ADOLESCENTI E STRUTTURE COMUNITARIE

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ADOLESCENTI E STRUTTURE COMUNITARIE
ADOLESCENTI E STRUTTURE COMUNITARIE
- Potenzialità e fattori di complessità "Cosa rende vive le istituzioni di cura? Cosa permette all'equipe interprofessionale di mantenere vivo
il lavoro preservandosi dall’usura, dal logoramento e dal burn-out?"
Le Istituzioni per adolescenti, quali le Comunità Terapeutiche, come anche le Case Famiglia più ad
impronta socio educativa, sono “attraversate” da molteplici fattori di complessità che, se non vengono di volta
in volta individuati, rischiano di metterne in forse l’esistenza ed evoluzione. In esse - proprio per la particolare
tipologia di utenza (minori con psicopatologia in esordio o provenienti da esperienze di deprivazione e di
marginalità sociale) - molti dei fenomeni psichici si presentano in maniera massiva. La grande quantità di dati in
trasformazione, i frequenti passaggi all’atto, l’irruenza del corpo sui processi mentali, la struttura di personalità
in generale ancora troppo debole e mal strutturata, i nuclei emotivi potenti ma in buona parte inesprimibili,
hanno un effetto destrutturante dello spazio mentale del setting di lavoro. In virtù di ciò gli operatori spesso
sono investiti da massicce identificazioni proiettive dei minori ospiti e trascinati inconsapevolmente a
interpretare ruoli non loro e soltanto a posteriori sentiti come estranei ai loro atteggiamenti abituali e ai loro
principi. Essere presi da violente spinte aggressive, contribuire con i ragazzi nel mantenere un ambiente
inospitale e disordinato, alimentare spaccature nello staff sono in questo tipo di strutture frequenti e dolorose
esperienze.
La peculiarità dell’adolescenza, la mancanza di mediazione tra richieste impellenti onnipotenti “contro” la
capacità di saper attendere, procrastinare, pianificare, crea negli operatori un vissuto di emergenza. Questo
tipo di situazioni attiva e facilita una tendenza a rispondere secondo automatismi preprogrammati, un
funzionamento cioè secondo assunti di base con un vero e proprio congelamento delle funzioni cognitive.
Fattori esterni (rete sociale spesso carente, aspettative salvifiche da parte dei Servizi invianti e dei familiari,
ecc.), elementi interni connessi alla tipologia degli utenti ospitati, elementi interni legati al gruppo staff (fantasie
di cura onnipotenti, ecc), entrano in risonanza e confluenza reciproca, creando improduttivi fenomeni
isomorfici, collusioni, arresti regressivi e comunque fenomeni tali che la terapeuticità dell’intervento consiste
proprio nel poterli intercettare, contattare, pensare, per poterli trasformare ed incanalare in un processo
evolutivo trasformativo. D’altro canto, la caratteristica della residenzialità
familiarità e interazionalità favorisce il ripetersi al suo interno di
proprio
rapporti
per la connotazione di
intensi e significativi . Se il
malessere ha una genesi fondata sull’alterazione delle prime esperienze relazionali, ecco che allora
l’Istituzione comunitaria diventa - per i legami relazionali importanti che essa promuove – "un'occasione”, ove si
ripropongono codici e funzioni di comunicazione familiare come anche modelli relazionali nuovi e
maggiormente funzionali.
Considerato che, in questo ambito di attività non sempre avere molti operatori, fare tante riunioni, implica
necessariamente che il servizio faccia un buon lavoro ( spesso s’incontrano servizi con imponenti dotazioni
strutturali estremamente inerti e ripetitivi, mentre si hanno servizi più poveri di risorse che riescono ad utilizzare
risorse nascoste e ad esprimere pratiche veramente ricche ed innovative) la domanda da porsi e a cui questo
corso vuole tentare di offrire una risposta è: cosa rende vive le istituzioni di cura? Cosa permette loro di essere
apparati affettivi e nutritivi per ospiti e curanti ove circolino
elementi dinamici , maturativi, emancipativi,
terapeutici, ovvero quei fattori che mantengono vivo il lavoro preservando il personale dall’usura, dal
logoramento e dal burn out?
Associazione Italiana Assistenti Sociali Formatori
Sede Legale via Stefano delle Chiaje, 11 – 00188 Roma
Tel. 349-1500563
Mail: [email protected]
www.aiasf.it
DATE: Sabato 8 Aprile 2017 dalle 9.00 alle 18.00
Domenica 9 Aprile 2017 dalle 9.00 alle 18.00
TEMI E ARGOMENTI TRATTATI:
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La rete dei Servizi deputata a rispondere ai fabbisogni degli adolescenti con
problematiche psicopatologiche in esordio o a importante rischio sociale.
Nuove forme di malessere in adolescenza.
Servizi e rapporti con le famiglie e Tribunale
Fattori di contagio e contaminazione tra staff e utenti
SEDE AIASF: Via Giacomo Puccini, 9 Roma Percorso da Stazione Termini: prendere la linea
910, scendere dopo 4 fermate a Via G. Puccini
FORMATORE: Prof Claudio Bencivenga. Docente di Psicologia e delle Famiglie Università degli
Studi di Parma. Supervisore Comunità per adolescenti.
TOTALE: 16 ORE
METODOLOGIA: Lezione frontale, osservazioni di filmati, discussione di casi
DESTINATARI: Assistenti sociali, psicologi, educatori, neuropsichiatri infantili
COSTO: € 100,00 (€ 80,00 corso e € 20,00 tessera associativa 2017)
da effettuare tramite bonifico a:
Conto Banco Posta In Proprio
Codice Iban IT77D0760103200001019241288
Intestato a Associazione Italiana Assistenti Sociali Formatori
PREVISTO LO SCONTO del 20% per disoccupati e/o inoccupati
TETTO MINIMO: 8 partecipanti
CHIUSURA DELLE ISCRIZIONI: 24 Marzo 2017
INFORMAZIONI E ADESIONI: E-mail: [email protected] Sito Web: www.aiasf.it
Tel.: 349.15.005.63
Associazione Italiana Assistenti Sociali Formatori
Sede Legale via Stefano delle Chiaje, 11 – 00188 Roma
Tel. 349-1500563
Mail: [email protected]
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Programma del corso
7 / aprile / 2017
Nel corso della prima giornata si farà una panoramica sulla rete dei Servizi deputati a
rispondere ai bisogni degli adolescenti con psicopatologia in esordio e/o con
problematiche a maggiore rilevanza sociale con specifica attenzione alle diverse mission.
Si approfondiranno inoltre le nuove forme di disagio e di malessere in relazione ai
cambiamenti sociali , familiari, culturali.
ORE
CONTENUTI E MODALITA’
9.00 – 9.30
Presentazione del corso e giro di tavolo
9.30 -11.00
La rete dei Servizi deputati alla presa in carico degli adolescenti “difficili”
11.00 – 11.15 Pausa caffè
11.15 – 13.30 Forme di malessere e quadri clinici nella società contemporanea.
Mutamenti nel tempo dei quadri diagnostici
13.30 -14.00
14.00 -16.00
Pausa pranzo
Urgenza ed emergenza psichiatra in adolescenza. Ruolo della C.T.
Minori e devianza , minori autori di reato . Ruolo della C.F.
16.00 – 16.15
16.15 -18.00
Pausa caffè
Visione di filmati
8 aprile 2017
Nel corso della seconda giornata si porrà attenzione alle dinamiche gruppali tipiche delle
Istituzioni residenziali comunitarie evidenziando come le stesse possono costituire se non
individuate un fattore di empasse e di rischio o all’opposto se intercettate e pensate
foriere di processi evolutivi.
ORE
CONTENUTI E MODALITA’
9.00 – 9.30
Raccolta di domande e stimoli dalla platea
9.30 -11.00
Dinamiche gruppali all’interno delle Istituzioni
11.00 – 11.15 Pausa caffè
11.15 – 13.30 Processi isomorfici e di contagio tra gruppo staff e gruppo degli
adolescenti ospiti.
13.30 -14.00
14.00 -16.00
Pausa pranzo
Discussione e presentazioni di casi
16.00 – 16.15 Pausa caffè
16.15 -18.00 Visioni di filmati.
Associazione Italiana Assistenti Sociali Formatori
Sede Legale via Stefano delle Chiaje, 11 – 00188 Roma
Tel. 349-1500563
Mail: [email protected]
www.aiasf.it