C. CELEBRAZIONI Obiettivi Con questa seconda fase la pastorale

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C. CELEBRAZIONI Obiettivi Con questa seconda fase la pastorale
C. CELEBRAZIONI
Obiettivi
Con questa seconda fase la pastorale post battesimale intende promuovere alcune celebrazioni e feste
comunitarie. Attraverso queste iniziative essa si propone di:
- ravvivare il legame dei genitori con la loro comunità parrocchiale;
- favorire un iniziale avvicinamento dei bambini all’esperienza celebrativa della comunità e fare
percepire loro l’appartenenza ad una famiglia più grande;
- rafforzare nella comunità parrocchiale la consapevolezza di essere una famiglia solidale con i
genitori e accogliente verso i più piccoli battezzati nella fede della Chiesa.
Occhio al calendario
La festa settimanale per i cristiani è la domenica, giorno del Signore. Al suo centro è la celebrazione
dell’eucarestia. A essa sono invitati tutti: i ragazzi, i giovani, gli adulti. Almeno periodicamente è bene
che anche i più piccoli vi prendano parte insieme ai genitori. Per i bambini, però, il primo spazio dove
essi vivono il giorno del Signore è la loro famiglia.
Il compito dei genitori è fare percepire ai figli, fin dai primi anni, che la domenica è un giorno
particolare, diverso dagli altri. L’esperienza insegna che sono sufficienti alcuni semplici segni: quella
mattina i bambini possono andare nel lettone dei genitori; la prima colazione è consumata insieme e senza
fretta; il pranzo è allietato da un dolce gradito ai più piccoli; il tavolo in cucina è “vestito” a festa con fiori
freschi, tovaglia particolare… stoviglie non feriali.
Per aiutare i più piccoli a intuire che la domenica è il giorno del Signore si può richiamare la loro
attenzione con qualche segno o gesto religioso, come la preghiera del mattino fatta insieme a tutta la
famiglia, l’accensione di una candela, un posto di rilevo dato alla Bibbia, un’attenzione privilegiata
all’immagine di Gesù… con i più grandicelli la lettura del Vangelo domenicale. Dopo i due o i tre anni,
oltre ad una più frequente partecipazione dei bambini alla messa domenicale, è auspicabile che il giorno
del Signore sia contrassegnato da qualche gesto di solidarietà, come il recarsi dai nonni, fare visita a una
persona inferma o a una famiglia in difficoltà … condividere il gioco con altri bambini.
Insieme alla domenica l’anno liturgico è scandito da solennità: il Natale, l’Epifania, la Pasqua… la
Pentecoste. Il calendario della Chiesa è anche arricchito da feste della Madonna -in particolare
l’Immacolata, l’Annunciazione, l’Assunta- e dei Santi, tra i quali sarebbe bene non trascurare quella del
Patrono della parrocchia. A queste solennità liturgiche si aggiungono le feste “domestiche”: della
mamma, del papà, dei nonni, di compleanno, dell’onomastico. Queste diverse feste liturgiche e ricorrenze
sociali dovrebbero trovare un primo eco in famiglia con segni sobri ed eloquenti. Oltre a questi momenti
familiari si propone di dare risalto ad alcune celebrazioni comunitarie con il coinvolgimento dei
genitori, dei bambini e della comunità cristiana. Piccoli e grandi attraverso questi momenti celebrativi,
pochi e ben curati, si trovano a lodare il Signore, si sostengono nella fede, rafforzano il loro legame di
famiglia di Dio in cammino.
Criteri generali
Le feste e le ricorrenze, celebrate comunitariamente con la partecipazione dei bambini, possono essere
classificate in due ordini:
- feste religiose. Si suggerisce di privilegiare alcune celebrazioni che possono avere una ricaduta
particolare sui genitori e sui loro bambini, quali la Giornata mondiale missionaria, la festa della
Santa Famiglia, l’Epifania, la festa del Battesimo di Gesù alla quale associare l’anniversario del
battesimo dei bambini, la Pentecoste, una celebrazione mariana nel mese di maggio. Le
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feste sociali - familiari. Oltre alla festa della mamma e a quella del papà, largamente diffuse e
abitualmente sostenute dalla Scuola dell’infanzia, si propone di promuovere la festa dei nonni e
la festa delle famiglie. Quest’ultima, più che collegarla con la ricorrenza della Santa Famiglia,
sovente associata alla festa degli anniversari di matrimoni, potrebbe essere prevista a
conclusione dell’anno pastorale.
La scelta delle possibili celebrazioni comunitarie deve essere ispirata a realismo e a senso pastorale. Da
una parte l’attenzione alle famiglie con bambini piccoli, dall’altra il rispetto delle esigenze di una
comunità parrocchiale suggeriscono che le celebrazioni comunitarie siano numericamente contenute:
tre - quattro all’anno.
Per non appesantire eccessivamente il cammino pastorale della comunità cristiana, segnato da altre
ricorrenze e da “giornate” diocesane e nazionali, si propone che alle celebrazioni comunitarie siano
invitate tutte le famiglie dei bambini battezzati sino ai sei anni. Per questo la celebrazione dovrà
tenere presente le esigenze dei bambini delle diverse età.
D’intesa con il parroco, si chiede al coordinatore della pastorale pre e post battesimale e al gruppo dei
catechisti accompagnatori di individuare ogni anno quali celebrazioni privilegiare, di trovare forme
idonee per invitare i genitori e per sensibilizzare la comunità parrocchiale, di organizzare concretamente
lo sviluppo di ogni celebrazione in modo da interessare i piccoli e coinvolgere gli adulti.
Feste religiose
La scelta delle celebrazioni comunitarie con i bambini è lasciata a ogni comunità. Possono essere utili
alcuni suggerimenti insieme a indicazioni concrete per ciascuna festa, anche se non tutte le celebrazioni
richiamate troveranno accoglienza durante l’anno.
Si propone che ogni celebrazione di regola trovi la sua collocazione nella messa domenicale
maggiormente frequentata dai fedeli. Lo scopo è di aiutare piccoli e grandi a sentirsi una sola famiglia in
festa e in cammino.
Nella celebrazione comunitaria dell’eucarestia ci si adopererà a dare spazio a una presenza attiva dei
bambini. Tra le possibili proposte si suggeriscono alcuni segni: un particolare gesto di accoglienza
all’entrata in chiesa, il coinvolgimento di alcuni bambini nella processione offertoriale, l’invito rivolto ai
più grandicelli di riunirsi attorno all’altare durante la preghiera eucaristica, la proposta di pregare il Padre
Nostro dandosi la mano, la richiesta di ritornare nell’assemblea dei fedeli per esprimere un gesto di pace
ai genitori, ai bambini più piccoli… agli adulti. Potrebbe essere opportuno, dove è possibile, riunire
durante l’omelia in un locale adiacente i bambini più grandi per una breve spiegazione del vangelo.
Talvolta si può concludere l’eucarestia con la consegna ai bambini di un piccolo segno riferito alla
celebrazione.
- Celebrazione di avvio. Programmata nel mese di settembre, all’inizio del nuovo anno pastorale, ha lo
scopo di informare i genitori e la comunità parrocchiale sulle principali attività della pastorale pre e post
battesimale, previste durante l’anno. In questa celebrazione sarebbe opportuna la consegna del
catechismo, Lasciate che i bambini vengano a me, ai genitori dei bambini di circa tre anni. Per questi
genitori, infatti, saranno proposti, nei mesi successivi e per tre anni, specifici incontri di formazione e di
valorizzazione del Catechismo dei bambini.
Per la “consegna” del Catechismo si suggerisce un rito semplice e breve. Dopo l’omelia, nella quale il
celebrante sottolinea la missione educativa dei genitori e il valore del Catechismo, sono chiamati per
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nome, se sono pochi, i bambini di tre anni e invitati ad avvicinarsi all’altare. A ciascuno di essi viene data
una copia del Catechismo. Ogni bambino ritornerà dai propri genitori, ai quali consegnerà il Testo. Nel
ricevere il Catechismo i genitori tracciano un segno di croce sulla fronte del figlio e lo baciano. Quindi,
ogni coppia di genitori con il bambino e, possibilmente, con il padrino sono accompagnati da un
catechista dinanzi al cero pasquale opportunamente predisposto. Insieme a tutta l’assemblea i genitori
fanno la professione di fede, preferibilmente con la stessa formula utilizzata nel battesimo.
In alternativa, per la consegna del Catechismo si può seguire il rito proposto nel dèpliant ( II.C 1).
- Giornata missionaria mondiale. Di regola ricorre nella quarta domenica di ottobre. Tutti i cristiani
sono invitati a pregare e a collaborare, anche con l’aiuto materiale, alla diffusione del Vangelo nel mondo.
Per i genitori questa giornata è un invito a riconfermare la loro missione di primi educatori alla fede. A
questo scopo, dopo l’omelia, il sacerdote invita i genitori ad accostarsi all’altare per ricevere una candela,
che può essere consegnata con una piccola scritta: “La luce di Cristo illumini il vostro cammino e quello
di vostro figlio”. Prima della benedizione finale a tutti i bambini viene consegnato un “bussolotto” nel
quale a casa, con l’aiuto dei genitori e dei fratelli più grandi, raccoglieranno piccoli risparmi per le
missioni, in particolare per la Santa infanzia: per bambini ammalati e poveri dei paesi in via di sviluppo.
Il bussolotto potrà essere riportato in chiesa e riconsegnato nella celebrazione dell’Epifania.
- Festa della Santa Famiglia. Si celebra la domenica dopo Natale. Tutte le famiglie cristiane sono
invitate a ispirare la loro vita a quella di Nazareth. In molte comunità parrocchiali è tradizione per gli
sposi cristiani ricordare il loro anniversario di matrimonio. Per non appesantire la celebrazione, alle
famiglie con bambini si possono offrire due piccoli segni. Essi hanno lo scopo di invitare la famiglia a
pregare prima dei pasti e a “spezzare” con gioia lo stesso pane. In concreto, dopo la Comunione si può
consegnare ai bambini il “dado” per la preghiera prima dei pasti, che naturalmente sarà recitata da un
genitore o da un fratello più grande. Ai genitori, invece, è offerto un “pane” che, opportunamente
confezionato dal fornaio come piccola focaccia e “marchiata” con un eventuale segno religioso, sarà poi
benedetto a casa e condiviso tra i famigliari.
Il “dado” può essere preparato dai catechisti ritagliando un foglio di carta secondo il disegno riportato
nella pagina accanto. Una volta ritagliati i bordi delimitati dalla riga continua, si piega il foglio secondo le
righe tratteggiate in modo da formare un cubo con sei facciate. Su ogni facciata si scrive una preghiera
breve e semplice. A titolo di esempio si propongono alcune formule:
- Grazie, Signore, per tutte le cose buone che oggi sono sulla nostra tavola. Aiutaci a essere
generosi con gli altri.
- Ti ringraziamo, Padre, perché non ci fai mancare il cibo. Benedici chi lo ha preparato.
- Signore, il cibo che è sulla tavola è un tuo dono. Insegnaci a non sprecarlo.
- Siamo felici di mangiare insieme. Benedici, Signore, il cibo e la nostra famiglia.
- Signore, benedici ciascuno di noi attorno a questa tavola. Aiutaci a volerci bene.
- Ti diciamo grazie, Padre, per il cibo che è sulla tavola e per tutte le cose buone che hai creato.
Ogni giorno si può utilizzare una preghiera riportata sul cubo, che dovrebbe essere “lanciato” dal
bambino. Il gesto ripetuto con regolarità aiuterà la famiglia a scoprire il valore della preghiera prima del
pasto. Con il tempo sarà lo stesso bambino a invitare i genitori a pregare prima dei pasti e, un giorno, a
richiedere di fare egli stesso la preghiera.
DADO DELLA PREGHIERA
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- Solennità dell’Epifania. È la festa della luce: il Signore si manifesta a misteriosi personaggi venuti da
lontano, i magi, e si rivela agli uomini che cercano e guardano il cielo. Nello stesso tempo è anche la festa
dei bambini: sia quelli fortunati che vivono in una famiglia serena e accogliente, sia quelli che per salute,
situazione familiare o economica si trovano in condizioni precarie, difficili, a volte insostenibili. Con la
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celebrazione dell’Epifania, pertanto, siamo invitati a riflettere sulla missione della Chiesa, chiamata ad
annunciare la salvezza a tutti gli uomini, ma anche a porre attenzione ai bambini: rendere serena e gioiosa
la vita dei nostri figli, nello stesso tempo non dimenticare coloro che sono meno fortunati. Per questi
ultimi bambini la Chiesa, da più di un secolo, ha istituito la “Pontificia Opera Missionaria della Santa
Infanzia”. Con essa vengono raccolti aiuti per bambini ammalati, lebbrosi, denutriti, orfani, per realizzare
dispensari e scuole, per favorire adozioni a distanza. Ai nostri bambini si può fare percepire il senso di
questa festa attraverso due piccoli gesti. Anzitutto una processione offertoriale nella quale tutti i bambini
recano all’altare il bussolotto, o il piccolo salvadanaio, con i risparmi raccolti nei mesi successivi alla
giornata missionaria. Il denaro dei bussolotti potrà essere destinato alla “Santa Infanzia”o per attuare
adozioni a distanza. Al termine, poi, della messa si può prevedere “l’arrivo dei magi”. Adulti o alcuni
bambini più grandicelli, vestiti da re magi, distribuiscono ai bambini presenti piccoli doni: un’immagine
del presepio, una stella colorata, il disegno di un arcobaleno, pennarelli per colorare il mondo… il
bambinello Gesù.
- Battesimo del Signore. La festa cade la domenica successiva all’Epifania. Essa ricorda il battesimo di
Gesù avvenuto nel Giordano prima di iniziare la sua missione pubblica. Questa solennità liturgica è per
tutti i cristiani il giorno propizio per fare memoria del proprio battesimo. In particolare, seguendo la prassi
di molte comunità, è da incoraggiare in questa festa la celebrazione dell’anniversario di battesimo di tutti i
bambini, sino a sei anni. La proposta di un rito semplice e suggestivo coinvolge i piccoli, incomincia ad
aprire la loro mente all’evento più importante della propria vita, parla agli adulti. Si possono indicare
alcuni segni o gesti, lasciando a ogni comunità la scelta di ciò che è ritenuto più idoneo:
- entrando in chiesa i genitori con il loro bambino si avvicinano al fonte battesimale o, se esso è
poco accessibile, a una bacinella d’acqua opportunamente ornata. Genitori e figli immergono
le mani nell’acqua, a ricordo del battesimo. Prima i genitori fanno il segno di croce su di sé,
poi aiutano il figlio a tracciare sopra se stesso il segno di croce;
- nella processione offertoriale alcuni bambini portano all’altare la “veste candida”, indossata
nel loro battesimo o in uso nella propria comunità. Gli abitini bianchi potranno essere posti in
bella vista dinanzi all’altare. Essi ci ricordano la vita nuova ricevuta nel battesimo;
- al rito della pace i bambini sono chiamati attorno all’altare. Il celebrante nel dare loro la pace
consegna un fiore, che ogni bambino recherà ai propri genitori quale segno di pace, ma anche di
gratitudine per il dono della vita, per essere stati battezzati, per il profumo del loro amore;
- i genitori o i padrini –in casi particolari i catechisti- nell’avvicinarsi alla Comunione portano con
sé anche i bambini, sui quali il sacerdote traccerà un segno di croce a ricordo di quello compiuto
nel giorno del battesimo, ma anche come tacito invito a camminare verso l’eucarestia che
riceveranno un giorno. In alcune comunità cristiane è usanza che i bambini accompagnino
abitualmente i genitori alla Comunione. I più piccoli si presentano con le braccia incrociate per
dire al ministro dell’eucaristia che essi non hanno ancora ricevuto la prima comunione, ma
attendono una benedizione attraverso il segno della croce;
- al termine della messa, dopo la benedizione del celebrante, i genitori con i loro bambini,
accompagnati dal canto dell’assemblea, si recano in presbiterio dove, accanto al cero pasquale
acceso, è posto un vaso di olio profumato. I genitori intingono le dita nell’olio profumato e
ungono la fronte del figlio. Il gesto nella sua semplicità ricorda l’unzione del crisma ricevuta
dopo il battesimo, ma anche la missione di ognuno ad essere il buon profumo del Signore.
I vari gesti proposti non dovrebbero essere commentati. Possono essere richiamati con accenni essenziali.
Essi devono parlare da soli. In alternativa ai segni proposti si può utilizzare l’uno o l’altro schema di
celebrazione riportato in appendice per ricordare l’anniversario di battesimo: “Festa del Battesimo del
Signore” I. – II. – III.
- Pentecoste. È la festa per eccellenza dello Spirito Santo. Celebriamo la sua discesa sugli apostoli e
l’inizio della loro missione evangelizzatrice nel mondo. Ricordiamo il dono dello Spirito ricevuto nel
battesimo e, per i cresimati, nella confermazione. È lo Spirito Santo che cambia il cuore, è sorgente di
vita, ci rende capaci di comprendere e vivere la Parola di Dio, è fonte di pace e di unità nelle famiglie e
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tra i popoli, infonde coraggio… ci insegna a pregare. La presenza e l’azione dello Spirito del Signore
sono espresse attraverso diverse immagini: lo Spirito è “colomba”, segno di riconciliazione e pace; è
“fuoco” che purifica, riscalda, trasforma i cuori; è il “dito di Dio” che continua a guarire, a mettere in
piedi, a indicare il cammino da seguire; è la “mano” che attraverso l’imposizione delle mani del
sacerdote, come anche dei genitori, protegge, benedice, trasforma, sostiene; è “sigillo” che, come un
marchio, contrassegna la vita del cristiano, simboleggia consacrazione, esprime appartenenza a Dio,
assicura protezione e custodia. Con il tempo i bambini saranno aiutati a comprendere il dono e l’azione
dello Spirito Santo. Fin d’ora si può fare percepire ai più piccoli, anche se in forma incerta e confusa, la
sua presenza misteriosa. Un gesto concreto potrebbe essere la distribuzione a ciascun bambino, dopo la
proclamazione della “sequenza” propria di Pentecoste, di un “segno” riferito allo Spirito da incollare sul
vestito: una colomba, una lingua di fuoco… una mano. Su ciascun segno si può scrivere una strofa della
sequenza o uno dei frutti dello Spirito richiamati da san Paolo: amore, gioia, pace, benevolenza, bontà,
mitezza… fedeltà (cfr. Gal 5,22). Il segno, anche se non sarà compreso dai bambini, susciterà domande.
Gli stessi genitori saranno invitati a interrogarsi per dare una risposta alla richiesta del figlio. Al termine
della messa, prima del congedo, si propone di consegnare a ogni coppia di genitori il piccolo fascicolo di
preghiere rivolte allo Spirito Santo ( II. C 2). Per i genitori esso è un tacito invito a dare spazio
all’invocazione dello Spirito Santo, fonte del loro amore e presenza di vita nel figlio.
- Natale e Pasqua. Per queste solennità non si suggeriscono particolari segni per i bambini. La liturgia
di queste feste ha una sua ricchezza che contagia anche i più piccoli. Secondo la prassi di molte comunità
è bene che a Natale la celebrazione della messa delle famiglie preveda, per genitori e bambini, la
presentazione e il bacio del bambinello Gesù. Nella Veglia pasquale, alla quale difficilmente partecipano i
bambini più piccoli, si suggerisce di consegnare ai genitori un piccolo contenitore con l’acqua benedetta
durante la celebrazione. Nella preghiera della sera i genitori potranno aspergere con quest’acqua il loro
bambino. È un gesto per ricordarsi del suo battesimo.
Là dove si ritiene opportuna una specifica celebrazione fuori della messa per la festa della famiglia, per
l’anniversario del battesimo, per la festa della vita sono suggeriti appositi sussidi ( II. C 3; II. C4; II. C
5).
Feste sociali –familiari
Molte feste –della mamma, del papà, di compleanno… degli onomastici- riguardano in primo luogo la
propria famiglia. Per questo è giusto che abbiano un carattere domestico. Alcune delle feste familiari
hanno anche una valenza sociale. È bene che la comunità cristiana sia coinvolta con opportune
celebrazioni, che diventano esperienze di fraternità, di condivisione, di sostegno morale. Tra le possibili
feste si propone di dare rilievo ad alcune.
- Festa della mamma e del papà. Entrambe le feste abitualmente sono promosse e adeguatamente
curate dalla Scuola dell’infanzia. Vanno incoraggiate. Nello stesso tempo è opportuno che queste feste
abbiano un’eco nella celebrazione eucaristica domenicale. Oltre ad una specifica intenzione nella
preghiera dei fedeli, si potrebbe prevedere una particolare benedizione sia delle mamme che dei papà. A
loro volta i bambini possono essere coinvolti con un piccolo gesto: al segno della pace ogni bambino può
offrire un fiore, un disegno alla propria mamma o al proprio papà.
- Festa delle famiglie. Destinata in primo luogo alle famiglie dei bambini, la festa è rivolta a tutte le
famiglie della comunità. È l’occasione per sottolineare il valore della famiglia, della vita, del camminare
insieme. Essa è “festa”. Per questo, oltre al momento religioso attraverso una curata celebrazione
eucaristica, si deve dare spazio alla convivialità, al gioco, al canto… alla condivisione. È preferibile che
sia programmata nella tarda primavera, quando il clima è più propizio. Così pure è auspicabile che abbia
una congrua durata di qualche ora. Alcuni suggerimenti possono aiutare i responsabili della festa a
programmare l’opportuna organizzazione.
- Festa dei nonni. Essi sono i primi a fare parte della cerchia ristretta della famiglia, anche se vivono in
un’altra abitazione e la loro presenza, non invadente, è segnata da grande discrezione. Lo stesso sangue, il
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legame affettivo con i figli e i nipoti, la cura e l’assistenza preziosa dei nipotini danno ai nonni del nostro
tempo un ruolo particolare, talvolta, quasi insostituibile. Per molti nipotini sono dei veri “angeli custodi”.
Per questo sarebbe opportuno che la loro festa coincidesse con quella religiosa degli Angeli Custodi,
celebrata il 2 ottobre. La programmazione di questa festa, che cade abitualmente in un giorno
infrasettimanale, dovrebbe essere organizzata in un orario che permetta la presenza non solo dei nipotini,
ma almeno di uno dei genitori. Al centro della festa sono i nonni, ai quali si vuole esprimere riconoscenza
e apprezzamento. Facendo riferimento all’esperienza di alcune parrocchie, è possibile raccogliere alcuni
suggerimenti e indicazioni:
- l’organizzazione della festa è bene che sia affidata al gruppo dei catechisti accompagnatori. Ad
essi il compito di prepararla, invitare le famiglie dei bambini e i loro nonni, animarla;
- luogo della festa ritenuto più idoneo è il salone parrocchiale, adeguatamente preparato e reso
accogliente;
- l’incontro di festa, contenuto nel tempo, deve essere contrassegnato da gioia e fraternità: canto,
musica, calorosa accoglienza dei nipotini, palloncini colorati… un momento conviviale;
- oltre all’intervento dell’animatore e di un genitore, è giusto dare la parola a qualche nonno, che
può esprimersi con il canto, il racconto… il ballo;
- attesa dai nonni è la presenza dei nipotini, che possono dire il loro grazie ai propri “angeli
custodi” in tanti modi: un disegno, una canzoncina, una poesia…una piccola danza. Non si
dimentichi che ogni bambino normalmente ha quattro nonni!
- la festa dovrebbe prevedere uno “spazio” religioso: lettura e breve commento di un brano biblico
-possibile riferimento a Simeone e Anna (Lc 2, 22-38)- preghiera dei fedeli, un piccolo gesto di
riconoscenza offerto dai nipotini ad ogni nonno, invocazione del Padre nostro che vede uniti
nipotini e nonni;
- prima della benedizione finale un nonno, a nome degli altri, può come l’anziano Simeone
esprimere il suo ringraziamento al Signore, utilizzando questa o un'altra preghiera:
-
Signore onnipotente, Dio della vita, ti ringraziamo per gli anni che ci hai donato, per i giorni felici e le
difficoltà superate. Come Maria anche noi possiamo esclamare: “Grandi cose ha fatto in me
l’Onnipotente”.
Ti benediciamo, Padre, per il Tuo amore e la Tua protezione. Ti diciamo grazie per la nostra famiglia e
per i nipoti che ci hai dato. Ti siamo grati per il tempo trascorso con i nostri nipotini: li abbiamo visti
crescere, camminare, aprirsi con gioia alla vita.
Come il vecchio Simeone, li abbiamo più volte abbracciati con gioia e trepidazione: essi sono figli dei
nostri figli e sono Tuoi figli. Li affidiamo, Padre, alla Tua protezione: benedicili, prendili per mano,
affinché crescano sani e felici, onesti e generosi.
Concedi a noi nonni di essere accanto ai nostri nipotini con amore, con dedizione e con sapienza. Amen.
Appendice
Festa del Battesimo del Signore I.
A questa celebrazione eucaristica sono invitati i bambini battezzati nell’ultimo anno con i loro genitori.
Se la parrocchia non è grande, si possono invitare anche i bambini battezzati da due o più anni.
ACCOGLIENZA
Dopo il saluto iniziale, il celebrante chiama per nome ciascun bambino/a.
I genitori rispondono per il bambino o con il bambino: “Eccomi, Gesù”.
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Viene, quindi, consegnato ai genitori un cartoncino verde sagomato come una foglia, con il nome del loro
bambino.
Dopo questo primo momento i genitori si recano in processione verso l’altare, dove si trova l’ albero della
vita con la scritta: “Ti chiamo per nome”.
I genitori appendono ai rami i cartoncini come foglie.
OFFERTORIO
Al momento dell’offertorio, mentre un catechista legge questa o un’altra preghiera, i genitori vanno ad
attaccare la foto del loro bambino vicino al nome scritto sul cartoncino-foglia.
Preghiera
Ti presentiamo, Signore,
le foto di questi tuoi piccoli figli.
Tu li hai donati alla nostra Comunità
e noi li accogliamo con gioia e riconoscenza,
perché essi ci parlano di Te. Concedi che le loro famiglie
e la nostra comunità parrocchiale
siano aperte alla speranza e all’amore,
per riconoscere i segni della Tua presenza
in mezzo a noi. Amen.
celebrazione eucaristica, a ogni bambino presente, viene offerta una pergamena
significato del suo nome , il giorno e il mese in cui festeggia l’onomastico.
Successivamente, l’albero dei nomi viene collocato vicino al fonte battesimale.
CONC
LUSIO
NE
Al
termine
della
dove è scritto il
Festa del Battesimo del Signore II.
A questa celebrazione eucaristica partecipano i genitori, padrini e madrine con i bambini battezzati
nell’ultimo anno e, se è possibile, anche quelli battezzati nei primi anni.
ALL’INIZIO
Il celebrante, al momento del saluto iniziale invita genitori, padrini e madrine a disporsi attorno al fonte
Battesimale, oppure ai piedi dell’altare dove viene posto un catino con l’acqua benedetta.
Tutti sono invitati a intingere la mano nell’acqua e a tracciare prima su di sé e poi sulla fronte del
bambino/a il segno di croce in ricordo del battesimo.
Questo gesto è accompagnato con una preghiera o con un canto.
Preghiera
“Grazie, Signore Gesù,
per il dono della tua benedizione.
Aiutaci a dissetarci sempre
con l’acqua viva della tua Parola. Amen”
DOPO LA PREGHIERA DEI FEDELI
Terminata la preghiera dei fedeli, i bambini vengono affidati alla protezione e all’intercessione dei santi
dei quali portano il nome.
A ogni invocazione di un Santo, l’assemblea risponde possibilmente con il canto: “Prega per noi,”.
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CONCLUSIONE
Al termine della celebrazione, dopo la benedizione finale, il celebrante consegna ai bambini presenti un
piccolo segno: il disegno di genitori che segnano la fronte del bambino, l’immagine di Gesù con i
bambini… l’immagine di Gesù risorto che mostra le mani trafitte dai chiodi.
Festa del Battesimo del Signore III.
In questa celebrazione eucaristica si vuole evidenziare in modo particolare la fede come una “fiamma”
accesa che illumina e riscalda.
Prima della preghiera del Padre nostro il celebrante invita genitori, padrini e madrine con i bambini a
disporsi attorno al cero pasquale.
Ai papà viene dato un lumino che sarà acceso alla fiamma del cero, simbolo di Gesù Risorto.
Una catechista legge questa o un'altra preghiera.
Preghiera
Ti ringraziamo, Signore,
per il dono della fede
che tu hai donato a tutti i battezzati
ed è qui simboleggiato dalla candela.
Concedi, Signore,
che i genitori e la comunità parrocchiale
aiutino con gradualità e pazienza i bambini
a custodire la luce accesa nel giorno del Battesimo,
fino a raggiungere la piena luce della fede. Amen.
In seguito, tutti sono invitati a unirsi nella preghiera del Padre nostro.
I lumini vengono portati nelle proprie case come impegno a camminare insieme sulla via di Gesù e ad
alimentare la fede in Lui con la preghiera.
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