Ascolti - Teatro alla Scala

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Ascolti - Teatro alla Scala
Ascolti
Luigi Bellingardi
La traiettoria delle realizzazioni discografiche dei Pagliacci prende l’avvio con
l’inizio del Novecento e attesta, con un centinaio di incisioni, l’indiscussa popolarità dell’opera in tutto il mondo. Tra le registrazioni storiche della prima
metà del XX secolo si segnalano almeno tre: quella del 1930 con Rosetta
Pampanini (Nedda), Francesco Merli (Canio), Carlo Galeffi (Tonio), Giuseppe
Nessi (Beppe), Gino Vanelli (Silvio) con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla
Scala diretti da Lorenzo Molajoli: in risalto l’intensità espressiva della Pampanini assieme all’incisività di Merli (Grammofono 2000); quella del 1934 con
Iva Pacetti, Beniamino Gigli, Mario Basiola, Giuseppe Nessi, Leone Paci e i
complessi artistici del Teatro alla Scala condotti da Franco Ghione: nella lezione di canto di Gigli pregevole è la tinta lirica e malinconica (EMI, Nimbus,
Pearl, Bongiovanni, Naxos, Membran); e quella del 1944 con Cesare Sodero
sul podio del Metropolitan e le voci di Licia Albanese, Raoul Jobin, Leonard
Warren, John Dudley, Francesco Valentino: spicca l’incisività di Warren
(Naxos). Tra le registrazioni degli anni Cinquanta, si ricordano quella del
1953 con Clara Petrella, Mario Del Monaco, Afro Poli, Piero De Palma, Aldo
Protti e i complessi artistici di Santa Cecilia diretti da Alberto Erede (Great
Opera Performances, Urania); quella del 1954 con Tullio Serafin alla guida
dei complessi artistici del Teatro alla Scala e Maria Callas (che non ha mai interpretato tale ruolo in palcoscenico), Giuseppe Di Stefano, Tito Gobbi, Nicola Monti, Rolando Panerai nel cast (EMI, Regis, Naxos); quella del 1959 con
Dimitri Mitropoulos sul podio del Metropolitan con le voci di Lucine Amara,
Mario Del Monaco, Leonard Warren, Charles Anthony, Mario Sereni: in grande risalto l’incisività irruente e stringata di Mitropoulos (Arkadia, Walhall). Tra
le più originali interpretazioni affidate al disco negli anni Sessanta merita di
essere rammentata quella del 1960 con Lucine Amara, Franco Corelli, Tito
Gobbi, Maria Spina, Mario Zanasi e Lovro von Matacic sul podio del Teatro
alla Scala (EMI), nonché quella del 1965, sempre alla Scala, con Joan Carlyle,
Carlo Bergonzi, Giuseppe Taddei, Ugo Benelli, Rolando Panerai e la direzione
di Herbert von Karajan: l’ottica interpretativa di Karajan evidenzia la varietà
delle sfumature espressive nella morbidezza dei colori (Deutsche Grammophon). Tre sono le incisioni di maggior risalto negli anni Settanta: quella
del 1971 con Montserrat Caballé, Plácido Domingo, Sherrill Milnes, Leo
Goeke, Barry McDaniel e Nello Santi sul podio della London Symphony Orchestra e del John Alldis Choir (BMG RCA, Brilliant); quella del 1977 con Mirella Freni, Luciano Pavarotti, Ingvar Wixell, Vincenzo Bello, Lorenzo Saccomani e Giuseppe Patanè alla guida della National Philharmonic Orchestra
(Decca); quella del 1979 con Renata Scotto, José Carreras, Kari Nurmela,
Ugo Benelli, Thomas Allen e Riccardo Muti sul podio della Philharmonia Orchestra e dell’Ambrosian Chorus (EMI). Da segnalare tra le incisioni recenti
quella Diretta ancora da Muti dnel 1992 con Daniela Dessì, Luciano Pavarotti, Juan Pons, Ernesto Gavazzi, Paolo Coni e i complessi artistici di Filadelfia
(Philips); quella del 1999 con Barbara Frittoli, José Cura, Carlos Álvarez,
Charles Castronovo, Simon Keenlyside e Riccardo Chailly alla guida del Concertgebouw di Amsterdam e del Netherlands Radio Chorus (Decca); quella
del 2003 con Angela Gheorghiu, Plácido Domingo, Lado Atanelli, Daniil Sh-
toda, Dimitri Hvorostovsky e Antonio Pappano sul podio del Covent Garden
(Premiere Opera); quella del 2007 con Svetla Vassileva, Salvatore Licitra, Alberto Gazale, Juan Francisco Gatell, Roberto De Candia nel cast e Bruno Bartoletti sul podio dei complessi artistici del Teatro Carlo Felice di Genova (Premiere Opera); e quella del 2009 con Amarilli Nizza, Salvatore Licitra, Silvio
Zanon, Mark Milhofer, Luca Salsi nel cast e Patrick Fournillier sul podio dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino (Premiere Opera). Sovente abbinati ai video di Cavalleria rusticana sono i video dei Pagliacci: tra
questi ultimi non si possono omettere, per il prestigio degli interpreti vocali e
per l’originalità delle scelte registiche, le seguenti realizzazioni: quella del
1968 con le voci di Raina Kabaivanska, Jon Vickers, Peter Glossop, Sergio Lorenzi, Rolando Panerai e i complessi artistici del Teatro alla Scala sotto la direzione musicale e la regia di Herbert von Karajan, eccellente documento di un
allestimento di gran successo (Deutsche Grammophon). Quella del 1994 con
la regia di Franco Zeffirelli, i cantanti Teresa Stratas, Luciano Pavarotti, Juan
Pons, Kenn Chester, Dwayne Croft, e James Levine sul podio del Metropolitan: rappresentazione elegante e di buon gusto (Deutsche Grammophon).
Quella del 2002 con Svetla Vassileva, Roberto Alagna, Alberto Mastromarino, Francesco Piccoli, Enrico Marrucci nel cast, l’Orchestra e il Coro dell’Arena di Verona diretti da Vjekoslav Šutej e la regia di Davide e Federico Alagna
(Deutsche Grammophon). Quella del 2007 con Maria Bayo, Vladimir Galouzine, Carlo Guelfi, Antonio Gandis, Àngel Òdena nel cast, Jesús López Cobos alla direzione del Teatro Real di Madrid e la regia di Giancarlo Del Monaco (Opus Arte); e infine quella del 2009 alle Chorégies d’Orange con le voci
di Inva Mula, Roberto Alagna, Seng-Hyoun Ko, Florian Laconi, Stéphane Degout nel cast, l’Orchestre National de France diretta da Georges Prêtre e la
regia di Jean-Claude Auvray: si ammira il vivace e colorito allestimento (Premiere Opera).
Dal programma di sala Cavalleria rusticana, Pagliacci - 12 giugno 2015