «stanno dando esito negativo» e «non evidenziano una correlazione tra le morti sospette e i vaccini antinfluenzali assunti». Ma il ministro punta l'indice sulle responsabilità regionali: fino a 13 giorni per segnalare i casi, secondo l'analisi del direttore Aifa, Pani. «Il ministro Lorenzin si lascia andare a uno sport troppo praticato, lo "scaricabarile"», ha replicato il presidente delle Regioni Sergio Chiamparino. Sotto la lente oltre 470mila dosi di vaccino antinfluenzale: mentre l'Istituto superiore di sanità indaga sui lotti (sotto la lente 470mila dosi), i Nas in diverse regioni hanno sequestrato materiale e documenti nell'ambito delle indagini scattate dopo le prime tre morti sospette. I vaccini nel mirino, ha precisato Pani, «sono stati distribuiti solo in Italia, e solo in alcune regioni. E non sono arrivati alle farmacie». Anche l'Agenzia europea del farmaco indaga: «Non c'è finora nessuna evidenza a suggerire un nesso di causalità tra il vaccino e gli eventi avversi riportati», sostiene l'agenzia europea del farmaco Ema che ha aperto una indagine. «La sospensione è precauzionale, i test sui lotti sono in corso e vi è un'analisi dettagliata delle relazioni che arrivano dall'Italia», si legge in una nota. «Il vaccino Fluad - rileva infine Fabrizio Pregliasco, immunologo dell'Università di Milano - contiene, oltre agli antigeni, anche una sostanza adiuvante, denominata MF59, a base di squalene, che ha l'azione di potenziare le risposte immunitarie. Si tratta dunque di un vaccino indicato soprattutto per gli anziani e persone con ridotte difese». Ora «c'è il rischio che questo episodio induca una disaffezione alla vaccinazione antinfluenzale, importante soprattutto per le persone a rischio di complicanze come anziani e cardiopatici, malati cronici e con ridotte difese immunitarie». A maggior ragione con l'arrivo dell'epidemia stagionale previsto a dicembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato indagini dell'aifa e dell'ema 30/11/2014 Il Sole 24 Ore - Domenica24 Pag. 30 (diffusione:334076, tiratura:405061) Mappa dei geni e nuovi farmaci Giuseppe Macino Era la fine del XX secolo quando il mondo leggeva la notizia che il genoma umano era stato completamente sequenziato e che sarebbe stato possibile comprendere meglio molti segreti della vita e delle sue alterazioni patologiche. Meravigliosa fine di un secolo che aveva visto la scoperta della struttura del Dna la comprensione del codice genetico e l'avvento della biologia molecolare. Quelle speranze furono disattese dalla scoperta che nel genoma umano erano codificati solamente 20.000 geni per proteine: più o meno quanti quelli di un insetto o di un verme. Allora da dove veniva l'enorme differenza tra quegli organismi semplici e noi? Come era possibile che le nostre cellule fossero così numerose e così diverse le une dalle altre, basti pensare a muscoli, cervello, fegato, sangue, con un numero tanto piccolo di geni per le proteine? Cominciò a farsi strada l'idea che la complessità derivava da altri fattori, ad esempio la struttura dei nostri cromosomi e la loro interazione con proteine particolari chiamate istoni, proteine intorno alle quali il Dna è avvolto con vari ordini di complessità. Le proteine istoniche sono costantemente e variamente modificate chimicamente: ogni tipo di modificazione ha funzioni differenti e contribuisce a determinare se la regione di Dna che si avvolge su quell'istone sarà utilizzata o no in ogni tipo cellulare. In questo modo, anche se tutte le cellule dello stesso organismo contengono gli stessi geni, questi geni (che sono regioni di Dna) vengono utilizzati (il termine tecnico è "espressi") in modo diverso in ogni cellula, determinandone la funzione. Questa idea ha aperto nuovi campi di ricerche che oggi chiamiamo genericamente studi di epigenetica. Il termine "epigenetica", coniato da Conrad Waddington nel 1942 per spiegare caratteristiche ereditarie non direttamente scritte nei geni, viene oggi usato in senso molto più ampio per descrivere meccanismi che hanno effetto sulla espressione (utilizzo) dei geni senza modificarne la sequenza di Dna. Determinare lo stato epigenetico di una cellula significa costruire una mappa del genoma in cui, per ogni regione del Dna contenuto in quella particolare cellula, sono state individuate le modificazioni epigenetiche che ne regolano l'espressione. Queste modifiche sono a carico, come abbiamo detto, delle proteine istoniche, ma anche del Dna stesso. Gli studi di epigenetica, impensabili fino a pochi anni fa, sono ora possibili per l'eccezionale sviluppo della tecnologia di sequenziamento del Dna: oggi, una sola macchina può produrre la sequenza di un genoma umano in poche ore, contro i vari anni che furono necessari per decifrarlo la prima volta con l'uso contemporaneo di centinaia di macchine. E l'Italia cosa sta facendo in questo campo? Attraverso il «Progetto Bandiera Epigenomica» del Cnr si è realizzata una rete nazionale di settanta laboratori che collaborano tra di loro per lo sviluppo e la diffusione di studi epigenetici in molti campi di applicazione. Per sviluppare conoscenze e progetti di altissimo livello, Epigen ha creato le più moderne piattaforme centralizzate in Italia per il sequenziamento di Dna ed Rna, per l'analisi bioinformatica dei dati prodotti dal sequenziamento che richiedono enormi quantità di memoria e potenza di calcolo, e per l'acquisizione di sofisticate immagini cellulari computerizzate. Molte università italiane non possiedono le tecnologie per questo tipo di studi ed Epigen ha messo a disposizione dei propri partner le tecnologie più moderne. Molta importanza è data ai giovani ricercatori che, attraverso corsi teorici e pratici, ricevono una formazione aggiornata e continua nel campo della bioinformatica e delle nuove tecnologie di sequenziamento. La centralizzazione delle piattaforme e la formazione di giovani di alto profilo al servizio dei laboratori Epigen si sono rivelate scelte vincenti per un rapido sviluppo degli studi epigenetici in Italia. Questi studi sono volti sia alla comprensione dei meccanismi che controllano l'integrità del genoma in condizioni normali e patologiche, sia sul ruolo delle regioni di Dna che non codificano per proteine ma vengono trascritte in Rna, che sembravano senza funzione. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato epigenetica 30/11/2014 Il Sole 24 Ore - Domenica24 Pag. 30 (diffusione:334076, tiratura:405061) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ora si sta capendo che queste molecole hanno importanti funzioni nella regolazione epigenetica dei geni per le proteine e diversi laboratori Epigen stanno identificando e studiando il ruolo di queste molecole di Rna nelle patologie. Altri laboratori realizzano studi sul controllo dell'identità cellulare in patologie come il cancro e sui meccanismi epigenetici che portano le cellule staminali alla maturazione e alla conversione in altri tipi cellulari per possibili applicazioni nelle terapie rigenerative. Si stanno già studiando ed usando nuovi farmaci, chiamati epigenetici, che agiscono nell'articolata rete di processi cellualari che, sregolata, porta spesso a patologie complesse come il cancro e le distrofie muscolari. Dopo quasi tre anni di attività il progetto Epigen è pronto per comunicare gli importanti risultati ottenuti durante l'incontro internazionale che si terrà a Milano dal 1 al 3 Dicembre presso l'Ieo dal titolo «EPIGENomics and Health Care Policy: Challenges and Opportunities» dove scienziati, clinici, organizzazioni dei pazienti, rappresentanti della società civile discuteranno dell'impatto degli studi di epigenetica in biomedicina e delle implicazioni etiche, legali e sociali delle sua applicazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30/11/2014 Il Sole 24 Ore - Domenica24 Pag. 30 (diffusione:334076, tiratura:405061) Primo laboratorio Pasteur Gilberto Corbellini La fondazione Istituto Pasteur - Fondazione Cenci Bolognetti (Ipfcb) compie cinquant'anni e li celebrerà inaugurando mercoledì 3 dicembre il primo Laboratorio Pasteur italiano, in viale Regina Elena, dove la Sapienza sta concentrando i laboratori universitari biomedici. La storia di questa fondazione è piuttosto esemplare delle difficoltà politiche e burocratiche che si incontrano in Italia per utilizzare le donazioni filantropiche alla ricerca scientifica in Italia. Basti pensare che Beatrice Fiorenza Cenci Bolognetti, principessa di Vicovaro, moriva il 16 ottobre 1955 destinando un ingente patrimonio all'Università di Roma, «affinché provveda entro breve tempo dall'apertura della successione a creare un istituto medico, tipo Istituto Pasteur (e cioè per ricerche batteriologiche, sierologiche, ecc.)». L'università accettava l'anno successivo, ma per raccogliere tutti i pareri istituzionali favorevoli dovevano trascorrere altri otto anni. I cinquant'anni di esistenza della fondazione fanno quindi riferimento alla produzione del primo atto costitutivo, perché a quel punto fu l'Istituto Pasteur di Parigi a porre una serie di condizioni per la creazione di un istituto Pasteur romano, che non erano accettabili per le facoltà scientifiche romane, come per esempio un controllo preventivo sulle pubblicazioni scientifiche. Si arrivava così al 1977, quando l'allora rettore Antonio Ruberti riusciva finalmente a riunire un consiglio di amministrazione. In una prima fase, quella in cui era il rettore stesso a presiedere la fondazione Ipfcb, fu finanziata la formazione di giovani ricercatori nell'ampio campo delle scienze pasteuriane, che sono poi le scienze microbiologiche di base e applicate e lo studio epidemiologico delle malattie infettive. Per esempio la fondazione Ipfcb finanziò negli anni Ottanta e Novanta i progetti di ricerca sulla malaria nell'Africa sub-sahariana, dove un gruppo di giovani ricercatori guidati da Mario Coluzzi si studiava la genetica delle zanzare e delle popolazioni umane ospiti del plasmodio malarico, incluse le conseguenze dei tentativi di ridurre l'impatto tragico della malattia. Molte delle scoperte importanti e competitive conseguite dal gruppo di Coluzzi sono scaturite anche grazie a quei finanziamenti, che per superiore agilità di amministrazione consentivano di investire su ricercatori giovanissimi, che erano spediti in Africa a farsi le ossa, e che oggi sono scienziati di tutto rispetto internazionale. Sotto il governo di Franco Graziosi e Maurizio Brunori, la Fondazione acquisiva un'autonomia completa sul piano della governance e oggi, anche grazie alla visione del direttore scientifico Angela Santoni, è nelle condizioni di promuovere una ricerca internazionalmente competitiva nell'ampio campo delle scienze pasteuriane, che riguardano in modo particolare le basi biologiche delle interazioni tra ospiti e parassiti, con l'obiettivo di sviluppare nuove ed efficaci strategie terapeutiche (principi farmacologicamente attivi) e preventive (vaccini, ma anche misure di sanità pubblica sperimentalmente fondate) nella lotta contro le malattie infettive. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato fondazione cenci 01/12/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 29 (diffusione:334076, tiratura:405061) A cura diRoberto Turno Il super ingorgo parlamentare va di scena questa settimana. Pressoché interamente al Senato. E tutto insieme: il Jobs Act, la legge di Stabilità 2015, la riforma elettorale, la delega per la riforma della Pa. Mentre alla Camera procede la seconda lettura dell'addio al Senato. L'autunno scivola verso l'inverno, ma in Parlamento sarà la temperatura sarà alta come in agosto. Il Jobs Act sarà votato definitivamente forse con la fiducia in aula a palazzo Madama al massimo entro giovedì, mentre da lunedì al Senato sbarcherà la manovra. E tutte le altre leggi - tranne la riforma della Pa, la legge elettorale e le riforme istituzionali resteranno al palo. O quasi. Novità rispetto alla settimana precedente DECRETI LEGGE Provvedimento N. N. atto Scad. Stato dell'iter Bonifica e messa in sicurezza di siti contaminati 165 C 2715 10-gen All'esame della commissione Ambiente della Camera Elezione dei componenti i comitati degli italiani all'estero e adempimenti relativi alle armi a uso scenico 168 C 2727 17-gen All'esame della commissione Affari costituzionali della Camera DISEGNI DI LEGGE Provvedimento (relatore) N. atto Stato dell'iter Delega al Governo in materia di ammortizzatori sociali, servizi e politiche del lavoro (Sacconi, Ndc) S 1428 B Approvato dalla Camera. La commissione Lavoro del Senato ne ha concluso l'esame in sede referente in terza lettura - presentato da 242 giorni Riforma della legge elettorale (Finocchiaro, Pd) S 1385 Approvato dalla Camera. All'esame della commissione Affari costituzionali del Senato in sede referente - presentato da 335 giorni Riforma del Senato, del titolo V, abolizione delle Province e del Cnel (Sisto, Fi, e Fiano, Pd) C 2613 Approvato dal Senato. All'esame della commissione Affari costituzionali della Camera Delega per la riforma della Pa (Pagliari, Pd) S 1577 All'esame della commissione Affari costituzionali del Senato in sede referente - presentato da 131 giorni Green Economy (collegato alla legge di Stabilità 2014) (Vaccari, Pd) S 1676 Approvato dalla Camera. All'esame della commissione Terrritorio del Senato in sede referente - presentato da 292 giorni Misure sanitarie omnibus (Ddl Lorenzin) (De Biase, Pd) S 1324 All'esame della commissione Igiene e sanità del Senato in sede referente - presentato da 283 giorni SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'Agenda dei decreti legge 29/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Influenza, si allarga la paura vaccini In un giorno 9 morti sospette CORRADO ZUNINO ALLE PAGINE 24 E 25 Nuovi lotti bloccati in dodici regioni ROMA. La scia di paura lasciata dai vaccini antinfluenzali della Novartis ora si fa larga. Nove nuovi morti sospette, dopo le tre di giovedì. Nove anziani tutti sopra i 69 anni - a cui in quest'autunno di campagna di vaccinazione era stata somministrata la dose di Fluad e, al massimo cinque giorni dopo l'iniezione, sono spirati. Nove casi, questi, segnalati dalle Asl alle Regioni e girati sui tavoli dell'Agenzia del farmaco, che tuttavia sembra non riuscire a controllare il "caso vaccini". Il direttore generale Luca Pani, travolto dai convegni, all'ennesima telefonata fa sapere: «Ci aspettiamo altri casi, altre segnalazioni, potremmo bloccare nuove partite di Fluad». Fin qui sotto sequestro c'erano 475 mila confezioni - gli stock gemelli 142701 e 143301 - , ma da Roma, Parma e Como sono arrivate quattro segnalazioni di decessi successivia vaccini provenienti da lotti diversi. La situazione è complicata. Ci sono tre morti sospette a Roma. Due segnalate dal Policlinico Gemelli e dall'Aurelia Hospital: una donna di 92 anni e un uomo di 77, entrambi vaccinati con il Fluad. Quindi, un uomo di Ciampino, trattato contro l'influenza il 19 novembre e morto il 24. Il figlio, che definisce il padre alla vigilia della profilassi «in ottima salute», annuncia denuncia alla Procura. Due i decessi in Puglia, entrambi in provincia di Lecce. Una donna di 84 anni di Carpignano Salentino, cardiopatica, malata di Parkinson, affetta da diabete, è morta il 24 novembre a Martano. Le era stata somministrata la dose di antinfluenzale cinque giorni prima. Sempre nel Salento verifiche sono in corso su una 72enne, originaria di Maglie, deceduta domenica scorsa nell'ospedale di Scorrano: tre giorni dopo la profilassi. Un caso a Prato, 89 anni: patologie polmonari, vaccinato nel tardo pomeriggio di lunedì, morto martedì. Annoverato tra i sospetti. Un altro a Firenze: cardiopatico di 84 anni. Il medico non ha ancora comunicato all'Asl, così resta fuori dall'elenco. Poi Parma (80 anni). A Genova è morto dopo cinque giorni di vaccino il titolare di un negozio sportivo della zona di Nervi, lui 69 anni. Febbre, gamba gonfia, cure con il cortisone, il ricovero d'urgenza e la morte. Tre procure hanno aperto inchieste. Siracusa (due decessi resi pubblici giovedì), quindi Prato, dove i pm stanno valutando - come a Lecce d'altronde - la riesumazione della salma. Infine Siena, qui la Novartis ha prodotto i vaccini bloccati dall'Aifa. I carabinieri del Nas hanno sequestrato materiale e documenti in Molise e in Sicilia. I problemi di comunicazione dell'Agenzia del farmaco e del ministero della Salute -Lorenzin si è chiusa nel silenzio limitandosi ad applaudire il Pil prodotto da Federfarma, a congresso - hanno portato a reazioni diverse secondo le latitudini. La Liguria non ha fermato solo i due lotti subito segnalati, ma tutti i vaccini Fluad, il giorno dopo ha riaperto la campagna di vaccinazione. La Regione Lazio, che ha assorbito un milione dei 4 di dosi Novartis, ha sospeso tutti i lotti della multinazionale svizzera. Il presidente Nicola Zingaretti ha attaccato: «A oggi il Lazio non ha ricevuto segnalazioni ufficiali da parte dell'Agenzia del farmaco». I due lotti subito fermati sono stati distribuiti in 12 regioni italiane, il problema è che a ore potrebbero arrivare sequestri su altre partite. Le prime analisi sui campioni, effettuate nei laboratori dell'Istituto superiore di Sanità, dicono che le confezioni di Fluad non sono alterate, né ci sono difetti di produzione. Martedì i primi risultati tossicologici, ma l'Iss si prende un mese per dare risposte certe. È lo stesso istituto a chiedere di continuare a sostenere la campagna vaccinale antinfluenzale, «e per qualsiasi sospetto andate dal medico curante». Il ministero della Salute ha attivato un numero verde, "1500", per dubbi o segnalazioni. Il direttore dell'Aifa, Pani, dice: «Stiamo acquisendo relazioni cliniche e referti autoptici per valutare un eventuale nesso di causalità». Resta convinto, però: «I decessi sono dovuti in gran parte a eventi cardiovascolari e potrebbero dipendere da malattie concomitanti. Le segnalazioni sono aumentate per l'effetto mediatico, che ha provocato una fobia nel paese». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ALLARME 29/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL FARMACO SOTTO ACCUSA IN COMMERCIO DAL 1997 Il Fluad è un vaccino anti-influenzale della Novartis, in commercio dal '97. Costa circa 5 euro a dose. Si tratta di un vaccino "adiuvante", cioè capace di suscitare una risposta immunitaria potenziata e quindi più efficace nei soggetti anziani, nei quali riduce le ospedalizzazioni del 25 per cento I NUMERI PER SAPERNE DI PIÙ www.agenziafarmaco.gov.it www.novartisvaccines.it 475 mila DOSI SEQUESTRATE Tante sono le confezioni di Fluad sequestrate in Italia in via cautelativa 3,5 mln IN CIRCOLAZIONE In Italia circolano altri 3,5 milioni di dosi di due stock gemelli: il 142701 e il 143301 9 giorni IL RITARDO È l'intervallo più lungo trascorso tra una morte sospetta e l'avviso all'Aifa Foto: PREVENZIONE Nell'immagine d'archivio una donna si sottopone alla vaccinazione anti-influenzale 29/11/2014 La Repubblica - Roma Pag. 3 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Cosa mi ha iniettato?" Dai medici di base la psicosi dei pazienti In 2000 messaggi della Federazione di categoria l'invito a interrompere la somministrazione LAURA SERLONI MISURAZIONE ossessiva della febbre, controllo di possibili reazioni allergiche e di effetti collaterali legati al vaccino: sono ore di terrore per tutti quelli che negli scorsi giorni si sono fatti iniettare dal medico di base l'antinfluenzale. Centinaia di telefonate sono arrivate negli studi di fiducia, sms al medico di famiglia da genitori allarmati e anziani preoccupati. Una valanga di mail oltreché la denuncia da parte del Codacons in 104 procure di tutta Italia, Roma inclusa, per chiedere il sequestro di tutti i lotti sospetti. «La paura c'è, inutile negarlo. Ho fatto il vaccino due giorni fa e sono molto spaventata perché non so quale tipologia mi sia stata iniettata. Lo faccio ogni anno, ma non mi sono mai preoccupata di quale fosse il nome dell'antinfluenzale perché mi fido del mio medico», racconta Sandra Verrazzi, 78 anni, nella sala d'attesa di uno studio alla Balduina. E proprio negli studi, tempestati di telefonate, la domanda per tutta la giornata è stata la stessa: «Dottore, che vaccino mi ha fatto? Il Fluad?». «Non possiamo ignorare il clima di incertezza che regna tra i genitori - dice Antonio Affinita, direttore generale Moige, il movimento genitori- Anche se il nesso di causalità tra la somministrazione del Fluad e i decessi sia da verificare, la situazione di mancanza di chiarezza mette le famiglie nelle condizioni di dubitare dei vaccini. Siamo disorientati dall'assenza di una campagna informativa sul tema e in balia di informazioni incerte che minano la tranquillità di genitori e figli». La Fimmg - la Federazione dei medici di base- ha subito inviato via sms a tutti i 5.000 medici di famiglia del Lazio, di cui circa duemila a Roma, l'indicazione «a sospendere il vaccino in attesa di nuove disposizioni e soprattutto in attesa di verificare se i vaccini provenivano dai lotti sospetti», spiega il leader regionale, Pier Luigi Bartoletti. Ora i medici di famiglia stanno raccogliendo i dati per cercare di capire quanti sono i pazienti a cui è stato iniettato il Fluad, mentre la Regione Lazio sta procedendo «nel lavoro di verifica con il servizio di farmacovigilanza». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CENTINAIA DI CHIAMATE NEGLI STUDI 29/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Pronti a chiedere i danni a Novartis il governo faccia verifiche a tappeto" GIUSI SPICA SE L' ISTITUTO superiore della sanità accertasse contaminazioni nei due lotti di Fluad ritirati, siamo pronti a chiedere un maxi-risarcimento alla Novartis per il danno subito sulla pelle dei pazienti». Dopo la morte di due anziani (68 e 87 anni)a Siracusa, il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, annuncia azioni contro la multinazionale del farmaco ma cerca di contenere la psicosi che già ieri ha svuotato gli studi dei medici di famiglia e i centri di vaccinazione dell'Isola. Quali provvedimenti avete messo in campo? «Abbiamo subito bloccato la distribuzione dei due lotti di farmaci segnalati e riunito la commissione regionale vaccinazioni per decidere le prossime mosse. Alcuni campioni di prodotto sono stati inviati all'Istituto superiore di sanità che martedì fornirài risultati delle analisi per capire se le fiale siano contaminate» E se si dovessero accertare responsabilità dell'azienda produttrice? «In caso di campioni difettosi avvieremo un'azione di risarcimento contro Novartis a tutela degli utenti. Chi crea un danno, deve pagare. In questo momento esiste solo un nesso temporale e non di causa-effetto tra mortie vaccini. Dai primi riscontri sembrerebbe che, almeno in un caso, il decesso sia dovuto a infarto e non a reazioni allergiche, ma gli accertamenti chimici disposti dalla procura proseguono». I pazienti possono stare tranquilli? «La campagna di vaccinazioni continua in totale sicurezza. Il ritiro dei lotti, secondo la commissione regionale, basta a scongiurare altri rischi. Ma stiamo verificando con la Novartis se ci possano essere altri lotti di Fluad coinvolti oltre ai due già individuati. Anche il ministero dovrebbe avviare una verifica a tappeto sui farmaci che fanno parte della stessa linea di produzione pur non appartenendo a quei due lotti». In queste ore molti centri di vaccinazione sono rimasti deserti. C'è un rischio psicosi? «La nostra vera preoccupazioneè proprio questa: che l'allarme induca le persone a non vaccinarsi. Questo creerebbe un danno enorme sia in termini di mortalità sia in termini economici. Avremmo un'impennata degli accessi nei pronto soccorso legata all'incremento delle patologie influenzali e un aumento delle morti. I rischi legati all'influenza sono fortissimi soprattutto tra gli anziani che soffrono di molte patologie. Temiano una sindrome da panico. Io stesso la prossima settimana andrò a fare il vaccino». La Sicilia spende tre milioni e mezzo di euro all'anno per i vaccini e la fetta più grossa va proprio alla Novartis «Siè aggiudicata una gara regionale con altre aziende. Ma in casi come questo bisogna interrogarsi se gare così ampie siano davvero il metodo migliore. Non si può guardare solo al risparmio. Il rischio è di favorire le grandi multinazionali stabilendo di fatto una situazione quasi monopolistica». Rosario Crocetta Aspettiamo i risultati delle analisi, ma la campagna continua in totale sicurezza grazie ai provvedimenti presi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA 1 / CROCETTA, GOVERNATORE SICILIA 29/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Basta allarmismi antidoto necessario l'influenza causa migliaia di decessi" (c. z.) ROMA. Il professor Walter Ricciardi, una storia al Policlinico Gemelli di Roma, docente di Igiene e direttore del dipartimento di sanità pubblica, da quattro mesi è commissario dell'Istituto superiore di Sanità. All'Iss stanno esaminando le confezioni di Fluad che spaventano l'Italia. «I campioni sono arrivati ieri mattina, martedì avremo i primi risultati tossicologici. Ci vorrà più tempo per quelli microbiologici e, infine, i test di sterilità. Venti, trenta giorni per una risposta certa». I primi controlli sulla bontà delle confezioni sono stati realizzati. «Sì ed è difficile ipotizzare che ci possa essere un guasto o una contaminazione. Lo stabilimento di Siena della Novartis produce questo vaccino per molti paesi del mondo, si parla di sessanta milioni di dosi. In caso di contaminazione avremmo avuto migliaia di segnalazioni». Che idea si è fatto del caso Fluad nin Italia, professore? «Penso che i decessi degli anziani che avevano effettuato la vaccinazione antinfluenzale siano dovuti alle patologie precedenti da cui erano affetti. Certo, è un'opinione personale». E se si scoprisse che questi undici decessi dipendono dal vaccino Fluad, magari iniettato in corpi già debilitati? «Il rapporto costi-benefici resterebbe in larga parte a favore della vaccinazione. Lo sa che in Italia ogni anno muoiono ottomila persone di influenza, ottomila non vaccinati». Perché c'è un'avversione crescente ai vaccini, sia pediatrici che per anziani? «Sono stati fatti diversi studi e si è scoperto, come ho già scritto, che la paura dei vaccini dipende innanzitutto da ignoranza e cattiva informazione, in secondo luogo da cittadini ideologicamente e convintamente contrari alla medicina tradizionale contrapposta ad altre correnti di pensiero e, terzo, da familiari di soggetti che hanno sperimentato direttamente casi di malattia insorti dopo la vaccinazione e che loro attribuiscono, nella stragrande maggioranza dei casi erroneamente, al vaccino. Infine ci sono soggetti che per interessi diversi, medici, avvocati, magistrati, giornalisti, associazioni di cittadinie consumatori, strumentalizzano tragiche situazioni personali per trarne benefici di vario tipo: soldi, visibilità mediatica, progressioni di carriera. Nel nostro paese le resistenze maggiori, sa, arrivano dagli strati di popolazione più colti e benestanti, in particolare femminili». Quindi? «Interrompere la campagna vaccinalea questo punto sarebbe un'azione da irresponsabili. Dico che anzi, va intensificata. Dobbiamo far capire che la poliomielite, la difteritee il tetano non sono vinte per sempre. L'abbattimento delle frontiere e la globalizzazione rende tutti più vulnerabili». Walter Ricciardi Dobbiamo tranquillizzare i cittadini: fermare tutto adesso sarebbe un'azione da irresponsabili SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA 2 / RICCIARDI, COMMISSARIO ISS 30/11/2014 La Repubblica - Bari Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Vaccino influenza psicosi tra i medici MARA CHIARELLI SENZA informazioni esaustive sulla pericolosità del vaccino Fluan, i medici di base diventano prudenti. E ne limitano la somministrazione agli assistiti. Il perché sta tutto nella mancanza, al momento, di linee guida certe da parte dell'assessorato regionale alla Salute, al quale si è rivolto nei giorni scorsi il segretario regionale dei medici di famiglia, Filippo Anelli: «Giovedì sera ho mandato una lettera chiedendo che, in questa fase di verifiche, vengano date anche ai medici di base informazioni esaustive sulla sicurezza del farmaco». Ma ad oggi niente risposta. «Sono invece arrivati i comunicati dell'Aifa - aggiunge - nei quali si stabilisce che il nesso di casualità fra l'inoculazione del vaccino antinfluenzale e i tre decessi è solo di natura temporale». IL PROBLEMA non è solo quello, immediato, di rassicurare i pazienti che l'hanno già assunto o coloro che intendono vaccinarsi, ma anche e soprattutto quello di evitare che il panico conseguente al diffondersi di notizie allarmistiche possa invece provocare conseguenze peggiori. E cioè determinare un picco insolito di epidemia durante il periodo più critico, quello dopo Natale, senza una equivalente disponibilità di posti letto negli ospedali regionali. «Un'azione sinergica per tranquillizzare cittadini e medici non sarebbe vana continua Filippo Anelli - Certo, se i medici si comportano con prudenza è anche giusto. Ma il grosso rischio è che il numero ridotto di vaccinati, rispetto a quelli che ne hanno bisogno, possa poi portare a conseguenze peggiori. Mi spiego: quando a febbraio, come ogni anno, arriverà il picco dell'influenza stagionale, con una percentuale di ammalati fra il 5 e il 10 per mille della popolazione, bisognerà stare attenti ai soggetti più a rischio, comei cardiopaticioi bronchitici cronici, che potrebbero aver bisogno di ricovero». La preoccupazione di Anelli si riferisce alla sempre più grave mancanza di posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche pugliesi: «Si crea in tal modo un problema di sanità pubblica, a fronte di una patologia che, se contratta da un adulto senza particolari problematiche, si affronta con una settimana di riposo. Se, invece, viene colpito un soggetto con gravi problemi di salute o un anziano, le cose rischiano di complicarsi». Si attende, dunque, una pronuncia ufficiale dell'assessorato regionale, «anche per capire se nel decesso della donna leccese c'è o meno - commenta Filippo Anelli - un nesso di causalità». Si riferisce all'anziana, che aveva 84 anni, di Carpignano Salentino, morta il 24 novembre, 72 ore dopo la vaccinazione antinfluenzale. Il direttore sanitario dell'Asl di Lecce, Ottavio Narracci, ha subito fatto sapere cheè stato immediatamente disposto il sequestro dei vaccini contenuti nei lotti segnalati e alla loro sostituzione con altri dopo i due decessi sospetti. Da riscontri eseguiti nei depositi dell'Asl di Lecce risulta, infatti, che i lotti oggetto di segnalazione sono inclusi in alcune forniture effettuate da Novartis. È stato inoltre disposto l'incremento della sorveglianza dei pazienti ai qualiè stato somministrato il prodotto coinvolto da meno di 48 ore, in quanto, come fa notare la Asl salentina, «non sussiste rischio aggiuntivo per coloro ai quali sia stato somministrato il vaccino da oltre 48 ore». La palla dell'informazione passa dunque alla Regione Puglia, perché si faccia definitivamente chiarezza: «È importante che una nota di tranquillità venga data conclude Anelli - allo scopo di continuare a fare campagna vaccinale, sapendo tutti quanti, medici e cittadini, che stiamo facendo la cosa giusta». PER SAPERNE DI PIÙ bari.repubblica.it Foto: La somministrazione di un vaccino in un ambulatorio SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ALLARME 30/11/2014 La Repubblica - Bologna Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Venti mesi in lista d'attesa per una piccola cisti ROSARIO DI RAIMONDO VENTI mesi d'attesa per un semplice intervento chirurgico, di quelli che si fanno in giornata: l'asportazione di un lipoma, una piccola pallina di grasso. «Sono andato al Cup il 19 novembre 2014. Mi hanno detto che c'era posto all'ospedale di San Giovanni in Persiceto il primo luglio del 2016» denuncia a Repubblica un lettore, che tiene in mano, incredulo, il foglio della prenotazione. SE DA un lato il nuovo presidente della Regione Stefano Bonaccini ha promesso un giro di vite sui tempi d'attesa per quanto riguarda visite ed esami, anche attraverso l'investimento di milioni di euro e la costituzione di task force all'interno di ogni azienda sanitaria, dall'altro pure il capitolo che riguarda gli interventi chirurgici sembra aver bisogno di qualche messa a punto. Perché le lunghe code sono anche qui. Racconta infatti il nostro lettore: «Sono andato all'ospedale Maggiore per un consulto chirurgico, dopo aver pagato un ticket da 23 euro. Il medico mi ha detto che devo togliere la pallina di grasso che ho sulla spalla destra. Tecnicamente si chiama "neoformazione lipomatosa". Al Maggiore, mi hanno spiegato, questi interventi non si fanno. Per la piccola chirurgia bisogna andare a Bazzano o a San Giovanni in Persiceto». E così comincia la Via Crucis. A partire dal punto Cup della farmacia sotto casa: «All'inizio la farmacista mi dice: "C'è posto il primo luglio". Penso che otto mesi sono un'attesa ragionevole per un'operazione. Ma avevo capito male: l'appuntamento è per il primo luglio del 2016 a San Giovanni. Provo a chiedere spiegazioni, ma mi sento rispondere che se conosco personalmente qualche medico faccio prima a seguire altre strade. Sono rimasto allibito. Pazienza se mi tocca andare fuori Bologna. Ma aspettare così tanto per un intervento semplice, che si fa in un giorno senza bisogno di essere ricoverati, mi lascia senza parole». Del resto la prenotazione rilasciata dal Cup non lascia molti dubbi: per «l'asportazione della neoformazione lipomatosa della spalla destra» bisogna aspettare venti mesi. In compenso «l'importo del ticket dovuto sarà stabilito al momento dell'esecuzione della prestazione». Ogni storia che riguarda le liste d'attesa ha un inizio diverso: per il motivo della visita, per il tipo d'esame da prenotare, per le esigenze del paziente. Ma l'epilogo è quasi sempre la stesso: ci si arrende e si va dal privato. «Vedrò quanto costa l'operazione in una clinica» conclude il nostro lettore. Foto: Medici in corsia SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO 30/11/2014 La Repubblica - Firenze Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Vaccini, la Procura ordina il sequestro La misura di Prato estesa a tutta Italia: riguarda il lotto 143301 assunto dal 90enne deceduto che ora sarà riesumato A Firenze un'altra morte sospetta e due ricoverati. I Nas nello stabilimento di Novartis a Rosia. Attivo il numero verde Rossi: no panico, ritirate le confezioni nel mirino, avanti con la campagna di prevenzione SIMONA POLI MENTRE in Toscana si registra il secondo caso di morte avvenuto il 24 novembre e potenzialmente collegato all'iniezione di una dose di Fluad, la procura di Prato ordina in tutto il territorio nazionale il sequestro di tutti i vaccini antinfluenzali appartenenti a uno dei due lotti ritirati, il 143301, lo stesso lotto al quale apparteneva la dose assunta dal novantenne deceduto a Prato martedì scorso. I magistrati hanno anche disposto la riesumazione della salma dell'uomo di 89 anni, che era stato vaccinato a domicilio dal suo medico curante il pomeriggio del 24 ed è morto la mattina dopo. Sarà fatta un'autopsia per stabilire le cause del decesso. Due giorni fa il procuratore capo di Prato Antonio Sangermano aveva aperto un fascicolo di indagine e aveva incontrato i dirigenti della Asl e i carabinieri del Nas di Firenze. Già ieri i Nas sono andati nello stabilimento senese della Novartis, che ha prodotto il Fluad, per sequestrare eventuali giacenze dei due lotti di vaccino già ritirati dal mercato, dai magazzini delle Asl e dalle farmacie. In azienda però i carabinieri non avrebbero trovato nessuna scorta del vaccino. Sono arrivate ieri due nuove segnalazioni di due anziani che hanno accusato malori e febbre alta dopo aver iniettato il Fluad. Una donna ultraottantenne è stata ricoverata all'ospedale di Ponte a Niccheri e un uomo, più o meno della stessa età, è sotto osservazione a Careggi. Dall'assessorato alla Salute della Regione nel pomeriggio hanno fatto sapere che «le condizioni dei due pazienti attualmente non destano particolare preoccupazione», anche se in entrambi i casi l'età e lo stato generale costituiscono fattori di rischio non trascurabili. Restano due in Toscana i casi di decesso ricollegabili all'iniezione del vaccino antinfluenzale. Oltre a quello di Prato si è registrata ieri tra le morti sospette quella di un anziano che abitava nella zona di Careggi e che è morto lunedì scorso. Il medico di famiglia ha segnalato il decesso alla Asl soltanto ieri mattina, perché si è ricordato di aver vaccinato il paziente circa 72 ore prima della morte. «Tutte le segnalazioni», spiegano ancora una volta dalla direzione regionale per il diritto alla salute, «vengono effettuate in base alle direttive dell'Aifa, l'agenzia nazionale del farmaco». Per la prima volta interviene in prima persona nella vicenda anche il governatore toscano. «Tutti i lotti sospetti del vaccino sono stati ritirati dalla somministrazione da parte delle Asl», assicura Enrico Rossi. «Quindi il servizio sanitario invita tutti i cittadini interessati ad effettuare regolarmente la vaccinazione che è una prevenzione fondamentale per la tutela della salute, in particolare per la popolazione anziana e di quanti sono affetti da patologie particolari o stagionali. La mancata vaccinazione può produrre effetti esiziali su questa popolazione di cittadini». Un appello anchea giornalie tv «ad evitare campagne allarmistiche che potrebbero suscitare panico e quindi errati comportamenti sanitari.I dati relativi alle morti sospette», dice Rossi, «sono stati inviati al ministero affinché siano fatte analisi e accertamenti. Se risultasse una correlazione tra il vaccino sospetto e i decessi è evidente che apriremmo un contenzioso nei confronti della Novartis. La Regione farebbe ricorso per danni contro la società produttrice, non solo per le morti eventualmente accertate ma anche per i danni prodotti alla salute dei cittadini dall'eventuale crollo delle vaccinazioni e per i relativi costi umani e sanitari che tutto questo comporterebbe». E' stato attivat o u n n u m e r o v e r d e (800556060) per rispondere a tutti i possibili interrogativi e dubbi sul vaccino. E' attivo oggi fino alle 15e da domani tutto il giorno. I PUNTI 90MILA DOSI In Toscana sono state distribuite 90mila dosi di Fluad dei lotti sospetti e 60mila sono state iniettate DUE CASI IN TOSCANA Finora sono due in Toscana i decessi che potrebbero essere collegati al vaccino Fluad L'AZIENDA I Nas sono andati alla Novartis ieri per sequestrare eventuali giacenze dei due lotti SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'allarme 30/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 18 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Malattia in fase acuta, febbre alta e disturbi gastrointestinali" Ma continua a comunicare con la famiglia attraverso il tablet "Puntiamo tutto su questo trattamento capace di stimolare le difese immunitarie" MAURO FAVALE CARLO PICOZZA ROMA. Adesso la speranzaè affidata a un farmaco mai impiegato finora contro Ebola, una cura sperimentale che funzioni là dove gli altri antivirali hanno fallito. Dieci giorni dopo la comparsa dei primi sintomi, si fanno più critiche le condizioni del medico di Emergency contagiato in Sierra Leone. Il bollettino diffuso ieri dall'ospedale Spallanzani di Roma parla di un «progressivo peggioramento». Il quadro, due sere fa, era drammatico: «Disturbi gastrointestinali importanti (nausea, vomito e diarrea), febbre elevata, superiore a 39 gradi, profonda spossatezza e sonnolenza». «La malattia è entrata nella fase acuta», ragionano i medici che ogni giorno, indossati tuta, stivali, occhiali protettivi e doppi guanti, entrano nella stanza a pressione negativa dove il paziente è ricoverato da martedì scorso. «Ha la percezione esatta della situazione e di tutto ciò che gli sta accadendo», confida Giuseppe Ippolito, il direttore scientifico dell'istituto romano. Forse anche per questo preferisce continuare a comunicare con la famiglia via telefonoe via tablet. La moglie e le figlie seguono con ansia gli sviluppi della situazione ma, per ora, hanno deciso di restare a casa, non venire a Roma. Sanno che non potrebbero vederlo se non attraverso un vetro. Anche loro puntano tutto sul terzo trattamento sperimentale, questo nuovo farmaco che arriva dopo e va ad aggiungersi a un primo antivirale (probabilmente un cocktail di anticorpi ricavati dai topi, usato già negli Usa e in Spagna) e al plasma dei pazienti che sono riusciti a guarire da Ebola. La macabra contabilità tenuta dall'Organizzazione mondiale della sanità, proprio ieri ha aggiornato le statistiche: dall'inizio dell'epidemia, lo scorso febbraio in Guinea, il micidiale virus ha provocato 6.928 morti su 16.169 contagiati in Africa occidentale. Tra quanti si sono salvati, invece, nessuno ha ancora sperimentato la cura alla quale da ieri è sottoposto il medico di Emergency. «Il ritrovato messo a punto di recente è ancora da testare - spiegano dallo Spallanzani, l'ospedale che, insieme al Sacco di Milano, è il riferimento nazionale per l'epidemia - confidiamo nelle sue capacità di stimolare risposte positive del sistema immunitario all'azione insidiosa del virus». È appesa dunque a questo nuovo prodotto l'aspettativa di vita del "paziente zero" di Ebola in Italia. Dal 20 novembre combatte contro la morte nella sua stanza ad altissimo isolamento, nel reparto "rosso" al primo della palazzina nel cuore dell'istituto romano. Finora sono serviti a poco i preparati classici contro la febbre emorragica capace di uccidere anche la metà delle persone che colpisce. Così, gli infettivologi dello Spallanzani hanno cambiato rotta al trattamento. Meglio, hanno scelto di osare, adottare una nuova terapia di fronte alla progressione dell'infezione e alle difese blande sin qui registrate. Lo hanno fatto buttando in campo un farmaco messo a punto per altre patologie con la speranza che funzioni contro la febbre emorragica. Anche perché Ebola, in genere, dura tre settimane e, al giro di boa della seconda, ci sarà da aspettarsi l'avvento di fenomeni emorragici. Meglio provare ora il nuovo farmaco, insomma. «La malattia - spiega ancora Ippolito - evolve con alti e bassi. Stiamo controllando le caratteristiche del virus». Proprio queste avranno indotto ad aggiungere alla terapia il terzo farmaco che «agisce con un meccanismo diverso che riduce l'infiammazione generale, alleggerendo così i sintomi della malattia». Soltanto giovedì scorso il medico di Emergency aveva raccontato agli infettivologi dello Spallanzani di sentirsi meglio. «Sono nelle vostre mani, mi fido di voi», aveva ripetuto. «I prossimi giorni saranno decisivi», sottolineano dalla task force dell'istituto per le Malattie infettive. LE TAPPE I SINTOMI Giovedì 20 novembre in Sierra Leone, il medico di Emergency avverte i primi sintomi di Ebola LA FEBBRE Domenica 23 novembre arriva la febbre a 38.5 Viene deciso il trasferimento allo Spallanzani IL TRASFERIMENTO La notte tra lunedì e martedì, con un Boeing dell'Aeronautica, il paziente viene trasferito in Italia IL RICOVERO Martedì 25 il medico contagiato viene ricoverato in un reparto ad alto isolamento allo Spallanzani IL TRATTAMENTO Il paziente viene sottoposto ai SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ebola, grave il medico corsa per salvarlo con farmaci mai usati 30/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 18 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato primi antivirali. Usato anche il plasma dei malati che sono guariti PER SAPERNE DI PIÙ http://roma.repubblica.it www.repubblica.it Foto: IL DRAMMA L'ambulanza speciale per il trasporto del medico a Roma A sinistra, Giuseppe Ippolito, 60 anni 30/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 19 (diffusione:556325, tiratura:710716) CORRADO ZUNINO ROMA. Dieci medici in camice bianco, seduti intorno a un tavolo da riunione lungo. Tutti al telefono. Un minuto e quindici di indicazionie rassicurazioni, si passa all'altra chiamata: «Quando dice che ha fatto il vaccino? Tre giorni fa? Ha dolori al petto? Stia calma, sono passate le 48 ore del rischio. Tranquilla,e lunedì vada dal suo medico». È la "sala situazioni" allestita dal ministero della Salute, il call center iperspecializzato che gestisce da Roma Eur, a fianco del grattacielo Parnasi, l'emergenza vaccini. Da giovedì sera. Fino al giorno prima la stessa squadra, otto donne, ha gestito la fobia Ebola, e infatti la voce registrata del "1500", il numero verde, è ancora innestata sul virus africano: «Qualcuno chiama ancora per Ebola, ma sono gli ossessivi». Ogni estate il ministero allestisce la "sala situazioni" per rispondere sulle ondate di calore. Due anni fa aprì le chiamate per un altro caos vaccini, quelli arrivavano dall'estero. Dalla sala gestirono anche la pandemia detta suina nel 2009, l'aviaria del 2006, la Sars del 2003, il terrore antrace subito dopo le Torri gemelle. È un call center, con tutte le alienazioni del lavoro seriale: «Da questa mattina alle nove ho risposto a centosettanta telefonate», racconta Simonetta Roscioni, dirigente medico del ministero, che, dolorante, s'alza dalla sedia. C'è un primo filtro, ma al sesto piano del palazzo del ministero sale tutto quello che ha una credibilità medica. Dalle nove alle diciotto, poi si chiude. Sì, la "situation room" ricorda una serie medical americana: computer accesi sui siti specializzati davanti, news delle tv alle spalle. «Signora, se lei non ha sintomi non deve avere timori. Come, ora che le ho spiegato che quindici, un minuto e mezzo, non si può stare di più al telefono. In tre giorni di servizio, una ventina d'ore in tutto, sono arrivate tremila chiamate. Si scopre, ricevendo l'allarme in voce, che in realtà il Fluad - al contrario di quel che l'Aifa ha detto fin qui - si è venduto anche in farmacia. «È una leggenda metropolitana quella dell'errore di fabbricazione, notizie riferite male. I vaccini antinfluenzali sono sicuri. Le do questo dato, così si rasserena: dal 1997 sono state vendute nel mondo cento milioni di dosi di Fluad e, fino a giovedì scorso, nessuna segnalazione. Ci fosse un problema di produzione, sarebbero mortia migliaia». Coordina Maria Grazia Pompa, malattie infettive, e dice: «I nostri medici hanno fatto una formazione per le emergenze nazionali e danno risposte standard perché il messaggio deve essere omogeneo. Gli anziani che chiamano, certo, sono preoccupati, ma anche informati: hanno letto tutto. Ecco la signora di 83 anni, chiama dalle Marche: «Sto bene, ma vorrei conoscere i dettagli di questa vicenda». Chi segnala dolori al ginocchio, in un caso una congiuntivite: «Difficile la relazione con il vaccino, signora». La maggior parte teme il guaio cardiovascolare: «Proprio quest'anno che mi ero decisa per la vaccinazione vaa scoppiare 'sto patatrac». Lo dice una ligure. Il dottor Marco Musella al telefono: «Sento che lei è agitata, non deve». Poi alzo lo sguardo: «Stiamo gestendo una psicosi». Arriva via filo un "decesso sospetto", mai clinici della "sala situazioni" non lo annoverano tra quelli da segnalare: da Salerno, aveva 92 anni, squilibri generali, piaghe da decubito. Ha fatto il vaccino, «difficile attribuirgli questa morte». Oggi si riparte, da domani saranno in quattordici in sala. «Questa paura sarà lunga». uno dei segnali di un problema è l'indolenzimento del braccio sente proprio un dolore al braccio?». Una telefonata dalla Campania: «Mia nonna ha avuto un attacco al cuore». La nipote non ricorda, però, il nome del vaccino, Fluad, Agrippal, altro. Niente da fare. Un minuto e I NUMERI 12 LE SEGNALAZIONI AIFA I decessi sospetti in 6 Regioni 1.357.399 LE DOSI Sono 6 i lotti di Fluad coinvolti 13 I GIORNI DI RITARDO Dal decesso alla segnalazione Foto: e sono passate 48 ore non c'è rischio, lunedì comunque vada dal suo medico Foto: Signora, se lei non ha sintomi non deve avere neppure dei timori SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nel call center che sfida la psicosi "Chiamano a migliaia così li rassicuriamo" 30/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 19 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: "LE RISPOSTE DEI MEDICI AI CITTADINI IL NUMERO VERDE "1500" SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 54 30/11/2014 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Allarme vaccinazioni "Centinaia di pazienti telefonano per rinunciare" Psicosi negli ambulatori. Il medico della Lazio: "Non ne faccio più" Ma la Regione garantisce: "La campagna va avanti in sicurezza" VALENTINA LUPIA LAURA SERLONI «DOTTORE, possiamo spostare l'appuntamento per il vaccino?». Se una chiamata può sembrare casualità, quando diventano decine scoppia il caso. E negli studi medici sono arrivate una valanga di telefonate di disdetta, segno che la paura continuae la psicosi si allarga nonostante le rassicurazioni della Regione Lazio e della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) che hanno garantito come «la campagna di vaccinazione antinfluenzale continui in piena sicurezza». «Molte persone mi stanno chiamando per disdire il loro appuntamento. In questi casi non si sa che rispondere, non è facile spiegare alle persone cosa stia accadendo realmente - spiega Marco Giangrande dello studio medico di via Jenner-e il rischio è che i pazienti non vengano a farsi il vaccino perché spaventati». A disdire gli appuntamenti non sono soloi pazienti ma anche i medici, come accaduto nell'ambulatorio di Ivo Pulcini, medico di base, direttore dello staff sanitario della Ss Lazio e consigliere dell'Ordine dei medici di Roma e Provincia. «I pazienti a cui è stato somministrato il vaccino antinfluenzale nei giorni scorsi mi hanno chiamato allarmati, alcuni addirittura mi hanno detto che si sentono poco bene. Io mi sono documentato meglio e ho deciso non solo di sospendere i lotti incriminati ma di bloccare per ora qualunque tipo di vaccino, Fluad e altri». E questo nonostante Regione e Fimmg ribadiscano «l'importanza di avere la copertura antinfluenzale e che il vaccino più utilizzato nella campagna in corso è il Vaxigrip, assolutamente sicuro, indicato anche in gravidanza». C'è anche chi si avvalso della tecnologia. «Dopo aver ricevuto innumerevoli chiamate, a tutte le ore, di persone di ogni età, ho deciso di scrivere una email e mandare sms con il nome del medicinale utilizzato e dei suoi effetti a ciascun paziente - spiega Nicola F., medico in uno studio al Portuense - penso sia anche un loro diritto avere queste informazioni. Così ho spiegato esattamente perché ne ho somministrato uno, piuttosto che un altro». E intanto nel Lazio dovrebbero essere «meno di 30mila» le dosi di Fluad effettivamente utilizzate finora nel Lazio, di cui «circa la metà» quelle che fanno capo ai primi due lotti "incriminati". Sono le valutazioni del leader regionale della Fimmg, Pier Luigi Bartoletti. Che aggiunge: «Al momento non risultano altri casi di pazienti che possano far preoccupare: del resto da giovedì sera è stato sospeso il Fluad dei lotti sospetti, e negli effetti collaterali ci deve essere, se non proprio contemporaneità, quantomeno immediatezza, vicinanza nel tempo» tra la somministrazione del vaccino ed eventuali effetti indesiderati e gravi. LE TAPPE IL VACCINO Morti sospette in altre regioni, poi anche nel Lazio 3 anziani sono deceduti dopo il vaccino LA DISTRIBUZIONE I lotti sospetti sarebbero stati distribuiti nelle aree delle Asl RmA, RmC e Rm D IL BLOCCO Venerdì la Regione ha sospeso la distribuzione e somministrazione del Fluad Foto: LE DOSI Secondo la Fimmg del Lazio le dosi di Fluad effettivamente utilizzate nella regione "dovrebbero essere meno di 30mila" SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso 30/11/2014 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Sbagliato alimentare false paure e sospetti Il pericolo è non prevenire" Finora non è stata dimostrata alcuna correlazione tra i decessi e l'iniezione del farmaco CARLO PICOZZA «NON si muore per colpa del vaccino antinfluenzale: chi sostiene il contrario si assume la responsabilità di dare un falso allarme». L'infettivologo Francesco Nicola Lauria, già primario allo Spallanzani e capo della task force contro la "pandemica", non ha dubbi. Un falso allarme? «Certo, un falso allarme che ne nasconde uno vero: alimentare la paura del vaccino procurerà più vittime, soprattutto tra gli anziani». Lei, insomma, esclude un nesso di causalità tra il vaccino e le morti? «Sì perché finora non c'è dimostrazione di alcuna correlazione tranne quella temporale». Quelle morti, però, hanno costretto l'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, e le Regioni a sospendere la distribuzione e la somministrazione del vaccino sospetto «Alcuni medici hanno segnalato all'Aifa il decesso di una decina di pazienti che si erano sottoposti alla vaccinazione antinfluenzale, così l'Agenzia del farmaco, in forza della legge, ha dovuto sospendere per cautela la somministrazione del vaccino prelevato dai due lotti sospetti, disponendo contemporaneamente gli accertamenti che sono ancora in corso». I vaccini disponibili sono sicuri? «Certo, anche se, com'è sempre stato, possono produrre effetti secondari, dalla febbre a sintomi lievi di influenza, e devono essere usati con cautela dalle persone con alcune allergie. Voglio aggiungere che lo stesso tipo di vaccino "incriminato" è stato somministrato senza problemi a milioni di anziani nella campagna antinfluenzale dell'anno scorso. La scelta meno sicura, insomma, è quella di lasciare questi ultimi senza copertura contro l'influenza che, questa sì, miete tante vittime tra le persone più fragili. E poi, il ritiro cautelativo dei due lotti sospetti di vaccino disposto dall'Aifa dovrebbe rassicurare quanti hanno ancora paura». Foto: INFETTIVOLOGO Francesco Nicola Lauria, ex primario dello Spallanzani e capo della task-force contro la "pandemica" SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA/ L'INFETTIVOLOGO LAURIA 30/11/2014 La Repubblica - Roma Pag. 3 (diffusione:556325, tiratura:710716) Aids, emergenza contagi a Roma "In quattro anni aumentati del 120%" FEDERICA ANGELI ANNA RITA CILLIS CRESCE il numero di malati di Aids nella capitale. È un dato allarmante quello che il Ceis, il centro italiano di solidarietà, rende noto alla vigilia della giornata mondiale di domani contro l'Hiv. Negli ultimi quattro anni il trend dei casi di infezione da Hiv è + 120 per cento. Ovvero si è passati dai 503 del 2010, ai 624 nel 2011, 897 nel 2012, 1024 nel 2013 e quest'anno se ne sono registrati 1.106. Un aumento spaventoso quello denunciato attraverso un dossier dal Ceis di don Mario Picchi che dimostra, a detta degli addetti ai lavori, quanto il contagio avvenga a causa di rapporti occasionali e non protetti. Malgrado la prevenzione continua e la diffusione di dati allarmanti c'è chi ancora non usa il preservativo, sottovalutando la pericolosità della malattia. Il dossier che fotografa questa realtà è stato realizzato nell'ambito del progetto di assistenza domiciliare promosso appunto dal Ceis con il dipartimento di promozione dei Servizi sociali e della Salute di Roma Capitale. Un servizio che ha come obiettivo- spiegano dal Centro- quello di migliorare la qualità della vita del paziente malato di Aids non in strutture pubbliche, spesso dispersive, ma nell'ambiente familiare della casa. «In questo modo - ha spiegato Roberto Minero, presidente del Ceis- si possono valorizzare le risorse sia della persona che del suo contesto di vita, sviluppando percorsi di autonomia, lì dove è possibile, o intervenendo in modo da rendere la quotidianità qualcosa di gestibile combattendo l'emarginazione». Ma veniamo all'analisi del dato: su 1106 pazienti malati, l'età media è 55 anni, solo 56, ossia poco più del 5%, sono riconducibili all'uso di droghe, 885 (l'80%) sono persone contagiate da rapporti non protetti. I restanti 164 hanno contratto con altre forme di contagio l'Hiv. Dal dossier emerge dunque che, rispetto al passato, le persone colpite dall'Aids non sono più legati a tossicodipendenze e omosessualità. Esaminando le storie dei pazienti assistiti dal Ceis si nota che il 90% è ha anche patologie correlate all'Hiv come neuropatie, tumori, compromissioni di organi come reni, cuore, occhi, fegato che rendono la qualità della vita molto scarsa. «Per fronteggiare questa malattia - dichiara Mineo - non basta più il sostegno del mondo medico scientifico, ma occorre anche una buona informazione. E soprattutto sfatare un mito che grazie alle nuove cure siamo ormai immuni a tale patologia. Attraverso i nostri corsi di prevenzione nelle scuole abbiamo anche scoperto come il concetto di Hiv sia totalmente estraneo ai nostri giovani e si cominci in età sempre più precoce ad avere rapporti sessuali non protetti». I NUMERI 1.106 I MALATI Dalla ricerca del Ceis emerge che solo nel 2014 i malati di Hiv a Roma sono 1.106 L'ETÀ MEDIA In media i malati di Aids che vivono nella capitale hanno 55 anni 80% RAPPORTI NON PROTETTI Dei 1.106 malati riscontrati nel 2014, l'80% ha contratto l'Aids con rapporti non protetti SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA RICERCA/ IL CEIS: NEL 2014, 1.106 CASI. PRIMA CAUSA I RAPPORTI NON PROTETTI 30/11/2014 La Repubblica - Torino Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) La "breast unit" decolla Città della salute sfida l'ospedale di Veronesi A dieci mesi dall'unificazione dei reparti di senologia cresce il numero delle operazioni e si riduce la lista d'attesa Risultati che potrebbero allontanare il progetto di riapertura del Valdese proprio per i tumori al seno L'assessore Saitta: "E' stato fatto un buon lavoro" Ora si punta a ridurre le pazienti che vanno a Milano SARA STRIPPOLI BUONE notizie per le donne piemontesi che dalla chiusura dell'ospedale Valdese lamentano la dispersione di un percorso clinico giudicato da tutte eccellente. Dopo un periodo di rodaggio per avviare e coordinare le attività prima separate di Molinettee Sant'Anna, la breast unit unificata della Città della salute diretta da Corrado De Sanctis - ha aumentato l'attività e ridotto le liste d'attesa. L'obiettivo, dice il responsabile del dipartimento di ostetrica e ginecologia Daniele Farina, è riportare, entro gennaio, l'attesa per l'intervento a trenta giorni, lo standard fissato dalle linee guida del ministero. Attualmente i giorni di attesa sono 40; erano due mesi a fine febbraio quando la nuova struttura unificata ha cominciato la sua attività unendo la chirurgia senologica delle Molinette e del Sant'Anna. La chiusura del Valdese senza dubbio ha pesato e inizialmente le donne in attesa di intervento erano 489. Sono 240 adesso. L'assessore alla sanità Antonio Saitta dovrà dunque valutare il progetto, ancora aperto, di recuperare la senologia al Valdese. Di fronte a un buon funzionamento della breast unit della Città della Salute, affidare il servizio ad un service privato al Valdese potrebbe non avere più molto senso. «Deciderò nei prossimi giorni- dice Saitta- Questi numeri sono molto confortanti, con Zanetta ne avevamo parlato e gli obiettivi erano chiari. Mi pare che si sia fatto un buon lavoro. In ogni caso andrò al Sant'Anna presto per parlare con medici e pazienti». L'accelerazione è stata possibile grazie all'aumento delle sedute operatorie di chirurgia senologica. A settembre e ottobre la crescita rispetto alle cifre registrate negli stessi mesi dello scorso anno è stata evidente: 85 interventi in più. Il bilancio di quest'anno si dovrebbe chiudere con 1200-1300 interventi, una cifra significativa che si avvicina alle prestazioni registrate (1400 all'anno) all'Istituto europeo di oncologia di Milano di Umberto Veronesi, dove la maggioranza delle donne piemontesi (l'87 per cento) che scelgono di uscire dal Piemonte per farsi operare si rivolgono. Al Valdese gli interventi per tumori al seno oscillavano da 350 a 370 all'anno. La mobilità passiva non è sconfitta del tutto «ma adesso è molto contenuta», sottolinea il direttore generale della Città della Salute Gian Paolo Zanetta. Dopo la chiusura del Valdese sono stati infatti solo 54 i casi in più rispetto al 2013 di mobilità passiva per i ricoveri extra regionali. Rispetto al 2012 una crescita del 3,6 per cento. La parte del leone la gioca lo Ieo di Milano, l'8 per cento delle donne sceglie la Liguria «qualcuno la struttura privata Castellanza a Varese», racconta Farina. Le donne potranno contare su un percorso clinico completo, assicura ancora il direttore generale: «Grazie all'intervento di Mario Boccadoro che collabora attivamente al progetto, l'oncologo Michela Donadio segue le pazienti nella terapia oncologica e anche l'ultima fase della chirurgia plastica sarà potenziata». Al secondo piano si sta lavorando e la chiusura del cantiere è calendarizzata per febbraio: l'obiettivo è avere presto quattordici posti letto in più di degenza nel reparto adiacente alla ginecologia oncologica. PER SAPERNE DI PIÙ News e aggiornamenti sul sito torino.repubblica.it Foto: Gian Paolo Zanetta Foto: L'ospedale Sant'Anna, sede della breast unit Foto: Daniele Farina SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il pianeta sanità 01/12/2014 La Repubblica - Firenze Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Rossi alla Lorenzin "Sui vaccini noi tempestivi" Durante le celebrazioni Quercioli premiato come scrittore dell'anno e Pippo Russo per il libro sportivo (m.v.) UNA festa per «Guardare oltre». Non solo oltre i cinque anni del 'Rossi I' che stanno per finire, visto che torneremo a votare per la Regione a primavera. Come invita il titolo della festa della Toscana 2014, «Guardare oltre» le abitudini, perché con una regione ancora oppressa dalla crisi i prossimi cinque saranno una bella sfida. Per la politica soprattutto: «La finanziaria 2010 ha abolito i difensori civili comunali ma è paradossale che ciò avvenga parallelamente al crescente distacco tra cittadini e istituzioni», dice il governatore Enrico Rossi alla seduta solenne del Consiglio regionale. Pensando al voto appena consumato nella regione vicina. E se ogni anno la festa della Toscana ricorda l'abolizione della pena di morte decisa da Pietro Leopoldo di Lorena - primo esempio della storia - Rossi cita Machiavelli per riaffermare la necessità di avere uno «sguardo lungo». Come lunga è in fondo anche la festa: dalla caccia al tesoro 'Dante ieri, oggi e domani' organizzato dalla società Dante Alighieri agli eventi musicali, alle degustazioni. Sempre ieri c'è stata la premiazione dello scrittore toscano dell'anno, organizzato dalla Fiera del libro di San Miniato: per questo 2014 si è imposto Franco Quercioli, con il suo «Gino e Fausto», struggente romanzo arrivato in occasione del centenario della nascita di Bartali. Mentre il premio libro sportivo appena istituito è andato al sociologo Pippo Russo, autore di «Gol di rapina. Il lato oscuro del calcio globale». Un altro premio speciale è stato assegnato ad Emiliano Gucci, selezionato per il romanzo «Più del tuo mancarmi». Neppure il giorno di festa però spazza via le polemiche. Ed è lo stesso governatore Rossia replicare al ministro della salute Beatrice Lorenzin, che a proposito del vaccino antinfluenzale ha accusato le Regioni di aver suonato l'allarme in ritardo: «La Toscana è stata più che tempestiva», ribatte Rossi. «E non c'è bisogno di polemiche: se ci sono Regioni in ritardo il ministro dica quali sono», aggiunge. Ricordando che «la Toscana ha ricevuto il comunicato giovedì alle 16 e in due ore abbiamo raggiunto tutti e fatto ritirare i vaccini segnalati». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FESTA TOSCANA 01/12/2014 La Repubblica - Napoli Pag. 1.3 (diffusione:556325, tiratura:710716) Psicosi da morti sospette aumentano i pazienti in fuga dal vaccino In centomila non si sono sottoposti ancora all'iniezione antinfluenzale in attesa di notizie certe. I medici: "I numeri sono destinati a salire" Affluenza negli ambulatori di persone che chiedono informazioni GIUSEPPE DEL BELLO PSICOSI da morti sospette, anche a Napoli e in Campania aumentano i pazienti in fuga dal vaccino. «Finché continueranno ad arrivare notizie di decessi, il trend è destinato a salire. E la popolazione, giustamente, preferirà rischiare di ammalarsi di influenza piuttosto che esporsi ad eventuali conseguenze della sieroprofilassi». L'allarme che lanciano i medici di famiglia sul calo di pazienti candidati al vaccino è chiaro: l'epidemia influenzale potrebbe rivelarsi catastrofica per anziani, cardiopatici e soggetti immunodepressi. Per loro, se non tutelati dalla vaccinazione, il pericolo di una complicanza fatale è dietro l'angolo. A Napoli, al momento sono circa centomila quelli che ancora non si sono sottoposti all'iniezione in attesa di notizie certe. L'affluenza negli studi medici registrata nell'ultima settimane è aumentata, ma per lo più di persone che chiedono informazioni. «I pazienti», osservano Saverio Annunziata e Giuseppe Tortora medici di famiglia dirigenti del sindacato Sumai, «rifiutano il vaccino perché hanno saputo delle reazioni avverse, con casi di decesso. Quelli che vengono nei nostri studi ci fanno solo domande per avere notizie più dettagliate sulla eventuale pericolosità dei vaccini. Si preoccupano non solo per loro ma soprattutto per i loro familiari anziani». Dalla città alla provincia, la paura sta dissuadendo anche quei pazienti che in passato si erano affidati con tranquillità ai consigli del medico curante. Ma il dottore Ernesto Di Cianni, della Asl Napoli3 sud, che da oltre 30 anni ha il suo studio a Ercolano, spiega che è ancora presto per fare un bilancio negativo. Per affermare cioè che il numero di pazienti è in netto calo. «La percentuale di soggetti che già si è sottoposta a immunoprofilassi è sovrapponibile a quella degli anni scorsi. Il lieve calo di affluenza registrato solo nell'ultima settimana è più che comprensibile. Ovviamente, la preoccupazione c'è», dice, «mi sono arrivate molte telefonate non solo da parte di pazienti vaccinatie colpiti da malessere, ma anche da quelli che chiedono informazioni sui rischi che corrono in questo momento. Tra le manifestazioni più frequentemente riferite, lo svenimento e i disturbi gastroenterici con nausea e vomito. In un solo caso, sono comparsi il giorno successivo alla vaccinazione, ma sono regrediti in poche ore. In tutti gli altri pazienti invece, la sintomatologia si è manifestata a distanza di dieci giorni dalla profilassi». Per il medico, però, in nessuna di queste situazioni è corretto sospettare una reazione all'iniezione. «Neanche per il primo paziente con manifestazioni gastrointestinali si deve ipotizzare una correlazione con il vaccino», continua Di Cianni, «E questo perché il più delle volte si registrano irritazione delle vie aeree con lieve alterazione febbrile o la comparsa di reazioni locali nel punto di inoculazione: rossore, gonfiore e lieve dolore. Oltretutto, al momento c'è un'epidemia di virus gastroenterico, quindi è molto più probabile che si tratti di un'infezione che non ha nulla a che fare col vaccino. Sono situazioni che si risolvono spontaneamente nel giro di un paio di giorni. I vaccini distribuiti dalla Asl3 sono comunque sicuri perché non appartengono ai lotti ritirati». La vera influenzaè attesa tra fine dicembre e gennaio, con i soliti sintomi: tosse, febbre e grande astenia, mentre quella di adesso è una sindrome parainfluenzale con sintomi più sfumati e meno duraturi. IL PUNTO I VACCINATI Si sono sottoposti alla vaccinazione circa 100mila persone, la metà di quelli a rischio LE MALATTIE IL 65% è rappresentato da patologie cardiovascolari; il 13% respiratorie; il 6 gastroenteriche GLI ANZIANI La popolazione di soggetti over 65 della Campania è a quota un milione, le vittime sono 40mila PER SAPERNE DI PIÙ www.sumai-napoli.it www.aslnapoli1centro.it Foto: LA PAURA Vaccinazione in un ambulatorio. In 100 mila a Napoli non si sono sottoposti all'iniezione SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'allarme 29/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) PIERO CAPPUCCINELLI C'è già chi pensa e dice: «E' morto a causa del vaccino anti-influenzale!». Ma la psicosi che si sta diffondendo in queste ore dovrebbe essere riportata alla realtà scientifica. Altrimenti il pericolo è cadere nella spirale delle leggende metropolitane, leggende che nel caso dei vaccini sono particolarmente numerose. Molti dimenticano, infatti, che questi farmaci sono una delle più straordinarie - ed efficaci - invenzioni della medicina. Hanno salvato e salvano ogni anno milioni di persone, a cominciare dai bambini, eppure restano avvolti da una sorta di aura negativa: di mistero e di sospetto. Adesso un'onda di paura ingiustificata si sta propagando in Italia: al momento, tuttavia, è impossibile stabilire un rapporto di causa-effetto tra le sette morti sospette di altrettanti anziani e la somministrazione del vaccino contro l'influenza. Al di là della semplice associazione temporale, è n e ce s s a r i o mettere in opera un percorso di valutazioni e di analisi: ed è quanto si farà nei prossimi giorni, quando si arriverà a una certezza basata finalmente su dati scientifici. Purtroppo si deve mettere in conto che i vaccini, come ogni farmaco, possono avere effetti non previsti. Esiste sempre il rischio - calcolabile su base probabilistica - di un caso mortale ogni centinaia di migliaia o milioni di dosi. Ma questa realtà non è certo sufficiente a cancellare tutte le vite salvate. Dai bambini fino agli anziani. Ecco perché la scienza deve saper parlare all'opinione pubblica e smentire tutte le falsità, compresa quella (molto popolare su Internet) dell'associazione tra vaccini infantili e autismo e rilanciata da una recente sentenza. Non dimentichiamo che sono molti i movimenti che contestano questi farmaci e che le conseguenze sono sempre drammatiche: in Gran Bretagna, per esempio, si è verificata di recente un'epidemia di morbillo. E' bene ricordare che l'«ok» per la commercializzazione di ogni vaccino passa attraverso una serie di fasi rigorose: dall'accertamento della non tossicità a quello della non pericolosità, fino alla valutazione della reale efficacia. Si tratta di un iter internazionalmente riconosciuto. E che funziona. E io, lunedì, andrò a farmi vaccinare contro l'influenza. Come ogni anno. *Professore di microbiologia all'Università di Sassari e Accademico dei Lincei Foto: Piero Cappuccinelli SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ATTENZIONE ALLE LEGGENDE METROPOLITANE 29/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) I medici contro l'effetto paura Marco Accossato A PAGINA 3 «Dottore,mi ha iniettato quello buono o quello che uccide?». Ridendo e scherzando la domanda arriva quasi sempre. Negli studi torinesi dei medici di famiglia dove già da un mese si inietta il vaccino contro l'influenza la preoccupazione c'è. «Quanti sono i morti? Due? Tre?». «La televisione ha detto cinque». «Sì, ma chissà di cosa sono morti. Perché la televisione ha anche detto che non è sicuro sia colpa del vaccino...». Ovunque la stessa scena. Vaccino sì, vaccino no è l'argomento del giorno. Anzi: del giorno dopo le prime vittime e il ritiro del Flaud deciso dall'Aifa. Insomma: timori e parole crescono con l'allerta. E hai poco da rassicurare che «in Piemonte i lotti a rischio non sono neppure arrivati». «Telefonate in studio ci sono conferma il dottor Mario Nejrotti -. La preoccupazione è nata appena si è diffusa la notizia del primo decesso. Ma noi manteniamo la solita linea, sicuri di non sbagliare: grazie al vaccino non abbiamo più visto le grandi epidemie degli anni 80 e 85. Chi è a rischio di complicanze si deve vaccinare». Punto. «Cinque vittime? Un dramma per quelle famiglie, non c'è dubbio - commenta Chiara Chinnì, nella sala d'aspetto dello studio del dottor Guido Giustetto, a Pino Torinese -. Ma quante migliaia sono le persone vaccinate che non hanno avuto problemi?». Consiglio ai giornalisti: «Quando si parla di morti bisognerebbe ricordare tutte le cifre, perché siano ben chiare le proporzioni. Altrimenti si fa confusione e allarmismo». Allarmismo no, onestamente non ce n'è. Prudenza semmai. La sensazione che si respira negli studi torinesi dei medici di famiglia è questa: «Il vaccino? L'ho fatto un mese fa appena è iniziata la campagna», allarga le braccia Franca Zorra. «Ma oggi confessa - non lo farei: aspetterei di capire esattamente perché quelle cinque persone sono morte». A Torino, il ginecologo e consigliere comunale (radicale nel Pd) Silvio Viale chiede che sindaco, assessori e consiglieri si vaccinino lunedì mattina in Consiglio per dimostrare che è sicuro e per dare il buon esempio: «La vaccinazione antinfluenzale rappresenta la più valida ed efficace misura di prevenzione delle complicanze». In uno studio medico, ieri, si è arrivati quasi alla lite: «Io sono contro qualunque vaccino e stop», taglia corto Maria De Nardo, infiammando i dibattiti pacati tra le persone in sala d'attesa. «I vaccini fanno male, chiaro? Io sono sempre contraria». Chiaro, chiarissimo. Ma Giancarlo Bosco la pensa esattamente al contrario: «Anche in un intervento chirurgico c'è sempre un margine di pericolo. Eppure i vantaggi sono ampiamente prevedibili e superiori». «Lo vogliamo dire che ogni anno 8 mila persone muoiono per le complicanze dell'influenza? L'Aifa è intervenuta subito e ha ritirato i lotti pericolosi», ricorda Roberto Moretti. «Non voglio essere cinico aggiunge - comprendo il dramma delle famiglie. Ma cinque vittime non possono seminare un allarme simile». Romeno Iorita è l'infermiere che inietta i vaccini in alcuni studi medici. «Soltanto oggi ho vaccinato 35 persone», dice. Quando capisce che un po' di timore c'è, ma manca il coraggio di domandare, prende la confezione del vaccino e la fa vedere: «Agripal». Non è il Flaud. «Tranquilla». «Il pericolo è la psicosi», sostiene il dottor Nejrotti. E la mente fa un salto all'indietro, agli anni dell'Aviaria: «Allora ci fu eccome un crollo dei vaccini». Il sospetto è che possa essere di nuovo un'allergia al neurotossico squalene ad aver scatenato le morti di questi ultimi giorni. Per chi soffre di patologie croniche il dubbio tra fare e non fare il vaccino comunque non si pone nemmeno: «Ho due malattie importanti, una cardiovascolare e una respiratoria. Io il vaccino lo faccio eccome», dice Vittorio Dolza. «Ne ho parlato con mia moglie: rischierei di più a non vaccinarmi». Non tutti i medici di famiglia (colpevolmente) hanno letto e leggono le mail che la Regione, attraverso le Asl, invia con gli aggiornamenti per dare una linea di comportamento comune. In giornate come questa dovrebbe essere la prima cosa, entrati in studio. «L'indicazione dell'Aifa - spiega la dottoressa Maria Silvia Delzanno - suggerisce per ora a chi ha un vaccino Flaud di verificare il lotto».Mario Nejrotti Medico di famiglia Grazie ai vaccini antinfluenzali non abbiamo più visto le grandi epidemie dell'80 e dell'85Romeo Iorita Infermiere professionale SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato REPORTAGE 29/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato C'è chi teme ma non ha il coraggio di chiedere: allora io faccio vedere che non inietto il Flaud Foto: REPORTERS I medici di famiglia continuano a sostenere l'utilità del vaccino SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 63 29/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:309253, tiratura:418328) L'esperto: "Nessuna paura, il nesso è solo temporale e il farmaco è incolpevole" ROMA «Se dieci milioni di persone anziane e con problemi di salute si vaccinano, è statisticamente scontato che si verifichi qualche decesso anche a stretto giro, ma di certo è pura casualità». Michele Conversano, past president del Siti, la società di igiene e prevenzione, è certo della sicurezza degli anti influenzali, testati per essere assunti anche con altri medicinali. Lo è meno sui cocktail di normali farmaci, che guarda caso avevano assunto alcuni degli anziani deceduti dopo essersi immunizzati. I decessi a seguito di vaccinazione anti influenzale si moltiplicano. Sicuri che non esiste un nesso tra le due cose? «Il nesso è solo temporale. Casuale anziché causale. Il vaccino anti influenzale lo fanno soprattutto anziani e persone fragili. Su circa 10 milioni di immunizzati con problemi di salute è nella statistica che si possa verificare qualche decesso. Se andassimo a vedere quante persone muoiono dopo aver preso l'aspirina ne conteremmo di più, ma non certo per colpa di quel farmaco». Gli anziani deceduti assumevano anche molti altri medicinali. Può essere questa la causa? «I vaccini contro l'influenza, prima di essere autorizzati dalle autorità competenti, sono testati proprio per essere somministrati insieme ad altri medicinali». Allora i decessi possono essere causati dal cocktail di altri farmaci? «Posso solo dire che per i medicinali questi studi sulla loro somministrazione contestuale non si fanno. Ma i vaccini sono sicuri e quello contro l'influenza salva solo in Italia migliaia di vite umane ogni anno. Su oltre 100 milioni di dosi somministrate nel mondo non si è mai avuto un decesso correlabile all'immunizzazione». Allora l'Aifa ha fatto male a porre il divieto su quei lotti? «Al contrario, ha fatto benissimo perché di fronte ad eventi avversi è sempre meglio cautelarsi. Ma stiamo attenti a non trasformare un fatto positivo, ossia il buon funzionamento della farmacovigilanza in Italia, nella fuga dalle vaccinazioni». Foto: Michele Conversano SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista 29/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale - tutto libri Pag. 43 (diffusione:309253, tiratura:418328) Il lessico famigliare delle vite inceppate Uno psicoterapeuta racconta storie di bambini e battaglie quotidiane di genitori che non s'arrendono Una sindrome che richiama una sorta di distanza dal mondo, la miglior cura è l'empatia FULVIO ERVAS Aparlare di questo libro comincerò dalla fine. Che non svela nulla. Anzi. «E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale ed io, avrò cura di te». Franco Battiato, la canzone. La cura, certo non risolutiva, come tema di questo libro che narra di quattro storie (Silvio, Cecilia, Elia e Matteo) di autismo. Autismi, per la verità: menti che sembrano sopra un ottovolante sensoriale. Le cause dell'autismo sono dibattute ma non chiaramente definite, e in trepidante attesa dell'aggiornamento delle Linee Guida del Ministero della Salute, nel 2015 (e non potranno che essere migliorate rispetto a quelle del 2011), la cura è un bell'argomento con cui svelare parte dei meccanismi della mente autistica. Un modo per narrare esperienze non solo delle persone autistiche, ma anche del mondo di relazioni che li circonda. Famiglia con autismo, commenta qualcuno, non senza ironia o coraggio. Cioè condizione speciale, un numero civico con una storia diversa, con una luce diversa, con strategie di vita diverse. Resilienza, direbbe un biologo, capacità di rispondere a condizioni difficili, aggrapparsi con le unghie a superfici scivolose, perché quanto vi è di più tormentato che la «diversità» di un figlio? La cura, le cure, raccontate in questo libro da un terapeuta che affonda le mani, la pancia, le conoscenze, l'intuito, la pazienza, quotidianamente, nelle «stranezze» dell'autismo, nei suoi codici misteriosi, nella sua speciale decodificazione del mondo. Che richiede, a sua volta, la decodificazione di una decodificazione. Incontriamo Silvio, immerso in un mondo puramente visivo, il bambino che parlava con la luce, proprio come il titolo del libro, il bambino che mangia poche cose, che non usa il gabinetto, che prova poco interesse per il volto dei genitori, che ha problemi con il sonno. E tanto altro. Tutti «inceppi» che rendono la vita di relazione una strada di buche e sassi, un percorso in salita perenne. Cecilia, la bambina delle corde, riempiva le sue giornate facendo oscillare funi, cinture e sciarpe e poi, non contenta di quei movimenti sinuosi, legava gli arredi della casa con le corde creando fitte ragnatele, simbolo spettacolare di connessioni, intrecci, spazialità, estetica. O, semplicemente, percorsi nella mente di una bambina speciale. Eppure, come dipanando un intricato gomitolo, per tentativi, con attente osservazioni, con riflessioni, il mondo di un autistico può essere migliorato. Può essere migliorata la sua «gestione» nella relazione famigliare e in quella circostante. Esige lavoro. Un lavoro che le famiglie faticano a mettere in campo senza un sostegno. Il libro racconta anche questo lato, umanissimo, dell'aiuto che le famiglie riescono a trovare a contatto con dei professionisti. Nel mondo reale, poi, le famiglie creano reti, come testimoniano certi luoghi «social», dove genitori di ragazzi autistici si scambiano esperienze, informazioni, paure, difficoltà. O dove si rivela al mondo che una sindrome, che richiama una sorta di «distanza» dal mondo, necessita, ancor di più, di una fitta area di connessione con esso. L'autismo ha bisogno di «compagnia». L'autismo ha bisogno di empatia. Che non avvicinano la ricerca delle cause, né sono, in sé, una cura. Aiutano. So che non è poco. Anche questo ci racconta Il bambino che parlava con la luce (e di numeri, battaglie, madri, padri, insegnanti, scuole...). Foto: Maurizio Arduino «Il bambino che parlava con la luce» Einaudi pp. 287, € 18 Foto: Fulvio Ervas è l'autore di «Se ti abbraccio non aver paura» SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACHE DI AUTISMO 30/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:309253, tiratura:418328) Vaccini, il ministro: "Regioni troppo lente nelle segnalazioni" Pronto un emendamento per tagliare i tempi Primi test negativi sul legame tra farmaco e morti Salgono a dodici i casi sospetti, ma gli esperti: «Con il panico rischiamo 16.000 decessi» PAOLO RUSSO ROMA Mentre anche l'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali, indaga sulle morti sospette da vaccinazione anti influenzale, il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, lancia il suo «j'accuse» contro le Regioni che non segnalerebbero subito le reazioni avverse ai vaccini. «Sono loro responsabili della tempestiva segnalazione degli effetti delle vaccinazioni e in questo caso c'è stata una carenza molto forte», ha tuonato contro i governatori. «Il ministro si lascia andare ad uno sport troppo praticato: lo scaricabarile», replica stizzito il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. Il quale invita la Lorenzin «a verificare se qualcosa non ha funzionato, a cominciare dall'Aifa, l'Agenzia ministeriale del farmaco». Della quale in realtà non sarebbe troppo soddisfatta nemmeno la titolare della Salute, che giudicherebbe un po' troppo allarmistica la gestione della vicenda. Ma una stretta sulla farmacovigilanza dovrebbe arrivare già con un emendamento alla Legge di stabilità. Che nessuna correlazione sia provata tra i decessi e il Fluad prodotto da Novartis, ieri l'hanno continuato a ribadire un po' tutti, Ema in testa, che invita a proseguire la campagna di vaccinazione. Ma i ritardi di 14, fino anche 20 giorni con i quali le segnalazioni degli «eventi avversi» sono arrivate all'Aifa dicono che il sistema non funziona. La norma targata Lorenzin dovrebbe allora fissare per medici e Regioni l'obbligo di segnalazione entro 24-48 ore, pena sanzioni addirittura penali. Intanto le procure di Siena, Roma, Siracusa, Chieti e Prato continuano ad indagare e quest'ultima ha disposto il sequestro di uno dei due lotti bloccati dall'Aifa. Anche se le analisi decisive, quelle sugli enzimi, saranno pronte solo tra 20 giorni, chi sta analizzando i lotti dubita comunque di trovare falle che giustifichino le morti «sospette». Morti salite nel frattempo a 12 con la segnalazione del decesso di un altro anziano in Toscana. Nel 67% dei casi, informa l'Aifa, si tratta di ultraottantenni e stessa percentuale è quella dei decessi avvenuti entro le 24 ore o per cause cardiovascolari. I lotti coinvolti sono passati da 2 a 6 per u n t o t a l e d i u n m i l i o n e e 358mila dosi. Intanto è fuga dalla vaccinazione anti influenzale. Il sindacato dei medici di famiglia, la Fimmg, ha fatto un'indagine sui suoi dottori e se al Nord non si va oltre una richiesta di informazioni accompagnata da qualche rinvio della vaccinazione, al Sud sono gli stessi medici a trasmettere ansia ai pazienti, provocando così uno stop alla campagna di immunizzazione che rischia alla fine di fare molte più vittime di quelle ipoteticamente attribuite al Fluad. Gli esperti di prevenzione del ministero calcolano infatti che senza vaccinazioni gli 8mila morti causati ogni anno dall'influenza raddoppierebbero. E con il panico s c at e n at o s i o ra è p i ù c h e probabile un dimezzamento delle immunizzazioni tra anziani e soggetti fragili. «Il rapporto tra il rischio di moltiplicare i decessi da influenza e i benefici del blocco cautelare è tale da far ritenere inopportuna la decisione di ritirare i vaccini», dichiara senza mezzi termini il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo. Che poi lancia una ciambella di salvataggio all'Aifa, dicendo di «condividerne la cautela generata dal rischio di richieste milionarie di risarcimenti, sempre in agguato quando la magistratura indaga in sanità». Il direttore dell'agenzia, Luca Pani, dal canto suo difende il sequestro dei due lotti: «Non potevamo fare altrimenti, c'è una concordanza temporale troppo forte tra alcuni decessi e la somministrazione del vaccino, che per me resta sicuro. Dobbiamo capire se eventi avversi rarissimi possono verificarsi su cardiopatici gravi. Fermo restando che parlando di casistiche nell'ordine di un evento ogni milione di dosi il rapporto rischio-beneficio sarebbe sempre a favore della scelta di vaccinarsi». Basta ora convincere di nuovo gli italiani a farlo. I punti da chiarire La produzione n Qualche sostanza estranea può contaminare alcuni lotti durante la fase della produzione, anche se è raro. La Novartis ha già fatto i controlli sui lotti incriminati senza trovare nulla, sono in corso controlli indipendenti da parte di Iss e Aifa. La catena del freddo n I vaccini vanno conservati tra i 2 e gli 8 gradi. Qualcosa può essere andato storto in questa fase, ma gli esperti dichiarano che - anche se SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE PAURA DELL'EPIDEMIA 30/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:309253, tiratura:418328) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 67 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato fosse - in questo caso ci si troverebbe di fronte a un vaccino non funzionante e non di sicuro a un vaccino in grado di provocare la morte del paziente. Allergie n Un'altra ipotesi è quella di una reazione allergica a qualche componente del vaccino. Sul banco degli imputati lo squalene, un adiuvante. In realtà la sua molecola è presente anche nel corpo umano e non spiegherebbe perché avrebbe questi effetti solo su alcuni lotti. Il botta e risposta C'è stata una carenza molto forte nelle segnalazioni da parte delle Regioni Beatrice Lorenzin Ministro della Salute Scaricabarile, il ministro controlli cosa non ha funzionato a partire dall'Aifa Sergio Chiamparino Presidente della Conferenza delle Regioni Foto: MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA 30/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:309253, tiratura:418328) La gabbia dorata dove si produce il Fluad Siena: corsi di yoga e asilo nello stabilimento "perfetto", ma tra i lavoratori serpeggia il disagio [PA. RU.] chio del ciclone, sembra un po' come dottor Jekyll e Mister Hyde. Da un lato alta tecnologia, sistemi di sicurezza all'avanguardia e servizi di ogni genere da impianto a misura d'uomo. Il perfetto prototipo dell'azienda modello svizzero. Dall'altro il malumore dei lavoratori, o almeno di quelli sindacalizzati, che lamentano un clima da caccia alle streghe all'interno di questo splendido centro posto tra Siena e la frazione di Rosia, ai piedi di una boscosa collina. Non a caso uno sciopero dello scorso anno aveva come ordine del giorno «il clima di «Novartis Hill», la cittadella senese dei vaccini ora nell'octerrore e diffidenza dilagante». L'anno prima c'erano stati pure 11 licenziamenti. E non perché il business dei vaccini vada male, la cittadella fattura oltre mezzo miliardo di euro. Le motivazioni erano disciplinari. «Comportamento deontologicamente non corretto», precisa anzi l'azienda, dove vige un codice etico molto rigido, «che va rispettato perché in un settore delicato come quello della salute non si possono ammettere leggerezze», riferiscono dall'area risorse umane. Una rigidità che dal fronte opposto definiscono invece «sistema da polizia segreta». Insomma nella fabbrica del Fluad, l'anti-influenzale sotto processo, non si respira proprio un gran clima. Eppure aggirandosi tra i dedali che collegano i vari edifici dall'architettura essenziale sembra non mancare proprio nulla per lavorare con il massimo comfort: palestra, asilo nido, posta, calzolaio, lavanderia, spaccio alimentare e ambulatorio. E visto che qui si produce salute servizio di consulenza dietologica per chi è sovrappeso, stand per il controllo della pressione e persino un corso di yoga per combattere lo stress. Magari da perfezionismo svizzero. Che ritroviamo nei sistemi di sicurezza e di produzione. Applicati con rigore dai 1200 dipendenti che sfornano ogni anno la bellezza di oltre 500 milioni di dosi vaccinali. E non solo contro l'influenza, ma anche per immunizzare da poliomielite e dalle pericolosissime meningiti da meningococco. Prodotti esportati in ben 130 Paesi. Tra i quali gli Stati Uniti,doveperimmettereunmedicinale occorre ottenere il certificato di esportazione rilasciato dalla severissima Fda, la Food and drug administration che non lascia entrare uno spillo che non abbia superato i più rigidi controlli di sicurezza. E infatti nella cittadella dei vaccini le produzioni sono certificate dal marchio europeo «Gmp», acronimo inglese che sta per «buone pratiche di fabbricazione». Sulla sicurezza dei meccanismi di azione dei vaccini messi a punto in questo polo di ricerca e produzione all'avanguardia parlano i numeri: «Dal 1997, anno di avvio della commercializzazione del Fluad, su centinaia di milioni di dosi distribuite nel mondo fanno sapere in azienda - i sistemi di farmacovigilanza non hanno mai fatto registrare nemmeno un decesso ipoteticamente correlato al vaccino». Fino ad oggi. Ora in questi stabilimenti che furono di Scalvo, poi Marcucci e infine Chiron, prima di passare alla multinazionale svizzera Novartis, all'amarezza si mescola la paura di un crollo della domanda di quel Fluad, figlio di Rino Rappuoli, il genio italiano dell'immunizzazione. Insieme all'americano Craig Venter, famoso per aver mappato il genoma umano, ha messo a punto una tecnica rivoluzionaria che ha permesso lo sviluppo di nuovi vaccini impensabili prima, come quello contro la meningite. Questo grazie al sequenziamento del genoma dei virus che consente di individuarne i punti deboli. Quelli che qui tutti negano esistere nell'anti influenzale «sotto inchiesta». 100 milioni di dosi È la produzione di anti influenzali nello stabilimento senese 1200 addetti Calcolando l'indotto lo stabilimento impiega 3660 persone Foto: FABIO DI PIETRO/ANSA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La storia 30/11/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:309253, tiratura:418328) Una nuova cura per il medico di Emergency: si vuole colpire l'infiammazione ANTONIO PITONI ROMA Un trattamento nuovo finora mai sperimentato su un paziente colpito dall'Ebola. Una scommessa su cui i medici dell'Istituto Spallanzani hanno deciso di puntare, ieri, dopo il «progressivo peggioramento» che da venerdì ha portato ad un aggravamento generale delle condizioni del medico italiano di Emergency infettato dal virus in Sierra Leone e ricoverato in isolamento nella «zona rossa» dell'ospedale romano. L'ultimo bollettino medico ha evidenziato «disturbi gastrointestinali importanti» come «nausea, vomito e diarrea» accompagnati da «febbre elevata superiore a 39 gradi», spossatezza e sonnolenza, nonostante il paziente sia pienamente cosciente, risponda alle domande e riesca a «deambulare autonomamente nella stanza». Sintomi ai quali si è aggiunto un «esantema cutaneo diffuso». E da ieri, gli specialisti dello Spallanzani, hanno iniziato il terzo trattamento sperimentale, finora mai utilizzato, aggiungendo «un farmaco che agisce sulla risposta immunitaria» alle cure basate finora su un antivirale e «sul plasma di convalescente», cioè di soggetti guariti dall'Ebola. Una giornata di apprensione, vista l'evoluzione tutt'altro che confortante del quadro clinico, per la famiglia del medico di Emergency. Sia la moglie che le due figlie hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. Ha parlato, invece, il direttore scientifico dell'ospedale romano, Giuseppe Ippolito. «L'evoluzione della malattia può presentare degli alti e bassi - ha spiegato -. Stiamo monitorando la situazione e le caratteristiche del virus, ed il motivo per cui abbiamo aggiunto questo terzo nuovo farmaco è che agisce con un meccanismo diverso». Un farmaco che non era mai stato somministrato ad un malato di Ebola e sul quale lo Spallanzani, al pari degli altri medicinali finora utilizzati, ha deciso di mantenere il più stretto riserbo. «Ma riteniamo - ha assicurato Ippolito che abbia un meccanismo di azione importante in questo caso, poiché agisce sulla risposta immunitaria». Ma in che modo? «La terapia ha la capacità di ridurre particolari sostanze prodotte dall'organismo - ha aggiunto il direttore scientifico - si tratta delle citochine infiammatorie, che provocano le cosiddette "cascate infiammatorie" a livello organico». Il nuovo farmaco sperimentale agirebbe, in sostanza, bloccando proprio l'infiammazione. Difficile fare previsioni sui tempi necessari per capire se la nuova cura darà risposte positive. «Abbiamo appena aggiunto il nuovo farmaco alla terapia e ora dobbiamo vedere come il paziente reagisce», ha chiarito Ippolito. L'auspicio è che il mix farmacologico somministrato riesca a bloccare l'azione del virus. Un caso certamente particolare: il paziente zero italiano è anche un medico, che dalla prima linea contro Ebola si ritrova ora dall'altra parte della barricata come malato. «E dunque - ha concluso Ippolito - ha la percezione esatta della situazione e di tutto ciò che gli sta accadendo». Intanto, una buona notizia arriva dal Mali dove il governo ha annunciato il primo caso nel Paese (dove il contagio si sarebbe di fatto arrestato) di guarigione dal virus. Ma stando ai dati diffusi dall'ultimo bollettino dell'Oms, dall'inizio dell'epidemia il numero di casi di Ebola ha toccato quota 16.169, mentre le vittime sono state finora 6928. Solo dallo scorso mercoledì, i nuovi casi di contagio registrati sono stati 268. E mentre l'epidemia sembra stabilizzarsi in Liberia e in Guinea, non accenna ancora ad arrestarsi in Sierra Leone, proprio dove il medico italiano di Emergency ha contratto al malattia. Twitter @Antonio_Pitoni Foto: Il saluto Nella foto Gino Strada saluta con un augurio il medico di Emergency che parte dalla Sierra Leone alla volta dell'Italia dopo il contagio del virus Ebola Foto: EMERGENCY/ANSA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 69 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ebola, peggiora il paziente zero 30/11/2014 La Stampa - Torino Pag. 54 (diffusione:309253, tiratura:418328) marco accossato L'unione della Senologia del Sant'Anna e delle Molinette in una sola Breast Unit ha ridotto in pochi mesi le liste d'attesa contro il tumore al seno. Nel nuovo centro - dopo la chiusura dell'ospedale Valdese che aveva fatto lievitare invece inizialmente i tempi - sono state aggiunte al mattino quattro sedute operatorie settimanali, passando così da 489 pazienti in lista per un'attesa di più di due mesi a 240 malati che diminuiranno ulteriormente fino ad arrivare a inizio 2015 a una lista di attesa sotto i 30 giorni, come richiesto dalle linee guida internazionali. «A settembre e ottobre 2014 - comunica la Città della Salute, da cui dipendono i due ospedali - sono stati eseguiti 85 interventi in più rispetto agli stessi mesi del 2013, e a fine anno si prevede un totale di circa 1200-1300 interventi effettuati, con un 9 per cento in più di tumori trattati rispetto all'anno scorso». Rispetto al 2013, in particolare dopo la chiusura del Valdese - spiega il dottor Daniele Farina, uno dei capi dipartimento - sono stati solo 54 in più i pazienti che si sono rivolte ad altri centri fuori dal Piemonte per interventi di cancro alla mammella, con un incremento generale rispetto al 2012 del 3,6 per cento». Di questi interventi in «mobilità passiva», l'87 per cento è stato in Lombardia, in particolare presso l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, e l'8 per cento in Liguria. Unite le forze Grazie alla Breast Unit unica le donne vengono oggi seguite nei due poli della Città della Salute dal momento della diagnosi fino ai controlli post operatori: intervento chirurgico, eventuale chemio o radioterapia, follow-up. «E già dal prossimo anno - prevede il direttore generale, Gian Paolo Zanetta, che ha sostenuto il progetto - la quota di donne che si rivolgeranno fuori Piemonte per essere curate e assistite verrà ridotta ulteriormente con l'incremento quantitativo e qualitativo della nostra attività». Altri posti per i ricoveri Un'ulteriore e definitiva spinta all'attività della Breast Unit della Città della Salute avverrà nei prossimi mesi con la chiusura dei lavori di miglioramento strutturale e di comfort della degenza dell'Oncologia al 2° piano, un progetto di restyling completo grazie a un finanziamento della Compagnia di San Paolo: al posto delle attuali stanze sorgerà un reparto di quattordici posti letto accanto al reparto di Ginecologia oncologica. «Questa nuova area - concludono in ospedale - consentirà un ulteriore aumento dell'attività chirurgica oncologica». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tumore al seno La Città della Salute riduce le attese 01/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 46 (diffusione:309253, tiratura:418328) Il Piemonte cambia la dieta "Il pane va salato meno" Si passerà da 15-20 grammi di sale per ogni chilo di farina a 10 Intesa con i panificatori per tutelare la salute e rilanciare il prodotto "Riducendo la quantità di potassio si evita l'ipertensione arteriosa" ALESSANDRO MONDO «Sei più lungo di un giorno senza pane!», si racconta abbia sbottato Pietro Micca, l'eroe della difesa di Torino durante l'assedio del 1706, al compagno che tardava ad accendere la miccia per bloccare l'incursione francese. La vedova, dopo una supplica inviata al duca Vittorio Amedeo II, ottenne come riconoscimento per il sacrificio del marito un vitalizio di due razioni di pane al giorno. Altri tempi quelli in cui il pane, contornato da poco altro, era un bene prezioso. Ora rischia l'estinzione dalle nostre tavole. Da qui l'avvio di una sperimentazione all'insegna di due obiettivi: tutelare la buona salute dei piemontesi e sostenere il consumo di un prodotto che ha accompagnato la storia dell'uomo. L'iniziativa In panetteria continuerete a trovare il pane tradizionale ma dal prossimo anno una quota parte sarà proposta con un sapore leggermente diverso: i panificatori piemontesi, d'intesa con l'assessorato regionale alla Sanità, dimezzeranno il contenuto di potassio, cioè di sale. In sostanza, si passerà dagli attuali 15-20 grammi di sale per chilo di farina a 10. E non è detto che la percentuale non possa scendere ancora: dipenderà dalla risposta dei clienti, abituati a un prodotto che in Piemonte è sempre stato «salato». Potassio ridotto Non a caso, si comincerà a dimezzare la dose di potassio su una linea o due: ogni panetteria sceglierà quella che ritiene più opportuna. Non a caso, si tratta di una sperimentazione: la sua prosecuzione dipenderà dal gradimento del pane in versione salutista. Tutela della salute L'iniziativa è stata concordata nei giorni scorsi durante un incontro tra l'assessore Antonio Saitta e i rappresentanti dei panificatori subalpini: erano presenti Piero Rigucci, presidente Unione regionale panificatori, il segretario Giovanni Vernaglione, Franco Mattiazzo ed Enrico Giacosa, responsabili dei panificatori di Torino e provincia e di Alba. Come si premetteva, la finalità principale è tutelare anche su questo versante la salute dei piemontesi, e i conti disastrati della nostra Sanità, evitando l'ipertensione arteriosa. Parola d'ordine: prevenzione. Nell'occasione, Saitta ha ribadito le indicazioni del Piano nazionale della prevenzione condividendo con gli artigiani l'opportunità di collaborare per riportare il pane al centro del cibo giornaliero: «Con un giusto apporto di quello che un tempo si definiva "companatico" e con il consumo giornaliero di verdura e frutta, riducendo la misura di quel "pizzico di sale" che fa felice la gola ma può avere effetti negativi sulla pressione venosa, con rischi anche gravi per la salute». I panificatori, pur ribadendo che il buon pane non è mai stato un problema per la salute dei consumatori, si sono messi in gioco nella speranza che il lancio di alcune linee di «pane mezzosale» contribuisca a sostenere il consumo. Rilancio dei consumi Qui sta la seconda notizia. Negli ultimi anni, e nonostante la recessione renda sempre più sobrie le tavole dei piemontesi, come degli italiani, il consumo di pane è sceso sensibilmente. I nemici del pane Secondo i panificatori, le cause sono diverse. La prima è l'invasione del mercato di prodotti da forno ottenuti partendo da semilavorati congelati provenienti da più Paesi europei: oltre ad aver interrotto lo stretto rapporto locale tra produzione primaria e consumo, presupposto della cosiddetta «filiera corta», ha peggiorato la qualità organolettica del pane percepita dal consumatore. Il secondo problema, ancora più insidioso del primo, è l'attecchimento di un modello alimentare che partendo da premesse condivisibili, il contrasto all'obesità e alle patologie correlate, ha eliminato o ridotto dalle diete il consumo del pane. Un capitolo a parte è rappresentanto dall'aumento dei celiaci. Aggiungete la difficoltà, per le imprese artigianali, di adeguarsi a norme nazionali e comunitarie pensate per la grande industria e comprenderete perchè il pane, signore delle nostre tavole da generazioni, rischi l'estinzione. Se oggi la media del consumo pro-capite è scesa a 85 grammi al giorno vorrà dire qualcosa: un impoverimento culturale, oltre che alimentare, sul quale riflettere. I numeri del pane 10 SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dossier / Politica e salute 01/12/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 46 (diffusione:309253, tiratura:418328) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tipologie di pane 2-3 giorni 20 grammi 30% 6-7 85 chilogrammi al giorno grammi pro capite al giorno 2.300 panetterie grammi LA GRISSA LA MICCA LA BIOVA LA GRISSA LA CIABATTA LA CIABATTINA Centimetri - LA STAMPA per chilogrammo di farina, la dose di potassio nel pane piemontese per chilo di farina, la riduzione prevista a settimana dedicati alla vendita del «pane mezzosale» il calo del consumo dal 2010 Prevalentemente interessate dall'iniziativa in Piemonte (rispetto alle 5 mila di pochi anni fa) la quota di pane invenduto nelle panetterie Vendute prevalentemente fuori dalle grandi città la media del consumo in Piemonte 01/12/2014 La Stampa - Torino Pag. 49 (diffusione:309253, tiratura:418328) «Approvo l'iniziativa dell'assessore Saitta: è persona attenta, ha fatto una cosa di grande intelligenza». Giorgio Calabrese - medico nutrizionista, docente presso numerose università italiane e straniere oltre che star consolidata del piccolo schermo - benedice l'arrivo del «pane mezzosale» nelle panetterie piemontesi. È davvero il caso? «Certo! La Sanità, oltre a permettere ai cittadini di curarsi nel migliore dei modi, deve prevenire le malattie. Riducendo la quantità di sale il gusto del pane resta comunque buono e si scongiura una serie di problemi: cominciando dall'ipertensione arteriosa. Serve uno sforzo congiunto: i medici devono insegnare a salare meno, i pazienti devono comprare prodotti iposodici». Ma non le sembra un'esagerazione abolire il pane dalla tavola? «E chi ha detto di abolirlo? Ma no, quello lo prevedono le maledette diete iperproteiche: chi le prescrive non pensa al benessere del paziente ma a farlo dimagrire subito, e velocemente. Peccato che sulla media distanza sia controproducente». In che senso? «Eliminare pane e pasta permette di perdere peso subito ma poi si verifica un rimbalzo metabolico». Sarebbe a dire? «... che in seguito chi segue queste pseudo-diete riprende peso, con gli interessi». E nelle sue diete? Il pane resta? «Eccome. Nelle diete che prescrivo io il pane c'è sempre: da 60 a 70 grammi di pane, da 60 a 70 grammi di pasta. Intendiamoci: parliamo di gente con problemi di obesità. A un atleta prescrivo non meno di 100 grammi di pane al giorno». Che ne pensa dei prodotti da forno semilavorati? «Per carità! Assolutamente contrario. Presuppongono una quantità di conservanti e alte dosi di lievito. Lasciamo perdere. Anzi: si legga il mio ultimo libro». "Dimagrire con la dieta mediterranea"? «Proprio quello: il primo ingrediente di ogni dieta che si rispetto è il buonsenso». Insomma: giusto ridurre la quantità di sale ma non ci sono ragioni per evitare il pane come la peste. «Al contrario: il pane, come la pasta, fa bene. Allontanarlo dalle nostre tavole è solo una moda, una fregatura metabolica». [ALE.MON] SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 73 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Nessun veto, basta trovare la giusta misura" 29/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:210842, tiratura:295190) Due decessi nella Capitale. Dosi sospette in dodici regioni Aperte inchieste in tutta Italia, un primo indagato in Sicilia NEL MIRINO IL FLUAD DELLA NOVARTIS L'AZIENDA HA SVOLTO VERIFICHE PRELIMINARI: «CONFERMATA LA QUALITÀ DEL PRODOTTO» Camilla Mozzetti L'EMERGENZA ROMA I decessi sospetti aumentano. E dopo le tre morti di giovedì, avvenute in Sicilia e Molise, l'Agenzia del farmaco è costretta a rivedere al rialzo il numero delle presunte vittime del Fluad, il vaccino antinfluenzale prodotto dalla casa farmaceutica Novartis. Ai casi registrati si aggiungono, infatti, due decessi in Puglia, uno in Toscana, due in Emilia Romagna e due in Lombardia oltre a due casi nel Lazio che hanno riguardato un'anziana di 92 anni ricoverata e poi deceduta al policlinico Gemelli di Roma, che aveva preso il vaccino due giorni mercoledì, e un uomo di 77 anni, degente all'Aurelia Hospital, che si era vaccinato 15 giorni fa. Undici vittime ancora da accertare e sulle quali bisognerà aspettare l'esito delle verifiche delegate ai Nas dall'Istituto superiore di sanità. Novartis ha già condotto una revisione preliminare dei lotti interessati confermando la qualità del vaccino. I due lotti incriminati, il 142701 e il 143301 già da ieri erano stati bloccati. L'AIFA Le prime due dosi presumibilmente letali, sono state distribuite in 12 regioni per un totale di 500mila dosi. L'allarme, però, potrebbe allargarsi perché l'Aifa non esclude il ritiro di altri lotti del vaccino poiché fra le nuove segnalazioni di morti giunte ieri, alcune riguardavano persone che avevano utilizzato un vaccino con altri codici. Al momento una relazione diretta vaccino-decessi non è provata e bisognerà attendere circa un mese per l'esito completo e definitivo delle analisi, in corso all'Istituto superiore di sanità. Dall'Agenzia del farmaco, il direttore generale Luca Pani tiene a una distinzione: «Non c'è una relazione diretta fra la somministrazione del vaccino e le morti» quanto più «una concordanza sospetta e l'incremento delle segnalazioni potrebbe essere dovuto alla fobia». LE INDAGINI Ciononostante, quattro procure della Repubblica hanno avviato le indagini su alcuni degli undici decessi. Tre uffici giudiziari, quelli di Prato, Siracusa e Roma, si occupano dei decessi avvenuti nelle province di loro competenza, mentre il terzo, quello di Siena, ha aperto un fascicolo sulla produzione dei lotti sospetti, negli stabilimenti senesi della Novartis. A Siracusa sono morti due pensionati di 68 e 87 anni. La procura aveva già aperto un'indagine su un caso simile, quello di un settantenne di Augusta deceduto a metà novembre dopo che il medico - ora indagato - gli aveva somministrato un vaccino antinfluenzale. A Prato, invece, il fascicolo è stato aperto ieri, dopo la notizia del decesso di un novantenne. Analoghi percorsi potrebbero essere seguiti dalle procure delle città dove vengono segnalate nuove morti sospette: per il momento, Campobasso, Lecce, Parma e Como. Paese) ma anche altri vaccini antinfluenzali come il Vaxigrip composto solo da un mix di virus senza il principio adiuvato e il vaccino intradermico. Le istituzioni sanitarie, intanto continuano a raccomandare la prosecuzione della campagna vaccinale contro l'influenza. E lo stesso stanno facendo i medici di famiglia. Il presidente della Società italiana di medicina generale, Claudio Cricelli, prende in prestito i dati del 2013 sui decessi nel periodo invernale per scongiurare il panico e il rischio psicosi nei cittadini. «Per complicanze legate alla patologia influenzale - ha ricordato - sono morte in Italia più di 8mila persone e in Europa oltre 40mila». A CHI È CONSIGLIATO Anziani Donne incinte (quando il terzo mese di gestazione coincide con i mesi invernali) Adulti e bambini con malattie cardiache, polmonari o croniche Personale sanitario Lavoratori del servizio pubblico Qualsiasi persona che desideri minimizzare i rischi DA COSA È COSTITUITO? EFFETTI COLLATERALI Il periodo ideale è tra metà ottobre e fine novembre . Il vaccino produce immunità entro una settimana. La copertura è di sei-otto mesi Dolore , eritema , tumefazione nel sito di inoculo. Malessere generale , febbre , mialgie , soprattutto in persone mai vaccinate in precedenza. Scompaiono generalmente entro il terzo giorno dall'iniezione QUANDO SOMMINISTRARLO Il vaccino antinfluenzale Da virus inattivati che, iniettati sotto pelle, sono in grado di stimolare l'organismo a produrre anticorpi immunizzandosi contro attacchi successivi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Allarme vaccino undici morti «Sono coinvolti anche altri lotti» 29/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:210842, tiratura:295190) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 75 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quali rischi si corrono? Le reazioni più comuni sono la dolenzia, l'arrossamento nel punto dell'iniezione, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa. Questi sintomi generalmente sono modesti e non richiedono cure mediche, si risolvono con trattamenti sintomatici (antipiretici e analgesici) nel giro, al massimo, di un paio di giorni. Raramente i vaccini antinfluenzali a base di virus inattivati possono causare reazioni allergiche come orticaria, rapida tumefazione nel punto di inoculazione, asma e gravi manifestazioni allergiche dovute a ipersensibilità nei confronti di determinati componenti del vaccino. I vaccini inattivati contengono il virus ucciso o parti di questo che non possono causare malattia. Quelli a base di virus vivente contengono l'elemento virale ma questo è stato attenuato. In entrambi i casi possono presentarsi sintomi influenzali ma meno marcati. 3Da quanti virus si è protetti? Da questa stagione è disponibile nelle Asl e nelle farmacie un vaccino quadrivalente indicato per l'immunizzazione degli adulti e dei bambini dai tre anni di età, per la prevenzione dell'influenza causata da due sottotipi di virus A e da due di tipo B. Le complicanze dell'influenza vanno dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (come il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti, alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini). Le complicanze sono più frequenti nelle persone al di sopra dei 65 anni e con condizioni a rischio. Casi gravi di influenza, come riporta il sito del Ministero della Salute, si possono verificare anche in persone sane che non rientrano nelle categorie cosiddette a rischio. Quando è meglio non vaccinarsi? Secondo il sito "VaccinarSi" della Società italiana di igiene non ci si deve vaccinare se si è allergici a qualche componente del prodotto, se il bambino ha meno di 6 mesi o se ci sono in corso malattie con febbre alta. Ci si può sottoporre alla profilassi se si hanno malattie acute di lieve entità, ma anche in allattamento o in caso di malattie che compromettono il sistema immunitario. Dovrebbero vaccinarsi le donne nel secondo e terzo mese di gravidanza. Perché hanno un maggior rischio di complicanze come parto prematuro e basso peso del feto. La vaccinazione della mamma, inoltre, protegge il nascituro dall'influenza fino a 6 mesi. Bisogna vaccinarsi tra ottobre e fine dicembre. Si è protetti dall'influenza dopo due settimane dalla somministrazione e la protezione dura, minimo, un anno. Cosa fare in caso di reazioni gravi? Dopo la vaccinazione antinfluenzale i pazienti che hanno problemi importanti(non una febbricola) devono andare dal medico di famiglia che conosce il paziente ed è l'unica figura di riferimento. È l'indicazione del direttore generale dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) Luca Pani. Chiedere una consulenza quando si presenta il respiro corto, sensazioni di svenimento, difficoltà a camminare, dolori marcati. Secondo il rapporto dell'Aifa nella stagione 2012-2013 (ultimi dati disponibili)le segnalazioni di sospette complicazioni dopo la vaccinazione sono state 285, di cui il 16% considerate gravi. L'esistenza della relazione deve essere poi valutata sulla base di una serie di elementi che comprendono la relazione temporale, presenza/assenza di cause alternative, plausibilità biologica, confronti con precedenti condizioni di pazienti. Foto: SOTTO INCHIESTA Bufera sui vaccini anti-influenzali Foto: DIRETTORE AIFA Luca Pani 29/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 3 (diffusione:210842, tiratura:295190) Nella regione sono stati somministrati 25 mila prodotti del tipo sotto esame Muore un'anziana che aveva ricevuto un siero non incluso nei lotti sospetti LA DONNA È CROLLATA A TERRA IL GIORNO DOPO LA VACCINAZIONE AVEVA 92 ANNI. DUBBI ANCHE SULLA MORTE DI UN 77ENNE Mauro Evangelisti IL FOCUS ROMA Anche a Roma due morte sospette per il vaccino antinfuenzale Fluad. Con un'aggravante: le dosi somministrate non provengono dai lotti sotto osservazione e bloccati. Per questo ieri la Regione ha ritirato tutti i vaccini di quella marca. I Nas stanno indagando sul decesso di un uomo di 77 anni, ricoverato due settimane fa all'Aurelia Hospital e poi deceduto, ma l'Aifa (agenzia italiana del farmaco) l'ha escluso dai casi su cui sono in corso dei controlli. I familiari, comunque, chiedono di fare chiarezza. L'ACCADEMICA Più concreti i sospetti sulla morte di Carolina Lama, 92 anni, sul quale la procura ha aperto un'inchiesta: i dati a disposizione sono più allarmanti. Si tratta di una celebre violinista, originaria di Faenza, che per anni ha insegnato all'Accademia Santa Cecilia (era accademica effettiva dell'Accademia Santa Cecilia, più conosciuta come Lina Lama). Viveva sola alla Balduina e mercoledì scorso, dopo essersi vaccinata contro l'influenza due giorni prima, è andata a fare la spesa al supermercato, vicino a casa. Qui ha avuto una sincope ed è caduta a terra. L'ambulanza dell'Ares 118 l'ha trasportata nel vicino Policlinico Gemelli, dove è stata ricoverata in terapia intensiva, in coma. E ieri purtroppo è morta. Il caso è stato subito segnalato all'Aifa come ha confermato il direttore, Luca Pani. La vicinanza temporale tra il giorno del vaccino e il ricovero della donna ovviamente legittimano il sospetto che via sia un rapporto di causa ed effetto. La procura, che ha aperto una fascicolo, ha disposto l'autopsia per entrambi i casi. Ma c'è un altro elemento che complica tutto: la dose non faceva parte dei lotti sospetti, quelli per cui è scattato l'allarme (in particolare, quello somministrato alla professoressa Carolina Lama era il 143402). Questo ovviamente confonde ancora di più lo scenario, anche se alla Regione Lazio il direttore della cabina di regia della Sanità, Alessio D'Amato conferma che già giovedì è stato bloccato l'uso dei lotti sospetti del Fluad a Roma e nelle altre quattro province e da ieri anche degli altri lotti. In altri termini: da ieri il Fluad non si usa più. Il timore però è che alcune morti non siano state intercettate dalla rete delle verifiche: da ottobre è scattata la campagna per la vaccinazione e nel Lazio sono state distribuite 970 mila dosi. I pazienti che si sono sottoposti al vaccino sono circa mezzo milione. Ma per quanto riguarda il Fluad nello specifico i numeri cambiano: del totale solo 60 mila erano di quel tipo e, secondo i primi riscontri, ne sono state usate 25 mila. Nella Capitale il Fluad è stato distribuito in alcune Asl: in particolare, alla C (Tor Pignattara), alla A (centro storico, Montesacro, Tufello e Bufalotta) e alla D, Ostia. LA PAURA «Se è vero che le eventuali complicazioni si manifestano entro 48 ore - osserva un medico - ora si tratta di capire se altre morti di pazienti anziani siano sfuggite alla rete delle verifiche sul vaccino, perché negli ospedali fino a qualche giorno fa non si facevano approfondimenti su eventuali effetti. Non solo: nelle prossime ore potremmo registrare altri casi». Da ieri, se un anziano va in pronto soccorso, subito i medici chiedono se ha fatto il vaccino. Ma si teme anche un altro effetto: la fuga dalle precauzioni anti influenzali (anche per gli altri farmaci non a rischio). Pier Luigi Bartoletti, segretario regionale del Fimmg (la federazione dei medici di famiglia): «Giusto bloccare il Fluad, ma ricordiamoci di quante vittime fa l'influenza ogni inverno». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 76 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Fluad, il Lazio ritira il prodotto inchiesta sulle vittime di Roma 30/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:210842, tiratura:295190) Il ministro attacca le Regioni: segnalazioni all'Aifa in ritardo Dura replica dei governatori. Il numero dei morti arriva a 12 IL DIRETTORE DELL'AGENZIA DEL FARMACO PANI: «NON DOVREBBE ESSERE UN DIFETTO DI PRODUZIONE» Mauro Evangelisti L'ALLARME ROMA La notizia più importante arriva in serata, quando il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rivela: «I primi test sono negativi, non emerge per ora relazione tra le morti e l'uso dei vaccini dei lotti di Fluad bloccati». Sul caso delle dodici morti sospette, però, si apre un altro fronte. Lorenzin: «Le segnalazioni dalle Regioni dovevano arrivare prima». Il ministro accusa i governatori, rilanciando lo scontro Governo-Regioni già visto sui tagli agli enti locali. «Le Regioni sono responsabili della vigilanza dell'applicazione dei vaccini e devono informare tempestivamente sugli effetti. C'è stata in questo caso una carenza molto forte. Le segnalazioni sono arrivate all'Aifa dopo 15 giorni dall'emergere del primo caso, il 7 novembre scorso. Si sta studiando l'opportunità di rafforzare la normativa sulla farmaco-vigilanza e portare la comunicazione obbligatoria da parte delle Regioni al massimo entro 24-48 ore». SCONTRO Dura la replica del governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni: «Basta con lo scaricabarile, si verifichi se qualcosa non ha funzionato a cominciare dall'Aifa». Dalla Regione Lazio, il direttore della cabina di regia della sanità, Alessio D'Amato, si limita a dire: «Non è il momento delle polemiche, noi abbiamo fatto il nostro dovere». Segue il colpo di scena in serata con il ministro che spiega a SkyTg24: i primi test sui lotti di Fluad bloccati «non evidenziano una correlazione tra le morti sospette e i vaccini antinfluenzali assunti». BILANCIO I decessi finiti nella rete di verifica dell'Aifa (l'agenzia del farmaco) sono 12. Nel dettaglio: Sicilia (2), Molise (1), Puglia (2), Toscana (2), Emilia-Romagna (2), Lombardia (2) Lazio (1). Luca Pani, direttore dell'Aifa: «In otto casi si tratta di persone ultraottantenni, 7 donne e 5 uomini. Sempre in 8 casi su 12 il decesso è avvenuto nelle prime 24 ore e ancora in 8 casi la morte ha avuto cause cardiovascolari». Ieri sono stati segnalati due casi in Abruzzo, un uomo e una donna di 89 anni, entrambi della provincia di Chieti. SETTIMANA DECISIVA Ma cosa succederà ora? Pani: «Le dosi attualmente distribuite di Fluad sono 3,5 milioni e anche assumendo che ne siano state usate solo 1 milione, non dovrebbe trattarsi di un problema nel processo produttivo o di contaminazione del vaccino. L'azienda dovrà fornire entro lunedì una relazione di aggiornamento su tutti i controlli di qualità ripetuti sui lotti sequestrati e una valutazione clinica dei possibili rapporti causa-effetto. La prossima settimana arriveranno anche i primi risultati delle analisi dell'Istituto Superiore di Sanità, anche se il calcolo sulle mortalità fa supporre che non vi siano delle variazioni fuori specifica nella qualità del vaccino». Martedì infine potrebbe esserci l'indicazione sul blocco cautelativo. «Dopo gli esami tossicologici conferma Sergio Pecorelli, presidente dell'Aifa prenderemo una decisione. Se saranno negativi, si procederà a togliere il blocco». Aggiunge il ministro Lorenzin: «I Nas stanno conducendo ispezioni e sequestri in tutta Italia. Indagano le Procure. In più nei prossimi giorni avremo anche i risultati delle autopsia sui corpi delle persone decedute». EFFETTO BOOMERANG C'è un altro nodo, l'allarme sui vaccini potrebbe avere un effetto negativo per un altro motivo: molti anziani, spaventati, potrebbero decidere di non vaccinarsi, aggravando il bilancio dei morti per influenza a fine inverno. Per questo il ministro Lorenzin assicura: «Nella mia famiglia si sono vaccinati contro l'influenza. Si è vaccinata mia madre, che aveva avuto un problema respiratorio, mio padre, che ha 77 anni, mio nonno che ne ha 93 e i miei zii che hanno tra i 70 e gli 80 anni. Stanno tutti bene». Come si pro duce il vaccino contro l'influenza COLTURA IN UOVA DI GALLINA 12 34 SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 77 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vaccini, Lorenzin «Dai primi test niente relazione con i decessi» 30/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:210842, tiratura:295190) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 78 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VANTAGGI SVANTAGGI COLTURA IN CELLULE ANIMALI VANTAGGI SVANTAGGI H1N1 ANSA INNOCUO Il virus dell'influenza è inoculato in cellule di mammifero Il virus è iniettato in un uovo fecondato insieme a un virus innocuo ma che si moltiplica velocemente Con il nuovo virus si infettano altre uova: da ognuna si otterrà una dose di vaccino Per il vaccino sono usate solo le proteine del virus, in grado di provocare una risposta immunitaria I due ceppi infettano l'embrione, si rimescolano e danno origine a un virus che si replica velocemente ed è virulento come quello dell'influenza Il virus si moltiplica ogni volta che lo fanno le cellule Attraverso un processo di purificazione il virus è estratto dalle cellule e inattivato Facile aumento di produzione in caso di pandemia Cellule di mammifero di facile reperibilità e congelabili Il processo richiede solo tre mesi Si tratta di un metodo consociuto alla perfezione È più economico È molto caro È una metodologia giovane e quindi meno rodata dell'altra Il virus è inattivato chimicamente per evitare che si replichi e contagi le persone vaccinate Occorrono sei mesi per la produzione Uova non così facilmente reperibili come le cellule di mammifero 30/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:210842, tiratura:295190) I geriatri: chi si ammalerà senza vaccino dovrà restare a casa almeno dieci giorni I flaconi incriminati destinati agli over 65 ora cresce la fuga dalla somministrazione RISCHIA DI ESSERE MINACCIATO IL PRIMATO DELLA LONGEVITÀ CHE L'ITALIA VANTA TRA I PAESI EUROPEI Carla Massi IL FOCUS ROMA I dodici pazienti deceduti dopo la somministrazione del vaccino sono tutti anziani. Ben otto sono sopra gli ottanta anni. Nella maggior parte dei casi l'allarme è scattato ventiquattro ore dopo l'iniezione. Il Fluad per la sua composizione è destinato a persone over 65. Una popolazione in crescita nel nostro Paese (1 su 5 ha più di 65 anni) che oggi si trova davanti ad un bivio: sì o no alla vaccinazione? In attesa della conferma o meno della connessione tra la profilassi e i decessi in tutti i casi lievita la paura e il numero degli anziani che rifiutano di proteggersi dall'influenza stagionale. Una disaffezione già iniziata nel 2012 quando, sempre in questo periodo, vennero bloccati lotti sospetti. I dubbi furono sciolti nell'arco di poco tempo ma la reazione anti-vaccino era stata avviata. La "rivolta dei nonni" è ripartita. MALATTIE CRONICHE Oggi la preoccupazione di geriatri e igienisti riguarda proprio questa fetta di popolazione più fragile: il 70-80%, soprattutto dopo gli 80, è colpito da malattie croniche cardiovascolari, broncorespiratorie e diabete. I medici, disegnano lo scenario dei prossimi mesi e temono un improvviso innalzamento di casi di polmonite e broncopolmonite. Il calo dei vaccinati potrebbe modificare lo stato di salute generale degli anziani. I più longevi d'Europa seguiti da Germania e Grecia: il 21,2% ha superato i 65. Solo il Giappone ci supera con il 25,1%. ONDATE DI FREDDO «La vaccinazione contro l'influenza - spiega Giuseppe Paolisso presidente della Società di Geriatria e rettore della Seconda università di Napoli - è uno di quei piccoli dettagli che ha permesso al nostro Paese di vantare il primato della longevità in Europa. Negli ultimi decenni la profilassi ha dato la possibilità alla generazione 65-85 di superare sufficientemente in salute le ondate di freddo e di influenza. Tra il gelo e i nonni hanno vinto questi ultimi se si confrontano mortalità, condizioni meteorologiche e i picchi dell'epidemia. Proprio noi geriatri sappiamo e possiamo prevedere le conseguenza di una non vaccinazione nella terza età. Primo grande rischio polmonite e broncopolmonite. Se una persona con più di 65 anni si ammalerà perché non ha fatto la vaccinazioneì dovrà restare a casa almeno per otto-dieci giorni senza prendere freddo. E, nel caso le sue condizioni lo richiedessero, il medico potrebbe prescrivere antibiotici per prevenire una complicanza grave soprattutto ad una certà età». IN FARMACIA Non crede ad una correlazione tra il Fluad e i decessi Claudio Cricelli,che guida la Società italiana di medicina: «Ogni giorno muoiono 1600 persone sopra i 65, circa 800 si sono vaccinate. Nessun legame. Le cause sono diverse patologie. Ma, proprio perché parliamo di persone fragili è importante che si vaccinino». In Italia ogni anno si vaccinano contro l'influenza circa 7 milioni di anziani, il 55%. Si è, infatti, passati dal 65,6% della stagione 2 0 0 9 - 2 0 1 0 a l 5 5 , 4 % d e l 2013-2014. «In commercio ci sono prodotti di diverso tipo - fa sapere Giancarlo Icardi, delegato malattie infettive della Società di Igiene - Si dividono in due categorie. Quelli tradizionali e quelli potenziati come il Fluad che utilizzano anche componenti adiuvanti che aumentano la risposta immunitaria». Foto: LA PREVISIONE L'ondata influenzale colpirà 4 milioni di italiani SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 79 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Anziani, allarme polmonite meno della metà protetti 30/11/2014 Il Messaggero - Roma Pag. 41 (diffusione:210842, tiratura:295190) Molte Asl avevano chiesto in aprile un "farmaco" alternativo ma non hanno poteri di scelta: ogni anno viene bandita la gara Nel mirino il Fluad, l'antinfluenzale al centro delle polemiche «Contiene uno steroide che può provocare una crisi di rigetto» GIÀ DUE ANNI FA IL MEDICINALE ERA STATO SOSPESO PER DUE SETTIMANE PERCHÈ EMERSERO ALCUNE ANOMALIE Camilla Mozzetti LE RICHIESTE Sono due anni che lo ripetono: «Dateci un altro vaccino». Ma le richieste dei dottori di medicina generale del Lazio sono finora cadute nel vuoto. Il Fluad, l'antinfluenzale della Novartis, al centro della escalation di morti sospette, suscitava perplessità tra i professionisti già da tempo. Nel 2012 il farmaco fu sospeso per un paio di settimane dopo che vennero evidenziate anomalie sulla qualità del prodotto. La campagna vaccinale ne risentì e i medici di famiglia di molte Asl chiesero un dispositivo alternativo per la nuova stagione di vaccinazioni. Ad aprile scorso, tanto per citare un esempio, il comitato aziendale permanente per la medicina generale della Asl Roma H mise a verbale le richieste dei medici di famiglia che pretendevano, in vista della campagna vaccinazioni, un dispositivo senza principio adiuvato e quindi un vaccino diverso dal Fluad. E così fecero moltissimi altri professionisti, non solo nella Capitale ma nell'intera regione. Perché a loro dire quel farmaco che, pur avendo dalla sua pubblicazioni scientifiche volte a dimostrarne l'efficacia sul contrasto al virus dell'influenza, può dare molti problemi. A partire dallo squalene, utilizzato nel vaccino che mira a potenziarne l'efficacia ma che, in qualità di steroide, è già presente nel corpo umano e in alcuni individui può dar seguito ad azioni di rigetto. Tuttavia, i dottori di medicina generale non hanno voce in capitolo sulla scelta dei farmaci, dal momento che la Regione ogni anno bandisce una gara pubblica per le case farmaceutiche, necessaria per scegliere i vaccini. E il criterio di aggiudicazione segue il prezzo più basso. Ai professionisti viene soltanto chiesto di indicare, a monte di ogni campagna, il numero di dosi necessarie e l'età dei pazienti cui somministrare poi il vaccino. LA CAMPAGNA 2014/2015 Ad oggi, in tutta Italia, le morti sospette per il Fluad sono salite a 14, compresi i due decessi avvenuti nella Capitale venerdì scorso. La Regione Lazio ha bloccato tutta la distribuzione e la somministrazione del dispositivo della Novartis, mentre la campagna va avanti con gli altri vaccini che lo scorso luglio si aggiudicarono la gara. Il costo a carico della Regione per garantire la campagna 2014/2015 è stato di 2 milioni 303mila euro e i vaccini opzionati, stando ai conti dell'ente guidato da Nicola Zingaretti, sono 943mila dosi. Di queste, 240mila rispondono al Fluad, che in sede di gara presentò il prezzo più alto, 700mila al Vaxigrip della casa farmaceutica Sanofi, con un prezzo più basso e preferito dai medici di famiglia e pediatri non solo perché somministrabile a una popolazione anche più giovane, ma anche perché formato da frammenti di virus senza il principio adiuvato. Le restanti tremila dosi rispondono invece al vaccino intradermico. L'avversione dei medici al Fluad, anche quest' anno e al netto dei casi sospetti, secondo il conteggio del segretario regionale della Fimmg, Pier Luigi Bartoletti, è dimostrabile dal numero di dosi ritirate dai medici in tutto il territorio: appena 60mila unità, mentre quelle effettivamente iniettate non supererebbero le 30mila dosi. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 80 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vaccino, dubbi dei medici dal 2012 30/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:210842, tiratura:295190) «Febbre elevata e importanti disturbi gastrointestinali» preoccupazione dopo il nuovo bollettino dello Spallanzani Roma, si aggravano le condizioni del medico contagiato su di lui si tenta una terzo trattamento mai provato prima IL PAZIENTE NON CEDE E CERCA DI SUPERARE LA FASE PIÙ DIFFICILE «NON ME LA SENTO DI PARLARE, MAGARI PIÙ AVANTI» Mauro Evangelisti IL CASO ROMA «Non è il migliore dei miei momenti». Due giorni dopo il ricovero allo Spallanzani, dopo il lungo viaggio dalla Sierra Leone Fabrizio, il medico di Emergency malato di Ebola, era consapevole che la battaglia contro il virus sarebbe stata dolorosa. I bollettini medici dei primi giorni apparivano incoraggianti, la febbre era scesa e lui camminava, chattava su Whatsapp, usava il computer e il tablet. Ogni tanto guardava la televisione nel bunker all'interno dello Spallanzani, sorvegliato dalle guardie giurate, dove solo la task force di quindici infermieri e quindici medici protetti da tute, caschi e visiere, può entrare. Però Fabrizio sapeva che il peggio doveva ancora arrivare: è infettivologo all'ospedale di Enna e nel mese trascorso in prima linea a Lakka ha maturato grande esperienza assistendo i malati di Ebola. Era consapevole che l'evoluzione del virus sarebbe stata insidiosa, che le ore della sofferenza sarebbero arrivate nel giro di pochi giorni. «Per il momento non mi sento di parlare - scriveva - magari più avanti». Venerdì ecco, puntuale, il peggioramento. In casi come questi bisogna affidarsi al bollettino ufficiale dell'Istituto Spallanzani, che non è positivo. E' stato diffuso alle 12 di ieri: «Dal pomeriggio di venerdì il paziente ha avuto un progressivo peggioramento. Ha iniziato ad avere disturbi gastrointestinali importanti (nausea, vomito e diarrea). Presenta inoltre un esantema cutaneo diffuso. Al momento ha febbre elevata superiore a 39C. Le condizioni generali sono peggiorate, lamenta profonda spossatezza e sonnolenza. Tende ad assopirsi ma è facilmente risvegliabile». «È LUCIDO E RISPONDE» Il medico di Emergency è comunque lucido, risponde a tono, cammina, respira normalmente anche se ogni tanto ricorre all'ausilio dell'erogatore dell'ossigeno. «Normale la funzione renale; modesta l'alterazione della funzionalità epatica. Nessuna nuova manifestazione emorragica». La novità è rappresentata dall'uso di una terza terapia sperimentale, che si aggiunge al farmaco del primo giorno e alla somministrazione del plasma dell'infermiera spagnola guarita dall'Ebola. Su questo il dottor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, è più specifico: «L' evoluzione della malattia può presentare alti e bassi. Stiamo monitorando la situazione e le caratteristiche del virus, ed il motivo per cui abbiamo aggiunto questo terzo nuovo farmaco è che agisce con un meccanismo diverso. Non è mai stato utilizzato su un paziente con Ebola, bensì solo in altre situazioni, ma riteniamo che abbia un meccanismo di azione importante, poiché agisce sulla risposta immunitaria». LA TERAPIA SPERIMENTALE Quali effetti ci si aspetta dal terzo farmaco? «La terapia ha la capacità di ridurre particolari sostanze prodotte dall'organismo: si tratta delle citochine infiammatorie, che provocano le cosiddette cascate infiammatorie a livello organico, dato il loro ruolo di segnali di comunicazione tra le cellule del sistema immunitario e le altre cellule. Il nuovo farmaco sperimentale agisce bloccando, appunto, lo stato di infiammazione, una delle caratteristiche della febbre virale da Ebola». Ricapitolando: il medico sta lottando per superare la fase più critica e decisiva; allo Spallanzani, per ridurre l'infiammazione, hanno aggiunto un terzo farmaco sperimentale mai usato contro l'Ebola. «Difficile fare una previsione sui tempi e la cura potrebbe protrarsi. L'auspicio è che l'insieme delle armi terapeutiche ora in possesso della task force di medici riesca a bloccare l'azione del virus». Dalla Sicilia la moglie («non chiedeteci dichiarazioni»), le figlie e la sorella Rosanna sperano che l'uomo più isolato d'Italia non si arrenda. «È un medico - osservano allo Spallanzani - sa perfettamente cosa sta avvenendo». «Ma è un tipo tosto, molto tosto», aggiungono i colleghi che lo conoscono bene. L'Eb ola fuori dall'Africa Medico Medico ITALIA ANSA Infermiera Infermiera Dip. Unicef Missionario Prete Infermiera Cooperante Svizzera Spagna Francia Nor vegia Stati Uniti Inghilterra Germania In cura Guarito Guarito Guarito Guarito Mor to Guarito Guarito Guarito Guarito Mor to Guarita In cura Mor to Mor to Guarita Guarito In cura Mor to Guarito Guarita Guarito Fonte: NY Times Cooperante Missionario Medico Medico SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 81 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Ebola, è il mio momento peggiore» 30/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Visitatore Cameraman Infermiere Infermiere Medico Medico Medico Medico Dipendente Onu Foto: IL RICOVERO Un momento del trasporto a Roma del medico di Emergency contagiato in Africa SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 82 01/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) Incubo Aids in Italia undici infettati al giorno Carla Massi Massi a pag. 15 ROMA L'Italia fa paura all'Europa. Per le morti sospette legate al vaccino anti-influenza salite a 13. L'ultima, una donna di 83 anni di Spoleto. Il decesso, mercoledì scorso, in casa. Ventiquattro ore prima le era stata fatta l'iniezione per proteggerla dall'epidemia. Una signora «affetta da gravi patologie» fanno sapere dall'azienda sanitaria. «Sebbene apparentemente la morte non sia immediatamente correlabile alla somministrazione - aggiunge la Asl - il medico curante ha proceduto correttamente a segnalare l'accaduto». Sabato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva attaccato le Regioni accusandole di aver informato in ritardo sui casi sospetti. LE SEGNALAZIONI Tredici le segnalazioni sospette (2 in Sicilia, 1 in Molise, 2 in Puglia, 2 in Toscana, 2 in Emilia Romagna, 2 in Lombardia, 1 nel Lazio, 1 in Umbria) e cinque le procure che indagano. Omicidio colposo, contro ignoti, l'ipotesi di reato. Nei Paesi vicino a noi, Germania, Austria e Spagna, la notizia del blocco dei vaccini e il possibile collegamento con le morti sta seminando il panico. Anche se i due lotti Novartis messi sotto osservazione, come riferisce l'azienda produttrice, sono stati distribuiti solo in Italia. I quotidiani stranieri danno ampio spazio alla vicenda italiana con l'obiettivo di rassicurare la popolazione. Da oggi, a rassicurare, ci penserà l'Ema, l'Agenzia europea per la sicurezza dei farmaci con sede a Londra. Dal momento che oggi l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, consegnerà una relazione per informare gli altri paesi. Proprio in Europa, da stamattina, inizierà l'esame del caso. «Sarà al Comitato per la valutazione dei rischi e la farmacovigilanza dell'Agenzia europea dei medicinali - fa sapere Luca Pani, direttore dell'Aifa - e dovremmo concludere giovedì 4 dicembre. Per questa settimana attendiamo i risultati delle analisi tossicologiche dell'Istituto superiore di sanità». Andranno ad affiancare quelli diffusi sabato dal ministero della Salute sui primi test: nelle decine di campioni messi al microscopio non sono stati rilevati problemi tossicologici. LA RELAZIONE L'azienda, entro oggi alle 13, dovrà consegnare al ministero della Salute una relazione su i controlli di qualità effettuati sui lotti sequestrati. Alla stessa Novartis è stata chiesta anche una valutazione clinica sui possibili collegamenti tra la somministrazione e le morti nell'arco delle 48 ore successive. Walter Ricciardi, docente di Igiene alla Cattolica di Roma e commissario straordinario all'Istituto superiore di sanità, si dice ottimista: «Sono convinto che non troveremo nulla dalle analisi che stiamo facendo. Piuttosto sono seriamente preoccupato per il grave effetto negativo che la vicenda può causare. Mi riferisco al fallimento delle campagne vaccinali». IL PICCO A NATALE Da qui, l'appello dell'Aifa a proseguire con la profilassi contro l'influenza stagionale. C'è tempo fino all'ultima settimana di dicembre anche se un primo picco potrebbe presentarsi già intorno a Natale. Ogni anno si registrano circa 8mila morti per complicanze cardiovascolari. La maggioranza vengono associate alla mancata vaccinazione soprattutto in persone sopra i 75 anni. Buone notizie dall'ospedale Careggi di Firenze dove migliorano le condizioni di due pazienti entrambe ultraottantenni. Anche per loro i medici hanno sospettato una reazione al vaccino che quest'anno difende da quattro virus contro i tre dell'anno scorso. Le 13 morti sosp ette 1 1 2 2 2 9 5 8 8 1 2 2 8 Lazio Sicilia Molise donne ANSA Puglia Su 13 casi Toscana Lombardia uomini Umbria ultraottantenni mor ti nelle prime 24 ore Emilia Romagna decessi per cause cardiovascolari Decessi di anziani sui quali si indaga per capire se ci sono relazioni con la vaccinazione antinfluenzale Foto: L'ALLERTA Cresce l'allarme per 13 morti sospette. Ma i primi test escludono una correlazione tra la somministrazione dei vaccini e i decessi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 83 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'allarme 01/12/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:210842, tiratura:295190) Aids, il pericolo non è passato in Italia undici infettati al giorno OGGI GIORNATA MONDIALE ALLARME GIOVANI UNO SU 4 CREDE CHE DALLA MALATTIA SI POSSA GUARIRE C.Ma. ROMA Centoquarantamila persone sieropositive, quattromila nuove infezioni ogni anno, undici al giorno. Tre dati "raccontano" l'infezione da Hiv in Italia. Oggi che è la Giornata mondiale contro l'Aids. Numeri alti. Troppo alti, dicono gli epidemiologi, per un paese Ue. Tanto che l'Italia, con mille morti all'anno, è al primo posto, nell'Europa occidentale, per numero di persone che si sono infettate. I FARMACI E il futuro prossimo venturo non annuncia notizie più confortanti. Perché non si fanno campagne di informazione tra i giovani, accusano le associazioni di volontari come la Lila e gli infettivologi. Perché la possibilità di cronicizzare la malattia, quindi di conviverci con il sostegno dei farmaci, ha fatto ormai credere che l'infezione non è più rischiosa come qualche anno fa. E, invece, non è vero. Convivere con la malattia non significa cancellare la malattia né, tantomeno, limitare il contagio. Un esempio è Roma: il trend delle infezioni da Hiv è in crescita, negli ultimi 4 anni è salito +120%. Si è passati dai 503 del 2010, come fa sapere il Centro di solidarietà di Don Mario Picchi, agli oltre 1106 nel 2014. LA PREVENZIONE «Per fronteggiare questa malattia - spiega Roberto Mineo, presidente del Ceis di don Picchi - non basta più il sostegno del mondo medico ma occorre un impegno diretto per informare. Negli ultimi anni è stata ridotta la politica della prevenzione che ha portato ad innalzarsi il numero dei rapporti promiscui e non protetti». Rapporti che riguardano, ormai, eterosessuali ed omosessuali più o meno nello stesso modo. Da noi l'80% delle nuove diagnosi è dovuto a trasmissione sessuale. «Più che parlare di categorie a rischio - a parlare è Andrea Antinori infettivologo all'ospedale Spallanzani di Roma - è bene che chiunque sia sessualmente attivo sia responsabile, soprattutto chi ha comportamenti improntati alla non protezione». Chi rischia di più sono i ragazzi fin o a 19 anni. Come conferma una ricerca di Skuola.net. Dicono di sapere tutto, assicurano di essere molto preparati in materia ma nel momento in cui vengono fatte domande più precise sulla trasmissione del virus e sulle abitudini da tenere per proteggersi le risposte rivelano un'ignoranza preoccupante. Uno su sei ammette di avere rapporti senza precauzioni e uno su quattro è certo che si tratti di un'infezione guaribile. « Tendenzialmente sono i giovani con meno di trenta anni ad avere le conoscenze meno accurate commenta Alessandra Cerioli, presidente della Lega per la lotta all'Aids - e una visione delle conseguenze dell'Hiv ancora più negativa di quello che è in realtà». Una realtà fatta da 95mila persone seguite dal servizio pubblico. Delle quali, 60mila in terapia con antiretrovirali (una spesa che oscilla dai 7mila ai 12mila euro a persona ogni anno). I PAESI DELL'EST In tutto il mondo quasi 13 milioni di persone sono in cura, ma solo un terzo dei 35milioni di malati che ne avrebbero bisogno. Mei paesi a medio e basso reddito è particolarmente grave la situazione dei bambini, di cui solo il 25% riceve la terapia. A preoccupare sono soprattutto i paesi dell'Est, con la Russia in testa, dove i casi sono in forte aumento. Circa l'80% rispetto al 2004. Nel paese ci sono numeri paragonabili al Sud Africa. Una previsione dell'Oms: il 2030 potrebbe essere l'anno delle "infezioni zero". L'anno, cioè, in cui finirà l'epidemia. I numeri 80% Delle quattromila infezioni all'anno in Italia sono state trasmesse per via sessuale 25% Dei bambini malati nel mondo non riceve la terapia contro il virus Hiv per mancanza fondi Foto: LA CELEBRAZIONE India, in spiaggia manifestazione anti-Aids SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 84 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INFEZIONE 01/12/2014 Il Messaggero - Roma Pag. 34 (diffusione:210842, tiratura:295190) Prescrivono cure inutili, otto medici a processo COINVOLTI IL GEMELLI, IL BAMBINO GESÙ E IL SAN CAMILLO: TUTTI GLI OSPEDALI SI COSTITUIRANNO PARTE CIVILE Michela Allegri Medicine e cure a base di ormoni prescritte senza che ve ne fosse necessità e non rispettando i dosaggi previsti dalla legge. Nell'inchiesta dei Nas che ha travolto i vertici della casa farmaceutica "Sandoz" e che vede ad un passo dal banco degli imputati 12 informatori scientifici e 29 medici compiacenti, spuntano anche i nomi di otto dottori romani. Sono accusati di corruzione e violazione del Testo Unico delle Leggi Sanitarie. Gli ospedali in cui i camici bianchi prestano servizio sono pronti a costituirsi parte civile in un eventuale processo dopo aver aperto un procedimento disciplinare a carico dei loro dipendenti. In prima linea in difesa dei pazienti, ci sono il Policlinico Gemelli e l'ospedale pediatrico Bambino Gesù. Tre sanitari operanti tra i loro reparti, in cambio di regali e tangenti, avrebbero assecondato il piano dei vertici della casa farmaceutica: pubblicizzare e diffondere in modo "fraudolento" due medicinali, l'Omnitrope, un ormone della crescita, e il Binocrit, farmaco che produce un aumento della produzione di globuli rossi. REGALI E MAZZETTE Secondo la Procura di Busto Arsizio, che per competenza territoriale ha concluso le indagini partite da Roma e ha chiesto il processo, il direttore generale e il responsabile commerciale della divisione biofarmaceutici della "Sandoz" sarebbero «promotori di un'associazione il cui scopo era l'incremento illecito delle prescrizioni di medicinali, in taluni casi anche con dosaggi superiori alla posologia autorizzata». Gli informatori avrebbero "comprato" con regali e mazzette la complicità dei medici di strutture pubbliche e private. Un chirurgo del Bambino Gesù e quattro chirurghi del Gemelli avrebbero ceduto: avrebbero prescritto «il medicinale Omnitrope indicando dosaggi superiori rispetto alle esigenze terapeutiche». I vertici dei nosocomi sono decisi a prendere provvedimenti: il primo passo sarà la costituzione di parte civile in caso di rinvio a giudizio. Tra gli imputati, ci sono anche altri dottori romani. Un chirurgo del San Camillo Forlanini, in cambio della sponsorizzazione, avrebbe ricevuto dalla "Sandoz" 12 mila euro sotto forma di «finanziamento per un congresso» e un soggiorno a Londra. Identica accusa per due camici bianchi del Sant'Eugenio e del Policlinico di Tor Vergata. Due medici dell'Umberto I, invece, avrebbero inserito il farmaco in terapia per 60 pazienti, ottenendo 10 mila euro per una collaborazione scientifica e il pagamento della quota d'iscrizione a un congresso a New York. Foto: La prescrizione di un dottore SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 85 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INCHIESTA 01/12/2014 Il Messaggero - Ancona Pag. 30 (diffusione:210842, tiratura:295190) TOMBOLINI: INVESTIRE O NO IN VIA CORRIDONI? MOSTRINO GLI ATTI DEL RISCHIO SISMICO D'ANGELO: ALLA VECCHIA SEDE I 22 MILIONI STATALI SANITÀ «La commissione di giovedì si deve concludere con la certezza che il nuovo Salesi sarà costruito e sarà autonomo. E che il trasferimento dei reparti pediatrici a Torrette sia transitorio. A quel punto, con i documenti firmati, la politica dovrà fare un passo indietro e lasciare alla direzione generale di Torrette e ai medici la gestione della fase transitoria». Gianluca Busilacchi, presidente della commissione regionale Sanità, indica gli obiettivi da raggiungere nella riunione convocata sul futuro del Salesi. Si partirà da due punti diametralmente opposti e tanti dubbi. La Regione e l'azienda ospedaliera puntano a trasferire i reparti a Torrette, sottolineando che il trasloco durerà il tempo necessario per realizzare il nuovo Salesi nell'area dove ora sorge la camera mortuaria. I costi? 4,2 milioni, di cui 2,5 milioni dai risparmi previsti dall'operazione. Anche perché sistemare l'attuale sede costerebbe, secondo la relazione del dg Galassi, 21 milioni tra rimozione amianto, infissi, adeguamento sismico, impianti, sistemazione del pronto soccorso. Il budget per un Pediatrico ex novo? La stima nei mesi scorsi era di 40 milioni, ma in base alla mail invitata dagli uffici regionali a Palazzo del Popolo ora si è arrivati a 55 milioni: 45 per costruire il nuovo Pediatrico più 10 milioni per eliminare le cosiddette "interferenze", come la rimozione degli impianti nel sottosuolo della camera mortuaria e la demolizione della palazzina ex anatomia patologica. I fondi? Certi solo i 22 milioni cofinanziati dalla Stato. Gli altri li dovrebbe trovare la Regione. E Palazzo Raffaello punta a far cassa con le vendite del Salesi di via Corridoni (immobile stimato 290 milioni), ex Lancisi (5 milioni) e Poliambulatorio del Vaile (2 milioni). Troppe incognite per il Comune. Così il sindaco Mancinelli ha sottolineato ad alta voce i dubbi e il rischio di vedere trasformato «il Salesi a corsia dell'ospedale regionale» in nome dei risparmi. Con il trasferimento da temporaneo a definitivo. Da qui la controproposta: spostare a Torrette solo Ostetricia, Ginecologia e Neonatologia, 98 posti letto su 190, lasciando in via Corridoni il polo pediatrico. Costo? 2,5 milioni, meno di quelli previsti dalla Regione. Così si potrebbe salvaguardare l'autonomia del Pediatrico, recuperare qualche risorsa da investire nelle manutenzioni, magari vendendo gli uffici e gli ambulatori di Villa Maria in via Toti, invece di mettere all'asta il Salesi, in attesa della costruzione del nuovo materno infantile. E il rebus dei 55 milioni ora necessari per costruire il nuovo Salesi? «Martedì scorso ho parlato con i dirigenti regionali sui costi - aggiunge Busilacchi - Mi è stato detto che per la palazzina servivano 40 milioni e 7,5 milioni per le interferenze. Come si è arrivati a 55 milioni voglio capirlo anch'io». Certezze e atti chiesti anche Tombolini (60100). Pure per capire se sia possibile investire fondi per sistemare a regola d'arte l'attuale Salesi. «Il costo dell'adeguamento sismico indicato nella relazione di Galassi è di circa 9 milioni, ma poi attira tutta un'altra serie di opere necessarie che devono essere sommate. Parlare di permanenza dei reparti sanitari o di una parte di essi all'interno del Salesi, parte imprescindibilmente dalla lettura delle risultanze della verifica sismica che potrebbe dire che nulla è necessario o viceversa che la situazione sia di pericolo. Prima di esternare pronunciamenti frettolosi e tirare le somme sarebbe d'obbligo una disamina, da parte dei tecnici delle parti, degli atti esistenti da cui discendono poi anche responsabilità dirette su chi omette di tenere in debito conto situazioni di possibile rischio. Siano perciò mostrati gli atti, se vi sono, i progetti, i programmi, i computi, le analisi economiche». Un invito alla trasparenza anche da parte di D'Angelo (La Tua Ancona): «Le carte della Regione, ovvero la lettera dei primari sulla opportunità di un trasferimento totale del Polo, e la relazione dell'ingegnere che attesterebbe la pericolosità del Salesi non le abbiamo lette nè sembrerebbero averlo fatto il sindaco e l'assessore che pure le hanno reiteratamente e formalmente richieste. A questo punto se i soldi del Ministero non bastano per il nuovo Salesi, allora si spendano per mettere a norma il vecchio Pediatrico, trasferendo i soli Reparti di Ginecologia ed Ostetricia. Eviteremmo così che al centro della città, per qualche altra decina di anni, si debba guardare ad un grande SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 86 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Busilacchi: nuovo Salesi e trasloco, ora certezze 01/12/2014 Il Messaggero - Ancona Pag. 30 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato contenitore di spazi vuoti». M. Petr. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 87 29/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:192677, tiratura:292798) «Pronti a bloccare altri lotti del Fluad» Il direttore generale dell'Aifa: «Dai primi esami nessuna contaminazione» "Precauzione Nel dubbio preferiamo imporre lo stop Attesa Dall'Iss risultati certi tra sette giorni FA Professor Luca Pani come direttore generale dell'Aifa ha deciso di bloccare la distribuzione di due lotti del vaccino antinfluenzale Fluad. Eppure si dice certo della sicurezza del vaccino. Ma è ancora certo dopo tutti questi decessi sospetti avvenuti sempre dopo la somministrazione dello stesso vaccino e le altre segnalazioni ancora da verificare? «Dai primi accertamenti già eseguiti dalla stessa casa farmaceutica produttrice del vaccino antifluenzale, la Novartis, non risultano contaminazioni. Non c'è lo squalene, non ci sono batteri, non ci sono difetti, i vaccini sono sicuri per la Novartis. Ovviamente noi faremo i nostri accertamenti e se necessario bloccheremo anche altri lotti». Chi si occuperà di verificare l'integrità del farmaco? «L'Istituto superiore di sanità in una settimana ci darà risultati certi rispetto ad eventuali anomalie o contaminazioni. Ma resto convinto della sicurezza del farmaco. Le morti sono una casualità, il vaccino per me non è responsabile». Se è così certo perché bloccare la distribuzione del vaccino? «La nostra Agenzia di vigilanza prevede l'allarme con due decessi che si verifichino con la stessa concordanza temporale. Per esser chiari se due persone muoiono entro le 48 ore dopo la somministrazione del farmaco allora scatta il blocco e la procedura di controllo e verifica». In questo caso i morti sembrano essere molti. In tutti i casi abbiamo lo stesso lotto di vaccini e la stessa concordanza temporale? «In cinque casi si tratta dello stesso lotto di vaccini ma per far scattare il blocco basta che ci sia concordanza temporale per due casi. Una volta scattata la procedura tutti i casi di decesso dopo la somministrazione di quel vaccino vengono comunque segnalati. Dunque ora arrivano segnalazioni di presunti casi sospetti provenienti anche da altri lotti. Nel dubbio noi preferiamo cautelarci. Atri paesi per far scattare l'allarme aspettano anche 10 decessi». Quante dosi di quei due lotti sono già state somministrate e quante sono ancora in circolazione? «Le dosi di vaccino di quei due lotti sono circa 475.000. Stiamo verificando quante ne sono state somministrate e in quale lasso di tempo. Sottolineo che la campagna è partita da oltre un mese dunque se ci fosse un reale pericolo le segnalazioni sarebbero già state molte di più. I lotti in questione poi venivano distribuiti soltanto attraverso le strutture sanitarie pubbliche, dunque Asl e medici di famiglia. Non ci sono in farmacia quindi dal momento in cui è scattato l'allarme la distribuzione è stata bloccata». Il vaccino è prodotto dalla Novartis. Nel 2012 erano già state registrate anomalie in alcuni lotti di Fluad? «Si trattava di una microparticella presente in alcuni lotti del vaccino antinfluenzale ma che non comportava alcun rischio per la salute». Quali saranno le conseguenze per la campagna vaccinale e per la salute pubblica? «Quest'anno la campagna stava andando benino. In generale in Italia il vaccino antifluenzale copre una percentuale ridotta della popolazione che continua a nutrire pregiudizi. Invece di pensare ai pochi decessi per i quali oltretutto non esiste certezza di correlazione col vaccino le persone dovrebbero pensare alle migliaia di decessi per influenza che registriamo ogni anno tra gli anziani e le categorie a rischio. Il vaccino in molti casi salva la vita». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 88 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il professor Luca Pani l'intervista 29/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:192677, tiratura:292798) QUANDO LA CURA CHE TI SALVA DIVENTA UNA PAURA CHE UCCIDE Massimiliano Parente Mi vaccino o non mi vaccino, questo è il problema, l'amletico dubbio. Magari siete allegri perché non siete morti non avendo preso il vaccino antinfluenzale, però non ne farei una parata di orgoglio naturalistico. Piuttosto aspetterei la valutazione clinica dei singoli casi, si muore per tante ragioni, e in generale, comunque, purtroppo, poiché si è vivi, si muore. Insomma, stiamo parlando di una decina di morti sospette su nove milioni di vaccinati. In ogni caso leggete i bugiardini dei farmaci? Sbagliate. Anzitutto ciò che è riportato nelle controindicazioni è il risultato di un'ampia statistica sperimentale. Tenete conto che tutto ha un effetto collaterale, perfino vivere, perfino respirare, perfino mangiare solo verdure. Mi spiace per gente come Red Ronnie, refrattaria ai farmaci e convinta di non ammalarsi mai perché prende una tisana prima di dormire. Perfino il vegano Steve Jobs si è pentito di essersi curato all'inizio con i rimedi naturali. In generale se volessimo essere pignoli nei bugiardini delle automobili dovrebbe comparire la dicitura sugli incidenti stradali, e ne risulterebbe che fumare è molto meno rischioso che mettervi al volante. Se ci fossero i bugiardini sulle tegole in testa sarebbe vivamente sconsigliato uscire a camminare per strada senza casco. Anche fare sesso sarebbe caldamente sconsigliato per l'organismo, a prescindere dall'uso o meno del Viagra. Un bravo giornalista di Repubblica, Giuseppe D'Avanzo, è morto d'infarto mentre andava in bicicletta, eppure non è nata una campagna contro il ciclismo. E quando hanno chiesto a Winston Churcill come abbia fatto a arrivare a novantun'anni ha dato una risposta lapidaria: «No sport». Perfino se in una mela al giorno, che nella saggezza popolare leva il medico di torno, ci fosse il foglietto illustrativo, andrebbero elencati tutti i casi di shock anafilattico per un'improvvisa intolleranza alle betullacee. Per non parlare delle nocciole. Nello specifico auspico pochi allarmismi in un paese dalla radicata cultura antifarmacologica, dove spesso si preferisce curarsi con le erbe e con l'omeopatia, la cosiddetta medicina naturale o alternativa. Alternativa a cosa? Alla scienza, ai test del doppio cieco. Basti pensare all'epidemia di morbillo in Inghilterra dell'anno scorso, in seguito a una campagna allarmistica contro i vaccini, prodotti, secondo i complottisti, dai soliti interessi delle case farmaceutiche, cose per cui la signora Milena Gabanelli va pazza. Niente vaccini, niente dolcificanti, e niente piumini d'oca. E per la stessa ragione le staminali di Vannoni vanno alla grande. Il punto è che le morti in seguito a un vaccino fanno scalpore, le non morti no. Chi si è salvato perché si è vaccinato non interessa, non se ne parla. Ehi ciao, mi sono vaccinato, non ho preso il virus, sono vivo, che ce ne frega? Eppure nell'ultimo secolo la vita media in Occidente è quasi raddoppiata, proprio grazie a farmaci: antivirali, anti-ipertensivi, betabloccanti. I chemioterapici sono un veleno, ma anche per le cellule malate, e ne so qualcosa perché una delle persone che amo di più al mondo, mio padre, si sta curando con farmaci antitumorali. Perché alternativa non c'è. Idem per gli antidepressivi, che hanno salvato dal suicidio molte persone. Valga come viatico il magnifico esempio dato da Doctor House a una mamma riluttante a somministrare degli steroidi al proprio bambino affetto da asma: «Non voglio darglieli perché ho letto degli effetti collaterali». E House risponde: «Va bene, però tenga presente che c'è un solo effetto collaterale nel non prenderlo, signora, e è la morte». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 89 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il commento 2 29/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:192677, tiratura:292798) Scoperta italiana: sconfitto il dolore cronico Daniela Salvemini trova l'«interruttore» nel cervello che fa sentire meno il male SPERIMENTAZIONE La chiave è uno stimolatore chimico: nelle cavie diminuisce la sofferenza VITE ROVINATE Uno dei disturbi più diffusi, legato a tumori, reumatismi o conseguenze di interventi Scoperto l'interruttore del dolore. Un primo passo per accedere alla possibilità di «spegnere» la sofferenza nei casi di malattie croniche, come i reumatismi, o nelle conseguenze di terapie invasive. Il merito di questa prima conquista in un campo ancora tutto da esplorare è di una donna italiana. La ricercatrice Daniela Salvemini, docente di Farmacologia presso la Sant Louis University in Missouri. Insieme ad un team di esperti di questo college ha individuato il meccanismo attraverso il quale bloccare il percorso del dolore neuropatico. Per ora la sperimentazione ha avuto successo sugli animali. Le ricerche condotte sulle cavie hanno dimostrato che «l'accensione» del recettore A3 nel cervello e nel midollo spinale provoca una reazione di blocco della percezione del dolore. La chiave è uno stimolatore chimico, l'adenosina, che può prevenire o capovolgere il dolore causato dai danni subiti dai nervi senza presentare effetti collaterali. La rivista scientifica Brain riporta le dichiarazioni della scienziata. «È riconosciuto che sfruttando gli effetti antidolorifici dell'adenosina, che sono molto potenti si può compiere un salto in avanti rispetto ai trattamenti contro il dolore cronico -spiega la Salvemini- Le nostre ricerche suggeriscono che questo traguardo può essere raggiunto concentrando il nostro lavoro sul percorso del recettore A3AR, visto che la sua attivazione permette una consistente riduzione di diversi tipi di dolore». In particolare i ricercatori puntano a sfruttare gli effetti di questo potente inibitore del dolore nei casi di trattamenti chiemioterapici o nei casi di tumore osseo che provocano dolori insopportabili nei pazienti. La Salvelmini ha dedicato tutta la sua vita allo studio del dolore e a come alleviare le sofferenze dei pazienti. Per il suo contributo nella conoscenza del dolore ha già ricevuto in passato diversi riconoscimenti. Insieme ad altri ricercatori la Salvemini ha contribuito alla scoperta della peroxynitrite, una molecola che ha un ruolo chiave nello sviluppo del dolore e delle infiammazioni croniche. Il suo lavoro è iniziato presso il Kings College di Londra accanto al professor Jack Botting ed in seguito ha collaborato presso il Willliam Harvey Reasearch Institute di Londra con il premio Nobel Sir John Vane,farmacologo. Collaborazioni riconosciute come essenziali dalla stessa scienziata per lo sviluppo dei suoi studi futuri. L'interesse nel contrastare il dolore, racconta la Salvemini, nacque nell'osservare come una carissima amica di sua madre, sofferente per un cancro al seno, non riuscisse ad avere sollievo dal dolore nonostante prendesse potenti antidolorifici. 50% Foto: Uno studio in Gran Bretagna ha svelato che varie forme di dolori affliggono metà della popolazione Foto: DOCENTE Daniela Salvemini, ricercatrice, insegna scienze farmacologiche e fisiologiche alla Saint Louis University SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 90 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Scienza tricolore Ma lavora in un team negli Usa 29/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 35 (diffusione:192677, tiratura:292798) Cure utili per il polmone Con la diagnosi precoce l'80% dei pazienti viene operato efficacemente Luigi Cucchi Una vera rivoluzione sta avvenendo anche nella cura del tumore al polmone. Le tecnologie applicate alla diagnosi, alla chirurgia, ai farmaci e alle conoscenze del profilo genetico di ogni malato, hanno modificato le prospettive terapeutiche di questa neoplasia ed aumentano i pazienti che convivono a lungo la patologia. Fino a ieri senza diagnosi precoce, più del 70% dei tumori polmonari veniva scoperto quando la malattia era già in fase avanzata, spesso inoperabile e con una percentuale di guarigione non superiore al 15%. Con gli strumenti di anticipazione della diagnosi oggi a disposizione, l'80% dei pazienti può essere operato con un intervento chirurgico conservativo e con una percentuale di sopravvivenza dell'85%. Ma anche quando la diagnosi non è tempestiva, le nuove frontiere della genetica hanno messo a disposizione farmaci fino a due volte più efficaci di quelli tradizionali. Alcuni dati: il tumore del polmone è la neoplasia più diffusa in tutto il mondo, con 1.35 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno è la principale causa di morte per cancro, responsabile di 1.18 milioni di decessi all'anno. Ogni giorno nel mondo muoiono di tumore del polmone 3.000 persone, in Europa le nuove diagnosi sono 375mila l'anno, negli Stati Uniti 200mila, in Italia per il 2014 si stimano 38mila nuovi casi, che rappresentano l'11% di tutte le nuove diagnosi di cancro: il 30% riguardano la popolazione femminile. In Italia convivano con una diagnosi di carcinoma polmonare 75.365 persone, pari al 3,4% di tutti i pazienti con neoplasia. Un dato che merita una riflessione e che indica quanta strada dobbiamo ancora percorrere è quello della sopravvivenza a 5 anni. Nell'ultimo ventennio è aumentata,ma non di molto: è passata dal 10 al 14% negli uomini, dal 12 al 18% nelle donne.Lo scorso 26 novembre a Milano si è svolto primo «Lung Cancer Meeting», organizzato dallo Istituto Europeo di Oncologia (IEO) dove si sono discusse le nuove strategie di cura personalizzata. «La divisione di chirurgia toracica dello IEO opera 1.000 casi l'anno, con una mortalità a 30 giorni dello 0,9%, si colloca in cima alle classifiche nazionali.L'approccio è multidisciplinare, i medici sono immunologi, anatomo patologi, esperti in medicina molecolare. Negli ultimi anni si sono acquisite importanti conoscenze sui meccanismi di crescita dei tumori polmonari. È stata fondamentale l'identificazione di alcuni oncogeni coinvolti nello sviluppo dei tumori polmonari non a piccole cellule, portatori di anomalie geniche che sono il bersaglio dei farmaci biologici, due volte più efficaci della tradizionale chemioterapia e con un profilo di tollerabilità molto superiore. La mutazione più importante finora identificata è quella del gene EGFR, relativa a circa il 14% dei malati con adenocarcinoma polmonare in fase metastatica, che possono essere trattati con un inibitore di questo gene. A breve, gli inibitori di EGFR, rimborsabili dal SSN in Italia, saranno tre: gefitinib, erlotinib, afatinib; ognuno con caratteristiche, studi clinici, peculiarità, costi e possibilità prescrittive differenti. «La chirurgia rappresenta un passaggio fondamentale e oggi le sue potenzialità sono accresciute grazie alle nuove tecnologie mininvasive. La chirurgia - precisa il professor Spaggiari, direttore della chirurgia toracica dello IEO - è in primo luogo relativa al momento della diagnosi. Le tecnologie diagnostiche sempre più sofisticate offrono la possibilità di mettere a disposizione dell'oncologo e del patologo materiale biologico sufficiente ad effettuare le indagini istologiche e biomolecolari per definire il profilo genetico del tumore». Foto: SPAGGIARI Il profilo genetico del tumore viene acquisito con avanzate indagini istologiche e molecolari preziose per la terapia oncologica del paziente SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 91 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato medicina ONCOLOGIA Le nuove strategie dell'Istituto oncologico europeo 29/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 35 (diffusione:192677, tiratura:292798) La crescita dei feti e dei neonati dipende dall'ambiente oltre che dai geni Gloria Saccani Jotti Sotto il colore della pelle siamo tutti uguali. Infatti non esistono differenze tra le popolazioni del mondo nella crescita dei feti e dei neonati a pari condizioni socioeconomiche e di salute ottimali. E per la prima volta sono stati definiti gli standard mondiali di riferimento di crescita dei feti e dei neonati. Sono questi i principali risultati dello Studio mondiale Intergrowth 21st, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet. Lo studio, coordinato dal professor Villar dell'università di Oxford e finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, ha coinvolto otto centri di ricerca ed assistenza in diverse parti del mondo (Brasile, Cina, India, Italia, Kenya, Oman, USA ed Inghilterra). Al progetto ha partecipato, unico Centro dell'Europa continentale, l'ospedale Sant'Anna della Città della Salute e della Scienza di Torino, in collaborazione anche con la Neonatologia dell'ospedale Mauriziano di Torino ed i Consultori Famigliari sul territorio. I risultati al termine dello studio, primo al mondo nel suo genere, indicano che, in condizioni ottimali di salute e nutrizione, le differenze nella crescita precoce tra due esseri umani qualsiasi nella stessa popolazione (anche in due aree diverse della città di Torino) sono le stesse osservate in soggetti appartenenti a popolazioni diverse (in Italia ed in Kenya). Si confermano quindi, anche per i feti ed i neonati, le osservazioni dell' Organizzazione mondiale della sanità sulla crescita dei bambini dalla nascita a 5 anni: le differenze di crescita tra soggetti appartenenti a gruppi etnici diversi sono basate prevalentemente su differenze nelle condizioni di salute, socioeconomiche ed ambientali, più che su differenze geneticamente determinate. Una crescita adeguata in tutta l'età pediatrica viene oggi riconosciuta come l'indicatore principale di salute, ma in modo particolare le anomalie di crescita in eccesso od in difetto durante il periodo fetale e neonatale sono risultate associate in adolescenza ed in età adulta a disturbi dello sviluppo neuro-cognitivo e ad aumentato rischio di malattie metaboliche, quali diabete, ipertensione arteriosa, obesità. Sono quindi da oggi disponibili tabelle con i valori ottimali di crescita. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 92 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Malati & Malattie 29/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 36 (diffusione:192677, tiratura:292798) Con iLife i check-up sono gratuiti Piena sicurezza per i familiari Nunzia Pagani Check-up gratuiti e sconti dedicati ai clienti con uno stile di vita sano e che hanno a cura il proprio benessere: è l'idea alla base di iLife, la nuova propoposta di Generali life, la compagnia diretta vita di Generali Italia. Si tratta di una polizza temporanea caso morte (Tcm) che permette non solo di proteggere lo stile di vita dei propri cari, offrendo un capitale in caso di decesso dell'assicurato, ma anche di controllare il proprio stato di salute attraverso semplici ed efficaci strumenti di prevenzione che premiano chi cura il proprio benessere. Il capitale assicurato può arrivare fino a un massimo di 2 milioni di euro, mentre la durata del contratto oscilla, a scelta del cliente, da 2 a 25 anni. Gli assicurati iLife, grazie al Care Program, possono infatti beneficiare da subito di un check-up gratuito presso un centro convenzionato Previmedical. Questo comporta, inoltre, uno sconto immediato del 10% sul premio e un ulteriore 10% extra qualora in base all'esito del check-up. Il programma di prevenzione prevede inoltre gli esami gratuiti ogni due anni, per consentire all'assicurato di verificare regolarmente il suo stato di salute. Per mantenere lo sconto per tutta la durata del contratto, sarà sufficiente seguire il programma. «Con i nostri prodotti vogliamo promuovere i comportamenti virtuosi nella clientela, l'abbiamo fatto con Quality Driver, la polizza auto con black box che monitora lo stile di guida, e ora proseguiamo con iLife, un'innovativa polizza vita che incentiva la prevenzione e premia lo stile di vita sano», sottolinea l'amministratore delegato di Genertel e Genertellife, Manlio Lostuzzi aggiungendo come sia importante non solo «proteggere il cliente», ma anche «educarlo alla prevenzione». La polizza iLife prevede, inoltre, che ogni dieci anni di polizza, uno non si paghi e, in caso di decesso dell'assicurato, un anticipo fino a 10.000 euro ai beneficiari per le spese impreviste. Vale la pena poi ricordare che i premi versati beneficiano della detraibilità del 19% nei limiti previsti dalla legge. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 93 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:192677, tiratura:292798) Alessandro Sallusti Pensavamo di essere vaccinati a tutto, ma oggi scopriamo che anche vaccinarsi non offre grandi garanzie di sopravvivenza. In politica è la stessa cosa. La cura Renzi, spacciata come miracolosa, non ha neppure scalfito il virus della crisi. Anzi, il bollettino medico quotidiano parla di un peggioramento continuo delle condizioni del paziente Italia. È che il premier sta distribuendo farmaci convenzionali, buoni forse per malattie conosciute ma totalmente inefficaci contro l'Ebola economica. Gli effetti collaterali degli 80 euro e il mini taglio dell'Irap - finanziati con il taglio agli enti locali - sono stati peggio del male. I comuni hanno innalzato le tasse sulla casa bloccando l'edilizia - settore trainante di tutta l'economia - i consumi non sono ripartiti e l'occupazione neppure. Con l'Aspirina-Renzi non si andrà lontano. Serve molto più coraggio. Per questo le proposte lanciate ieri da Silvio Berlusconi nel giorno del suo ritorno in piazza aprono una speranza. È una cura non convenzionale che prevediamo sarà osteggiata dalla medicina tradizionale. Cito alcuni ingredienti della ricetta: via le tasse per alcuni mesi dalla compravendita di immobili, alzare le pensioni minime a mille euro, istituire una sola aliquota fiscale per tutte le famiglie al 20 per cento, stampare una moneta parallela all' euro su cui poter fare leva. Roba da matti? Forse, ma il mondo non lo mandano avanti certo, detto con rispetto, i ragionieri, i burocrati e neppure, come abbiamo ben sperimentato sulla nostra pelle con il governo Monti, i professori della Bocconi. Dove troviamo i soldi? Li stampiamo, e se all'Europa non piace pazienza, crepi l'Europa, non noi. Era tempo, troppo tempo, che non sentivamo più proposte concrete da Forza Italia, avvitata sulle beghe di Fitto in combutta con i finiani e D'Alema. Basta, per favore basta. Dopo le panzane di Grillo e le promesse a vuoto di Renzi, quella di ieri è musica per le nostre orecchie. Basta crederci, e possibilmente farsi tornare la voglia di andare a votare. Ma su proposte come queste. O la va, o la spacca. Da perderci, non abbiamo proprio più nulla. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 94 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BASTA CON LE ASPIRINE CONTRO L'EBOLA ECONOMICA O LA VA O LA SPACCA 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 10 (diffusione:192677, tiratura:292798) È peggiorato il dottore di Emergency ammalatosi in Sierra Leone Allo Spallanzani di Roma: «Puntiamo sul sistema immunitario» NUMERO VERDE Il ministero della Salute potenzia la squadra per l'emergenza virus Pier Francesco Borgia Roma Peggiorano le condizioni del medico di Emergency, ricoverato allo Spallanzani di Roma dal 25 novembre scorso. L'uomo aveva contratto il virus Ebola in Sierra Leone, dove lavorava proprio per aiutare la popolazione africana martoriata dal virus. Le sue condizioni, dopo un cauto miglioramento nei primi giorni romani, sono precipitate. La febbre è salita e la spossatezza anche. I sanitari che lo hanno in cura nel reparto speciale di malattie infettive del nosocomio romano ricordano nel bollettino emesso ieri che il paziente ha iniziato ad accusare «disturbi gastrointestinali importanti» (vomito, nausea e diarrea). Presenta inoltre un esantema cutaneo accentuato e la febbre - al momento del bollettino ieri in tarda mattinata - era salita a 39C. Il comunicato dei medici dello Spallanzani sottolinea, però, che «il paziente continua a rispondere a tono alle domande e riesce anche a muoversi autonomamente all'interno della stanza in cui è ricoverato». Inoltre i valori dei globuli bianchi e delle piastrine sono sostanzialmente stazionari, mentre riesce a respirare spontaneamente. La prognosi, ovviamente, continua a essere riservata; però ieri i medici hanno deciso di iniziare a somministrargli un nuovo farmaco che agisce sulla risposta immunitaria. Si tratta di una prima volta assoluta. Spiegano i medici che mai, finora, questo tipo di farmaco è stato somministrato a un paziente affetto dal virus Ebola. Ed è su questa cura «inedita» che vogliono puntare allo Spallanzani dopo le tiepide reazioni registrate con la somministrazione del plasma ricavato da pazienti convalescenti, quindi guariti dall'infezione. «L'evoluzione della malattia - spiega all'Ansa il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, - può presentare alti e bassi. Stiamo monitorando la situazione e le caratteristiche del virus. Ed è il motivo per cui abbiamo aggiunto il nuovo farmaco». Sul nome del quale, come per le precedenti cure, viene mantenuto il più stretto riserbo. Difficile per il momento fare previsioni sui tempi di recupero. Ippolito non si sbilancia e ricorda che per reperire questo nuovo farmaco lo Spallanzani è in «diretto contatto con un gruppo specializzato dell'Organizzazione mondiale della sanità che ci permette anche di confrontarci con i maggiori esperti mondiali di questa patologia». La famiglia del medico siciliano, intanto, non rilascia dichiarazioni. La moglie rifiuta di commentare la situazione mentre al collega arriva la solidarietà dei responsabili dell'Enpam che «incoraggiano i sanitari dello Spallanzani a proseguire nel loro lavoro fin qui svolto». Il ministero della Salute ha poi fatto sapere che è stata potenziata la squadra di operatori che rispondono al «numero di pubblica utilità» 1500 dedicato proprio al virus Ebola. Agli operatori è stato anche affidato il compito di rispondere alle domande dei cittadini in merito all'emergenza vaccini. Il servizio - spiegano al Ministero - resterà attivo tutti i giorni della settimana dalle ore 9 alle ore 18. Foto: TIMORI Sotto nella foto grande una confezione di vaccino antinfluenzale Fluan in questi giorni al centro delle polemiche. In basso a sinistra il medico italiano malato di Ebola SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 95 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ebola, grave il medico italiano «Adesso una cura mai tentata» 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:192677, tiratura:292798) Mentre le morti sospette salgono ancora, a far paura è ora anche l'anti-influenzale Agrippal, sempre della Novartis TEST DI LABORATORIO Intanto dai primi esami nessuna correlazione tra decessi e vaccini» Francesca Angeli Roma Continuano a salire le segnalazioni di morti sospette dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale Fluad. A queste se ne aggiunge una registrata a Cuneo in concordanza temporale con un altro tipo vaccino l'Agrippal, sempre prodotto dalla Novartis. L'allarme sulla sicurezza del farmaco cresce insieme alla preoccupazione dei pazienti e il ministro della salute, Beatrice Lorenzin individua un primo colpevole: l'inadeguatezza del sistema di vigilanza sui vaccini delle Regioni. La Lorenzin invita i pazienti ad evitare psicosi ed allarmismi e conferma che i primi testi sono negativi non risulta una correlazione tra decessi e vaccini. Allo stesso tempo lancia una pesantissima accusa che infuocherà ulteriormente il clima. «Le regioni sono responsabili della vigilanza dell'applicazione dei vaccini e devono informare tempestivamente sugli effetti delle vaccinazioni - attacca il ministro -. C'è stata in questo caso una carenza da parte delle Regioni molto forte. Dal primo caso avvenuto il 7 novembre c'è stato un ritardo di 15 giorni. É quindi in corso una riflessione sulla necessità di rafforzare la normativa sulla farmaco vigilanza e portare la comunicazione obbligatoria da parte delle regioni entro 24 o 48 ore». Insomma il sistema di allarme è partito in ritardo. Se ne deduce che se dovesse emergere un effettivo nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e i decessi la Lorenzin riterrebbe responsabili delle morti successive alla prima le carenze dei sistemi sanitari regionali. Non a caso la reazione delle Regioni è immediata. «Basta. Noto con stupore che il ministro Lorenzin si lascia andare ad uno sport troppo praticato: lo scaricabarile.-sbotta Sergio Chiamparino presidente della Conferenza delle Regioni - Si verifichi se qualcosa non ha funzionatao a cominciare dall'Aifa». Respinge le accuse anche l'assessore alla sanità della Toscana, Luigi Marroni: «La segnalazione da parte nostra èstata in tempo reale». Le morti sospette hanno messo in moto anche l'Ema, l'agenzia europea per i medicinali che condivide la posizione rassicurante delle istituzioni italiane. Non ci sono evidenze che confermino «la causalità tra il vaccino e gli eventi avversi riportati», scrive in una nota ufficiale l'Ema. Domani si terrà un vertice con i massimi esperti europei sulla questione cui prenderà parte anche l'Agenzia italiana del Farmaco, Aifa. E i ntanto si fa sempre più concreta l'ipotesi che, in attesa dei risultati delle indagini sui vaccini, l'Aifa, decida di bloccare tutti i lotti di Fluad visto che i decessi segnalati riguardavano dosi provenienti da lotti diversi. «Aspettiamo di completare l'analisi dettagliata sulle morti sospette al vaglio e di conoscere anche l'esito dell'analisi a livello europeo - spiega il direttore generale Aifa, Luca Pani-. Stiamo valutando l'ipotesi di un divieto di utilizzo per tutto il vaccino antinfluenzale Fluad. Prenderemo domani le nostre decisioni». Ma quella scientifica non è l'unica indagine in corso sulle morti sospette. Sono molte le Procure che hanno aperto un fascicolo sulla vicenda dei vaccini antinfluenzali. Prato, Siracusa e Chieti investigano sui decessi avvenuti nelle loro aree di competenza mentre la Procura di Siena ha aperto un'inchiesa sulla produzione dei vaccini negli impianti della Novartis che infatti sono già stati visitati dai Nas. La Procura di Prato ha disposto la riesumazione della salma dell'anziano deceduto il giorno dopo essere stato vaccinato, l'uomo aveva 89 anni. Nonostante l'allarme gli esperti insistono: è molto più rischioso non vaccinarsi. La Società italiana di Medicina Generale ricorda i dati Istat. Ogni giorno in Italia muoiono circa 1.600 persone sopra i 65 anni. Tra questi il 50 per cento si sottopone a vaccinazione. Quindi ogni giorno muoiono 800 persone che si sono vaccinate. Nessun nesso dunque tra decessi e vaccino, insistono gli esperti. LA SITUAZIONE L'EGO 11 segnalazioni per morti sospette Bloccata la vendita di due lotti del vaccino Fluad: il 142701 e il 143301 Ancora non accertata la relazione tra morti sospette e il vaccino 4 milioni le dosi di Fluad in Italia , ma è utilizzato per la vaccinazione anche in Austria, Germania e Spagna Le procure che indagano Siena, Prato e Siracusa La reazione delle Regioni Continuano con il Fluad Lombardia, Umbria, SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 96 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vaccini, altri farmaci a rischio E il ministro accusa le Regioni 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:192677, tiratura:292798) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 97 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Emilia-Romagna, Piemonte Ha sospeso il Fluad Lazio Ha sospeso i lotti Liguria 250.000-500.000 i morti nel mondo ogni anno per l'influenza 8.000 I morti causati ogni anno in Italia dall'influenza. Nel mondo le vittime superano le 500 mila 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:192677, tiratura:292798) «Tra 7 giorni sapremo se il Fluad è sicuro Ma la profilassi non può essere fermata» Il direttore del dipartimento malattie infettive dell'Iss: «Niente allarmismi» FA Roma Il compito di stabilire se il vaccino antinfluenzale Fluad è sicuro ora spetta all'Istituto Superiore di Sanità. Professor Gianni Rezza lei è direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Iss, quando si potrà avere una risposta certa? «Una settimana circa per i primi risultati dal punto di vista tossicologico. Per le analisi più approfondite una ventina di giorni». Le morti sono state causate dal vaccino? «Non credo ma sono uno scienziato e non posso dare risposte certe prima di aver cancellato anche il minimo dubbio sulla sicurezza del farmaco. Al momento non ci sono evidenze che confermino un nesso di causalità tra la morte e la somministrazione del vaccini. Un principio di precauzione però mi impone una verifica che non lasci spazio a dubbi». Le segnalazioni di decessi avvenuti dopo il vaccino aumentano e riguardano diversi lotti. Ieri poi è stato segnalato anche un decesso in concordanza temporale con l'assunzione di Agrippal, un altro tipo di vaccino antinfluenzale. «Una volta partito l'allarme è abbastanza ovvio che aumentino le segnalazioni. Le persone sono preoccupate e si è generato uno stato di allarme generale. In realtà se è plausibile che ci possa essere una qualche anomalia in un lotto è davvero improbabile che diversi lotti di diversi tipi di vaccini presentino lo stesso difetto». Che cosa può rendere pericoloso un vaccino? «I vaccini sono i farmaci più sicuri in commercio. Sono testati e verificati con la massima accuratezza prima di essere distribuiti. Certamente non si può escludere che sia accaduto qualcosa nel processo di sviluppo che possa aver provocato una contaminazione. Un'anomalia. Ed è per questo che l'Iss sta effettuando tutte le analisi del caso». Nei confronti dei vaccini esistono pregiudizi molto radicati «Pregiudizi del tutto ingiustificati. Le persone, specialmente quelle in precarie condizioni di salute devono avere molta più paura dell'influenza. Il vaccino distribuito quest'anno è sostanzialmente identi all'anno scorso , non è neanche un virus attenuato è già stato usato su milioni di persone ». Eppurel'Aifa ha deciso di bloccarlo. Per ora soltanto due lotti ma forse siprocederà alla sospensione di tutte le dosi di Fluad in circolazione. «Bisogna capire che si tratta di un procedimento cautelativo. Ha fatto benissimo l'Aifa a bloccare i lotti. Il blocco rappresenta una tutela per i pazienti ma non la conferma del nesso tra il vaccino e le morti. Questo punto deve essere chiarito. Il blocco serve ad eseguire verifiche che garantiscono il paziente. É una cautela non la conferma di un rischio». É stato deciso di eseguire l'autopsia per i decessi sospetti. Pensa che da questi esami arriveranno risposte certe? «Sicuramente contribuiranno. Poniamo che le morti siano tutte avvenute per cause diverse, così come sembrerebbe dalle prime notizie. E' ovvio che diverse cause di morte avvalorerebbero la tesi che il vaccino non abbia nulla a che fare con i decessi». Ricorda casi analoghi in passato? «Non mi pare. Venne bloccato il Crucell nel 2012 ma non era stato distribuito nè somministrato. Ricordo però tanti falsi allarmi come quello dello squalene nel 2009. Falsi allarmi che hanno fatto danni veri perchè l'influenza miete migliaia di vittime ogni anno. Foto: Le frasi Foto: PRECEDENTI Foto: É raro che vari lotti di vaccini diversi presentino lo stesso difetto SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 98 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Intervista Il professor Gianni Rezza 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:192677, tiratura:292798) Farmacisti da 11 generazioni «Ma non smercio profilattici» Anche moglie e figli vendono farmaci. Il fratello del nonno s'arricchì col Vick's. «L'elisir di lunga vita? Si faceva con i testicoli dei passeri...» «E condanno la pillola del giorno dopo: il peggior peccato degli italiani è la denatalità» Il decano degli speziali, 88 anni, resiste dietro il banco che un avo comprò da Napoleone Stefano Lorenzetto Era già un giovanotto quando il medico, dopo avergli palpato i muscoli, sentenziò: «Hai i tessuti immaturi». Dipenderà da quello se Antonio Corvi, 88 anni fra meno di tre mesi, farmacistainPiacenza, riesceancora apresidiare imperterrito il bancone che il suo avo Giovanni nel 1805 comprò all'asta da Napoleone I, il quale lo aveva fregato al convento degli Agostiniani, il più ricco della città, dopo aver trasformato la chiesa annessa in scuderia per i propri cavalli. E dipenderà sempre dai tessuti immaturise scalaconl'agilità diuntrentenne, mentre il cronista arranca alle sue spalle, i 100 scalini in cotto, datati 1790 e dunque assai malconci, che separano la farmacia di via XX Settembre dal laboratorio ospitato in soffitta, rimasto attivo dal 1850 al 1950, sulla cui porta d'ingresso c'è ancora il numero civico 65 che il Bonaparte assegnò al palazzo. Essere ammessi in quest'antro, sovrastante il più antico negozio della provincia di Piacenza, è come salire sulla macchina del tempo. Ecco i vasi della coca in foglie e della teriaca veneziana, il primo farmaco nella storia dell'umanità, che il medico Andromaco somministrava all'imperatore Nerone. Ecco la tintura di cantaride, un revulsivo ricavato dall'insetto puzzolente, considerato (per uso esterno) un progenitore del Viagra. Eccoun'insegnadelcalmanteMurriinventatodalcattedratico bologneseprotagonista di uno scandalo nell'Italia del 1902. Ecco il mosaico che in quello stesso anno i maestri vetrai di Murano regalaronoaLuigiCorviinsegnodigratitudine per le migliaia di fiale ordinate. Gran bel tipo, questo Luigi, nato nel 1835, creatore del laboratorio officinale e bisnonno di Antonio Corvi. Fervente patriota,nel1859accorseaTorinoesiarruolò nei Cacciatori delle Alpi, combattendo la seconda guerra d'indipendenza al fianco di Giuseppe Garibaldi e Nino Bixio. Tornato nella sua farmacia di Piacenza, ordinò alla Ginori di Firenze una serie di vasi in porcellana, che il pronipotecustodiscegelosamente,suiquali i nomi dei vari preparati officinali sono scritti dentro cartigli tricolori in memoria dell'esperienza bellica risorgimentale. «Malato di diabete, morì nel 1909, a 74 anni non ancora compiuti,pochigiornidopoessersi fatto amputare una gamba in gangrena dal professor Vecchi», informa il discendente. «La sala operatoria fu allestita qui, sopra la farmacia, al primo piano. Allora a farsi operare in ospedale andavano solo i poveri». S'ignora se, per il funerale, Luigi Corvi poté contare sulla stessa dotazione di candele che suo padre aveva assicurato nel 1848 al defunto Nicola Peretti, fornitura per la quale è ancora conservata in farmacia regolare fattura: 166 libbre di cera in torce, di cui 156 ritornate, più 32 libbre in candelotti e candeline, totale 88,38 lire, sconto 38 centesimi. A valori di oggi, 500 euro. Sono abituati a non buttar via nulla, i Corvi, né potrebbe essere diversamente,giacchéilloropuntodiforzaèilpassato. Farmacisti da 11 generazioni, ciò che fa di loro la più longeva dinastia italiana di speziali, hanno trovato in Antonio V (danon confonderecon Antonio IV,che erailnonno),perunquartodisecolopresidente dell'Accademia di storia della farmacia,ilcultorepiùaccanitodegliantichi fasti. E infatti a lui sarebbe piaciuto diventare uno storico. Ma il richiamo di pestello e mortaio ebbe il sopravvento: laurea in chimica a Genova nel 1951 e in farmacia a Modena nel 1955; dottorato in storia della farmacia a Barcellona nel 1970; premio Schelenz alla carriera (quasi un Nobel dei farmacisti) nel 2006. Inoltre: matrimonio nel 1964 con Gisella Pampari (farmacista, ça va sans dire, e biologa), tuttora di turno al suo fianco di giorno e di notte; figlia farmacista, Maria Giovanna, nata lo stesso anno; figlio farmacista, Luigi, nato due anni dopo. Il tutto da non confondere con la farmacia Camillo Corvi ubicata al numero106dellamedesimaviaXXSettembre, aperta nel 1910 dal fratello di suo nonno, noto per aver importato dagli Stati Uniti il Vick's Vapo Rub che aveva incassato 3 milioni di dollari durante la pandemia di spagnola del 1918. Chi fu il capostipite? «PetrusdeCorvis,aggregato nel 1570 al paratico deglispeziali,lanostracorporazione. È rimasto famoso come primo gestore della farmacia dei poveri». Si SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 99 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato tipi italiani ANTONIO CORVI 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:192677, tiratura:292798) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 100 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato capisce al volo che siete brava gente. «La peste del 1630, narrata dal Manzoni nei Promessi sposi , ha lasciato un buco nell'alberogenealogico.Nel1650ricompare un Joseph Corvi, 4 figli. Il primo maschioèRaimondo,cheebbealmeno5discendenti.IlprimogenitoAntoniovaapprendista dallo speziale Arisi e ne sposa lafiglia.Nel1733apreunapropriafarmacia. Gli subentra il figlio Carlo Giuseppe, che la lascerà agli eredi Antonio II e Angelo. Il primo ne apre un'altra per conto suo a 24 anni in piazza Cavalli, fa i soldi e costruisce il palazzo nel quale ci troviamo. Un figlio, Giovanni, muore nel 1836 acausadell'incendiodiungrande alambicco. Il primogenito di questi, Antonio III, si laurea in ars pharmaceutica a Parma, ci tramanda un ricettario con 700 formule, fa 12 figli e muore nel 1873». Tiri il fiato, la prego. «Il suo primogenito Francesco è farmacista alla corte di Parma. L'ultimogenito Luigi, quello che combatte con Garibaldi, ne prende il posto e mette al mondo 6 figli, uno dei quali è Antonio IV, mio nonno, laureato in chimica. Arriviamo così a mio padre, Luigi II, farmacista, al quale subentro nel 1961». Undici generazioni. Un record. «Ci sarebbero i Betti, a Bagni di Lucca. Però la loro storia comincia più tardi, nel 1709, e mi pare che non superino le 8 generazioni, con qualche cambio di nome per parte di madre». Vende ancora preparati galenici? «Solo sei-sette al giorno. È un lavoro manuale molto faticoso: per fare la mia pomata antidecubito ci metto 20 minuti». Gli altri suoi cavalli di battaglia? «Lo sciroppo per la tosse al destrometorfano. La soluzione acetica che cura l'alopecia areata. I sedativi alla valeriana, più efficaci delle benzodiazepine. E le capsule alle cinque erbe contro la stipsi, un lassativo dolce dolce». Non ha paura di sbagliare i dosaggi? «Mai. Però molti farmacisti ce l'hanno. Così come conosco tre ingegneri che non volevano progettare i muri portanti, per paura che gli edifici cadessero». Che farmaco vendeva di più all'inizio della sua carriera? «Il Proton, un ricostituente a base di glicerofosfati. Lo produceva il dottor Camillo Rocchietta nel suo stabilimento di Pinerolo e andava per la maggiore grazie ai manifesti disegnati da Marcello Dudovich, il cartellonista triestino che creò le pubblicità per Fiat, Alfa Romeo, Pirelli, Rinascente, Martini, Strega, Campari.Glifaceva concorrenzal'Ischirogeno, rigeneratore delle forze contenente fosforo, ferro, calce, chinina pura, coca e perfino stricnina, messo a punto dalcavalier ufficialOnoratoBattista nella farmacia Inglese del Cervo a Napoli». E oggi al top che cosa c'è? «La Tachipirina. Si prende per tutto». Èvero chehalaricettadell'elisirdilunga vita, fatto con testicoli di passero? «Ma non è mia. L'ho rintracciata nelle farmacopee spagnole del 1600. Credevano di giovarsene nobili e prelati». Bisogna essere bravi a trovare i coglioncini del povero passero. «Cosa vuole mai, quelli erano tempi in cui i ricchi malati all'ultimo stadio si curavano con i frullati di perle. A Lorenzo il Magnifico fu propinata polvere di diamanti, smeraldi, topazi e rubini, cosicché schiattò a 42 anni per un blocco renale. Piero Leoni, il medico curante, fu trovato morto in un pozzo». Il suo elisir di lunga vita qual è? «Mia moglie. È presidente nazionale del Club del fornello. Cucina sul fuoco invece di scongelare nel microonde. Il modo di nutrirsi è fondamentale, lo capii all'esame di scienze degli alimenti, quello che m'è servito più di tutti». Visti di persona i risultati, le credo. «Da piccolo ero come un bimbo del Biafra, sempre malato, in preda ad acetonemia cronica. E sa perché?Ero stato allevatocon il latticello Glaxo, il primo in polvere che giunse nel nostro Paese, che per me era troppo grasso. Adesso mangio molto meglio: poco al mattino, primo e secondo sia a mezzogiorno che alla sera. Oggi a pranzo c'erano tortelli alle erbette ecoppa piacentina». Le risulta che tante medicine vengano boicottate perché sono poco costose? «Agli inizi sono stato propagandista alla Glaxo e all'Istituto biochimico di Genova, dove producevamo un estratto della corteccia surrenale dei suini, l'Ormosandrina, che era eccezionale per combattere la caduta dei livelli pressori durante gli interventi chirurgici. Ma coni prezzibloccati non cistavamodentro. Risultato: addio Ormosandrina e addio istituto. Così oggi c'è di tutto e di più per curare l'ipertensione, ma non c'è più nulla contro l'ipotensione». C'è voluto un piacentino, Pier Luigi Bersani, per mettervi in ginocchio, quand'era ministro, con la liberalizzazione delle parafarmacie. «È il nostro nemico numero 1». L'ha fatto per aiutare le coop rosse? «Veda lei. E la moglie Daniela Ferrari, mia collega, lo appoggiava. Adesso la gente va nei centri commerciali, pensa di curarsi comprando i farmaci da banco con lo sconto, poi arriva qui disperata perché sta peggio di prima». Gli affari sono calati da allora? «In cinque anni le farmacie dei centri storici hanno perso il 40-50 per cento del fatturato mutualistico». E la crisi economica influisce sull'acquisto delle medicine? «Moltissimo. Ci salviamo con gli integratori. Rispetto al 2013, sarò 30/11/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:192677, tiratura:292798) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 101 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato bravo se chiudo in pareggio. I clienti si sono buttati tutti sui generici. Molti entrano, chiedono il prezzo di un farmaco e se ne vanno dicendo: "Tornerò"». Favorevole o contrario alla cannabis per uso terapeutico? «Se si vendesse solo come farmaco, perderebbe quell'aura di proibito che induce i ragazzi a trasgredire, facendosi del male». IlBedrocan,unicopreparato galenico a base di cannabis ammesso dal ministero per malati di sclerosi multipla e cancro, costa 318,73 euro per 300 milligrammi, 35 volte più dell'oro.Nonè chequalcuno cistia marciando, visto che si tratta di erba? «Eh... L'ha detto lei». Ci sono medicine che si rifiuta di vendere? «Sono molto contrario alla pillola del giorno dopo. Ma se si presenta una ragazza con una ricetta per il Norlevo, sono obbligato a fornirgliela, perché è una specialità come le altre. A noi farmacisti non è stato riconosciuto il diritto all'obiezionedi coscienza,garantito invece ai medici contrari all'aborto. Una grave discriminazione: ci considerano di serieB. Badi bene,nonè questione di essere credenti o atei. Per me il peggior peccato degli italiani è la denatalità». Però fa affaroni con i profilattici. «Io? Non li vendo proprio. Ne avrò in bottega 10 pezzi, giusto per chi si trovasse a tarda ora con l'acqua alla gola». (Contati all'uscita: erano 7). «Che vadano a comprarseli negli autogrill». Capisco la difesa dall'Aids e dalle malattie veneree. Ma che c'entrano con le farmacie i condom dotati di anello vibrante? «E vabbè, le soddisfazioni fisiche tengono su il morale. Se non avessimo le nostre colpe, non saremmo qui a lamentarci degli affari che vanno a rotoli». Il Viagra risente della crisi? «Ricette pochissime. Mi chiedono il generico. Secondo me, sotto banco c'è un grande spaccio di quello fabbricato clandestinamente». Non le sembra che le farmacie siano diventate bazar in cui si vende di tutto, dagli zoccoli alle caramelle? «È precisamente l'andazzo che combattiamo con l'Accademia di storia della farmacia. Purtroppo mantenere un negozio antico comporta costi molto più elevati. Ma io non ci vivrei in una farmacia di vetro e plastica». Riesce sempre a decifrarelagrafia deimedici sulle ricette? «Avolte mitocca telefonare in ambulatorio. Per fortuna ho fatto studi di paleografia». Ma a 75 anni i farmacisti non sono obbligati a passare la mano, cedendo addirittura la licenza? Che ci fa ancora qui a bottega? «La legge è pronta. Forse andrà in vigore a gennaio. Forse. Siamo in Italia». Nonmihadettoseleiprendefarmaci. «Una pastiglietta di Congescor per il cuore. Ho le carotidi occluse al 40 per cento dal colesterolo. Per forza, non mangiamo più la roba di una volta. Perfino qui a Piacenza non si sa più dove comprare la coppa buona». (730. Continua) [email protected] Foto: EX TOCCASANA Foto: Quando cominciai, bastavano Proton e Ischirogeno. Bersani è stato una rovina Foto: EX GARIBALDINO Foto: Mio bisnonno si fece amputare la gamba in una sala operatoria qui sopra la farmacia Foto: CENTO GRADINI Antonio Corvi nel laboratorio-museo allestito all'ultimo piano della sua farmacia di Piacenza [Maurizio Don] 01/12/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:192677, tiratura:292798) Vaccino, altra morte sospetta Salgono a cinque le inchieste Dopo la fiammata iniziale rallenta il numero delle segnalazioni di morti di anziani che si erano vaccinati contro l'influenza con il Fluad della Novartis o con altri vaccini: 13 in tutto. L'ultimo caso segnalato ufficialmente è quello di una donna di Spoleto in Umbria, ha spiegato il direttore dell'Aifa Luca Pani. L'agenzia del farmaco in queste ore ha messo a punto anche la relazione che verrà consegnata domani all'Ema, l'agenzia regolatoria europea con sede a Londra. E salgono a 5 le inchieste. Dopo quelle aperte dalle procure di Siena, Siracusa, Prato e Chieti ora la procura di Parma ha aperto un fascicolo sulla morte dell'ultranovantenne morto giovedì dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale. L'ipotesi di reato (contro ignoti) è di omicidio colposo. «Domani avrà inizio l'esame approfondito dell'intera problematica in sede europea presso il Comitato per la Valutazione dei Rischi e la Farmacovigilanza dell'Agenzia Europea dei Medicinali, che si concluderà entro giovedì 4 dicembre», ha spiegato Pani. I risultati dei primi esami condotte all'Istituto Superiore di Sanità non rilevano problemi nelle decine di campioni ricevuti subito dopo lo stop precauzionale da part dell'Aifa. Il commissario straordinario dell'Istituto, Walter Gualtiero Ricciardi, spiega che ci vorranno altri 15 giorni per i risultati finali e si dice abbastanza ottimista. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 102 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cresce la psicosi 29/11/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 10 (tiratura:100000) UN CALVARIO durato 43 giorni al termine del quale Liliana, romana di 58 anni, si è spenta in una stanza di ospedale. Una vicenda iniziata il 15 ottobre con una banale bronchite ma che a causa, come denunciano ora i suoi familiari, di errori medici si è trasformata in tragedia. La recisione dell ' ar teria femorale, il dosaggio errato di farmaci e la mancata somministrazione di altri l ' hanno portata al decesso. Ora il marito e il figlio chiedono giustizia. Liliana è morta questa mattina all ' ospedale San Camillo dopo alcuni giorni di coma indotto. Nel nosocomio era giunta il 10 novembre scorso dalla Clinica San Raffaele. Nella struttura privata si trovava da alcune settimane dopo che il 15 ottobre aveva avvertito i sintomi di una bronchite. Dopo un primo ricovero all ' Aurelia Hospital, infatti, i medici avevano disposto il trasferimento lì ritenendo la struttura più attrezzata per il suo tipo di patologia. Stando alla denuncia presentata negli uffici di piazzale Clodio dall ' av vo c a to Marco Borrani, al San Raffaele sarebbe stati commessi numerosi errori nella procedura di assistenza medica e farmacologica fino alla recisione, così come constatato dai medici del San Camillo, dell ' ar teria. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 103 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Entra in ospedale per bronchite, dopo 43 giorni il decesso 29/11/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 10 (tiratura:100000) L ' Agenzia del Farmaco tra guai giudiziari e affitti d ' oro GLI SCANDALI Il primo nel 2008, che porta all ' arresto di otto dirigenti dell ' e n te . Il secondo a giugno per il presunto " car tello " Roche-Novar tis Chiara Daina Nasce appena undici anni fa e la sua storia è già avvolta nel mistero. In pochi sanno cos ' è l ' Aifa, cioè l ' Agenzia italiana del farmaco, ente governativo diretto dal ministero della salute. Eppure riguarda tutti da vicino. Perché la sua funzione è quella di garantire l ' accesso ai farmaci nel nostro Paese. Come? Prima con una valutazione del farmaco sulla scorta del parere dell ' Ema (l ' Agenzia del farmaco europea). Poi tramite la negoziazione del prezzo con l ' azienda produttrice. LE AZIENDE fanno l ' offerta e l ' Aifa prende o lascia, difficilmente riesce a contrattare. Dal 2004 il prezzo di un medicinale (rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale) è assegnato in funzione del suo valore terapeutico, e non dal valore industriale. Quindi il vero paradosso è che lo spreco di denaro pubblico dovuto ai costi esorbitanti di alcune molecole (come il Sofosbuvir contro l ' epatite C da 50 mila euro, o l ' imatinib, un antileucemico, da 24 mila euro) è legale. Fino al 2010 la sede Aifa era un edificio umile nella periferia di Roma, non lontano dalla metropolitana. Poi si è trasferita in un palazzo faraonico di sette piani in via del Tritone 181, nel centro di Roma, a due passi dalla Fontana di Trevi, e guarda un po ' , quasi di fronte all ' ingresso di Farmindustria, l ' asso ciazione delle case farmaceutiche. Ora l ' Aifa paga un affitto di quasi 4 milioni di euro l ' anno, il doppio di quello che spendeva prima. E il numero dei dipendenti è lievitato da 250 a 402. Il bilancio del 2013 chiude con un utile di 1,6 milioni. Riceve dallo Stato il 29% dei finanziamenti. Il direttore è Luca Pani, psichiatra e farmacologo cagliaritano, che riceve un compenso lordo di 222.107 euro l ' an no. I dirigenti sotto di lui prendono dai 96 mila ai 162 mila euro lordi. L ' Aifa cresce su un terreno inquinato. Prima di lei, a fare le stesse cose era il Servizio farmaceutico dentro il ministero della Salute che fino al 1993 è in mano al re della sanità, Duilio Poggiolini, già iscritto alla P2 di Licio Gelli, a capo del servizio e destinatario di montagne di mazzette da parte di Big Pharma per autorizzare la vendita e stabilire i prezzi dei farmaci. Al momento dell ' arresto gli vengono sequestrati oltre 15 miliardi di vecchie lire su un conto svizzero, lingotti d ' oro, gioielli, quadri, monete antiche. Nel 2013 viene scoperto un tesoro di 26 milioni di euro nel caveau di Bankitalia. Un anno prima la Corte di Cassazione lo obbliga a risarcire lo Stato di oltre 5 milioni di euro per il reato di corruzione. POI ARRIVANO i due scandali più grandi in casa Aifa. Il primo nel 2008, che porta all ' arresto di otto dirigenti dell ' ente e 19 avvisi di garanzia tra i suoi funzionari e i titolari di imprese farmaceutiche, per aver alterato l ' iter di autorizzazione per la messa in commercio di alcuni farmaci. Nell ' inchie sta è coinvolto anche Nello Martini, allora direttore dell ' ente, accusato di disastro colposo perché non ha ordinato l ' aggiornamento di 20 foglietti illustrativi. Il 21 giugno 2008 viene licenziato. L ' 8 luglio 2010 è prosciolto perché " il fatto non costituisce reato " . La mancata correzione dei bugiardini infatti non ha messo in pericolo la salute dei cittadini. Qual è la sua vera colpa? Di non farsi comprare da Big Pharma. Lui è il primo direttore dell ' Aifa e inaugura un programma d ' avanguardia indipendente per medici, infermieri e farmacisti: bollettini, guide e corsi di aggiornamento slegati dagli interessi delle aziende. Nel 2005 chiede a queste di versare il 5 per cento di quello che spendono in convegni e attività di marketing per finanziare ricerche indipendenti in settori di business poco interessanti, come malattie rare e farmacovigilanza. Un piano che dà fastidio e dopo cinque anni svanisce. Spariscono anche i bollettini. Nel 2014 l ' Aifa cade sotto i riflettori per un altro guaio. Lo scorso giugno la Guardia di finanza fa un blitz in via del Tritone: il sospetto dei pm è la presenza di un piano artificioso messo in piedi da Roche e Novartis per manipolare i criteri di determinazione del prezzo dei farmaci Lucentis e Avastin da parte dell ' Agenzia del farmaco. 1,6 mln L ' utile del 2013 SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 104 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SERVE DAVVERO? 29/11/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 10 (tiratura:100000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 4 02 Il numero di dipendenti CI SONO ANCHE SOLDI PUBBLICI Riceve dallo Stato il 29% dei f i n an z i a m e n t i ASSUNZIONI A GO GO All ' inizio erano 250. Poi il numero dei lavoratori è lievitato Foto: La sede dell ' Aifa a Roma. Sotto, il direttore Luca Pani Ansa Foto: Luca Pani Ansa SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 105 30/11/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 1 (tiratura:100000) Il medico salva-vita troppo bravo: retrocesso Antonello Caporale Giuseppe Nardi è uno dei nostri specialisti più noti in Europa: ha ridotto la mortalità dal 40 al 16%. La sua équipe è stata tagliata e lui costretto a fare i turni di notte. L ' azienda non gli ha mai riconosciuto il ruolo di direzione e ora vuole sostituirlo » pag. 12 Questa è la storia infinita del precario più illustre d ' Italia che ha perso il posto a sessant ' anni. Si chiama Giuseppe Nardi, è uno dei rianimatori italiani più noti in Europa. È colui che ha fatto ottenere più successi alla sanità pubblica guidando per quindici anni il Centro shock e trauma dell ' Ospedale San Camillo di Roma, portandolo all ' eccellenza dopo aver ridotto di tre volte la mortalità tra i suoi pazienti (dal 40 al 16 per cento). È l ' unico italiano nel gruppo dei dieci " super esperti " europei incaricato di redigere e aggiornare le linee guida per la gestione del trauma grave. Ha un curriculum con un profluvio di pubblicazioni. Un professionista rigoroso, un dipendente modello. Qui, dunque, il guaio. Con delibera della direzione sanitaria del 16 luglio scorso è stato sollevato dal suo incarico, il suo centro è stato sciolto e accorpato ad altra unità di emergenza e infine, qualche giorno fa gli è stato chiesto di ritornare in corsia da medico semplice. Il motivo? Chiarissimo: era primario facente funzioni, quindi guidava il reparto ma non aveva i gradi. Era eccellente sì, ma sempre un irriducibile precario. E adesso che la sanità del Lazio deve fare i conti con la spending review tutti coloro che non hanno un grado in petto vanno restituiti, come fosse il gioco dell ' oca, alla casella iniziale della carriera. Oggi il sessantenne Nardi riprende a fare i turni di guardia, le notti, e l ' orizzonte torna indietro ai suoi 38 anni quando era chiamato ad assistere non a dirigere. LA STORIA ha dell ' incredibile e per riprendere il filo dell ' irragionevolezza bisogna partire dall ' inizio. È il 1999, il Giubileo alle porte, milioni di pellegrini in arrivo e un carico di possibili emergenze a cui dare una risposta efficace. Il direttore sanitario del San Camillo ha un problema: il reparto per traumatizzati gravi, degenti altamente instabili, ha un indice di mortalità elevatissimo. Oltre il 40 per cento di chi giunge lì viene poi trasferito all ' obitorio. A Udine c' ' è un giovane e bravo rianimatore, il direttore dell ' azienda ospedaliera lo convoca e gli propone la sfida. Purtroppo non può conferirgli l ' incarico di primario, il concorso non è bandito, ma il convocato accetta senza condizioni. Sembra persino non interessargli troppo la qualifica. Firma il contratto da dirigente ma con l ' aggiunta: facente funzioni. Le funzioni sono giustificate dal merito, dalle pubblicazioni e dai successi del medico friulano. Nardi appena mette piede a Roma convoca tutti i rianimatori. Sono 150. La proposta di far parte del nuovo team esclude incarichi bis, le responsabilità esterne, la clinica di riserva, la parcella supplementare. Si lavora solo in ospedale e il tempo che rimane libero si destina alla ricerca. In 25 si fanno avanti e accettano. Nessuna retribuzione straordinaria, solo lavoro in più. Matti. Le cose funzionano e il circuito che monitora le attività nelle sale di rianimazione, la qualità delle cure, e soprattutto l ' esito finale del trattamento sembrano dar ragione agli intraprendenti sanitari. Il reparto diviene una unità operativa complessa, chiamata Shock e Trauma per la particolare disponibilità a raccogliere i pazienti molto " acuti " , coloro che con la morte hanno un conto da saldare presto. Giviti si chiama la rete che monitora le buone e le cattive pratiche nelle terapie intensive. Quella romana da cattiva si trasforma in buona. Ogni anno che passa sempre meglio, fino a raccogliere il successo: solo il 16 per cento dei ricoverati per gravissimi traumi non ce la fa. Indice tra i più bassi al mondo. PASSANO GLI ANNI - quindici - senza che l ' ospedale riesca a dare a Nardi quanto promesso e dovuto, a indire un concorso per la funzione di primario. Da trombato eccellente ha però l ' ono re delle cronache. Questo giornale dedica al caso un articolo. Altrove distribuiscono primariati, ma, nonostante le richieste di essere messo in pari dall ' azienda, per lui nulla accade. Nulla? Dovremmo dire l'opposto. Perché a luglio al dottor precario viene contestata la precarietà. In ragione della quale, stante le restrizioni di spesa, viene soppressa la direzione e sciolta l ' équipe. A Nardi, udite, viene anche contestato di aver fatto causa all ' azienda negli anni passati per ottenere almeno la retribuzione da primario. L ' azienda insomma resta mortificata dal senso di sfida di questo precario irriducibile che non solo aveva avuto la faccia tosta di dirigere con successo un reparto svolgendo le funzioni SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 106 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato » SANITÀ PUBBLICA » Il rianimatore del San Camillo di Roma 30/11/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 1 (tiratura:100000) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 107 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di dirigente senza esserlo, e per questo rinunziando cocciutamente a piantare un casino come la generalità degli umani avrebbe fatto, ma aveva avuto l ' ardire di chiedere al giudice che almeno gli venisse saldata la busta paga e riconosciuto quel lavoro. Un ' in famità. Tutto qua? Forse no. Perché sempre Nardi nel 2008 puntò il dito su una serie di morti sospette nel reparto di Chirurgia d'urgenza. Troppi e troppo ravvicinati casi di malasanità coincidenti con la discesa in sala operatoria del dottor Donato Antonellis, chiamato alle funzioni di primario dopo un lunghissimo rodaggio nel piccolo ospedale di Marino, ai Castelli Romani. Era riuscito a sbaragliare illustri concorrenti, eppure da quel reparto, con lui alla guida, i pazienti uscivano così malconci che parecchi cronisti accorsero in corsia e tratteggiarono il ritratto di Antonellis, uomo di relazioni perfette, vicepresidente del sindacato Anaao e dell ' Ordine dei medici del Lazio. I potenti però hanno la memoria lunga. IN EFFETTI con Nardi i vertici dell ' ospedale sono stati inflessibili, imbattibili. Dopo approfondita analisi e viste le condizioni delle casse pubbliche hanno deliberato il gioco dell ' oca: dalla prima all ' ultima fila della corsia. Al suo posto prende le redini il dottor Francesco Cremonese. Rispetto a Nardi ha un curriculum nano. Sulla scena scientifica non compare essendo zero le sue pubblicazioni. Con delibera apposita viene vidimato il trapasso, sciolto il reparto modello e restituito ai turni di guardia il medico eccellente. La storia poteva finire così. Senonché, guarda tu il mondo, i rianimatori colleghi di Nardi hanno iniziato a rumoreggiare e le voci, le proteste, gli ammutinamenti hanno preso una tale piega che Cremonese ha preferito lasciare l ' incarico. Fosse finita qui! Invece hanno iniziato a scrivere da tutt ' Italia, dalle Terapie intensive del Niguarda e di Cesena, di Chieti e di Torino. Poi hanno preso a scrivere i colleghi europei di Nardi e in queste ore sulla scrivania di Zingaretti, il presidente della regione Lazio, e del ministro Lorenzin si accumulano le richieste di rettifica: avete sbagliato nome, dovete scrivere Nardi. In Parlamento un ' interrogazione chiede perché, se il merito conta, il bravo, anzi il più bravo, è stato escluso. Com ' è finita? Il prescelto ora si chiama Orsetti. Foto: L ' ospedale San Camillo nel quartiere Gianicolense; in basso, il dottor Giuseppe Nardi Ansa 30/11/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 12 (tiratura:100000) TAM TAM di segnalazioni, numeri e dichiarazioni. Poche certezze. C ' è un nuovo caso e quindi sono 12 le morti che si ritiene possano essere collegate all ' assunzione del vaccino Fluad, l'antinfluenzale per anziani prodotto dalla Novartis. Le ultime due vittime sono due abruzzesi, uno dei quali deceduto a una settimana dalla somministrazione del vaccino. Per quest ' ultimo caso la Procura di Chieti ha aperto un fascicolo. Nel vicino Molise dopo l'ennesimo ricovero sospetto, la Regione ha ritenuto opportuno sospendere l ' uso di tutti i lotti del vaccino Fluad. In Toscana, dove si sospettano due decessi e due segnalazioni per reazioni avverse, la Procura di Prato ha disposto il sequestro a livello nazionale di tutti i vaccini antinfluenzali Fluad appartenenti a uno dei due lotti sotto accusa, lo stesso somministrato ad una delle vittime. Intanto il Ministero della Salute ha istituito il numero verde 1500 che già da giovedì sera, gli operatori avvertono, squillano senza sosta. L ' Agenzia Europea del Farmaco ha aperto un ' inda gine, sostenendo che finora non è stata rilevata nessuna evidenza tra morti e vaccino e l ' Agenzia del farmaco (Aifa) deciderà nei prossimi giorni se mantenere ed eventualmente estendere lo stop. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 108 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vaccino Fluad: i decessi sospetti sono a quota 12 01/12/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 2 (tiratura:100000) Peggiora il medico di Emergency ricoverato per il virus Ebola Si aggravano le condizioni del 50enne medico siciliano ricoverato allo Spallanzani per il virus Ebola: la febbre è rimasta alta ed è stazionario ma è ancora in prognosi riservata. Persistono disturbi gastrointestinali e profonda spossatezza. Ma, secondo i medici dell ' ospedale romano, ci sono anche segni positivi: è autosufficiente, risponde a tono alle domande e riesce a camminate autonomamente nella stanza. Il medico di Emergency " ha ben tollerato il terzo trattamento sperimentale " : dopo cioè il plasma di un guarito dalla Spagna, gli è stato iniettato quello di un ex paziente in Germania. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 109 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ROMA DIARIO DELLA GIORNATA 01/12/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 3 (tiratura:100000) Fluad, un altro decesso sospetto Rossi, Toscana: Lorenzin collabori L'ULTIMO caso è di ieri: una donna 83enne è la tredicesima vittima sospetta del vaccino anti-influenzale Fluad prodotto dalla Novartis. È successo a Spoleto, in Umbria: la donna, affetta da gravi patologie che curava con numerosi farmaci, è deceduta mercoledì scorso. Secondo quanto comunicato dalla direzione sanitaria della Regione Umbria, il vaccino influenzale somministratole non appartiene ai due lotti segnalati dall ' Aifa: " Sebbene apparentemente la morte non sia immediatamente correlabile alla somministrazione del vaccino - sottolineano - il medico curante ha proceduto correttamente a segnalare l ' accaduto " . Come prevedibile, la vicenda sta provocando allarme in tutta Italia. Per questo si attende una informativa del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ieri è stata sollecitata alla Camera da Forza Italia e dalla deputata Paola Binetti. Il ministro finora ha accusato le Regioni di ritardi e inefficienze. Ieri le ha risposto il presidente della Toscana Enrico Rossi: " Non c ' è bisogno di polemiche, le polemiche non servono, dobbiamo collaborare: se ci sono Regioni in ritardo il Ministro dica quali sono, se va migliorato il sistema il Ministro convochi la Conferenza delle Regioni per trovare i miglioramenti. Si potrebbe semmai osservare che comunicazioni di questo tipo potrebbero essere effettuate non solo via mail " . SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 110 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL VACCINO INCRIMINATO 01/12/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 10 (tiratura:100000) Un alieno conquista la " superstar " dei nostri manicomi OLTRE 30 MILA METRI QUADRATI PROPRIETÀ DELLA ASL: PER BEN 675 ANNI QUESTE MURA TRA LA CATTEDRALE E IL TEATRO ROMANO SONO STATE DESTINATE ALLA CURA DEI MALATI Matteo Maffucci e David Diavù Vecchiato L ' OSPEDALE PSICHIATRICO DI SANT ' ANTONIO ABATE, UN IMMENSO EDIFICIO DEL CENTRO STORICO A vederlo oggi, abbandonato e degradato, non lo diremmo così importante. Eppure l ' Ospedale Psichiatrico Sant ' Antonio Abate, questo immenso edificio del centro storico di Teramo, è stato la superstar dei manicomi italiani. Oltre 30 mila mq di proprietà della Azienda USL di Teramo dedicati ai cosiddetti matti, uno dei manicomi più grandi d ' Europa. In pratica una città nella città, oggi in abbandono. Per ben 675 anni queste mura tra la Cattedrale e il Teatro Romano sono state dedite alla cura dei malati. Era il 28 febbraio del 1323 quando il regio notaio Lorenzo di Nicola Angelo redasse il documento nel quale il vescovo Niccolò degli Arcioni autorizzava l '" hospitalario " teramano Bartolomeo Zalfoni ad aprire all ' interno di alcuni suoi locali un ricovero per l ' assistenza di bisognosi, malati o poveri che fossero. In cambio della bolla vescovile, che garantiva a Zalfoni l ' esenzione da ogni tassa o diritto ecclesiastico sull ' Ospizio, il vescovo chiedeva un pranzo a titolo di simbolico canone, da effettuare il 17 gennaio di ogni anno, consistente in " dieci rotoli di carne porcina ed una focaccia " . " Qui solamente pochi, forse neppure i veri " era la scritta che accoglieva fino a metà anni 60 del novecento i visitatori all ' ingresso. E neanche tanto pochi: quando il 10 maggio 1931 fu inaugurato il nuovo Ospedale Civile Vittorio Emanuele III e il complesso di Porta Melatina divenne esclusivamente Ospedale Psichiatrico c ' erano ricoverate ben 1.400 persone, su una popolazione del centro storico di 9.000 abitanti. L ' ala riservata ai ricoverati per malattie psichiche, che ospitava anche alcolizzati, prostitute, disagiati e tutti gli indigenti emarginati dalla popolazione della città, all ' epoca tutta in condizioni di vita difficili, fu aperta nel 1818, e dal 1893 i pazienti cominciarono ad aumentare costringendo la Chiesa ad ampliare. SONO BEN 7 I PADIGLIONI della ciclopica struttura. Al pianterreno, oltre ai tanti cortili, vi erano la portineria, la chiesa, gli alloggi delle suore, la grande cucina, la panetteria, la camera mortuaria, le officine da fabbro ed elettricista, ora senza più i tetti, la falegnameria e la sartoria. E ancora la farmacia, la lavanderia, i depositi, gli ambulatori e la sala per la macellazione e conservazione della carne. Poi c ' era la Comunità Sant ' Antonio, composta da pazienti che si gestivano da soli come in un primo esperimento di casa-famiglia, e ai piani superiori le camere di degenza dei pazienti e gli alloggi di medici e personale, gli uffici tecnici e amministrativi, l ' archivio, la parrucchiera, la direzione, la sala operatoria, quella per l ' autopsia e quella per l ' elettroshock. Quest ' ultima era color sabbia, piastrellata di bianco, al centro aveva un lettino metallico collegato al dispositivo per la terapia elettroconvulsivante, un craniostato per le radiografie e un elettroencefalografo per rilevare i potenziali elettrici del cervello. Infine c ' era il settore dei " semiagitati " , divenuto poi reparto Cerulli, per i malati cronici, quelli che hanno trascorso l ' intera vita tra queste mura, segregati dietro le sbarre. Sotto la direzione di Raffaele Roscioli, che guidò il manicomio dal 1892 al 1916, fu inoltre fondata all ' interno la scuola professionale per infermieri e fu istituita la colonia agricola per rendere autosufficiente l ' ospedale attraverso il lavoro dei malati stessi. Roscioli inaugurò inoltre il no-restraint, sistema di trattamento degli alienati che esclude l ' uso di mezzi di coercizione meccanica. Il direttore successivo, Giulio Garbini, nel 1917 fece smantellare le celle di isolamento, eliminò molte inferriate e sbarre che facevano somigliare il Sant ' Antonio Abate a un carcere e introdusse laboratori clinici e una biblioteca. In una di queste stanze dove ora giacciono una vecchia branda, qualche sedia rotta, una scala e una porta dal vetro spaccato, il 7 giugno del 1925 fu fondata dallo psichiatra Marco Levi Bianchini, all ' epoca direttore della struttura e amico personale di Sigmund Freud, la Società Psicoanalitica Italiana. Il 13 maggio del 1978 giunse poi la cosiddetta legge Basaglia a sancire la chiusura dei manicomi e, dopo lunga dismissione, il 31 marzo 1998 il Sant ' Antonio Abate chiuse definitivamente. Tra Museo della Psichiatria, Casa dello Studente e Polo Culturale della città, le ipotesi per un riutilizzo dell ' ampia area oggi non mancano. Mancano però i soldi per SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 111 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TERAMO 01/12/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 10 (tiratura:100000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato farlo, come al solito. Foto: Foto di Marco Ciampani SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 112 29/11/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 16 (diffusione:165207, tiratura:206221) Chiude il centro prelievi, Latini: «In arrivo grossi disagi» CASTELFIDARDO LA SANITÀ perde pezzi nella Valmusone, Latini: «Adesso tocca anche al punto prelievi di Castelfidardo, da un servizio di valenza quotidiana si passa alla chiusura totale del centro». Nell'aria c'era già da qualche giorno il triste presagio ma ieri è stato il consigliere regionale Dino Latini a confermare l'ipotesi dando l'annuncio ufficiale. Lo scenario che si profila e a dir poco allarmante. «I primi a pagarne le conseguenze saranno come al solito i cittadini che dovranno sobbarcarsi tutti i disagi che un centro prelievi, prenotazione e riscossione ticket creerà con la sua chiusura», precisa il consigliere, mettendo il dito sulla piaga del territorio depauperato e provato in ambito sanitario. «Siamo di fronte ancora una volta a una sanità che ragiona solo in termini di bilancio e di tagli secchi senza tener conto dei disservizi continua Latini focalizzandosi sulle conseguenze . La chiusura del punto prelievi fidardense si inserisce nel solco di una sanità sempre più a indirizzo privato. I cittadini si vedranno costretti a raggiungere i centri sanitari delle città limitrofe come Osimo o Loreto, caricandosi di costi aggiuntivi per il trasporto, problema aggravato poi dagli anziani, malati o allettati, dato che il trasporto pubblico sanitario non può soddisfare tutte le richieste». Per questo Latini ieri ha presentato un'interrogazione in Consiglio regionale per chiedere all'Assessore competente di salvaguardare il centro prelievi ed evitarne a tutti i costi la chiusura per il bene della vallata, stanca dei continui tagli. si.sa. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 113 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CASTELFIDARDO SANITA', L'ALLARME DEL CONSIGLIERE REGIONALE DOPO L'UFFICIALITA' 29/11/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 20 (diffusione:105812, tiratura:151233) «Telemedicina, la marcia in più per l'Africa» Il dottore italiano Bartoli ha aperto centri connessi con gli specialisti: «Un nuovo modello di cooperazione ad alto impatto e a basso costo» MATTEO MARCELLI Michelangelo Bartolo, angiologo dell'ospedale San Giovanni di Roma e «medico missionario», ha già raccontato la sua storia ad Avvenire . L'occasione fu il suo primo libro «La nostra Africa, diario del suo lavoro con Dream» (il programma della Comunità di Sant'Egidio per la lotta contro l'Aids), ma anche uno spaccato esilarante dell'Africa subsahariana e un romanzo molto apprezzato. Sono passati 10 anni da quando il problema era far capire che l'Aids è una malattia curabile, a patto di fornire, anche in Africa, una terapia continuativa e i farmaci necessari. Dream segue ora oltre 260mila pazienti tra Malawi, Kenya, Mozambico e Tanzania. Un'esperienza da cui è nata la onlus Global health telemedicine che si occupa di formazione medica e istallazione di centri di teleconsulto in Africa. «L'idea l'ho rubata - così dice Bartolo - da un progetto del ministero della Salute: Alleanza degli ospedali italiani del mondo», al quale però non si è dato il giusto seguito. Bartolo ha appena terminato un corso di formazione in Malawi, cui seguirà l'istallazione di altri due centri di telemedicina che si aggiungono agli otto già esistenti in tutta la regione. «Il progetto mi è esploso tra le mani, pensavamo di aprire tre o quattro centri ma mi sono ritrovato decine di richieste da molti Paesi». Con lui una équipe di otto medici italiani, con diverse specializzazioni. «Questo perché sia sempre più un servizio di medicina globale, non solo per l'Aids». I 52 medici locali formati, possono mandare un elettrocardiogramma, una lastra e chiedere una serie di informazioni. Possono scegliere se mandarla a un cardiologo o a un ematologo. «C'è un collegamento continuo tra i centri africani e vari medici (una rete di circa 25 dottori). Le richieste vengono smistate anche per lingua. Una volta partito il preconsulto, i medici che rientrano nei parametri richiesti ricevono un Sms. Il primo che si collega al pc controlla gli esami e risponde». In pochi mesi sono già arrivate risposte per più di 1.200 teleconsulti. La formazione è un punto essenziale: «Non solo abbatte i costi, ma dura nel tempo. Il medico anche in un centro sperduto della Tanzania non si sente solo ed è continuamente formato». Si tratta insomma di «un nuovo modello di cooperazione ad alto impatto e a basso costo - conclude Bartolo -. L'istallazione del centro in Malawi è costata 10mila euro». Bartolo sarà a Roma il 2 dicembre per presentare il suo nuovo libro «Sognando l'Africa in sol maggiore», già vincitore del premio Capalbio 2014 e del premio Mario Soldati: la storia (vera) della ricerca di un pastore luterano di un villaggio sperduto della Tanzania, inventore di una cura "miracolosa" per l'Aids. Ma ovviamente c'è molto di più. Foto: Michelangelo Bartoli in Malawi SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 114 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Malawi. 29/11/2014 Avvenire - Milano Pag. 3 (diffusione:105812, tiratura:151233) Al via servizio ad hoc di assistenza sanitaria e legale Psicologi e medici legali al Pronto soccorso del Circolo e del polo Del Ponte. La novità grazie all'onlus Amico Fragile MARIA TERESA ANTOGNAZZA no «spazio buono» negli ospedali di Varese, il Circolo e il polo materno-infantile Del Ponte, dove le donne maltrattate, vittime di violenza e di abusi sessuali, possono trovare il sostegno di un pool di professionisti, dallo psicologo al medico legale, in grado di dare ascolto e sostegno, e di raccogliere tutti i dati necessari ad avviare un eventuale processo a carico dell'aggressore. L'iniziativa, pronta a partire - e che si concretizzerà anche in una stanza apposita a fianco del Pronto soccorso di Giubiano dai primi di gennaio, dove gli psicologi saranno presenti ogni notte dalle 19 alle 7 del mattino - è frutto dell'impegno e della progettazione dell'associazione «Amico Fragile». La onlus, in collaborazione con l'Azienda ospedaliera universitaria Fondazione Macchi, ha raccolto la disponibilità dei professionisti e ne ha curato la formazione. «Abbiamo quattro psicologi già pronti - spiega la referente scientifica, Liliana Colombo, nota senologa varesina - e ne stiamo preparando un'altra decina, così da avere un pool qualificato per il servizio costante alle donne che si presentano al Pronto soccorso. Grazie poi al supporto prezioso e qualificante di Mario Tavani, cofondatore della onlus e direttore del Dipartimento Medicina legale dell'Università dell'Insubria, anche un gruppo di medici legali ha assicurato la propria disponibilità». Ogni volta che in Pronto soccorso, al Circolo o al Del Ponte, arriverà una donna maltrattata, se quest'ultima è d'accordo, il medico di turno potrà chiamare su un numero dedicato «Amico Fragile» che manderà immediatamente lo psicologo e il medico legale. «Dopo una lunga serie di incontri, in cui abbiamo studiato il problema della violenza e dei maltrattamenti alle donne e ai minori e il tipo di risposte presenti sul territorio - continua Colombo - con un impegno biennale all'interno del Soroptimist Club di Varese, siamo arrivati a formulare questo progetto e a fondare la onlus, che adesso arriva alla fase operativa, grazie al sostegno del professor Tavani, dell'Azienda ospedaliera e dell'Asl di Varese». La sfida? «Dare risposte concrete alle donne maltrattate nell'immediatezza del fatto, con un'assistenza integrata, come ora Amico Fragile inizierà a fare». Nell'attività di assistenza sanitaria e legale dell'onlus, anzitutto, sarà curata l'accoglienza della persona abusata nello «spazio buono», contiguo al Pronto Soccorso del Del Ponte; dopo la raccolta dell'anamnesi e la valutazione della situazione con tutti i rischi connessi, verranno date alla donna le informazioni sui suoi diritti e indicazioni su un eventuale ricovero o per un coinvolgimento dei Servizi sociali. L'associazione col suo pool di esperti potrà anche dare supporto tecnico al personale sanitario del Pronto soccorso per informare l'autorità giudiziaria. Foto: Un aiuto a Varese per le vittime di violenza SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 115 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Donne maltrattate, a Varese l'aiuto trova spazio in ospedale 29/11/2014 Il Gazzettino - Venezia Pag. 9 (diffusione:86966, tiratura:114104) Dipendenza dalla droga Oltre 2000 pazienti in cura Integrare nella società i pazienti cronici con un percorso di recupero e riabilitazione anche senza una guarigione completa dalla dipendenza dallo stupefacente. È questo il nuovo progetto a cui sta lavorando il CoRi (Coordinamento Veneziano per la Riabilitazione nelle Dipendenze Patologiche) con il supporto della cooperativa sociale Coges. Ad essere coinvolte sono tutte le strutture dei sette SerD che afferiscono alle quattro Asl della provincia di Venezia in una attività di coordinamento che permette uno scambio continuo di esperienze e anche l'avanzamento di un percorso comune nella cura dei pazienti. «Il nostro compito è quello di provare a dare delle risposte a questo tipo di emergenze - ha spiegato don Franco De Pieri, presidente del centro Don Milani a cui fa riferimento il Coges - E quando ci riusciamo siamo felici di aver raggiunto l'obiettivo». «Ci siamo posti il problema di curare la malattia di dipendenza anche per chi non riesce ad uscire dalla cronicità - spiega il dottor Diego Saccon, psichiatria della Ulss 10 - e praticare un sistema di riabilitazione a prescindere dalla guarigione completa del soggetto. Un percorso di studio avviato nel 2010 e durato 5 anni che ci ha consentito di tracciare anche una mappa precisa di quelli che sono i pazienti in cura e aggiornare il loro percorso». «La mancanza di guarigione clinica competa non vuol dire che i pazienti abbiamo bisogno solo di assistenza e contenimento (quindi metadone o altro tipo di farmaci) - ha aggiunto il responsabile del SerD di Chioggia dottor Ermanno Malagutti - ma può aiutarli a superare la cronicità anche un inserimento nelle aree del lavoro, dell'abitare, delle interazioni sociali». Ma veniamo ai numeri aggiornati al primo semestre del 2014 dei pazienti in cura. In totale sono assistiti 2270 pazienti, 1886 uomini e 384 donne. L'Asl 12 ha in carico 778 pazienti, seguita dalla Asl 13 con 640, Asl 10 con 433 e Asl 14 con 131. La maggioranza dei pazienti non è sposata ma ha un'occupazione stabile ed hanno anche una residenza fissa. I pazienti mediamente abitano con i genitori. 80 sono gli operatori del Soges impegnati nella cura dei pazienti che accusano una patologia da dipendenza. Da far notare che il progetto riguarda solo la dipendenza da droghe e non quella da problemi legati all'alcolismo che nelle 4 Asl provinciali contano circa 1500 casi. Raffaele Rosa © riproduzione riservata SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 116 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ I dati provinciali del Coordinamento che si occupa della riabilitazione 30/11/2014 Il Gazzettino - Venezia Pag. 7 (diffusione:86966, tiratura:114104) «Bisogna ridurre le Ulss del Veneto» La lista civica "Cavallino-Treporti" appoggia le proposte del governatore Luca Zaia Questione sanità: la lista civica «Cavallino-Treporti», appoggia la proposta del governatore del Veneto Luca Zaia. Ovvero la possibilità di valutare un'organizzazione territoriale diversa per la sanità veneta riducendo il numero delle Ulss, portandolo dalle attuali 24 (considerando anche le due Aziende ospedaliere di Padova e Vicenza e l'Istituto Oncologico) a 7, vale a dire una per provincia. «Siamo con il presidente Zaia - spiega Angelo Zanella - e sosteniamo pienamente questa sua proposta responsabile e di buon senso, perché, come ha lui stesso affermato, i cittadini sono più interessati alla qualità delle cure che alla scritta del numero dell'Aziende sanitarie sulla carta intestata. Così, una volta per tutte, si porrebbe anche fine alla diatriba relativa a quale Ulss debba appartenere Cavallino-Treporti». Secondo l'esponente della lista civica, già oggi i pazienti si rivolgono alle strutture sanitarie che ritengono migliori, indipendentemente dall'Ulss di appartenenza. «E in questo modo deve continuare a essere confidando che nella propria località di residenza funzionino adeguatamente quei servizi territoriali di cui più frequentemente abbiamo bisogno - aggiunge Zanella - per questo è essenziale che Cavallino-Treporti possa continuare a disporre dei servizi offerti dal distretto sanitario, che deve essere però potenziato e reso più funzionale di quanto lo sia oggi». Il punto di partenza per ogni ipotesi è poi legato alla diminuzione delle risorse a disposizione per un determinato territorio. «Occorre risparmiare dove è possibile - conclude l'esponente della lista - ma senza toccare la qualità. E se dobbiamo economizzare, facciamolo eliminando qualche sedia da manager è non qualche posto letto per gli ammalati». © riproduzione riservata SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 117 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Domenica 30 Novembre 2014, 30/11/2014 Il Gazzettino - Venezia Pag. 20 (diffusione:86966, tiratura:114104) Ospedale, il Consiglio boccia la Conferenza dei sindaci Dolo. Non passa l'emendamento sulla sospensione delle schede e nemmeno l'assestamento di bilancio: è polemica DOLO - Il consiglio ha bocciato il documento che la Conferenza dei sindaci lo scorso 24 ottobre aveva sottoscritto con l'impegno venisse approvato in ogni consiglio comunale e che riguardava la salvaguardia delle funzioni ospedaliere dell'asl 13 e la maggioranza è stata battuta sull'assestamento di bilancio. La votazione per il documento che chiedeva, di sospendere l'attuazione delle schede ospedaliere ha visto gran parte della maggioranza votare contro il documento unitamente alla Lega Nord 9 voti contrari, 7 favorevoli e 4 astenuti. Saltato anche l'assestamento di bilancio perché la votazione ha visto 10 voti a favori e 10 contrari. Molte le reazioni. Il Comitato Bruno Marcato ha osservato. «Purtroppo i partiti 'comandanò anche per l'Ospedale di Dolo che subirà lo spostamento degli uffici da Dolo a Noale Spostamento della Chirurgia, Urologia, Ortopedia a Mirano. Riduzione del Pronto Soccorso e previsione di alcuni posti letto di Chirurgia funzionante solo in orario diurno e chiusura totale al sabato e domenica. Radiologia sarà chiusa, rimarrà solo Rianimazione. Ecografia diagnostica ed interventistica sarà chiusa.» Il coordinatore della manifestazione del 16 novembre, Emilio Zen ha aggiunto. «L'amministrazione ha affossa un Ordine del Giorno già approvato in altri Comuni, fondamentale documento che mette in ordine tutte le valutazioni e rivendicazioni ormai dominio comune di chi sta conducendo una battaglia di civiltà. Che delusione, che amarezza! - osserva amaramente Zen - Sindaco, giunta, maggioranza si sono fatti incantare da vacui progetti futuristi, da specchietti per le allodole.» Per finire l'esponente del Partito Democratico Alberto Polo attacca duramente l'amministrazione del comune «La maggioranza a Dolo non esiste più, questi signori sono pregati di smetterla di prendere in giro la nostra città e di liberare tutti noi cittadini da questo indecoroso spettacolo. Dopo aver invano cercare di approvare il P.A.T.I. - continua Polo - giovedì si è consumato l'ennesimo scempio alle istituzioni cittadine con la mancata approvazione dell'assestamento di bilancio, uno strumento indispensabile per tutta la programmazione del Comune e per evitare le pesantissime sanzioni in caso di non rispetto del patto di stabilità». (l.per.) © riproduzione riservata SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 118 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Domenica 30 Novembre 2014, 01/12/2014 Il Gazzettino - Venezia Pag. 11 (diffusione:86966, tiratura:114104) «Andremo ad occupare l'ufficio di Luca Zaia» La battagliera promessa del Coordinamento per la buona sanità in difesa dell'ospedale cittadino Decise le prime iniziative per la salvaguardia dell'ospedale cittadino, dell'esecutivo del Coordinamento per la buona sanità, riunitosi per la prima volta al centro culturale «Da Vinci». L'obiettivo è quello di ottenere la riattivazione della struttura complessa di chirurgia, l'equa distribuzione delle risorse, quindi fondi per la Asl 10 in linea con quelli di altri territori e lo sviluppo delle dotazioni territoriali prima di qualunque provvedimento che riguardi gli ospedali. Per cercare di arrivare a tutto questo, il Coordinamento intende attivare un coinvolgimento della cittadinanza attraverso una lettera (che sarà inviata nei prossimi giorni) a tutti i sandonatesi che spieghi cosa sta avvenendo al proprio ospedale oltre a un presidio delle istituzioni in Regione. «A quanto pare il presidente Zaia non ha tempo di incontrare gli esponenti del territorio su un tema cruciale come la sanità, delegando assessori o dirigenti - spiegano dal Coordinamento - Se questo incontro non verrà fissato al più presto andremo a presidiare il suo ufficio in Regione finché non ci riceverà e ci dirà quali sono i suoi intendimenti per il Veneto Orientale». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 119 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lunedì 1 Dicembre 2014, 30/11/2014 Libero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:125215, tiratura:224026) Morti sospette e vaccino antinfluenza Governo e Regioni litigano sulle colpe CHIARA GIANNINI La psicosi per i presunti vaccini killer ha varcato i confini nazionali, tanto che anche l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha iniziato a indagare sulle morti in Italia. Oltre alle 11 segnalazioni ricevute dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ieri si sono registrati infatti quattro (...) segue a pagina 11 segue dalla prima (...) nuovi casi: uno in Toscana, dove un 90enne ha perso la vita in seguito all'iniezione di Fluad, il vaccino appartenente a uno dei due lotti incriminati (il 142701 e il 143301), uno a Cuneo, dove a morire è stato un 68enne che, però, era stato trattato con l'Agrippal, un farmaco anti-influenzale diverso, ma sempre prodotto dal colosso farmaceutico Novartis, infine due decessi sospetti sono stati segnalati in Abruzzo. C'è poi il caso a Genova, dove un uomo ha denunciato la morte del padre 65enne, morto alcuni giorni dopo aver assunto il Fluad. In serata, con una nota, l'Aifa ha fatto sapere che «le morti ufficiali sospette sono dodici» e che «sono aumentati da 2 a sei i lotti di vaccino sospettati di aver provocato diversi decessi in varie regioni italiane». Il totale ammonta così a 1.357.399 dosi «sospette». Come fatto per gli altri lotti, in queste ore, i vertici dell'Agenzia stanno valutando se ripetere lo stesso iter anche per gli altri 4 lotti, per i quali ancora non ci sono casi sufficienti per giustificare statisticamente un ritiro dell'intero lotto. E ieri - a tre giorni dall'inizio della psicosi-vaccini in tutta la Penisola - ha parlato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha puntato il dito contro le Regioni: «Sono responsabili della vigilanza dell'applicazione dei vaccini e devono informare tempestivamente sugli effetti degli stessi. C'è stata in questo caso una carenza da parte delle Regioni molto forte. Appena l'Aifa ha avuto la segnalazione da parte delle Regioni il ministero è intervenuto. Dal primo caso avvenuto il 7 novembre c'è stato un ritardo di 15 giorni». Parole cui a breve è seguita l'irata replica da parte delle Regioni arrivata per voce del presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino: «Noto con stupore che anche il ministro Lorenzin si lascia andare a uno sport troppo praticato nel nostro Paese: quello dello scaricabarile. Penso sia più opportuno, verificare insieme, nell'interesse dei cittadini, se c'è qualcosa che non ha funzionato nell'azione di farmacovigilanza e dove eventualmente ciò sia avvenuto, senza escludere le stesse agenzie nazionali, a cominciare dall'Aifa». Polemiche a parte, in serata, il ministro della Salute ha fatto sapere che «i primi risultati dei test che si stanno effettuando sui lotti sequestrati stanno dando esito negativo e non evidenziano una correlazione tra le morti sospette e i vaccini antinfluenzali assunti». Nel frattempo, il lavoro delle procure di territori in cui si sono verificati decessi prosegue senza sosta. Di ieri la notizia che quella di Prato, in via precauzionale, ha disposto il sequestro del lotto sospetto 143301 a livello nazionale. I sequestri avverranno per mano del Nas di Firenze. I carabinieri dello stesso nucleo ieri si sono recati a Rosia, in provincia di Siena, per sequestrare le dosi rimanenti del farmaco incriminato. Non ne avrebbero trovate, però. In Toscana l'allarme cresce, visto che sono 60mila i vaccini distribuiti e 2/3 quelli somministrati, anche se il presidente della Regione invita alla calma e spiega «tutti i lotti sospetti sono stati ritirati». L'Aifa «sta acquisendo tutti gli elementi necessari per verificare caso per caso le segnalazioni pervenute. Per non è possibile affermare che vi sia una relazione diretta fra la somministrazione del vaccino e le morti riportate, in quanto sono necessarie informazioni più complete e deve essere condotta un'analisi accurata dei casi». Analisi che è in corso, ma i cui risultati si potranno avere solo tra pochi giorni per i tossicologici e fra un mese per gli altri tipi di esami. Sempre secondo l'Agenzia, peraltro, «è possibile che l'aumento repentino delle segnalazioni di eventi verificatisi diversi giorni fa possa essere in parte ricondotto all'impatto mediatico di tali notizie sulla popolazione e all'acuita sensibilità stimolata nei cittadini e negli operatori sanitari». E gli esperti dell'Agenzia ribadiscono l'importanza del vaccino «in quanto l'influenza non è un malanno di stagione, ma una malattia infettiva seria che può aver complicanze gravi in soggetti a rischio». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 120 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tragicommedia all'italiana 30/11/2014 QN - La Nazione - Firenze Pag. 2 (diffusione:136993, tiratura:176177) «Chi può aspetti un po' La campagna vada avanti » I medici di famiglia: «Tranquilli, i lotti pericolosi sono stati ritirati» IL CONSIGLIO «Parlate con il dottore, saprà dirvi cosa fare Prima o dopo vaccinatevi» PAURA del vaccino. E il rischio che la campagna antinfluenzale sia finita qui insieme ai casi di morte sospetta. Cosa fare? Lo abbiamo chiesto a Vittorio Boscherini, segretario regionale della Fimmg, la siglia sindacale che riunisce la maggior parte dei medici di medicina generale. «Le persone con malattie croniche che ancora non si sono vaccinate devono andare dal medico di famiglia e consultarsi sull'opportuinità di fare o meno la vaccinazione». La vaccinazione va avanti? «Attualmente il problema è relativo solo ad alcuni lotti relativi al vaccino adiuvato (potenziato da sostanze che ne aumentano l'azione, ndr ). I medici di famiglia hanno sicuramente ricevuto due tipi diversi di vaccino, quindi la campagna di vaccinazione può andare avanti». Ora fare vaccino è un atto di coraggio: come affidarsi alla roulette russa. «Chi non ha stretta necessità, visto che ancora non ci sono segni della pandemia influenzale, sicuramente può aspettare qualche giorno. Il tempo che il ministero della Salute verifichi la reale connessione tra le morti e la somministrazione del vaccino». Difficile stare tranquilli. «I cittadini devono farlo. Il servizio sanitario nazionale ha comunicato a tutti i medici i lotti dei vaccini che non devono essere somministrati, chi vuol fare la vaccinazione può farla tranquillamente». Sicuramente dopo le morti sospette la sfiducia nella vaccinazione aumenterà. Dopo il crollo per il flop della 'suina'. «Questo episodio può influire ulteriormente negativamente sulla vaccinazione antinfluenzale che tutti gli anni salva un numero elevato di vite. Da quando i medici di medicina generale hanno assunto in prima persona l'onere della vaccinazione hanno portato la percentuale di vaccinati al 7080% con un importante calo delle morti che prima degli anni Ottanta si verificavano per polmoniti e complicanze cardiovascolari dovute all'influenza». Cosa potrebbe accadere se la campagna vaccinale finisse qui? «Si potrebbe andare incontro a un nuovo aumento di decessi. E anche a una maggiore diffusione dell'influenza». Qual è il suo consiglio? «Che i toscani vadano dal medico di famiglia senza alcun timore e si consiglino con lui sull'opportunità di fare immediatamente la vaccinazione, nel caso di persone a rischio, o sull'opportinità di spostarla di qualche giorno. Il guaio sarebbe se la vaccinazione non venisse effettuata». Bisogna ammettere che ciò che sta succedendo non è trabquillizzante. «Ciò che sta accadendo è il segno che il sistema di controllo del servizio sanitario nazionale e dell'Aifa (l'agenzia del farmaco, ndr ) funziona e che al minimo accenno di problema immediamamete scattano meccanismi per la tutela della salute dei cittadini». Ilaria Ulivelli L'assessore «Decide l'Aifa Altrimenti giungla» «Avanti con le vaccinazioni - dice l'assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni -. C'è un organo competente che decide: è l'Aifa, se ognuno comincia a fare come gli pare diventa una giungla». Il governatore «Evitiamo il panico» «Invito gli organi di informazione a evitare campagne allarmistiche che potrebbero suscitare panico e quindi errati comportamenti sanitari», ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi. Foto: Un ambulatorio Asl dove vengono effettuate le vaccinazioni (foto d'archivio) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 121 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL SEQUESTRO L'ALLARME LA PROCURA DI PRATO HA DISPOSTO IL SEQUESTRO A LIVELLO NAZIONALE DI TUTTI I VACCINI DEL LOTTO 143301 01/12/2014 Corriere Economia - N.40 - 1 dicembre 2014 Pag. 1 Le nuove reti multidisciplinari per battere la crisi ISIDORO TROVATO A pagina 23 D i nuovo scontro. Il mondo delle professioni sanitarie è agitato da nuove turbolenze perché nel disegno di legge 1324 (quello che riconosce l'albo professionale alle nuove professioni sanitarie) dovrebbero essere inserite anche l'omeopatia e la chiropratica. I nuovi Albi «La chiropratica è già riconosciuta come professione sanitaria primaria dal 1° gennaio 2008 - ricorda John Williams, presidente dell'Associazione italiana chiropratici -. L'attività doveva essere disciplinata con un decreto di attuazione entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge, ma nonostante siano passati quattro ministri della Salute, stiamo ancora aspettando. Questa situazione reca gravi danni non solo ai chiropratici, ma anche a chi vuole farsi curare dal chiropratico, perché il mancato riconoscimento aumenta i costi delle prestazione (causa Iva). Inoltre, la salute del cittadino è messa al rischio dalla proliferazione di pericolosi abusivi che mettono le mani sui pazienti senza avere la preparazione necessaria». Il riconoscimento però non piace per nulla al Coordinamento nazionale associazione professioni sanitarie: «Fa onore al legislatore porsi il problema di garantire maggiore sicurezza ai cittadini di fronte a discipline prive di regolamentazione ma che operano in campo sanitario - osserva Antonio Bortone, presidente del Conaps - . Però le regole poste a garanzia dei cittadini e del sistema delle professioni che la salute di questi devono tutelare, non possono essere violate per assecondare interessi di figure non sanitarie e senza titoli legali». In realtà i titoli legali ci sarebbero perché la chiropratica richiede un corso accademico post-secondario di sette anni negli Stati Uniti per ottenere la laurea di «Doctor of Chiropractic» e cinque anni in Europa. Il punto è che questi titoli fanno storcere il naso ai nostri professionisti della sanità che li ritengono inadeguati. «Esistono nove corsi universitari in Europa - precisa il presidente dei chiropratici - e la nostra specializzazione è riconosciuta in 16 Paesi europei di cui 13 disciplinati con un profilo professionale specifica». Ecco il perché della richiesta del nuovo albo. Lo scontro «Ma già oggi - ribatte Bortone - esistono professionisti sanitari, che praticano tecniche osteopatiche e di terapia manuale, che alcuni vorrebbero incluse nel capitolo 'chiropratica'. E lo fanno avendo alle spalle una formazione universitaria di base, un codice deontologico, la riconoscibilità del proprio agire derivante dall'esame di Stato abilitante. Per questo ribadiamo la posizione già più volte espressa: il riferimento alle 'nuove professioni' deve essere totalmente stralciato dal disegno di legge 1324». Una richiesta che irrita e insospettisce chiropratici e osteopati. «Adesso che il governo e il ministero della Salute hanno deciso finalmente di correggere questa mancanza giuridica, si fa avanti, chi per interessi personali o di categorie, con l'intenzione di scippare o sminuire le competenze del chiropratico - osserva Williams -. Il Conaps è un'organizzazione che rappresenta professioni sanitarie tecniche che niente hanno a che fare con la chiropratica. La nostra non è una mera tecnica, ma una professione con una sua particolare filosofia che determina un iter diagnostico funzionale unico e un regime di trattamento estraneo alle altre professioni sanitarie, perché non basato principalmente sulla sintomatologia. C'è, purtroppo, spesso il desiderio, o per ignoranza o per furbizia, di espropriare un titolo professionale per via burocratica o legislativa, invece di seguire il giusto iter formativo della professione». Toccherà al ministro Beatrice Lorenzin dirimere (in tempi brevi) la controversia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Volti Il ministro della Giustiza Andrea Orlando e Beatrice Lorenzin a capo della Sanità che vigila sulle professioni sanitarie SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 122 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Piccole imprese 30/11/2014 La Repubblica - Album - Festa toscana Pag. 25 Le frontiere della cura cannabis "di Stato" prodotta dai militari Hanno rifornito l'esercito italiano con chinino e antidoti alle radiazioni Oggi sono gli unici esperti di farmaci orfani e sperimentali La preparazione dovrebbe iniziare nel 2015. Saranno i medici di famiglia a prescrivere le dosi necessarie per le terapie SIMONA POLI CANNABIS terapeutica, l'Italia la produrrà in proprio. E sarà lo Stato a farsi carico della fabbricazione. Il derivato della pianta utilizzato per combattere il dolore nei malati gravi sarà creato in questo "Stabilimento chimico militare" di Firenze, dove già vengono preparati i cosiddetti "farmaci orfani", capaci di curare patologie rare e invalidanti ma snobbati dalle multinazionali che li considerano poco remunerativi. L'accordo tra i ministeri della Difesa e della Salute risponde a una richiesta avanzata dal consiglio regionale toscano, da Palazzo Vecchio e dal senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione dei Diritti umani, che a gennaio aveva presentato uno disegno di legge. «Bella notizia e vicenda sommamente istruttiva», commenta Manconi. «Ci sono voluti sette anni perché un farmaco capace di ridurre il dolore venisse sottratto all'interdizione ideologica», è stato il suo commento. La decisione è accolta con entusiasmo dentro l'Istituto nato a Firenze nel 1931: «Qui lavorano 80 professionisti, tra civili e militari, ma ora speriamo di ampliare l'organico». La Toscana è stata la prima regione ad approvare una legge per consentire l'uso di cannabis per combattere il dolore nelle fasi avanzate del tumore e di altre patologie ma finora i preparati venivano importati dalla Svizzera. Il prodotto sarà somministrato in forma di tisana oppure potrà essere inalato a freddo, con un dosaggio personalizzato su richiesta del medico curante. «Non per tutti questa terapia è valida ma è importante che si possa utilizzare senza tabù», avverte Paolo Morino, direttore del Coordinamento delle cure palliative dell'azienda sanitaria di Firenze. «La cannabis funziona bene nel controllo dell'astenia e dell'anoressia nei pazienti sottoposti a chemio e contro il dolore oncologico, nella spasticità e nella sclerosi multipla». L'oncologo Umberto Veronesi va oltre: «I cannabinoidi sono validi nella prevenzione del dolore e come sedativo contro gli stati d'ansia. Ma la marijuana va liberalizzata e legalizzata, il proibizionismo ha fallito». La Regione ha dettato recentemente le regole per la somministrazione della cannabis terapeutica: una delibera, portata dall'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e approvata dalla giunta, dà una serie di indirizzi procedurali e organizzativi per l'attuazione della legge regionale 18 del maggio 2012. Tra le indicazioni si stabilisce, spiega una nota, «che tutti i medici possono prescrivere le preparazioni a base di cannabis, nei limiti previsti dalla normativa nazionale vigente. Che la prescrizione e l'inizio del trattamento con questi medicinali deve essere eseguita in strutture ospedaliere (o assimilabili) del servizio sanitario regionale, inclusi reparti di degenza, day-hospital o strutture ambulatoriali. Che nel caso ci sia necessità di proseguire il trattamento farmacologico anche dopo la degenza in ospedale, il medico o la struttura possono attuare una dimissione assistita del paziente e provvedere direttamente alla consegna dei farmaci ritenuti necessari al proseguimento della terapia farmacologica. Che le farmacie ospedaliere devono attivare tutte le procedure relative all'acquisto o all'importazione delle sostanze medicinali e all'allestimento dei preparati magistrali». IL FUTURO LA TERAPIA Saranno essiccate le infiorescenze delle piante femmine di cannabis messe in commercio a scopo terapeutico nel 2015 LO STABILIMENTO Fondato il 22 dicembre 1832, data in cui Re Carlo Alberto creava il Consiglio Superiore della Sanità dell'Armata Sarda, Foto: I LABORATORI Si producono molti farmaci nell'Istituto farmaceutico militare di via Reginaldo Giuliani SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 123 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La sanità 29/11/2014 Gente - N.49 - 9 dicembre 2014 Pag. 14 (diffusione:372741, tiratura:488629) Diffidate di chi dice non allattarlo Dopo lo scandalo dei 12 pediatri arrestati perché prescrivevano il latte artificiale in cambio di regali costosi, si riapre il dibattito. «Quello materno è più completo e protegge dalle allergie», spiega l'esperto Alessandra Gavazzi Smartphone, tablet, Tv. Ma anche vacanze pagate per tutta la famiglia. Poca voglia di viaggiare? Allora soldi in contanti di pari valore. E per chi stava ristrutturando casa, perché no, anche un condizionatore nuovo. Ognuno aveva il suo prezzo, ma la merce di scambio era sempre quella: prescrivere l'utilizzo di una certa marca di latte in polvere a puerpere che avrebbero invece potuto allattare i loro bambini al seno. Con questa accusa gravissima, i Nas e i magistrati di Pisa hanno arrestato dodici pediatri, tra i quali due primari, e altre sei persone (informatori scientifici e dirigenti d'azienda specializzati in alimenti per l'infanzia). «Mi chiedo», ha tuonato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, «come possano quei pediatri andare contro l'etica della professione sulla pelle di bambini appena nati». Già perché il business illecito in questione si svolgeva tra Liguria e Toscana, ma ha riacceso i riflettori su un tema da sempre controverso. Perché se è vero che l'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l'allattamento materno esclusivo nei primi sei mesi d'età del piccolo, è anche vero che in Italia secondo il rapporto della Convenzione sui diritti dell'infanzia e l'adolescenza questo accade solo per 30 neonati su cento. Ma davvero il latte in polvere può essere un rischio? «No, oggi è ultra controllato e quindi non può essere dannoso per i neonati», spiega Enzo Corbella, il pediatra di Gente . «Ma, in assenza di controindicazioni, il latte materno ha molti indiscutibili vantaggi». Uno su tutti: «È l'alimento più naturale e completo che esista. Per quanto il latte in polvere cerchi di avvicinarsi il più possibile, non coprirà mai il reale completo fabbisogno dei bambino». Come dire: Madre Natura si può imitare, mai eguagliare. Ma i benefici più evidenti sono quelli sul sistema immunitario e nella lotta alle allergie. «Il latte materno non ne provoca mai», continua il pediatra. «Se invece uno dei due genitori o entrambi sono intolleranti alle proteine del latte, il bambino nutrito con l'alimento artificiale ha alte probabilità di diventare allergico entro il primo anno d'età». E anche di sviluppare più infezioni. «L'allattamento naturale ha una funzione protettiva sul sistema immunitario. In particolare, vengono registrati meno episodi di infezioni al sistema gastrointestinale». Con la crescita, la grande nemica è l'obesità. «Molti studi ormai indicano che chi viene nutrito con il latte artificiale ha maggior predisposizione all'aumento di peso da adulto». Tutte evidenze mediche, dunque. Ma c'è dell'altro e riguarda un aspetto squisitamente poco scientifico. «L'allattamento al seno favorisce un miglior rapporto tra madre e bambino. Quel contatto unico tra i due corpi non è solo nutrizione, ma anche la prima forma di gratificazione per il neonato». Così, dopo la gravidanza e il trauma da separazione dopo il parto, «mamma e figlio riempiono nuovamente di significato il loro legame grazie a quel momento che niente può sostituire». Neppure il miglior biberon. Foto: GrAnDe AccuSAto Stefano Parmigiani, 57 anni, primario di pediatria all'ospedale Sant'Andrea di La Spezia: è ai domiciliari per aver prescritto latte in polvere (sotto) in cambio di regali. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 124 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PERSONE & FATTI 29/11/2014 Gente - N.49 - 9 dicembre 2014 Pag. 17 (diffusione:372741, tiratura:488629) I macabri selfie dell'infermiera-killer Daniela Poggiali è in carcere perché sospettata d'aver ucciso molti suoi pazienti all'Umberto i di lugo di romagna. e, si scopre ora, non li lasciava in pace neppure quando erano ormai senza vita r.l. lei nega che l'anziana paziente a fianco della quale ha posato per un sorridente selfie con i pollici alzati fosse già deceduta al momento dello scatto, ma in fondo non fa una grande differenza: il senso di raccapriccio che quella foto suscita non muta. Certo, se l'oltraggioso rito risultasse confermato, Daniela Poggiali, l'infermiera dell'ospedale Umberto I di Lugo di Romagna, già ribattezzata "killer delle corsie", perché sospettata di aver procurato la morte di molti degenti, dovrebbe rispondere anche di vilipendio di cadavere. Intanto però, proprio quelle foto ripugnanti, saltate fuori dai faldoni dell'inchiesta e trovate nella memoria del telefonino dell'indagata da un ingegnere informatico incaricato dal tribunale, sono costate alla Poggiali, e alla sua collega Sara Pausini che le avrebbe scattate, il posto di lavoro. E se Stefano Della Valle, l'avvocato della Poggiali, ha già impugnato il licenziamento davanti al giudice del lavoro, la Pausini avrebbe invece confermato con le dichiarazioni rese ai carabinieri di aver accompagnato la collega nello stanzino dove vengono portati i pazienti deceduti e, per non contraddirla, perché «lei è un tipo vendicativo», di aver acconsentito a scattare. Intanto l'infermiera-killer, che ha 42 anni, resta in carcere, dove è rinchiusa dal 10 ottobre dopo un'indagine durata sei mesi per la morte di Rosa Calderoni, settantottenne diabetica ricoverata all'Umberto I per un banalissimo malore e deceduta incomprensibilmente pochi giorni dopo. Solo l'esito dell'autopsia disposta dal pm ha accertato nei giorni successivi che nel corpo della donna era presente una sospetta quantità di cloruro di potassio, sostanza letale usata anche nelle esecuzioni capitali negli Stati Uniti, della quale si sono riscontrate tracce anche all'interno della flebo dell'anziana signora. Il giorno del decesso, era l'8 aprile del 2014, Daniela Poggiali, che è anche accusata di piccoli furti ai danni dei pazienti risalenti al 2013, era di turno: così come lo era in concomitanza con la morte di altri 38 pazienti, deceduti dall'inizio dell'anno nello stesso reparto all'Umberto I in circostanze poco chiare. Troppi, dicono gli inquirenti che hanno disposto il sequestro di tutte le cartelle cliniche dei degenti morti. Anche perché il numero di decessi, rispetto alla media, è cresciuto dell'80 per cento. Foto: arrestata e licenziata Lugo di Romagna (Ravenna) . Daniela Poggiali, 42 anni, nell'oltraggioso autoscatto con una paziente deceduta. a sinistra, al momento dell'arresto il 10 ottobre. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 125 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La foto-choc 29/11/2014 Gente - N.49 - 9 dicembre 2014 Pag. 52 (diffusione:372741, tiratura:488629) scommettere, vizio assurdo vite d'azzardo Stefano Nazzi Marco Baldini ha un merito: aver acceso i riflettori su un problema drammatico. La storica spalla di Fiorello ha abbandonato Fuori programma , trasmissione quotidiana che va in onda su Radio1, rivelando di essere inseguito 24 ore su 24 dai creditori per vecchi debiti di gioco: «Mi fanno 150 telefonate al giorno, è un incubo. E minacciano di presentarsi dove lavoro. Non posso continuare così e mettere a rischio le persone che mi circondano e che mi vogliono bene. E poi con la trasmissione guadagno poco e mi preclude altri lavori più convenienti. Devo guadagnare di più per pagare i debiti di gioco». La storia di Marco Baldini è la goccia in un mare enorme, composto da milioni di solitudini e angosce. Un milione di persone in Italia è ammalato o rischia di ammalarsi di gioco d'azzardo. Altri due milioni sono border line , e cioè sul confine, considerati a rischio più basso. Ma è pur sempre rischio. Ludopatia è il termine tecnico: è una patologia moderna, terribile e in continua crescita. Giocare d'azzardo, e poi continuare a giocare, e poi ancora. Senza riuscire a smettere. Don Luigi Ciotti, fondatore dell'associazione Libera (coordinamento nazionale di oltre 1.600 associazioni impegnate in Italia per la legalità), parla di "Azzardopoli", un fenomeno devastante «che ha costi umani e sociali immensi. L'offerta continua di gioco crea dipendenze, determina una corruzione della speranza perché si vendono alla gente facili illusioni. E le famiglie si lacerano». In Italia 19 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni hanno puntato almeno una volta su giochi che promettono denaro. La grande maggioranza gioca per svago, per divertimento, per socializzare. Ma la fetta di chi non riesce a controllarsi è sempre più vasta e in aumento. Il fatturato è enorme: 85 miliardi di euro. È come se ogni italiano, neonati compresi, puntasse ogni anno 1.260 euro, una cifra due volte superiore a quanto le famiglie spendono per la salute. Addirittura a giocare sono più di 600 mila under 18 che aggirano la legge che proibisce il gioco d'azzardo ai minorenni. Si gioca con il Gratta e Vinci e al Lotto, ai cavalli e sulle partite di calcio, nelle ricevitorie e nelle agenzie di scommesse. Si gioca "dal vivo" di giorno e su Internet di notte. Si gioca e si perde. Si tenta l'azzardo per sperare in un futuro migliore. Oppure per scappare lontano con la mente, dimenticarsi dei problemi, dissociarsi dalla vita di tutti i giorni. Spesso con il risultato opposto: ci si isola ancora di più, si ingigantiscono i problemi e si escludono gli affetti dal proprio mondo. Più si va a fondo e più il gioco diventa compulsivo. È un circolo vizioso, per perdere soldi si cercano soldi, spesso affidandosi a strozzini. «E se da una parte», spiega Carlo Rienzi, presidente di Codacons, associazione per la difesa dei consumatori, «ci si rende conto che in Italia siamo di fronte a una vera e propria epidemia, dall'altro l'offerta aumenta con pubblicità incessanti». Non c'è crisi economica che tenga. «È vero che per la prima volta dal 2004 nel 2013 c'è stato un minimo decremento del fatturato», spiega Matteo Iori, presidente del Conagga, Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d'azzardo, «ma in realtà noi vediamo che la disperazione aumenta, che le persone malate di gioco sono tantissime, troppe. Anzi, la crisi economica rischia di essere un incentivo: molti cercano una scorciatoia per togliersi da situazioni difficili». Come se ne esce? Come si può aiutare chi si ammala di ludopatia? Mara Maionchi, celebre discografica e conduttrice di ExtraFactor , la striscia che va in onda dopo X Factor , la racconta così: «Perdevo più di quanto guadagnavo, dovevo smettere. Così, semplicemente, ho scritto una lettera a tutti i casinò: "Non fatemi più entrare, se mi vedete, sbattetemi fuori"». Sembra facile, non lo è. Lo spiega bene Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, un passato da giocatore d'azzardo furioso: «Per il momento ne sono uscito, non gioco e ho trovato nel lavoro l'adrenalina, la motivazione. Ma non canto vittoria, quando un demone è dentro di te sai che lo stai controllando, ma hai paura che riesploda». Pupo racconta che il gioco gli «succhiava via la vita». Come si è salvato? «Ho la fortuna di avere una carattere positivo, ce l'ho fatta. Marco Baldini è un mio amico. Paradossalmente penso che, lasciando il lavoro, abbia finalmente preso la vita nelle sue mani: è sempre stato la spalla di Fiorello, ora è come se dicesse: "Basta, me la devo cavare da solo"». Ad aiutare chi soffre di ludopatia sono soprattutto Asl, con i servizi contro le dipendenze patologiche, e i centri privati. Spiega Cesare Guerreschi, fondatore e presidente del Siipac, Società italiana intervento patologie SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 126 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Un milione di italiani malati di gioco compUlsivo: è emergenza inchiesta 29/11/2014 Gente - N.49 - 9 dicembre 2014 Pag. 52 (diffusione:372741, tiratura:488629) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 127 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato compulsive, uno dei primi centri in Italia che si è occupato del problema: «Da un punto di vista neurobiologico non si sa ancora cosa spinga a questo comportamento anche se un ruolo importante sappiamo che lo gioca la dopamina, l'ormone che tra le altre cose regola il piacere. Noi utilizziamo una forma di terapia che prevede incontri individuali e lavoro di gruppo sotto la supervisione di un terapeuta». Ma in cosa consiste la possibile cura? «Training autogeno, gruppi autogestiti di mutuo aiuto e, importantissimo, tutoraggio economico che permette a chi ha il problema un controllo sulle proprie spese, riabituando così a un uso controllato del denaro». Ma prima dell'intervento terapeutico serve la prevenzione. «Bisogna spiegare, soprattutto ai più giovani, che giocare d'azzardo è rischioso», spiega ancora Matteo Iori, «e che giocando si affidano all'aleatorietà e non all'abilità». E bisogna sfatare falsi miti. Ci prova Valter Drusetta, responsabile Prevenzione del Dipartimento Dipendenze della Asl di Mantova dove è stata allestita una finta sala giochi con roulette e slot machine: «Abbiamo creato un percorso didattico per smontare con la pratica quello che chiamiamo "pensiero magico". E cioè, per esempio, che il numero che non esce da molto tempo ha più probabilità degli altri di uscire: ecco, quest'idea "magica" è priva di fondamento. Insomma, usiamo la matematica per cercare di dare una visione estremamente razionale del gioco». È ciò che fa per esempio il sito Internet www.fateilnostrogioco.it, creato da tre giovani, matematici e fisici. Sul loro sito si scopre per esempio che, calcoli alla mano, dopo circa 2 mila puntate, ogni 100 euro giocati alla roulette se ne perdono 2,70. È una media: un giocatore in serie positiva dopo 10 giocate può decidere di fermarsi per sempre. E allora avrà vinto. Ma se continua a puntare alla lunga il risultato non potrà essere che quello dei 2,70 euro persi. È scientifico. Alle slot machine chi gioca tanto perde 15 euro ogni 100, chi gioca al Lotto alla lunga perderà 87 euro ogni cento giocati. Sempre la matematica spiega che al Superenalotto la probabilità di vincere, per chi gioca tanto, è una ogni 622 milioni 624.630 possibilità. Non basta una vita, nemmeno due. Stefano Nazzi strega anche le donne Una giocatrice davanti alla slot machine in una sala giochi. Il 38% degli italiani amanti delle scommesse è di sesso femminile. le donne prediligono il gratta e Vinci. ultimo arrivato: il texas hold'em sopra, una delle forme di azzardo che si è più diffusa negli ultimi anni, il texas hold'em, specialità di poker. allo stesso tavolo, virtuale, possono sedere oltre dieci giocatori. a destra, una slot machine in cui si punta sulla combinazione di carte del texas hold'em. soluzione drastica mara maionchi, 73 anni, era assidua frequentatrice dei casinò. Poi scrisse a tutti: "non fatemi più entrare, se mi vedete, bloccatemi".ciFre da capogiro quanti record 85 miliardi di euro: il fatturato in italia del gioco d'azzardo. vanno aggiunti altri 15 miliardi di attività illegali. 56% proviene da slot machine e video lotterie, 14,7% dai gratta e vinci, 9,5% dal lotto, 4,9% dalle scommesse sportive, 4% dal superenalotto, il rimanente da Bingo e scommesse ippiche. Secondo posto: è la posizione occupata dall'italia in europa per fatturato del gioco d'azzardo (prima è la Finlandia). Sesto posto: è la posizione occupata dall'italia nel mondo per fatturato del gioco d'azzardo. 1.260 euro: la spesa media annua pro capite in italia, neonati compresi, per il gioco. 1.634: la spesa media annua pro capite nella città di pavia, che detiene il record in italia. A mANtovA c'è lA curA: uNA fiNtA SAlA giochi e lA mAtemAticA la finta sala giochi terapeutica allestita dalla Asl di mantova dove, con un percorso guidato, vengono spiegati in maniera matematica i meccanismi del gioco e le probabilità di vittoria. in primo piano valter Drusetta, responsabile Prevenzione Dipendenze.under 18 in pericolo attira i ragazzi 19 milioni: gli italiani tra i 15 e i 64 anni che hanno puntato almeno una volta sui giochi presenti sul mercato (38% donne, 62% uomini). 3 milioni: gli italiani a rischio ludopatia (2 milioni a basso rischio, 1 milione ad alto rischio). il 78% di chi è a rischio ha tra i 15 e i 34 anni. 1 milione: gli studenti che nell'ultimo anno hanno giocato d'azzardo. 630.000: gli under 18 che, nell'ultimo anno, hanno puntato almeno un euro.scommessopoli si punta ovunque 3.472: i gratta e vinci acquistati in italia ogni secondo. 32.343: gli euro giocati ogni minuto alle slot machine. 70 milioni: gli euro giocati ogni giorno al Bingo. 2,2 miliardi: euro giocati ogni anno al lotto. 4 miliardi: euro puntati ogni anno sulle sommesse sportive. 10.229: i punti-vendita dove acquistare concorsi 29/11/2014 Gente - N.49 - 9 dicembre 2014 Pag. 52 (diffusione:372741, tiratura:488629) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 128 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato pronostico. 7.059: le attività dove si possono "piazzare" scommesse sportive. 5.657: i punti dedicati alle scommesse sull'ippica. 33.624: le ricevitorie del lotto. 63.321: i punti dove acquistare tagliandi della lotteria. Foto: uNa vita paSSata al caSiNò Marco Baldini, 55 anni, storica spalla di Fiorello, davanti a una roulette: «Non gioco più», ha detto, «ma devo pagare i moltissimi debiti accumulati». il gratta e viNci ha 20 aNNi un gesto comune: con una moneta si scoprono i numeri del gratta e vinci. la lotteria istantanea arrivò in italia nel 1994 ed ebbe subito successo. Foto: mA quAlcuNo ce lA fA... il cartello che annuncia la super vincita in una ricevitoria. 29/11/2014 Il Pediatra - 6 novembre 2014 Pag. 14 (diffusione:6851, tiratura:7000) Farmaci in pediatria La sperimentazione è un bene necessario Sono ancora troppo pochi i medicinali sviluppati specificatamente per la popolazione pediatrica. Per questo servono iniziative indirizzate a sensibilizzare l'opinione pubblica e a incentivare la ricerca Marvi Tonus rescnvere a un bambino un farmaco off-kibel è come camminare su un ponte di corda sospeso nel vuoto: è una decisione che il pediatra non prende a cuor leggero e che può comportare dei rischi ma spesso è l'unica possibile in assenza di alternative. Questo accade perché oltre il 50 per cento dei farmaci non è testato per uso pediatrico poiché è stato sperimentato solo su una popolazione di adulti. Si tende a proteggere i bambini dalla sperimentazione andando contro i loro interessi. Da un punto di vista normativo, l'uso al di fuori delle indicazioni autorizzate, qualora il medico lo ritenga necessario, è una pratica consentita e rappresenta per i pediatri un'importante opportunità, come verrà illustrato in questa inchiesta. Aggirare il problema però non equivale a risolverlo. La campagna dell'Aita Di per sé un tritii clinico rappresenta sempre un'impresa impegnativa dal punto di vista economico, etico e organizzativo, tanto più quando i soggetti arruolati nello studio sono piccoli o addirittura neonati. L'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), consapevole dell'esigenza di arricchire il patrimonio terapeutico dei pediatri, aumentare la sensibilità del pubblico verso l'importanza della sperimentazione e di promuovere un uso corretto dei medicinali nei bambini, ha lanciato alcune settimane fa una campagna mediatica che si articola in pubblicità televisiva e radiofonica, affissioni, strumenti informativi Web e azioni sui social media, da cui ci si attende un buon riscontro, come dichiara Luca Pani, direttore generale dell'Aifa: «Siamo ottimisti anche se la rilevazione dell'impatto quali-quantitativo della nostra iniziativa sarà nota solo alla fine. La campagna è frutto di un lungo percorso di dialogo con la pediatria italiana ed europea, con ricercatori e rappresentanti delle istituzioni della salute che, nel corso degli ultimi anni, hanno affrontato il delicato tema della disponibilità di farmaci e trattamenti destinati specificatamente ai bambini. Per questo uno dei visual è dedicato espressamente alla sensibilizzazione verso un maggior ricorso alle sperimentazioni cliniche. L'obiettivo è smuovere le coscienze e favorire la disponibilità di un più ampio numero di farmaci adatti all'età pediatrica, prodotti testati sulle reali esigenze e caratteristiche di questa popolazione di pazienti. Tutti i farmaci, per adulti e per bambini, ricevono l'autorizzazione alla loro immissione in commercio dall'Aifa solo dietro scrupolose verifiche su efficacia, qualità e sicurezza ma il nostro auspicio sarebbe ridurre quanto possibile il ricorso all'impiego off-label» (vedi il riquadro "Questioni di etichetta"). Con l'età varia la farmacocinetica Uno degli slogan della campagna dell'Aifa intitolata "Farmaci e pediatria" recita: / bambini non sono adulti in miniatura, il senso della misura non basta. «I minori non possono essere equiparati agli adulti nella risposta al trattamento farmacologico» spiega Pani. «L'errore che si commette ricorrendo al fai-da-te è quello di ridurre arbitrariamente le dosi di un medicinale comunemente utilizzato per adulti, ritarandole in base al peso corporeo e all'età del bambino. Il ruolo del pediatra è fondamentale perché è consapevole dei rischi che comporta somministrare un farmaco con dosaggi, indicazioni e formulazioni non approvati specificamente per l'età pediatrica». Il problema nasce dal fatto che la farmacocinetica nelle diverse fasce di età dell'infanzia si modifica in modo sostanziale, come illustra Armando Genazzani, professore associato di farmacologia presso l'Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro: «Tradizionalmente la farmacocinetica è suddivisa in assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione. Durante lo sviluppo di un individuo queste fasi si modificano, talvolta anche drammaticamente. L'assorbimento intestinale, per esempio, dipende dal pH gastrico che nel primo mese di vita è molto meno acido se paragonato a quello dell'adulto. I farmaci che normalmente verrebbero in parte degradati non lo sono più e la biodisponibilità aumenta. Un altro elemento da tenere in considerazione è la flora intestinale, il famoso microbioma, che può alterare la quantità di farmaco assorbita o trasformata. Ovviamente, quando la flora è assente, ridotta o qualitativamente diversa come può accadere nei prematuri, l'assorbimento si modifica. Nei neonati e nei lattanti invece l'aumentata permeabilità capillare e l'immaturità degli strati della pelle portano a un incremento SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 129 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inchiesta / Terapia 29/11/2014 Il Pediatra - 6 novembre 2014 Pag. 14 (diffusione:6851, tiratura:7000) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 130 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dell'assorbimento a livello transdermico». Una volta penetrato nell'organismo il farmaco si distribuisce nei diversi compartimenti acquosi, arrivando a una concentrazione che dovrebbe consentire il miglior rapporto rischio/beneficio. «La percentuale relativa di acqua durante lo sviluppo post-natale non è però uguale nelle diverse fasce di età» spiega Genazzani. «I neonati hanno una percentuale di acqua rispetto al loro peso totale superiore agli adulti. Tale aumento si riduce progressivamente durante tutto il corso della vita, dalla nascita alla vecchiaia e quindi la concentrazione di farmaco che ci possiamo aspettare è più bassa nel lattante, più alta nell'anziano e intermedia nell'adulto. Anche la percentuale di fluidi intra- ed extra cellulare si modifica con il tempo comportando un aumento o una ridotta concentrazione di farmaco nei diversi compartimenti e sui recettori bersaglio. La distribuzione di un farmaco è però molto più complicata perché dipende dalla quantità e dalla qualità di proteine plasmatiche che si modifica con l'età. La percentuale di farmaco libero, quello attivo a parità di dose/ Kg, risulta superiore nel lattante e nel neonato e si normalizzerà invece nel bambino. Con l'età si verifica anche un mutamento dei trasportatori e un relativo aumento di enzimi della famiglia CYP, quelli del citocromo P450, coinvolti nel metabolismo. Alcuni raggiungono livelli paragonabili all'adulto entro i primi 6 mesi di vita ma altri, come il CYP2D6 responsabile del metabolismo di oltre il 20 per cento dei farmaci, si normalizza solamente nei primi 5 anni. Nei primi mesi vita la clearance è molto bassa rispetto all'adulto, ma è addirittura aumentata nei primi anni rispetto all'adulto. Ci sono poi altre considerazioni sulla sicurezza: nei primi anni di vita sono espressi recettori che mediano effetti indesiderati che non esistono nell'adulto o che non sono rilevanti, quali quelli della crescita ossea. Nell'adolescente, infine, vanno considerate le differenze farmacologiche di genere, qualcosa che stiamo cominciando a comprendere solo ora anche nel paziente adulto». Le difficoltà di gestire farmaci non testati sulla fascia di età interessata è pane quotidiano delle terapie intensive neonatali, come racconta Maria Letizia Caccamo, pediatra neonatologa, segretaria del gruppo di farmacoterapia della Società Italiana di Neonatologia e responsabile scientifica della segreteria del Comitato etico dell'Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze, unico Comitato pediatrico regionale attualmente in Italia: «Oltre alle variazioni di farmacocinetica legate all'età, ci sono difficoltà rispetto alle vie di somministrazione. Nei nostri reparti non possiamo, per esempio, utilizzare le compresse e neanche gli sciroppi che contengono zucchero, alcol o altri eccipienti non idonei ai neonati. Il problema più evidente però riguarda le dosi perché se usiamo un farmaco offlabeì formulato per un adulto o per un bambino più grande, cosa che capita spesso, è necessario ridurre la sua concentrazione. Ogni diluizione è causa di approssimazione e ogni passaggio diventa fonte potenziale di errore». «Somministrare farmaci non specifici per l'età pediatrica o ricorrere a dosi e durata delle terapie approssimativi può esporre i piccoli pazienti a rischi di maggiori reazioni avverse legate al diverso comportamento delle molecole nelle varie fasi di crescita» commenta Luca Pani. «Secondo uno studio britannico le reazioni avverse ai farmaci utilizzati ojf-label nei bambini raddoppiano, arrivando al 12,4 per cento rispetto a quelle per farmaci utilizzati in label e in generale il trend di segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci in età compresa fra gli 0 e i 17 anni, riportate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza, è in crescita nell'ultimo decennio. Da circa 2.000 sono passate a quasi 8.400 in sei anni arrivando a costituire il 22 per cento del totale». «L'utilizzo di farmaci ojf-label è sempre un aspetto molto delicato della pratica medica, che mette il pediatra al centro del processo decisionale ma lo carica di enormi responsabilità» sottolinea il professor Genazzani. «Il primo consiglio è utilizzare, ove possibile, farmaci approvati nella fascia d'età. Nel caso questo non sia possibile è meglio adoperare farmaci maneggevoli e che hanno un utilizzo consolidato in quel contesto». Ostacoli e risorse Da questa breve disamina emerge la necessità impellente di investire nell'ambito della sperimentazione pediatrica e di alleggerire le procedure. Questioni dibattute in occasione della seconda edizione del Clinical Trial Day organizzato il 2 ottobre scorso dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Paolo Rossi, professore ordinario di pediatria presso l'Università Tor Vergata di Roma, direttore del Dipartimento interaziendale dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e membro italiano del Paediatric Committee (Pdco) dell'Agenzia Europea dei medicinali (Ema) è stato uno dei protagonisti dell'evento: «Rispetto all'anno precedente abbiamo fatto progressi ma non possiamo considerarci soddisfatti. Grazie al Regolamento 29/11/2014 Il Pediatra - 6 novembre 2014 Pag. 14 (diffusione:6851, tiratura:7000) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 131 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pediatrico europeo approvato nel 2007 sono stati attivati alcuni studi anche molto complessi tuttavia, sia per ragioni di carattere strutturale sia per effetto di alcune priorità industriali, i risultati sono ancora pallidi». La gran parte dei Piani di investigazione pediatrica (Pip), documenti su cui dovrebbe basarsi 10 sviluppo e l'autorizzazione dei medicinali per uso pediatrico e che include le misure per dimostrare la qualità, la sicurezza e l'efficacia del medicinale per la popolazione a cui è indirizzato (vedi il riquadro "Questione di regole") non si traduce in tempi rapidi nell'immissione sul mercato di farmaci per i bambini. «A fronte di 650 Piani di investigazione pediatrica solo 38 farmaci sono entrati in commercio» conferma il professor Rossi. «Le principali difficoltà sono di ordine procedurale ed economico. Per quanto riguarda le nuove molecole, il Piano di investigazione pediatrica deve essere presentato quando la sperimentazione del farmaco è in fase 2, un momento precoce dello sviluppo. La data di inizio del trial che coinvolgerà 11 bambino, e che rappresenta la base scientifica su cui poggia la domanda di commercializzazione del prodotto in fascia pediatrica, è troppo lontana rispetto alla data di presentazione del Piano. In questo lungo arco di tempo il progetto originale rischia di snaturarsi. Perciò sarebbe utile modificare il Regolamento in modo che non si perda memoria di ciò che è stato presentato in origine». Anche l'aspetto economico non va sottovalutato perché gli studi pediatrici sono costosi e le aziende farmaceutiche sono riluttanti a investire sui bambini, una platea eterogenea che differisce per caratteristiche biologiche e metaboliche e che impone una diversificazione della ricerca con un incremento dei costi. «Sotto l'aspetto organizzativo arruolare un neonato in una sperimentazione clinica richiede giustamente maggiori garanzie dal punto di vista etico e quindi anche maggiori difficoltà, per esempio non si possono arruolare pazienti in età pediatrica come controlli sani. Inoltre è difficile avere un quadro veramente completo dei risultati delle sperimentazioni cllniche farmacologiche perché spesso negativi di uno studio sponsorizzato non vengono pubblicati. L'industria non è un ente di beneficenza, compito di noi pediatri è mantenere uno spirito critico» afferma Maria Letizia Caccamo. «Purtroppo anche la sperimentazione no profit risente della crisi economica che ha un impatto negativo sugli investimenti pubblici dedicati alla ricerca. Anche di questo si parlerà in un convegno del nostro gruppo di studio a Roma il 17-18 novembre». L'esigenza di promuovere la ricerca clinica sperimentale di farmaci in età pediatrica e di sensibilizzare la popolazione a un uso responsabile e consapevole nei bambini è sentita da tutte le Autorità regolatorie a livello mondiale, nonché dalle Società scientifiche e dai pediatri, che sostengono la necessità di effettuare un maggior numero di studi clinici su lattanti, bambini e adolescenti» ribadisce Luca Pani. «Da un punto di vista legislativo, per garantire efficacia e sicurezza dei medicinali approvati specificatamente per questi soggetti, sono stati introdotti diversi impianti normativi che incentivano la ricerca clinica e gli studi post-marketing in ambito pediatrico. Mentre gli Stati Uniti hanno emanato due diversi atti complementari quali il Best Pharmaceuticals far Children Act (Bpca) e il Pediatrie Research Equity Act (Prea), l'Europa sta applicando il Regolamento Pediatrico». «Sono già disponibili alcuni incentivi economici come il prolungamento di validità del brevetto se l'azienda presenta il Piano di investigazione pediatrico» spiega il professor Rossi. «Si tratta di un vantaggio molto concreto in caso di medicinali utilizzati su larga scala nella popolazione adulta come, per esempio, il prolungamento di sei mesi di un brevetto in scadenza di una statina autorizzata anche per la sindrome metabolica del bambino. In questo caso ci sarebbe un buon riscontro in termini economici e l'azienda avrebbe tutto l'interesse a presentare il Pip. Andrebbe tuttavia considerato anche l'impatto di questo incentivo sullo sviluppo dei farmaci generici e i costi per la collettività che si ritrova a pagare più caro quel medicinale per altri sei mesi. Poi ci sono i farmaci utilizzati per le malattie rare o esclusivamente in età pediatrica per i quali il Pip è più veloce, ma l'alto costo dello studio si scontra con il mancato guadagno. Bisogna perciò trovare i giusti pesi e contrappesi affinchè tutti remino dalla stessa parte. La campagna di comunicazione delPAifa ha il merito di allargare la platea del dibattito oltre la cerchia degli addetti ai lavori, ma per far emergere una coscienza collettiva c'è ancora tanto lavoro da fare. Spesso i ritardi nell'approvazione di un nuovo farmaco, o di un adiuvante per un vaccino, che andrebbe testato su una coorte di bambini sani, sono in parte dovuti alla ritrosia dei pediatri di famiglia nel mettere a disposizione la propria casistica. È indispensabile creare un'alleanza tra azienda e sperimentatori, perciò accogliamo nel nostro 29/11/2014 Il Pediatra - 6 novembre 2014 Pag. 14 (diffusione:6851, tiratura:7000) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/12/2014 132 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Clinical Trial Center - istituito nel 2010 al fine di rispondere all'esigenza di condurre studi clinici farmacologici in pediatria e coordinare trial nazionali e internazionali chiunque sia interessato alla sperimentazione, in particolare gli studenti e i pediatri di famiglia, mettendo a disposizione tutte le informazioni in un sito dedicato. Sosteniamo la rete di pediatri sperimentatori Pedianet e abbiamo anche attivato il primo Master Internazionale in Paediatric Medicines Development and Evaluation organizzato dalla Scuola di alta formazione universitaria degli Studi di Roma Tor Vergata, in collaborazione l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il progetto europeo Global Research in Paediatrics (GRiP) di cui andiamo molto orgogliosi». Questione di etichetta «In Italia l'uso dei tarmaci off-label è disciplinato dalla Legge 648/96 in cui possono rientrare i medicinali con un'indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata, ma impiegati in ragione dell'uso consolidato e sulla base di dati di letteratura scientifica» spiega il direttore dell'Aifa Luca Pani. «Questi farmaci vengono somministrati sotto diretta responsabilità del medico e una volta inseriti nell'elenco dei farmaci off-label possono essere rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Nel caso dei bambini si tratta di un utilizzo a volte inevitabile per poter garantire loro l'accesso alle cure, anche se potenzialmente li espone a rischi di maggiori reazioni avverse legate al diverso comportamento delle molecole nelle varie fasi della crescita. Al momento della somministrazione, quindi, deve essere posta molta attenzione alla scelta dei medicinali e ai rispettivi dosaggi, da valutare in base alle età dei pazienti e sempre dietro consulto del pediatra». II 26 gennaio 2007 è entrato in vigore in tutti i Paesi dell'Unione Europea il Regolamento Europeo relativo ai medicinali a uso pediatrico. L'obiettivo è agevolare lo sviluppo e l'accessibilità di farmaci appositamente studiati per i bambini da 0 a 18 anni di età, garantendo che i medicinali utilizzati nella popolazione pediatrica siano oggetto di una ricerca etica di qualità elevata, e di un'autorizzazione specifica per l'uso nei bambini. Il Regolamento Pediatrico prevede che tutte le nuove richieste di autorizzazione all'immissione in commercio di medicinali o estensioni di linea vengano corredate da dati su studi in età pediatrica, secondo quanto indicato dai Piani di Investigazione Pediatrica previsti dal Regolamento e condivisi e approvati dal Pediatrie Committee, il gruppo di esperti istituito presso PEma. «Ogni qual volta un'azienda propone un'indicazione per l'adulto, se c'è anche spazio per l'indicazione nel bambino, l'azienda è costretta fare un'investigazione pediatrica» spiega Paolo Rossi. «Grazie alla nuova legislazione, almeno per le nuove molecole, si avranno dosaggi precisi e specifiche informazioni sulla sicurezza e sull'efficacia nell'uso pediatrico. Per quanto riguarda i vecchi farmaci, simili obblighi esistono quando il farmaco è ancora coperto da brevetto e se ne vogliano estendere le indicazioni, la forma farmaceutica e le vie di somministrazione». Foto: Luca Pani, direttore generale dell'Aita Foto: Armando Genazzani, professore associato di farmacologia presso l'Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro Foto: Maria Letizia Caccamo, pediatra neonatologa, segretaria del gruppo di farmacoterapia della Società Italiana di Neonatologia Foto: Paolo Rossi, professore ordinario di pediatria presso l'Università Tor Vergata di Roma e membro italiano del Paediatric Committee (Pdco) dell'Agenzia Europea dei medicinali (Ema)