Parlare ai genitori di DSA
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Parlare ai genitori di DSA
Parlare ai Genitori dei Disturbi Specifici di Apprendimento q p 7 n U n m l db 5 3 V 1 f U.O. INFANZIA ADOLESCENZA FAMIGLIA Servizio per l’Età Evolutiva c/o Distretto Socio Sanitario via A. Vespucci Sottomarina – Chioggia (VE) “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido” (Albert Einstein) Questo opuscolo informativo è il frutto dell’attenzione sempre più crescente nei confronti dei problemi d’apprendimento e della certezza che sia necessario un lavoro comune tra genitori, docenti e esperti, ciascuno forte delle proprie conoscenze/competenze ed esperienze, per assicurare il successo scolastico anche a quei bambini/ragazzi che presentano Disturbi Specifici d’Apprendimento (DSA). In questo opuscolo, con un linguaggio semplice e pratico, evitando il più possibile termini tecnici e specialistici, impareremo a: • Acquisire la conoscenza sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e sulle loro manifestazioni più comuni, imparando anche a saper riconoscere i sentimenti che manifestano i bambini di fronte alle attività scolastiche. • Informazioni sugli aiuti: normativa, leggi. A scuola, gli insegnati dicono che mio figlio: • È intelligente ma svogliato, è sempre distratto, non si impegna abbastanza, è troppo frettoloso o lento; i suoi risultati scolastici sono incostanti. • Si rifiuta di leggere ad alta voce o di scrivere; quando lo fa, fa un sacco di errori. • Evita o fatica copiare alla lavagna. • Dice, spesso, di essere stanco oppure di avere mal di pancia o mal di testa. • Ha bisogno di continui incoraggiamenti ed incitamenti. Osservo mio figlio: o È un bambino sveglio, vivace, pieno di energie e creativo, ma da quando ha iniziato ad andare a scuola non lo riconosco più: • I suoi risultati a scuola sono mediocri o altalenanti (c’è una discrepanza tra la sua intelligenza generale e le più semplici abilità scolastiche, come quelle di leggere, scrivere e far di conto). • Quando sta svolgendo i compiti a casa si stanca velocemente e si arrende facilmente. • Si sente in ansia e si agita quando deve affrontare i compiti scritti. • È disorganizzato e confusionario nelle sue attività, ad esempio: dimentica di portare il materiale necessario a scuola, confonde gli impegni di un giorno per quello di un altro. • Si muove in continuazione, non sta mai fermo. • È facilmente distraibile, presta attenzione contemporaneamente a vari stimoli e ha scarse capacità di concentrazione. • Ha poca fiducia in sé stesso, è insicuro ed è demoralizzato per i suoi scarsi risultati scolastici. Prova vergogna e sensi di colpa, ma anche talvolta rabbia per i suoi scadenti risultati scolastici. Potrebbe trattarsi di DSA? Come si fa a capirlo? Non tutti i bambini che manifestano disagio a scuola oppure scarso rendimento scolastico hanno un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Lo scarso rendimento, a scuola, può essere causato da: • Fattori interni (stato d’animo, demotivazione personale). • Fattori esterni (un periodo di profondi cambiamenti familiari, caratterizzati ad esempio dalla separazione dei genitori o da un trasloco oppure l’arrivo di un fratellino oppure dalla morte di un parente caro; cambiamenti a scuola, con l’arrivo di un nuovo insegnate, il cambio d’istituto). • Deficit sensoriali (uditivo, visivo) oppure neurologici a seguito di traumi o danni cerebrali. In questo caso non possiamo parlare di DSA ma di difficoltà o ritardo di apprendimento scolastico. Si parla di DSA quando un bambino mostra delle difficoltà (specifiche e circoscritte) nell’acquisizione delle abilità di lettura, scrittura e del calcolo, in una situazione in cui lo sviluppo delle abilità intellettive (quoziente intellettivo, QI) e il livello scolastico generale sono nella norma e non vi sono presenti deficit sensoriali. Ma quanti Disturbi Specifici dell’apprendimento esistono? È possibile distinguere i DSA in quattro tipi : 1. Dislessia 2. Disgrafia 3. Disortografia 4. Discalculia Ciascuno di questi disturbi può presentarsi in maniera isolata (raramente) oppure in associazione agli altri disturbi (più di frequente). Inoltre, spesso gli specialisti rilevano la coesistenza dei DSA con altre condizioni cliniche, come disprassie (difficoltà verbali, oculari e motorie), disturbi/ritardi di linguaggio, disturbi del comportamento e dell’umore, deficit dell’attenzione e iperattività, disturbi d’ansia e fobie. Che cos’è la dislessia? È il disturbo specifico della lettura che riguarda le difficoltà di leggere in modo corretto, fluente e veloce, che impedisce l’automatizzazione della lettura. Ci si trova di fronte a tre tipologie di bambini : • Bambini che, per leggere velocemente, sbagliano un gran numero di parole; ad esempio: o confondono lettere che sono visivamente simili, ma orientate diversamente: d-b, p-q, u-n, m-n; o confondono lettere che hanno suoni simili: v-f, g-c, b-p, d-t, r-l. o invertono lettere; o inventano parole. • Bambini che leggono correttamente ma, per farlo, impiegano molto tempo (accade spesso che prima di leggere la parola se la ripetano sottovoce, dividendola in sillabe). • Bambini che hanno difficoltà a comprendere il significato di ciò che leggono. Che cos’è la disgrafia? È il disturbo specifico che riguarda la scrittura (la riproduzione dei segni alfabetici e numerici). Il disturbo riguarda l’atto motorio della scrittura e impedisce una scrittura veloce, fluida e comprensibile. Più precisamente i comportamenti scorretti riguardano: • L’impugnatura e uso della penna/matita durante lo scritto risultano inappropriate. • La scrittura è a scatti, senza fluidità e coordinamento, in maniera eccessivamente lenta oppure veloce. • La pressione esagerata sul foglio, tanto da forare la pagina. Conseguentemente a tali comportamenti scorretti: • Le lettere sono molto grandi o troppo piccole o irregolari, oppure con corpi tondeggianti non chiusi. • La distanza tra le lettere e parole non è rispettata (ad esempio: lo spazio tra le parole non risulta costante, ma troppo largo o stretto tanto da accavallarle). • Le spaziature del rigo non vengono rispettate (ad esempio: le lettere procedono in salita o in discesa, o oltrepassano i margini della pagina). Conseguentemente la scrittura del bambino risulterà disordinata e illeggibile. Anche la scrittura dei numeri e il disegno di piccole figure geometriche possono risultare irregolari. Che cos’è la disortografia? È il disturbo specifico della scrittura, riguardante la trasformazione del linguaggio verbale in linguaggio scritto e impedisce l’automatizzazione delle regole ortografiche. Alcuni esempi pratici: • Confusione tra fonemi simili (difficoltà nel distinguere suoni, quali: f-v, p-b, s-z, d-t, c-g, rl). • Confusione tra grafemi simili (difficoltà nel riconoscere segni alfabetici simili nella forma, quali: a-e, m-n, b-d, g-q-p). • Omissioni di parti di parola (gruppi consonantici, vocale interna, sillabe finali). • Inversioni di suono (difficoltà nel rispettare l’ordine sequenziale dei grafemi all’interno delle parole). • Errori ortografici, quali: omissione di doppie, accenti, apostrofi. Che cos’è la discalculia? È il disturbo specifico del calcolo che crea difficoltà nell’esecuzione di calcoli rapidi a mente, nel recuperare i risultati delle tabelline e nei compiti aritmetici. Più specificamente, si manifesta nel riconoscere e nel denominare i simboli numerici, nello scrivere e trascrivere i numeri, nell’associare il simbolo numerico alla quantità corrispondente, nel numerare in ordine crescente/decrescente, nell’automatizzazione delle operazioni aritmetiche. Riepilogando I DSA (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) non sono una malattia e neppure conseguenza di un blocco psicologico/emotivo, educativo, relazionale, non sono dovuti a deficit di intelligenza (ritardo mentale) o deficit sensoriali. Sono un disturbo di natura biologica e genetica (spesso infatti nelle famiglie di questi bambini sono presenti altri componenti familiari con le stesse problematiche scolastiche). A chi ci rivolgiamo? Gli insegnanti mi hanno fatto notare alcuni punti critici ed anch’io come genitore li sto notando, ma come e cosa posso fare per aiutare il mio bambino? Per prima cosa potrei rivolgermi al mio pediatra o medico di base, lui di sicuro mi può aiutare e darmi dei consigli. Probabilmente mi indicherà la possibilità di consultare il Servizio dell’Età Evolutiva. Lì un’equipe esperta di professionisti (Neuropsichiatra Infantile, Psicologo, Logopedista) ci aiuterà a comprendere questa problematica, tramite colloqui con i genitori e la somministrazione di prove standardizzate al bambino. Il disturbo può essere diagnosticato a partire dalla fine della classe seconda della scuola primaria per quanto concerne le abilità della lettura e della scrittura e dalla fine della terza per il calcolo, ma è importante intervenire precocemente appena ci accorgiamo che il bambino è in una situazione di difficoltà in modo da ridurre al minimo l’impatto e le conseguenze di queste problematiche. La diagnosi di DSA è arrivata, ora cosa facciamo? Innanzitutto non sentitevi responsabili né vergognatevi; voi non siete la causa, non avreste potuto né prevederla né prevenirla. Allo stesso tempo, non accusate nessun altro. Non è colpa del bambino, né dell’altro genitore, dell’insegnante o dello specialista. Assumete un atteggiamento positivo e propositivo nei confronti del figlio, aiutatelo ed incoraggiatelo; fategli capire che cos’è il DSA, che il DSA è la causa delle sue difficoltà a scuola ma che le sue abilità se esercitate con costanza e impegno potranno sicuramente migliorare; portategli esempi positivi di persone conosciute o personaggi famosi con DSA (anche Einstein era dislessico…). Allo stesso tempo siate parte attiva nel suo miglioramento: leggete con e per lui, giocate con lui, parlate con lui ed ascoltatelo. Mettete in evidenza i suoi punti di forza e gli aspetti positivi delle sue capacità per migliorare la sua autostima. A scuola, come procediamo? Per prima cosa procediamo con la consegna della diagnosi, in duplice copia, presso la segreteria scolastica e chiediamo di farla protocollare (consiste nell’imprimere un numero sulle due copie); in questo modo la segreteria attesta ufficialmente di aver ricevuto la documentazione. Con questo numero sarà possibile tutelare il bambino, secondo quanto ufficialmente espresso dalla legge 170 del 08.10.2010 recante Nuove norme in materia di D.S.A. in ambito scolastico e garantire il suo diritto all’istruzione. Con la legge 170/2010 il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si impegna ad assicurare una didattica personalizzata e a favorire il successo scolastico attraverso strumenti compensativi (ad es. : calcolatrici, tabelle, tavola pitagorica, formulari, pc, software di videoscrittura e di sintesi vocaliche, i registratori, gli ipertesti, le mappe concettuali, ecc…) come pure mezzi di apprendimento alternativi (es: computer); nonché misure dispensative previste per alcune prestazioni non indispensabili al fine dell’apprendimento scolastico (ad es. : lettura ad alta voce, la trascrizione dalla lavagna, il prendere appunti, studio della lingua straniera). Per sostenere concretamente, anche a casa, il bambino, i genitori hanno diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili (legge 170 del 10/2010). In ogni scuola dovrebbe esserci una figura interna (formatasi grazie ad un progetto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) molto importante: la referente sui DSA (in mancanza del referente, l’azione potrà essere svolta dal coordinatore di classe) promuove lo sviluppo delle competenze dei colleghi, operando per sostenere la “presa in carico” del ragazzo con DSA da parte dell’insegnante di classe. Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è un programma, redatto entro i primi due mesi di scuola, in collaborazione tra insegnanti, famiglia e specialisti. Lo scopo è quello di migliorare l’efficienza dell’apprendimento e l’efficacia dell’insegnamento. Contiene diverse informazioni, tra cui: • Dati dell’alunno. • Tipologia del disturbo. • Caratteristiche del processo di apprendimento. • Strategie metodologiche e didattiche. • Strumenti compensativi/dispensativi. • Modalità di verifica e valutazione personalizzata. Conclusioni I Disturbi Specifici dell’Apprendimento non sono una malattia ma una condizione clinica evolutiva di difficoltà di apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo che si manifesta sin dai primi anni di scolarizzazione. Una diagnosi tempestiva e precoce e la seguente messa in atto di interventi mirati, che rispettino i diversi ritmi e stili di apprendimento di ogni bambino, appaiono sempre più tra i fattori pronostici positivi. Al contrario, il mancato o tardivo riconoscimento di un DSA può implicare una sequenza di eventi negativi, che possono manifestarsi con vissuti di inadeguatezza e frustrazione, conflitti emotivo-relazionali e disinvestimento progressivo nell’esperienza scolastica con successivo abbandono. Vorremmo lasciarvi con alcuni suggerimenti di letture per approfondire le vostre conoscenze: Libri Cutrera, G., Demone bianco. Una storia di dislessia. Scaricabile in maniera gratuita https://sites.google.com/site/demonebiancodislessia/downloads/demone_bianco_Giacomo %20Cutrera.pdf Grenci, R., Le aquile sono nate per volare. Il genio creativo nei bambini dislessici. La meridiana, 2004. Reid G., È dislessia! Domande e risposte utili. Erickson, 2006. Siti www.aiditalia.org Il Servizio dell’Età Evolutiva Il Servizio dell’Età Evolutiva è un servizio sociosanitario formato da operatori con diversa formazione professionale. Lo scopo del servizio è prevenire, inquadrare e trattare disturbi neuropsichiatrici, psicologici, neuropsicologici, logopedici e motori in soggetti in età evolutiva, cioè dalla nascita ai 18 anni. Si accede con appuntamento tramite CUP su prenotazione del Pediatra o del Medico di Famiglia. Sede di Chioggia: Via Amerigo Vespucci, Sottomarina (VE) Psicologhe: 041.5573321 – 324 Neuropsichiatra Infantile: 041.5573325 Logopediste: 041.5573322-325 Assistente Sociale: 041.5573324 Fisioterapista e Neuropsicomotricista: 041.5573327 Sede di Cavarzere: Via N. Sauro, Cavarzere (VE) Psicologa e Neuropsichiatra infantile: 0426.316522 Assistente sociale: 0426.316522 Logopedista: 0426.316484 Neuropsicomotricista: 0426.316417 Responsabile del servizio: Dott.ssa Lorella Ciampalini – 041.5573320 Email: [email protected] A CHI POTETE RIVOLGERVI PER INFORMAZIONI: Consultorio familiare di Chioggia c/o il Distretto Socio-sanitario in via Amerigo Vespucci Consultorio familiare di Cavarzere c/o la Cittadella Socio-sanitaria in via Nazario Sauro 32 Presso il Consultorio Familiare di Chioggia è attivo il servizio di Mediazione Familiare (martedì e giovedì dalle 11 alle 18 - 041 5573317)